la Fiera Letteraria - XI - n. 29 - 15 luglio 1956

'Anno XI. . 29 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 15 luglio 1956 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore Vl ZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA · Via di Porta Castello. 13 • Tele!onl: Redazione 555.487 • Ammlnistr. 555158. PUBBLICITA': Ammlnlstr. • LA FI!sRA W:TTERARIA• - V. dl Porta CastEfilo, 13 •Roma· TAR.: Commerctall L. 150 f;dltorlall L 80 &l mm • ABBONAMENTI: Annuo L 2 700- Semestre L. 1.400 - Trimestre L 750 Estero: Annuo L 4 000 • Copia arretrata L. 100 • Spedizione In conto corrente postale (Gruppo rn · Conto corrente postale o. 1/31428 LETTERA! LE "PRIME,, DELLA LIBRERIA * UN ELEGIACO TODINO • • semiseria a Noventa * di G. A. CIBOTTO Caro Giacomo, Nell'aprire il pacchetto rigido e francobollato. con– tenente il tuo volume • Versi e poesie•, stampato con raffinala eleganza dalle Edizioni di Comunità, cercavo di prefigurarmi la dedica amicale guizzante all'angolo destro della prima pagina. Non li nascondo che più d'un segno nato dall'affetto, cioè da una costanza del– l'attenzione. la reputa\'O un giusto premio alla mia co– stanza. per le tante volte in cui assieme al barbuto Neri Pozza tentai inutimente di persuaderti alla stampa, e per le :trane serate romane e milanesi (magari affon– dando nella nebbia) in cui spalleggiato da occasio– nali conoscenti. riuscii con garbo ostinato a strapparli la dizione, mormorata sottovoce. di qualcuna delle tue liriche. Le prima che, dato il momento e l'altale– na inquieta dell'umore, ti venivano più facili alle lab– bra. Invece con deluso rammarico, arposto della dedi– ca ho trovato appena un fine cartoncino dell'edi– tore, preoccupato di sottolineare l'omaggio e sollecito nel raccomandarsi per la recensione. Ciò nonostante devo confessarti che mi riesce difficile trovare parole adeguate per ringraziarti del regalo (e tu che appar– tieni al mondo degli uomini di lettere. sai quanto raro sia per un recensore ricevere in omaggio j libri che Siano come un dono) tale è la qualilà, il vigore. la !orza rivelatrice del tuo lavoro poetico. Insisto sul carmtere di rivelazione. perchè dopo il lungo discutere e pole– mizzare promosso qualche tempo fa da una discutibile antologia di poesia dialettale (dove il mio buon amico Pasolini ha scelto generalmente con gusto di littera– tissimo poeta in lingua, trascurando ·ad esempio nel settore veneto. un Piva, un Barbarani. un Rizzi, un Sacchetti). e le conclusioni dei soliti critici interessati a tirare acqua al proprio mulino. per j quali la poesia dialettale si ridurrebbe unicamente ad una trascrizione quasi anacronistica della poesia maggiore. ed una variazione logora di motivi e di ritmi. innervati nei casi più felici dall'apporto colorito di qualche -vocabolo o modo di dire paesano, jJ tuo libro arriva quanto mai tempestivo. Utile a dimostrare come il tempo della poesia dialettale sia diverso da quello della poesia in lingua. E la ragione va rlcercat.a del fatto che in Italia esiste tuttora un mosaico di società regionali (Gramsci parla addiritntra di nazione slciliana) in lenta trasfo:– zione (con propri niiti, costumi, tradizioni, costumi e linguaggi) )non ancora fuse e amalgamate in quella che dovrebbe risultare la società nazionale. Per cui il tempo dei veri poeti dialettali è per forza di cose dl– verso da quello dei poeti nazionali, trova altrove le sue origini. in misura direttamen1e proporzionale alla di– versità esistente