Fiera Letteraria - Anno X - n. 14 - 3 aprile 1955

Pag. .f VICINO AlGIOVANI De Robenis testimonia con la sua opera la piena vitalità e la funzione ancora destinata alla critica ,Il GIOHGIO LV'l'I Di Glu1eppe Dt Robertlt, l'fmmaglne più cara e quella def miei primi anni universi– tari: Il suo 1orrl10, la parOla, la 1ua pro- ~~a cfd:::;s~~~Ct1: a~J~e'J6gu~ 0 ~ft~ versftct con 1111acertn ana/a, co,asapcVOll. qua1i certi che, per chi u.sclva. come nof, da un tal catacl11ma. non cl sartbbe stata una voce che avrebbe .saputo parlarci; non cre– dct:amo. cfot alla pos.tfbllitd di un dialogo con eoloro che alla no.ttra generazione n01t appartenevano. Troi:ar1i pcrd6 d'lmprovr;i– '°· qua.ttcontro t.'09/iO non più 10ll. u:or,rl– re un mautro. Ju qualcosa di decf1ft:o, d1 utremamcnu importante. Firenze di quegli anni ('45·'46). desolata come non mai. chiusa e iilenzfosa 1tmbrai:a doverci neg.:ire ogni acCO{llftn:a: cicucuno portava In .sè le prime letture, dfapena la propria volontà in tante e,1pcrfenze negati– t.•e, in molteplici in/ruttuo,l richiami. E perchè ora non riconoscere, a dlstanta ormai di tanto tempo. che l'unica voce per noi è ,rata la ftl4. -'"O Il primo essere con nof e Il guidarci nella no,tra ricerca. .suol f prlmf problemi le prime calde e appa.t• ~tg;a::.,trf~~~h-~ ~.,:r: 1 :"::rJ /?~;1:~ ger1i avanti, .se qualcuno non ripiego tuglt f:i:ne 1 c/~faco.s!~n~-::i~ !~~7,t'::;°gi~~~c:,:~ ml, Il unao e la /ede, quc1tl è arato De Ro– berti1. e a lui dobbiamo tuW la fiducia che anima ogni no,tra lettura. la 1peranza di un lat:oro positivo, per cui fl 1acrl/i'clo non conti, Veramente un maestro. che mal non ha ri3Partnlato di sè ciò che 1apeva sarebbe stata /orza e so,tanza In noi. I! disposto a &egulrciper vie tanto dfvtric, .senta doman– dar&Iche cosa ogni $CO/aroavrebbe dato nel futuro. attento unicamente alla no.,tra sln– cerltd, al nostro impegno giovanile. Quante volte abbiamo r,ercor,o im,lem.e.. pietra per pietra. il tratto di &trada che vo da San Marco al Duomo. quante volte nei colmo del tuo di,cor&o ho dimenticato fl tempo_ Oggi ao che tutto cfò che ha detto. a me cd a tanti altri, ha un valore straor– dinario: è tttata la parola più vera. la voce p1ii /lducio,a di que,u noatri anni, eh.e ci ha In.segnato a capire ed a penetrare non 1010 un. tuto, non 1010 un.'upreufone di poc,la, ma veramente ha 11aputo darci un « meto– do• di vita e di ltudlo. un e1empto a cui conformarci, e per Il qua/e rea/mente non ci Jo.s.serorlservt', .scoperta la realtà del suo ln1egnamento t.'Oltoco11tcmporantamente al 110.,tro presr,nte cd al pauato In /un•lonc di esso. ta~~ ~fg:c!n~lt~ld~!e~~d:1 1n!z"~:;~~er:~: voro. e 1a che ogni riga letta e capita. che ogni parola ,critra e .sol/erta ha un 1uo 11- gnfficato. queato è dot.•uto a De Robertf.r e non .roltanto da parte mia e di quel/I Cbe ,ono 1tat1 con me In quegli anni. Quanti .siano I giovani eh.e nell'aula uni– versitaria o per le 1trade fiorentine hanno imparato che CO.Ja.sia la critica. e quale Impegno letlerarlo ed umano ,t a1.tume11ero 1cegllcndo un tale de1tino, è inutile doman– darsi: mOltl certamente. e ad ognuno De R0• bertf.1'ha 1aputo in1egnare con le parale e Il rorr t,o che gli II addlctvano. Nell' avvicinar.si al giovani per De Robcr– tl.s non G1 sono date rl.scrve; per quc1to, cla.scuno df noi ha ricevuto da lui quello ~hfti~r:'1:t!:":,~:,:a;:::;~e h~et~"c:'::.