Fiera Letteraria - Anno IX - n. 43 - 24 ottobre 1954

Domcnic:::.2 f 01tc.:nc lfl5 t LA FIERA LETTERARIA rag. ,PAGJINJEJINEDITJEDI <(<(VJINO JE PANE ►)> DI IGNAZ[O SJILONJE IN LOTTA COL DESTINO • * :.:onu:gli altri libri di Sllo ne 1crlt- J tn utUo, a11cM e 1 '1.ne e vino• 1L11parve a11zltutro in tcd e&co presso lo .:ciitore E,nll Oprccn.t di Zurigo, tra– dotto da Adol.J Sauger. nellautunno 1936. Fovonro <141 precedente &uccu– so di e Fontamara ,. il lìbro 11 di/Ju– ie rapidamente negli altri paut: nel• lo $'J)(Ulo di due anni fu tradotto in una ventina dj lingue. Particotare 11i.cnzfo11cmerito tediz/one a merica– na dt llo.rpu1 percht vc.nne accol.ta dal Book o/ AfonthJ Club. li t uto ita– liano lu 1tampato a Lugano ncll ago- 1to 1937 per le e Nuove Edizioni di Ca– J)Olago ,. una picco/a casa edUrlce dt esuU. Durante la guerra l'editor-: in– glue Jonathan Cape fece .ttampare il mano,critto ltaUano cri.e era in sue J)Osuuo percM ua .tervlto per la tra– duzione ingluc. e alcune copie d.f quel– l'edizione arrivarono anche in Italia La separa:1one ::~11;:~!J:~~~n~·eft~:~~ :;~""!';~~ ta fatta unza tl 1uo conse.n..,o: Il te– .tto era tra l'altro .ruperato dall'rdl– Zlo ne di L ugano. curato dall'autore. Per quo.le motivo Sllone non h<iprov– ved uto fin ora a ri pubblicare il libro 1n /talla? Lo stc.uo ritardo hanno su– bito. com'è n oto. al tri woi /avori. co– ~ e La scuola dei dittatori>. Al ri– tardo hanno contribuito due ragioni che riguardano l'autore e non l'edito– re. Mentre Sllone .suolgeva ancora at– tlvltd Politica. rltenrva che ciò J)Oteue grttare sul .suOf lfbrl una luce pole– mica da lui non desfderata, Nel Juoi romanzi la pa/ltlca fntenilene solo co– me 1ltua~fone t-'terlore In cui si di– battono i per.ionaggl; J01IO, In un .stn- 10 molto precl,o, romanzi antl-poll- ~~!:,. ~l:ur:nc~o~t~~!~~~01fr:.~i~ Ione .si ern sempre proposto di e rileg– gere> f suol libri prima di ripubbli– carli. non ~ndo .soddl.s/atto tfella loro stesura primitiva; ed li tt;mpa per q•1t1to non l'1ta mai trovato. A chi lo sollecitava. ha S"mpre ri.rpo.sto: e I libri possono aspettart': 1e sono rifvi. 110n moriranno OOJI prrsto. Ntl frat– ttmPO I accaduto che P"r oonl rist:im– pa di "Pane e Vino" all'utero. in que– lto dOJ)OflUl'TTa. (rl.stornp, a cui gli editori avevano U diritto di pro- cedue. anche senza U .tuo consenso} egli· ha tndicato del tagli e delle .sJrondature da apportare all'tdiz1one precedente. Per Jinlre. tgll si è lro– vato sul tavolo un'opera notevolmen– te alleggerita e .sveltita, a.ual vicina alfectfzion! italiana che aveva In mente. Sono rim..a-'tl immutati lo Jpi– rito. la struttura. le sltua.tfonf /or,do– mentali, come pure I personaggi ,,rin– cipoU di "Pane e Vino": ma l'ordito è più .serrato. lo 1vi/1.1ppo plU rapido. il taglio dei capltolt r,iu brusco. Sono ~~a:f ii,'fsi:!,"': ::~n;;:ft=~n!f,: alcune crudezze gfornall.stlche. In– somma è sempre lo .stuio libro e non è p!ù lo .ste.sso libro >, e Questo è il motivo per cui. ci dice Silont:. ho ritenuto doveroso appor– trlrt un lieve cambiamento anche nel tftolo. Invece di "Pane e Vino" il li– bro .si chiamerà ··vtno e Pane". Tra l'altro. a me 1embra che ciò Indichi la di/lerenza euenrlale tra le due sùsure: neUa .seconda Il tnno prevale sul po~,. l>l fro nte alla piccola chleM Spina lncont.ra Marme111. Il scarelario m– lerreslona le del parLlto. CllC 1mae dJ ieaaere un avvt60 sacro aHi6.6osui mu– ro Spina SI. ferma un Istante accan– to a lui. awldnandOLSJ a l mur o per leggere I avv150, come se toir.se miope. qulndl entra In chle68.. Il temp lo iU e &C()fl,,)60.luto. Una dop pia f ila dJ a.r– chl dh'!dono l'aula ln t.re parti, 011 archi poa:gJano su t.ron chl d J colonne ,muche di dh·ezu mJsura. sora:enU da1 pa,1mento senz.a baal e ornaw di roul capitelli dl\'crsam mte d ecoraU. Il psvtmento d1 pietra è qua.si lnl.era– mente ricoperto dJ lapl dJ mo rtuarle. In f ondo au a chiesa l'altare maqtore ha l 'a.spet.to dJ una semplice tomba di p !et.ra. c on un croclf.l&sodi leano dipint o I n nero e quattro o&ndtder1. La chiesa è semlbula e deserta. Non vi &Ono che due donne lngtnocduate davan ti all'alt.are del Sacramento. aot.to la lampada accesa. Splna rima– ne in plNII vicino alla porta. Ptt660 la pila dell'acqua sant.a. Quando MM· rlnelU sopraggtunge. prima di fer– marsi accanto a Spln111. fa lent.amente li giro della chie-.a. - Da un mese ho del denaro " tua dlspoe.17.lone. gli dke Ma.rlnelll .sotto– voce. Ho anche un passaporto nuovo per l'estero. Crune va la .salute? - Il pRSSBportoper ora non m1 ser– ,•e, dice Spina . All'estero non cl tomo - E' afta.re tuo. dice Mar:lnelll. Non dipendi da m e. come 58.I. ma dJrtt .t.ci– mente dal Centro estero. T1 m.11 nder ò ~.~~ra~ ~r q~~h:eL F~o~fu è la persona che cl haJ mandato ulU– mamente da Fossacon le tue noU&e? - Si chlama Blanchlna. è figlia di una locandiera. d!ce Spina. - Una compagna? Da quando è nel movtmmto? - Non è un"' como•cma. ma merita U2Ualmente !lducla. Ella lp]Ota la mlR '\'era ldmtltà. come pure lo 3COPOdel &uoi ,111ggt. - Non è un rischio? - Anche 6C scoprlMe la mia 1dentJ- La tenta:ione Spina ,;e-guele Indicazioni di Romto e rie• scc a rlntrnccmre l'abltAtlone di un suo vecchio amlco. Il ,,10Unlsta Ull\'a. Da vari anni. da Qutindo s'lncont.ravano nel grup~ degli st.udentl comunisti, non si sono p!u visti. Spina ha solt.anto udito raccontare che Ullm ha dovuto anche lui scontare diversi mesi di carcere. Dopo di allora. come tanti altri. si è Rppartato. Orn a~lta, con la mo• glie, al quarto p!1mo di una casa di via Panl~rna, nel <1uartlere del Vlmlnnle. una glo\'ane donna, 1n uno stato ben rl• conoscibile di avanzata gravidanza, lntro• duce Spina nella stanta di lui. La donna ha gH occhi gonf! e rOf.51. come se avesse pianto tutta la mattina. UUva accoglie Il suo vec· chlo amico con lndltreren:r.a. stnta piacere ne sorpresa. Egli è un gobbetto mingherlino. magrissimo. occhialuto, con un ,·estlto nero ,sudicio che gli dA un aspetto melanconico e trasandato. Anche dopo l'arrfro di Spina, egli rimane dls~ su di un d!Vano, fuma e sputa In ruia. Lo sputo è lanciato nella direzione dJ un lavandino. ma Il più EJ)eSSO de\e fallire J'ob!et.tlvo. perchè si vedono mac– Chle gialle un po· dapertutto. sulle !rangfe della coperta. sulla ser1vnnla, sul muri. La r.tanr.a è buia, In disordine e maleodorante. - Da molto tempo non cl slamo "lstl. dice Spina Non credevo che U fossi rldoUo cosl. - Crede\'I, dice 011\'a, di rltro\'arml lm• piegato dello Stato? Ufficiale della milizia? Commendatore? - Non c'è altro scampo? - Non ml pRre. - Basta guardarti at.torno. dice SpJnR. Fors e tu vM troppo Isolato, VI è chi resiste. chi lot.ta. - Illus ione. dice Uliva. TI ricordi I nos~rl colleghi del gruppo studente.sco? Quelli che non sono In car~re o morti di fame, stanno peggio, - Il ptgglo è la capitolazione. dice SplnR. SI può acctURre la llflda. reslstue. lott.are. - Per quanto tempo? - Per dtec1 anni per \'enti. per duecento, per l'eternità. Non c'è vJta senta lotta. - Credi che 11\·entrlloqulo 61a ,·ero l"lttl\? dice Uliva. Ma Perchè tJ gonfi di frasi? A me. fortunatamente, questo gusto è paSMto, Dop0 a\'tr sotrrrto