Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

Domenica 22 maggio I955 LA FIERA LETTERARIA UNAMUNO PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA IN JTAUA ;, CON LA PARTE PLU' SIGNIFICATIVA DELLA ~VA OPERA DI NARRATORE •• LE DUE MADRI ' Quanto angosciava don Olo– vannt quella povera Rachele I Quella vedo\•a tormentata per. chè non aveva avuto tlgll 1 pro. pri, si era aggrappata a lui e lo teneva termo alla vita lm• mobile, non a quella fuggitiva. Ed In don Giovanni era mor• ta, con Il desiderio, la volontà Giovanni - Nel centro del– la terra, dicono. Don Oiovannl, prevedendo R . Il pericolo e dominato dalla acconto d MIGUELDE volontA di Rachele, che c,a la l, Rachele - o forse nel cen• tro di un ventre sterile ... Giovanni - Rachele, Ra– chele I Rachele - Vieni, vieni qui... Oli occhi e le mani dJ Ra– chele calmavano ed addor- fil1~t~va~~eltu~~la~ol ~era: - Lo fece appoggiare al 11uo grembo, lo trasse a sé come un bambino e, avvicinandogli oll'orecchlo le labbn arse, sus– st1rrò: - TI ho già trovato la moglie... ho già trovato cole! che sarà la madre di nostro rio, costituito !uort dalla leg– ge, era, come in un mono.ste– ro, la cella di una coppia ln– namont.a. flgllu... Nessuno ha mal cer– cato con maggiore curn, come lo ho !atto, una nutrice, que– sta madre. Innamorato? Don Giovanni era lnnnmorato di Rachele? No, ma assorbito da lei, som– merso In lei, sperduto nella donna e nella sua vedovania. Olovannt pensava che Rache.. le era lnnanz.l tutto e soprav tutto la vedova e la vedova 1e:nz.a !lgll. Rachele sembrava ewre nata vedova. Il suo a– more turtoso, che sapeva di moru, cereava nel suo uomo cosi dentro a lui da evader: ne, qu&ICO$a che stava aJ di là della vita. E don Giovan– ni si Rntlva trascinato da lei nelle profondità della terra. • Questa donna ml ucciderà I 1 rlpetevn. E ripetendo quelle parole pensava a come sareb– be stat-0 dolce rlJ)OSare peren– nemente, avvolto nella terra dopo essere stato ucciso dii una vedova come le.I. 1p~;ev'!1°!~ su~em8?ov::~e~~ matrimonio, ad acca.sarai, ma non con lei, come avrebbe vo– luto quel poveretto. Rachele - Sposarti con me? Ma questo, mlclno, non ha senso. Perchè? Che rbultato otterremmo sposandoci secon– do la Chiesa ed u Codice ci– vile? Il matrimonio è stato costituito, come cl ha Insegna– to Il Catechismo, per accasa– re, allietare gli sposi e perchè :! 1 r~%"~!!f!~rs~s~:1 1 ~-D~~ una letizia? Oh miclnol _ e ~!~n:C,~:t~f 8 n~ f~ 1 cf~: que finissime e af!U10late di– ta della sua destra - n~ a te n6 a me concederebbero leti– zia con tanta bcnedtzlone. Al· ~e;~ret 1 ~11 tll~r 11llcf~~r--- alle- E dicendo questo, le si spcz.. zava la voce e suNe ciglia tre– mavano liquide perle nelle quali si rifletteva l'oscurità lnaondabtle delle sue pupille. Giovanni - Tf ho già det– to, Chellna, che abbiamo an– cora un mezzo. Sposarci, cioè, come Dio e gli uomini coman– dano. Rachele - TU Invochi Dio, mlcino? Giovanni - Sposarci secon– do la legge ed adottare. un fi1llo. Ra.chele - Adottare un tl– a:llo... adottare. un !!filo I E