Fiera Letteraria - Anno IX - n. 43 - 24 ottobre 1954

, Pag. 4 DUE POESIE di Enzio Cetran~olo Cuma Dalle .selve di mirti cari al Udi. eon/ u.tf da. lonta.ru: UTOri dt Eco. tra I laurf chini lungo Il suolo sacro ,alita al penetraUtutroracolo ouardl le pfetre ddl'arce marina: ugnl duutf di Apollo caduto. Schermo tf ,la dal giorno che ti lcucta ,copata agli splendori del tramonto rlcompo"e le JaooJ.e del tempo; eh.fedi al mlto l'olferta di uno .specchio. la .temblanu remota dt.lle tue Ingannevoli 1orU. fl vatlctnlo. Segui le tracce del voto di Det!alo alla Luce? deffalf con.tacrate. ,tanche del freddo viaggio ,otto l'Orsa? Cerchi la guida al tuoi pa.ul malcerti. al vuttoi d'amore fncstrtcabflt. al tuo Jalltu:e andirivieni? Schegge nut!d au quuto mare legge11darlo. voce amica di .soonf alla memoria. VoIJ di /Of/lle .sbucano dall'antro, lndomtta•raplna del Juturo au l'ordine sconvolto del responso precipite nel vano del tuo vortice; divide U vento le parole fnst:1ne, le apande fn cento .tuoni per le cento larghe /euure delfeubofca rupe. tf scompone le chiome. ti percuote an1a11te. ti poufede e tu oU don! i cangiati colori del tuo OOlto protuo nel rl/lenl della sera: U vento. delfo vate al tuo delfrlo. · Avvolgerai df enigmi U vero tu .signora del mio tempo che haf conftttl net tuof .seni gU ,proni della morte: tu mia Lachui /ùlcM eutra U tuo per me /ra le tue dita; tu /armata dai ritorni siderei del mio cielo fra Capricorno e Pesci: che riposi il capo rul mio petto e ti rammenti del Tevere lontano. che di sangue vedeva spumeggiare la Sibilla dal brivido divino al/Otlcata. qui dove stagna l'onda del Tirreno tn plumbea alleoona dell'fnof.sfblle preuo l'Averno: riva che /ra 1)0CO tMlteranno le ombre u.sette gtd dalla porta d'avorio per colmare di /al&e larve t grembi della note.. An~he df te. cosi. m'inea11ta rombra che ognl volta ml attende- come /OMe al primo Incontro nuova di ,tupore • da me ri dl&ta.cca lungamenU voloendo.tl a 11uardarml In un .sal11to dal limlte del giorno come /oue quello Il ge.stodell'ultimo commiato: ombra /oru .sapiente. /,xu lngt111U1. dal sorruo ln/antìle e do!orosa. eh• giuoca al na.sclmento e allo IJHV'V". E' &al /armi dlD!cile l'u.scita dal cteco labirinto del tuo cuore, da quuto nodo /errttJ di •entlerf: a tenermi ,marrtto ,al che ba.sta una lusinga del tuo sguardo Immoto. la tua mano che ,corre sul mio viso. U ~nno cU condunlll alla tua notte malJlda di .sum,IU e di sllen.tfo che n~ aosplnge via da queste pietre. L'autunno 4letro a noi la.seta alt'lnverno t lecci del pendio; dalle rot!llne edf.glate. dal ruderi del tempio ere.set U murmure; e gld ,yul Nurru spent.o ,yplra Il nrreno col .ruo alito antico, bagna le selci erbose dell'Acropo/f. geme In /ondo alle cripte e nd periboli, ,cuo~ t lembi del tuo bavero auato. La primula di Palinuro TI parlat.'O di un Jlore cM fi sporge a men'ombra dal ciglio di una rupe adunca ,yul Tirreno /at.'Oloso e che muta colore ln.sfeme al mare: lufinga dl lontane meravt,ue. Nel tuoi monti .s'attardano le .Yc»te della lw::e; l'inverno tt rimanda le •ue ultimo voci dal torrenti. un'attua di verde SCOJTe l'arfa. Incontrer6 la primavera lungo~ le mie ,pondc materne sotto f cieli ,topertl a cammini di leggende e comporrò U suo volto di /ancfulla antica un ricadere di .splendori. una /e.Yta ch'io vidi ,comparire a1 primo .ruo tra gli ulivi e U mare. E non sar4 un ritorno, ma un andare a ,oroentl di mete, poi dt&perse. a /anta.,ml di Ieri per condurli al niente del domani; e gld ti parlo di loro. gi4 ti ,-pingo in un /uturo d.l parvenze pa.s,ate. e dllegua.Ytl. corm loro anche tu /atta di fui. For,e potrt, sul termine del ,oonl dalla 8J)lag,gla lunata ritentare la /allacfa del tempo; e quando ormai aafll certo fl &ereno e f pescatori u.,ciranno la sera dalla rada alla marina accesa di lampare e fl rientro emplerd l'alba df voci. rt.samo alla cima della rupe dal ,enticro &cavato nella roccia. porr,er(> al primo so/fio della breua I petali /ranglatl di quel ftr,re appena ,iato, e che ricorda il nome dtl pilota lnoontato dallo atelie: dal gemini Trioni. dalle Tadl piovose e Arturo e Orione armato d·oro. E mt sia quel/a primula. a//ldata al m.a.ttlno. l'augurio che la luce , della mia primavera di rrumorle prometta l'avvuarlf di una /avo1a: una patria all'errore dell'uilio. Ja gufda ver&Omete non /allaci d4 chiedere al ml.