dieci mesi di carcere per a\'er gridato « vh•a la libertà li a p\azaa Ve– nezia, ho dormito per qualche tenipo, d'ln• ,·erno, nel dormitori pubbllcl, e, d'e1tate, EOllO I pontl del Te\'Cre o gotto I port.!C Idel– l'Esedra o sulle scalinate delle chlt.se, ccn I:\ giacca che faceva da cusci no sott o la testa, Ogni t.anto c'era la uo!a della ronda che Interrogava: « Chi sei? Che mestiere (RI? DI che vl\'I? ». Avresti dovuto \'edere che matte rlrnte, quando. In mancanza d'altro, per !eg1tt1marml, mostra,·o I miei certificati scolasllcl, 11 mio diploma di Santa Ceclll11. Ho fauo nnche un tentativo di Etablllrml net mio \'lllagglo naU\·o. In prO\'lncta di Sa• lemo, Me ne sono dO\'Uto scappare di notte. I parenti ml hanno reso la vita lmpo&5lblle. « Sei la nostra ro\•lna.. ml rimproveravano. Sci Il nostro disonore •· - Non bisogna tuttavia capitolare, dice Spina. Dobbiamo mantenerci unltl al grup• Pt~~~~· ;:;!!~~ne. dice uu,•a. èonoace,•o nlcunl tipografi. Sl sono tutU arrangiati. La m&$a operala si è anch'es..~ stat.lu.ata. op– pure a\•vlllta. La stes.,;a !'Ime è stata buro• cratluata, La fame ufficiale dà Il diritto al su.c;c;;dln e alla mlnestrn stat.ale; la tome pri– vata dà &alo diritto n gettarsi nel Tevere. - Non lasclartl lngannare dall'Rpparenza. dice Spina. La forza della dittatura è nel muscoli, non nel cuore. - In un certo senso. hai rnglone, dice Ull\'a. Essa è qualcosa di cadaverico. Da molto tempo CS$anon è più un movimento. neppure un movtmcnt.o reazionario, ma solo una burocrazia. Ma. contro di essa, cos'è l'opposizione? Cosa siete voi? Una burocra• zia nascente. In nome di Idee dlver,\;C, Il che vuol dire sempllcement.t. In nome di diverse parole, e pe1 conto '11 nitri lnteresal. anche ,·oJ aspirate al patere totalltarlo, Se ,·ot vin• tt .. rete. o: probabllmrnte ,,1 accadrà qucst.a d!Sgrazla, noi sudditi pa.sseremo da una t.1- rannla all'Altra. - Tu \'lvi di allucinazioni. dice Spina. C<.imepuoi condannare l'avvenire? GIOVA..'w?<l,"l CONSOLAZIOh"E: Bambina Biblioteca Gino Bianco - L'avvenire nostro, dice Uli\'I\, è ti pas• sato d'altre contrade. Va bene. non lo nego, &\'l'Cmodel mytamenti tecnici cd economici. Come oru abbiamo le ferrovie dc\Jo Stat.o Il chinino I l>ali i flammllerl i t.abacchl del• lo Stnto, cosi 9.vremo Il pane dello St.ato le acarpe le cnmlcle le mut.ande dello Stato, le patat(: l plselll freschi dello Stato. Sarà un progtt.sao tecnjco? Ammettiamolo. Ma questo progre-~o te<'nlco servirà di punto d'appogglo a una dot.t.rlna ufficiale obbl g,1. torta, a una ortodcs.sla totalitaria che si servirà di tut.tl I meZtl, dal cinema al ter– rore, per distru gger e ogni eresia e t.lran• nlzz!lnl li pen &le.ro lndJviduale. All'at.tuale ln<iulsltlone suc cede n\ un 'inQu161Uone ros&t.. All'attuale censura, Wla censura ro M&. A lle attuali deport.atlonl, le deportazion i rea.se. d i cui saranno vlt.tlma prediletta I r .volut.l o · nari dissidenti. Allo stesso modo come rat. – tuale burocrarJa si ldentrnca con la Patria e at.ermlna ogni av\'ersarlo denunrJandolo com e un \•enduto allo straniero cosi la vo• st.ra futura burocrat!a ldent!ncherà se ates• sa c ol La\•oro e Il Socialismo, e persegultetà chlw1que cont.lnuen\ a penslll'e con la pro• pna testa come un 11.gcntepreu.olAto degli lndust.rlall e degh agrari. - Uliva, t.u \'aneggl, gli grida Spina. Tu sei stato tra nol, tu cl conosci. tu .sai che non è questo Il nostro Ideale. - Non Il ,·ostro Ideale, ammette Uliva, 01a Il vostro dest.lno. Non c'è scampo. - Il df'Stlno è un'lll\'enz.lone della gente n11ccae rassegnata, dice Spina. Ulh•a