Fiera Letteraria - Anno IX - n. 22 - 30 maggio 1954

Domenica, 30 maggio 195·1 LA FJJ::KA LE r rJ.:KAKJA Pag. j Vl\T CAPI'.1 1 0LO DEL ROMANZO: "l\TO. 1·L lt.lO"l\TDODEGLI ACCIJSATI,, * Il 19 novembre alle nove e mezza, il giudice Walter Sturm &i ,,•egUò. Non aapeva dl es– acre i;1udJce. Due minuti prima delle no\'e e muza. la guarcUa a\f:\I\ b\J.&.Utoalla porta, - E' Iota, signore, - a,cva detto. - Por– to ,ubito l'RCQua. posoo entrare? Walter Sttum dette una rlsJ)Olta qualun• que, ac.nza accorgersi del vlH> mer:wlgliato della i\lardta. Sembrava non a,·eMe notato 10 i~r•~a:J>11: 1 ~;~g~~lc;,Ubrocchetto sulla branda del sacerdote. &'06tando\'I la coper– ta di lana che ripiego con cura. IL GIUDICE clò. Tu questo onnaf non poLral l'ederlo; tu puoi tutta\'la eontrl.bul.re a che tutto qut.6to anenga. Sopra pensiero Il CAudlce oontempla,·a WaJt.e.rSturm che. acca&clato sulla pol1.rona, alla luce del sole. appariva In viso pallido ed emaciato. Rughe come ombre scure gli 601eava.n la bocca. Teneva gli occhi chJU61. Il Oludlct 51 ali.ò ando alla llnestra, s1 &e· dette di nuo,'O •ulla pMchlna. Rlprue a. tamburcl111re colle dita, m11lentrmente, sul ve!.rl. Ouardava fuori. FIMavR ansl06amenle Il tetto di lavRgna che ave\.-a dl fronte, e Il giuoco della luce e dell'ombra sulla lastre. - Il signore può lsvarsl - disse. e Pa&· undo con riguardo davanti a Walter Sturm, che si erR alzato. attacco, come Il giorno pri– ma. lo specchio all'!nterrut.torc. - Eccole 11i,u:cc'6arlo per la barbfl., &lgru,– re; porto subito la colR:tlone. di * ~VALTER JENS Il Uc tac dell'oroloalo cessò a un tratto. Una sentinella andava su e giù nel cortile: tre PIWII ft destra. tre r,&Mta sinistra. po– sando cautamente I piedi. Da lontano. al 6et1ll\'&no Ucchctta.re macchine da scrivere, in quel dì del l!J novembre. Si e.lfrettò a raggiungere la porta, lieto di poter uscire dalla stanza. Non aapeva come 00:1.tcners! Walter Sturm si fece la b:irba, e non p :-e– ,;e che poco di quello che gli a,·c,·ano se.ri .·110 aul ,auolo: té. pane. burro. mRrmella ta. ro r– maa:ato. salc!ccle e e porrldge •· Pcnsaxa al Giudice. proibendo.si. di òsscr– ,a la cella do,e 61 tto \'4\'0. Tutto Q uello che era a,·,·enuto ieri: ,-uoto e confuso. LR ma– dre. Gi.sclla. Karl Hc!nz.. Il sacerdote, Hcl– mut, fantasmi e nani freneticamente dan- ~in:Jr~n~r~~e a;c~!~~~~~ ~~•lègri~~. 1t-ande Alle dlecl si busso. Walter Strum si era g!à avviato alla porta. Una guardia scali.o e si ritrasse nel corridoio ~ uro. - P0550 precede.re Il signore? - Senza ,·oltarsl la guardia san una scala. entro In un corrldo:o pfu largo e plu Illuminato degli altri. La luce ,·1 cntro,·I\ dll un doppio flne– urone. In mcuo al corrldo:o, unll lt'!tUQ;A. Walter Sturm vi ti adaalò da ~. aenta ba· dare al gesti della i;uardm che ccrcna di aiutarlo. - La benda, - dlsse Sturm. La ;uardJa lo guardò &ent.a capire. Voltò la lettiga ln modo che I piedi fossero posti ~r~r~~~ 1 lau~:ttf:';_t~h 1~ ~~~~Ò ~ft1' 1 ~~ un plano Jncllnato. Al momento In cui la porta si chiuse, un'altra se ne Bprl In fondo 111oorrldolo. laselMdo vedere un'ampia fi– nestra con davanti un i{r4.n muro bianco. La lettiga pa5SÒ,ur:ò contro un respingente e 11fcrmb barcollando. La porti\ al rlchlu..<:e. Lo. luce nutva d11l nncstrone nella arande rlllll, Walter Sturm vide una scrivania dietro ~ ta~ns~r~ S:::~!~ounPg;~~o :n:~:;ì'~~ di seta blu stretta al cOnoda una t\bbla d'ar– aento. Una maschera gialli\ arUniel\mcnte modellata gll copriva Il ,·o\to, e si anJmava nel movimento degli ocohl scuri e della boe· ca fine. - Lei pub alurs.J. - dlS.SC Il 'Oudlce, Walter Sturm obbedi, .Barcollava. - Segga su quHta sedia - e gli Indicò una poltrona di PA!!'