Fiera Letteraria - Anno X - n. 31 - 31 luglio 1955

Domenica 31 luglio 1955 La fiaba del maestro Iil pfstock è dei suoi cinque figli * cli I t;LEIIE~S 1,11E~'l 1 A~ft ' .Clemens Brenta1to, fratello di Bettina figlio di 11n lombardo di Tremezzo s1tl fo. go di Como che, 1X>CO doJJo la mcf<ì, del '700, ver ra.gio11i di. commercio si trasfe• rì a Franco/orto sul Afono, è, come tutti sanno, uno degli sc1'ittori e poeti pili im– portanti del romanticismo tedesco. E gnrn copia di-libri, biografici e critici, sono sta– ti a lui dedicati. E' 8ingolare però che, se in quest'ulti• mi anni il valore di Cleme11s Bretano CO• me lirico b -,tato messo bene a fuoco da critici assai avveduti, tra c11i Fried.rich Gimd-01,/ in un t1oto saggio del 1931 in Germania e da Leonello Vincenti nei 1928 in Italia, la Sita im.portanza di scrit• tare di fiabe non sia stata posta, ne1,pi1,– . re ai noatri giorni, in rilievo come, forse, meritava .. E soprattutto è singolare che non aiano atate messe in evidenza quelle parti delle fiabe che rig11ardano gU a1ri- 111ali. Nepp,1,re 11,n recente libro del Gl6ck– ner a" Clemena Brentano Clemens Bren– tano als Mlrchenerzihler. cClemet1s Brcn• tano narratore di fiabe>, sembra voglia ricolmare del fotto queato vuoto. Nel 1948 Bonaventura Tccchi st-udian• do le fiabe dello scrittore tedesco d'ori– gine italiana fu colpito dalla bellezza di · queste e BCrisse un Baggio proprio a" «Cl.e– mena Brentano, inte:rprete degli an.imali >, che f" imbblicato a Torino in un fasci• colo dell'Associazione Culturale Italiana del 19.+9.A riprova della bellezza di q1w· !~ J:~~ 8 !!1°::tc~,i'~'i!~~~ d:rie:~a;r:i: ba del mae.atro di scuola Klopfstock e dei siwi cinque figli> (Das Marchen vom Schulmelster Klopfstock und selnen !Un! Sohnen), cM U Tecchi per l<;I prima -volta ha recentemente tradotto in italiano. , , BONAVENTURA TECCHI strada.' sl fece sera, e allora si sdraiaro– no per terra In lma foresta e parlarono proprio di questo: quale v6cazione mal ognuno di loro potesse avere. All'lmprov– vJso udirono gente che passava. Uno di essi diceva all'altro: cMoltl guai cl coslò arrivare !In lassù, ma poi le cose anda– rono allegramente e .facemmo gripsgraps~ Appena Grlpsgraps udi nominare Il suo nome, saltò su in mc7.zo al suol fratelli e disse loro: e Gripsgraps ml chiamo, Gripsgraps ml dice la voce che mi chia– ma. Grlpsgraps è la vocazione alla qua– le Dio mi creò, arivederci !ra \In anno dal nostro babbo>. Si dissero addio e corse dietro a coloro che avevano detto grlp. sgraps. Quando stava per !arsi giorno, il più giovane che si chiamava Trllltrall udi gli uccelll,dcl bosco trlllare e trllleraltare co– si allegramente che egli disse agli altri: e Addio. cari fratelli! Trllltrall ml chia– mo. Trllltrall dice la voce che ml chiama, Trllltrall è la vocazione alla quale Dio ml creò lassù in ciclo> e prese anche lui con– gedo' e corse via nel profondo della fo– resta. Tutti e quattro i fratelli, dunque, meno uno, tornano dopo un anno dal padre che intanto ha costruita con le sue mani una piccola casa di legno. Tutti e quattro sod– dis!attl, quasi ricchi. Soltanto Trilltrall ritorna povero e malvestito: l'abito strac– ciato, i capelli lunghi, l'aspetto selvaggio, le unghie terrose. e non· dice-altre parole che < ss. ss, silenzio, state a sentire>, mettendosi il dito sulla bocca. Aspetta dal mondo degli uccelli una riS'1)osta dalla quale dipenderà tutto il racconto. Veden• dolo vestito a quel modo, e con quei -ge– sti misteriosi, il padre aveva detto: e la– sciatelo stare, é diventato un povero Paz– zo>. Ma quando, avuta la rl9POsta da un C'era una volta un 'uomo che si chla- uccello e rientrato con un salto di gioia mava K.lopfstock ed aveva cinque figli: dentro la casa, egli comincia a parl4re Il primo sl chiamava Grlpsgraps, il se- · della sua vita, tutti rimangono a bocca ~~~aN, cnia;:1u~~top~t~Cfa~:v1 1 i!~: a~~:~èndo Il ca~to degli uccelli, andai pank, Jl quinto' Trllltrall. sempre più dentro la profonda foresta; e na~~ ~~ 0 s~o~~l~~f~oc:~1::~e~ 0 ~~~~~e~~ !f:~~ 1gf2 t~a 1! :~.d:~~~!:a;~ 1 :e~i1~~ luto che lmparast.ero qualche cosa di buo• alta la voce che ml chlal)'lava e plil for• no; ma intorno a lui c'era grande mise- ;e diventava la mia vocazione; perché gJI ria e 11 villaggio, dove era maestro di uccelli trillavano e traJlerellavano sempre ~o~a·ari~~:al ~i::fa~f~~ ~li~~~! :~: ~~ù ;!:~m~~!: ~o~~~r~n: !