fn un gestc come p,:r dire che non ,•aJ la pena di cont.tnuare a dlacutere. Tut– tavia aggtunge: - Tu ~I molto tntell!gente. ma vile. Non CAP16clperchè non vuol capire. La \'etltà t.l fa p11ura. Spina si alza per andrusene. Dalla port..R. egli dice a Uliva, rimasto Impassibile aul dh•ano: - Non c'è nulla nella mia vltR che ti autorJu:I a Ingiuriarmi. - VatUne e non tornare, dice Uliva. A un Impiegato di partito non ho nulla da dire. Spina sta per andarsene. ha gfà aperto la porta: però la richiude e \'lene a sedersi al piedi dl'I divano sul qual.? Uliva è disteso. -- Non me ne andrò prima di a,·er C'aplto com'è che sei dh·entato cosi. dice. CosR ti è successo per trasformarti fino A questo punto? Il carcere. la dlsoccupaz!one, I~ fame? - Nelle prl\'atlonl ho ctrcato, con lo .stu• dio. almeno una promessa di llberatlone. di· cc UII\'&.Non 11\0 tro,•ata. Per molto tempo rono stato angosciato da que1Jto fatto: per– chP t.utte le r1, 1 cluz1onl. tutte. senza ecce. zlone alcuna. sono cominciate come mo,•1· mentt di liberai.Ione e finite come tlnum'e? Perch~ nesauna rh·olutlone è sfuggita a que• t:to dest.lno? - Se anche fosse vero. replica Spina, bi– sognerebbe arrl\• are a una conclusione di• versa dalla t.ua . « Tutte le rl\'olutlonl sono tr11llgnate. b \sog nerebbe dire, ma noi voa:Jla. mo fame una che non tradln\ li. - Illw.lont, llluslon!, dice Uliva. Voi non ,wetc ancora vinto. siete 11.ncoraun movl• mento co.'lplrat.lvo e g à siete dlvent.at.l rt'a• zlon'll1. La passlone rinnovatrice che cl Rnl– mtl\'a quunco era\•amo nel grupp0 studcn– teaco. #< dh·entata anch'essa un'ldeo ogla. un tessuto di trlee ratte. untt ragnatela. Ecco la pro\'& che non c'è scampo nemml'no per ,·01. E non slet.e che all'Initio della J"lra• bola. Qursn Il destino. Ogni Idea nuova, per propagarsi, ~, crtstalllu.a In formule; per consen11rs1 si :i.fflda ad un corpo di tnlf'r• preti. un corpo prudentemente reclutato. tal– \'Olta anche appositamente ~tlpend!Ato e. ad ogni modo, sottoposto ad un'autorth\ sut>C· riore, che ha l'incarico di sclogl:ere I dubbi ~l;:ft~71:!:S{~/~il:~r~~ 1 :a 111~~~\,;r~~: nL&cesemprr rol dh·entere una Idea nssa, Immobile. parassitarla. reatlone.rla. Quando questa Idea dh·enta dottrina ufficiale dello Stato. allora non c'è più scempo. Un !aie• gnemc e uno 2.3,ppatcrra possono, torse, an• che In regime di ortocl06Sla tutallt11rla. a:.s!e· r.111rsl.mangiare, digerire, procreare In pa– ce, farsi i fatti Joro: ma per un 1n1ellett.1;a·e non c'i- scampo Egli de\'e plegRrsl. entrttre nel clero dominante. oppure ra~gnarsl a essere 11ff'amato. dltrnmat.o, alla prtma oc· ca~!one, massal "rato. Spina hR un at.to d'ira. prende Uliva per 11ba\·ero della giacc a e gli grida In taccia: - Ma percM dev·e~re questo il nostro destino? Perchè non c'è scampo? Slamo noi plllne rinchiuse In un pollaio? Perehè do• vremmo rimanere .sot.topostl a w1a fatalità Immutabile. senza po:er reftglre? Perchè do• nebbe essere glA condannato un regime che ancora non rslste e che noi \'Ogl!Amo crenre a lmm11gtne dell'uomo ? - Non gridare. dice Ulh•a. Non !are Il propagundlsta Anche qui. da me. Tu hai ca· p1to ben!Sslmo quello che ho detto: n .. g1 di non capire, perchè le con&cguenu ti tanno paurft _ Nulla ml fa paura. dice Spina - Va là che ti conosco. Qu1md'enwamo MS.leme nel gruppo ti ho molto DSSet\'AlO, dice uu,,a. Da allora bo scoperl.Q che tu tA. non ml t.ra dlrebbe. - Affare t.uo. n on s petta a me. farti la lez.Jone E' la . t.ua amante? - No. dice Sp! na. - Affare tuo. dice Martnelll. Non dipendi dA me. come sa.I. Un ucresta no è ent.rato dalla por– tlc.tna della .sacre.st! Red ha acce&odue candele sull' altare m asgtore. Annun• Uato dal suono di una campanella. appare dalla .sacre.stJa un 5aoerdote col paramenti sacri. Egil 60IStaln pre– ahlent. davanU al primo scalino del– l'altare. Un<, soalptccJo di piedi fuori della porta d ella chiesa precede I ar– rl\'O di alt.rt fedeli. Sono alcune suore. Immer gono la punta delle dJta ne!