.111\ davanti allR scriva– nia, \Vlllter Sturm si sedette. li Giudice andò alla Une.stra. sotto al manto a'lntravcdevano i suol stivali di pelle di capretto neri, aottlll, e, quando &I pose " sedere sulla panchina della ft!lestra, Walter Sturm polè vcdersll 1 calzoni di seta scura, su-etti nel illmball e acendentl glu Use!. 5enz.a fare un rigonfio. Waltc.r Strum guardò attorno la stanza: neanche un quadro sul muri; aul tavolo. al– cuni documenti; 1a lettiga apposglata al re– spingente. Nient e altro. con la desi.ra Il Olud!ce afferrò le. manl– glla della nnestr a e tacque a lunti:o, conti– nuando a guardar ruorl con ar!11. Indifferente anche quando cominciò " parl Rre. - Cl r1,·cdrcmo domani - dia.se . - li • nostro colloquio forse sarà molt o brev e, pc.r qunnlo lo non me lo auguri. Walter Sturm osava appena rc!'lplrarc. - Ho da dirle alcune CO!e- agalunse, sen– za ,·oltarsl e proseguendo sempre con quella aua ,·oce monotona. - L'Rcc1.15atoKarl Hetnz ha do,·uto csscre internato In w, manicomio, e polchl era In· auarlbllc, lo si t d0\'Uto fucilare. L al~ro. SUnr Brudtr. al t, comportatn. d:.iranlc I ln– terrop;atorlo. In modo che !'llamo &tl\tl CO· stretti Il $:IUdlcnr!o. Il Olud'.ce parlava come ~, lc~e~ ln un rif!n~~e~~: ~!~[~~Ill~~r;"in~)I~ faR!~ÌII~:. per tarla Rddormentare. - L'at".<:usato Wlcchcr. ln, 1cme con !l\la moglie. ,J è avvelenato. Avrebbe potuto vl- \'Ct~a~~~~t~~ 0 !~"ultò e, vaclllando, al ll\'allZÒ VCffoO u Giudice. Il Oludlce non al- zò _! 1 kc:~h~uto, caro Sturm Lei è libero di altaral quando vuole m11.In tal ca50. è mio don-re ovverllrlo ohe "1 metterebbe al rLlchlo di ftnlre come costoro. Vede que· ~~~--~!f~~ef1~ 1 ~~!!t~~ qc:~n;,i:ef~l~o :f~a~ dito' Lo ,·ed.e? - Il Giudice M>rrl~. - non pusc.rebbe un secondo che tcl sarrbbe porta– to via. QuMto è plu comoda, lm•eee. codesta pollro1111!Vuol rimanere In piedi? Walter Sturnl si era già rlmeMO II sede.· re. Bene. - dl!.se Il Oludlec, 11etua mutar Il tono dela sua ,·oce. - Lei ha accus11to Olsclla Waltz. CO!!telne h~ rlllra10 le con• acguenze. La camen chr: 111. dot10.e&1a abitR• ,a potrà c~re occupata meglio Walter Sttirrn contruu le mimi sul brac– cloll della poltroM. con 111bocca aperta e sii occhi sbarrati. g-uardb Il Gludl~. - Non è ))0:551bllel- diMe. - !Al ha replicato? Ml rifiuto a creder• lo - d1tse 11Giudice. - Io non ho lnte.so nulla. Forse ha detto qualco•a. dotto ~? Walter Sturm tactzue. Non ,1 seni.Iva I& !orza di reagire. - Sta bene. - dl.s.&e 11Giudice - ;:uardl! Walter Sturm obbedi. - lui lei al e po:-tato come noi cl Mpet.– tavamo: 11 è comportato da Ustlmone, - li Oiudlce Rndo Rli11.scrl\'Anla. sro;;llo del documenU. SOrrlsc. - Ho qui un rapporto inolto c"-atto del suo accompagnatore. Han– no tentato di trattenerlo; ma lei cl e rl– m1LSto fedele. Bene. - rlpctè per la tetti\ volt11 11 Giudice, chin11nd01i auna scrivania. - Ri– corda quello che le ho dctt.o nel nostro primo colloquio? Walter Sturm nnnul. Il Giudice 11 tra.stullllVa con un rlghel– lo. - Lei. orml\J, e giudice - dl.s.setranquil– lamente. - Non capisco - blsblgllb Walter Strum. Il Oludlcc continuò IIa.fogliare le sue carte. - Lei ha accusato la dottoressa Waltz cd ha sc»tenuto l'accusa anche di fronte ad es· H. COn sua madre. con la moglie de11'11ccu– sato Wlechus. lei si è comf)Ottato come cl 51aspettu·a. Sono contento di lei. Walter Sturm con la test.i. r n le mani, trat.tene,•a Il respiro. Un alleni.lo opprimente in\ 1 a&e la stanza. · - Ml guardi! - dls.sc Il Giudice. Walter SLurm l o çuar dò. - SI 111zl1 Walter Sturm si olzò. - SI avvicini. Sturm al avvi cinò a lla acrlvanb. 