~re~~~~~a~ \~ ~~fO. Con 1 suol cinque figli era ri~asto f~e~auun~a r~~t! ;1 1~~; ~.~:btl~oft~;'p~~: Si mise dunque su un sasso In mezzo al cevole a vedersi, e tutt'intorno stavano vUlagglo bruciato: < Carissimi •ragazzi - altissime querce, faggi, betulle, tigli, abeti ei:e ~~r;o;é~o si~m~v;n::~~oa-~J~~:;1 :e:>~n~, 11 1 ~~~~ ~l~~:~~~t!, fo~~~f:i\ t~ avrei voluto educarvi come persone lstrul- dere su un tronco di quercia di fronte alla te, ma ml mancano tutti i mezzi per far roccia e tirai f'llorl dalla tasca un pezzo quest!): prima dl tutto perché uno stoma• di pane, l'ultimo che ml era rimasto di co vuoto non può lttsegnare di gran cose quello ehe voi, padre, avevate dato a o– dotte e in secondo luogo perché tutti i gnuno di noi. Ora ecco che all'lmProvvl– miel libri dell'ABC son bruciati In scuola. so vennero a schiere, volando da tutte le P.er queste ragioni Vi debbo mandar via, parti, ·uha quantità meravigliosa di uc– ln ctro per H. mondo, perché tcoviate qual-. celli e ,presero possesso del g•randl alberi che cosa da !are ... Addio dunque! Ognuno e coml~larono a cantare un tale trllllo segua ta sua vocazione e dopo un anno ve- e tralleralUo che si sarebbe dovuto pen•. nlte a trovarmi dl nuovo, perché to·possa sare che tutte le pkeole foglie cantassero farvi gU eeah\l e vedere Il! avete Imparato anche loro su tutti gli alberi intorno: Ma q--~ d~ c~ol ·aegut- !!!;tnt~~%i:Oi:.~is!rm!:1~~u;l ~e~~ remo fedelmente quanto·cl hài comanda- tratto stettero silenziosi come se n fl. to, ma tu hai delto che ognuno deve se- schlettarc tosse stato, a loro tutti, taglia• r1~ ~a~!n!~i7iC::f ,C~_(\~~~!~~~':t~ ~1f~ ;~m~ ;, 1 s;r::r~~n~l11~ 1 =~ ~~~ sa.iola non ,seppe subltO che cosa dove5• quando tu, carissimo babbo,. con la bac– sè' rispondere, che cosa fosse Jl Beni/ e si chetta battevi sul tavolo e grida.vi : •ilen• grattò a lungo la zucca. Alla fine disse: tirtm! Ed ecco che allol'a uno solo degll < Vocazione viene da vocare; ciò che vi uccelli cominciò a cinguettare e.tutti gli chiama, questo é il Beruf, questa é la vo- altri fischiettavano Insieme: ma non al– cazlone >, < Ma, babbo, che cosa mal cl la rln!usa, sl invece tutti lo stesso motivo chiama·?> dissero i figli. E Il maestro di e tutti tenendo benissimo Il tempo. e, se- . scuola: cn -vostro nome Vi chiama>. Ma condo -te· dJverse voci, cantavano la me– I figli obbiettarono di nuovo: e Voi bab- !odia dèl canto della sera: N11hn nihen bovlchlamate~lop!stock, che cosa è dun- alle Walder, e Adesso riposa.no tutte le • 3l1:e!~òvc;!~:1:s~~zlg~~!l /J~r;a~~~~ ~:l~~;po~! ~h:11~ !{~~ ~~fn~l~ 1 t ! 1 ~1~hl:: domandare più di quello che dieci perso- re Insieme con loro. Poi... cantato che eb– ne sagge non possano rispondere. S1. Il bcro l'ultimo verso, stettero t\ltti un paio mio nome~ Klop!stock e la mia vocazione di minuti zitti come se pregassero per é Klopfstock cioè devo klopfstocken, loro stessi; e poi d1 nuovo cl'lu uno stra– e plochla•re >, klopfen. con lo Stock, col no cinguettio alto e conluso, come se gli "bastone", gente stupida come voi>. E pre- uccelli si augurassero l'un l'altro buona so subito U bastone, voleva dare ai pro- notte, e alla 11ne, staccandosi, volarono pri figli un tracco di legnate; ma quelli via, sul diversi alberi, al loro nidi. ~tse;~1o g:h!~r:~n~:edi e corsero via CLEMENS BREN1ANO , , Quando ebbero tatto un •bel rpezzo di (t,radu7Jone di ·Bonaventura Tecchl) LA FIERA LETTERARIA Pag. :; E 9 MORTO _NEL:t950, ERA VISSUTO NEL 1984_ . . L' antieollforDJismo ,di George Orwell * Ebbe un.'avve-,:sionesistematica contro la borghesia e le sue convenzioni sbagliate· Md lottò con gli strumenti della sua arte contro l' tdo/1ia di un mondo · ferocemente condizionato egli negli romanzi che duran– te I mesi della malattia pr~ gettava di scrivere più tardi sarebbe tornato ad aspetti di vita ed argomenti più lneren• ti alla sua natura. Salvo nei due famosi libri di satira politica George OrweU è stato sempre uno scrittore eminentemente aut~ biografico. Un libro come « Homage to Catalonla • sul •quale converrà. ritornare più ~~n\a~:i'ìJ~ !