Fiera Letteraria - Anno X - n. 33-34 - 14 agosto 1955

Domcnic.1 14 Agosto 195:i LA FIERA LETTERARIA * G A. JLL1ERIA DEGLI SCRXTTORI MARIO LUZI * UNA POESIA INEDITA Viene geni.e f,m· acqua. Gente muta rasenta le murate delle navi alla fonda, si riscuotono all1urto dell'attracco. di prima estate vola basso, sfiora le tende, l'erba, eccita i capelli. Il soffio E l'alba ed è anche l'ora che si tirano le reti, ora che in tot brivido d'attesa e d'incertezza luminosa guizza di casa in casa, crea vuoti ed immagini che se guardi da 1>resso si dissolvono rapidi sopra gli alberi e oli.re i ponti. ALDILAD'OG~I POESIA -STATO D'ANIMO * Persuasiwa maturità .. Un modo di guardare una benché minima cosa che istantaneamente è un chiamare in causa entità e sostanze d'ordine assoluto ed essenziale, connesse alle strutture della vita * di VITTORIOSERENI Non credo df eccedere in alcun senso se dico che dopo la lettura di «Primizie del deserto> guardere– mo con occhi diversi e di colpo più. attenti al destino della poesia negli anni che cl si preparano. Per uscire subito dal generico riporto la lirica che chiude 11 volume: Aprile-Amore ...,fpeuiero deUa mòrte m 'accompo.g114 tm i due muri di que.ta via che ,aie e pena lungo i aHOi torna Nti. Il Jreddo di p,imaucra irrita i colori, atraNiace l'erba, il gliciNc, /a aapra la aelce; ,otto cappe e impermeabili pio,gc le mani accche, mette 1<n brivido. Tampo che aoJJre e fa aol/rire, tempo che h, un turbina chiaro porta Jiori ,niati a crudeli appari:ioni, e ognHnG mentre ti chiedi cluJ cos't apari.,ce rapida nella polvere e nel ve11to. Il cammino t per luoghi noti ae non che latti irreali pre/ig"rano l'cailio o la morte. Ti, che aci, io che aono divenuto che m'aggiro in cosl oontoao spazio, uomo dietro una traccia Jìne e debole/ E' incredibUa ch'io ti cerchi in queato o in altro luogo della terra dove è molto ao po,aiamo riconoacerci. Ma iJ at1cora un'età, la mia, che a'aapetta dagli altri q1,el10 che t in noi oppitre non e1i.,te. L'amore ai1<ta a vivere, a dwrare, l'amore annulla e tla principio. E quando chi ao/Jre o lan91te apera, se anche apera, elle 1tn aoccorao a'ann1tnci di lontano, t in. lui, un aol/io basta a su.8citarlo. Qtteato ho imparato e dimenticato mille volte, ora da te mi torna /atto chiaro, ora prende vivezza e t1oriM. La mia pena t dHrare oltre quut·attimo. St pensi ora al Luzl di Aut:ento nottunio o di Un brindiai o anche dl Quadenio gotico. Dal libretto giovanUe - La. barca - a queste Primizie quanta strada! E Insieme che espe rienza di poeti, che assi– duità, che penetrazione. L' esercl7.io letterario e_ Ja vicenda interiore. che nel lungo e Intenso tlrocmlo potevano apparire spalate per qualche tratto. col so– spetto non infrequente di una sovrapposizione della prima sulla seconda, oggt si presentano Intrecciate e fuse. A un punto tale che sempre, anche là dove pare di cogliere una eco, una non del tutto assor• bita frequentazione di un testo, qualcosa avverte che c'è dell'altro e che 11rilievo ha un senso solo In !un• zlone d'un fatto più radicale, traducibile in dati di storia dell'anima. Ques10 è un libro che dichiara tranquillamente le letture del proprio autore, a egua• le dlstan7.a dall'Ingenuità e dalla scaltra dissimula– zione, proprio perché non tema il ~n!ronto, perchè dice alto e chiaro di quali sostanze e fatta la propria sostanza. cheE; ~~or~~t n:::ir~~e~t~e L~uz~:taO~~:ir: g~~;~s~~ fatto che ci si aspettava