Fiera Letteraria - Anno X - n. 45 - 6 novembre 1955

Domenica 6 novembre l 955 LA F1ERA LETTERARIA Pag. li NlEL CENTJENARIO Dl[ SOlERJEN KIJERKJEGAARD 1_ g~!t1 d~~ : ::10° ~';: : !:e p~~:~~c~\•~~1 ;:J~e ch! 1 i~ 8 ~;a!~~ 0 !!: c!:~•;'.!ti 11 ! 5 :1!~•z:;c:: ricco dalla banc:1.rotta dello Stato nel 1813, mentre tante famlgUc ne uscirono rovinate. O L'ospedale - • Frederiks Hospltal,. - do,·c Kicrkc;nrd fu trasportato il 2 ottobre .6, JS55,quando cadde in terra 1enu co1clcnia, sulla pubblica strada. VI fu curato per Klcrkcra:n-d, per la ,·cne. ra.zlonc che portava al padre, si senti sempre molto attaccato ri qu~a easa; e sebbene tutte le f:lcccndc pratiche 8'.li fo55ero un tormento, quando, nel 1843, acquu1tò la parte del fratello e dh'cnlò proprietario unico, ne fu tanto contento. VI oceupc. ~"u~pl~~~=~1~ 0 ,~·o d:lr!!!!r: 1 '~~-,:.~~ d~~':~-~~~ 0 :. 1 !~~nde 0 !:!~~ 1 !n~a:r~r.~~ 0 1~0 :U 1 ! : oltre un mc.e, con Jrande amore, dalla 1IJnorlna llla t"iblfer che fu una delle prime della classe elevata che 11dedicò all'as1l1lcnu del mallltl. Consc;vò sino alla fine la ffrcnltà quasi 1ovrumana che aveva mo1trata di continuo, durante tutto l'ultimo anno, anno di attacchi 1plclatl alla Chiesa protestante. Rlce,·ctte l'amico di rlovcntit, Il pastore Emilio Boeten, e tra Jll altri la nipote Enrichetta Lund, la quale nelle auc. memorie cl ha la~lato un ritratto lntcreuantlulmo di Klcrkeraard. Non ,·olle rlcc,·tre suo fratello vescovo, e rifiutò li ,aeramento dalle mani di un pastore. Spirò 1'11nO\'cmbrc. del 1848 rese lmposslblle l'csecu:uonc del proietto. ' 3 ~!a~:~!:e iri~~~e~!~s:f;~:ò ;;e:~~: tii ,·enti anni RR'tll nome, sin quando alla fine 11fratello v«co,·o non fece mettere In ordine la tomba secondo i desideri lasciali In l.5crltto da Klerke.raard. La lastra superio– re Porla Il nome della prima morile del pa– dre; delle IHlre inferiori, quella di 1lnislra porta Il nome deUa seconda morlle, madre di tutti e 1ette i fitll, di cui cinque moriro– no In rlovane età prima dei 33 anni, e resta• rono Kicrkefaard e Il ,•cscovo; porta Il no– me inoltre del padre « ohe Il 9 agosto 1838la aerui nella vita eterna, ne1 fiUO ottantesimo .anno•; la la1tra di destra porta II no~ di un rralello e d'una s:orc.llamorti Jiovaniui– ml e q uello di S ocren, II quale anva voluto che vi fogsc.ro antuntl sotto questi ,·ersl di Han• Adolf Bror1on, uno del più irrandl auto, ri di poesie spirituali e Inni religiosi: Ancoro u.n poco, e lo avrò vinto: la battagUa ,ard tut.ta ctnota d'incanto; e 10 potrò piegare U capo ,u un gua-ncloJe dt rosa e pa.rl0,re a Ge,u · 1e1UO pos0,. U n uomo che, oltre la sua naturale acu– tezza, poteva affacciare tltoll 5ingola– rlssiml alla comprensione di Klerke– gaard, perchè Kierkegaard, sentendo non lontana la tlne, convinto ormai della ml$– sione alfidatag!i nella sua opera, nel timore che quest& troppo venisse fraintesa, se non proprio gli &veva confidato I segreti della .sua, sofferenza più Intima, l'aveva tuttavia quasi direttamente lnlztato al segreti della opera sua - ,quest'uomo, il prof. Rasmus Nlclsen, assegnò a Klerkegaard dOJ)Ola sua morte questa caratteristica: • Non ru un gio– vane, divenuto v eooh lo con gli anni; non ru uomo gioviale, pi.il tardi dh·enuto molto, molto serto; nòn fu un esteta che poi di• venne ~llgl090; no, egli tu sin dall'origine tutto