fra il tempo delle varie società regio– nali e quello della società nazionale. E migliore riprova credo un critico non abbia. del paragonare l'organicità e la completezza e l'armonia che emana a lettura. fin.ila, dal tuo libro. con il senso di frammentarietà, di prov– visorietà. che si sen1e rileggendo il materiale lirico di molti poeti del periodo ermetico. Dove al massimo si salva qualche lirica, come miracolo fortunoso, da un coacervo di composizioni a carattere sperimentale. di evidente approssimazione. S'intende che queste brevi considerazioni non ci esi– mono dall'auspicare e favorire nei limiti delle nostre possibilità. il consolidamento oramai. sempre più neces– sario d'una società unitaria. ma nello stesso tempo c'Im– pongono di tenere presenti i motivi, le componenti ideali del quadrante dialettale ,anche se il mondo cul– turale dal quale ricevono alimento e giustificazione. vive i suoi giorni del tramonto. Ma per tornare al vivo della tua poesia, alla caratteristica di fondo. mi pare sia fondamentale il ritorno ad un compito di • aristo– cratica rappresentanza di un tempo e di un popolo (•i morti gaveva, e el .nome, un valor •) non più o abba– stanza rappresentati dal loro pubblici poeti •· Da esiliata insomma. da offerta incompresa di un uomo che tra gli uomini si sente estraneo. prigion;ero, la poesia ritorna finalmente ad accompagnare e_ can– lare la vita i sentimenti. le cose, con parole che mvece di evocare' atmosfere indistinte, vagamente sensuali, di limitarsi ad alludere sfumando nell'imprecisione, giungono a far presa sulla realtà. a interpretarla, a celebrarla. Sgorgando da un mondo spirituale - come bene ha scritto neJla sua introduzione Geno Pampa– loni. al solito acutissimo - • vasto, risonante. per molti aspetti collettivo, che celebra la vita nella sua gloria e nel senso divino della sua grandezza: un mondo nel quale la poesia è ricondot1a Ira i protagonisti della storia>. Lascio ad altri il compito di ricercare le parentele letterarie. gli innesti di deri\·azione romantica che dànno a molte composizioni il ~apore aggraziato e deli– cato di melanconici !ieder, oppure la questione del dia– letto (che non è veneziano, come crede Pampaloni. e neppure ,·eneto. ma una sagace e sapiente contami– nazione del dialetto parlato dai contadini nel punto d'incontro fra le zone dell'alto e basso veneto. cioè nella zona Piave con l'italiano e certo veneziano di derivazione lette~aria) che rappresenterebbe l'unica incrinatura decadentistica. e preferisco invece Insistere sul coraggio morale e la fiduciosa consapevolezza con la quale osi ripr9porre i temi classici della poesia. Quelli che giusto durante il peri_odo fascista er~no stati bandi:! come tentazione rettorica, v1z10 sentimentale, uggestione di tempi tramontati, per una malintesa esi– genza di essenzialità. E nello stesso tempo amo sotto– lineare la padronanza e la felicità espressiva di ritmi e di versificazione. con la quale ci riproponi l'amore. l'amicizia. l'onore. con srhietta vena popolaresca capa– ce di toccare subito il lettore senza bi ogno di inter– pretazioni o di commento. Segno che in un tempo in cui i letterati cercavano scampo nell'aristocratica torre d'avorio dell'individua– lismo che poi fatalmente li portava a slittare nel com– prom~sso. non solo hai continuato ostinatamente a credere che la via d'uscita consisteva nel respingere lo isolamento e nel condividere solidarmeme con g!i altri con il popolo ma per questo hai saputo sperare