Fiera Letteraria - Anno X - n. 32 - 7 agosto 1955

Domenica i agosto 1~55 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 UN E.ACCONTO DJI AJLJRA· DIE CJE§PIEDJE§ Dal volume di racconti 1: Invito e praniv,. in cor&o d' pubblicazione preuo J'Editore Mondadori, nella col– lana « I Grandi Narratori Italiani"· pubblichiamo come prlmiila « La bi– cicletta ro.ua •· Da. qualche t.cmPO - mentre parlava alla. moglie o dava ordlnl a un lmplegfllo e quelll tacevano, rispettosi del suo tono autoritario - gli accadeva di riudire IB voce di Cesare. Fredda, Ironica. sembrava criticarlo con una di quelle frasi che lo incitavano a riprendere le antiche discus– sioni. Troncava subito, perciò, rientrava nel suo studJo oppure diceva e lo esco> e prendeva la macchina: ma poco dopo si ritrovava a pensare a Cesare. Rivedeva la strada dove la sua famiglia abitava In que– gll anni. e la madre di Cesare era. portiera. Una. strada diritta. tra alte case appena costruite, senza storia o ricordi. come tutte le strade nuove: e nel fondo, oltre lo ster– rato gialliccio, l'acqua. grigia del Po. Il ri– cordo, dapprima. ern una scena. deserta. Poi vedeva due ragazzi pedalare a fianco; tra quel blocchi di cemento arido. In una spietata luce crepuscolare. Erano alti e bruni entrambi e non avrebbe saputo dire se 50mtgllavano da.vvero o. loro due perchè non ricordava come fosse preclsam,ent.e 11 viso di Cesare a quel tempo e nemmeno Il suo, che non riusciva a riconoscere neUe vecchie fotografie.. I.J vedeva procedere dl– scostl, In silenzio. Certo non era stato cosi, nella realtà, perchè loro due erano amici, si divertivano insieme, mentre nel ricordo Cesare appariva amaro, arrQIJante, Inqui– sitorio, e lui timido e Incerto. Sebbene, al contrarlo. tutti convenissero che Il buon successo della sua carriera era dovut o alla sua fredda stcureua, alla disinvolta a.bi• Utà. Il ricordo, evidentemente, no n e ra fedele: eppure qualcosa lo spingeva a ere• derlo tale. ' Labicicletta rossa Nel ricordo era sempre estate: le stra– de erano vuote, il caldo 60ffocante. e die– tro le tlnestre del bianchi CMamentt le ragazze passavano rapide e vergognose, In 1SOttablto.Loro due pedalavano adagio: di strada ·1n strada li seguiva la musica della radio che svegliava In loro una rab– biosa voglia di andare a donne. Ne parla• vano sempre cinicamente forse perchè, in realtà, era un desiderio d'amore uruco, eterno, di cui Invece non parlavano mal. D'Inverno si vedevano rararoente; frequen– tavano scuole diverse. Cesare usciva pre– sto per prendere Il tram, lui usciva più tardi accomp'\:--nato dall'aut!.fta, in mac- china. Aveva l'Impressione che nel primi lanpl della loro Amicizia eglt rosse più maturo di Cesare; forse a causa degli stu– di che seguivi\, delle persone che frequen– tava. Le sue sorelle ricevevano In cAsa molte amiche. ballavano. ed era stato lui Il primo ad annunz.Jare di aver baciato una ragazza; e a portar giù certi libri americani di cui leggeva a Cesare alcuno pagine SCAbroseche traduceva alla meglio, aggiungendovi qualche parola più cruda. Ma le parti si erano Invertite Quando Ce– sare aveva Incominciato n lavorare; an– dava all'officina con una bicicletta rossa e f\Veva addosso un nuovo odore, virile. che Roberto annusava pieno d'Invidia. e SaresU In gamba tu>, gli diceva Cesare, e ma set rovinato da quelli della tua fa– mta:lla>. Ne parlava con tanto odio che. alla fine. anche Robé'rto sentiva di ocUarlt: sua madre che si Ungeva i capelli, le sue 150reJle che ridevano al telefono. suo padre che rincasando la sera si assestava Il col– letto della camicia sotto Il ve.stilo blù, con Il 60llto gesto, e domandava: e C'è nulla di nuovo?