~~~ bll(tà di creare una e ,torta• attra!N!r,o la realtà della propria cultura e del proprio 1cnttmento. Una e storia• veramente, che non ,la ,aggetta a1 mutare df un credo e.stetlco o polftfco, una ,toria di cui l'opera poetica Ila l'e.sprulfone pll alta. te1tlmone di ogni umana crl1i di ogni rtcerca di pen– siero e d'arte. In que,to ,..n,o ogql che alla Crltlc':I 11 dice di non crede-re pfll. oggi che =~ t:r~"delaa l/;)J~~e tflrt~r:c~~o d~1:/::'e;; Roberti.s tc.stlmcnfa con la ,ua opera e con la 1ua ,cuoia la vitalftd e la /un2rtone anco– ra de.stfnata alla critica soprattutto ora che, al d! Id delle appaufonanti prt»pettl11e di tante e.sperl1nte. rc1ta lnS01titutbile la ne– cc:s.ritddi un equo giudltlo. Il biqno di a,– sumere ciascuno la propria re,pon.sabllftd, senta /aclll dff,~e di gr,sto e di cultura. ln- i~~~~:n:; :,t;,,fm~on;f~~f~°ccft':':1 ~UJ~ opera, la propria «storia•• quella di tutto un tempo letterario e di COioro eh.e in uso sono guida etf e,empfo. , GIORGIO LUTl iblioteca Gino. Bianéo LA FIERA LETTERARIA QJNAPEHSO~/U,E A{;CJEZIO~E DEL TEIHll~E "STILE,, ,,.. Giuseppe De Robertis e la sua critica "stilistica" '-li Accos tarsi allo s tile di uno scrittore vuol dire penetrare nella sua «Jeconda vita»: misura.re la portata della s,uzinvenzione e sapere qiumto essasia costata n nome e t'opera di Ol111ep. pe De Robe.rt!a &Onolegati or– mal da una particolare acce– zione del termtne dl e ,tne, e di e critica 11till.sUca ,. E ml rlrerl.!CO ad una partlcoh\re ac«zione, per dlatlnguere au– blto Il valore che questi ur– mlnl hanno nell'ambito della crltlcN derobertla!ana di con– tro a quello che 1l$1UmonoIn diverse correnti d! critica fl– loiogfca e linguistica. e Stllt •• è 1tato detto a defluire Il aen– .so che a ~aume In De Robertla. e come somma tot.aie d! tutte le facoltà di uno ,crlttore • (Carettl), ma aggiungerei, precJ.s11ndo: come e luogo, re&Je, espresso, di quena fa– coltà. 10tlollneando fin da principio l'L5Se'l'lzadi ogni ge– nerlcitA nella !Ul crlt!ca, la sua e~trema aderenza al t~lO ed al testi. IA sua Intrepida umiltà di fronte Rd essi. ~ Sti– le, come crls tallluaz!<)n'! , nel lato, di quel mlsterlo.ro 11ro– CeMO,che dalla sommn delle fA.ColtAdi uno scrlt.tore J}('tta nlla pagina scritta, come ter– mine di Quella traletto:fo (01 quel l,.voro) c.hE- d11.l1a pre:1110- rla della J)Oe:Slaconduce a quella data ooe,da, essa aola ed lrrcpet.lbHe. Con t.utto ciò che urui slmlle I\Ceetlone com– port.a: fedeltà a.s...<oluta l te– rto. alh, sua realtà di docu– mento e esoreaao •· ed Insieme al valore dell'c ln~prts"O • che r.s&O sottende, alla sua fermez– za di co•a creata, ed lna!eme ·"'-· di ADELIA ~OFEHI alla mobilità del Pn>ce610 di creazione che In esao al coa– gula e al deieanta, con l'ocehlo &empre rlMo al due termini del rapporto, Il cui rl1ultato 6 ' Jtfl~;~°m~a u~~A&lna che porta Ja data del 1941: e Con• trapponendo tra loro I due Pc· trarca, nol non Rbblamo che adombra.to la dialettica del due m omenti che In Olmi poe– ala veNI, dl ,·olla In volta, vi– talmente, al aucced.ono e ne– ceult.ano: due momenti che si rlfrMgono. ripetono. ra.vvlva.– no m attimi medesimamente cont1'11PP<>6tl, d llJ'Rdoe valore diverso. ma vltall a un modo, necCMArla un modo. e allac– clatla•lml In combattute pro– oorzlonl, mai:tlco s))e'cchlo rtel– la Intera vita. Anche Il P'o– scolo parla dl "mai;tla",.. ln quo.sta maf{ln not vl"dlamo lo nnnullamt'nt.o .la dl&S<>lm:lone di Olffllplactre rormale (ooe– all\ d'arte che att!na:e 111lora un11,uhHme orimordtalltA, un11 ~lieti" orhtlnArla\, e ooglla– mo il valore dell'arte In que– #to come Inventare un11,secon– <ifl vltA, In que.~t.otnlraeol030 alto volo che P nu~t·1m·,.ntare, In que11t'llrtera.dlcatl\ nella vi– ta e nel tempo st.@!soalt:at11 ""'to che non ge ne vN:f .. q111\1l p 1 !i ti leg:Rme_, > {Studi, p11- glna 46>. .A~tanl 11ll0 !'1òt1lf ' di uno ,crlttore è 11.pount.on" netrare In que.o;ta e .!!CC <lnda vi ta • In, vrntat.J\, t'd anrhe mhm ra.re la p0rt11.ta di ouell'lnvenzlone, e &8.l')f' re quanto eua ,la eo&•at11.. E' chiaro orma.I quanto l'ac– cezione derobert1&.lanadt esti– le• e qulndl dl e critica atlll– sUea.