la Fiera Letteraria - XII - n. 7 - 17 febbraio 1957

LAFIERA -LETTERA 'Anno XII - N. 7 SETTJMANALE DELLE LETTERE DEIH:,E ARTI E DELLE .SCIENZE Domenica 17 febbraio 1957 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: ROMA . Via di Porta Castello. 13. Ttdefon1 Rerlazt0ne 555 487 Ammintslr 555.158. PUBBLICITA: Ammintslr: n LA FIERA LETTERARIA n V di Porta Castello. 13 ·Roma· TAR.:Comroerclall L. l50 E-ditoririli L 80 al mm .. ABBONAMENTI Annuo L. 2700 . Semestre L 1.400 . Trimestre' L. 750 E~lero: Annuo L 4 000 Crpia arretrata L. 100 Spedizione in cnnto c·or rente postale (Grupp0 I,I) - Conto corrente postale 1/31426 Rll.,EGGEJIID() LE l'OESIE DI CAPRO!l 1 I * 1 V ARCJBJ'l'ETl'URA E GLI ARCJHI'l'ET'l'I CRITICI LETTERARI O GIUDICI POLITICI? * Una isolat~ vocazione ~splot1azioni}orrominiane La storia del passaggio ·dall'una all'altra "Voce" Da una matrice di fresca immediatezza, il poeta 11011 è solo partito venticinque anni fa, ma parte continuamente e questo muovere d~ un'emozione fisica -è la •·isorsa e la difesa insieme di Caproni * di GIACl,1iTO SPAGNOLETTI La r.aOC'Oltadelle prime e <iiamo qualche esempio da,ne del poemetto è molto sa– nuove poesie di Giorgio Ca- «Vespro>: piente, ma non tanto da i:ia– proni nel val.urne Il passaggi<? La fila Lunga dei soldati . s,conde_retutt~ le svolte del– di Enea (edito da Va_llecch1 è passata; sul prato è rimasto I.enfasi ~ dell ~ffettato. trasa. quest'anno) segue a distanza aspro l'odore delt'erba lire da 1mmagme ad 1mma- di qualche anno quelle Stanze pestata - e t'eco gine. Là dove il tono «can_- della Funicolare che furono d'un canto nell'aria serale... tato,. non contrasta col di– salutate da un vivo interesse O da « Fine di giorno>: segn? -r~ali6tico, l'emoz_io~e della critica nel primo dopo- ...Nel tocco delle canipane po~tica ritorna a destarsi, 10 guerra così avaro di voci nu~- c'è ancora qualche sapore ~~ altalena• che ~ura quanto ve. Ed . er,a una presenza s1~del giubiloso soggiorno; I mt_era _compoolz1o~e. gnificat1va, sopr-:1ttu_tto per gl~ ma se mi passa accanto D1. tah_ ~c~mpens1 S<?ffrono echi che i versi d1 Caproni un, ragazzo, nei soffio quasi tutti .1 POE:metti, sof- contenevano del suo doloroso detta sua bocca sento b·ono meno 1 molti sonetti (ce e stupito interrogarsi i~ mez: guani' è tcibile il fiato ne sono ~lcu";i bell!ssim~, co- zo ai luttuosi avven1ment1 deL giorno. ~e 11 pri~o, 11_ d~c1~0, 11do- delkl guerra; a cui faceva da Spesso questo ricorrente d1cesi1!10,1l qurnd~c~s1~0 de!– sfondo una città. Genova, non giuoco di sensazioni giunge 8 la ser~e: e So_nett1 d7ll 1 Anm_– più vasta come affet_tuoso pae- risultati di un'insolita purez- yer~ario :1-, §Cr1ttiI~·a11 40_ e 11 saggio della memoria, m~ ço·-za. E si hanno liriche come 42), e m~no anco1a, si d1reb– me meta del cuore, limite «Dietro i vetri.,. e Sempre be, le liriche dal metro poco desolato <li_ t:tn-avita. Q~el li- così puntuale.,., e' soprattutto ~?str~tto, come «L'a~censor~>, bretto ant1c1pava, se, s1 può e Ad Olga Franzoni .,. la p~ù già .11co~data: La pt og_ress10- dire, questo più .vasto affre- bella della serie, pri~a delle n7 artls_t1casi effettua m ma– sco lirico di oggi, dove è le- riuscite cantilene e romanze mera mv~rsamente pr?por– cito osservare, ormai in pro- di Finzioni (e Mentre senz.a un zlon3:Ie all n;npegno strofico e spettiv,a, l'articolato succ~er- saluto .,. 