11 Oludlce lo fls.sò In vl50. Le ,ue pupil– le Il Irrigidiron o &O tto la ma.schera. e U bianco dci;ll orchi aclntlllò sul giallo ce– roso di Quel volto stampato. Park> come 11 primo giorno In c ui tenne quel suo IUJliO discorso sulle t.te classi. Pulò lcntamenlc. tutto a asorto n el s uol pc.nslerl, come ae pre• gas.se; scntA t.oa: lltr tuttavia gli occhi d1 dos.so all'uomo che gli stava davan!.I. - Ho letto I l tuo libro su Nerone. L'ho riletto più ,·olle. Flno da allora dt3!deravo p11rlaru. Ma ho credulo bene aspettare, comlnclando. Intanto, a rar sqpprimere lu ogni paese tut– ti Quelli dcllR tua specie.. A Braunsbel'i', con ,·ol ~I è u.satR clcmel'WI. pereh6 lo ho ,•oluto cosi. Plnalmentc ml sono deciso a venlre 11 Br11,W\Sbcrg cd eccomi. - Il Oludlce Supre• mo parlava bllblgllando, e si spcrgC\'I\ tanto su St.um1, ohe quesll ne sentiva l'alito sul VL'<O. - Ml ascolti; t vero? - disse Il Oludlce. alzando le m11nt come scongiurandolo. WalUr Sturm fece cenno di sl con la te• .... - Ho ratto glu1t1tlare gli altrt. e cla.scu• no nel modo più appropriato, e I\DOOtauna \'Olla cl ho pro,•Ho n mio gusto, Tu sei l'ul– timo. Quel plocoll vermi che potranno anoora entrare nelle celle ml ranno ribrezzo. Il Oludlce M!mbrava usaporare OQ:nlsua parola ..- Wlcchers l'ho Imprigionato I\ poco :C:d1 r~~~C:r~d~~~ 1~·~11~~-~!:~~n~: f~t~ 10 p&l6Cgglare a luna:o, di cella tn cell11, flncM e lmpattlto. 11 terzo. Il sa,ccrdote, l'ho !atto aUogatt. L'acqua gli e saUta au pel CO!l>Oplano plfln0, fino al collo, poi tino alla bocca, poi fino a1 nMO. Te 8010 ho ti· ~parmlato. Walter Sturm o.,cillò. I suol ,3:u1H• dl \'Oltcggia\'ano da oanl parte. Potè rlprcn• dc~!. ma abbas..'16Il capo, -Ho risparmiato le AOJo - Il Giudice aor. rise, - TI ho scrb11to per ultimo. Avevo le mie rflglonl, e tu dovrai Intenderle. li ,tlor– no dtllll comp11rlr.lone ti ho splcg11to Il 1lalc• ma. Ml credi ror!'le mRtto? Ti ho rlmes..'0 In llbcrlà. li ho offerto lfl buona o ccM!onc di diventar 11lmenot.cs! .lmonlo. A un accu.sa - 10 ordln1 1r!o, sarebbe ocoorso 111 meno un e.nno: e nella &ltuaz.!one In cui ti trovi. for• te. non cl aatt.Stl m11 arrivato, Pensi tu che lo non abbia calcolato tutto prlmR d'11glre? - Il Oludlct al fermò, tO&!Iper schiarirsi h \'OCe, e continuò con lo stc..sso tono. - E• rano clnque anni che. aspe:ttavo !I itlomo di poter fare Il vlacglo a Braunsbcr;, per tenen•I l'ul!.lmo itludltlo. A,·c.,•o tutto cal– colato fino aJ menomo particolare. OCCUPfUl• doml anche di cose che, di ~lito non m'ln– tcl"CMano aff11tto. Ho tcc:llo lo la 1ta!'lZA nella qu11le do,·evl u,crc condotto. la pe.r– son11 che ti et avrebbe r.ccomJ)l\gnato. p:11 nccmiatt col quali ti do,•e,·I Incontrare nel– le celle. e m! ~n r11ttoporlllr davanti ciascu– no di loro. compresi I tre uomini con cui ti .sci ritrovato Ieri rcra. SI fece a un tratto acuro nella AlAnZa. Un banco di nuvole 11ttra\'ersò Il 80le. ti muro di fronte.. lntonM:ato di bianco. sem– brò grigio e freddo. SI udh·a Il UochclUO di un orologio. Il Oludlce ~rrlse; non tolse. però, neppure. per un attimo, a:11ocohl di dosso a. Sturm. - - n ho stancato alquanto. Ti ho ratto fare un'lnlctlone, perthè li rlprend~I. e ti ho lasciato di nuo,·o In llbcrt.t.. Tu non ml hai deluso. Chi l stato da me uni\ \'Olta. S.U.YADOR D.