e lot– tare. Servendoti della tua poesia come di un'arma. Ecco perchè nel ringraziarti per l'omaggio della ti.:a opera poetica, mi sento doppiamente obbligato. ricor.o– scente. Come appassionato di poesia, per il dono d'al– cune liriche che si possono definc-e tra le più belle della poesia d'amore italiana, e come uomo. per l'insegna– mento morale. civile. nel senso più bello df:l!a t:adi– zione. che con queste pagine hai offerto a noi più giovani Concludendo. non credo mi faccia velo il sentime'l- (conUn111 In 2. paelnaJ Jl vincitore Bassa.ni, Maria B ellonci e G. B. AngioletU E' PASSATO LLA STOHIA lLDECIMO PREMIO STREGA * Esso ha segnato il riconoscimento dell'opera di Giorgio Bassani che ha vinto per 119 voti, seguito da Guglielmo Petroni con 79- Il premio Strega- opera prima a "Mi– nuetto all'inferno,, del giovane scrittore Elémire Zolla nel la ((Brace d~i Biassolb) * di FERDINANDO VIRDIA. Si sta avvicinando il gior- pea del tempo, ma travasan– no nel quale finalmente la doli su un gruppo omoge– critica italiana dovrà dare il neo di scrittori italiani dal giudizio complessivo sul- quale esulava ogni regio– l'opera di uno scrittore co- nallsmo ma che tuttavia me Mario Tobino, come per si svolgeva, iper merito di tutti coloro che hanno or- Bon:santi in modo precl– mai raggiunto per anni e puo, nel giro di una società peso delle ope~e. una matu- l~tteraria atten_tamente sel~– razione stilistica ;n relazio- zionata. la società letteraria ne a quella che è la matu- che concluse la tradizione di razione stessa del proprio Firenze capitale intellettuale mondo e della propria poe- e alla quale ad~rii:ono a~can– tica. Dall'Angelo del Lipo- t~ a, _fiorentm1 d1 nascita o 11ard al Deserto della Libia d1 residenza come Albert1, 1 dalle' Libere donne d! Mala: due Contini, lo stesso Bon– no a Due italiani a Parigi, santi. Franchi, ~ria, Monta– raccolte di racconti e ro- le (che allora r1s1edeva nella manzi di estensione più o capitale toscana). scrittori meno diffusa, per non par- come Solmi. Comisso, Chia– lare delle poesie riunite lo romonte, 1 due Gadda. Pave– scorso anno in volume sotto se. Tecchi. Gianna Manzini, il titolo L'asso di Picche. non Vittorini. Da quel clima ven– soltanto si è notata da più nero scritl?ri più giovani de_i parli un'opera in continuo sopradd~tt1 come Pratolm~, progres o. ma altresì un ca- B1le_nch1.Landolfi. Benedetti, ratiere. una fisionomia di Delfm1 poeti come Bertolucc1 scrittore che potremmo dire e Caproni, e a quel clima si può insolita nella oostra lettera- senz'altro riferir~ t1:1tta una tura. nutriti come !:ono i suoi nuova narrativa it aliana n u– libri, di umori e se voglia- trita_ di fermenti vita.li eu– mo, di veleni quanto mai rope1, a\tenta allo studio del– personali ed intensi. frutto la realtà e nello stes~ lem– di un'interna escavazione in po acutamente e sename~t~ gran parte slncora affidala a ~ns:ipevole _della necess_1tà nuclei intricati di ricordi. a d1 ricerche d1 stile e d1 hn– immagini e vibrazioni espres- gua~g10 che da .oassan1 a se da sottofondi a volte mi- Tobmo, da Petroni alla Ban– steriosissìmi nei Quali respe- ti. per cita~--e_ i nomi che _ci rienza personale si intreccia yengono primi all_a men:ior1_a, con una letteratura di cui e pervenuta a nsultat, più non sempre è !acile riscon- che convi?centi. Ag~iung~re– trare i legami e Je ricerche. mo _che s1 deve a_9u~I ~hma Si agçiungsi una formazione se t f_enomeai bp1c1 d1_ un non frequente in uno scrit- fl~rentm1smo