queno che fu, ln uno strano raddop, plamento, veochlo nella gioventù, serio n~– lo scherzare, giocondo nel dolore, l'nlte nel– la 5C\"erità, mallnconko nell'amarerz:a. Kier– kegaard tu a tal punto una natura In an• tlc1po, da essere per ~l dire cscl\130 dalla perlettlbllltà •· La molteplicità della sua na- ;~~le1a rl~~~~Z: ::N: ~tre:~i':tf~~ ~ che la vita dl Klerkeg,.ard rassomlgllasse a ~~ }~~,: :::,~ ~~t:e V~~ ~:1':i':!ritr:J~~ tenore. Dal primo momento che Kierkegaard Ini– ziò la sua carriera letterarta, non ebbe altro scopo fuorchè rendersi chiaro 11 problema del cristianesimo e, se po,sslbi1e,diventar lui stesso un cristiano. Ha detto lui stesso che UNDISCORSO EDIFICANTE * di BNIJD FERLOIT Pe-,-gentile concessione della Mo,-celliana, pub• blichiamo la prefazione dettai.a da K. Ferlov a una sua delicata versione di « Un discorso edifi• cante: la peccat,·ice » del granù pensatore e poeta do-po la morte del padre fece tra sè e sè JI lui. Esattamente questo contrasto tra uma– voto di consacrare quante forze aveva a ntsimo e cristianesimo dal 1849lo getta tn chiarire Il cr1stlaneslmo. Qualora !esse glun- lotte interiori senza fine e assidue terglver– to al risultato di non poterlo accettare, lo sazlonL Quando Kierkegaard nel ~846col suo avrebbe detto pubblicamente, sopportando Po,t-Scrlptum ebbe tennlnato la lunga sua slno all'ultimo le consegu'11%.e della sua opf- clrcumnavip.zione intorno alle rorme di tsl· nlone; ma quel oòmpito che la veneruione stenia umana pos$1bne, pensò di smetterla e l'amore del ptt,dre gli avevano addossato, con lo scrivere e ritirarsi !n un presbiterio, mal l'avrebbe voluto tradire. per poter da\•vero piangere. I suoi peccati e Negll anni 18-13.1846 Klerkegaard pubblicò darsi a una vita protonctamente cristiana. sotto pseudonimo I poderosi volumi poetlco- Ma l'lcte11, di diventar pastore gll faceva na– rllosoficl, che, destata l'ammirazione dc.I scere scrupoli a non finire, e vivere senza mondo, dJ lui han fatto il filosofo più spesso scrivere gli riUSC1vaImpossibile. n desiderio frainteso dell'esistenz.lallsmo. Se non che di scrh>ere non si lasciava dominare; l'att\. quelle opere non avrebbero la pr6!ond1tà, Ja ,1tà df"lpensiero e d~la tanta.sia non sapeva forza •e la passlope che hanno, se non !06- arrestarsl Klerkegaard, dunque, continuò a sero animate da uno spirito, che trova la scrivere, proprio nel 1848giunse all'apogeo sua espressione nella lunga serie di mode- de1la sua felicità produt.tlva Ment;re ~1 1iler~~c:~~-l~~!!n:!~~~~b:ll:llo dn =tii:, =~~~rea en!n e~:':!1a~~I 1 ba~ MIOvero nome, dedicati tuUJ alla memoria d1ere nazionali, Kfe!.tegaard se ne stava U del padre e tutti consacrat.t alla ricerca di ,solo, Indifferente a tanto chiasso, con una «quel singolo• «che lo chJamo U mio lettore,. preoccupazione sola: non perdere la sua ani-· edm:~r.~~~:C~e~ ~J; ~~~e~:~5fonr:l :.