~p~ 1 !~ftooc;f 1 : parte autobiografica d'altron– de dominante quantitativamen– te nel volu~e. I romanzi rl- ~~~tg;':naC::i~t :peri:~t 0 ~i. :r~da~l1a 0 s~! 1 ~o~,~~n~~ !1st stenza. Attraverso Il protag~ nista Orwell stesso ha quesl sempre direttamente la par~ la. Forse e per qutsta ragione, rendendosi conto di quanto di Sft stesso ha messo nel perso- ~!8~1z.:ei~ h 0 t!s"t;~ell ~~t ~~~ 1:i ;:g~e ~ ~enti,i~i~ fia documentata, della pubbll• caz!one delle lettere. pa~~:!c 1 di 'iui5~~t~~o "~ 1 i:1:fi. * tll GIAfJOHO ANTONU\ll della piccola borghesia presto decaduta dopo un breve peri~ do d! benessere materiale dU• rante gli ultimi decenni del- 1' Ottocento, hanno compiuto sacrifici per mantenerlo In un collegio costoso volendogli da– re In virtù di una vanità ti• plcamente borghese l'educazio– ne tradizionale del gentleman Inglese. Da ragazzo Oordon ha sofferto quindi In collegio I di– sagi e le umiliazioni di chi povero in canna deve frequen– tare dei benestanti. su un pie– de di parità. Specie nelle scu~ le e nel collegi dove rinchiusi In gruppo sentono nutrir~ l pregiudizi di famiglia e ali– mentare la propria vanlU, gli adolescenti sono In questo par– tlcolannente crudeli. li risultato è stato una spe– cie di ,avverslone per le con– venzioni della borghesia, per le comodità dell'esistenza cui essa di tanta lmportanza, ed una mania. ossessiva del dena– ro che non ha, disprezza e ~:l~l n';,~ i~~~;,r~1~fm~ per non cedere a sua volta :! 1 et~l~:~i~:e~~~lt~lr~,~rt f;>n,a'"'r':if: ~::S~~ 1 ~~~n~~~ don Comstock. Il titolo « Keep the Aspidistra Flying • ria~su– me l'essenza del libro In quan– to alla fine Il protagonista ac– quistando l'odiata pianta in– tende veramente Indicare di aver voltato la pagina, di vo– lersi oramai conformare a cer– ti Imperativi della società bri– tannica. Come romanzo « Keep the ::~~~!~~1:~d~f/ t l::t~<>~~ to sono spesso se non quasi sempre i llbrl In cui l'autore Intende cogliere Il tedio di vi– vere. li cupo grigiore di una esistenza privo di luce e di 11peranzacondotta miseramen– te nelle circostanze più sgra– devoli. L'autolesionismo di Oordon Comstock, la sua os– sessiva. mania del denaro. l'or- ~ff~l::ao~it~~1:A!1d\j~:!, du~ parte dell'amico Ravelston, lo egoismo forsennato .nel con– fronti di Rosemary, la sua du– ra mancanza di umanità. di gentilezza per gli altri gettano un'ombra su tutto Il romanzo. E' difficile risentire un lnte,. resse ed una simpatia per un personaggio talmente negativo ln modo assoluto, la cui rivol– ta si llmlt.a a rimanere rtn– chiuso In una lurida stanza senza agire ritJutando ogni soccorso magari coll'Ingiuria. E Gordon Conutock è conti– nuamente al centro del libro. con molta esagerazione rispec– chia nella figura del protag~ nlsta l'accanito antlconfonnl– rwell. Anche a avuto dres~~~~ un• educazione superiore alle reali posslb1lltà della sua fa– miglia e pur senza subire ad Eton le umlllazlonl di Com· stock ha risentito un Intimo disagio dovuto ali' essenziale differenza. tra se stesso ed I compagni. Anch'egli prima di conoscere la riuscita come scrittore ha condotto un'esi– stenza grama nel quartieri più tetri e miserevoli di Londra rifiutando con ostinazione o– gni compromesso. Anch'egli In. f!ne ha subito Il fucino del– ra:b!sso, ha voluto perderai fra 1 reietti nel bassifondi della società. I George Orwell si quindi unicamente al libri stampati senza l'aiuto di una vita precisa nei particolari o della corrispondenza com'è di quasi tutti gli scrittoli brit8n– nlci di una certa Importanza. Anche In questo George Orwell ha voluto quindi es.,ere un ncftK:on!ormlsta. Il suo desti– a due riprese deliberatamente a situazioni vantaggiose e pr~ mettenti per accettare, In una libreria di second'ordine un piccolo Impiego che gli per– mette appena di campare stentatamente. Egli si diletta della propria miseria, ricerca Ma pur mancato come ro– manzo secondo l'opinione dei critici ed In parte dell'autore stesso. • Keep the Aspidi.stra Flylng • ha OA un particola– re lnterea.se tn quantJ magan In I Keep the AspldlstÌ"a Flying11si ritrova la mentalità del giovane Orweu. Leggend~ lo si può misurare Il lungo cammino da lui compiuto per giungere