Fiera Letteraria - Anno X - n. 8 - 20 febbraio 1955

Donlenica, 20 fel'>bràio 1955 « LA CASA ERA c,un; IJ1\l'fSfU,A CIIE SflllGESSE i,AJ, 111,IIIE » - ILMONDO I ANDERSON Il reaU.Jmodi Ander.Jon s'an·icchlsce di motivi favolosi, che lo abbel– liscono di immagini poetiche, di. annliJi liriche e rapporti fanta.stici '* di l<'RA~UESCJO DHU~O L'Gptra narra.Uva dl Sher- 1trflna teorl11 Intorno all'arte. mente muslc111le, fs subito pen• wOOd Andenon viene per la Che ~ era, per lui, Il veri- dllfe alle pro.&edi Andcnon, al– prtma. volta preaentata ai let- !.ffl0? La rappre&entulone nuda le origini medesime della nar– torl Italiani In una aHloge ac- t: cruda desii eventi, con • l'o- razione stringata ed efflc11.ce di cut'8la, che comprende li nuso mLsalone dl butto ciò che non costui. Lo scr\1.tore americano fond11.rncntale della pr05a dJ è fondato e l!mlt.a\.o dalla reale Potrebbe esse.re.verRmente con– uno dei ph\ rnp~cntRtM e.,per:l•n1tR, la negazione. delln .sldernto un nnrrtttore lirico scrittori a~ertcanl. (anwsla (cioè dell'lmmnglnn- tRnto I .suol 1n1puls\ !spirativi Il Meolio dJ Andcrson, tra- 7.lone), 1'e.o;cJuslonedell'Ideale>. sono genuini e generntort di ~f~c dLo~~ri:1:R e HJ~n~~l8~~ ne~IVl!~l~l~CV:«iul~~O lro::;:~st~: to~r11r~~~~~~le Nic~~~~eè lo 1954, PP; 1047, L. 2000), com- co, che poneva l'Rntltesl fra nrtlst11. dlonllllRco, che scava ro:1n~aa: 'g~;~~c~~~ci 1 ZJ1g: ~i~i~:~~ri ~~f 1 te:n·d1:l~~ 1 !lì.: !~ ~ro~~rn{!~rf1! 1 l:. V~~ ~rs:~~ ne.tarsi I racconti, che SI In- Jetteratur11. romnnt!CR che af- immenso dolore, con le sue ln- ~~~~tat :i=t~c'°? m~~~ rod11.J1 11 :~r~~~a~j•/e':v~~nfm~~~1 ~c~it: ;~~t;~~~~ol~'suco cl~~e~I~~ do. Sono 1 racoonll brevi a de- vluut!. Nè era bRstRto l'Rmmo- trnvngllo In un'Immagine mu– tumlnue la condizione umana nlmento di Goethe, che soate- sleale, che l! lmmcdlnta c.spres– dd Ulntl JX'J"5()1laggl dramma- neva la stretta colncldenr.n frtl slone, tlcl, che agiscono, oper1mo nel renle e Ideale. Lo SIRto di cbhrt'Z7.:\sarebbe mm.loro l)Rrllcolarl, lneonron- Ma scarsi sono I punti :U =i1~ 1 ~eo tgr~~t~1tc~~v~~~ut~= Questi personaggi sono ln- ~oincldenM rr:l Il verlsmo rrnn• chlloeo Il tipico esponente della dl.ssolub!lmente te.goti alla loro ese e II realismo narrativo poesia lirica. Essi e lo mostra- ~~:;n:r ~d~~I ~rrnotl di u~! :~ai~\:"c°osoAdf~~l~~,r~~l~~~ :~~ 'X~W~l1~~::.~ ~nnn~:~~= là dallR sorw rot'o1at1 '\.ra I alla nozione renllstlcn del mon- mo d'alloro. L'ehbre7.1J\ dlonl- :::!er10J~7i1/ella ylta, ta:- ~~i ~Ui:;le :!~~1~f !~i~trn~~ !~"r~;.~ 1 ~:a:~ior~~I a ~r:i1~m= ~nu rlmedfo e ~h~nu"~::u~ ~lfa~~rru c~~.a~;~~ll p~~~t~,v~ ~e pfttothe, che • n·enC loro ::!gifo~~n~n~. :v::t~ent:. ~~gh":~~~'!.~1 1~c1~ 1 ~~ ~~oda~ g:diae l:ì de1W~~ 1 b(j~~o In tra– ~rier:i~·~!gf~~~11:i~n;r~t- ::n\~;~~n~r:n~at~l lnmt~fto lu~~ gl:n~!err~nbec~~;t.cce:;rnl~~I; ~a~ 0 h r::,ri:~e~1°an U~'lari~ci,°Jri~~fa 1 1 l~ 1 tu~1 r~~~! fA ~onnti~:- ~oril~~;J~ 1~ 1 ~l~e~i:io c~i prl~J~eoie~t~et:;:~~1~:v~'\ mdi pu,rn Creazione faVOI0$3 .• ~~r~:tos[!P~it~tovi'~~~::u~ ~Id :S'2-e 8 ~~ ~~fu~t~6e:a:~ 11tr~ 01 [~p~i:1=r~11~~n: 1 c~~~~ ~;dhe m~n~~ df pg~e'!!ità.7. 1 i:~ madre lnvnndala. Noto ln unt\ stRblllta da Rosenfeld sulle In- qhe 11lqu1mto,e non si potreb-1 cittadina dcll'Ohl (nel 1816) dle11zlonl t.eorlche fornite da be alRne eon:oiiderare AndPr~n. trascorse gll nnnl ~lovanlU va: Nlet7..&ehenella e nuclta della In un senso pff'no della parola, ~ic~doa:~1P!~,1n a~a~~O~Ì ti tri;:~,\a ~rebbero le sorgenti ~e~~e~1_ro e lirico alla manle– campl; lntlne Iniziò la sua glor- della. J)OClla Urica? Ma il pnrniione andava fRltO LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SAGGl Dl LETTERATURA SUDAMERlCANA,SPAGNOLA,PORTOGHESE JUAN RAMON JlMENEZ Jorge Ycaza. g!o,,•ane scrlt.tore nlca.r11- guense che alcuni anni fa soggiornò a lungo In Spagna, viaggiò per l'Europa e \'enne an– che in Italia. entrando oggi a ta.r parte del- ~~~~~;1;~ ~~ 1 ~1~~~n s~e~j~f cf!"1ù ~~ primi del secolo, Il mae.61:lro del!n letteratura nlcnMguensc, IJ pndre della poesln sudame– ricana e li profct.a e vlvlftcatore di quella spagnola: Rubén Dnrlo. Ma occorre spen– dere qunlche pnrola per lllu.stirnre Il neoac– cadrmlco. di cui l1 poe141 P. A. Cuadrn. nella rlspoot.n Ili dL';COl'SO d'Ingresso all'Aocademln. cvoon l'Incontro avvenuto frn loro due e Il compianto Jonquln P/\.806.nella giovane Nl– car.