>. Non poteva esserci nulla di nuovo per loro. Cesare aveva decretato: erano già morti e pieni di vermi. Slcchè Roberto finiva col trovarsi a dlsag1o tra l suol familiari, senza sapere bene perchè, e ogni giorno sperava dt poter provare al– l'amico che lul era diverso. Era un ragaizo ricco. eppure Cesare ave– va un modo di parlargli che lo lmml!;erlva: gli diceva. compiacendosi della propria a:e– ner<>!ltà: cSono lo che do tutto alla nostra amicizia già sapendo che un giorno te ne andrai>. Eall nee:ava, protestava, ma. l'al– tro Insisteva: e Sai pcrchè tuo padre ti manda con me?>. e Non ml manda.>, Ro. berto replicava con veemenza: e Sono en– trato nel dloclotto annJ, ormai: faccio Quello che voglio>. e Te lo pennette, in– somma>. concedeva Cesare e perchè lo gli servo di e:lustlfleazlone >. Roberto non ca– piva e lui continuava: cQuando passa ml saluta con una confidenza cecesslva, allet– tuosa, come certi generalt salutano I sol• dati nel film americani. La nostra amlct– z.ta gU mette a posto la coscienza, lo con• COLO!IBOTTO ROSSO: La ra111za vince di es.sere un uomo democratico. alla mano. che non ha pregiudizi di classe. Tanto sa bene ohe, prima o poi, tu non ti ricorderai neppure più che esisto>. Oli accadeva SJ)CSSO di ripensare a quelle parole e si rivedeva - lui sulla bicicletta nuova. Cesare su Quella rossa che gli ser– viva per andare al lavoro - pedalando testo per non distanziarsi dall'amico e Non è possibile>. gU diceva; e temeva di per– derlo prima di avere saputo da lui Il mott• vo di quella previsione. e Saremo sempre omlcl. vero? > gll chiedeva mentre Il vento gli frustava. il viso, Cesare pedalando sem– pre più In fretta s'allontanava senza rl• spondere. Avevano anche preso l'abitudine di fu– mare. sedendo su un muricciolo o In un prato e Indugiando a di.scorrere. Roberto comperava le stesse sigarette popolari che comperava Cesare; ma un giorno si era rel!iOconto di comprarle soltanto Quando ~Iva con lui; a casa ormai prererlva fu– mare Quelle che fumava suo padre. Non glielo aveva mal detto. però, come non gli diceva che da Qualche tempo non era più a corto di danaro. e continuava a spe1,2are In due le sigarette e a tirare a 150rtechi avrebbe pagato la birra. Prefe– riva sopportare l'Ironia dell'amico. e Ti trattano come un bambino>. cesare gli diceva: e non ti danno 150Jdl,non ti fanno uscire dl casa. E' bello uscire la sera. Io, quando vado l.n giro penso "Ml piacerebbe che cl fosse Roberto". Tu. Invece, a Quel– l'ora già dormi>, Roberto a&Serlvache pre– sto avrebbe avuto la chiave dJ casa e Ce– sare rideva dicendo che lui, per entrare In casa. non aveva bl50gno della chiave: la guardiola comunicava direttamente con la cucina. e E' tutt'uno per noi la strada e la casa>, diceva: e posso rientrare quando voglio. Anche perchè slamo In molti e mJa madre la se ra è t roppo stanca per contare se cl slamo tut.tl. Mia madre è l'ultima dl diciannove