&tt:ro delle 8Ulle. .E:SZIO CETRANGOLO Biblioteca· Gino Bianco LA FIERA LETTERAR!A dtOVANNl CONSOLAZJOSE: Santa :\tarla l'Janlorc ELOGIO DI UN SAPOROSO LIBRETTO .'f RASSEGNA DI STORIA. Domenica 21 ottobre 1951 LA LETTERATURA FRA LI!, RIGHE DELLA VITA GIEN'TE DII IERI ~ GE~TE DI OGGI Uno stile di pmsatore, quello di Villaroel, che, occorre rico– noscerlo. s'è formato in una zona di alto «regionalismo», alla scuola di Verga, di Luigi Capuana e di Federico De Roberto JH NE~l[ D'à60§'1l'][N0 Ettot•e Set•1•0, ·*· Leggenda Certi pfnf grigia.stri Che nes,uno vorreb~ per corona aUa sua CIUO, .sono Intorno aUa mia; aggrovigliati urpf a una te.sta di Furia. Gelida piit d'un ci:rcere fn .scgroia t la mfa .stanza, e guarda .sopra i ronchl d'una scogliera /atta solo per nau/raghi ,en:a .speranza, tanto lontana e d'ogni filo d'erba. Ansima attorno vanamente un mare /uor d'ogni .spatlo, nel 9urgtte bevendo.si le bave d'antic11l /ortu,lOlt e trave,sle. Tutto t somme,so. D1 tanti urll d1 vento, di tante grida d'uomini... l'eco, e .si perde fra ghiacci e crUtam pcl siderale chiarore del giorno; di notte, si propaga. in un lamento nel buio sempre uguale. :,or::,~~ y:e:~rt~el;a ,:oi~rna ca&a 4M1prc. sia notte o giorno. Eppur qui vivo, e accanto - mta crudele dolcu.:a - A CURA DI GIORGIO DI GIOVANNI m'è la docile fn/er ma che d all'alto di .spada un raggio aflila.to /erf&ce /ra f capelli b1anchiHfm1, lo &oltanto la ,:i-conosco. lo solo, ché .sepolta IL CONCETTO DI CROCE e 1n lei la sorndente creatura che /u il mio amore. Col batticuore lo qui per lei. pe,r me, attendo sempre lo ,cocco di un attimo, Ma ,empre vo chiedendomi ac sparendo ta aua /raglle /orma aotto quella petraia, non potrebbe risorgere la bella creatura. a me gl4 /tore e /riitto ~;i~:t,C~~ ~~t~of:.uimo Rifiuto di naufraJtlo Su. questa rma. dell'estremo gol/o, qu, ,ulla !abbia, - Il mio tumulo /or,e -. sono rima.sto solo. PerchC non mi ritenne ~~;'}!c'f:C/::z~~le~~Ìe~~~lo,o ,f:.~rdo delle montagne 14 In /OAdo Il crinale, di dolcezza mi taglia, au:urra lama. Chi sul cuo,e ml /u. chi respirava sulle mie labbra ... t1t1lla: non resta che un vago di 1ogno; a me C07!giunta per tutta la vita. c intravista ml sembra, non ao quando. lo solo, va-o, con quuti lunghi echi ~lla con clliglla, ormai corro.sa eppure Inesorabile: rlmor81 e no.s tatole, al monotono rombo. Della sabbia poteui che ne ll'ombra già si anncra. Il plu sper.so, con.turnato granello /armi, e sp ari re nell'umida traccia che lascia fonda; o mentre - labbro timido - ritorna il /lutto liCtJe al vento e si pronuncia, /am1' goccia che illumina la luna p,r un attimo, e subito ,'abbuia neU'inftnito tcmpa. La fine ,lei eolorl Forse la vita e solo - nello specchio irrequieto - qucsto ri/lesso di co!orl. accc.s1, tenui /oschi; ma aptttri anch'essi, se pur del .sole. tremano, tanto hanno paura d'esser sciacquati via. Più tardi quando /resco dalla terra verrà, del gelsomino, ti oro/umo notturno, sar4 spento •iia t•la og111 colore. Accolti nel grembo della notte - riassunto .! nel cupo 0'7nl colore _ q1.•fcte avranno altlne insieme /ud, ne d ricorderanno dc' violenti Jremrti o dei dolci ri/lessi nt!lla luce: omb,a silemlo compiuta armonia . ETTORE SERRA

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