magari prenderlo ali ortan~ trono. Giovanni - Oh, noi Quel nl• potino, per esempio. Rachele - Ti ho glà detto, Giovanni, di non parlarmene; :~1ra~rti~eih1: ~~1:~òo ~= sostanza ... Giovanni - Hai ragione, ab-– biamo, abbiamo... Rachele - Certo! Non cre– di che la tua sostanza, come te, sta mia e Interamente mia? Giovanni - Intuamente tua, Chellna. Rachele - Mia sorella et da, rebbe qualunque del suoi figli, lo so, lo so, e che lo darebbe volentieri, e siccome non ml costerebbe nulla ottenerlo, mal potrei considerarlo mio. Oh, non poter partorire e morire durante Il parto I Giovanni - Non tare cosi, cara. Hachtle - Sei tu, O\ovan– nl, sei tu che non devi conti• nuare a tare cosi. Un fl&IIO adottato, adottivo, ~ sempre un trovatello; renditi padre, Giovanni, renditi padre, poi• Chè non hai pot uto rend ere madre me. se ml ave.s.sl resa :~~i.~ 1 ~ ~~è~h~aiV· :~: po? DI che cosa U vergogni? Glooonnl - Ml commuovi, Rachele, ma lo... Rachele - SI, tu non hai colpa, come non ne ha avuta mio marito ... Giovanni - Anche questo... Ra.chele - Ed Invece tu inl 8~~~r!'ri~10 urn ~~~~~trnCod~~~ na, un flgllo tuo che subito darai a me Che lei vojltB o non voii:lla,voglio lo e buta I Gloi.·annl - Ma come puoi volere che lo ami un'altra donna? Rachele - Amarla? Perchè amarla? Chi ti ha detto di a• mare un'altra dcnna? So as– sai txne che ormai non puoi, anche se 10 volessi. amare un'altra donna, né te lo per– metterei. Ma non Si tratta dl amarla, al tratta di fecondai"' la; vuol che parli ancora più. chiaro? SI tratta di rt.nderla madre. Renderla madre e pot dare a me n fl1llo, qualunque a!a Ja sua volontà. GlotJOnnl- Colei che si pre– stuse a questo sarebbe una ... Rachele - Con la n<ntra so– stanza? GlotJOnnl - A quale donna potrei proporre questo? Rachele - Proporre cosa? Giovanni - Questo... Rachele - E' Il matrimonio che devi proporle. Gloi:onnt - Rachele ... Rachele - Sl, Giovanni, sl: ti m.itrimonlo. Devi sposarti ed lo U cerchtrò la moglie; =1:~!ie Jh ~n~U ~o~:t~i~~ sclta ... E che a.la carina, \•erof - E mentre diceva questo, ri– deva con una risata che ri– cordava Il pianto. - Sarà tun moglie ed è evidente che di tua moa:lle non potrò essere gelosa. Giovanni - Ma lei lo san\ di te. Rachele Naturale, E qu~ sto a.ndrà tutto a vantag'l'.10 nostro. VI sl)05'rete, sarete lie– ti e avrrte almeno un !lgllo... ~r me. Ed io lo guiderò ver– ao 11 cielo. GloL·annt - Non btstem• mlare. Rachele - Sai tu cosa sia U cielo, Hl cosa sia l'mferno? Sai dove è l'Jnfemo? Glcvannl - Chi è? Rachele - La signorina Ber– ta Lapelra. Perchè tremi? Cre,. devo che U piacesse. Non ti piace? Perchè Impallidisci? Perchè ti commuovi? Su, pian– gi, piangi, ragazzo... Povero don Giovanni I Giovanni - A·taBerta ... Rachele - Berta, incantata I E non per la nOftra SOfitanu, no, Berta è Innamorata di te, perdutamente Innamorata, E Berta, che J>O$Siedel'eroico cuore della vergine lnnam~ rata, accetterà h• parte di re– dimerti, di redimerti da me, che secondo lei sono la tua condanna ed Il tuo Inferno. Lo so, lo sol So quanto Ber– ta ti