figli, ma quando lei nacque ce n'erano rimasti 1SO!t.anto tre. Io un giorno volevo sapere 1 noml del suol fratelli e lei ml ha detto che sono morti tutti da bambini. neppure la nonna se ne ricorda: bisognerebbe andare all'anagrafe e guar– dare le carte. Questo non patrebbe succe– der a gente come voi> Cesare osservava: e del vostri, quando motono, rimane alme– no Il nome sulla tomba.. I nostri vanno al campo comune e POI finiscono confusi 11\ un gran mucchio d'ossa: non rimane più nulla>. Erano seduti .sull'argine e guardavano Il fiume. Il Po era largo in Quel punto e la sponda era dese.rt.a: da bambini, giocan– do, fingevano che fosse una prateria ame– ricana. e Slamo erba>, aveva continuato Cesare: e erba come Questa che più ne tagli e più ne cresce>. Roberto avrebbe voluto essere erba come lui per godere la stessa libertà. Rivedeva, custodite neu·a1. bum, le fotografie di tutti I suol parenti - bambini. SPOSI, vecchie coperte dl a'lolel- 11, ammiragli Incartapecoriti - e Invidia– va ti compagno che poteva uscire solo ogni sera, accostarsi a ragazze di cui Ignorava persino il nome o a serve sperdute che uscivano la domenica col fa1,2oletto in mano e finivano come lui sulle panchine del lungofiume. Diceva che le port.ava dietro Il canneto e, poi, neppure le rlac. compagna va al portone e Tu hai 60ldl > Cesare gli dJceva e perciò non cono.scerai mal l'amore vero: quell'Istinto disperato di essere felice per un momento non im– porta con chi. Anche percM tu non U troverai mal su una panchina, la sera o la. domenica. senza casa, senza amici sen– za nulla che possa riempire un'ora della tua solitudine. Tu dovrai CMere sempre responsabile; pagare, In Qualche modo>. E, Infatti, si era ricordato delle parole di Cesare Quando aveva dovuto dare alle pro– prie passioni, di ogni sorta, un nome che non era 11 loro per illudersi di non pagare. Un11.sera, all'Imbrunire, erano seduti presso Il fiume e lui sentiva quell'odore di ferro che li compagno si portava addosso: un odore che gli sare bbe stato sempre estraneo. e Sai perc.hè 'aei amico mio?> Cesare gli aveva detto: e Perchè ti lascia– no ancora senza soldJ e lo sono per te que.J. lo che le ragazze 50no per me la domenJca: una necessità e una vergogna>. Cesare era steso sull'erba, le mani dietro la nuca. aprendo In quel gesto Il torace ma– gro. Roberto era più alto, aveva le spalle più larghe; Invece di rispondere si era rial– zato per gettarsi su di lui e Vuol picchiar– mi? ~ Cesare lo aveva prevenuto senza muoversi: e Picchiami. Vinci tu fai tanto sport>. Di fronte alla calma dell'amico che non si difendeva, Roberto si era sen– tito battuto, Inerme. Era tornato a sedersi, guardandolo In faccl11.: e Cl vogliamo tanto bene>, gli aveva detto: e Perchè non pos– siamo essere Amici?>. e Il bene non c'en– tra> aveva risposto Cesare: e Per essere amici bisogna prima di t utto e ssere eguali. come per amarsi davvero t.ra uomo e don– na. Tu. In fondo. non ml vuol bene. Fingi, senza saperlo, perehè ti placettbbe che QUI.lo lavoro. sgobbo. e per loro sono meno di u no sputo" e allora allungo Il braccio e prendo la mano di una. come me che ml sta accanto>. Roberto non ricordava come rosse nnlta tra loro: forse era avvenuto dOPO la sua licenza liceale perchè. avendo 11.vutoIn regalo un'automobile, non usciva