\g\1a, In un clima di ardente unione ln– tellct.tuale e di ~er,ii?.!onc. PoUtlco e socio• logo acurto e profondo - è stnto deftnlt-0 una delle più belle menti del Sudnmor:lcn - Jorge Yoo:r-0non è un lebterl'lto di \()("a– zione. Ha oorlbto però vcrs.l e critica c, quel che più contn, egiJ è nel suo campo· un uo– mo di cultura. non un mero tecnico: uu umanista, vor:rel dtt'C. se è tnle chi ~tn fedele, t-rn l mHle teonlciSml dilaganti, :il– rldea e nl s,enttmcnto dell'intercz:r...a.dell'lnte– gr:ltà deH"utxno. ~Il è anche e blrognereb- ~lofo~o~~ =~~t~bau~ poi!i~~S:m~: ·~l~g- du~d~ 1 c~~o d~J~r :~aa1fn~~~ che ha In folgorante ~t.t.e.1,1..a delL'l ,;pada>. Fedele n qll<!Stocnra,Uere. Ycn7..anelie. pri– me J)Aflne del suo dL<;oo.rso affenna che le \'Cm genJl\lltA e orlglnnHtà della poesia dl Rubén D:\r\o non è slnt,,'\ ancorn messa sut• ftclcntomcnte ed 4!61\urlentemcnte In luce dal critici: mcn!Jre - nUonnn Rncora Yca7.a - Genialità' di Rubé11 Dorio .. Mèntre scriveva i «Notturni», D~rìo diceva di «aver spalancato le porte del suo castello interiorè» .. DI FIRANCJESCO TENTORI e l'opera di Fabio Neruda e d.! Cé&ar V&.lleJo è stata analizzata poesl111. per poe.<;la, ,•erso per verso: gono t.tate Interpretate e poe.~ In valore tutte le loro maniere, lmmRglnl. rltm'. Cd e&Se:ru-..e >. Ricorda, è vero, Ycll7A, li bel libro di SallnM su Rubén Darlo; ma anche ~ d:A~irrvi: / In molti sen.'ll. nè completo Del mondo della l)()C.'\ladi Rubén Datto • un mondo. come sa chi lo COOOE.Ce. dh·e:6() e ricco come pochi altri - Yca.1.a ha scelto, nel suo dl&corso. di parla.re del Notturni, Cl!m– ponlmentl semplici ed e-&Senzll'lll che app1r– t.engono all'opera matura de] poet,a, e .se– gnano ln ess.a- sono parole di YORza - la e c-rea:r,lonepoet!cn pura>, la P<>C&la e m.1dn nella sua radice umana>. Era sorlvenrlo l Notturni, che Rubén diceva di e aver .:v:,,– lnncat<> le J)O!'te e le tlnestlre del suo ca– stello Interiore>. Ycsza Interpreta 1 Not– turni alla luce della e parola nel tempo> di Antonio MRchado. Già. nella poesia glo\'8- nne cU Rubén Darlo. attr,we.rso gli er.hl di Bé<.'quere di Zorrllla, di Gaubler e di Ver– laine, si sentiva un dh·erso. e nccenlo ilr.eo , un'ar:ln senUmentale e n1osoftcn. un rumoN dell'anima>. Era Il celebre aire SIUJve, l';i.ria nuova che muoverà gli scenrui classlcl ,·er– &agilt.6Chle [dUllcl dei prlmo Darlo. I pne– Sflggi cuJturall, nobilmente lllustratM ed emblemn.tcl. di questo ardente cbarbN-ro> amerlcano Innamorato dell'Europa. di~:~:! ~i~}c::m~llr1:S!t:'~~ concetU di tempo. angoscla e morte. EM: rappresent.ano perciò una r:lvoJuzlone e un c&taolfsma dolol'O!IOnoffuniven;o bello e se– reno di q~to poet.6, dove Introducono i'an- fu~~~ ~eJe1'::11~m~rl~et1~~e~~tL~r 1 ~i e so!ferentt. Del Nottu.rni Ycaza fa un CooH.– me att.enti.ssimo. acuto, Amoroso. E' una ve- ra auscultazione del loro ~tlmento. ma anche del loro llnguAggio, che: flunge alla a.nall51 tecnica. delle tonne e del verst. Ma, vlceve1$8, dRll'analf4.l delle torme U giudi– zio del critico sa risalire 1.1flsplr11zlonee al :f:tl~~Jn~~~~ cl\eOSS:d q= ~= turno (Il cui tono è 8tninamente, e profeti– camente, vicino a quello di RUidtncia en la tierra di Pablo Neruda) Il e predominio del ritmo Interiore 8Uquello estemo fa .si che. in un poeta eminentemen~ musicale come Ru– bén. la musica ceda dennltlvamente ailu ro– ce nuda e gn.ve della 01.edltadone >. Rinaldo Froldl presenta nel • Mel.a&";,ano > un'ampia &celta d.1 Anfmal de fondo, che è rultlrno libro di J R. Jlmenez e. ,;embrii, li punto d'arrivo della sua poe$1a: Ebbi a:Ji oe– casione, qual.che Rnno !a, di parlarne 3ulla e Fiera Letteraria>. cd l!'J!SPffiSSI merve che ancora mantengo. ln questo llbf'Q di p0e~a intellettuale giunge al limite est.remo q 1 1ella ricerca deff ~zla.le, della ,·erltà. dolla real– tà. .searetn, centrale. unica. che. dopo E,tio e Il Diario de un poeta, ha tentato. OflSea• slonato. e come tpnotlu.ato li grande e caro potila ~aa:nolo, Immobilizzandolo In un'am– bizione di rigore e d'lntelllPDU. di nudità ed es&enZlalltà che presto divenne e re.atò una metet\slca. Qu~sto tradotto da Froldl è dunque .un li– bro trnl},)rtante. e queffamblzlone era nobile e bella; ma noi abbiamo Sffllpre r:lmp!anto l'antico e,,tetJ.smo. ranttca malinconia e sti– lizzazione del pa~Uco Juan Ram.On, la sua cara retor:lca. Anche Froldl lo r:lcon06Ce, quando rlcorda e quel ge.r.nl . quell'albero di limo.ne, quel pouo. e Il ftorè. •la rondlne, Il ~:· J/C:~e~ >~~o~:tt~i~~perl~'tdé1:! p,oe,;la ju1mramonlana. Ma. Froldl difende RUBEN DARIO l'ultdmo; e cl parla d.l un'eètasl rott.