attraverso Ja dura esperienza della guerra civile di Spagna di cui • Homage to Catatonia• è un'eco, alla riu– scita di • Animai Farm • e « Ntneteen ,Eighty-Four •· Nel– la storia della vita e delle opere di Geor&e Orwell • Keep the Aspidistra Ftylng • è un capitolo che non va dimenti– cato. E Laurence Brander net suo volume. a.ual utile per quanto discutibile nelle valu– tu:lonl, ha avuto ragione d'ln– alatere sul lato nonconformi– sta della pef30nalltà di Orweu. George Orwell è uno scritt~ re destinato a rimanere. Non soltanto per l due grandi suc- i~ ~el :or~ee~~ « ~r:i~~ Four • ma anche, non ost.ante gli evldentl difetti e le motte debolezze, per alcuni saggi cri– tici ed l romanzi giovanili. Lo Insieme dell'opera presenta un Indiscutibile interesse dovuto In parte, a certe particolarità e manie considerate giusta– mente, sul .piano artistico i se– gni d'una maestria non com- r~~~':~n\~!l'f~~~r:.~! ri>ei- sonal!tà singolare assai rap– presentativa pe'° la mentalità d'un settore degli lntellettuan britannici In un determinato momento. In parte per questo, ln parte per quanto di con– torto e di contra.cllttorlo vi è nell'opera rispecchiante colla esattezza di un termometro gli altl e ba.ssl della sua tempe-. ratura morale, George Orwen, scomparso prematuramente a quarantasette annl nel 1950, è uno di quegll autori sui quali critici e saggisti ritomano più. tardi di preferenza per rlcostl• tutm, la !liUra illumln~ndo– ne altematlvamente i lati op. J)OStl .. ' Nella generazjope degli An– ni Trenta rosi ricca di !or• tl ingegni narrativi George OrweU occupa un posto a par– te. Volendo scnitare. attenta• mente ognuno dei libri da 1 Down and Out In Parls ana London » a • Nlneteen Elihty– Four • uscito poco prima del– la morte si ,deve riconoscere che egli non ha mal comple– tamente raggiunta sul plano artistico la maestria o l'ann~ nla di un Evelyn Waugh, un Anthony Powell, un •Leslle Hartley, un Graham Greene od un Christopher Isherwood. Né presenta Il peculiare lnte,. resse letterario di un Wllllam Plomer, un V. S. Pritchett, un Henry Oreen od un Chri• stopher Sykes, per cftare sol• tanto alla rinfusa i nomi di alcuni suoi coetanei arterma– tlsl fra i maggiori scrittori dell'epoca nostra. L'interesse no è stato sin dall'lnlzio di suscitato da George Orwell andare contro corrente. Non non è stato mai puramente perché le circostanze della vi– letterario perché il suo tmpe- ta glielo abbiano Imposto. An– gno cosl non era. Se col tra- zt queste gli sono state spesso .scorrere del tempo es.so lo di· favorevoli. Ma perché un certo venta è proprio in virtù di un vittimismo, un bLwgno dl pro– contrasto. testare, dl distinguersi dagli Evelyn Waugh, Anthony altri per procedere solo per la :,c::tl~ ~l~~=:n e ~~e~irt ~~t f~adr:~:ttà rl~Ìeanc~~t~"rf:ti ti compreso Joyce Cary pre- era iscritto nel suo carattere. sentano le varie sfumature, i Le circostanze delrmfanzla ed diversi aspetti dell'Inghilterra adolescenza quasi sempre de– fisica e morale. George Orwell clslve per la formazione di una lnveee incarna li •non~nfor- personalità vi hanno d'altron– mlsmo arrablato e perslsten- de contribuito, alimenhmdo un te, la contraddizione penna- desiderio di rivolta, un COC– nente. In definitiva egli non cluto bisogno di andar solo è meno britannico degli altri, per la propria strada sceglien– anzt riflette con un !orte ri- dola sempre Irta di ostacoli, Uevo certi difetti inerenti al che egli aveva probabilmente carattere Inglese. Ma più di ereditato dal propri antenati ogn( altro .della sua genera- scozzesi. Secondo la de!lnizl~ zlone egli ha avuto Il deslde- ne tedesca Oeorge Orwell era rio di staccarsi e di opporsi. per eccellenza. un elnulg!lln- Forse non sempre gradev_olea .ger. • b~~rt:"'ogg\" CO~- se~~~ so~a~n:e f~~~ 1 1a'~?