più In bicicletta: ma In.somma, da Quel tempo. Cesare era sparito dal suol ricordi. Egli si era sposato. aveva avuto figli, non aveva mal più pensato a lui. Dopo molti anni, aveva riudito l'accento dell'amico sulla bocca di una donna presso la Quale si ri– fugiava. ogni pomeriggio: usciva presto dall'ufficio. spiegando minuziosamente ai suol collaboratorl che aveva una riunione, sebben'c que111non ali chiedessero nulla. COLOMBOT'I'OROSSO: Flrura fossimo eguall1 E anch'Io> aveva aggiun– to più plAno. dopo una pausa, cdlco tutte queste cose perchè vorrei che lo fossimo. Aspetto che tu ml contraddica. che ml dJmostri che ho torlo. Perchè vorrei l'au• tomoblle di tuo padre e vorrei salutare come lui che sembra un attore americano. Crepo di rabbia per tutte queste cose, per tutti 1 soldi che avrai: e la notte 50gno le tue 60relle, bionde, profumate, che pas– sano e neanche ml vedono. Quando ml ri– trovo solo su una panchina penso •·ecco Era un uomo ligio, puntuP.le, e si con11e– dava da lei sempre alla stessa ora, e Ml piacerebbe starmene qui con te. tranQull– lamente >, le diceva con un sospiro. Lei era una donna che laverava. e viveva sola In un appartamentino del!A.periferia Im– piegatizia dov·egll era sicuro che la sua macchina non sarebbe stata riconoacluta. e Non è vero>, gli aveva rlsposto una sera: e T'Illudi che ti piacerebbe una vita come la mia. Non ti piacerebbe affatto. Ba.i che cosa 60no lo, per te, in fondo? Una glu- stlflcazlone>. Roberto a.veva sussultato per– chè a quelle parole. si era ricordato dJ ce– sare: e Id. credendo che volesse protesta– re. aveva Insistito: e 81. per tutti I ve.sUtl di tua moglie, per le macchine nuove. le villeggiature. per tutto li denaro che spendi. Per la tua vita, In.somma. Venire QUIogni giorno, volermi bene. è un modo di crederti estraneo ad essa: un modo di condannarla, e andare avanti convinto di 50pportarla come un martire>. Ma anche Questo era accaduto da molti anni: non sapeva neppure più dove fosse flnlta quella donna. Intanto suo padre era morto ed egli aveva dovuto assumere la dlrezlone dell'Wencia: poi era venuta la guerra e non aveva pensato ad altro che a lavorare. Durante la guerra. tuttavia, Il ricordo di Cemre era tomato a presentargll&J. D'Improvviso e. anzi. a tradimento. Era Quasi la flne della guerra. Un glomo eglJ aveva riunito dirigenti e capi operai: ave– va detto che bisognava IAvorare il dopplo, stringere ·I tempi. che non voleva &cntlre proteste, lamentele e che, da Quel momen– to, con gli orari e con la produzione sareb– be divenuto inesorabile: perchè t.uttl. a co– minciare da lui, dovevano dare tutto clò che potevano. dovevano sacrificarsi per Quelli che combattevano e che morivano. sul fronte. Parlava bene e 11 aveva visti U5Clre dal suo studlo convinti e pieni dJ ammirazione per lui. Rimasto solo. sod· disfatto quasi r.,ommosso dalle sue &te!se parole. egli aveva tirato un respiro dJ compiacimento: e. portando la mano al colletto per assestarlo, aveva rivisto suo padre mentre faceva lo stesso gesto e do– mandava: e C'è nulla di nuovo?>. Proprio In quel momento eta tornato a udire la voce di Cesare. Da allora non ave. va potuto più liberarsene. a eG"llnon era timido come un tempo c. an71, sentiva rl• svegliarsi nel suo animo un rancore antico che covava a. sua si.