& dalla gioia. dltlla gioia di sprofonda.re In se &te.6- so; pari" di tdenttftcazlone con Dio. Con!et.– go che non sono stato per.sua&> d.a questa dlfe,;a; ho solo ammirato. una volta cU plU. rambl.zlone del poeta e 1a re6Istenz.a della sua voce. Ma e On,:\8.Iuna VOce &Sl50rta. atto– nita, e come folle, In un·ar:1a m.agloa, tra&pa– ~te. 1n lln universo vuoto. Ho tm le mant un libro di POC6la del portoghese Marcello MAI.hl &&. Dou .ttnek» ~t~ut'ii~i ~~~ 0 1i 11 ~~llad~! lll6oddls!atta. Tale eg!J appare, lnfatt.d, e In– sieme poeta deffinfanzla e del sogno. del quale re&ta una timid4 ~. La cr:ltJca. ln J)Rt.rla e in Bra,;lle, ha lodi per Il poeta e In particolare per qul'6to llbret.to, del qua• le è vt,t() li lirismo e a volte doloro60. ma 6elllpre dl alta tensione. di dC'D.68musicalità Interiore>. lJ Mat.hla.s. per la crltloa, è nella migliore tradlzlone 11.r!ca portoghese. sto– gliamo le pagine. leggiamo: Sono lo cM oammino? O non $0J'lO io, ma ~ lo: strada cJu cammina per gli l'J}(Ui? •.. E' mto U d.olor.?, o t un dolore ,Klf1Mto? Una dnrnanda. una vooe dubitante. che abbia.mo già. ud!U; nc}la J)OC61aJ)Ol'toghe6e; che ol rloo.."Clano Pe6ooa Antero. Antonio No– bre, Eugenio de Caat.ro: che &Iuniscono. pe.r– çlò. alla. più bella, più malinconica, più ca.ra mll61ca di quella lingua e d1 quella lirica. FRANCESCO TF-''TOltI =lu~~. ~:iirre~te~~~ qu~rl pr~4:(at~:t~te c:~t;:~~f~ ~"z1~~!edjd~'!g!Jtc~I.mera lndl-r ;!~~n:,1~~f:Va~n~~dg 0 ~~ stinti dtl unoat__ n,_,,._,_"_''_•'_· _ rn_•_N_c_E_s_co_n_n_u_N_o _ '- _ _ _ ... __ _____________________________ '-_ _____________________________________________ - : -_ _ - - :- _ _____________________________________________________ , viv■re con htJ; potette OMer– vare Il mondo tanto da descri– verlo nel auol mJnutt aspetti, ~if sue caratteristiche essen- Quel mondo è rappreaentato dal luoghi natll apeclalmente. e Sul battello del fiume Ohio, la. aera calava in fretta. C'era una città deposta In alto su un plcco e tre o quattro persone ,cescro dal bastimento. I negrl continuavano a cantare - 11 cantare e a trouare - dan7.an – do su e tlil per la passa.rena. Una carrozzella srasclat.4, alla quale erano attaccati due ca– valli dall'aria decrcplt., 11 al– lontanò su per una ■trada ver– so la città. lu cuna al picco>. .n paesaggio risulta popolato dJ uomini, che subito acquista– no rilievo, sutilto sl determina– no nei loro a.apettl fondamenta– b. Sono uomlnt aempllcl, che manifestano spontaneamente I loro aentlmentl, parlano anohe poco, dLscreti nei loro atti, mo– derati nel loro costunu. Insieme a loro, 1I muovono le beatle; e &embra che anche tMC siano caute e soniegliate. I Juoghl me– dC&imlappnlono avvoltl da unà calma imme.naa. e La casa era come \Dl.'lsola che sorgesse dal mare. Per quanto aveue meno di dieci anni, la casa 1embr11.vaveochls– S!ma. La sua grandezza inutile rappresentava un vccohlo Istin– to umano. El.sie Io sentiva ..•. Qua& al &UOIpiedi comtnc1a– \'Mo I campi che eembravano stendersi senm fine. I campi somigliavano alle acque di un mare. Uomini vennero ad arAre e a aemlare. Cavalli giganteschi .simuovevano in processione at– traverao le preter:le ... I petti dei cava.111,mentre gli anlmall a– vanzavano a ~ta bassa, sem– bravano petti di giganti. Anche la dolce arla primaverile che ))()6ava sui crunpl assomigliava al mare. I cavalll erano giganti che camminavano sul fondo del mare>. La de.scr1zlone del oavaJU vl.• bra di un accento favoloso; la loro lmmaglnc 1I lngrandl.sce ~!~~am11'8•~rl~~ll~ njf~~ di Elaie .sfuma nel 8UOl contor– ni Irreali, con la visione del campi e del mare, anch'esu lnafferrab1le e tla~ca. Tutte lé ooa,c vengono proiettate In una zona di incanto magico; e 111proaa ste.:s&a di Ander.son, ri– posate e ariosa. accentua Il te– ma di una narrazione, che pa.r– te dal reale per attingere l'Ir– realtà propria dell'lnvenz.lone lmmaglna~lva. SI: ti realismo di Anderson ,1 aniccltlsce dl motivi tavolo· &I, anche 11lmboHcl,che lo ab– bellbcono di immagini poetiche, f!nt.