• ala lontana da quella rondata wlla tllologta In ae.n– so atretto o sulla linguistica. E non Intendo natura.lmente fare conrrontl di valore, ma proprio di qualità, per evitare qualsiasi equivoco: I rllologl ed I glottologi partono dn un e311melinguistico di un te,;to o dl un autore, esaminando le sue " scelte • Individuali e I ,uol Impulsi espre•~lvl per confrontarli co n l'Ist ituto lln• sru1ar.,1co 11ulla ba.se acceUaLa del v,tlorl eaortsslvi (Devotol: oppure dalle e devlAZ!onl'• f, art1coh1rl da un paradlJntA lngulatlco comune, per rlsall– rt attraverso uno strenuo eSA– me di esse al e denomlnlltore comul')e• (l'c etlmO aplrltua– lc ,>, Rlla e r11dlce p,1lcolO<?l– ca >, cloà. che cl ,velerà l'a– nimo dello 1crl\tore <S:>ltzer) :~~r~ 1nd~:~ ,~~~ n:im~ 1 ~!~ zlonl di rlcèrca, di e &euole io 6tlllstlche). Mentre la e 1t111- 11t1ca • di De Robertls pfl,rt.e dal tc.,to per rlt-ornare unlca– ment.e aut testo, In approa..,1- maZlonl sempre più pro ronda– mentc: seavate ver.so la 110- stnntn t;egrda di C i80. La Po tutto l'iniziale Javo.rod1 ap– Ptol!41rnazlone. la Infinita pa– zienza delle letture. le anallll minute e I continui ratrrontL quello e scheda.rio• umile e mt– nuz.lo.soche dovrebbe sottende• re qualsla.s1 discorso critico eu uno &erltto.e; ma una filologia non fine a 8è ateMa. benal vol– ta proprio ad Integrare Ja pro– prla eu.tleua &elentlflca con la mu,lma apertura luctata al e mlattro •• all'c llle$prlmlblle • della poeala, aJ senso compJe&– IO di quanto accade nella dl– men,lone della pagina acr!tt.a e ,opratt.utto alla unicità ed lr. repetlblllt1 della eruzione poe– tica. che pone di volta tn volta Il crtt.lco non dJ fronte ad un ~!1g~~~;lu~o:ia~~h:1~1:.'~~ l'ultimo scatto di una lnven– Uvlt.à che ha con,umato nella J)llrola, nello e arne io, tut..tauna ,!!COperta o acgrtta umana fati– ca. Cono,cJamo quella 11,pecle diamo anche l'ammonimento derobertillano contro I rtschl di un11eventuale .schematlz:r.a– zJone dell'anaU.st stlllstlca fllo- 10§1ca,che deve mantenerr In– tatta la propria assoluta ela– atlc, lt.1e la cape.cltà di cogliere nell' e.sp~ lone poetica Ja in– divi dua le preistoria alla quale è leftata. SI rilegga, appunto, ll e BJ– itlletto per Gianfranco Con- ~~Ìci. ·:::i,q~r~rs:m~r r·ti e compensi attigui • e dl e com– pensi a dlataaza. io. non corri JI rl5chlo dJ llvellare un poco, planmcare I dati esoressivl; sottrarre qualcosa all'!ndlvt– dualltà dell'espressione? E' un mto dubbio. e non vorret essere fratnt~: chè la mia ambizione è di tenermi II più possoblle al– l'unl&ono con quelll che lo con– aldero e poetici emblemi•· re- nlanl •· pag. 169-70). li crltl"o deve glunq:ere a quel e poetici emblemi io percor– rendo una atrad11.In fondo 11.S· u.1 simile a quella dello acrltto– t'f;: fatica, lunga pazlente f11tl– Cf\ d! appro,slmazlonl, ma per– ch6 alla rtne ~"a non al arre– •tl ad una descrfzlone renome– nol01tlca. ma arrivi, cosi arma– ta e fortlflcatL ad addentraral e acarlcarsl nella "caratterlz~ r.azlone • di quegli emblemi 1teMI. come portato ultimo. e premio, di quella ratlcR. «... nel fare opera di critica è necessario guardare a\l'lm• pondera.bile, acquistare Il sen– so dell'lmponderablle; e nel lea:gere, rapire Quanto si può ~~~I d~riJl~;gn~~;Jae~~ap~ cedono il giudizio• (e Saggi•• pa1. 