1 e Romanza>), dal to• metrico de_lla~tore. ~er. qual– si dei oasi umani, delle figure no quasi settecentesco e In che esempio ~1 letto~ d1 buo– e delle visioni, a cui l'arte. ?el ogni modo, sfumato. ' n~ volontà, 71terei .gh lnterlu. poeta ha datO'commosso r1he- Questo procedere «a pa. d1 e. !e «d1da~cahe ....f:lr~ce– vo. fin dai primi versi del stello.,. continua ancora nei denti 1 _poemetti. brevi liriche 1932. primi sonetti, fino a quando le qu~!J, per stran? che -pos~a Ma, prim~ di leggere le interviene il colore robusto di 8 Ìi~~rtr~,, drnno risl!lt~ti mi– poesie e afferrarne il signi. Cronistoria, ad invadere il g I s l P ano poetico. <):Ua_si ficato, è opportuno accennare quadro, ma non sempre a cJ:le la s~olta 7motlva. si sia a un fatto che la critica ha proporre risultati migliori. E g~à verifica t a 1.n qu.es~ 1.e:5or. · un po' trascurato; vogliamo con Cronistoria, che rappre- di, dalla m_usica artiflc 1.?sa dire !'isolata vocazione di Ca- senta - o sembra rappresen- ~i p~~~i~i~~~r~ ~:e~~fot~ 1 ~~ J?rOntn_elauadro della recen- t~r~.-;:- un_a_svolt_anella ~en- timbro. Ecco l'ultima strofe te p~sia. La sua n?n si f?~Òs1b1hto..artlst_1c.ad1 C:3pr~m, la della «didascalia.,. d I Pa a _ ~~n~l~~reu~~•e~:n~~zd~~~: ~:r~~~~~~~~:1c~Ùv~~t~u1 fti~l; gio ,di Enea:_ . ~ ss g nante, ma un'esperienza che troppo complicata. E,rano Lamm; e~ranti . sì fa, per cosi dire, da, sè. 'Ma bisogna badare ora a d amn:iotorah_viandaftl, obbedendo ai suoi stimoli lo- non coniondere il progresso Frusctava71:o tn me l _ide~ temi, e quasi lollando co;i'.:roa1·tistico, indubbio, con la na- che foss_e 1 .L ~o!o:agoio d Eiiea gli ostacoli che le ~i parano tu:r-a del poeta, che rimane, molto più incisiva e ~lenan– dinanzi. In questo autonomo in fondo, identica. Andiamo te delle complesse stiofe che sviluppo, che giunge ad es- alle ultime pagine del volu- -seguono. sere sinfonicamente un po' me, e troviamo questi versi Siffatti rillevi non ci sem– confu-so solo verso la fine del addirittura allarmanti per brano di poco peso sull'evve. libro, si profilano - è vero semplicità: ' nlre m~glio identificabile di - non f?OChi atteggi~menti del ... Si sta bene a Loco, Ca~roni. Più egli si allo~ta- gusto diffuso, ora pm ora m~- c'è ancora il grano nei campi. n_erà_ dalle ~omplesse eser~1ta- no evidenti • nel linguaggio Le amarene mature. , z1.on1n:ietr1che, dal .vort1c?S? Bisogna fare attenzione a non Qui sono entusiasti. V1rtuos1smo delle .1~mag1m, d~~~~f~~~tf.erò. con influssi E si J?Ot~ebbeobiettare che !l~~:;:rd~:gfi:m~~tàca~~~e\~ Sembra. seguendo le sue ~ 1 0 ~raiti i~rt~no u~~her;~he~~ tata 11 foi:ido della sua natu– poes_ie, che Cap_roni s~ cqm. e L'ascensore,. _ un-a delle ra. col giungere a un rap– porti come colui che 1~para liriche più commosse di Ca- GIACINTO SPAGNOLETTl di l,EOtl 1 tlRDQ s,,,,,s,;;ALl,I * Quando veniva da me, le prime volte, parsa di Portoghesi suscita, natural- Perchè non è possibile contrapporre moralisti e poli- in uno scantinato di Piazza del Popolo mente. molte speranze. L'architettura è • dov'era la sede del mio primo ufficio ro- davVero una nobte art, come la boxe, tici della prima ad artisti e lirici della seconda rnàno verso la flne del '52, Paolo Porto- e, oggi, gl'interessi dell'architetto e so- ghesi era ancOra un ragazzo, timido, ma- pratutto le sue responsabilità, sono cre- gro, scarmigliato,, Era uscito appena dal sciute.