da lui. La novità nella ma: turvJone: quella che per dirla In modi provvisori e alquanto grossolani, risolve sensi. psicologia e auto– biografia In una non calcolala visione del mondo. Un modo di guardare una benchè minima cosa che Istan– taneamente è un chiamare In causa entità e spstanze d'ordine assoluto ed essenziale, connesse alle strut• ture della vita. Slamo ben al di là di ogni poesia-stato d'animo, come di ogni poesia-sensazione. E insieme cj trovate rivissuti In termini personali e critici a un tempo, di• venuti fatti di coscienza grazie a quelld rielaborazione • senza la quole non si dà mal una novità poetica at• Uva degna di c,uesto nome, Je figure e I miti che variamente si a"uegglano e di volta in volta si com• pongono nella civiltà poetica del nostro tempo: onde il Luzl di oggi può apparirci molto meno lontano, nella fondamentale diversità di natura e di esperlen• 7,a, da un Saba, per fare un esempio, di quanto non cl sarebbe apparso ai tempi di Avvento notturno. Quella che un tempo ci piacque definire perenn~ metamorfosi del sensibile nella poesia di Luzl oggi si è come Innervata In moti d'anima. in una linea Interiore stupendamente rilevata e chiara c~e ~ ad un tempo trepidazione dell'esistere e med1taz1one della vita. Com'è possibile di fronte a questo libro parl~re ancora dl Ecuole e di correnti? Maturare slgnU1ca anche dimostrare In concreto l'inanità delle distin– zioni fondate sulle poetJche. VITTORIO SERENI POCHIDON I Tempo sospeso ad alcunchi tra oscuro e manifesto quando pare certo che il vero non sia in 11oi, ma in un segreto o un m.iracolo pros.rimo a svelarsi, tem.po che illude gli uomini e .re tùsta la speranza è sj,eranza di un prodigio. L'inqw'etudine fa renrole, strane· /e ombre là sulla battigia e su lla ,·eua tuni~la che scruto t.ra queste antenne e questi alberi 11ani. Perdonami, è parte dell'umano cercare come fo i,i luoghi arcani quel ch'è prossimo a 11oi1miile e vero - oppure in nessun luogo. Tendo il vi.so, seguo con gli occhi cm.riosi il pescatore mentre viene sul frangiflutti e reca dal mare quel che il mare la.scia prendere, pochi doni, del suo perpetuo affanno. MARIO LUZI LA PRIMAQUALlTA'DEL LlNGUAGGIOLUZIANO !f: Lo suo ,nusieo teca G;no Bianco Una ncenle foloçafia di lUario Lutl UNA POHSIA CIRCOLARH COME ILSUO STHSSO M TO D'IDEH * UN CONTINUO PARLAR ASÉ, ALL'ANIMA ... Pensieri dissueti, anche nel modo di offrirli, nella poesia d'oggi ,io– strana; che, oltre a sostanzuJre il ritmo, perché sensibilmente prenda spaz-io, lo arricchiscono di immagini madri • Il .suo è 101 J1artire e 101 tornare incessante dal senso della vita a sé, e da sé risalire tUla vita *: di GIUSEPPE DE ROBERTIS A incominciare un discorso su Luzi an• nl fa, Prt'Si via traversa. ragionando cioè delle sue traduzioni da Colerldge (Pocaie e Proae, edl1_Cederna 1949), dunque per approssimazioni. E può servire o&gi par– lando di Primizie del dcterto (edlzJone Schwarz 1952). Senza dire che quelle tra– duzioni venivano a Inserirsi nel pieno del– la maturità e attività di Luzi: tra il Qua.- ::1fd~f1Sut'iSf:7'w° :./',J!i;!