151), ed ancora: e ...ma quelle tali distinzioni, In un certo seiuo, farle e lnaleme di- • m~ntlearle: vo1llo dire, dopo fatte, provare ad avvertirle con la mente indovina, e col ,rusto pronto, più che con l'acume sottile dell'intelllgentn che 11'appllchla un esame pru– dente ... Inclini a quell'lnetra– blle che è tanta parte della espreutone e della poe11la• (e Primi Studi Manzoniani•• pai;t.31>. già tutt'Uno con l'lmpeano mo– rale di e1trema chlart:na e re– deità, che ,ta alla bue d1 tutto Il suo lavoro critico. « Com– promettenl • era quell'Indicare, aul testo. la poesia u abrupto, aenza vie di scampo psicologi• che o filo sofiche o che altro; ma tut.ta quanta la sua opera, ~e~z1~':i~ .1aer~!!11~ 1 ;!~fa~ :~t~~~:~~~~r:en:f ~ud: f~l~j e, nella sua essenza, sarà un « compromettersi I sempre più disinteressato e scoperto, ma j~d~r..,~r:Paifflf.lù annato. di Al parlar perentorio del pri– mi annl succederà IJ dacorso « calmo col p!O~!bile di pJ"O,- ;~le t:;:~::;;n (i,!.:,e~23f.arrn~ alla e struttura analitica ed eaempllflcatlva, perehè mlran• te a dlstlnguert: e definire con ~~~tadrJ~c!..~:n~ 1 :~i ~~~:I leM!::!f1::a=f le(pc~f8J:1~Jj sono appunto li suo mOdo di compromettenl sino all'estr&– mo, dando le prove tutte sple- f:.tec~~ ~~d~~r:1:~ui~trà precisa. e direi vittoriosa. del suol giudizi, Non vi sarebbe nulla di più eaemplani, che seguire Il criti– co nella • storia • aperta delle sue opere, ma non 6 que1to Il luogo per t.racclarla, e del resto ~~nib~~~;~ntit~:!fur~~ da Luciano Aneeschl. Nel qua– le tornano tuttavia con trop– pa frequenza es1,resslonl come • sottile epicureo•• « vaga dol– cezza•· « soave e felice storta seruilblle dello stile• ecc.. che pot-rebbero Indurre a vedl!!re quel lavoro come una sorta di superiore svago, di assaporato piacere nel rlnno\'atl accosta– menti alla poesia; mentre lo :t~~':~hr~:t~c!I := tata senza comproml!!MI. per armare sempre più, sull'attn– to di una intatlcata esperien– za, la punta acuta del gusto e dell'Ingegno, capace di tocca– re, lampeggiando, la zona di ombra chiusa nella poesia. Per questo appunto parlavo di una storia esemplare.: nessun pre– giudizio, nl!!ssuno. teoria da svolgere o da comprovare nel ::::nt:gl!t~~: : ~:r:~::u~!I testi, e la sua pazienza, e, In cima ad essa, la sua divinante Intuizione, «•. .c'è chi trova lu– me nella fatica del proprio Ja,– voro, Indovina dall'esperlenia, e I suol pratici apprendimenti. :C~~ t~l:.r}t= 0 ~~- t~ detto; Ch6 I praticanti son ,;1},t~m~)CSt~~~n~a!'!~~!~l .~ pale ~ 1 ~ - e rorse perciò cosi ferme, Illuminanti - arterma– zlonl teoriche Che scandiscono la sua critica, le vedete nasc& ~: :Y!":,~~~ S::~Y ;~,: 0 ~ Domenica 3 aprile 1955 VAUA~ZE eol Dellobertis ,,.. di NICOLA LISI Fu nel corso dell'anno 1939 che parlando col Dc RobertU, nei no1trl Incontri ,ul marciapiedi dt tria Ca-– vour, /ra Plaua San Marco e il Duomo, stabilimmo di pa• ,are auleme le vacanze c,tlve In Mugello, Egli non cono,ceva allora, ,e non dl 1/uggtta. quella Tt:i:, d:J:iruc:t':~f,7~r~ae~a":h!o~a sg:~J1~. '!~1/J;::;: maggiore. Le attrattive del Mugello, per uno 1pfrlùi Jln.e e at– tento, 1ono, senza dubbto, molte-· potrei cimentarmi ad IZ.. hutrorlc polche In Mugello sono nato e gli sono rima,to, iir:a t::i:: l:~~:;,,/':O~e~~ck~u:e;:.:t':.a1~c~rc:::: nanzc ,ono, plfl di quanto Il voglio, ampie; dirò soltanto eh.e non certamente per ca,o là pla(:que a Dto di rinno– vare la ,cmc-nta della pittura italiana con Giotto, l'Ange– llco e Andrea dtl Ca.ftagno, A nord, un poco plu In su del pae,e di Scarperia - la cui nobiltà di .schietta origine /lorenttna, non è mal ve– nuta meno, talchi la gentUeua del costumi 1empre tn ebbe U soprauvc-nto su quanto di torbido han ,catenato, ml se-colf, le ,regotatt pa,,tonl degli uomini - i una mia rudlca, modcstlulma ca.aetta con le pareti e,terne dipin– te In celeste A poca dl11tonza,vcr,o ponente, ve n.'ha un'altra: piut– to,to, direi, una fetta di ca,a, la cui facciata, In