• In questa nuova era che si è aper- liceo e non portava nelle tasche nè rac- la con tanto clamore e tante apprer'l- conti nè versi. Aveva una cartella gonfia sioni, l'architettura può fare da media- * di ENRICO FALQUI di libri sotto.il . braccio, ma non erano trice tra la crudeltà e lo zelo degli inge- Come fu che De Robertis trollo. La contradizione di derci; e neppure rinunciare grammatiche nè di:don,ari, non erano ro- gneri e la distrazione, l'ignoranza degli sos~ituì Prezzolini nella di- energie cozzanti,' ma auten- a nulla,. (2). E, almeno al- manzi p9lizieschi o_ racconti di fanta- utenti, pubblici o privati. Tante volte è rez1one çi.ella Voce? Ecco un tiche, giova, e avvia a una lora, così fu. scienza, erano libri antichi, libri rari. stata lamentata la disattenzione dei punto di quel!a contra st ata risoluzione, o. comunque, a Ma passano quarant'anni Erano libr,i seri ch'egli aveva trovato fru- grandi organi d'informazione (giornali. e coi~fus~ st ona ~he_aspetta Uf! pro~ress,?: no~ ~i_ova i\ e, ·sempre a firma dello stes- gando sulle bancarelle o nei magazzini radio. TV) nei riguardi dell'architettura. ancota d esser chrnnto. miscuglio d 1mbec1lhtà e d1 so Prezzolini e sempre a ri- di Piazza del Collegio Romano, di Via che viene relegata nei notiziari e nella Nel num~ro del 28 novem- ingegno :1-. guardo della stessa Voce Sistina, di Via Ripet.ta: Vitruvio, Vigno- cronaca. e diventa spesso soltanto mate- bre. 1914 ,. m una. n_ot~rella.- Ma in quello stesso fasci- letteraria, in un capitolo la. Lodolì, Cartesio.· Rail'lelli ... Si POr-50- ria di scandalo O di polemica. Le feste fei~~!: di~~r~~!fU 111 h ~I ri~t~ ~~W:altro:oetèd'~;;e::rt:n~: ~r~t~al~S~ti:!.1:nfuurd:it; ~ilci~~sicare i muri per mancanza di ~h~:oi~!fa;~~~ttina ~i~~og~l~~~!~.Li~~ matu~ato md1pen_dentemei:ite portanza. quantunque per co veritd, tocca adesso legge- ' toccare la compiutezza filologica di que- a~c1:1n 1 muta1:1e_ntie creaz~o- modità polemica si sia poi re che. quantunque la Voce Evidentemente Portoghesi riusciva a n~ 1mp:'rtant1 m quest~ _fn~e preferito non ricordarsene. e per molti è tuttora legata divorare tutta queUa roba. Si faceva le st o saggio (Guarino Guari.ni 1624 - 1683 · d .~nno .. l~ Voce C;~e 51 fa Vi si poté leggere: e Tea un al tentativo di ridurre l'in- ossa con quel cibo indigesto. S'era iscrit- Electra editrice, Milano, L. 400) Porto- p1u art1.~t1ca _e critica. La- anno faremo i1 Pilancio e il spirazione poetica ad un mo- to da poco alla facoltà di architettura, ghesi si è cimentato in tlumerosissimi e cer~a p1u ,ser!a, e senza_ fu- rendiconto del nostro lavoro, mento di "purezza", in cui ma si era scelto i suoi compagni tra i felici interventi sul corpo e sulle imma- tun~mo, I Unit<; c~e nsor~ 0 lo faranno gli altri per noi: non ci sia mescolanza di mo- matematici e i fisici. Non è nella natura gini dell'architettura barocca. Probabil- ge. 11 Pop_olo d ltaha che si oppure forse sarà meglio rale O di praticità O di elo- delle cose impegnare subito l'intelligen- mente questo studio non è che uno scam- ~re~. Og_g1,volere .o vol~re, volta per volta misurare la quenza ,., ciò nonostante ri- za in certi exploits; si rischiano i capi- polo della ricca messe di prove e riprove, 1 gw~am ha!1no ~h occhi su nostra fatica e controllarla, mane assodato che la Voce , tomboli e gli esaurimenti nervosi. Por- scoperte. restituzioni. spolverature che qu_esti fogli. Dipen_de da dandola non come una facile e nacque con un intenso de- toghesi sembrava dunque vittima di egli va compiendò, con acume e cau- no1... :1-. E nel ~uccessivo nu- offerta, ma assegnandole la siderio della verità in tutti astratti furori. un giorno portò una do- tela, con amore e tremore intorno al ~ero del 1. 