– racquasa.nt.a. &I fanno Il segno della croce e avanzano frettol06e verso il oelebnmte. - Da ta la mancanza di un corrie re dlret.to con te. dice Mar1nelll 50t.to ,·o-. cc. Il Centro eetero mJ ha ln vlt.alO a chledertJ una ri.Spo&tt\ urgente sull'ul– t.lma rùOlutlone polltJca Più che al– tro, rome sai. è una fonnalltà. - Non ho la test.a per le formalltà. dice SplnA. Puoi capirlo . - Intendo. dice Marlnelll. che nes– auno ti at.t..rlbuisce la mJn'. mA lncer– V'ZtR nel dichiarare \a t.ua solidarie– tà con la mRggloNlnta d el p art!to co– munista nJMO. Se! un vecchlo com– pagno. t.ut.U l4 atlmlPmo. - A dire la verttà. dice Spina. non con06Co la que-stJone: Se facelo tanta ffltlca a c apire. non dico la mJa re– ffl.one.ma Il mio villaggio. come vuol che lo giu dichi la pol!Uca agraria rus– M, r tprovl c erte opln!onl, ne approvi delle alt.re? Non sarebbe serio. puoi capir lo. - Blanchlna non t'ha portato le t.re relatlonl? - SI. ma non le ho ancora Jet..t,e. - QuMdo le leggerA.I? n Centro e-atero IMiate per ,were una tua rl- 6P0611l al più prt'St o. _ Non ao quarido pnt.rò t-g2ere tut– te quelle scartoffie. dtce Spina. N,..n go ne-opure se sono In (!:Nidodi l"'lplrle. e !armene un·oplnione sincera. Ho al- sel rh·oluzlonarJo per paura. TI sforzi di ere• dere nel p1-og1'tSSO, ti sfotti di essere ot.timl• sta, ti dà! molta pena per credere nel libero arbitrio, solo perchè 11contrarlo t.l sgoment.a. Spina resta un po· perplesso, poi de\e fare una piccola conee.!>S!One o. Uliva. - E' ,cru, dice, credo nella libertà del• l'uomo. Ml sforzo di credere almeno nella « ~lbllltA della llbertA li dell'uomo e quln• di nella « po.ulbllltà del progr~ ». Se non c.redessl r. questo, hai ragione. la vtt.a ml fa. rebbe J)Aura. • - Io no11 credo al progresso e la ,,1ta non ml fa paura, dice Ulh·a. - Come hai potuto rassegnarti? - Non sono atfatl<> rassegnat.o, dice UII• \'a. La \'ila non ml fa paura, ma ancor me• no la morte. contro questa pscud0•\'1ta do• ~~l~r:" a11!r~frfo 1~~~:~0 1 ·f11~ti:~~a. 1 ~; dis.~uzlone. della \'lta stessa. - Ho cs~lto, dfce Spina. E11II h o. ccplto, ed è preso da una grande trlstct.zt Ogni ulteriore discussione sarebbe Inutile. Ull\'a aggiunge sotl<>voce: - LA , ita puo disporre dell'uomo. ma l'uomo può disporre della morte e. con un po' d'accortezza. deJla morte del tiranni. Ln glov,me donna che ha apert.o IR porta t\ Spini\, orrt entra nella stanza per prendere alcuni ogget.U. Uliva aspetta che esca, per uggiungere: - Mnlgrndo tutto. ho una certa stima di te. Da molti anni ti vedo Impegnato In una specie di ,,ertenza cavalleresca con la vlt.a, o, se preferisci. col creatore: la lotta della creatura per superare I suol llmlU. Tut.to questo. lo dico senza Ironia. è nobile; ma richiede un'Ingenuità che a me manca. - L'uomo non esiste veramente che nella lotta cont.ro I propri limiti, dice Spina . - Ml parl asti una \'OIUI di un t.uo sogno segreto, dleti Ullvft. Lo esprimesti In te rmini paesani: fare del!!\ conca del Fucino un so– viet. e nominare Gesù presidente del soviet.. L'idea, certo, non suebbe malvagia', se 11 flgl!o del falegname di Nazareth vh·esse an– cora realmente su questa terra e potesse esercitare pcrsonalmenie quella funzione. Ma. a\'venuta la nomina e constatata la aua MSCnta. saresti costretto a nominarsi! un ~tltuto. Ora. come comtnelno e come flnlscano i rappre."