antico, era dipinta a nrt,clc parallele bianche e roue. con la meri– diana, alta, ,u un lato. La ricordo come lontana 1iuclta– trlce di pen.,lcrl poetici, .sebbene lo non ml rendu,t con– to, ali-ora, che foauro roll. ProTJOslal De Robcrtù di precturla In al/llto e Il ca.10 oolle (o la mia /ed.I!?)eh.e, appunto, /011e libera da quella e,tate, euendori Il pro– prtc-tarlO tra.,/erito a Prato, Fu, dunque, nella pienezza del 1Pl9 e ,ucceutoomente dd IHO che, In una comunione di al/etti per/enonata, ur– to, dat rapporti felici che,, e,1tc1ero/ra le no1tre famiglie, imparai a cono.sccre e ad ammirare l'ardente bontà e la /erma one,td dell'uomo, eh.e-cono&eet10e- Jltlmavo come letterato e come studloao. Ciò che ml colP1, sino dat primi giorni dell'estivo 10- dalldo, /u la sua fedeltà al lavoro: regolato, sempre, da una breve accetta, Interiore, dl,Mpllna, Velocemente, qua– li In un ritmo di etcrnlta, sono pauatl altri quindici anni ma, per quel che io ,o. usa non ha 1ublto mutamento. Quanto dl~r,o Il ca,o mio, nel ,uuegulnl di entiula– ,.ml t di p!Ct lunghi aco,amentil Nemmeno fl dulderato con/orto della presenza dc' ,uol allievi che lntrltava, di frequente, a pa. uare qualche giornata da lui, era motioo di lnt,rrurlone olla paziente e perciò amorosa fatica. Lo festosità di questi incontri cominciava 1oltanto 1ulla 1era pttr e1tcndeni nella nottata. Le nottate mugeUane, cosi va1tc. meditative, silen.dou/ Rammento, /ra quanti ne co, nobbl, un suo dUcepolo prediletto, per Il quale aiieva tene,. reue addirittura paterne: Il giovane poeta Bartoletu, eh.e dovevo morire poch.i me1I dopo nella, allora, nanch.e lm pcn11ablle,guerra da Ruula. La sera, .softc, Il pergolato, della mia ca,a, oh. come Il De Robertl11 fnristc-110 nel /armi raccontare l'atWcntura mattinale del mio vagabondare lungo Il crinale-, da una mt Interrompeva, 0'7nl tanto, 11cotendo Il capo per giunta cima all'altra, dell'appennino/ e Set un barbaro!• cosi Ma ,e poi raccontavo delle radure erbo,e, preuo alle ca,e sor11entl. dove ml ero fermato a 1crl"re, fn un quadcr netto, brevi racconti conclu,liil alle mie vUlonf e medita, doni, allora ,1 mo,trava soddU/atto: sorrideva con negli occhi lCJluce di un raggio tutto tuo. Perb egli non riu.sci a rendermi con/orme alle ,ue vlrt& e alle ,ue abitudini La serale ,tancheua dopo Il lungo camminare, mf cc> .stringeva ad andare a letto plil prc.sto di quanto egli dui dcraue: /u que1to U motivo per cui abbandonb definiti vamente la campagna mugellana per Il Forte del Marmi dove le notturne con"r1a.tlonl tetterorle 11 prolungano ,cnaa mettere In di/licoltlJ neuuno. talvolta .1lno al rin novato re1plro del .sole. Nell'estate del 1940 era già, da qualche mc.te, &cop plata la guerra. In citUl, come ognuno rtcorder4 (ricor• diamo cod poco!), con U razionamento cominciava a /arri 11entlre la penuria dei viveri. I contadini, con trovate di o onl 11or ta,facevano tutto Il poulbl/e per mandare al• l' amma.uo il minimo del raccolti. Pcrcib baftova lllr,irare un po' di fiducia perc hi ce deuero, .spe,1,0 anche o prt:Ui abba1tanza onc1tl. Il po.ne e l'olio.· cibi elementari e ,.a cri; eh.e allora, pii, fa cilm ente di oggi. apparivano tali. Il De Robertl,, fmponcndosl al /ammari. fu Il solo. /ra quanti, cittadini, cf trovavamo In campagna, a non appro– /lUarne, La dlaclpllna tmpo.1tcul, •lno dalla gforc-ntfl, ~ amor letterario, atieva ormai talmente 110tuto nn'uomo da perfezionare la ,ua Indole a1Jettuo11aIn un aentfre cri ,tfano, un po' rigido e partigiano /orse, un po' errato dunque, perchl /rutto prlnclpo.lmcnte di a1ti(Ufonl mc-n tali phl che di etperfenz:e vitali. Que,to rtoore sorprendeva I contadini eh.e abitavano vlctno a noi. E a