compatisca. So l'orrore che le Ispiro, so ciò che dice di me... Giovanni - Ed I suol geni– tori... so:0°C:efege~t~rl s~!ur~~~ nevoll e conoscono l'impor, tanza della tua sostanza, Glouonni - Nostra ... Rachele - Loro, come tutti gli altri, credono che sia tua, E non è forse legalmente tua? Giovanni - SI; però... Rachele - SI, e dobbiamo 11lstemare anche questo. Loro non 11annoche tu sei mio, ml– clno, e che è mio, soltanto mio, tutto ciò che J)OSSledl e non sanno che sarà mio an– che Il figlio che avrai dalla loro tlgUa. Lo avrai, vero, ml• cJno? Lo avrai? noEne1u!'::eif!Z:~r ~~:i~:: va.nnl producendogli quasi le vertigini. Rachele - Lo avrai, 01~ vannl. lo avrai? Giovanni - Ml vuol uccide– re, Rachele. Rachele - Chissà,.. ma pri– ma dammi H figlio. Capito? Eccoli l'aniielica Berta Lapei– ra, anaellcal ah... ah ... ah ... Giovanni - E tu, demonla- fri p!ed,r~~of t~~'J'a° d!~~ril~ nere In quella posizione. Rachele - An che 11 d em~ nlo è un angelo, miei.no . Giovanni - U n an 1elo c• duto. Rachele - Ebbene, fai ca• dere Berta, falla cadere I Giovanni - Ml vuol uccide– re, Chellna, ml vuol uccidere. Rachele - E lo non sono plò che morta? Dopo questo colloqulo Ra– chele !u costretta a corlc11.rsl. E quando più tardi Giovan– ni andò vicino a lei, quando unl le labbra con quelle della sua amante e signora, le tro– vò arse e ardenti come l'are– na del deserto. Rachele - Adessoqna Ber– ta e non me. No, no, aogna nostro !lgllo. Il povero Giovanni non po, 16 sognare. II Come mal a Rachele era ve– nuto in mente di proporgli per SP0$a lealtttma Berta Lapel– ra? Come aveva scoperto, non che Berta era tnnamorat11 di lui, ma che egli nel auol eo– gnl, mentre era addormenta• to ed aveva perduto quella ~ lonh\ che non era sua, ma dl Rachele, sognava che Ja creatura angelica ,•en\11$C tn suo aiuto l)('r redimerlo? E se In ciò vi era Il germe dell'a– more fUturo, percM Rachele ctrcava di nutrirlo !uctndolo ~~~:. 'i:n \'~o:t~~ri1!,"~~: venta.sse madre? Giovanni conosceva Berta fin dalla prima Infanzia. Ern no llmlcl di famlgha. I geni– tori di Olovannt, rtmasto or– fano e solo assai giovane, era– no stati grandi amici del si, gnor Pedro Lapelra e di sua moglie. Questi amici si erano sempre lnteres.saU di lui e si l"rano addolorati come nessun altrn per I suol capricci di g:1~ \'entù e le sue relazioni con avventuriere occasionali. Ma quando Il povero naufrago de– ali amori, non dell'amore, ii1unR al porto della vedova :!e~lei1sf:o r~~le1:r:~~1:ma~ vesse trovato una fortuna, .senta sospet tare quanto quel porto ! os.se burrascoso. di ig~~~t~~~.al~r-~~l~orf~Wo= nlultt Lapelra gludlca"ano che quella ridu:lone poteva euere constderata un matrimonio; pensavano che Giovanni ave– va bl.soeno di una volontà fer, ma che supplisse alla 11ua,e che se la coppia avesse avuto ~~ 1 $~1~o~t 1 ~a~f~v!~r: d~~~ sto arsomento assi spesso nel– le loro conversazioni familia– ri, a tavola, a teatro, senza occuparsi della presenza della fl&lla, della loro angellcn Ber– ta, che in tal modo oumlnclò ad Interessarsi di Giovanni. Ma quando Berta udiva I a:enltort lamentarsi perchè Ra• chele, non a,·endo figli da Olo– Hnnl, non ,'Oleva regolare per atmpre, secondo la leg~e divi– na e umano, o piuttosto teo– cratica e democratica, quel le- ~:rli ~~~ga!!