5 .dicem~re (cam- importanza di un atto mora- quelli che vi parteciparono cumentazione fotc,grafica meravigliosa genio di Borromini. Si può forse perfino biato, la n_v 1sta, di forn:iato. le. accertato che "stile'' si- più intimamente>. Verità di delle sue esplorazioni borrominiane. scoprire il filo nascosto della sua tes1. C?lore e dtre~tore_), a firma gnifica scrivere sotto la spe- cui (essendoci allora - se- Cercava pane per i suoi denti. E lo tro- Può darsi che Portoghesi ci dia prima di De Robertis, si poté leg- cie d'una suprema necessi- condo Prezzolini - scarsez- vò via via eh~ gli studi si approfondi- o poi un romanzo-saggio (sul tipo di Pa- gere una èPrer;:essa, ;,he n~~ tà :1-. E numero per numero, za nella vita, nella foesia, vano e la barba gli .cresceva sulla fac- à~~fc:~laaY{.~~!~;if~di~e\~1oecl~:. B~~~i/i ;~o~~!;m/ 0 p:;ih:s Pf~tesa ;/nc~~~Òo àim~ij~sf~aeJ~a ,.~ ~òe~t \ir~:i~~f ~~~fn:and)~~= eia. In 4 anni il ragazzo ha lavorato sulla Voce nuova e su quel- confermarlo. Tanto che, pri- ri. Talchè quelli eh· erano sodo. Tra un esame e l'altro, tra runa siamo capaci di segnare un titolo, di arri- lo che avrebbe voluto rap- ma dello scader dell'anno, fu scrittori, per più immedesi- e l'altra esercitazione, ha inserito i suoi vare perfino a i nd icare i capitoli di un present~re con la sua ~ra- lo stesso Prezzolini a darne marsi nella verità si trova- ~!~t~\~::~:t;n~~sl ~~~r!r!:~f:au~r~~l: }~b~~d~agi~a~~e~oali~~~~o~:doèi~~; g~~~~ sformaz1on1; er~ e cos~ tiop- atto, in una lettera appars.a rono portati ad ~a forma di personaggi· di 'contorno·. il gesuita Bo- P? appross1mha.1vd3; ft impr~- nel numero del 15 luglio d'arte, quale l'autobiografia, tico, un intenditore, un esperto. C'è sta- cisa >, .e _pere e a ra pa : 1915 c?I titolo Noi e l'?- guer- che, non certo nelle espres- to qualche esempio di precocità nella cri- naventura Cavalieri (1635: Geometria te la r_iv1stache nasce\;a al ra e mtesa ad elogiare la sioni raggiunte in talune tica: Rivtére, Gobetti, Bigongiari hanno indivisibilibus conti.nuorum nova quo- l~ra s1 sare?be e realizzata e tempestività della Voce opere da Papini Soffici Sla- scritto di letteratura, di storia, di poesia dam ration.e promota), il teatino Guarino giorno per g10:no >. In quel- letteraria>. Tempestività che taper Jahier, e si può chia- a poco più di vent'anni. Ora può sem- Guarini (1671): Euclides adauctus). il la Promessa si potè dunque al numero precedente cosi mare "frammentismo".,_ brare mostruoso tanto senno, tanto acu- gesuita Gerolamo Saccheri (1733: EucU- leggere: e ~3: VocE: v~o~ es- era stata riassunta dal De Quelle tali opere e non era- ~:j0t~~tauns:g~~~!a a~c~~=c~~~~? i~e~:re~ :~:a a~ if~~~c~~~~°s:~;~;~~t~li,i!~a 0 gt ~!;~~e~~o~~~-~~~~ ! 