mc, che all'uomo della terra ,ono. In de– /lnltlva, per una concreteua accomodante alJlne, pii} vol– te contadini esternarono la curto,ltd che swcltova In loro fl suo modo di vivere. Ricordo che una mattina, tornando verao CO/ladal Giogo dl Scarperla, ml accompagnai con uno, di muta ctd, che aveva la /alce in llltxJlla.Ad un tratto, ma come .1e aue,sc avuto Il proposito di rloolgcrml, da tempo, quella domanda, ml chiese che co.1a /aceue Il pro/euore, rin, chlu10 In ca.aadalla mattina alla sera. Sarebbe ,tato di/· /!elle spiegarmi altrimenti e perciò gtl dinl: e Scriue •· Ed egli: e Scrlr;c? Eh! Piacerebbe anche a me di ieri– vere •· E palchi io aggiunsi, tal quale come se una /acile preci.sculone /oue dout"rosa, elle scrivere come faccr;a il De RobertlA, equivaleva qua1lmc-nte ad una lninterrott4 :r:r.s~~~-r:·~~ ~~~t,~:.'~~ :;i; !uu:::.òv~~1:u:?a":b~t:e 'd, '::t: di M. Ah, al anche a me piacerebbe acrivere! •· NICOLA LISI Proprlo verso quell'Imponde– rabile e lnerrablle chiuso e rer– mentante nell'Interno del dato es,rirHslvo, si dirigerà U lavoro voro • le aveva suggerite e mea– se alla prova: come conclualo– n~. ma sempre aperta, dina– mica. di un'esperlenza che ha di volta In volta Inventato da sè le proprie vie e le proprie armi. Sono stati ratti del no– ml: Blludelalre, Mallarm~. Va• l~ry; ma In CMI De Robertls avrà, al più, potuto trovare QUAichealta conferma: Il suo modo di lettura, come la sua critica, si rormarono In realtà unicamente sul testi di quel poeti che andava scavando. s11------------------– peral ad esempio al valore al– tamente fomtatlvo Che ebbe, sia per ti suo metodo che per Il Unn rolo del '47: De llol.Jerth1e L:111tr:1ncoCnretti e radice pslcologlcn io che (! In mctn della atlllstlca grltzerla- :tgo:~iraut~/;:rcc~e ~t~:it~l~ In questa Indagine, che ha collo nello e slle • proprio Il luogo In cui quella radice al annuii!\, o. per meglio dire, ai e Inventa• una esistenza ed una realtà diversa. Ho accennato a que~te que– Btionl. del resto anche troppo evidenti. proprio come chiari– mento termlnologlco, cosi co– me cl dovremo sorrermare i;u quel tennlne di e ftlologlR io che rientra neces-51\rlamente In un di.scorso sull'opera di Dc Robertla, e del quale occorre atablllre aublto In qualltt\ ed 1 limiti, e quale posizione esso occupi nel suo Javoro. Ii fonda– mento rllologlco appare difatti Indispensabile come primo atrume.nto di Indagine da eser– cltarJJ su quei testo che coatl– tuLsceuna realtà lnt.egnle, tut.– ta da detlfrare: ad e.sao fa ca• ~~~~lrom~tt!c~~ :.tf..;:. P: greta, senu. arbitrii nè rorza– ture, ma appunto con la Jen– tNU di una penetrazione che non tralascia nessuno stru• mento, nessun appiglio, In estrema ·mlltà. e Sta, Il capi• re, anche in una sorta di "ral• lentato "... Tutto dipende da ciò che 111 cerca, dove si vuole "nrrivore "; e per arrivare bi• sogna rar vlaglno. che quanto è più lungo, pio cl avvantag– gia. Quel "raUentato ", lo dico, è Il solo processo \'ero che rifà in un certo senso (In un ehla– ro senso. anzi) Il processo e !~:~adlde~~en:5°~s1:~laRr:: diamo dunque a scuola, da bmvl, rlsperlmentiamo luni;a– mcnte ...• On « Il Nuovo Cor– riere•• 9 ottobre 1952), La conoscenza delln Intera opera di uno scrittore, l'esteso perpetuo commento, le analisi tll stile, I rartrontl, e l'atten– zione rivolta ad ogni partlco– lnre (suoni. ritmi, questioni metriche, rispondenze di equi– libri strutturali ..,): questa vi• glle auscultnzlone, vale solo In ~~~ntgJ~n3i ~:~~fo~e~I~ quanto cioè venga mantenuto IOstretlo rnr,porto che ,,1deve eMere e tra e analisi e le con– clusioni•• In modo che & le conclu slonl I vengano e portate qua.si I n palma di mano dalle anali. si• <• Primi Studi