ò~~~h•~~e::!; e dopo 110gnavadi poter di– ventare l'angelo redentore che strappava dal porto burrasco- so~~~ r::~: ~~~ ~r~~:i:rr~ Berta avevano avuto Il mede– simo sogno? Quel sogno era nato quando I loro sguardi al erano Incontrati, nel porgersi la mano, durante le frequenti v!slte che Glovannl faceva al Jlgnorl Lapetra. Ed era ~rsl· no accaduto, non molto tem• po addietro, che Berta avesse ricevuto da ,ola 11 suo com– pa1no d'infantia e che I a:enl• tort ue55ero tardato a a:1un, ,ere. sua, diradò sempre più le vl- ~!e1~~o:l~~~n~~:·JJ!.:~d~ ~~tt~~ar1do avrai una v~ r!n~~~a r:i'azt~~l°:onofglr:v":~: ~~ti 1: d~~:a J ~nl~; ,.,C:! 58 ~~<>;: 1~nl - E allora, vuol ~!.s!i'!n:tat~al1:u~~::J:~~: alla flglla 1 all'angelica Berta, Berta - Come? forse _ pefllavano o volevano un de.mometto SUS5Urrò nel si• Giovanni - Sposandomi. peruare I signori Lapelra ~~~3 1 ~el~~I n::~;e ~e~ ~n~~ du~~~:. $~!:~ente I Vuol, ch~1~éc:òg:~l~o~radefi~:;~lf~! me... •· E adesso Rachele, la Gloi.·annl - E' chiaro. Berta né altri In città _ e 3tes.,a Rachele, lo spingeva In Btrta - Chiaro! Oscuro! vuoi poi pretendevano di conoscere grembo a Berta. In grembo? sposarti con me? la vedova! _ non potevano 11 povero don Giovanni sen• Giovanni - Sll supporre, em che Rachele n ~~~~p~~t~~,l!u~rp~~iri '~: v:0~::1 - Di tua spontanea riTV~n!a~~ltfi~~a:r1:at~l~ve~r~ mori passati, perchè presenti- Giovanni tremo scor,endo quale tutti i beni Immobili d• !:~h1a ~g~i_e N~n ~~ti!! rhft~l!~ :~n.:~ d~\fa 1 f~ ~~~t~lt~~~n° ;~mf1~~ 1 ~:1~~~ nessun desiderio di paternità. clulla. • Avrà Indovinato la ve- che egll poMedeva, erano a Perchè doveva lasciare nel rltà •• dl35e fra ~ e quul voi• suo nome. Il povero otovanm m<;:: ;~r:1~r;:roco:::.' !1:::, ~/i\r'~l~I PZ:~ri~efi~S:J~ ~~t:!~~~a~. i~~l~~n:~~:~~ E rit rnò va lo 11plnseroInnanzi sussur- l'astuta donna oltre ad esse~ da RaJeie.' :PJ~u:nt~~d~~ ::dt~gl~~; ~~; ~ee!t~=- ;_uol, i!~~~a Juscl~~t~ri~he i~ ~nr: ::nTT~'ri 1 ~· al~~ ra,f~r:. ~ ne~'i!fo"n~~-- DI mia sponta• ~:[ 0 ~e~\lia~~i~r;:~nd\~e Ja s! fn modo particolare quando Berta _ Ma la possiedi Gl~ rt Lapelra gn Indovinarono le sue lnteru:I~ vannl? ' Rachele·_ Senti Giovanni ~m::t~~i::1:~~~l~n a~:(Qpe~ la ~::a:e~:de:•,~rl ~~~ !~s~•ofoar:o:~m~c:,e ;1. l~n~~:~!~'i:. 1: s~ga~g:'ie~~ gllj'erta - Allora... :.t~~': J:1 ~=Ori 1 adip~~C::~~ ~ d:~i:n:~~ra !ace.vano I. lo- Giovanni - Allora? della tua !ut.Jra moglie... tua m:e:ir~ed:Oi:o ~,azzol ~ lra~erto - L83Ceraiprima l'al• :of~~•f~rin!a~~=ll:oia~• ::i~~ ~-.{;;:-!: - E' ~. ';edro, i ~!~:';~"k -;aB:C~!'."n!;~!;: ··· ~lvaa::t:°·Nostra? Pedro _ La nostra Tomma- llamone più, se non lo de.si· Rachele - Sarà per Il flglto sa ricordi? avrebbe parlato derl: tutto questo slgnlllca che che avremo, se tua moglie ce di:}1!1rt~1tro'sra11co.d1 rt t ~a ~~~I n~af8:Stf staccarti loC:1~~na~~rlmi1~t~tà1 uccide.n– eon le sue ldl'e ~~ !11~~ •. ~"s: ch~~vl~n:~ - Sl, ~ CO.!l- e doRa~~:~~n~-·Tacl,mlctno. Ho ~~~~ 1 ~ruv~ie!