~tJ~F.h:1 ~~;~e d!U:~~i;~ tlvo è wblto trasceso da ele– menti nuovi, da rapporti lnvcn– :.lvl notevoll.sslml; di modo che poco resta del prtmltlvo ratto, che alle eo&e della nnturn si ri– porta In un senso precloo e puntuale. Discorrendo a proposito del e concetto del rel'lllsmo Jn uno acrittore >, Ander.son chlarlsce ~nech1~~~n c~~e\~·su°!1eco~= v\ri;lonl, ma pure gli atteggia– menti da )Ul MSunU come nar– ratore, e Non so che cosa ala la real· •tl. Non credo che alcuno di noi gapp!a quanto I! nostro punto di viste e, In errettl, tutto Il nostro atteggiamento verso IR ,1tt1, sia Influenzato dalll'l no– strA. Immaginazione>. Anche mando 1 dat.t tratti dall'espe– r1enza. lo scrittore flnl.sce per creare un mondo, che non è certo quello esiStente. Lo. ma– dre, di cui parla li narratore, non è quella che conoscono I figli: uno di essi dln\: • Ma ~\•prn~ d::sl,t>!~/on~.a ~~et~:~ molto lntereMante, ma non è mia madre, ca.si come la cono– aoevo to >. Non accadeva lo stesso per Flaubert, che pure si Jlludeva d1 riprodurre la realtà come po– t~va apparirgli? Egli cercava, come Zola, di essere fedele a se mede5lmo, di 11tt.enersl al ,•ero. e non 11 aceor11:evache Ja ,•erltè. era (pJella. che veniva ,coprendo, senu avvedersene, senza averne una consapevo– Jeua assoluta. Nella Introduzione al volume di TilCCOntld1 Anderson, Paul Rosenfeld lnde.ga a fondo Il natur■ll.\mo del rOD'lam::!erea– mericano. che molto si Jnteres– ~ò dl Zola, il quale formulò uni, CLELlA PANZlNI: Paesarrlo di Zurl10 RICORi,f DI CASA PAi\lZli\ 1 1 E BEl,LARIA L'intrepida (Jlelia nI LUIOI PAS_QUINI Cltlla Pan.tlnl, n,enta.,j ,n Bellaria atl'etd di 87 anni il giorno df F,rrago,to dello scor.to anno, /«<!evo cOf cri– tici troppo ,ev,ri d,trOJ),!ra dei marito come /anno le mamm; cOi p1'opri bambini di.tcoll: guai a ohi mette loro lf mani addos.to: a picchiarli e a punirli per le mate/atte a danno degli altri, vogliono e.uere soltanto loro. e ne.t- 8Un altro. Per quatt cinquant'anni vl $se.ro in.ticn~: dal 1890 al 1939, ranno in cui Al/redo Ponzini mori. La /Oro unione t1on fu delle più /adii. Artl.tti entrambi, lui poeta, lef pittrice, v'era poco da ,tare al/egri. L'egocentrismo, ru- • ,cUatore df que.ttloni d"ognf genere in ,lmiU tempera– menti, fn ca.,a loro. era di ca.ta. Lei Insegnava Disegno neeu l.ttituti magi.tirali; lui, Lettere nel Ginn4.!i. Goden– do entrambi dl uno 1tlptndfo, all'egocentrinno s'accodava forgoglio della reciproca Indipendenza economica. anche •e code.tta fndlpcndenza era quella, davvero e economica>, che compen,a il lavoro delfinscgnante. Nel primi anni della toro unione le co,e non andarono umpre li3cie. Sette volte si divisero e ,ette Volte si rl– congiun,ero. fino 01 giorno che la barca, a burrasche placate, entrò de/inltfva~nte in porto. e Ogni ritorno - raccontava 1asignora Clelia quando si /asciava andare ai ricordi - era. per 1u1e per me, l'inizio di un nuovo vfag– gio di notte,. Umori e ribellioni in due temperamenti dlS$imlll che.,•c9ll'andare de.gli anni e col cre.tcere delle rupon.tabllitd /ammari, ,compan1ero. Ma la e ,ol/eren– za > Intima re.stò; ed t. quel/a che /ennenterd. dando fl lievfto alle opere di poi Seppero e sopportar.ti > 1ricender10Irnente. E fu la .sop– J)Ortazfone ch,e, a traguardo raggiunto, diventa. la convl- 11tmza, 10 pace e Il con/orto dtl temperato clima ca.1a– Ilngo, Il quale, ,i. potrd euere ancora turbato da qualche pas.1eggero piovasco. ma. ne/ ricord-0. si è tra,t/onnato in poe.tia. tanto che. nei quindici anni che .topravvlue al marito /a sig11ora Clelia fece buono guardia alla me– moria 'di lui, uguendo quotidianamente lo ,volgtni e revolvtrJi delle cose riferibili all'opera sua. approvando, controbbatt~ndo e controllando tutto quanto si diceva e di .scriveua di lui. E poe.tia è quella che promana dalle e.tpreulonl con– tenute nelle lettere di lei. dopo che il compagno la la.tci6 per ,empre. e Quando l'ango.,cia mi avrà da.to ~n po' di tregua _ .scrivt11a i/ 19 apri/e 1939. noue giorni apPena dalla ,co11tpar.ta del ,uo Al/redo - le .terlverò di L~i perchè Vi volevate bene•· E, un rnue dopo. durant~ 11 quale non aveva e trovato un po' di pace>, dando .1/ogo alla .1ua e pena acuta> e 111 .tUO e rimpianto pili amaro>. narrava c11e e que.1ta be/là terra di ·nom.agna, ne/ ,uo pieno rigoglio>, ora le dava tanta trl.ttuza, da sentire Il bi,ogno di /upgirne. Ed era za ,te.ua tcrTa. per lei. nativa di Parma. del tanti ,uoi soggetti pfttorid. qua/I: e Campag11a