\Ll' - c)ladonn:i col b:imblno• (dlse;::no nucltard Biblioteca Gino Bian·co Intatti, non al ritrova mal più. t Il modo con cui U sei comportato. ftgllo mio , ml hai dlm~lrato onnaJ. che tu acl del n061.rl. Ouardlllnl! - li G!udl~ Incrociò le braccla sul pelLo. SI chinò ancora ,u Walter Sturm. fino A pochi cen!.lmetrl dal ,•lso. - Tu sei Giudice. Lo h11l meritato. Però 11e.ntadi me, ti cl screbbero ,·oluU non ore, ma :inni, una meua eal1tent11 11diventar– lo, Mli. eh~ dico? Col tuoi precedenti, non non lo saresti diventato mal. Il Olu d.Jcc si r laltò. $:11 pose le mRni sulle sp11.llee rima.se a lungo In quc.~tRpc>.,lzlone. f'htalme ntc ro\· esc!ò Il capo In diet ro. P er la prima volta storno lo 11guardodal vi.so di \Valter Sturm. - Sono ,·ecch!o - disse. - cl ,•uole un al• lro che come. mc. sappia tutto. Sono venuto 11 B raunsber;. - S'Interruppe. Sentl che W.il «!r Sturm tremava. In lontananza una '1.ttn a urlo, Sembro altarsl Il \'tnto. Il Giudice dlsse: - Sei l'ultimo. Tu devi prendere ìl mlo posto. - WRlter Sturm brancolò. ricadde sulla sua sedia, come ,.,,muto. Il Giudice lo o.saerv ava attento. - Per un minuto, - •dl.s.se , - non par– liamo. - A testa bassa , tornò lllla rtnestrR, e al sedette di nuo,·o sulla panchina. Il vcn• to AVe\'a cacclRto le nuvole: di nuovo I rllg– gl del iìOle inondarono In stl\nUl, Dietro la scrh•IUl.la e la lettiga le ombre si allunga– ,·ano. Molto In lontaruuu.a, un rombo monotono e ln.slcme uno scroscio monotono, come di acqua acorrente. Poi. silenzio, - Imposslblle, - mormorò Walter Sturm. 11 Oludlce tamburellò sul ,·etr1. Tiro fuori una ai;aret1a: gtava per n1etterla In bocca. ma cl ripensò, e l'e.pponlò s ul da \'-anule. - TU sai che un Olu cUcc , •lt.ne fucilato nello 1t.tsso momc.nt.o che oom met.te un fal– lo. Ora. quale oolpa magg iore di un rUluto? Walter Sturm taceva. - Domani a ques!.'ora. ml dlU'&Ila rlspo- 1111.Non dir nulla per ora. pe~:,d~O:l:~ ~~~;~~- ~:r~:~u1 1 t~P~~~i risponderai: tutto ciò serve aolt-anto 11d Istruirti e a dortl Il modo di rs-pondenn1. domani. - Il Oludlce 11 trastullava con Il rlahcllo. -La vita è bella . Ma tu non &al Mcora quanto potrà esse.re più bella, 51 acdctte - Ou ardamll - dlMe. Macchinalmente Sturm obbedl. Il Giudice inclino Il capo da un lato. - TUtU sono. ora. felici! - dl~ - Non capisco - biablaUò Walter Sturm. - Tutti sono ora, !elle!. - disse Il Giudice. - Hanno da mangiare, e tanto plu ne han- no, qu11nto plù lavorano. Non debbon plìa dormir aoll; del bambini cl oc cupiamo noi. Sanno c!ò che debbono fa.re , pereh6 noi gllcl'Abblamo detto, n6 han no p iù blqno di 11t l11Rt'lll li c ervello 11, pensarci. Sono senu più penalc.rl . Tutte le loro preoocupaaloàJ le ab biamo pru e su di noi. Non pensano p!ù. Tutto è regolalo. SI lavora, e Quando plu si IR,·ora. t11ntopiù ,1 e felici. Il Giudice guardò ruorl dalla fine.stra. - Non e molt?, - dlu:e Walter 81.unn, bCU0tendo Il capo. Il giudice 1,0rrlse. - Mi fl,"P"ll1'VO di 11'.!ll• Urtelo dire. GI~ lo Hpevo. M..l prova a parlare con loro e scnllrAI u ora non aono fellei.. Lo sono. amico mio. Se dlr11Iloro che tutto queato è ben poco, rlder11nno di te. rors'Anche ti ammllZttranno, Non è orm11l più pos.slbllc che rie&cRno A comprend utl. Ora che tu e I tuoi simili non eslltc.le più, orn. ed ora soltanto. e111!IIOn o plen11m entc felici. Scomparsi I dl1turb11tor! dell'ordine. abbiamo finalmente la pace. Walter Sturm alzò le mani e parlò con vo– ce. che aclllbrava venisse. d11 l}'lOlto tont11r10. - Eppure.. è ben poco! - dlMe - Un uomo ha già parlato un ,·olta cosi, In parabola. un uomo ha g!il detto: Pe.reht sei ,·cnuto 11turbarci? Noi abbiamo dato loro quel che ,-ole,•ano. Il Libro del f'litllo di Dio e quel• lo del Ora.nde Inquisitore. furono IOJ'lttl molto tempo f11 Ma gli uomini non \'Olevano c&E-tr soltanto felici. Il Oludlce stendeva sull11acrlvanla un fe,. gelo d i documenti e guardava dinanzi II a6 trll.SO (nato. - Lo sApe vo che tu ml avresti pnrl11t odel libro di quel rus.so . Olà molti 1111- nl or sono, quando IC MI Il t uo su Nerone, alà da allora pen.sal dl poter rare di te. Il mio suc«1SOre. prevedevo la plqa che avreb-– be preso questo nostro collcq'JIO; si a1à da Al· lora mi upett'<lvo cht tu ml avre.,U parlato di quel russo. 11 Giudice si "'"''olse nel suo manto e al 11dar!osullo schienale della poltrona - DI• vlu.ndo I miei planJ, rilessi 11ncorauna \'Olt.& quel libro. Ma quelk> non f' cbe una p.u-abo1a. amico mio. In ,·ultà non si t mal dato nulla di simile al mondo. Io non parlo del Dlll\-olo e tu non p11rlldi Dio. LA.SCII\ 1t11re.dum::iue I tuoi libri, mio caro, Non ml senti! rimorde• re la cosclenr.a Quando ml proposi dJ con– tribuire " rendere i;II uomini felici, n6 ml rimorde on che li !11ccloaccUAare, perch6 M>n loro stes..,I d'Altronde che !o chic.dono. Alu..l, ''OJl'ono Altro. Io non p11rlo In nome di ncs.suno, e tanto meno nel mio proprio nome. - L'amore nof\ esiste; più. - Ormai son tutti eguall, - disse Il Olu- d!tt. - E;uall. e tutti aol.l. Ma aono fel!cl. Che blaoplo c'è dall'arrore. se. ormai non pa.r1!11mo plu che a moaol01thl1 -n so:e. - dl!!e Waltc.r Sturm, volgendo Il vlo,oalla finestra - !:eco l'ultima t-ua parola. Ma tutte le tue parole. lo le ave,-o previste; si. e anch" che lu ml 11,•restlparlato di Dio . raooomand11n– dcml la para.boli di quel n.wo. ScM0nchè ora chi crede pili In Dio? NcM che I fllnclulll 111nno più Il Suo nome. P'ra clnQu11nt'1mnl, non lo sapr1111nopiù nemmeno l ,·eechl. Non. dimeno. quRndo tu racconti la paraboll\ del ru..v.o,non lntcndl già parl11rt di Dio; tu vuol dire, aoltat'llo del libri. delle solcnze. delle ari! , o comunque tu codeste; cose le chl11ml. Ebbene. noi abbiamo bruciati I libri. e eoato– ro 1,0n dwtnutl felici. Non debbono pc.ruare 11.dfiltro, ormai. che a Ja,-orarc. e a goder.il In pace la felicità. Sapc,·o che tu avre.st! parllllo dell'amore. Ma UlUlcoppl11c he paasa la notte In uno SlCSIOletto. e I bllmblnJ rac– colti ntJ:11asili di Stato. neppure loro sanno plu che cos'e l'amore c. nessuno $:l!elo sapra più d!re, Quando ,·ol non cl 81\rete plu. Pure, con clo, saranno ancor più felici I! Olud1ce !Il strisciò le m11nl,continuando ~ i;u:ir:lue attentamente Wall"r Sturm. - Sapc,·o. Inoltre, che tu ml avresti par– lAto della luna . e del sole. della !ore&tA e deJl'9cqua. Lo sapevo bene. Ma Il rolc altro non è che un d!..scorotondo, l'acqua una $'C· neratr!ee dJ foru. le foreste. appc.izamentl t:oschlvl .da tagliare per la equa dlstrlbuz.Jo. ne della legna, a pro di tutti. La nc'°lll\ e.mplva la stanza del auo tic– chettio. Del PAMI lontani al av,•lclnarono Fu 1bl\ltuta una porta, delle \'OCIdi coman• do risuonarono. Walter Stunn di~. allora: - Ml par eh~ 11iat"nto tempo, da che lo venni qui per la prima ,·oltl\, quando al pu!o di un Collegio di Olud!cl. - E.sii c,1ta,•a, trepido, di r1,•ol- 11credlrcLtamcntc la parola 11\G 1 udlce Su• premo. e ccrca,·11 di eludere h\ si;uru-do. Ma Il Olud!ee era li presente. pur si lontano. e innnit!'lmentc lontaM. ccme tutto quello che era u·,·cnulo fino allora - fu detto che Il ,:ucccs~orr del Oludlce ureb:>e atato eletto d-Jl Colleaio. - Walter 5tumi .!1ntc:-tt19pc. Il Oludlcc. as...