«sa Insaputa. Rive– deva Ce.&aresteso sull'erba mentre lo In– citava: e Picchiami. Vinci tu. sei più for– te > e gli pareva che In Quella pròtesta dl debolezza, l'amico nascondesse fin d'al– lora. un abile raggiro. Era stato per sca• gionarsl, che aveva tentato sempre di ac– cusarlo. Avrebbe voluto riprendere le di– scussioni d'allora, ma stavolta era riso• luto a risolvere Il conflitto. Oli parlava ogni giorno ormai, continuamente: e Ec– co>. diceva come se Ce.sare fosse stato di fronte a lui, dall'altra parte della scriva. ma: e Un raggiro, proprio cosl. un tenta. ttvo di glustlftcare la tua debolezza. la tua Inettitudine, la tua miseria, la tua libidine per tutte le donne. e l'invidia che hai sem– pre nutrito per me>. SI proponeva dl an– dare a cercarlo per discut ere con lui a per– tamente e ma11arl anche comba tte.re, da uomo a uomo. Ma. per Quanto s·accantsse a fugare n ella memoria, non riusciva a ri– conta.me 11 cognome. Era tornato perflno nel la portineria una sera, e chi sa perchè. aveva lasciato la macchina all'angolo e aveva tirato su li bavero del cappotto. La madre dJ Cesare era morta e I nuovi por– tieri non sapevano nulla, non avevano potuto Indicargli dove ritrovarlo. Lo ritrovò sul giornale. pochi mesi dopo: nome t:ognome, e la fotografia in un elen– co di dispersi in Russia. Riconobbe subito Il suo viso: magro, bruno, lo stesso di al– lora, con la piega Ironica all'angolo del labbro e gli occhi affet.c.uosl.Aveva provato una. repentiva angoscia ed era crollato sulla poltrona. le braccia Inerti sulla scri– vania. Poi, subito, aveva sentito Il dovere di vendicarlo come, da ragazzi. Cesare vo– leva vendicar!! di qualcosa che egli tut.– tavla non capiva. Aveva deciso di sonarc tutti I campanelli, di chiamare di nuovo I dirigenti I capi operai. e dir loro che biso– gnava produrre di più, raccogliere tutte te forze. dare tutto, perchè lui a quella guerra aveva dato anche Cesare, Il suo solo amico: disperso, !orse morto. Sperava di udlre la voce di lul - placata final– mente - e d1 vedere Il suo viso addolcirsi In un sorriso fiducioso, grato. Ma non lo vedeva più, non udiva più nemmeno la sua voce. Era davvero disperso. sparito. Sentl allora una disperazione cattiva. im– potente, e si ritrovò solo nel vuoto lmprov– Vll!iO che lo circondava. cFaclle sparire>. diceva, Aizzando l'amico a discutere: e per– dersi In un paese lont.Ano, sconosciuto, sparire tra l'erba o In un mucchio d'ossa, nel nulla>, Avrebbe voluto dirgli che spa– rire era anche up modo di 150t.trarslalla lotta: un modo facile di aver ragione. Ma Cesare. ormai, non ribatteva più. Era come quando egli pedalava svelto. chiedendogli amlosamente: e Saremo sempre· amici, ve– ro?> e l'altro s'allontanava. senza rispon– dere, curvo sulla bicicletta rossa. ALBA de CESPEDES 1 La paniòmlma dl Roeeo Màeola p:~:nl~~: ~:n,i~:i~ l~nrrt::t CnJJ:eilf°d1taj1 ~~~i:a;:~:~~: ~![!: 0 ;~l:is~i\,:J;ro ~l:fi~~ ma oro il auo,w diceva in stiere come nenuno. e al OOPl-OCllo tentò ancora, tri. Spoaini del Settentrio,w naoono, 3CUOtendo in taaco le Rocco Mùcola - qui o'é l'arco Racconto di GUIDO LO PEZ ri~c:x;~i:;::à:O~e~e~g~e;,~~r. te~~ a:~%1,g~:. 't~i:-~nd~~ ~~11ce 1 ':oti!t~m3M;~::~~nÒ ~.~",i1~? :i A~~1!~<;,,:i ~ 01 t:. ~ 1 Q~ft:i l~~è f,''~n~r:!:af i~ :,~;!!