rom.a~ gnola > e Trebbiatura in Romagna>, e Spiaggia di San Mauro' Pa.scolf a Mare>. e li Rubicone pre.t.10 Beilarla >, e Mattino nella pineta di Cer1 1 ia >, e Novembr,i .1ull'Adrla– tico >; 1a terra c1ie fl suo e Al/redo tanto amnva e che è stata l'ultfma gioia dello sua vita >. Pittrice di franca immediatuza, df viva /rC3c11eua nel genert d: e paue >. df una ~aturaiezt~ cvocaJfva che .to/o le anime elette .tanno esprnnere. Clelia Pan.tani e ,ep– pe CJJCO/tare 10 pouia intima di tutto cid ch,i passa in– torno a noi net ritmo della natura e delle cose>. Il suo raccolto temperamento di artista ,i appng:::va ne./ _cogliere e nei fermare I momenti poetici che caratter1uai;a110 una 11i.f/one. Nell'aprile del J933. in occa.sione di llnti sua e Per~o– nale > a F'lrenu nei locali del Lyceum, mi scriveva: e Sono a F'lrenze da quando cl sforno Incontrati alla sta.tlone di Rim.Jni (diretta appunto o F'lrerize) In quella gelida mat– tina di fine dicembre. Ho /atto parecchi ltudl di pae– saggio Lo.teano a f/ soggiorno ml passa piacevole e vdoce in qu5&ta atmo,/&ra raccolta e spirituale>. Delle optre ttspo,te in Quella mo.,tra /ella, che aveva esposto gfi,. In altre e Per,onalf > a Milano, a Padova, a Rimini. e.,porrd, 1)01. alla Mostra collettiva d.l He/&tnki 11<1/ 1931 e alla Quadriennalt romana del 1'39). la critica Rlevò che /a pittrice aveva saputo esprimere e con sano Urf.tmo i/ volto della terTa di Romagna nella .JUO lar– ghuza panoramica. tagliato dalle .ttrade, di.segnato dal .tolchf e dai /ilari: volto .10/atio ed au.tUro ad un tempo, incon/ondibil, nella ,cr/ttura lineare e $Chletta >. E, in– con/011dlblll, sono i due ritratti, in bianco e nero. che, del marito, tracciò Clelia Paru.inl: ritratti som.ig/iantl.t – .riml. anche dal Iato p,icologlco. nei quali lo scrittort appare COI caratterl.ttlco ber-Tetto di celluto nero olla Ral/ae/lo . In piena guerra. net giugno del 1942, contri.ttata, scrt– veoa: e Da un po' di tempo la .ttampa d'avanguardia si accanl.tce contro Ponzini con un livore, una dureua. una falsità d'indaginl, una gros.,olana incomprensione ddl– ranimo e d~i temperamento dj un artista. cht vien fatto di chiedersi: ma che proprio quuto clima di gue,-,.a abbia -'J),!nto ogni bennato sentimento di rettitudine mo– rale, di rispetto ai valori superiori? Si irride alla vita 1empllce. illibata; .ti cerca di sgretolare strutture morali ed intellettuali che .ti .10no imposte da tempo per 10 loro tncontra.ttata .Juperiorità. Perchi tutto que,to7 Rivalità, invidie. meschina bramosia di .ttroncare? Mah/ Cid è molto triJte e m/ addolora soprattutto per l' auoluta mancanza di ri.t"petto aua memoria di lui>. . La guerra /1ni$Ce. Malgrado l'età. anche. iI cuore della .tignora Clelia. come tutti i cuori, esce di pena. Un giorno de/ /ebbra/o 1941 acrii;e con al/egreua: e Pa"a un giorno e pa.t.ta l'altro ... e le 11/0/ette sono In piena fioritura e le marglieritine bianco-rosa ,-puntano numerose .!Ul verde del prati. Primavera è ncirarla e per li campi e.1u1ta, .rl, che a mirar/a i,1teneri.,ce il cuore. Primavera t arrivata, ma Pa:,quini non arriva. nono.ttante I.e molte prome,se e le tantf! df/azio11I>. E, continuando sullo .ttesso tono per due facciate, eone/ude cOi saluti e uniti ad un 7>0' di broncio, ma conditi di a/lettuo,f pen.tleri >. concludendo con la preghiera df e perdo11arla p,!r le macchie di in– chiostro>, perch~ e scrivo In po,i.tione scomoda e deU.tto la biro>. In/atti /a calligra/fa dello &ignora Clelia. clllarisslma un giorno. ora è In declino. L"in/ermitd che l'ha colpita non le con.1ente di fa.,clare la poltrona a rotelle. Siamo ai primi di quut'anno e una nuova cri.si la colpisce. Si riprende. Torna a ricevere e a conver.Jare con gli amici, bionda e rruea, 00111,! ,empre. a.ssi.ta in fondo a quel ca– merone a pianterreno della ca.ta ro&&a dove. tutt'intorno alle pareti, corre la poro/a e ,tracci>. fatta scrivere da Alfredo Ponzini, nei significato di tenere da conto anche gli .stracci, di fare. cioè. econc,m/a, di e$.Stre par.timo- 11tosi. volendo c0.ttruire il proprio nido. Ora, fra i prediletti. v·t Manara ValglmfgU, La slg11ora Clelia n,i ha fatto una paufone. Si /a portare lo spec– chio. si agghinda; e, quando /'i11.1!gne Jilo/090, in.tfem.e a Marino Mortttl, entra In casa. t gran /e.tta. Su1 finire di maggio /a Fiera Let.teraria .ttampa un mio