Fiera Letteraria - Anno IX - n. 22 - 30 maggio 1954

Pag. 6 Nelsolco della tradizione '* di VINCENZO CARDARELLI Se la memoria non m'Inganna, credo di aver conosciuto Il pittore Glsbcrto Ccracthlni. una ser"- del 1920,nella terza gaietta di Aragno. Fu una conoscenza avvenuta In una di quelle conversazioni. seguita da discussione. che allora servivano, se non altro. a chia– rire molte Idee sull'arte e ad avvicinare artisti e scrit– tori venuti a Roma un po· da tutte le parti dell'Italia. Egli era Infatti venuto alla capitale da Fola.no della Chiana. In provincia di Arezzo. e l'aspetto di glo- ~:r~;, cc~~rc 8 rf~:I~ : ::::~~• s 1 : :~o~! ~ :~ra ds~!~ va.Ida e nello stesso tempo rude. Malgrado conoscesse da poco l'ambiente e avesse poca dimestichezza col problemi. Il nostro Ccracchinl. un po' disarmato, si tuffava nella discussione con la vlolen,a di un primitivo e col proposito. alquanto ina:cnuo, di !ar prevalere le sue rudlmt"ntali nozioni estetiche sulle dotte dissertazioni di quelli che allora si presentavano In veste di rkoluzlonari. M'accorsi che Il giovane pittore toscano. dotato sin da quel tempo di uno spirito sereno. attingeva la sua tncrgla di uomo e di artista da una sicurezza morale. connaturata alla sua origine campagnola, e sentiva di difendere ad oltranza Il suo genuino e dirci Italiano amore per la rappresentazione delle cose e della \lta con uno St,uporc che a lui sembrava rell• gloso. Quand o poi f requentò Il mio tavolo per sen• tlrml parlare qua.si ogni sera. sentii eh<! ml era dive• nuto amico e per tal e lo trattai. soprattutto ogni qual• volta ml dava modo di ammirare. sia pure con di• screzlone, Il suo Istinto di buon toscano, già tutto sedotto dalla buona tradizione pittorica. Ricordo che tu Spadini a presentarmelo con un cerimoniale piuttosto sbrlgalivo e familiare, come se volesse dire, e credo che lo disse presentandomi 11 nostro pittore: < Con quella faccia olimpica pare che ti sfotta >, E1·a massiccio come un tronco e sembrava Intuire con regolarità umana quella fiducia che la buona terra Infonde alla pianta. E da campagnolo cocciuto e sapiente si batteva contro gli estrosi e sfacecndatl innamorati dell'arte Italiana di quel tempo. SI era dunque nel beato periodo In cui De ChJrlco dipingeva le sue piazze, che poi furono definite ml."taftslcheper quel tono di assorto Incanto e di ordine deserto; e Spadini dipingeva con luminoso fervore e fu l' lm· presslonlsta più aggraziato e più civile che sollevò la pittura Italiana dell'epoca ad un'altezza umana ge• nulna rimasta poi gemma esclusiva del suo genio. destinato a rimanere solitario. C'era anche dl mezzo Il futurismo; ma questa specie di delirio· trcmcna, o furore creativo come dir si voglia, era &:là al ,;uo rumoroso tramonto. Ceracchlni ml sembrò uno del pittori più sicuri e più modesti. Osava spesso atrer· mare con un tono alto di predicatore Infervorato. < l'arte - alludeva alla pittura - non entra dagli occhi, ma essa matura dentro di noi e si esprime attraverso la nostra fantasia con linea e colori>. Il suo stile di pittore, lnfaltl, si maturò In questa rudi• mentale, ma saggia estetica. appresa col candore dell'autodidatta e con l'Istinto del buon pittore. che non doveva tardare a testimoniare. con le sue opere, un senso religioso della vita c dell'arte. In Ceracchlnl era ed è tuttora vivo con un senso misterioso della terra; un'antica paura degli clementi naturali cd umani circola con grazia sui lineamenti delle figure del personaggi o del simboli Inventati, o ritrovati nella memoria, ch'egli rappresenta sempre In atteggiamenti rcllglosi. Quella fanciullesca abitudine al silenzio, che so• vrasta le cose. dové fortemente impressionarlo e. per fortuna, legarlo a un modo di sentire la pittura come musica e composizione. Seppi, In seguito. che da ra• eazzo studiò malvolentieri; preferl Invece dedicare li suo tempo a certa sorta di contemplazione che si rende feconda soltanto col passare del tempo e quando si prende l'abitudine ad evocare quel paradiso per• duto che è l'Infanzia, soprattutto una Infanzia di cam• pagnolo. Ragioni di dissesto familiare lo Indussero a eml&rare dalla Val di Chiana, alle colline di Cor1ona. ove suo padre aveva comprato un modesto podere p)uttosto arido. Ceracchlnl. ancora adolescente. messo davanti a un paesagzlo cretoso, Imparò a rimpiangere e rlcc• vette la prlmn lezione dalla malinconia. E fu poi da un mugnaio. tra Il rumore delle ma• clne e il pulviscolo di farina. che Imparò a disegnare e a