°,.:n~, 1~; tutt'lnsleme. e come In blocco fa la for• za di Primi.;-iedBl de,crto. ' Di poesie, pressochè Ja scelta del Cec– chl, {la Ballata, L'i,aigNolo, Gelo t1 m~ notte, Kubla K1la1t, aggiuntovi solo Il ri– cordo). di quegli anni 1795-1800, nel cui termini. dice Il Cecch1, e Il~ gran .poesia del Coleridge fa Isola>, llorendo tutta m cosi breve spazio. E di prosa. troppe pagine, forse, tolte dal Saggi aulle Belle Arti, e tanto più significative, Invece, quelle della Biographia. li pregio della traduzJone di Luzl, che ve n'ha uno al certo lnco1'l,{ondl• bile, consiste In que-llo che è proprio di lui poeta: una capacità di discorso, In tut– t'un'arla di discorso, per cui. tra i pochl dell'ultima generazione, egli si stacca sugl1 altri, addirittura prlmeggla e più, io credo, primeggerà. Oltre che dalla serietà dell'in– gegno (e perehènon dirlo?, lngegnomora– Je), esso gli deriva da una cultura anch'es– sa seria e, che non guasta. armoniosa, con Intensissimi accordi; ancora, gli deriva. da una mente organica, che fa di lui un sag– gista unico, e per I temi che tocca e per Il modo d'lnvesUrll: per l'argomentazione fonda, cui concorre la sua personalità ln• tera, non scissa (si veda. nel suo libro L'inferno e il limbo, lo scrltto In specie che in dà Il titolo; e poi Sit1wzione dellu poeata italiana d'oggi}, Da tutto s'ha la sensazione che Luzl veramente muova qualcosa, che solo aspetta di sciogliersi e, direi, crescere di poMata. In queste traduzioni, li lettore cerchi soprattutto alcuni tratti della Ballata, nelle ultime tre e parti>: quelle Improvvi– se aperture. quelle chiare impressioni di canto. Ma cerchi, ancora più, nel tono misto che fa la grazia profonda dell' Usi– Ut1oloo di Gelo a meuanotte o del Ricor- :~~c~~;r1la~ ~l~~~rr:co~~~~a~~~gf· 1 1~~~ gno meditativo proprio di Luzl e quelle zone liriche quiete, nuove. Quel e tono bas– so e discorsivo>, come dice Cecchl. a cui par tisponda cosi lntlmamen1e la musica dell'ultima poesia di Lut..l. tntrospeltiva, meditativa, e che In questo tradurre ac• qulsta una luce (che qualcosa riceve dal testo. da un testo più tenno). Leopardi aveva ragione: che e senza esser poeta non si può tradurre un vero poeta>. Primizie del deserto Cc l slamo. final– mente), oltre che essere prepara.io dal due libri prossimi, almeno. e quei due In progresso (Un brindisi 1944. Q11aderno Gotico 1946), e risolvere, non dirò proprio In melodia lnrlnita. ma In parlato segre– tamentee commosso la sua capacità di di• scorso. In tutt'un'arla di discorso, come si dlceva Innanzi. è pure quasi fortificato da quell'esercizio della critica fattosi più organicamente vivo agli ultimi anni: e aiuta a dare un quadro motivato degl'ln• teressl e dell'ingegno (della novità dell'ìn• gegno) di Lt•zl. Ed era naturale che alla ~::~~a :de~t:~~~,~~~~fi'!t!,ce!là~s~u~~ si un'ombra del suo vario e riposato ritmo, a qualcosa di più libero e largo (la lezio– ne di Foglie d'rrb<I, del resto cosl attiva nella nostra poesia nuova. a cominlcare da Campana; e se ne Innamorò lì Bacchelli per I suol Poemi lirici, e cl aveva messo l'occhio, ascoltando. li Carducci nlenteme• no: solo che nel Luzl scntl un tono di mu– sica e In minore>, un silenzioso e Intimo parlare). Ma q uest o è solo un'Idea della poesia di LuL.. I.un segno, H segno: e guardate In• \'('CC al le f igure, al significati. Qui sono chiamati In causa. non già come ricordi letterari e poellcl, ma come entità, 11 tempo, Je stagioni (e il loro corso), I paesaggi come miti; e non stanno dlstac• cati, e in vitro>, per uno specioso effel• :;l ~i s~t:S:s~=ia~~:~~~ra~~ tinuameme muta). Pensieri dissueti, an• che nel modo di oUrlrli {quella loro mu– sica nuda), nella poesia d oggi nostrana; che, oltre a sostanziare 11 ritmo (e ciò che porta), perché senslbllmen1e