1 e~fi 1 i:c~o~ ~o 0 s~e~~~- .:_Irn ~~\~ica~r:.t1~ ~im·: f,~t~llee~~~~ti~eb,~li~~~ La storia dell'architettura è rimasta un nario (i= ~1), la scoperita delJ'infi- spm_ti m~d~rni: e vuol rac~ tuarci a riconoscerle. - Nel- erano/' pezzi". Erano •·ve- poco il retaggio. direi quasi l'ltobby di dv c<;>~lie_re ms1eme qu_el che di al vita, accettare la mise- rità,. >. e U ., frammenti- eruditi di p,i·ovincia. Si leggono infatti mtes1mo ~ = f' (x)). la scoperta de- g~~s;1~fi;;:.~tì'~og~o:a1~!r~f~ ~~~~eil'·p!e~ndJ/~::e°nt!!; ~~~ ..p;:~J.i~o~-;: ~r:~; succose relaz.iOQi sui castelli dell'Alto gli sviluppi in serie delle funzioni tra- t~ratura a un.osservatore di- r:accogliendo finalmente in e quando Serra indominciò Adigè o sui nuraghi, sul barocco leccese scendenti, la croce di Cartesio. il vuoto sinte~·essato ed esatto: anchC: volume tutti gli scritti vo- ad avere influenza e la Voce o sulle case di Procida. E' una storia di Torricelli. Al centro Borromini e i ~e d1sc?rdante - persuasi ciani di De Robertis: dalla fu regalata 8 De Robertis,. raccontata per episodi. Non c'è stata la suoi crucci, le sue emicranie, le cuspidi. com~ siamo che s_empre, e CoUaborazione alla poesia ai e Il culto del .. frammento,; sintesi grandiosa, un De Sanctis. nep- le spirali, il suicidio. Tutto questo inte- p_iù m un_ tC:mpo dt forma- Consigli del libraio, dai sag- e della ,. bella scrittura"> pure un Settembrini. Niente che asso- grato con le scopert.e di ottica e la lavo- z1one e d1 r~nl?ovam~nt?. e~- gi agli sfoghi - bisognerà vehne e dopo, dimenticando migli lontanamente a Vitruvio o all'AI- · razione delle lenti e il taglio delle pie- me _questo,. 1 ris°:lta~ 1 J? 1 U.. s1- documentare che a quella la verità e l' autobio ra- berti e neppure al Milizia o al Lodoli tre, e qualcosa· di più che cl sfugge. il cun, e le nvelaz1om, S! han- e tempestività> si tenne fe- fia > (3). g Non c'è un testo critico. moderno. esal- coraggio delle metafore, le vene vari- no nb~ per un~ sola via. ma de e a tutti i costi>. e Non Eh, no: bisogna docum ... n- tante, come li hanno avuti la poesia e cose. le estasi metereotogich.e, potreb- per_ ~hverse . vie, e che la si uccide una persona viva. tarlo che quello che era ve- la pittura. Forse recentemente, in que- bero spiegare 1e flessioni e le flussioni venta non e. una. ma son - Dicia~o un_aparola fran- rità nella Voce ideologica sto dopoguerra. Mumford, Giedion, Read, delle linee delle forme degli Imbuti, l'ag- molte: - e vi possono bene ca: non SI uccide la Voce. - diventò falsità ne 11 a ~Voce Argan, Zevi, Quaroni hanno allargato gressività, la violenza. l'eccitazione, il collaborare uomini di ten- La _voce resisterà. - Se no~ letteraria, oppure perdette , coi loro studi la cerchia degli amateurs. delirio della poesi,a barocca. denze opposte purché pro- .resistesse sarebbero morti di valore e cadde in dimen- len~~ente, ~he costrmsc-a _il proni - nè questo stornetlo suo lmgu~gg10_ c~m la ~e~i- genovese, che può essere tra– colosa p~z1enz,a di un a_rtigia- scritto per la sua brevità, rac– no: Parµto, come ON s1 vede colto pure nelle uftime pa– chiaramente, senza altr~ J?t:O-gine. Ma c'è tanto lavoro da fare! _La com- LEONARDO SINISGALLI, fondamente serii. e .ognuno tutti quelli che vi scrivo- ticanza. E se invece dices- (Contlnua a pag. 2) '--------------------------------...J capace a suo modo di con- no,. e Non vogliamo per- simo che solo nella seconda ------------------------------------------' ---------- ~~~a qu:~c~JvÒer~~ \~;elr! gramma chE: 1~ sua sens1b1_1ttà Mia Genova .difesa e pro– a~re E: punt1ghosa, ag~edisce prietaria, - ardesia mia, are– via via la sua maten~, ser- naria. - Le case cosi salde vendosi di o~ni su~gerimento net cotori- a fresco in piena ~~e c~:ms~on1con 11 suo me-, aria, - e dalle case tue che s~1ere, quindi a~che ?