~hf~ JUal'- Berta - ~·che lo ti dia Ja :!!t~~~ d!m~:C"J :'eJWf': co:~d'i~av~v:no st rl~~~~Iv~~~~ vo~~t:a~f ~ 1 ;ac:~:.. :fu°e~e:ah~.8c~~,e s~; u~~~~~ 0 Q ~~~:r:a~:.~ae n;er~ :t~i~ la 1!,~~°nfà ~I ~ribatta contro i\!O~~•lv~~ ~l~I s~i~o~Jhil capace di vedere bene I altra... Giovanni - E' cosi... marito di nostra figlia li sai• cos":~1:gil s;,~'c.~ 1 rg~t. siete Berta - E cosi sarà I vatore della nostro sitUazlone Pedro - Tutti? Marta - Scu,a, Pedro, tu_ noi Tu... P~dro - Ma In fio del conn ~ comprensibile Il filtro di quella vedovella... Morti:, - Ah I 1mbro111one, e COI!... Pedro - Ho occhi anch'Io, ~r:r~Ov:n,~I ocehl sono sem- Marta - Plò d1 noi... Pedro - E che ne Hrt. di questo ragazzo adesso? Marta - Diamogli 11 per- messo di venire, Pedro. Io pen– so che entrerà in casa. Pedro - E lei? Marta - Cl pen'° lo e la preparerò! Pedro - E quella relulone? Marta - Ma non vedi, aan– t'Uomo, che cerca di romper- la? Non te ne set accorto? Pedro - Sema dubbio, ma la rottura 111costerà. Marta - Ed anche se COII fOMe...pos.,lede molto, molto, e anohe ,e farà qualche saort– tlclo... Pedro - E' vero. Marta - Dobbiamo redimer- lo, Pedro; I suol genttorl ce lo chiedono. Pedro - Dobbiamo cercare che anche nostra flgll11. ce lo chltda. Da parte: sua la ragazza br3· mava la rtdtnz.lone di don Olovannl. Quella di dOn Glo, vannl o la propria·, E diceva fra sé: « Strapparle questo uo, mo e vedere com'è l'Uomo di lei L'uomo che lei ha tatto, che si è dato anima e corpo a lei... cosa le avrà lnsegna- ~~1 i::sae::tr:11~1;;~~~1~~; lei•· mi~t~a\~n:~~~t:r:1 K:~~!~:: Rachele era Il suo Idolo. lii Il povero Giovanni, omtal ~~: s~~n~~ta ~:n~~o !~ 1 11 demonio tentatore. Dietro a 16 aveva Rachele, e davanti Berta, ed tntrambe lo trasci– navano. Dove? Egli presenti– va verso la perdizione. Si ,a- !{ab~1•!:f(::.u::u~%iaJ'a~ol~( sentiva slmlle a quel bambl- ~fn:~!fu!a~al:~~ene~u~~~~~ sapeva Quale dt loro, R Ra– chele o Berta, lo voleva Intero per l'altra e quale voleva di· vlderlo per darlo allR morte. Oli occhi chlart ed azzurri di Berta, la fanciulla, slmlll ad un mare senza fondo e 5enu sponde, lo attrae,•ano verso l'abisso, e dietro a lui o plu~ tosto Intorno a lui sentiva gli occhi neri e tenebrosi di Ra– chele, la vedova, simili ad u– na notte senza tondo e senr.a stelle, che lo spingevano \'er– so lo stesso Abisso. Berta - Cm'hal, Giovanni? Sfogati una buona volta con me; non sono forse amica tua dall'Infanzia, quul tua IO– rella? Glot>annl - Sorella I... sorel– la I•• Berta - Non tt piace che lo dica di essere tua sorella? GIOt'annl - Non ho mal a– vuto sorellt, ed 'ho appena co– nosciuto mia madre. Non p05- so certo dire di aver conoselu– to una donna ... Berta - Proprio tu I Giovanni - Donne si I Ma U• na donna, ciò che si dice una donna mal. Berta - E quella vedovella, quella Rachele? Berta si sorpreR che le fC\S– se sfuggita quella frase. se.nza alcuna violenza, senza che le tremasse la voce. e