prenda spazio, lo arricchiscono di hnmaglni ma– dri. 11 suo è un partire e tornare inces– sante dal senso della vita untversa a st e da sé risalire a quella ,ita. Tra di due poli c'è un'intesa d'amore e di dolore. Mettici in mezzo le staZJonl di questo correre Incessante, e consumarsi le ra, gioni o le illusioni, a conforto (• ...e que– sta piaga atroce può volgere In salute - o prossima o lontana di te o di tuo fl• glio - che ora compita presso 1 vetri in altra stanza>); mettici la sua età al tra– passo tra due età, che lo !a più. triste– mente capace di sentirsi, di capire que, sto non stare (e né giovane né vecchio, attendo, guardo - questa vicissitudine sospesa ...>, e qui sediamo Irreali tra gio– ventù e vecchiaia>). In Invocazione: e ma ferisciti, sanguina anche tu - so!– fri con noi, umiliati In un tronco>, dice. e lo dice alla Primavera, alla promessa più bella dell'anno. Come a voler slgnl• licare che non resiste, non si illude nel• l'attesa di un evento, deU'evento per ec– cellenza (come !osse cosa disumana). e Tutto, se mal \'errà, verrà dal londo - dl questa angoscia eterna senza nome - goccia a goccia durata e fatta mia; - questo solo, non spero altro soccorso>. La qualità vera di questa poesia? Un colloquio d'intonazione bassa, un contl– nuo parlare a sé, all'anima. o a perso– na vicina e compagna in spirito. Ché sempre egli è a sé presente. e Io come f~~~~:m. :t. 0 'a~~~~ : ~n:mri! ne divengo quel che sono, - trovo ripo– so in questa luce vuo1a >. Tutto ciò che vede, non che lo 11luda, è toccato già da questo segno, lo commuove per questo. Direi dunque che è una poesia circolare, come il suo stesso moto di Idee e di sim– boli; e nella circolarità trova la vita. trova la tona necessaria 11suo linguag– gio d'immagini e pensieri mescolati, an– zi d'immagini che non sono figure di quei pensieri. e portano n cima questo flore di cenere. Anno, In cosl breve am-• blto, dà la misura perfetta, se pure In forme parvenu. di questo nuovo Lul.i. • Provvidi ora. ma quieti - si espon1tono graticci e vasi, - si appende fuva. L'al– tro è ignoto ... - E' qui, e In queste ope– re miti - e chiare che trascorre e bru• eia - quel che non ho e che pure dovrò perdere. - Tempo passato e prossimo si libra ... - Io come sia, ecc.>. Ma l'avvi• so a gran voce, l'c impromptu> suo pro– fondo, ml aveva toccato or son due ann1 con quell'Invocazione apparsa in rivista. e che è la quinta dl queste Primi.:ie. CapU allora qualcosa di più della sua e capacità di discorso> sorretta da anti• chi pensieri, degni voglio dire d'un an– tico; e da allora ho guardato a Luz1 con un'intima certezza. (Questo quaderno consta di ventuno poesie, distinte in tre parti di sette cia– scuna. Le. dice un numero a p:inclplo delle tre, in cima alla pagina, ma nel– l'indice qualcuno, il demonietto che spia nell'angolo più buio delle tlPoCrn!le e a un certo punto viene fuori e imbroglia le cane, ha portato via quel tre segni distintivi. Può sen 1 lre a Intendere la te• matica segreta di alcune liriche Il fatto che Il titolo è rlca\•ato dal vivo d'un verso. e sottolinea quell'elemento nel ver– so. e una sola volta lo ripete Intero, tra– scegliendolo: Né il tempo, N6 tregua, For!e dice l'addio, Pur che... Jlla t1ella 'VOC6 Um, Nebbia. Per concludere, lnsom• ma, che non si finirebbe dt speculare su un tal libretto e breve e amplissimo> ...). GIUSEPPE DE ROBERTIS

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