~nrm~ una fifira sulla quale s1 rl• quanto Oordon Comstock, Il i~rn: gl\ :s~i:r~~ ~':on~~- t°;1~f:t~ta Pt~\n; »Ke~tect~: DI lui si ha l'Impressione di and Warburg edlt. London), poter sempre parlare, magari 'una del romanzi del primo,pe– per contraddirlo per Indicar- riodo-rimasto a lungo esaurito neLrn!ftaa';l~o le,f~~~evgl:W~i ~:t::~0~!4' rids~~~~or: ~';: ~~ soltanto ad « Animai Farm • pubblicato da Secker e War- 1u~l~e}~~~b~lt~~!:i~u~r ~~~ ~~~ O~~-~t~icr:n ~~f~nsltt~= punto di arrivo se ne falsa la non è un autoritratto, le vi– personalità Per conoscerlo ve,. cende della sua gtov!nezza non ~r;;~~e ~r~:~o de~Jf~~tl ~~!pod1dog~:i~~t~~ertedu: « Down and Out ln Paris and hanno molto In comune con London » e « Homage to Cata- questa differenza che Orwell Ionia• sono non meno impor- secondo un' Intima necessità tanti. George Orwell non è ha aggravato, creando Com– stato soltanto uno scrittore di stock, ogni tratto e circostan– satlre a sfondo politico. Anzl za Insistendo sul lato sgrade– benché abbia ottenuto con vole e negativo, dipingendo In queste una vasta meritata fa• nero. Olà questo è slgnl{Jca– ma lo è stato soltanto saltua- tlvo per l'Indole dello scrltt~ rlamente. Se la morte non lo re. .La trasposlz.l~me di espe– avesse colto prematuramente rlenze personali sul plano ar– è molto probabile che come tlstlco diviene sempre più CU· indica Laurence Brander nel pa, ..!osca, disperata. suo « Oeorge Orwell », (Long- Oordon Comstock è un gl~ mans edlt. London ), lo studio vane poeta d,eclsoa vivere del– più approfondito dedicato ti- la propria penna. I parenti, nora RII' insieme del!' opera, appartenenti ad una !~miglia ~~u:=~~sJffuP~e~as: ~1:co~:~~o~ ~ ~ ~t GIACOMO ANTONINI to nella vita sl riduce ad unir------------------, solo dilemma: avere o non avere del denaro. Chi come lu~ stesso non ne ha è un pa– ria, un reietto cui tutto è ne– gato. Quando per un improvviso colpo di fortuna grazie alla pubblicazione di un suo poe– ma, sur una rivista america– na Oordon ha un po' di de– naro in mano subito lo sper• pera, si ubriaca, perde anche U piccolo impiego ed è ridotto in miseria. Il suo autolesioni– smo ne è soddisfatto. Egli su– bl.sce Il !ascino del baratro. Costretto a vivacchiare In uno del più lugubri sobborghi di Londra se ne compiace desi– derando soltanto far perdere le proprie tracce lnabis.sandosl nel sottosuolo della società. fra i ~!e:~a1~U:::U ~ 1 ~u:: f: e nulla ha più Importanza. Invano Ravelston, l'amico In altrt tempi da lui ammirato, tenta di redimerlo. Solo Rose– mary, una ragazza dolce .e comprensiva da lui sedotta in circostanze assAI penose, vi riuscirà Infine rivelandogli la prossima matèmltà. L'Idea del bimbo nascituro vef30 Il quale già risente una responsabilità :e~O::ce<ti:~n"a :ir~i.:i1o~f.r~r;: sce a migliorarla, sposa Rose– mary ed acq\llsta per Il pro– prto appartamento un' a.spldl– stra, ln segno di sottomissl~ ne alle convenzioni della bor– gh~sla. L'aspidistra che per la ·sua facoltà 'à sopportare il caldo ed li freddo, Ja polvere e la mancanza di luce, di resistere anche senza cure è la pianta preferita e più diffusa della plccola borghesia britannica è per Oordon Comstock come per Oeorge Orwen Il simbolo delle convenzioni che la reg– gono, della grettezza di splritc che la contraddistingue. L'odio per l'aspidistra è a Jungo d~ minante nell'esistenza di Gor- Tre poesie ·diEnzio ~etrangolo "* L'OROSUOPO. Il paralume ripete ,uz tavolo '1 cercluo della.-,lampada, ~r!':: r!n~':' leo/r:cLs d~':,ff.° · Tu credi allo atelle; e ·dai tuoi (unari colorati impari a traTT6 l'oroscopo. Chiedi una luce dal buio ~cl domani1 . Tu prepari attenta i rimedi per i tuoi giorni diroccati o a quelli che acenderann.o da alto meridiane disegni sui fogli un intralcio che ti accontenta~ L'inganno dei numeri Ìlani <i:ivaga la tua 'Veglia, ment-re fuori l'inverno sta11ca s11 le oppoate rupi il Tirreno; pir) tardi, c-ll'estro llmaro del gallr1, :ricontrerai nel sonno i lidi delle tue fa'Vole morte. V11oi dirmi clte.. deridi 'la tua aorte1 Tr, afai ogni aera muraglie di traBtulli c.ontro i paaai del tempo. ITINERARIO UMANO ED ARTISTICO. DI .UN GRANDE SCRITTORE ANGLOSASSONE 'f. Nrivole, fiumi celesti del Sonno. Autunno ultimo nudo amore d'alberi alti g1u1di alla Notte apre di q1liete. Urna mater11a sui clivi tirreni ri.schiarata dai -viaggi lunari. Lo _rivelo% i0.ne · di. Poe ben chiaro. comincia quasi dal glotr;10In cui egli apre gli occhi :* -· ben noto, e vale la pena .peterlo. furono I francesi aaudelalre, Il romR.ntlco. e Mallanné. Il simbolista. coloro che. soffiando sulla crosta pol. \'erosa del tempi, 'rl\'elarono a se stessi ed al mondo civile Il ,·ero genio di Edgar Allan Poe. al sole e finisce soltanto con Il suo ultimo respiro. Edgar Allan Poe nasce nella puritMa Boston nel 1809. A DI DINO NARDI ~r~:On~~~l:~:ifr>m~~t'! ~:i grande poeta americano_ Fino allora, Poe era relati vamente uno sconosciuto, uno ..