~n~ fa ~~;ia''g;r~I;:~ . :~:: 1:'~~~:n:~ ~:N 11 ~~òrgr,f:o'1:,~~t!in 6 lJcan:c!~ ~~·, ~~ 'k"oc:~r: v!i~n~~~id1~ 0 tn~~~~: gleai, o di chissà quale altro baata, nor C'è /orae biaoono in si. e il dito a111lapagina avevo ìl tìnnlo delt'arge11to br11ciorealle mani. <ilviao. non era ver i soldi: era per ,paese oiU di n, i tre uomini. di 1m c11-Stode anche ,per il 110•della 011jda(neretto con aste- - una mo,ieta dei paesi loro. Criatomaria, proprio .TUL fico- l<i aoddia/aiione. ~J.;~~~~ d:flgi~if;:1~f:~, 1~~t i~ 0 ;:C~ I _a~~èta:~,ea~r1~~ 1 ~gi ~~~ 0 /11le~ 0 ~f 1 :in ~~ttfc~ 0 ~!: : flJ 0 uc~;nff!r;~~~- fa 0 in i~i lll!a~o_ gfj;":~~tit;e~?, jf. ~~~l~f,~~<~~~•oo;~~~~•~h~i~~~ :{fc~t::i1~~ 1 ~'/f;f1ii':1~. 1 ~~;~ di~d~:Ìa°t':ga~od~~ac:~~,~~g:av!':f: oiZ'~~•11ito~e :;:,zl~n~ :.!.d~'g;"~ ~r''c!!l:Jfu~ 0 insie- ~:,trii,~:. roaao, la guida del ::~r~). e li stitri~~~1ri,·,xrnora-}7}~~iY!· /c~,t~~ 1 i° g;~!:1~,1 i~~ ~1eri~nt~~ bf~ 10 ~e:;•rrt:re1~: ion~!?cc'iti~ 1 t~-~~~;e~ ~i r.:t rat~ 0 a}i~~,1~:;~~g:~:al) ':;o;~t ~t~:111~~;;:;tte~si ~mt:tl~ F~ 0 im 0 80 !!' n':t":f!di'p},~ Qmrndo Rocco li uide s1mn- - Al castello! - dqmandò - AJ'csao, ae voasignorin tcri. i Jichidi,idio in bcll'or- il mare... l'Etna col pe,inac- ato. ae lo signora bella· lo 11to degli Americani di n110• aueua da. finire: con q11el-rlcordarg~o. soltanto allo- tare dol ccap11.9lio di /k:h1din- Rocco ltfMola-. E come i d11eoolete a<ilire più 311. ci J)O!ctedine, come per una 110rata.chlot E poi... Poi, ecco q11a,(l("('e l!<1 ac nza 1xmra, queato vo ,mao la mano in tc1.Tca e l'ultimo lauo cLamoroao. ro - in ritardo. ormai - l'uo– dia contro ù ciclo che giù co- fecero - Sì, al caatello - ma .Tolire da aoli opm1re vengo « Signora bella, io, io l'ho g11arda - te8o il dito ver.To è un oa.so di Saracino. sventolavo 11n-foglio da ttn lnt.-cce no: anche aui tre 1110 doli'ancUo di noue fre– minciava a farsi roaato, sen- di malavoglia, q1wai a .Tcan- ahcl,'io, come vi pillcc. - E /alto, l'ho rimes!o a wato rm m,uxhictto.., di aaaai. pro• Ma liii l o .Tapcva.giti; cl,e dollaro. di fuorivia la riaala di pri- sche ai girò indietro: nel J>Ol· tì in bocca guello apeciale aa• .T<1rlo anche loro. lasciarlo n intanto ai chinava a rocco- io, tutto in ordine, che ci ai prio atllla ptmta pii, alta del- la .Tiynora bella non c'ern, Forza, .Ti disae Rocco. sta- ma ha fatto gmmo in una mo, accartocciati, c'erano i Pore di aalioo; perchè erano a11l m11retto, con la capra, gliere chi sa che, fra i pie, g;1ò mangiare sopra, anche la rocda, e di n 8i vcdeoo ,ion erano di8ce.Tiuno e d11e:sera ò la aera buona:·chi ci amor{::, e gli altri aono co- biglietti: dite da ce.nto. roa,i, !::i,.C~/1,~~ insgig~ ~'!c,n3a ~;~: ~~~i b~0 :i~~=- ,~:tt~ 1 :ie~~~t: !{i~:tì:r;:erl~osm;:,ai_! ::: 6 te~;ca/t°o ::e:r:tnai~'t:!'fa~ :iii 0 ;:;aA~r:::1~aco1 ~'~~!~ ~~- rr:~s~ ~:c:1i;~1°;:; fa"::b8e,~~\ 0 1e~ 6 ,t~i~~: d~! !on~~~t~~n1!t:::tt,~iJ;~o;. ~:o~~~:~~aE-«Ctfe~lJ~~~i;; !,"gn to vor uno - o anche un 'PO' atteae. no fiorellini di campo, e ne to C 1mlito >, a barriera dei nuvoloni. - benino. bravo Rocco che il ca per il calcioche r,li saliva. te, niente - dice lui - non ci spiaceva anche al grasaone, meno - ci acappava puro la Era sicuro. fece "" maz::etto .Tmìl.::o ma Ed era stato pro·prio l11iQuel aedile lassù t una 71Cn-colpo ti t riuacito. Si fermò Ora non aentivci piii. l'acquo- badate. noK t nttlla - apol- anche liii tornava. iK sii, c03Cia di agnello. Se no. con I due aalirono, e gli oltri gaio e lo por3e alla do111tadavvero. giorno per giorn aMa mia:_ver le signore bel- tin attimo come in ascolti>,lina per l'agnello, ora 'Jr;in•ver<indo i calzoni. Ma é peg- adeaso, co11quel dollaro in ~at~r~~~a~~:u~~l~gr:ia~~ tii~t/~:;r~. 