leggere nella sua fantasia. n suo Istinto fu cosl attratto dalla figura umana nelle sue espressioni più Intime e quasi più pudiche, collocate presso la terra e le piante in atteggiamento di misteriosa attesa. Ceracehlnl è senza dubbio JI pittore toscano che ha ereditato. per una specie di fatalità atavica. Il eusto, Il colore. Il disegno nitido e quasi scultoreo, del suol grandi conterranei, giungendo ad una pittura tutta sua, in cui l'elemento agreste del suol primi dipinti sembra che annunzi l'Incanto del dipinti rell• glosl. a cui si dedicherà nella piena maturità della sua creazione artistica. Sotto questo aspetto egli resta autentico e con• tlnua la sana tradizione della nostra pittura più 11· lustre, creando un suo mondo umano popolato di creature e di personaggi assorti a meditare sul loro umile destino. fatto di sentimenti genuini che pren• dono corpo e linea e colore In composizioni eseguite quasi con un senso di musica e di spontanea eleganza. Egli è rimasto perciò legato alla sua terra. fedele a una pittura convalidata d&I tempo In virtù della sua forza rappresentativa cd umana. mentre altri pittori. più est.rosi e meno genuini. si sono via via smarriti dietro I miraggi di una pittura apparente• mente rivoluzionarla, ma In essenza soltanto esotica, tradendo la loro originarla schiettezza. E non cl sembra una valutazione esagerata se oggi. presentando Il nostro pittore diciamo che egli, nel momento In cui le artl plastiche attraversano una crisi sia formale che di contenuto. rappresenta forse l'unico esempio di modestia e di tenacia, artistica. In cui la più sana pittura Italiana sta rinnovandosi senza alcuna rottura. ma con grazia e sapienza arti• stlca fa rinascere quella pittura sacra. che tu l'onore e la prova degnissima della nostra tradizione. VINCENZO CAROAREl~LI LA FIERA LETTERARIA ARTISTI JCTAJLJCANI :* GISBtmTO CEHACCHINI - «L'Assunta» Cpart.> no, da questa a quello. non ml Il e nuovo,. ritenendo doversi nvesse per stupore contuso In. attribuire a ques1a...parola Il tcrrogato_ In modo che slgnlll. ~enso di e creazione,. o e In• :~=~e:c~ .,c~ed1~:1: 1 !~~~1 !~ ~~n~g~oe ~j fncW:~r:g~~~!id~~ llcentft di dieci filorn\ ,. r&rcI motivi sacri nell'&rle co. ccfe 011~J>:tsi~o0 1~i111°u~ 0 cfi[ 8 ~Ò) t~n~::c~t~h~: anr 0b11faerl~"~ 1 •cg~,~ nelle riproduzioni i seriata \'enzlon&Je è la scolast:ca di· per noi Ja nobiltà. luno !'In- ~Unzione se non contrapposi• canto che emana dagli orlg!- z!onc, tra earte prolana,. ,. nall. • Brle sacra., - là dove validn Altre volle abbiamo avuto è .M>I0 la distinzione trn I mo– occ11s\oncdi occuparci dell'o• til'i. pera di Ccracchlnl. e ~cmprl." cl Infatti non può sfusglrc che ~ parso di dover porre In luce tutti I grandi artisti non t>sclu. quel lrtHto di e"~ che meJ:II0se-romal dalla ra;:,presentazlo. IAc&rattcrlzza: un 1-ontlmentone delle cose sa.ere - è mRI ~~~1t~~~I\ co:i:rl~6ita~ 1 ~= f~!: ~~~ttcm~~fc e t~~\.-~- 1 ,\Chezza.E la pittura dl Ccrac. mnno. Semmai, si può ben di. DVE SERENIT:A' Il primo Incontro fra V\n- t~~!~c~~fd:~~~n! ;rl•~ni Aragno, dove nllora letterati ~l~\ls~ 11 9!~~:~l~n~~m~~\ ~}~ un Incontro di cui ~ardarelll ha conservato viva m<>morla, ~~~~?e dnae1r~~rg::1~n11:i~~~e; aliti monoerana di CerAcchln1, cdna In quc~ll giorni dt1.Dc LUCA di Romtl. A quclrlncontro penMvt1.mo ~~~r~F~~l~r:,~ :~r 0 ~~::!:~ra:~ l'u!K"ltadt'IIAmonoi:rafla ce– rAcchlnlana.•woltt1.i.l In un r!· ,torante cr.rallerlstlco cnn 1a pre~enzadel più val 1 dl rap111·c. 5Cntanl\ dell'odlerna lettera– tura e delln critica d·arte. A capotavola non c'ert1 Il fe. 1tcgglt1.lO, che A.VCVtl. qua,1 \'O. Iulo na~condersl In un ango- letto ettenlrico. ma c·erRCar. darell\, owiamcnte al fisico mollo dJvcrso dagli anni del. l'Aragno e degli e Incontri•· n,a ancora e 5empre valido. con la sercnltl\ In volto di chi non hB sclu~ato il proprio ~~';8~u~:e 10 ed 8 a~~:~;~~c P~'i fronde vitali l'albero della lcl. teratura Italiana. Anche Ccracchln\ non era Il ragazzo vigoroso e 5Controso. qua"I un contadino. del primi anni della sua vltR rom&n&: i cat)('lll orm11.I bianchi, on&fa. mlglla, dcgll ln\jlcgnl accadt'. miei chc comportano un certo abito di rl~crw1.tczza.e Il JlC'• so - ~la pure llHa~inante pc. l'i0- dell'opera fornita. Dopo I primi quadri di Cli.· vallelto, la lit'rie degli affrc-– schl e tulio un travaglio per GISDlmTO CEIUCCHINI - « Merhn::lo » GlSBER'fO CERACCHINI - e Sul Rume » Biblioteca Gino Bianco Domenica, 30 maggio 1951

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