-ecrittore come tanti altri. Ave. va r.crltt.o delle belle poesie e del bei racconti, si, ma tutto sembrava che rosse finito con lAsua morte. Al suol scrlt-tl si attribuiva un certo valore let.. terarto. sl., ma non quel peso d"oro ch'e proprietà assoluta del genio. E furono appunto questi due francesi, Baudelal– re prima e Mallanné dopo. che percepirono ti giusto \'alore ar. tlsMco di Edg_arAllan Poe. Ne risultava cosi, nella brillante luce del mondo letterario. un grande genio - e la 11gura del poeta americano si ingigantiva In PoChl anni. La «scoperta• di Baudelal– re e Mallanné non avvenne cosi, a caso. nè .ooltanto uno studio minuzioso e profondo delle opere d1 Poe: ma. bcnsl attraverso un approfondito esa. me psicoanalitico del poela– uomo. Essi cercarono di pene• trare - e sembra ci siano riu– sciti - nella mente. nell'anima e nel cuore di Edgnr. per mcg. gllo «capire» molti del suol scritti. Ad opera compiuta, I due poeti francesi non potcro• no non esclamare «Eureka!». Infatti. è difficile per chlun. que gustare il ,,ero sapore ar• t!stlco. quello che sa di genio. dene opere di Poe se nulla, o poco sì conosce della arroven– tata.' densa e tortuosa vita prf. ,·ate. direi quasi segreta. di questo geniale poeta - una \'lta. poi. a doppia spirale. pie• na dJ disappunti. A\'versltà, tribolazioni e vizi cho. è oggi soli tre anni di età gli muore militarismo, bensl· le lettere. la mamma. una attrice di ori- Egli ha voglia di scrivere scri– glne inglese. già ,•edo,•a di un vere. scrl"ere. E cosi .malgra• attore amerlcMo. La donna clo Iamblent.e tutt altro che moriva a Richmond, nello Sta•. contemplativo in cui vive, egli to del Virginia. lontana dal compone le sue prime poesie e suo piccolo Edgar, Il quale vie. riesce a farle pubblicare. A Bo– ne adottato da una certa SI· ston. nel 1827 pubblica • Ta. gnora Allan (da cui Il secondo merlane•· a Baltimora. nel nome del poeta), malgrado la 1829, • Al Aan,af • e poi. a oppos1z.lone del di lei marito, New York nel 1831, fa pubbll• uomo severo e di vecchio stam- care una piccola collezione di po puritano. Il quale non si po. vari suoi poemi. teva spiegare IJ. perché sua Decide allora di abbandona– moglie volCMCportare In casa re tutti e tut.to e di trasferirsi ~•r:lt~ ~lot.l;X~t:.Jct;: 11 ~a n~~ ;g~.al~~~[.~ 1 ~r ~~h·~riv~l~e~ nascondevJ alla proì,rJa moglie scrivere qualche cosa. che pos. che egli dubitava della leglttl· sa contare Jn America e nel mltfl paterna dell·orfanello. Ma mondo. anche a Boston le donne non Poe. nel fiore della sua gloven– possono essere sopraffatte da- tll. avendo appena 22 anni di gli uomini ed Il piccolo Poe età s'Imbatte con le vere av. rimane In Casa degli AIIR'n. vers!tfl dello vita. Egli non ha Un ,,1ngglo In Europa cd Il madre. non hn padre. non ha rngnzz.Jno Poe !mpnra n leg. ramiglla nè parenti, non un gcrc In Ingh!lterra. Ritornato amico di cui fidarsi. Ed ò qui negli !;itatl Uniti. cgll /rcquen• n BaltimorR. che lo si \'Cde vi. La unn scuo!11privata a Rlch- vere nello più squallida ml• mond. nel Vlrglrilu. Nel 1826 è seria. Poe è alle prese con Ja Immatricolato allR Un!versiti\ rame vera e propria. Molte ciel Virgin!R. Poe comincia a \lOlte egli è costretto a mendi– pensare da sè. per SC, e cozzn care un sandwich per poler con Il padre adottivo. ln cui continuare R tenere Insieme egli 1n•cvn di già notnto ras. anima e corpo - e a scrivere. sen7.Adi amor paterno. li r!sul· Era stato Il suo SO@llO. nel. tato è che ~Il ,•len proibito di rinstnllarst a Baltlmorn. di ricntrnre nel collegio universi- frequentare I circoli lcttcrnrl wrio per ranno ~c0last!co I82i- di c1ucllncittà: ma. purtroppo, 1828 Scappa egli nllora H Bo• essi glacc"ano tutt.! sulle falde sto1\ cd Jvi si nrruola come \'O· e sull'a!tophmo della montagna tontario nelrescrclto. DAI 1821 dell'alta società. L'cquipaltglu– al 1831. E<ht:urAllnn Poe ò un mento per l'ascesa conslstc,•a semplice soldato. Per gli