Man– zonian i•· pag. 183), e queste conrerlscano loro e autorità e verità•· Solo in questo modo potrà essere evitato qualsia– si Impressionismo come ogni schematicità di problematiche astratte. Aveva cominciato. De Ro– bertls, con esercitare questo aaslduo lavoro di lettura (si vedano le sue osservazioni, per certi rapporti, sulla e lettura 1 di Carducci, e di Vitelli, e di Barbi, e di Serra> Incalzando, giovanilmente, la poesia: fin dagli Inizi tenno a questo Im– pegno di fedeltà, ma per glun• gerc d'un balzo al punti di ar– rivo, e Isolarli come e fram– menti•• capaci appunto di con• f~f~rcm~:~r~r~I b::nv: fur:u:: poetica. • Critica rrammtntarla di momenti poetici, Riduzione del• l'esame a pochi tratti isolati. e di quel che si dice '' essenzia– lità"•• scriveva nella • Voce•· cd aggiungeva subito: « Tutto come document-o e col docu– mento, 5egn11re la pagina, la riga, la parola. Senza mistifi– cazioni n~ scappatole... Blso- f:ac~~m1Pi~;~t~~rsfe~ie~~it~ ~ucon z!:ntjK~ 'iJ~coe ~= lunga ope.rn di scandaglio con– dotta sullo Zibaldone e che portb aua perfetta rormulazlc>– ne del suo Indice, Significava e assistere ad un lavoro di stile minuzioso e pur sempre vivo, come gl tratta.sse, t.ante volte, delle varie stesure d'una pa– gina stessa, e magari d'un pen– siero solo e d'una sola lmmR• ~r:.ie~0~s~i:l~~.v~I~~ ~ servarle, non sono nè esterne nè oziose, ma aiutano a entra– re nel segreto dell'arte di uno ::J~ t.to~ ar mr::fi~raci\eI~ ~Ù pazzi della cr1tfca grandemen– te Ispirata• (« Saggio 1ul Uo– pardl •• pag 123). Proprio questo e lavoro di stile • sefi!lto passo per passo r~~l?ce~lfnl~t:/la sc~d~~~~~ la via di quella • storia della ~f!,;1~1c~~~r~~ll~uo: fn1:! duzlone al Leopardi» del "'J.2. al suo colmo pacato motivato discorrere. dove Il lavoro è con dotto proprio lungo la ricerca di quelle « condizioni ana poe– sia• che 1roveranno solo nel '43 la loro rormulaz.lone espli– cita, E bisognerà allora rileg– gere almeno quella pagina che, cosi al centro della sua opera critica, ne assorbe veramente. tutti I succhi ed orrre Insieme le più libere aperture: scritta con la calma certen:a di una ln~err:rcl~~i"1~~ 0 cib ;~!rlatc~~1CÌe nellll vita di un artista pren dc voce e figura sulle. pagina {plil e men compiuta), tutto è fatale che accade, nulla se ne r:~~:; fu~rt~:. 1 t:r:oo~u~l stile) che dà senso e valort: a quella tal poesia, o alle parti colari rorme di essa. Spetta appunto al critico l'obbligo di rare la atoria di questa che lo chiamo « condizione alla poesia • e che altro non è se non un complesso di ragioni e di occasioni, da cercare, In gradi e aspetti diversi, nel pu– ro pensiero, nella poetica, nel gusto, ln altra espressione di poesia e nel lrnntuml di poe– sln, perfino nella non poesia; non però unn storia che abbia fine a sé, mll volta a quell'uni, :fu!l~e u~: 1 ~! 1:p~~,a~~u~r tale slancio, uno stile e una poesia che acquisteranno più e men di valori!!da que5t'esa me C'Ome l'acquistarono da una condizione più e men va– lorosa .• (Studi, pag. 13-14). Or;- anl:r.zare Il procedimento critico su quest.a • storia • in• tem a dell'oper a di un autore, non obbedi.ce a nessuno sehe– ma pr eordlnato. ma Nponde alla necessità dì rifare, col pc>eta, Il cammino che lo ave– va condotto a certe determina– te sohulonl di stile, ripereor- ~rTe~:o~!g1~\ =~~/ir!fe°i torta di umane e personali ra– (tlonl ed approssimazioni e ca– dute che si concluderà nel va– lore emblematico e • Qua.aldi, aumano • della parola poetica. • Storia della poesia, dunque, e, ricerca ultima, il ritrova– mento delle misure di quel• ~~~r,r~:; 42fee s~ o!;~op~h~ de quanto, con un simile im• pegno critico. slamo lontani da ogni 1JUStO edonistico del– la