d1. _maniera, tore italiano: medico. il To- piuttosto_ b~cero. mt1mamen– bino non soltanto è un va- te provmciale furono deh- Anclle il X Premio Strega Vincenzo Cardarel!i con Vii- porre la propria ca11didatura lente psichiatra. ma dirige milati come si d_oveva sino a sta per v.assare dalla crona· la Tarantola, nel 1949 fu pre- ai prossimi premi, il elle non addirittura nei dintorni del- far perdere ogni importanza ca (che è anche un po' una miato Allgioletti con La me- mancò di suscitare qualche la città di Lucca un ospeda- nell« let!eratura dell'ante– cronaca mondana) alla sto- moria, nel '50 Cesare Pavese preoccupazione in coloro che le per donne folli (della sua guerra. ria - anche se a taluno que- con La bella estate. nel '51 giurano sulla bontd e sull'ef- quotidiana esperienza di me- Ma non sarà certo il « ro– sta parola può sembrare, nei Corrado Alvaro con Quasi ficacia della formula che, al dico è frutto appunto Le li- manzo br.,ve » La brace dei !imiti della contemporaneitd, una vita, nel '52 ebbero il pre- nostutto, è la più democrati- bere donne di Magliano). Biassoli del Tobino che l'edi– piuttosto eccessiva - della mio i Racconti di Moravia, ca tra quante potessero esse- . Aggiungeremo che per una tore Ein_audi h_a . pubblicato letteratura. Per la storia let- nel '53 L'amante fedele di re escogi!::!e. ricerca di affinità letterarie m questi g1om1 m uno de, teraria dieci anni sono pochi, Bontempelli, nel '54 le Let- Tuttavia quest'anno la gio- non basterà dire che tosca- suoi elegantissimi « coralli » o pochissimi, ma sufficienti tere da Capri di Mario Sol- vane letteratura non è man- no di Viareggio'. ma ligure a convincere noi o altri a ad esprimere la fisonomia di dati, nel '55 Un gatto altra- cata all'appello. Alla prima di origine, egli ha gravitato quel discorso finalmente ge– un tempo, o almeno di una versa la strada di Giovanni votazione accanto a un Levi sin dagli anni precedenti al ner'.'le che il lavoro sin da stagione, e ormai (ci sembra Comisso. Come sempre, an- un nom; assurto ormai ad secondo conflitto mondiale in oggi svolto dal Tobmo stesso che questo sia stato gid det- che lo scorso anno vi furono una fama cosmopolita. si al- quella letteratura che si svol- merita. E non certo perchè to, ma non. ~ mal~ ripete~lo) rise~e e 1Jrote~te, non cimtro linearono quelli di Giorgio se tra Firenze Parma e Bo- si tratti di un'opera manca– lo Strega s1 e stabilmente m- Com1sso. ti cui valo•e e m- Bassani (Cinque storie fer- Jogna e che in' certo senso fu ta, perchè il libro è certamen– serito nella fisionomia lette· discusso ma i piti giovani . o raresi). Dante Troisi (Dia- il frutto di clima intellettua- te uno dei migliori esem– raria dell'Halia d'oggi, cosi~- quelli che in un premio ~e- rio di un giudice). Qua- le di cui la rivista Solaria era plari di un genere oggi mol– chè. s~ ven!sse, per dannatis- dono l'occasione di portare rantotti Gambini (Amor mi- la prima. per così dire. re- to in onore (basterebbero le ::;i;~~gt~r:~ ~l~a;i~r~~~:= ~l!a ribalti!- del gra~ pubblico litare), Ercole Pat_ti (Un amo- sponsabile e più tardi 11> due Cinque storie di Bassani per . h bb . 