articolo in di/ua di Pandni. Alcuni giorni dOPo, una lettera reca le parole seguenti, .tleritate, ma leggfbilf.1.11- me: e Bel/aria. 3 giugno 195' - Ho letto! Ho letto! E l'abbraccio. Sue. Clelia>. F'u fl suo ultimo addio .... La e buo11a e intrep!da Clelia>, come la chiamava af– fettuosamente Moretti, la quale .tin allora at•eva gover– nato la ca.1a amministrando il piccolo patrimonio rag– granellato da Panifni giorno per giorno in meno .secolo di lavoro, .ti apparecchlat>a a1 gran viaggio. In/atti, il 14 ago,to. un e3'pre.t.todi Piero diceva: e TI do la tri.ttls– .tima notl.tia elle stiamo per perdere la mamma. e· in collasso e ha le ore contate. Morirà oggi. che t. ,an– t'.,-1 /re.do ">. A cagione della Jt.stMtà del Ferrago,to. /'e.t 'pres.to giun– te fn ritardo. M"al/rettai. La .tir,nora C/e.11a era spirata nelle prime ore det mattino del giorno 15. La trovai composta sul lettuccio. fra quattro cui, adorna dell'abito nsro, col ro,ar/o nelle mani. LUIGI PASQUJNI Biblioteca Gino Bianco LE'l''Jl.'.EHA DALLA JUOOSLAV.IA *· Traduzione diScrittori italian Molti cl.assici: Dante, Petrarca, Tasso, Cm·ducci,. Pascoli, d'Annunzio Molto teatro italiano: Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo, Ugo Betti LA oonO&C.enza della lettera• tura Italiana tra l popoli Jugo– slavi non è di data recente. La città adriatica di Ragusa, a.d C@emplo,ravorfta dalla sua co– stituzione di libero c.omune ml'l– rlnaro, vide !lorlre Jlè. nel Cin– quecento Wl.fl let.teratura In lin– gua croata che portava chltU'a l'Impronta del Rinascimento Italiano. I colti RRgusel del tempo aveva.no quasi tutti com– piuto I loro atudl In Italia, e ~~;•\~~11:i,1~e v~~I\J;[~ff~ che si 3\IOigeva nella Penlso!R. M11rln Orzlc vi portò la com– media ~ clnquecentesc1t, ]van Gundulle l'epica taMlana: I li– rici del tempo contrtbu!rono al diffondersi. oltre I Umlti d'Ita– lia. del petrarchismo. C11nzonl, sonetti, strambotti, canti car– na.sclnleschl. preo5ero piede e cittadinanza nel ricco porto raRUse<>, nelle I.solee sulle rive della Dalmnr.ia. L'Imitazione rasentava talvolta. I limiti della vera e propria traduzione. E' curlOlo, tra l'altro, rilevare che la prima tradut.lone del– l'c Amlnta > del TI\SSO fu pro– prio quella fatta In lingua croa– ta dallo scrittore raguseo Dlnko Zlat.arlc, rettore dell'Università di Padova, Il quale compi la sua fatica con la scorta del mano– scritto. nel 1580, un anno prima che J'orlglnale fosge pubbl!CAto In Venezia. La oon~ccnza del dramma pastorale tASSll'lno fece nalJCere numerOl';J altri In lin– gua CT'Ol\ta. di OSV ALIHt IIAlllOUS la vita let.terarla ltllll■na del tem~ioprattutto PflC' merito di Vladlmlr Nuor, il più noto poeta croato deJ nostro secolO, se Il culto per la lettentura ltal!Ana prese nuovo vigore In Jugoslavia. Al Nazor atflMO è dovut1t una pregevole traduz.lO• ne dell'c Inferno> dantC.900: ed altre ottime tradu:tionl dal Car• duce!, dal PRSCOH e dal D'An– nunzio furono compiute d11, lui e raccolte nel volume e La grn.nde Triade >. Conoscitore non comune della nostra lln– ,rua, li Nsizor tra.dugge pure In Italiano nume~ Hrlch,. di ooetl orootl. Del pari cultore di a.mbedue le lingue fu Il clf1.sslche'RglAnte Treslc Pave.slc, che non solo tradusse numerou liriche di J>Ot!tl ltallant. dal Petrarca 111 LeQP.'lrdl e al Carducci, m11 S"CrlRJe sa.Hl pr~evoll sulla letteratura ltRIIRna, di cui subi l'lntluem.a 11nche nelle sue opere orhrlnall In questo dopogUerra, le ~radu?Jonl 1erbo-Ct" OA.te di au– tori Italiani non hanno 8llblto un r11.llentamento. ~ aono proseguite. am:l. con un plano più largo e ph'1completo. Alle precedenti t.raduzloln della e Divina commedia > ,1 è ~~~\~ c~~'\1: si~ Ml~:~ per fedeltà e complutezz.a.. D ~~b~i1e~8.u~mrJ~:toattf:f~ di critico e di flloloe:o nello studio della letteratura Italia– na, alla qua.le ha pure oompa– rato mlnuzlosamc-nte, e- con 8C– Vt'ro r{A:ore orltleo. le manlfe– st:,,zlonl Jctterar~ del Rlnagcl- mento nella DalmRZia. Altro eminente studioso della !et.te • n.tura Italiana è il noto cri– tico croato Mirko Oeanovte. Un'OJ)f'radi vute propon.lonl e di pregio non comunt' è pure la traduzione dell'c Orlando fu– rloeo >, pubbllc11ta recentemen– te dal poeta Danko AndJell– novlc. Essa al agglun;e alla preocdcnte di Draglsa Stoja– novlc. portando un soffio di modernità alle ottave arl06te– sche, cesellate con arte