--tntantl di Gesù. noi. In <;,uestopaese. 10sappiamo. Eh. altrochè se lo sappiamo. Non lo sanno ancora i po,•eri ne• grl e gli indiani neo-convertiti dalle mls• 11lonl,ma noi lo snpplamo e non possiamo 111r Ontn d'Ignorarlo oov·è finito. Spina, 11 tuo storicismo? - Tra le ortlchl', dice Spina. Se Gesù fu mal vh'O, egli IO è ancora. Uliva sorride. - Sci lnguarlbl!e., dice. Hai una capacità portentosa di 11ludertl. Io non posso. Poi 11ggtunge: - Mio p11dremori all'età di qua.rant'annl, ftlcolluato. Alcune srtt.lmane prima di mo– rire, una sera ml chiamò, ml raccontò la storia della sua ,•Ila. la storla del suo talll• mento, Egli com!nclò col parlarmi della morte di suo padre, cioè. dJ mio nonno. « Muoio t)O\'Cro e disilluso. gli avevrt detto suo padre. mn ripongo t.utte le mie speranze ln te: eh~ tu possk avere dalla vita quello che ml è mRncato li, Sentendo Rpprosslmarsl la proprlR fine. mio padre ml disse che non aveva che da r!petermt le p11roledel nonno. « Anch'Io, caro figlio. muoio povero e dtsll– Ju~o; ma spero In te e ti Auguro che tu po:,sa a\•ere dalla vita quellO che lo non ho a\'Utoit. Cosi di generazione In genf'raz!one, aMleme al debiti si tramandano le Illusioni. Adesso lo ho trentacJnque anni e ml trovo glA allo 4tc55<,punto di mio nonno e di mio pAdre A11ch·10sono un fall!to e mia moglie aspcttrt un bambino. A me manca però l'lm• bfi:lllltA di credere che li nascituro rice,•erà dalla vita quello che lo non ho a\'Uto. Egli morirà di fame. oppure, quel ch'è peggio, sen·o. Spina si alza e parte. - N on so se tornerò, egli dice. Ma .se tu o t.ua moglie a\·este bisogno di me .•. - N on ne val la pena, gli risponde Uliva. Non abbiamo blwgno di nessuno. Vla Pnnlsperna è me'.tSa a rumore da una cinquantina di giovani col berretto gollar• dico. I quali trag(ono una gran de ba ndiera tricolore e una tabelta In cui è i ;crlt.to: « VI• \ 11, la guerra li. I giovani sono f ianche ggiati da alcuni pollzlott.l, grid11,uo,urlano, Inter• pellano I pltSSMLIe cantano una nuova can. zone che dice: « con ltt barba del Negus cl faremo spnzzol!nl ». Sulle porte del negozi e dalle finestre la gente guarda lncurloslt.a, senta far commenti. In "la del Serpenti, Spina Incontra un altro gruppo di studenti con un'cguftle bandlf'rn, un'eguale tabella, e che c11.ntala stesso canzone da lustrascarpe, con la stessa 6COrt.a di pollz.lot.t.l. Tra la !<'Ila nlTaccendnto. tra quelli che vanno di· ritto al loro attan o alle loro case. Splna rlcono.,;ce I pas;s1 Incerti del disoccupati. I PM-<Idi quelli che non hanno meta e che finiscono col met.tersl al seguito degli stu• denti. Vicino al COIOSseoSpina sosta a ossen•are un e ~erc ltatlone di ragaui a,•anguardtstl ml– tragl !e.rl e cannonle..rl. Dei ragauJ di quindi- • dai con1po9n1, tro per la t.e6t..a che ml preoccupa, la &1Luaz.lonedi qui. Po! aggiunge. tacendo uno &fon.o: - Non voglio fin3e.re . tJ dico 1a ve– rità. quelle cart e le ho bniclate. A port.arle con me. corre,·o un rtoclllo inuLtle. E poi, francamente. esse non m1 lntertMavano. - Quello che hai ratto. ~ gra\'e, dice Ma.rtnelU. Te ne rendi conto? - I.naomma, dice Spina. non me la &ento di giudicare le quC6U.On!che stunono alla mia esperienza Non p05- &0 p:egannJ ad 11.lcun conformlMlo. ap– provare. condannare a ,occhi chlw.J.. - Come osi qu allfloare df oonfor– mlsmo la nost.ra c ondanna di Buca– rin e de gll alt.r i t.radltort? Non se.I mJca pauo? - E conromusmo dlchlara.t'8J .sem– pre con la m aaa:loranza. dice Spana. Non tJ pc.re? Siete st.atl con Bucarln. flnchè egli e ra oon la maggioranza; sareste 11.ncoraoon lul se ee:11 uesse con sè la maggtoranza. Ma. come po– Lremo dls!J'uagere li servllllimo rasc1- sta. se r1nuruJamo Allo spirito cr1Uco? Cerca un po' di r1sponderml. - Pretendi cne Bucar1n non &!a un t.radltore? - Slncemmente. nQll IO &O. dice Spl- ;;,.ino~S:.1~U:.n~~: ~~.' i~a~e~~ te per QUC6to.voi osate met.tervl con- ~?a dJO::m:~~po~: !