1:c;:i~~itu C(~~~ : 0 ~~?,/'dil~. -s:i~~~?td::d'!ia'id~nl~e11fci~rà~,:~ 1 ion~;,~~~o. t~,~/~e z ~=;~~.g;ta°":1)(1(1~~~~ 1;/l ~1i~e~tt1"98:rdt,urst/":X,c:'t'l, 1:v1oiH" a~~:~:1rz~n~etii: :ir~t=~/;~~r,~~t~,i: :?!1i':ftc ;~:i. che pnma non aveva darini, pc1ne e vino: vino del• celio cm dietro la suofta sue- di nuovo: Ecco: fiori di 11ri- e, svana, e con pala e c<llci-al berretto) - lo li lascio sa- il dito al na.Tover far aile11- .Telti, coma usavano loro), al ,iwle1 L11ì fece « 110>, deaolato, l'Et,ta, che se la fumava Id ccssiva naacosto. Sc11t1che tnauera - disae. - Utt ricordo n(t. Duo c,t111i di fatiche da lire, me t1e scendo e riacco- zio. indicll la cima del ca- s<lcrosattto trionfo 311dato AUora ltfi si c1ccorgc n'cl sompro « 110 >, nel prenderlo. !~ ~c;":/~/ol COClt.::lolo bum- ~,::~1:'°en~f r1;::::a~u111:::ro~ ~lg~g:;~1 Mole,, per /(L bcll<,i"t;"~~ir::;,t;::ac,~v~";~~~ flop;:r<~~~~el~o.l~~g_"°ct~C:,~~-: ::ei~~~j:i.,:i.~t~o,~;~uro: - ~~~ i,i~u~ a~e;:e~:~~~~ e,~: tf;~~,Jt°~ 9i~tr~~lt~ ranii~i~ni~ ~t ~r~~~~3a~~ ~l(~r~~~:,~~: RCX'Co Màcola ac11Udrotqllc intorno, e infine il pii, groaao /~i arrosal un voco, e co, in <.'onsegna le chiavi di q11cigiono. ci bevono. fanno quel Poi. come svinto dallo altro! - tenerli là se,l11ti,della ri~«to. Rocco M<icola .Ti. come ai allontanm:ano, af. aapor di soliva e si /eco in- dei tre tornare gii,, e diceva ,ne n. dire < Venite con 1101 > ruderi: a liii. Rocco Mùcola. che vogliono, io non ho dc, SC<ltto d'1,n con9c9no, iniziò queati tre, tenerli a b(lda irrigidiace, tcr1ta ancora di Jiochiti, mormorando tra contro al gn,ppo, un vo' di con. l'accento dei vaeai auoi: sorrise; 3icch~ anche il vcc- Prima, :,e i turisti ci volel'a- sa1,ere: godono il Part1diso. lo spettacolo: forza Rocco, per g1wdagnarai intanto on- :1alrnr 1<, commedia: - Si• loro. ~~~~ ~;,"r; ~{!;;:::~~lic'!~ S ~i~~11°·,e chiavi OOTIJO ~~l~u:~J~fi~~l~a~·~~~;r:'i ;:ir~~~;rrn d;:;~· rf:i;::::'.::. ~;u~~~~ct'?/ :i h! rr;!lia"t j~~a~':t e,:~i:at~ss:u::g~~;}:: ~~~ '!u,~:n~ft~~;:f~nfu~ii V~ 1 1'':'~,:~~- 1 °;;hi :,~hi ;i~. ci .TÌ:;;a:,1oP~<;,7g.:;::ar~ 1 ~ni~i~ :~:l~)C'n.i':'o 1 % 1 1,c;aj:i;:;;r..'ig: ~a;t,~eU:'~:1ti!:/~j ~~~~:i~; ::ie·,i:i,~~ g~:,03;i_P1fi:ier,~,!:~1af"~::g~! 1 / 0 ru~':::~e tfi~ r;:::,, '~li v7g,~~: 0 c ::;:r;~e Ji :r<:tl<1(1c':J~!''i~};~1i1i'~~~:;i:, ?tk,t:.- ~~~!~11::::r,i:•b,:i:~~ ;~~0~ 0 ;.;i:~1,:i:u°:!i,ii~'~t~ ~;;;~i:_ ?n. t:~:11!' t~~~~ah~ tic. La C(lprache 9/i stava <te.ialire, e lui au, p11ntellandoai trooova,io al centro del ca- tro /in lasait, e in cima 110nlt,331ì, in cim(I. e ooolll >.•. 10 i bacetti, gli abbracci e i dì• nima di Mu8C0. qli brncia. ce. Si chinò a raccoglierle, d<f;~tg(l !1~~ 0 f!ò(l1ì!"~~oà/~'{~~ col bJ:i~~~e. - fece l'olh-o - i/ncfil~JJi~c:~7::-cd~~~~o~ ec:j s ;;~!