ultl. d! tradizione. titoli n~bllla~i,. ml tre mesi ~ltanto alllc"o riconosciuta. popoJarila (p1u u!ficlnle alla Accademia Mili- che nbllltil> artlst!ca. o ma– tare di West Polnt.. che presto gsri qual.frini ronnntl. E' su. Inscio. · ' pcr!luo dire che il gim•anc Durante questi anni di ,·1ta Poe non pe&rede,•a nessuno di mll!tare. Poe scopre che la sua que$t.i arnesi: cio nonostante, naturale Inclinazione non è il più rnlle egli tentò l'Impresa lioteca. Gi,10Biar arrampicandosi con le unghie e con J denti - ma lo sJ fece ogni volta sdruciolare Indietro nella sua « melma Jt. l~~:~~:rsf 0 ~t~naar:~s:~o!! fanciulla, Eleonora. apparte– nente ad una « famlglla•pcr. bene•· la reazione delle alte_ sfere sociali di Baltimora è tale che Poe è Quasi costrcuo a rinchiudersi nella s.ua mise• ~~~~~z;efi!r ef~~a~u:h~a 1 ~e 1~ Rltrul sl calmino. Trattato non meglio di e~ me si trntta un cane cerbero, Poe si vede colpito a morte. La sua Intensa sensibllltà è fe. rita a pili riprese. Il suo orgo– glio artistico è sgonfiato. Ed è qui che comincia In tragedia di Edgar Allfm Poe. Egli cerca di soffocare il pianto del suo cuore netralcool. Si da a bere. giorno e notte - pngnndo quando può. n credito qunndo non può. Il 1>0eto, ha smciì.SO di scrivere e cerca di aHondnrc le asprezze dello ,·Ila, I disap· punti tcrriblll ed i suol malu– mori In ogni specie di whisky che gll \·len per le mnnl. Ma I bar., non dnnno n cre– d!to ad i11fi11itum; In srnm:n. per quanto poco che sin. deve e&icre pur pngntn oi;:nl tnnto. cd anche un pacchct10 di slgn• rette richiede 5 cents. Poe è costretto a chiedere un lmple. go qunlsh1si per sbflrcnre Il lu· narlo - e per bere, bere. SI allontana dal!a sufi prc• d!le•,ta Baltimora per un po· di tempo e tro\•a la"oro come re. dattore lctternrio primn e CO· me capo redHtlore dopo in di· 1•ersc rl\'iste a tendenze lette. rorie. a Rlchmond. a Flladcl– fia. e poi o New Yol'k, dove prende In nff!tto un plccolls• 61mo cottage In mezzo nd un bosco di periferia. - posto quc. sto alquan(o solitario, do,•e egli fra non molto scriverà, fra t.fmtc alt.re cose. una delle sue più belle poesie: « 'fhe Raven • ossia: « Il Con:o it. Però Poe. malgrado I suol sforai. non si può stnccnre dRI suo alcool. Ed è per questo vizio di bere che egli perde un posto dopo l'altro, non~ stante che le ri\'lsle da lui di· rette progrediscano .g!ornnl– mcnte sia dal punto di \'lstn artistico che da quello ccono• mico. SI racconra che l'editore del. l'allora grnnde rMsta, « The Plonccr »- un certo J. R. Lo– well - volesse scritturnre Poe come collnboratore a \'ila. ma ne rosse dlssua•o da umici e collaborntori. I quali ritcncvn. no Poe un giovnnc buono r. nlcn1c. perché onnnl lrrL!ne• dlabllmcnte alcooJ!7.zato. PQC "n a Wnsh!ngton e cerca di ottenere un posto qualsiasi. Ma tutte le sue domande sono respinte perchè le infominz!o. nl ottenute dal Governo su di lui fanno dubitnre dclln -sua i;cr!ctiì: Poe è considerato llpo « lrrcsponsab1\e lt. E· Il lcmpo In cui Poe sbarca Il ]unario mandnndo articoli e racconti a dcstrn e n mancn: poco denaro ne e !I frut.to, . nH1 abbnstnn7.n per comprnrst un ,•estlto. un ptllo di cr,mlcle, af– fit.tnre una stanza mobiliata e rirorn!rsl delln sua inunnnca. bile bottiglln di wJ;isk.y. Siamo nel 1836. Poe si sente abbfl– stanza nginto e contento da Innamorarsi di uno certa Vir• i::inla Clcmm: lei uccella la ,;ua proposta di sposarla, ma soltanto a condizione che egli la tronchi col whisky, e Poe promette. e la sp06R, e sem. ~ru"sctee/~~r1: 1 hnf~Pc~~ r:r cool: ma ecco Che nel 1841 VlrglntR si ammala gravemen. te - malattia lunga. penosa - e Poe non vede che un riJu· gio, dove crede di smorzare li suo dispiacere: la bottiglia. Quando poi la sua amata Virginia soccombe nel 1847, Poe non sa vivere di altro che di alcool. Più volte egli è alle prese con l'fmgoscla più pro– fonda e si dibatte tra· la pi• stola e la bottiglia, ma è sem– pre la bottiglia che vince Il suo Impulso al suicidio.