~~· ~ni~s~ lui se egli ave.Me con ~ la maggio– ranza? - Il t.uo clnl.Smo comincia a sor– pa.s.sare I l lmltJ, dice Mar1nellt, fre– nando a stento IR sua lndJgnuJone. - Non hai ris))()6toalla mlA doman– da. Se puoi. r1.spondlmi con sJncerttà. - Se dlpmdes.c;e da me. U ~llereJ subito dfll partito M11r1nelll t.ttma per l'emozione. Il l11011:0 dell'Incontro ,rii pone un treno. Dopo un lungo .s.Jlen7 .lo "8 11 v11 vta N."'lU'.l\ &llhlUU'C SplnR l 'fflt.ft ltnmob!le 1'11 &uo pos:o, 11pponlato coo la. 5C'hte– na ali& pila df'll'acqua santa. La me&– && oont.lnua. La &eana luce del ceri fa sfavlllare l'oro del calice nel mezzo dell'altare e crea una corona l•1ml• ll06& at.tomo 11.lla te&ta b!MCII del .sa– cerdote. La. mC:M& arriva al &Uotermi– ne. I pochJ fedeli &Iavviano verso la u.scit.a. Nel momento di at.tlniiere l'ac– qua santa per Il se;no della croce. una delle suore tt4tA colpita dalrMpet.– to d1 Spina. SI renna accanto a IQJ. lo ossc.rva. - Non dj.gpcrat.evt. gli monnora sor– ridendo. - Co&8 \'olete? d.lce Spina. - Coraggio. dice la suora. Re&t&tete &lJa disperazione. - Cnl Siete? dice Spina. COS& Vc>– lete da me? - Fat.evt coragglo. alce la suora. Nessuno è provato dal Signore &I dJ là delle sue forte Non sapete prea:an? - No. - Pregherò lo per voi. Credete 1n Dio? - No. - Lo pregherb lo per voi. F.«11 ~ Il Padre di t.ut.t.l. anche dl quelU che– non credono In Lui. La suora 81 a!fretta a r3ig1ungett le sue compag ne Do po un po' anche Spina t&Ce d J chle.sa SI è fat.to s era Il suo paesano La.– morra l'at:eti de dflvAntl RIIA baraccA. dove 5rll na prepar11tn qualcOIWIda m1antnare. L'aspetto di Spina lo preoc– cupa - Cosa t,i è SUcceMO? gli chiede. Una t1l84!'razla? _ Sl dice Spina c on una •oce che Io &C'nragg.ladal porre alt.re domllllde. - Noo mangi? - No Durante IA notte Spina non chJude oochlri e Lamorra se ne avnde. - SI può 58otrt 1"068 U è guccu,go? ali dnrn,ondt1 Uo dl&placl":reamoMSO? - SI. d!U Soln11 L&N'l,.ml In pace. - m,a donna t.l ha tndtto? - SI - Nrin blsolm a am are t.roppo. dice LA.morl'fl Anche t.uo padre era uomo di passione. IGNAZIO SrLOI"lo'E GIOVANNI CONSOLAZIONE: campaina ot e dJdasset..t,e ,um.t imparano la comb!na– i1one del J)f'tr.l. l'operu:lone di montaggio e E.montaggio, 11passaggio dalla posizione di mi'J'Cla a quelli\ di azione. I regatz.l sono seri e attentiS.'llmt. come degli ometti. ed eseguono gli eserclzt con grande rapldlt.à. . s'p1Ùa ~I reca a' piedi' a un' al)putlulme'nto con Romeo. In un 'osteria del quartiere TI· burtino. o vJa degli Ernie!. a fianco al via• dotto dell'Acqutt Marcia e alla ferrovia. La rugg!~ del rt1.ccordl ferronarl dà Il colore alla strada L'odorr del carbone. 