poesia, restituita invece alla sua Intera dimensione spiri• tuale. Ogni giudizio, ogni caratte– rtuazlone del De Robertia - e la sua penna ce ne ha dato splendidi esempi, In un Hn· guagg10 Insieme preciso e ba• lenante, colmo di suggerimen• ti - ha dietro di s6 la durata lnlntl!!rrotta di quella e storia•• !I peso di questa vigilata di– mora dell'anima e della men– te, senza Chludenl mal nella presunzione statica del risu•~ lati deflnltlvl, ma lasclandos sempre Il campo aperto al pro– pri e recommcncement..s •• a quel ritorni au certi temi e testi{ che sono altrettanti col- ~l :!,n~on~er;~~~ ~i:ir~ sia. (Ba.stl accennare al npe– tutl saggi sul Petrarca e sul Poliziano e sull'Ariosto e sul Leopardi e sul Foscolo, fino al recentissimi studi sull'Ortls non ancora raocoltl e che so– no fra le cose più algnlflcatlve apparse nel campo critico In quesll ultimi anni), La stessa. dibattuta, questio– ne dello studio delle « va– rianti• rientra con De Ro- ~art~aet?:1~r:ia1.a1gn d:~~f~~ filologico fine a se stesso. ma un tramite di più veno li se– greto della creazione artistica, In quanto cioè lo studio della poesia • nel suo rare • venga a :~,,~il:i !ute~~~~c: ;~t clsare Il suo carattere e tono. (SI veda, come esempio, lo studio e Sull'autografo del Can, to A Silvia .1). Non si tratta di eludere Il testo attra\·eno ciò che l'ha preceduto, ma lmpe- f:tS:1 q 1 :a:t:° 1r1 t~~e~t~~ Implica e risolvi!!. e La quutlone delle ,•arlan ti per noi ncntra In un più vasto circolo di rapporti, che sommano quella che amiamo denominare "condizione alla poesia ". Ma è un CU'COlo. b• ::;~r~~o t~rlt~~,erit~ (Prim i Studi Mar.zonlanl, pa– gl.na 131). E e 1empre coralde– rando la poesia .. nel suo ra– re", non è qulstlone solo dJ varianti ... c·e, In questa storia, ~ 1u;J~':Jrrld~• ~~fll~.t!: quelli che imprimono, per dJ. vlnazlone, li primo moto: da cercare anche qul!!sto, e altro ancora, E son cose che si ehi• rlscono, al vedono be.n sul fat– to. • (Primi Studi i\Ian,onla,– nl, pag. 100). Perche Il e fatto•· U tatto espressivo, e sempre quello che conta, rimane la sola m6ta conceua ad una operazione critica che non voglia sfug– gire In frange e fumi ma al ammanti di un reale impegno ~!: 1 e!tl~~:· fo•nt!~bS:':1f~j: te vero (anzi limite di verità). volger la /TICnte al ratto del• l'espreutonc. Qui si fortifica– no le scoperte reali, qui si In• frangono le Interpretazioni ln• debite e superbe. Noi dobbla. mo <modo onesto) avvicinare Il lettore a un'opera, e rare che tutto rlsorga dalla parola, sen– za. ,-tolarla •· (e Il nuovo Cor– riere •· 27 dlc. 1951 ), La critica stilistica di De Robertls si accentra appunto sul « ratto •· non teme Il 1uo rischio, Il suo arduo cimen– to. Basterebbe a dimostrarlo _ se non foasero tulto un esem- f, lo I suol studi cla&Sicl _ Il avoro che da anni vien con– ducendo sulla leueratura con– tl'mporanea, In questo campo ~~:t~~t~,~~I=~ ~~o ,.jn, ap. gn o del gludlzl o e la cap= di caratteriu.az: lone si debbo– no acuire ne l brt:VI!!spazio della recensione, a contatto diretto col testo, senza l'alu- ~ddr::iro~~t~~: ~:n~e=i nUO\'Olibro ,•enga offerto al– la loro lettura rru~ato e co– me pen:orso da quesle qualità divinatrici del critico. Le sue « citazioni •· cosi pausate e le– gate e soccorse dal suggeri– menti e rarrrontl e giudizi so– no ancora Il stgno del suo In– trepido w compr omette rsi•: ar– rivano o. rnrt es.se sole, cosi aperte alla colhabol"IL%ione del lettore, storia di stile. offerte alla nostra memoria come punii di riferimento In quel paeaar;glo spirituale nel quale l'uomo puO tah•olta trovart: la propria misura subllme del– la poesia. ADELIA NOFERt

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