~ntl col capo. - Ml upctta– ,·o anch• questa oblc:..:on~ D:~ - RI• netti, pc.'"0. che Il Glud C'"hA 1utta,·1a Il po. tue rii escludere Il Col!c"I')· qu!Uldo abb a in ,-i.sta persona partlcolannc:nt.e lnd1cata, per c&er scelta a suo aucceMOre. Benchè h!,:use ehtaro, e f~ venuto fuori u sole. Il Giudice ACCCSC lii lampada sulla 6Crlvanll\. - Ora lo sto per dirti la cosa pili Importante. Non m'lntcrro.::npere . .se non vuol che tutto vada perduto. Ricordati che I Giudici ,·cngono eletti. come tutti gli altrl. tra coloro che compongono un corpo di rl. gerva. come quelli del Consiglio del ClnQuc e li !Oro segretarlo. SI dlatlnguono dagll Rl· lrl esclusivamente perehè essi soli sono a CO· nosceru.a del sllleml\ e dcllR divisione In tre ela.s.,1, Questo. dbtinzlonc. pcrnltro, e aMal meno Importante di quanto si creda. e due uomlnl !Oltanto. ora. la conoscono: questi due che ora son QUI. In questa struu.a. Il O!udlce a.I rcrnlò un momento. riprese. poi lentamente li dllcorso a \'OCe bassa. - N0Q basta che nelle mani dd Oludlce Supremo con,·cr;ano tutll I nu. Ora che la Un orolorio • pendolo scoccò quat.t.to toe· chi. - Ola le undici - dl.ssc Il OIUd.i" '-, - Tna poco avremo Imito. Ora oon06CI q uare IR 1.uapo6Wone, Ricordati che tutti g\a i.on felici e quel poc.hJ che non lo aono anc ora. tra pochi annJ non vivranno pili, No! due 50lt.anto con05Cllllll0 la ieGjte. ch:t~~ nfi~ei~~ -co~! 1 1: 11~. t~t·!!~~ l'Rltro. ln scgulto vi garanno sempre meno \'arianU. - A che p11rlare di filtnl5? - di.Me Il Giudice. - Tra poco non ,·e ne sarà più nemmeno bisogno. A pri Il o es.setto a deatrn della acrtvanJA e ne tra.s.se fuori due rum: - Ecco due Jìllll.'I - d !Me pa c1,tament.e. - Tra breve, questi due klll basteranno. n Giudice ne alzb uno. - Ecco Il film di una don na. M011tro l 'alt.ro , e dJ.ssc.: - Ecco Il mm dJ - No. non pol.l'O.- df&e Wo. .11.cr Sturm. - Non 68ro mal capace di uccide re un solo uomo. - Nulla u llln\ plu tc.rrlblle. rlcon:lalo. di Questo pensiero: dopo di te. non cl san\ p1u .nts.\uno che .s.1pn\ plu della legge_ TI cono– .sco assai mcgho d.i Quel che tu 1,'lmm11g1nJ. Ti ripeto: 6CI l'ulUmo. A te 68rà dato Il potere di ogni declslone. al di sopra dJ tuttt coloro eh.! con una matita e:.prtS.samcnte appuntai.a. non faranno che regbt.rare con cura ogni ordine di annientamento, per, poi. alla sua ora, tirar !uorl lmpBMlblll Il Ul~r– mos e la loro colnzlone. E' CObl Non si può tornare Indietro. Walter St.unn seo&e li capo, - No, non torturerò llCbl,UDUOQl0, - Non test.ano che ventltre ore, , noh tutte. - disse I l Oluc!Jce. - Ri!let:.f a quello che tt ho det.to . Oggi potml tornare un'altra. ,·olta a c a.sa tu a: ma ~mo. purtroppo, che non v l rtcone &ecral più ~uno. Tu 6CI del nost.rl. Questi uomini cuguJaoono tutto quel. lo che vien loro on:llnato di fare. e lo ~e– guisc<>noIn quanto sanno che e per il Joro :~~'S:1~~ gt=~o~~l'tl.~ 1~~ndJfa~~ che compiere Il loro dovere. e con non meno probità degli altri, Ed è bene che &la 0061. Fuochista, guardln, ma.ccJ1tnLsta: per loro la cooa. non muta, polchè son tutti egu111te tu1.t1 son buoni " tutto. Nessuno nouscn\ di dlvc!ltar guardia carcerari& alle celle. purchè vi trovi Il suo vantaggio. E' orm ai COEI:e deve C:65c.rC06l. 1 detenuti si.es.si fa– rebbero alt.ttttanto. Luclamo anda r le t or• ture. dunque. quando C In gluoco la lellcità di t.utU. - Imp011,1fblle 1 - di&M:Walter Sturm Il O1udJce ;uardava fuori dalla 11n~tra, annoiato. - La macx:Mna !;Ira ormai da .e:, ne 61 può far « marola addietro•· Tutti so– no ora felici. A t~ non rimane che la scelta: o •uccedc.nnl o morire. E morire, domani, mi':tuorun~ 1 :e f~~:~~~~ Il Giudice. Wal!.cr Sturm era crollato sulla sua sed.111; la t.cst.a. gli pendeva ,uno aehlenale, Sembrt\\'R svenuto. li Giudice sorrl&e._- Tutto è detto. - SI scdett.e al111scrivania aollevb Il rtcevltore e formò Il numero. - Due guardie. qui nella mia stanza_ Lo 111 conduca nella camera da letto, che è rl· ma.sta libera, tra quelle ri6ervate al giudici: sl, aJ primo plano. e Il medico gH faccia g=~~~~ i:r:1r~o~ !