11 nome d, u110 scnttore non re a Roma) Gugltelmo Petra- riviste che nacquero dal suo dirne il grado di eccellenza gine mane ere e un s icuro ancora affermato non nasco- . . ' . tronco Argomenti e Lettera- che esso ha Qrmai ra1tgiunto) e forse insostitt<ibi!e linea- sero le loro p;eoccupazioni "' (Noi dob_bia~o parlare). tura. Un clima europeo e nelle ,nostre letter_e d'oggi. o me·nto, come se alla vita let- che la formula elettoralistica, Leon~ rd0 _Sciascia (Le par- toscano al tempo stesso perche esso non sia nell'eco– teraria francese mancasse al- escludendo necessariamente rocchie dt Regalpetra). La che si ricolleg3'Va con le espe- nom1a dell'opera di Tobino l'improvviso un premio Gon- ttna responsabilitd documen- prima _votazione poneva in ~ienze_ le~erarie francesi e degnamente . ral:'pre~entativa court. Si può anche aggiun- tata da parte dei votanti, por- testa d, gran lunga ti Bassa- mgles1 p1u recenti. secondo d1 una sua mchnaz1one; ma gere che diec_, anni sono _molti tasse a concentrare troppi vo- ni con 79 voti, seguito da Le- un'impostazione cosmop~lita appunto per ~uesto. perchè nella vita d, un uomo. essi ti sui nomi di primo e di pri- vi con 39 Petroni con 39 e nello stesso t,?mpo parbco- essa appunto e forse la ma- segna!'o le no st re rug~e, 1 missimo piano. Gran parte Troisi 29 Patti 24. Ma anché !arista che cioè si esprimeva FERDINANDO VJRDIA fili _b 1 <7:11ch1 tra t nos~ri ca- della giovane letteratura giu- ' - impostando temi di larga cir- peU,, tl crescere, neglt scaf- rò allora di astenersi dal (continua. ln 2. paglna) colazione nella cultura euro- fa!i dei lettori dei nostri lt- ' ' (continua in 2. pastna) bri, le nostre stanchezze e le nostre immancabili delusioni, così quelle (è un conforto) dei nostri peopiori amici. e dei nostri migtiori nem.ici. L'altra sera ttel cortile di Vi!!a Giulia c'erano tutti. i nostri a miei e i nostri nemici, i grandi e i piccoli della let– teratura, i fa1nosi, i meno fa– mosi, quelli che ancora bat· tono alle sog(ie della fama, i giovani e gU anziani, e per ciascu110 Maria Bellonci ha trovato un saluto, una paro– la, o, se non altro un sorriso che spesse volte è stato uri sorriso di pratitudine, perch.è, occorre dirlo. ella al premio è legata come potrebbe essere legata o un suo personag11io. Dieci anni or sono - er!l ap– pena finita l'epoca burrasco– sa della gtierra e dell'invasio– ne - i! premio è stata la sua vera invenzione, sia nel– la sua formula per cosi di re • elettorale •, che in quel par– ticolare momento rappresen– tava una vera e propria no– vitd della vita italiana, sia perché esso è nato tra le mu– ra della sua casa, tra i libri. suoi e di Goffredo Bel!onci, i suoi bellissimi gatti. i suoi bellissimi geranii, tra gli ami. ci che venivano a trovarla e che furono (ogai la schiera si è straoTdinariamente ac– cresciuta, 1na ogni nuova am– missione è attentamente va· gliata e un lu11go tirocinio attende in genere gli aspiran– ti) i primissimi elettori. Guido Alberti, uno dei po– chi industriali italiani che amino di sentirsi vicini agli uomini di cultura e che sap– piano trovarsi a loro aaio tra la gente di lettere, comprese l'importanza dell'idea e il suo valore sociale e culturale e se ne fece intelligentemente mece11ate. Cosi nacque il Pre– mio che nel 1947 laureò im– mediatamente uno scrittore • nuovo • anche se non del tutto sconosciuto: Ennio Flaia– no con Tempo di uccidere: l'anno dopo il vincitore fu ESCONO I LUNGHIRACCONTI DI UNO.SCRITTORE DI MOLTO TALENTO * LARIVINCITA DIPAUL MORANO * di GIACOJIO ANTONINI nelle debolezze e gli error1. La Francia malgrado l'im– menso tributo di sangue ver– sato durante quattro anni po– teva sembrare ancora solida nelle sue assise ma l'occhio acuto inesorabile di Paul Morand scorgeva già le pri– me fessure. Egli presagiva l'inevitabile processo