la Fiera Letteraria - XI - n. 29 - 15 luglio 1956

ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 16-18 Data la sovrabbondanza di scritti che cl pervengono con la esplicita rjchJesta dl giudizi particolari, comwilchlamo egli ln!eressetl che direttore e redazione delle e Fiere> sono asso– lutamente impossibilitati a dar riscontro e queste richieste. LAFIERA LETTERARIA l\Ianoscritti, foto e disegni non pubblicati non si restituiscono GALLE R·I A DEGLI CORRADO INCONFONDIBILE BESPIHO di un'arte I piena e viva I * di LA11IBERTO PRIORI Corazza ha saputo conservare rinvi– diebile vitalità della giovinezza, benchè la sua scorza ormai non possa più dirsi verde. Giovani sono rimasti gli estri. le reazioni del suo temperamento anticonfor• mista, gli interessi della sua Hbera os· servazione. E' un uomo spigoloso, incamminato ver– so la sessantina, prontissimo di riflessi: una personalità che punge, specie al prj– mo contatto. Poi vi accorgerete che la rudezza e la « raillerie » petroniana (che l'annovera fra i campioni della battuta concentrata e tagliente) non sono che un modo di sfuggire alle sonde indiscrete; traversati pochi strati, scoprite l'osso del· la carità. Ciò non significa che il bolo· gnese sia una figura agevole, o un libro che si apra facilmente. Qualche sorpresa l'ha sempre in serbo. Ma la ricchezza, la varietà degli stimoli che alimentano il suo mondo finiscono con l'attrarre, per– chè avvertite il sapore dell'indipendenza. una ..ensibilitàà virile e in continuo mo– vimento. L'indipendenza gli viene anzi– tutto daJlo spirito acuto, intellettualmen– te anarchico, che non ha rinnegato un fondamentale buon senso d'origine popo· lana. " plebea » se volete, sdegnando le ginnastiche opportunistiche oggi in voga, quelle mezze verità (elocubrate, profes– sionali) che hanno gioco nella borsa dei successi mondani. Non appartiene pertanto al Parnaso dei valori riconosciuti e vantaggiosamente esportabili: è un provinciale. ma nell'ec– cezione viva di chi .non si è lasciato ir– retire dalla vita appartata. nè abbagliare dagli « ismi » imperanti. Se dispiace che le sue sporadiche partecipazioni pubbli· che l'abbiano fatto pressochè ignorare da– gli organizzatori delle grandi mostre. bi– sogna altresì convenire che questi Tari ar· tisti che non si curano trop]:Jo d'arriva·re, pur avendo le carte in regola. ci offrono un esempio indicativo, commovente di· remmo, di come si possa eludere l'aurea massima del « do ut des ». Scrittore arguto, anche se disperso e noncurante, ingegno lievitato sull',stinto, Corazza tocca il suo equilibrio nella pit– tura, esercitata quotidianamente nel tem– po concessogli daJl'insegnamento e dal giornale. Quei ritagli, connessi da una sai• da energia interiore, sono le sue 1·agìoni d'esistenza, ed evita di parlarne. Per in– durlo a confessare ciò che sta tramando nel poco spazio del suo studiolo all'Acca– demia, dovete prenderlo di soppiatto. in· tradurre nel giro delle parole il cavallo d'Ulisse. E' la sua vocazione, da quella parte preferisce andar solo. Dipinge da oltre quarant'anni, da quan· do cioè negli intervalli scolastici aiutava il padre, che era decoratore. Non ci sfio· rano le malinconie mitiche deJla « botte– e-a l•: per il ragazzo si trattava. non di raòo di fare i fiori corr lo stampino e di dar consistenza al finto marmo; 1na non ci embra azzardato pensare che sentisf;:e proprio suU'umi!e lavoro. nel monotono rincorrersi della pennellessa. le prime rot– ture ed insofferenze. Una crepa sul muro che non si chiudeva. come una ferita o una ruga sul volto d'un uomo. Un segno in apparenza fortuito da cui traspariva il flusso molteplice d'una vita da poss~iere e da ritrarre. Per un temperamento curio– so. spigliato, la cultura più autorevole fu naturalment.? l'occhio: il piacere di pro· vare la mano. che da acerba diveniva dut– tile, nella scoperta d'un corpo, d'un ge· sto. nel resoconto sentimentale delle vec– chie case rionali o deJla campagna fuori porta. Corazza, che apprese i rudimenti del disegno da Scorzoni, un pittore limitato ma d'una certa razza. iniziò il suo cammi– no nell'ambiente piuttosto statico della « dotta » Bologna. accomunandosi all'en– tusiasmo di pochi amici, fra i quali Ber· tocchi, per l'impressionismo. penetrato fra le rosse mura della città quasi clandesti· no. Morandi. più anziano di lui d'alcuni anni e allora insegnante all'avviamento, aveva già allestito il « suo n Cézanne e stava preparando i piani scabri della car· penteria metafisica. Intelligenza vivacis• sima e inevitabilmente negata alle ade· sioni formali, la sua pittura è cresciuta più che altro sulle doti spontanee d'una vena icastica, pungente. La radice reali· stica, l'esigenza del «carattere» non si sono perse nell'adulto e nell'artista ma– turo, anche se una cultura pi(I nutrita ha affinato e irrobustito il suo «vero» di fantasia. E' una pittura che non disdegna i fatti. gli argomenti. le cose che colmano una giornata: lontana dalla ruminazione ee-oistica, dalle serre <l'un probletnatismo st"erilizzato, secondo il quale la verità poetica è al di fuori dell'uomo, .e-ioca sul prestigio dell'osservatore. Non di quelli, per intenderci. che vagano fra i frangenti naturali avendo per ufficioso distintivo un quadernetto fra le mani, ma della spe– cie di coloro (e sono mosche biauche) che « immagazzinano>), che sentono l'aria, la vicenda attuale. Questi, in un modo o in altro, la realtà se la portano a casa. Il nostro artista non si rammarica d'essere nato nella strada più plastica e diffamata di Bologna, Via Pratello; né d'aver avuto in sorfe un forte naso da fiuto. Pompa la realtà da tutti i pori: fra « plein air » e « atelier» non fa dill'erenza, e se sottilizzate sulle Josizioni più idonee per ricevere la visita 'ell'ispirazione, si fa rusticano. Un uomo disordinato come lui, non esente da pie· cole manie, ha un largo margine di di· sponibilità allorchè è clùamato a valutare la materia di cui ha individuato il tono, il verso umano, sradicandola dall'anoni– mo. Possiede un senso istintivo, mimico, dei motivi, di quanto l'affascina e gli ser– ve, e rifiuta - nel pronto insorgere degli umori - la fissità. che ridurrebbe il mon· do ad una sorta di bellissimi, ma noiosi monumenti. Tale attitudine. mobile come il fer– mepto degli estri, ha la sua parentela mo– rale nei pittori (da Scipione a M.,hi a Maccari) che rifuggirono dalla "metafi· sica ». Ed ha i suoi rischj: conserva però l'artista in una continua elasticità con l'ambiente. Il bolognese ha scelto, senza dubbio, la strada più consona ai propri in· teressi. e non si è fatto deviare da un de.– coro apparente, dagli inviti deila forma precostituita. Quello che egli cbiama • do– cumento» o « testimonianza )) sfugge in primo luogo ad una oroditori 1 ~mbizione d'assoluto: non dimentichiamo che per questa assolutezza ci siamo spe".SO con· cessi all'astrazione. ad un'inane tu, bolen– za men tale. Uno dei nostri lo rr.i sta fors" nel condurcj come se, ad ogni pas.so. stes– simo per partorire la Sistina. E uno de1 meriti « tranche de vie>> di Corazza. tolo– rita, soccorsa da una pietà che non rinun– cia a qualche gioco aforistico, è nei òP· scrivere ed ingentilire anch'! i picco:i a:" gementi della quotidianità. nel .