~: ........ Posò Il ricevitore e acce&c una sigaretta. SI bu.s.,ò alla porta grande. Aoc&e la tam• raBd;,ri'!llfa~~ì'eanla e l&6CIÒ la 1t&nt.a dal• SALVAOOH. DALl' - • Mtu.lonnll col bnmblno • (disegno corpuscolare) Walt.er Sturm era Il diltuo sulla polt.ronR, da\'Alltl Rlla sctlv11nla del Ohad.lcc. Nella stanza. Il wle e le nuvole alternavano luci cd ombre. LA porti\ al APrl. Sulle punte del piedi due uomlnJ cnt.rarono. mll.C{lhlnl\run~lona e c\1e, dopo l'esecui.lone. capaale del tuoi Rmlcl, la piramide è ormai tutta cruttulla, si potrebbe anche credere che la accna del Giudice Supremo non sia. In• f111e,di somma lmportanr.a; e che, pcrt11nto, potrebbell eleggere alla carica uno qualun– que, anche uno pili stup!do dell'attuale Pre– sidente. Il Oludlce ebbe: un sortir.o di di– apreuo. Continuando 1111MareIn vtro Wal• tcr Sturm Prot'-Cl\11: E' bene pc.ra.llro. IO J)el\M), che et ala pur t.cmPre uno che. non rolo partccJpl al runrlonamento del sistema. ma ne osservi 11ltrul li a:luooo ondoso, e al oompt11ocl11.1vedervi ba!\onzolar'! del corpi. - Non up!sco - mormorò Walter Sturm. - E' molto scmpllc~. LA gente ora r rc- llcc. Dlii rendlme1110 della loro capaciti\ di lavoro, che le Quote di R&Sc.Jlnl\Zlone r ndono poi evidente, c111I&OnoIn grado di misurare i.utta IR propria fcl!cltl\. MR nulla sanno di ciò. Da accU&AtldlYCJliOno testimoni. da te;. ~~n;,f~ nf 1 ~~fO.enè 0 ~e~o!"a'!:Ot: 0 :d ~i!!!~: Il. Pensano tutti ad un modo, fanno tutti gU ste511 movimenti, senza aoperlo. e tutti hanno Appreso quel che debbono IRre. quan– do non ht\-Orano, non ne conoscono pero la raglooc. Hanno tutti gli ~te.saipc.rulcrl, ran– no tutti gli stesa! i,:estl, ma non lo ~anno. Non fanno plu che mono:Oghl; ma non Jo 5anno. Solt11nto noi due - e Il Oludiec 81'!• cenno più volte con la de~tra a 6è e R Wal– ter Sturm - soltanto lo e tu lo sappiamo. Il Giudice tacque. Weller Sturm 1! ro ve– sciò sullo &chle.naledcllR fedla c. col vi.so t.ra le mani, mormoro: - Impossibile! 11 Giudice 11 11lzb,non andò questa \'Olla alla finestra. Rlm11&eaccanto :dia scrivania. e col cRpo indietro guardò Il r.omtto. - Non lo dir troppo presto. Ricordati che per decidere hai ancona davanti a te "·enll– quRttro ore: llllz.i,neppur tutte. Se tu rlflutl la mia proposta, pen&a che. dopo la m R morte, non cl san\ più un11persona al mon– do. che ,;appia come IA macchlM runi.lona. cammlncm. da st. t ,•ero; ma non cl sarà più neMUno a K>r\'eti;IIBrla. non dico giAche la po.s& adl.r4tere. e, cambiarvi Qualco.ota,ma alme.no che la conose11l\ fondo. - Il Oludl– ce tornò a sedersi nella sua poltrona e 11 chinò su WAiter Sturm. - Non gh\ a caso ho pensato " ~. Il tuo libro au Nerone ml ha. dlmoatnto che tu condividi le mie Idee. RlcordAtl. lnfotll. che. se' anche non potrai nulla mutare di quello che r. nondimeno, tutto prendui un 11SpcU.odlvcr&0. fin che cl aari. qualcuno che conosca Il gluoco, e Il fine di tuU0 c!b. - Troppo tardi - 1us~urrò Walte.r Sturm, abbandonando Il vl~o rul pet to. - Se.Iancora In tempo. - dls.se Il Oludlce. - Da q uando ebbi a Intuire che- tu pote.vi c.sse.rc . 