vera– mente ammirevole dal nuovo traduttore. Le poesie di Ml– oheianlt'CIO hanno trovato un sapiente traduttore ln Ollnlco Df,,Jorko. re~:1onU: ~ 1J1t ~~ 1 1~:a~~~ zlonl del cll\Mlci ltallant <no– tevole quella di Ivo Fra.na:ca J)l!r ti:Ora:°a~!Pc:~ ~1~~1f:if; dal traduttori agli scritlorl lta.llan! p!it recenti. Comincian– do dai veri&rno, una CMA edi– trice Cii Zagabria. ha pubbll• c&to, In questJ ultimi anni, le m!Jrtlorl opere del Verga. per (lluna:cre attraverso le novelle di Lulirl Plni.ndello, al con– temporanei Domenico Rt>a, C1trlo Levi eoc. Dl Alberto Mo– rRv1a è In corso di traduzione c·t..a Romana >, di Mario To– blno e Le libere donne di Ma– a:llano >, ed altre opere di sorlttorl Uallflnl conU>mpora– nel aono 11nnun7Jat..eda case edltrlcl di Belln'tldo ,. 111 Za– aabrla. Una nsta ocrchla di IM,torl h11irlA ra~glunto cCro– ""che 111 ooverl amanti > di V11.-co Pratolini. Nf"l campo della critica, ~ !mmln"'nte la 1JJtCi!AI della e Storia della let- teratura ttall&na > d■l De Sanctia, con la contlnuu!onè del Sapcgno fino al n05trt giorni. Del poeti viventi, è usai no- ~ad~to3~05J:v::m~~•iii!: go Ivantscvtc. Tradu.tlonl di al– tri poeti (Cardarelll, Quaglmo– do, Montale, ecc.>, appaiono :~ e l~v~~~l~=~!f~ a Bebtrado la t.raduZione d1 e Basalto > di Luigi Fiorentino, dovuta all'ottimo traduttore Ante Cettlneo. Tra I traduttori e cultori della letteratura ita- ~~:~:r~a~~itJ~~; Ka.gtelan e Roksanda NJegus. Un notevole contributo alla conoscenza degli scr:lttorl lta– llanl fu dato pure dal vari teat.rl /ugoslftvl, I qu11.llaccol– sero, ,.g à al tempo delle prime burrMCOSca.ffenna.z.loln. le più note commedie di Luigi Piran– dello, oltre a qualche opera di altr:I autori di mlnot conto. Recentemente aono ~te tra– dotte e rappre&ent:ate e Napo!J milionaria> di Eduardo De F!– llppo e e Delitto deJl•tSt>ladel– le capre> di Ugo Betti, oltre alla classica e Mandragola> del Machla.velll e a varie comme– die goldoniane. L'odierna \'il.A letterl'ltla Ita– liani\ è ségu!ta. con notevole ~':it~~1 1 ~;,~~~"~a;;,o~~ future, Il rigore dello scelta. contrlbul.sca a render~ sempre più esatto e gusto l'apprezza– mento del singoli valori, t & da.re un quadro \'eramente fe– dele del.l'opera comples.sh ·a del nostri scrttlort. OSVALDO RAMOUS Tta tutti I poeti ltal!anl, li Petrarca ed Il TaMo lncontm– rono, nel secoli XVI e xvn, maggior fortuna e diffusione tra I Croati. Ma anche Dante ebbe un notevole numero di cultorl. BI.sogna attendere, pe– rò, n secolo XIX per Incontrare [,."J~~~n~•d':tt~II•~~~~".!.,,,';! BIBLIOGRAFIA ROMANA media>, dovuti al letterati croat1 Buzollc, Uccellini. ve– scovo di oattaro, e<l Iso KrsnJa- vl. n quale tradusse Il poema dantesco In prosa. Una note– vole fortuna tra I croati ebbe, già al suol tempi, Il Sannazzaro. Anche Il 50,gere del melo– dramma ebbe Immediati rifles– si nella città adriatica di Ra– gusa. Non .solo I LCStl del primi melodf':lmml vennero tradotti dall'Italiano In croato, mR Ja loro esecuzione teatrale si svol– se n breve distanza dalla loro apparizione In ILRl!a. Con la fine del Rinascimen– to, anche Il culto, l'Jmltl\2.lone e le t.rndu1.lonl delle opere !~– tera.rie Italiane diminuirono. Sono not.evo!I. nel Settoocnto, solta.r.to la traduzione della e Merope> del Maffel. dovuta a Fran Sorkooevi<:, e quella di va.rie opere del Metaslaslo. Nell'Intorno dellR Croazia e nella Serbln, I fermenU lette· rari non avevano preso ancora una decisa consls1enz-a, e fu merito del Romanticismo la nascita di un ben definito mo– vimento artistico che al .svi– luppava di pari PRS60 con le aspirazioni politiche ~u·unltà. L'A.Ltcnzionedegli scrittori serbi e croati si rlvolge\'a, però, In quelJ'epoca, verso altre lette– rature, e .soprat,t,utto verso le letterature tcde3CI\. frnneese e russa, le cui opere \'ellh"ano tradotte e largamente dl!fuse. Poche traduzioni di sorlt.torl del tempa Italiani si notano nel secolo scorso. Fa e,cce-,Jone Ales.sa.ndro Man7.onl. Il cui e S Maggio> ebbe per tre.duttore uno del più noti poeti croati, Il Preradovlc, e I cui e Promessi sposi > trovarono un grande numero di lettori. Se quaJr..he attenzione si presta Alla lette– ratura ltoURnn, 11.llnfine del ~=\°o.S:::Oè :~rgf;~c;g,~~af~ tutto dalle OJ>eorminori. dalla cOlllddetta letter11ture Amena. le cui tradu1,lonl, !atte con puro scopo d! lucro, danno un rl– fl&60 tutt'altro che fedele del- dl iHAIUO IJEl,L'ARCf• Ognf anno. al 2l d'dprire. nath>itd dt Roma, Cèccl'lrlu&., uau.sto ma gongOlanU, pun· ira~~~~1/':u:~ainB~~ graf\a Romana. Puntualmente. almeno ,~Ue inUnzioni: per– cht qutsto settlm-0 vi09glo tra il 21 apriu 1951 e il Zl aprile l9S2. 