~gu!,c!l~~84!sl~n'i!2lo~~ Il~ c~ia m::~ suo desiderio dl diventar cristiano, sentiva corrispondeva in tutto e per tutto a quel• b o di un cibo più nut.r1ente che non l'id~le crtat1ano, che oroprio lui aveva af, pastori ». Insieme fermato nei libri scritti l'anno del .suo giU• perchè, assalito da dubbi, non OSÒ mettere sulle spalle di Jet la dtsgrul.a della sua vJta, quells. spina nena carne che era suo destino portare. In realtà, quel • singolo• è • ognu– no•· lui stesso e tutU gli uomini. Gli uomi– ni, certo, son quella grande varietà che so– no; non ol sono due capelli 4guall, ancor meno cl sono 'due individui uguali; eppure, tutti gli uomini sono uguali, In quanto sono tutti eglUllmente amati da Dio. La sola dif– ferenza sta In questo, che uno è cosciente di ~ere amato da Dio e un altro non è cosci-ente o non uuole esse rne c CMICiente. Con– vinto di tale somiglianza t.ra tutti gli uomi– ni, K!erkegaard poteva benissimo pubblica– re In proprio I suol • discorsi edificanti •· Mentre egli, • con la mano sinistra•• diceva lul, e intendeva dire con le varte maschere di gaudenti, di esteta, di moralista, di filo– sofo, 1 porgeva al mondo Il suo Aut-Aut; con la mano destr.\ • - da uomo cioè che non aveva se non un solo d'!Slderlo, quello di di• ventar cristllano - • offriva al lettori I Due dbcor,l edi/icanU. Ahimè, tutti, o quasi tut,. ti •• soggiunge malinconicamente K1erk~ gaard, • colsero con la mano destra la mJa sinistra•· Il Dlscor,o edificante che diamo qui tra– dotto, ru scritto nel _dicembre 1850e pub– blicato nello stesso anno. E' l'Ultlmo della lunga serie di Dl1cor,I edi/lcantl, e app1,r– tlene a un perlodo della vita di Kler~gaard, nel quale egli, ossessionato dal pensiero della 1norte, de5ldenwa tanto di morire dol~en– te, In pace con tutto oiò che tosse puramen• te umano senza tradire peraltro quella cosa &e\'era che II cristianesimo era. diventato per 8 ~~1~:,.d~;;~1:s::a~~~o :~~ a,·e,•a amato e ammirato 11rofond3mcntc Il poeta, e tro• vandosi In compaR"niadel pa1,to– re Filit:c.r ne.I 1870,nel ~lorno annl\'c.rsario drlla morte del poe. la, di.scrnò a mf'mori:t. Il ritrai• lino e la affettuosa cartutur:a. bilo interiore? Nena Malattia mortale, con una dialettica degna di Platone, aveva ana– lizzato la miseria uma11a, aveva dimostrato la generalità della dispcnzl.one, e aveva af. fermato Il crl.stlanestmo come unico rimedio. Net Punto di vi1to della mia attività. lette– raria. aveva, più di quanto gli rarmet.tess,e ::ei:~a,f:,d~Ì~~;~tra~n:1~ 1!~1 hns:\:~: divina nella sua apera. e in quella missione a lui atndat.a. Finalmente, aveva scr:itto Scuola. di cri.stiane1lmo, l.nitdando 0051quel• la esposizione severa del cristianesimo che trovera po, la sua espressione finale e tre– menda, llt'll'attacco da Jw sferrato nell'ultl• mo anno della sua Vita contro I pastori e contro la chiesa protestante, come contro una prbtanazione mostruosa e un orribile tentativo aJ prendere Iddlo per il naso. Seri• vere di questi libri era st~to per Klerkegaard un giubilo, ma pubbllcaru taceva SO?"gere terrlblll scrupoli, dubbi. I SUOigiornali In• Umi s1 gonrlano mostruosamente In questi anni. e frll scritti divengono pochi. L'anno 1849è ctrto quello In cui Klerkegaard s'è più lasciato prendere da dubbi, NOluzionl e con, tro rlsoluzJont, un continuo avanzare e In– dietreggiare, cosa ohe per moltl ammiratori ~IIIK:~~rute~ c:~t':i~teu'ìn erg~:· li~ all'U:ltlmo anno della vita di Kterkegaard. Desiderava tanto di morire In pace anche con Il mondo. C'era in lui una lot.t:a tra la carità e la felicità puramente umana e quel• la severità che Importava la concez!one sua del cristianesimo. Tanti d1 quel legami lo tenevano avvinto al mondo, con tutta la sua imperfezione: la venernr!one che nutriva per Il vescovo Mynster, confessore di suo padre: l'incessante pensiero per Regina, la sua iblioteca Gino Bianco 4 ~t:rt~,~:;tJ,"~~n:f!r~ea~~:r:ila!