1 1mio aucctNOre. ho ratto d i tutto per man te.netti In ,•lta. c. per Quanto non ml rosse concesso di ln1crvcn1re personalmente. ron lo che ho proveduto al mtdlcl. nelll\ Cli· nlca dove eri rlcovernto. I migliori medici• nall per curRrU. Ho seguito ognJ tuo pnsao, e. .senta. concederti troppo presto un tratto• mento privilegiato. ho son·egllato Rttcnta– mcntc che. con te non si gtungcsse aitll estre– mi. T~ sarai. dunque .lrrecussbllmente J'ulll. mo del glud1cJche 1,u.mo.come lo rono stato 11pr',mo. La cRtc.na. cosl, saril rormAtll da due soli anelll. nè ,•i ,,e ne agdunl.':er-à mal un teno. A me. mio malgrado, non e d1110 che prcdlspomc. uno 110:0:non ml e affatto possibile prepararti un succusore. Non ne tro,·c.r-aJ più nCl!,lun0. p~~~luct,:c~c:::!scQu;icu~·J~;, 11 ~~ ~a~ 111tuo compito. ne SRreatl In bre\'e deluso. perché nessuno tJ cMplttbbc. Fra cinquanta tmnl nes..,uno capirà ~u dJ che tu \oU0I parlare. Ancm: uni\ \'Olla Walter Sturm g1 rizzò ~l~~~l~~l!a ~ #~anelo Il O\udlce: - Il Giudice fcee l'atto dr pa.ss ,.r la man-:> 1ul p!ILJlO dell11&cri\'anlA.co me pe r ~'\•·dame degli ln.stttl nottum1. entrati dall.l lmeatra e attratti dalla luce - Non ti acordare che ,Jamo solo o.ll' inl· i.lo . e che noi due gJ&modli u~CI a .id.p ere Tra qua!che dleclna di an.1.I. OQ!l, dU!'Ncnz:a u.rà scompat~a tra J;ll uomini: e la macchl· na , :lreri da aè. Non occone che un altro po' di tempo. li Oludlce si prt.mette aul , ·I.so l,1 ma.,;ch~– r11.- D altrR parte. amico mio. nclllmeno noi dlJTerhuno dagH llltrl qua-.-irocl si lm• m11glna Da loro cl dls1Jn1l..tti.:mo60ltanto perchè noi 111pplamr,,e, ror5e nnche per un certo .sentimento del p&.i.Uto. M<\ rl'clth,mo noi purt. dc.I rnonoìo;:;hl e i,,J&m<> s!m!ll a :o– ro. Us111tnole atcs:.e pa;.:ilc !a:c!&mo gli Ste3.SIget;U. alt.luno cd abc.lL..~llUno Il Cllpo come lOTO.Noi C l J:11mod. cult),.tl !oUI bt· ,·ero, cl ,·olt.amo. aprii.mo 111. porta. u:Uarno del p&.s.\i, pu.sla mo da\·a nll a!J? hnc.,tre. il,l&rdando a vuoto. lnd!J'fe.rtntl. abul!cl. an· noiatJ. Ma aapplam,,; N1 e ~r qu&:o cbe no! non 11amo fellel Ecco tutto. un uomo. Quest'uomo viene Al mondo. fre– quenta uno scuola di St,Rto, entra all'offlcl• ~~Zt~a~r~I 1 ~1:::::t::afo':r::vf::1~~ 1 ;g; donna vien mandato di qua e di li\. è In conUnuo mo\'lmcnto: invecchia e muore. Eall pen-,a. mangia e beve q uello che pensa. mllngla e beve clascun 'alt.ro . Il Gludlre I! rovesciò Indietro ridtndo. - Tra pochi anni questi due !lima basteranno. Ai;II Attt si metteranno ,;oltMto le varlatlo• nl pii.I Importanti; __ forac. tra pochi anni, non ocoorrenmno plu nemmeno le poaltlonl alnitolt: basteranno gli elenchi del pen,onale. SI Inchinò. - Se do vrai v ivere a lungo, forse. 11 tuo successore pot.ri \ vedere tutto WALTElt JE..."iS Stn JJN' u-,clr, prcSMJ la Ca. •11 Editrice A ..E. di M,la,eo - """" t·t"r•,onc d1 R~f/acUo ,lfe. lmu e mn pre/11:ionc di Gio• tv11rnì Nrrro 1t /t1m03Q ro• ,um,.:o di \ValtM" Je11•:, No, I& 1/lotldO degli ll("('UNlti •• G11ìtru• dotto '" molte Jinr,1u•, il ro. 111ai1.:o Il •toto rcccnrc-mcnto ltCt:"tlC!H]lll(O dfl Eniilc Fotn·. o l"rlJJflrt'Al'HtlllO 0011 vrattdc •1tc• cpso (I[ Tcn.trn e v,cu..x: Coloni• b,er :t di Par,9i. GLI INGLESI SVALUTANO LA LORO NARRATIVA? ·* Intenzione e realizzazi Non si è mai pensato né in pittura, né in musica, 11é in poesia che ·il valore d'un artista andasse misurato alle sue ambizioni * di GIAUO!tlO AN'l'O~l~I

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