~l~a tee. invano impara - (sospese net. mc~ me~a a dispos~z1o~e da la brezza - salina) una fer– a_Itr1po4;~1conte~i.po1anei. ~a mezza - la mia vita precaria. 51 ha_ I 1mpress1one ~he ci~ - Genova mia di sasso, iride, che viene ado~rato d1 questi aria. ultimi_ si_ limiti Gd un a~u~o E' dunque ovvio: da una provv1so:10, e talv:olta perf1- simile matr:ice di fresca im– no ambiguo od mc~rt':'· In mediatezza, il poeta non è so- 9uf:ste dosate propoi:z 1 oru,. co- lo partito venticinque anni incidenti con una ps1colog1a a fa - come sembrerebbe in un tratti_ comune, ecco i~ ruolo primo momento - ma parte esercitato, per esen:iPl?, dal continuamente. Questo muo– Montale <l;ell~~ccastom: c~e, vere da un'emozione fisica è e nostro g1ud1Z10,poco ha gio- la risorsa e la difesa insieme vat<;> all 'arte.di Caproni, come di Caproni; alla quàle vor– ogm altro stimolo venuto dal- remmo augurargli che si ten. l'ermetismo fiorentino. ga fedele. Naturalmente, per Forse sarà più chiaro que- quel suo considerar valido e sto nostro discorso. quando si centrale agli effetti della re– sarà stabilito che non si trat- sa poetica, non tanto Le im– ta di un poeta cosmico o co. pressioni sorgive quanto il Io– rale o metafisico, di un poeta ro rifluire nella coscien;ia, ehe pronto a distribuire il suo se ne turba, alSSaisovente la messaggio; ma, tutt'al contN- operazione lirica si affolla, di– rio, di un artefice lento e pa. ramandoSi in varie direzioni ziente, che rianima ogni gior- che quanto perdono in gaiez– no la sua psicologia coi dati za ed estro acquistano - se della propria sensibilità, e li l'acquistano - in effervescen. dilata o li orchestra, seguen- te, crudele e personalissima doli fino al limite dello .sgo- risonanza interiore. mento, del proprio particolare Il disegno del poemetto in– sgoÌnento di uomo chiuso e titolato alla Funicolare è, alla disarmato. Il lavoro di Ca- base, di un'estrema semplicità. proni svaria di continuo dal- Il ripetersi degli effetti vi– le immagini aHa dolente me- sivi (o per dir meglio panora– moria del loro significato, dal- miei), nelle limpide descri- 1e schiette sensazioni al tono zioni della città assonnata al– un po' delirante e capzioso l'alba, indica l'attitudine pu. della loro resa psicologica; ra, all'origine, di uno stato senza bruschi intervalli, qua. contemplativo. Ma ll cambia– si che non esista un vero dia- mento di tono si lj'fettua, ora framma tra ciò che è visto e con minore ora con maggiore ciò che è ricordato, tra il mon. felicità, e quasi insensibilmen– do dei sensi e quello della te, da un verbo, da un av. meditazione. L'arte, se mai. verbio, da un aggettivo in sta nel trattenere, nell'up c~- chiave non realistica. Otte– sq e nell'altro, questa maten-a nuta la forzatura, si determl– ìn un timbro monotono e ac- na, strofe per strofe, quella corato, forte e distinguibile, atmosfera -a.Ha Poe che può nei suoni, nelle parole ricor- reggere la clausa finale renti, nel disegno melodico, dell'alt: sì da renderla riconoscibile e ... A turbe - s'urgono gti esatta. spazzini cui gli