11 fumo delle locomÒth·e entrnno nelle case. L'osteria è quasi deserta. I n W1angolo un carabln!ere mangia spaghet.tl 111sugo con aria lugubre e feroce, come se si tratt.asse degli lnl.e$tinl di un comunlsta. Sul pavimento è spttrAA della segat.ura, per raccogliere gli sputi. Lo unico quadro appe50 al\a parete rappresenta un Immenso transatlantico. di notte. con le cnblne tutte Illuminate. su ltn oceano rl· schlarrtto dallt1. luna piena Più tardJ arri· ,·ano facchini. mano\•all, comandano meuo ~r~ ~\~l~~hiu~td:r::in 1 i'~t~~~a~! ,eda. C sllentlosamente s'imbarcano per l'A• merlca. Poi pagano Il \'lno, sbarcano. spu• tano per terra e l<>rnano a casa di malu• more. Romeo arrl\'a con grande ritardo, be· ,·e un quarto di vino, tossisce e riparte. senta avvicinarsi a Spina. Questi e.s:cedle· tro di lui e lo seKUe a una certa d!stanta con quRlche dlfflcoltA, perchè Romeo cam• b1a ,•1a u ogni ,mgolo. evidentemente per ac• ccrtarsl di non c..ot5erepedinato. Al vloolo della Ranocchia rallenta Il pa.soo e si fa rag– giungere. - Sa! dello scoppio di via Panlsperna? dice Romeo. Spina non ne sa nulla. -- L'npp11rtamento di Uliva è saltato per aria. seppellendo lui con li\ moglie e gli tnqulllnl del plano Inferiore. La St.!\mpa ha rlce\'uto l'ordine di tacere la notizia m11 lo scoppio r av,·cnut.o nel centro della clt.tà e la notizia si è divulgata ln un at.t.l mo. Sem • br" che Uliva prepnrl\Sse un grande att.en • lttto por !a.r saltftre la ch\C'sa di S M1ìrl a degli Angeli In occasione di \Ulft prossima ce-rlmonla alla quale tutto II governo sa• rebbe stato presente. Un nostro nmloo pom• piere. che h11.partecipato allo sgomhero del• le macerie. cl ha riferito che è stal<> rllro• vata tra le Cftrtc di Ul\\'a una pianta della chiesa con molte annotazioni tecniche..· - L110 \'lsltnto due giorni fa, dice Splr:.a Anch'Io ho a\'uto 1'1rupresslone Che prepa-t rasse un grande funerale. - Se !1 porllcre della CLt.Sa ti ha vi11to entrare, certamente si rtcordera\ dJ t.e. dlc:4J mcntlca subito. Quest'è un'altra ragione Romeo. Hal una fisionomia che non s1 dl• Pèl'Cllè t.u PlU'l.a. Davanti alltt stnzlone c'è molta folla tr• gr~~~h~I c~a;~;c:d~Ul~~~R~~tl~~~ln~crii don Paolo. Qualcuno gli risponde: - Domani cl sarà la moblllt.ntlone. Do-t mani comtncerà la nuova ilJerra d'Afrlc~ Domani? Se ne parlava da tanto temroa ma appunto perchè se ne parlava, la a:utrr• era dJ\'enuta qualche oosa d'lnver06lmlle 41 .strana. tn,·ece l'lm·eroslmUe sta per reallz◄ zarst, antl è già Il dietro le quinte, e l'ln-t domani entrerà In scena. - Il ragau:o del collegamento è stal<> 11.r◄ testato. cltce Romeo. Certamente sarà tor◄ iurato perché faccia delle rlve-larJonl. rq questi casi blsognll sempre contare col pc g..: g10. Dunque. In guardia. Qui c'è 11den, ro. arrl\'ato per te un mese fa. e qui c'è Il p s... ~aporto. Per qualche sett.lmana dobbtaalo evitare- dJ ,·~ercl. - Io non ho t.ant.o tempo da perdere, di., ce Spina. Da sei mesi sono rientrato In lta◄ Ua, non ho ancora tau.o nulla. Adesso so◄ no st.ufo di aspett11re. - Un'orgnn!uaztone Illegale è una tele che si fa e disfa continuamente. dice Ro-r meo. Una tela che costa sangue e pa~lenz~ Quante volte l'organizzazione del gruppi di Roma è stata distrutta, quante ,•olte rtco◄ st.rulta. Quanto blsog11a faticare per rltro◄ ,·are del colltgnmentl e. spesso, quanto pocd durano. Ho ,·!sto molti amici andare 1n cnr◄ e.ere. Alt.rl sono sparttl senza lasciare t.rflC◄ eta. Altri dobbiamo tenerli lontahl perchil sos~ett!. ~~~ icebli~fn:. ~~~ ::1~'nza. - C'è alt.ro, dice Romeo con evidente lnt◄ bara= - Cosa c'è? - Ho \'!Sto M arlnelll. l'Interregionale. - CO!ia ti ha det.to? - Mba avvert ito che forse sarai espulS<S dal partito. - Non dipende da lui. - Ml dispiacerebbe ll&Sal.dice Romeo. l1'11 del t.utto per e\ Itarlo. Nnn t'~c;<'rete.~t-udo. I due si 5trlngrno la man() r ,1 '"P 1rnn<1 1n due cUr:::..lontopposte IGNAZIO ~ILONS-:

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