11uo;per avere incontra• ~ acque prooel/~. vuoi P"f' user, incappato In qualcht bn"'..a o.rtile. sf è protratto ft· no a questo gennmo 1955. Quanto è .tklto acritto .tu Rom,a, In bene e fn male, da scrittori con l'eMc mahucolr o minuscola o addirittura ano– ntmi. e divi.so In t,antf argo– menti Novità a.ssoluta rispe.t· to le altre l:>ib/fograJtt. le sche, d.,! non si succedono arida• ,runte ru.n<i all'altra: 11001,! t cognom~ deIJ'autore titOlo scritto. noln,! del foglio df,u– bro o di glornalt dove è a11- parso. cittd e d.aui. SJ)USO. quando ,e 11r pruenti /'oppor• tunitò:, la sche4a è re.$a nota– bile da un passo più o meno lungo dello acritto a cui .ti ri– ferisce. e Ceccarlus con quel .1ornJO che non si C(lpi~ maf .te 1110 • .uo dal condore o dalla malizia, s/orbfcla umpre il pili pepato Un modo di .tt>t1· gar,,i, a metà d'u.n 1avoro plut• tosto ugglO.JO un'occo:.tfone dt rupi.rare una boocat.a d'aria: ed anche bontà d animo per• chè lo ~te.JJo svago Il la .Jte.J~• boccata d"arla wno offerti al lettore Tremila e J)QSS<I autori. due mfla e J1(LSSa soggetti. e cen- !°X~i~#~ lt:,ro~~~n~. e:, ta re /igi0.ta >, S/()IJlfando il li– bro è ue11uto ,ponta.neo anclu• a n01 di trascrit>tre ,>er i no– .ttri Uttorl i paMI piu gu.stosi Alla voce: e Antlroma >, Paolo MondU :JCrive: e Tutt-0 a R.o- è 11au.,o di punta s voler to– rna d provincio. I problemJ gliere d.a.l paese quella vergo– cittadini. primo e,empio, ed Il gna delle p~aM ~ sn.– modo 00,fl(! ,ono fntuf e co11U da1..>ano a po.,,a:-enUd.e per pit- ~={: r::~sod~f:e ftfà ~i ~df IL'::w~hf~~:;/~f~: nord hanno bandito Id bici- lia.no, eh.e a· .tuoi giorni Si era cletu e le motocl.cletU dalle /atto un dJ.screto nome per t vie centrali. a R<>ma a qu.e.tto .tuof e nudf > e ohe da una sta– non ci $1 ~ ancora deciderf!; V,one all'altra ha dovuto cam.– Vfa Veneto t. dalle dlect dì blar e genere> e in mancanza .tera alle dli,! di notU un nie:r- di ,~u .tf è 1n,!.S$() a dipttl,– cata clamoro.,o di motorini. ge,-e nature morte>. una vera ftera del rumore cJw: Alla voce e Poc.fle > 1:fcgf.a.Tno ~1 t:,~~eht!~~~ti :;:~: i~ /1~~:mc~~gf'o~i t:i re a qu-d motorini la ciroola- eh.le.setta di S. Claudio in zione tn tre o quattro vie per Roma.: cPiccola eh /e.sa ,empN ridare dignità ed ordine al fiorita - e adorna d.i fiori. tra/Jtoo e nobilitare Il centro S'plenMntl - il Sqcramento sta clttadtno. e ne.s.tu.no vi pen.,a. e.tf )O'to - aUa /N!.e dtl cre<Un– E vi ho già raccontato un·a1- ti.... Signore eleganti e otc– tra volta come: cura ,na.ssima chi.atte - grenùvan ,empre la dei padri eo.teritti romani sia chle.sa - Piu ,ru, peUI~ e ve– munire di un grand.? cu.so lette - ,·1ncronlavan COi ml– pubblico ogni plau:a monu- lit.or ...>. Il Tevere: .e Superbo n~ntaleJ > e /lavo Te1..-.ere che IJ10ndl - Nino Ro11ci. poeta ronzane- col tuo corso or Iene or tra– soo. rin,onde .tul e Rugantl- t.'Olgentt - la ccsa.rca città. e no>: cNa caterva d.e tutti .tti speme: inJondi. - L·amore e buzzurl - che hanno 11UJ9noto l'odio dell'umana gente - fn ne la Copiùile - mo, da 1011- te ri11Umbro. Sulle tue chia– tano, ce u /anno ..curi - e pro- r·onde - truche e erbose e .sul r~~;ra ~"~~~~~•a~.,;; ~rg,i,'~Ju~':tfd: 0 .tU- t!lir:~= .tta a.coanto - Ego rom.ano bre. > A R<>ma: e ... In U re– rumme! E me 11,! vanto!>. r,nd Nerone. un di tiranno del Alln t>OOe e L<izio >. trovi.a- popol tuo POI li M tdlo Evo ino que.ste arguu notazioni di ~nne - col barl>ari che Jecer Ar1tonio Baldini: e Una vera sce,nplo e danno. - Poi tutto <'Olonia di artisti nostrani e ,1 oolmd. Le grandi a11ta('lnne - i~ 0 d:~~nt:'~i:t~:if t~: fi~ltl ~~°,, dR',~"J,."f:n/.i~ R°:,f&a pa~b~i~Ur;iv'~ra f~ ~r-~ 1 t!~f~ita"g:~ !::::;:!r1i: r~t~~~~ ~1t::!:t:g~1: :t!el ,~~~~~ .a!. Rè. piu gen- donne che ne hanno /atto Jt- Un viaggio lab?rloso, dun– no a Ieri. ui e centrale> delle que. per Il blblrografo; ma modtlle. Ma Il nuovo arclpre- /rutturuo per qu.antl .n accin– te. tuonando dal pulpito t am• geranno a ,criuer, .tu Roma. IIIOnendo dal con/e.s.rlon.a~. .ri MARIO DELL'ARCO

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