di de– cadenza e trasformazione di una società. Ma lungi dall'in– sistere e dall' appesantrrsi l'autore di "Ouvert et Fer– mé la Nuit » toccava la pia– ga con leggerezza e poi con eleganza sorvolava. Il suo stile era brillante, volentieri volto al paradosso ma la scrittura era compatta sorretta da un gusto sicuro. Giovane e desideroso d'eva– sione come molti suoi per– sonaggi Paul Morand aveva la nostalgia dei viaggi. delle lontananze, dei paesi ignoti. Ed in armonia col suo tem– po precorrendo il nostro che ha trasformalo un piacere in un vizio era assetato di ve– locità. Purtroppo il successo dei primi tre volumi di rac– conU e di « Lewis et Irene», presentato come un romanzo Paul Morand è stato ne– gli anni del primo dopo– guerra uno degli scrittori francesi più letti ed ammi– rati. Raccogliendo nel 1924 in vohune sotto il titolo « XX Siècle » una serie di saggi perspicaci. informati, vivacissimi sulla gioyane let– teratura sorta durante e do– po la guerra Benjamin Cre– mieux parlava di lui come dell'autore che aveva saputo cogliere meglio e rendere con un ritmo perfettamente ade– guato alcuni degli aspetti più caratteristici del suo tempo. A sette lustri di distanza se vogliamo ricordare il colore :--------------------------, la melodia n gusto di que– gli anni oramai tanto lon– tani possiamo riaprire i vo– lumi di « Tendres Stock ,,, "Ouvert la Nuit » e « Fer– mé la Nuil » per ritroYarli intatti. Volendo ritrarre il suo tempo in una serie di racconti Paul Morand più e meglio di qualsiasi altro scrittore francese di allora ha colto nel segno. L'Europa socialmente scar– dinata dalla guerra, moral– mente scol)volta. desiderosa di dimenticare le sofferenze patite ed incapace di sor– montarle. avida di piaceri violenti, deliberatamente te– sa verso un'era nuova ma suo malgrado legata ad un oassato che ne costituiva la forza e la '1'!ra gloria rivive nei racconti di Paui Morand E'NIORTO Giovanni Papini Mentre andiamo in macchina ci giunge notizia della morte di Giovanni Papini. on potendo farlo oggi, ci occuperemo di comrnemornre degnamente dal prossimo numero l'illustre scrittore italiano. nella sua splendida miseria, i..-------------------------' ma in realtà concepito e co– struito pure come un lungo racconto, per quanto meri– tato gli è stato fatale. Scrit– tore di razza incapace di re– sistere al desiderio di espri– mersi sulla carta ma distol– to dai doveri della carriera diplomatica, dai molteplici viaggi e le distraenti \'anità di una agitata esistenza mon– dana Paul Morand ha du– rante tre lustri prodotto trop– po e troppo in fretta. Il titolo di un uo non del tulio riuscito eppure signifi– cativo romanzo « L'Homme Pressé » sembrava definirlo. Non del tutto a torto per quanto riguarda quel perio– do esso gli è rimasto ap– piccicato come un rimpro– vero. Perchè dei numerosi articoli riuniti in volume dei libri di ,\iagg"io e dei' ro– manzi scritti aDora. una trentina di libri circa mal– grado la purezza della lin– gua. l'eleganza dello stile ed il brio di qualche capitolo sparso, poco potremmo oggi salvare. Ma se Paul Morand non è mai parso tagliato per il romanzo oltre agli intel– ligenti coloriti ricordi perso– nali su Marce! Pr"ust e Jean Giraudoux che gli furono amici qualche racconto ha dimostrato anche allora la sua maestria di narratort>. Basti ricordare lo straordi- GIACO~:o .