· be~tt~~~~- t~';r~. e s?0 d\~e ~il: passavano giorni e giorni scn. w. che egli toccasse cibo. E cosi. come la perenne goccia d·acqua che solca la pietra pili dura, Il cervello di Poe viene Intaccato dall'alcool. Le sue « condizioni morbo• se•· febbri e delirium tremens s! fanno sempre più frequenti. SI parla di • profonda lesione cerebrale ». Ed ò Poe stesso che. constatando I suol alti e bnssl. scrive; « Io divenni pazzo, con intervalli di lucl– ditil orribili•· Durnnie I suol ultimi anni di \'lta. Poe esplode spesso. per Iscritto cd a voce. di cro. lOmanla platonica. suscltat.a In lui dn donne famose e scrittri– ci di allorn. qunll Mrs.. O!-f,;ood. la Slgnorn Hclcn \Vh!tman. Maria Louisc Shcw. Stella Le· wis e nuo"e o \'Ccchie amiche. come Ann!e e Mrs. Shelton. Poe non suscita' più sdegno nel circoli letterari e nell'alta societfl: ma soltanto ribrezzo in certi, pte1J\ ln altri. E Poe vive Ja sua vita solitaria e te– tra. {lccompngnato soltanto dalla penna e dal wJ1isk11. Slamo nel 1849. Poe è tirato fuori dalla sua mlsern stan– zettn a Baltimora. inzuppato ~ 1 :as':!~dtoe adr~~ 0 \,~\n6e~:,e~ dale di terzo ordine. dove poco dopo muore alla giovane età di 40 anni. Ecco~ un uomo erroventato, dalla nascita lino alla morte, dalle plU feroci avversità della vita. avversità che gli pro. curano dolori e vizi. e su cui egli pure riesce a trionfare, sia pure dopo la sua morte, con capolavori d"arte che gli esslcurano un posto lmmor· tale fra I grandi nella storia della letteratura del mondo. Per quel che rlguarde lo stl• le letter~rio. quello di Poe è nettamente sdoppll\to - Jn quanto es,c,o tende ora verso la cima ora verso Je radici: Il me,. deslmo cervello è capace di se· gulrc le pili squisite isplrRzlonl dell'Anima In un abbandono ASSOiuto,In un trasporto d!rei qua.si etereo, privo di ogni con. sapevole7..zadi quel mondo che noi chiamiamo reele, ragglun• gcndo cosi le plil Alte vette poetiche, e nello stesso tempo. o quasi, scendere ad osser\'nre. ordinare e descrh•ere cose no– strane materiai!. con rfl!Una. tcz;,.a di pensiero. metodica• mente. elaboratamente. sem– pre conscio di se stesso e con IO scopo premeditato di colpire e sbalordire 11 lettore. Queste due \'ene di Poe. una spirituale. spontanea, pretta. mente artist-lca, l'altra lettera– ria. quasi pedantesca cd al• quanto sclentll1ca, traggono il loro succo cii rnlento dnlla ste&<;Rfonte: li\ mera,•lgllosn immaglnnzlonc. 111 i-tupenda fnntasla. di Edi:;:arAIIRn Poe. e ne fanno di lui un vero fe· nomcno nel mondo dell'arte delle lettere. ' Del resto. questo sdoppia– mento di stile letterario è pie• ~~:e~~~;1~nf~~1::n~ìrthra~~l? Poe. di cui tanto si sono lnte– re..'-SRtlI due poeti rranc~I DINO NARDI (COtlliTlUO. t;i pGQ. 6) Eco delusa fanciulla di vietra ripete un'aria di remoti accordi: rive di Lete dove il tempo tesse il greue manto per la fredda via. Onda spenta del Sonno, breve attesa: l'intreccio del mio filo diradato • 41 svolge dalla rocca vorticosa. E ti stacchi dai 111011ti Ie,aa Luna, tii di fiumi celesti morta foce. Cl,'i-0 senta, o Madre, como un lungo canto di culla il tuo richiamo: dolce voce che mi farà sonora la·discesa. Ricordo 11,n l11000 del Tirreno, quale 110n ,o;. ma rassomiglia a rma leggenda elle fece solitaria ·la mia vita, a un'antica dimora della me11te; è la rioo se9retc1 dei ritorni tlltimi e ritrovarla sarti facile dietro i scg1ti delle cose rapite dc1, 1tna ro.vina muta; là mi aspetta il sorriso di 1m'ombra 1 di ima morta elle sui~voli del so,uro mi rivela emerse, dallu 11otte in breve luce la sua belleua sicura dal tempo; è 1m luoyo ove la t.erra si 11asco11de dall'orizzonte in mia l11119a1,iega e cli fronte c'è un'isola che forma un vorto con l'offerta tlei suoi fia11cl1ì, dei cui l'o11da rcspi11tn all'<1lto mare si divide lo11ta11a iii mille .seni; si .slmt<.-ianotlir11pi ard11i 11el ciclo e scogli gemin(lti in mia curva di selve l1tminose, e sotto i vertici ,m sile,izio trcinqriillo di riflessi t(e11e il V(!rde riposo delle acque; ;~~~~::: ~1!"t',~: t~: ,1r:·r~~r~~~ invitc della nenin interrotta .s11, la culla, e .sal1,eremo imiti; e sarai t.11, 1.'conata compag,iìa della mia rotta 1Jlacidci verso i lidi dove questa mic1,favola s'inucra: eterna come i fiori che 110,i porto alle t11eccncl'i, vura come il mattino sn gli ulivi lrtngo la viu elle sale alla tua pietra, <llla tua fredda sosta oltre il cancello. ENZlO CETRANGOLO

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