~:C~ rerlonl dello Jutland In età di dodici anni a Copenag;hcn, ruadarnò tanto da po, tersi ritfrare dal commercio a quarant'anni. Visse .sempre In preda a una mallnconla In• guaribile, ntlla convinzione che avrebbe per– duto tutti i lltll a uno a uno, e lui sarebbe rimasto come una croce 1ulla tomba della famlrlla, con non altro dovere che congolar lutti rellrloHmc.nte. amata; e più di ogni altra cosa, la compas. slone profonda verso Il povero, che doveva lavorare anzJ faticare per tutta una vita, e verso Jl quale gli sarebbe parso crudele to, g1lcrgli la consolazione che fl cristianesimo è:tella cristianità presente poteva dargli. A K!ertc:egaard ripugnava diventare 11 «giu– dice•• non soltanto di sé, che 1,110n arrivava a essere se non • l'a:imante infelice del cri– stianesimo•• ma di tutta la cristianità, dove secondo la convinzione sua Il cristianesimo non esisteva affatto. Ecco ,perché In quegli itit.':!, ~ l~~~ng,b~~e~~~a~t"~; 3::0~~ alla Comunione del Venerdi, scritti nel 1849 (pubblicati nel 1851)e dedlcitl a Regina, e un Discorso edificante dedicato alla memo– ria del padre, esprimono fl suo profondo desiderio di non diventa re «giudice•· bensl di continuare a esse.re q uello scrittore «sen• za autorità• ch e egli e ra stato durante Il lungo 5forzo della sua vita per diventare un gtorno cristiano. Vorrei ringraziare di cuore l'editore Italia– no, per aver 1>ubbllcatoquesto piocoto llbro nel centenario della morte di Kierkegaatd, e per avermi spinto a tradurlo. E' mio pe~ re che Il modo migliore di festeggiare il grande solitario sia di leggerto - leggere so- ~=~\to ed~;i:~l~h~oi1!~~~ •sc~':1~ ln vista di educare se stesso, con 10 scopo dt volgere lo sguardo verso U mondo Interiore, \'erso la coscten:r.a, li dove agisce Ja grazia divina.. I commentatort garbavano poco a •Klcrkcgaard, e non era tutto orgoglio da parte sua se tanto temeva di cadere nelle mani dei «professori •· li grande con06Cltore del cuore umano sapeva troppo bene quanta vanagioria entr<Lmolto spesso nella ricerca che fanno della verità da altri come una Iez:lone da ripetere, e· non Si ha Il coraggio di guadagnarsela attraverso quella sottert-n• ~~oc~~- è~:ig~Jf ~n~:!:?ava. r~n;:,~1!v~": ringraziare quello tra 1 suol lettori che avcs- 5e voluto Ies,ere I suol scritti religlo.,t ad al, ta voce: è, secondo Jul, 11miglior modo per dlrhe nticare !"au tore e tutte le cose del mon– do, raocogller.sl per · davvc.ro, rimaner solo con se. stesso e con quell'amore divino che llOlo può consolare l'uomo in preda al pcc. cato e alla disperazione. Roma, 21 otfubre 195,5. KNUD FERLOV R Sono due carlcalurf', do,·ute a P. C. Klautrup, e pubbll– iJJ cale nel • g'iornale immondo• di Gold1chmldt, • Il cor- saro •. nel 1817. Il pocla vi è rappttsentato a Nlucare una donna. come se la donna foltfìeun ca,•allo: Inoltre, vt è dtriso J>Cr la ma~rua stc.cchlta dc.Ile sue r•mbe (• le quali gambe, - dicC\'ll K., ml hanno re.so più celebre che le mie opere•); intine vi è rappresentato a cavallo per mettere più In \'l:;13 la fiUOddormità. Uno dd manlori dolori di K. ru proprio questo: che la campa~na di stampa l'ne,•a tt10 un ogietto di schtrno pu gli umili e uno :r.lmbc.lloptr i raraul.

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