\:-To 'IN[ (continua in 2. J)agln:i) UNA POESIA di ElioF.Accrocca * FIGLIO,TU NON FARAI CERTOIL POETA a G. S. Figlio, tu non farai certo il poeta, denigrato mestiere, ben.e Taro che in sé racchiude una perla ser,reta: moneta antica dat valore am.aro. Il tuo malfermo passo ad altre mura io guiderò, ma se la mala pianta dentro il tuo cuore rinverdisse, on quanta. radice estirperei. Altra natura, figlio, ti fiorird nel sangue e nuova vita t'allieterà i futuri anni che s'aprono al tuo sguardo, altra ventura avrai, diversa sorte, !onta no dagli affanni dell'inconsulta vita che dà morte. Tu non conoscerai la zona dove si giuoca l'amicizia ai tristt dadi. Se un giorno passerai in mezzo ai radi poeti, a te il ricordo non sovvenga del paterno sgomento. E rifuggir dovrai le muTa, il ponte e il vasto casamento e la corrotta aria dei qu.artieri che accolsero i! mio cuore un tempo (ieri) cosi remoto che non fa mel'lOria. Né tu conoscerai le amene dispute e i disinganni e i falsi ingegni e i queruli lamenti né l'incorrisposto affetto; né familiari ti saranno i nomi, o figlio mio felice ad altre Tive vòlto, degli sconvolti amici di tuo padre pronti alla guerra ed alla insofferen=a per una voce che raggela i ponti del!,i loro incantata maldicen:a. l\1aggio 1956 CLIO F. :\CCROCCA * DUE POESIE diEnzio Cetrangolo * ALTOTIRRENO Inerte trama vitrea dell'i!limite cgua:e. pace d'afone acque, specchio deserto al sonno della pietTa, lenta gravitd del silen.:;io nella fissa luce del giorno. Larve uscite al mare, del sospiro di Lete aliti erranti: funebri geni alati dai turriti tumuli etnischi. Ciris volu.cre ombra su le 11erc pinete maremmane, i11larghi archi lontani sperso giro. Naufragio d'ansie umane. equorea tomba delle cose credute, risospinte ai gorghi dell'informe alto riposo. LAGO D'AVERNO Ecate ti pareca l'a lta luna. sul diurno ori.:,:: on.te quasi piena, giu111a in cielo precoce dalle sedi eterne di caligine; ma forse u rapiva un incanto e fu lo specchio oscuro dei ricordi, il breve errore d; 1m pallido riflesso su le ferme acque sfiorate da contese estreme del giorno· con la sera in questi miei paesi che ha11no i 11onti della morte. O non fu la magia delle parole a11tiche su la pietra erta sul guado - liuido stagno di leggende spente - a porgerti l'occulto simulacro? la memo-ria del fuoco stL gli altari alla Notte, supina in ferrei ialami madre di Furie? della grotta fo11da s11. abissi vaporosi gola immane, che traeva nei gorghi il teso volo deg,i uccelli se usciva110 dai boschi? Si dirada il canneto oltre la siepe, cadono dalle citi i secchi pà!miti, la quiete d~lla riva si fa squallida, anche il margine erboso si scolora: è gid entrato l'inverno nella strada clte divide il declivo e sale al cerchio 11ero dei colli tra le querce: quella che ti condusse qui dalla marina dove la,, vista del Tirreno sorge in rupi che somigliano a sepolcri. Col soffio della brnma toma il suono remoto del tuo passo tra le foglie; 11e1 mio indttgio deserto ti rivedo qtrn11do l'umida luce clell·estate ti ghermiva le svalle e rivolgevi incerta verso l'ombra i! piede nudo su l'orlo della mitica discesa, tentato varco di tLltime lusinghe; • ma lentamente il gelido confine delle cose scomparse ti richiude. Trema110 i !id.i ai tumulto del treno, lo spazio del t1,turo si riduce: ma dietro questa fuya di ntemorie ad un altro ritorno sard guida il tempo che s'approssima alla soglia di una stagione senza mutamenti: ci fer-meran110 le nostre orme anticlte l'ora per ripartire saTd tarda ' e sotto il lago non sarà pitì finta la voragi,,e aperta dalle fa.vole. ENZIO CETRANGOLO •

RkJQdWJsaXNoZXIy