orecchi - ha Così basterà precisare co. arrossato una. sveglia urlando me l'operazione lirica di Ca- l'ora - nel profondo del san– proni si presenti alla lettura gue, neppur qua - può aver troppo semplice oppure trop- tregua la corda - non è l'ora. ~~e co~;~c;tarig~~~flic:P~1~ deriu~~~t net caos, di chie- senza dubbio nelle prime poe- I due ve.rbi sottolineati so– sie brevi voli lirici che con- gno significativi: ingrossano e te~gono sul filo di un'esile addensano 1-a.materia verba– musica ricordi e 6Cene, sensa- le. che scroscia come una e-a– zioni e pensieri, quasi tutti scata d'acqua sull'ultima pa. di affanno placato, di risse rola, la ,più metafisica, s'in- spente, di cJ.amori finiti, alla tende, e prevista. . fine di un ~omo qualsiasi: Natur,almente, la costruz10- P ., d . L . e . poesia> (4) e non dovette · continuare a contentarsi di Oes tAe tA tAftO IJA•rctA * riporreognistudioeinten- . W; , W; W; ~ WJ ~~n~O::f1~ie d~ii~a pilc~fv"er~ Lino Curci Val d'Orcia, az.zurra gronda sui tuoi colli la luce, ottobre fa sottile e fresca ogni parvenza. Ti lasciavo ancora, verde e biondo paese, con l'intrico d'-acque e di tombe, ·l'immobile tempo sulle dorsali. Nel giorno di festa ml allontanavo sulle bianche strade ondose nel tuo cielo. Tu, mia terra, tu, sapienza di morte e calmo sole! Entrai nel borgo cinto di mura e di silenzio, caldo di luce mattutina: un'alta fronte pensierosa nell'armonia del giorno, e ne veniva musica d'altura. Salii nel borgo, vidi per le vie quieta e viva una folla, il tuo sorriso grave nel tempo d'oro. Sulle case l'ora pareva scritta lentamente dall'Inclinar del sole; uomini stavano lieti nelle domenica, composti in un silenzio antico; donne andavano piano alla messa. Un volto mi doleva fermo nel petto e lo portai con me nella chiesa, tra raffi.che di ,puro canto. Mormoravo: amore, ascolta queste voci che dlrompono da età lontane, dalla pietra stessa cosi dorate e nuda; vedi l'arco multiplo della vòlta, questa foce di linee curve, musica del trovarsi. La fragile distanza che cl divide, il misterioso velo che stratifica gli anni e. ci diviene pena e memoria, tutto oggi si placa nell'unità... Ma une figura d'uomo dal grezzo pavimento risplendeva nel sudore del marmo levigato dai secoli: ricordo del conte Arrigo di NasSàu, venuto a morire a San Quirico. '}:'ornava dal giubileo. Passava sulle strade con giovani speranze e gli rideve. questa vita negli occhi, come ride nel nostro sguardo. E mormoravo: amore, sofferta lontananza simile a morte, tutto si frantuma nel mio cuore diviso! Tu non sei una voce del canto. tu non vedi con me la vòlta ... rapido sull'argilla de'ne colline. Un viso mi sfuggiva E ritornai frammento dell'universo, ebbi principio e fine. Nella valle di ('hiusi Nitido cielo, fermo 1 cielo d'ottobre, pronto a disfarsi nel nembo, rassegnata con te doleva l'esile figura . intenta a contemplarti. Ml volgeva le spalle, assorta; mi parve scolpita in quel nitore. Tu passavi lento, e lei con te. Mi protendevo immobile nell'agonia dell'attimo, sfiorando, senza toccarlo, il · mio universo. Prima ch'io lo prendessi, si volgeva il mondo verso l'inverno. Ed ora che dilava il temporale, urlando sul canneti nella valle di Chiusi. queste immagine corre a rovina. s'impasta d'argilla di clivo in clivo. Sento su quella terra diluviare il tempo. Patisco con la sua dolcezza