persino che Giovanni l'avesse a.scolta- 1:1 con pertetta calma. Glon1nnl - Quella donna, Berta, mi ha salvato; ml ha salvato dalle donne. B~rta - TI credo: adesso però... Giovanni - Adesso però ho bi.5ognodi salvarmi da lei. E mentre parla,•a, Giovanni :r:l ~\° !filt!1°1ode~p}:~: ,a con maggior violenza nd a11lre. B~rla - Ed lo posso aiutarti In questo? Glorannt - Oh, Berta, Benal Berta - In10mma, è eviden– te che vuol che lo sia la pri– ma a tare la dJchiarulone. Giovanni - Berta... Btrta. - Quando ti sentirai iblioteca Gino Bianco UNAMUNO Giovanni - Si, se.I la mia donna. Rachele - E Je1 tua moglie. Ed lo sarà tua madre e la ma– dre d1 vostro tiglio... di mio flgllo... Giovanni - E se non lo a– ave,.slmo? Rachele - Non dirlo, GI~ venni, non dirlo. se non lo aveste? Se non ce lo dà? So– no capace di... Giovanni - Taci, Rachele. La tua voce ml fa paura. Rachele - ... di farti l!IJ)OU· re, dopo, con un'altra, Glcll(lnnl - E se dlpendcue dn me? Rachele lo allontanò con un gtitO bn.i.sco, balzò in piedi !erita, guardò Giovanni con :u;, rd ~apuscl::rat~a'gia~~~t1: che le aveva attra,·ersato Il petto, aprl le braccia al suo uomo, grldandoi;ll: - No. vle- ~11!;11~1~1~~n~e~~~è1· v:g~fo~ !lgllo se ho te? Non sei mio !1gllo? E dovette coricarlo, fellbrl– cltante e senza !oru. V No, Rachele non accette) di essere presente alle noue, co– me Berta ed i ~nitori avreb– bero voluto, né tu COltretta a ricorrere alla acusa di un'ìndl• spostz.lone, perchè si sentiva veramente male. Racliele - Non avret mal creduto, Olovannl, che osas– sero tanto. Conoacevo la !atul– tà e la presunzione della ro– gllZ%ae del suol genltort, ma non Il credevo capaci di stl• dare cosi le convenienze socia– li. E' vero che I nostri rapJ>OI"' ti non hanno ,ruscltato scan– dalo; non cl 11lamomal pre- neppure voglio ruba11:Uelo. Giovanni - Gelosa? Rachele - Oelosa? Disgra– zi ato I M a credi, mieino, che lo pos.sa essere gtlosa di tua m oalle , lo, la tua donna? Per accasare e dar letizia agli spo. :: :1eror:hè :1::~o figli per Glovannr - Che set li mio cielo. Rachele - Altre ,•olte hai detto Il tuo lnfemo. Giovanni - E' ,·ero. Rachele - Però vieni, vieni QUI, ragazzo... prendi... 011 prese la testa fra Je ma– ni, &Il diede un bacio secco ~f~rdri~ 1 tec!~~:d!~on:te _e f~ ora va', e tal li tuo d0\'eN! con lei I E tutti e due con me. Altrimenti, lo sai, sono capace di... ,.~~•i,1!!!fc!~,17X"'dr~:,;J~ co: d•po,io "•' J!U♦ 11•r ro- 1,1/0111 polltlcli., protlcome11t• ~·o"t111wb(Id etercitare le ,11e /111tilo11I come vlc-eretcorc, Aper– tu111e1tt• e<>11tr(lrlo alla dUto• h1ro di I•rjmo d• Rlu•ro, "e/ 191♦ /11 c,lllato 11ttll'i,olo di P1-1crtttve11t11ra. 111 ••1111110 a"• :,~e!,. a:~r":~°:i,e1:o~· ,tr,~ot:~ a Parigi • pii tordi a He11- d11ftf!I, 11C'f/(I Hl(I ttTTo b<uca di "oz,onnllt4 /ror1ca•. NeJ 1930 1onu) lN patrio, o SolomotN:o. R1preH lo ,wa cattedro • la ,a,10vlto di comba1t1me1110, Fw 11011111,oto rettore a vita della wr11i,er,1td. i\lorl nella flott• del 31 dlc-e,ubre del 1936.

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