-~ccog:1e– re un terso piacere narrativo intorno a figure ed eventi « non prota,pnisti». Cronaca vuol essere un'accusa, o una limitazione; ma non c'è cronaca senza il suo cronista, senza la mediazione d'un punto di vista. li piglio del nostro pittore, la sua intima carica d'umanità e di fan· tasia, vivono que ti incontri con tale vi– talità q'affetti da rassicurarci sull'esito della rappresentazione. La caduta illustra– tiva sarà presto avvertibile quan-lo ,l'im– magine spunta. quando cioè il mccc figu– rativo che si versa nel linguaggio si smor– za e resta (ma è raro) la maniera a veder-– sela con la buona volontà. La pennellata solitan1ente agilissima, «scritta>> con im– peto, si infosca allora senza string,•1 e· Ma guardate i suoi «ciclisti» (che nulla han· no in comune con quelli di Sassu), adu· nati all'alba suj piazzali di periferia, in un'aria crepitante che trascina le archi– tetture suburbane in un'evidenza di favo– la, attraverso movenze che hanno allevia· to, io una lirica popolare e giocosa, lo sti· molo espressionista. Ed eccoli tornare al tramonto suJla via di casa, impressi magi– stralmente nella fiamma che emanano i rossi, i gialli, le garanze dei muri corrosi (e abitati). Poi i pugili, anticlassici garzo– ni di bottega in mutande di satin, e an· cora la strada con il calessin0, con il mo· tociclista (Corazza è stato possessore di una motocicletta ed ha attentato alla vita d'amici troppo fiduciosi; rammentiamo un suo «divertimento»: Gisto va a morire .../. La voracità degli spunti non impedisce al· l'artista di liberarsi in una zona d'espe· rienza partecipata che non si contenta della prima prova dell'arguzia: difficil· mente cede alla « trouvaille » o aJl'iper– bolo di gusto. I suoi quadri di traffico ono un 1novimentato e umanissimo canto • della strada, dalle strofe limpide, pervase da un amore sincero. Hanno un palpito umano anche le vecchie automobili fru· ste vissute, ohe rodono l'asfalto ansiman· do:' il camioncino rosso dei « suiveurs ,, delle corse degli arnevi. zavorrato di tut· to punto, o la berlinetta zoppicante, resi· duata, che doppia - una disabitata mat· tina di Ferragosto - il cassero di Porta Ga!Jiera. La stessa attenzione nervosa, caratte– rizzante, è nei ritratti. Ne ha dipinti pa· racchi, ad olio e a tempera ( una tecnica quest'ultima che gli è particolarmente cara); ed è un peccato che, ancor più del· le altre cose di Corazza, siano cosi fatico– samente reperibili. Compiuti per amici· zia, o perchè qualche lato ;i~ko o psicologico lo colpiva, "-On d · , ad<' dati senza compenso, sono so:1tt'.t qua e là, jn case di col1eshi, di a-n, .i che si sono allontanati, di rnn,Jscenze che hanno piantato le tende altrove, di parenti lontani, ecc. Alcunj sono regali di nozze (ma non aspettate che vi aduli: ama il contropelo): con essi ha crcdut,-, di sood1· sfare Je convenien;:e. e non li ha valuta:i più d'un mazzo di fiori. Ciò non toglie che nella ritrattistica di Corazza si deb· bano indicare taluni dei suoi momenti più alti. Sorprende la sicurezza con cui indo· vina il saliente d'una personalità, senza attardarsi nei. dettagli, con un tocco agile ed essenziale che sposa la fisionomia ad un giudizio 'd'umore. La strutturazione, specie dopo il Ritratto di Biagi, d'una doz· zina d'anni fa, si è fatta animatissima. e soltanto ad un occhio superficiale può sembrare corsiva: sotto si sente l'acume del disegnatore di vaglia, che ha saputo far coincidere, con il battito cromatico, !e proprie esigenze di motivazione sintattica. Dalle iniziali preferenze impressioni· ste, sulle quali venivano a porsi elementi di prorompente discorsività, Corazza è pervenuto ad una scrittura che - come si è accennato - ha riporti in un espres sionismo di modulo festoso o sottilmente accorato, privo di sottolineature e velen sensuali (o altrimenti moralistici): un trasporto di fantasiosa lucidità. LA~IBERTO PRIORI 1 ARTISTI ITALIANI CORAZZA "' J .,, t' " l" '\ . ' /- CORRADOCORAZZA: Ciclisti w•~~.,,. ,~. CORRADOCORAZZA: Porto Corsini

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