{i?,~'r~'"ci(l~~~:g:fi :"rm1~ 1 :i gj,'f(IJ." ba&ao preparo le ~!it~;t~~:;ri:~orln epi~n~::~l llnL'be~~:~r ;i ~::;~~~le:;: lt,:'~i ,rg:~:~· ~:r;~P</i"~ r; ~t~ 0 ia"1r~::~ «fftiu~giafa:°Ji mentii un belato. porcluJ no,~ detto prima, 11i, clic i resti delle m11rC1 di merende; e -peggio. Or(I Accom1x19n<H'(I le 1x1rolc piedi. intcr11azio11ale. derlo. subito l'afferrò J)Brle di bruciore. 110.mci verchC pa3sò 1tna mano; la ritrasse - Biiontiscra e, vossim1oria - Jof No, io so110 q1ti,pron- t11tt'c1ttor110discgn<wano a no, <•dessoc'ero llli che bn- loggoro s11.nli scarpo,1i e fa- Erco: ora i tre si cr(l110corn(I, ci si mise sovm a ct1-fi11ivc, cosi, non era qi11.Tto1rn1idn,coi acgni del 8ang110 ii i~::ct~gc~z~ s,~::t~~o~i,~~i ~~c°,ic;:!~~\,'dg,,~g~~~7:~~~~ ,>llR~oco;1:;l'gfto;{lsidi1·i ~r:è ~~:Yi':c?i1~il0 d~cO~iop:~ ~,rit ~ci:loba~~~~=~l(li ~~/~ ~i~:~~t;. :~ "::t<f~~!l~i¾i~t:,~,o~~l " ;:;: ~~1.lti~~:~,,111::-;~~(i~loq,:-:;;iP;,~i ~~igd/ nine coa\ in malo :iiert,7!::~r,~: :r~:~/r;t:~yn stro unto 0 sdrucito con tre mi volete, il cu~fode .Tono io. al gra.Tso,con 11nt1 /re9ati11a cosa sua privata di lui :,1, 11<1110 in 1m verso le, 1xrnchi-11toera la rob(Iche ci voleva gobbo, e i suoi .-.ettant'at1ni - l'oi meglio scendere - do 1)()CO: sarebbe stato nien- siolè ricamate sopra' la visie- Adesso erano in cima, dove ra7>idae furba olle calv1~ie: del 001.,enio di Ro1,1<1 ma in ncr. i tro i,~ giit 1 1 crso di lui, per loro, Americm1i o qual, a,11lacaprn: ne881tno di quei dico il flr<1aao - L«oor benv te, q11<'1lo, t1ic,ite davuero. ra, cifre di chi.Tsacc~1f. 1111 gli <!Itri aspettavano: i d110 « Doi:c aiamo 9"i o_ra ... Judù ,)ratirc, a"~• ~•unico fK!SS<'.T· ~lla11do le 3.110l~e a. ta11t~che 1)0Stoper di n: del perno- gioooni. 11 . avrebbe avuto la faccw~ Afo la /igur(l, Ge~1ì,la fi.- temro l11ccica11tid'oro .. riom111i ancora ci tentare le destend ml, 1111 capite. t·cro1 ao eh.e m(o gli era capitato: cielo 11eraeg111re , 3110.1 salti. ramo 110n 11c ne facetx1110,e tanto /1.<tto in corvo. E men S la aignora bellll: - Un gmY, del J)(iglìaccw, ceco, Quello ~ Mo11tct·tncre d1s- sbarre, - rcrQ il .Tuo i11glcac.~:u•l quello e la cnµra - cflafl 110, RO<'co a1ìb1to si fermò r dia- ancoro meno dei Soracini che meno Oli apoai. Ja.:.;olctto, lo vuok1 prol)rio del buffone! :i,~fae;;,~,:d; ::~/fo~t;~~~~~ t11ltiBJ';~~J_c ,~:~'n1enz~ccgr:~~ ,~';~,':,~ a;{:[1.-:;;dc, d~i !~~ii ~'.: ;1oy~• e ci~à,~':1:!l cc<l~teli~r~'. f,~· 11 itr-.s~~11 1~i! l<I C1;0 :;.~ IIC'· ~1c:.'11K't'a bene, Rocco Md- noE~i~'iiaorj~:ge~~~~&a~~~~ m,%r~r.a;g~o~~~ ~:/,,t~c;~ m!~n b~,'::~r~~capra, ri- zo irraggiungibile. irreale . s:ar~i . bncro le mani ._ Po, aorc-10 ... to1>0 ... topolrno: l<1r - d1.TO ,. . rl(o. . Co11 11n aal~ 1no.cm Finchi' r111cf1 il suono delle sa.;ia. bcat<l. Brcp:o_Rocco era nient~. ,no. ~ di3se ~i: - Aaaah. Madonna aantls- ~ot~f'::,i ~Fc~8 /:, 1 t~C,:;o e:~: ~~~t":a~e:le~~:ir!~ 0 e diue: r: J)~<:,,g,"::~a,a"',':t:·d;f rg:,t:,radi~:<:,tt~~~~"'o0 pc::~;i::~ ~ic~fo~-~,.'1~'r~~o~~~:rm~ :;:,~,~•;teq~~f! 1do t(l,3:i,~:: 1 ~~'t rlr!~~; 1 ,e~h1~,, ~erti~~:.- ck:t:~: ;hr' tafc:~f~~t1n" cfel~~d:t 0 ; ~~~:~ ;o~'r!~icf 1r,,~t/sf:1u:: soo. 8 dondolava le gamba Si 3granarono aii per I gra• chetti: mangiare> e fece il cielo1 aoova m mano, raccatclto viottolo veno di lui sed1Uo, lento, Rocco! co11osci il me- - a q1u3i due. E aspettavo, GtllDO LOPEZ lioteca Gino Bia l

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