offesa: <:on i verdi filari battuti e spogli, con la foglie giovane nella marcita. E mi cancella il vento di un anno ancora, come si sbiadiscono · nei sepolcreti le figure etrusche, rosse di sangue vivo. Là, d'estate, bevevo nel tramonto il vino denso sotto le acacie, ardendo sull'altur-a dov'è sepolto il lucumone un fuoco di luce sotterranea. Un movimento ebbro, campestre, correva nell'aria dalle ville alle tombe, proseguiva nella danza funerea. E là si sgretola adagio la mia vita, come frana in finissima sabbia la sostanza dipinta delle vòlte. Tempo lento, che vieti di mori.re con l'attimo più dolce, ml trascini a sopportare l'acqua dell'Inverno. E che fatica maturare in ombra per esser I uce ! Sostare nelle pozze del declivio con i miei volti felici! Ripenso a quel cielo d'ottobre che lasciava la sua purezza, alla creatura ferm~ sull'orizzonte che la esclude, e tutte. resta a dolere nella mia pazienza, mentre sul cuore scivola le pioggia. La •·osa Vidi nel chiostro una rosa sospesa quasi nell'aria, dal gambo oscillante, dal lungo collo smisurato, sole . Annuiva nel vento. Di velo in velo, al crescere dell'ombra. la sera cancellava il suo legame. Finché si mosse rilucente e viva senza sostegno, pura idea di flore nella sera d'inverno. Chi la tenne, chi regolava il docile consenso del suo Inchino leggero? Ml restò 1 piano negli occhi quell'atto d'amore paziente, alterno, l'incarnato roseo d'una gota di donna. Riluceva sul rapido salire della notte come l'essenza di un pensiero eterno Cosi mi resta per sempre il tuo viso LINO CURCI se ideologie? E se addirit– tuFa affermassimo che la se– conda Voce, considerando e proclamando la Poesia e co– me imperativo morale. come conquista di verità, di asso– lutezza> (5), non fece, an- ~~:ta~e!n s~i!d~il~J>~~ in: più intima, alla più gelosa tradizione vociana? Ma purtropPo innumere– voli sono i luoghi comuni che la Voce letterarìa si trascina dietro. Il cosiddetto Frammenti– smo. ad esempio, non fu - come si continua a credere e a ripetere da parte di mol– ti - un'invenzione e nep– pure una scoperta, nè costi– tuì la sola affermazione del– la seconda Voce. Il e fram– mentismo vociano - ci ricorda il Golier - testimo– nia un ben preciso atteggia– mento di fronte al proble– ma dell'espressione, che ov– viamente non è risultante di una nuova estetica. ma il proseguimento estremo di un'esperienza assai facile da identificare> (6). Ed è ar– bitrario voler dare a inten– dere che e Falqui e De Ro– bertis vedono nella Voce so– prattutto il vivaio dei fram– mentisti > (7). E se. più o meno, lo banno ammesso anche Prezzolini. q u a n d o nelle sue memorie ha soste– nuto che nella Voce lette– raria e il culto del fram– mento e della bella scrittu– .ra > si sostituì al e culto del– la verità ad ogni costo> (8): e se lo ha sostenuto anche Vigorelli, giustappunto nel– l'Omaggio a Prezzolini: che importa? Coi testi alla ma– no, a noi non risulta. L'Esa– me di coscienza di un let– terato~ scritto dallo stesso Serr.a alla cui influenza si dovrebbe il prevalere del e frammentismo > vociano, non fu una ricerca e una testimonianza di verità. Una verità pagata con la vita. E i Frammenti lirici di Cle– mente Rèbora? E Il porto sepolto di Giuseppe Unga– retti? E i Tru.cioti di Sbar– bato? I racconti di Jahier? ENRICO FALQUI

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