Fiera Letteraria - Anno IX - n. 11 - 14 marzo 1954

_P_o.::.g_6 _ __________________________ ___:_L::..:_:A:__ FIERA LETTERARI A Moscardelli prosatore '* di C. l!AURRI :\lcntre la sua poesia rivela l'essenza della vii"' umana. spe• clalmcntc nelle prime qualtro raccolte, dove non~ aperta agli ftrn~.i!"s~adl ri~l~c 1:ls~c~~ ra del fotti e /eue vicende per meno del quali l'uomo riceve e dà alla vita la sua arte. Biblioteca Gino Bianco UN AMMIRATORE DEL VERGA )f.. Il climadell'epoca )f.. L'autore di « Mastro Don Gesual.do » e dei « ~lalavoglia » ci aveva fatto vedere da dentro la realtà della 110, t.ra vita di popolo * C111•dueei 111oesfro di vita Per tutta la vita Carducci non rece che tener !Nle ~~!~1: 1 ~~~: ~~~" e~rie et%~ !1bbuen dc'Jn~e~~~•·aJ=d1r1tt~~; sacro della missione del Poeta, ma ciò non e-11lmpedl, :n 2~J~1~r1ras:g:~1e~i!~~~r~ai 1 :ftc~ 1:: ~e1 )f1!!tocodj ~~{ Sri!!~t. 10 r~~.m~~Y, d:~~=~~~t:~~1~ 0 e:e~c~d f :i,~ provocare un moto d1 meraviglia. pensare che li Poeta ~r 1 ~,o~ienc~~g:iod~r~,oa:o nr~g~~,d~~: ~~o 0 Se,s~~~ 1 t~ che allora e poi hanno asi.irato a quel medesimi seggi. ~~t~ 0 ~h!°~~~ s:~f ~h:I d ns~n~'Jr:e ad~Y: 1 c~~=l~lt~u: memorabili, affrancate cf:>ua caducità dell'occasione, f-~~~:sro:~i:~~a~fm~n dlj«r;;,ri1lt~~eba;~1:~ec ~~oi'u1~~1f~j ~~!ti~ l 1 ~~~~i'1tÌ~~las'rn°ce 1 :,1tv:r:n:~tt::~ st r:J:...che la e Signori. ora bisogna cavar di testa all'Europa che l'ltal!a sia un mercato di ciance. che l'Italiano sia un popolo Il quale non crede In nulla. non In sé, non nelle sue forze. non nel suo avvenire. Tutt'altro. In Italia I grandi caratteri, che sono gli Del termini della storia nazionale. sono tutti caratteri di fede. e Per noi la fede della rellglone si chiama Dante Ali– ghieri; la fede dell'av\'entura si chiama Cristoforo Co– lombo; la fede dell'arte si chiama Michelangelo Buonar– roti; la fede della scienza si chiama Galileo Galilei; la fede della politica si chiama Giuseppe Maizlnl > E' da notare ancora un fatto. · nonc;~~~~~v~e~~~:~~os~~~\;~ez~~~I d~:f! 1 ~~~P~:~:r~~= nella realtà che cl circonda, dh·enta mistico e coglie I ~~~f~tt~u~n r:~~~- sgyr:~~;~ 0 ~tt,Sfi~~'ì\i~s~est~n~~ namentt dall'una all'altra realtà son piene le poesie e le prose. Mirabile sopratutto è Il passaggio (Dinanzi alle Terme di Caracalla>: Febbre, m'aacolta, Gli uomini novelli - quinci reapin• gi e lor piccole co11e: - rell910,o t queato error: la dea - Roma qui dorme. - Poygiata il capo al Palatino au– giuto - tra 'L Celio aperte e l'Aventh1 le braccia, - per la Capena i /orti omeri atcnde - e l'Appia via. E' questa una vera e propria visione di credente. E ancora (Roma): ca ~ :f~ie~~iali~i1•~~?,~jam'fa~~a J;:J 1 gr!~r;:~11;; ~::~ :! f:"Pfu~~i:ntfu.e _l~!gr~"t;uPri;~n~~~~~~e~~ 71 1 ;~~~~ ala mi a/iori - la Jronte, e ig11oto io paaai ne la aerena 110ce; - JXJUia i concilii de l'ombre, rive99a Ji apiriti magni - de i padri convcr.sa11tilt'"gh.'e.sao il fiume aacro. Ora domandiamoci: primo: quale posto occupano nel- ~a:1\~a~~n~gs~;I C~~~~~rane\ la vita, l'opera, l'am• Rispondiamo: nessuno, o quasi. A scuola si legge di lui l'Antologia curata da Mauonl e Plcclola. A acoria. Ciò slgnlftca che. finita la scuola, con un respiro di sol• llevo si mettono da parte I libri di essa, compreso Ca.r• duce!. Né bisogna credere che quell'assaggio scolastico ha. poi la virtù di Invogliare ad una più ampia conoscenza del Poeta. Al contrarlo. Per rendere odioso uno scrlt• tore non c"è da farne un libro di testo ~r le scuole. Questo è risaputo. Domandate al librai quanti volumi dl Carducci vendano In un anno. va : 1 :c:i1~c~~nd~t~~!e a \~~da~~e~I~ 1f~~~irol~Ic~: ~~~ di centinata di pagine, rn'utolato e Carducci maestro di ~\~:ntf~!:l~e?~es~l~ae:::~re ~efi~nps:~~l•s~:\tl, ammo• li suo stile è cosi vivo. cosl efficace che Il libro sa– rebbe di Interessantissima lettura. Secondo: abbiamo noi un libro su Carducci In cul sia ~~1r~a:i~~1~"s~f:1~~•1: 8~•~t:1fauJ'~~~~: ~ne c~0 r'3u~~f~l~c: Abbiamo del libri efficacissimi, come quello di Paplnl ma è dedicato all'c uomo ca,duccl >: studi coscienziosi sull'opera sua non mancano. Manca un libro comples– sivo, che non sia per letterati, e nemmeno sia un nu. mero destinato ad allungar la lista del titoli nel con• corsi. Un libro vivo per uomini vivi. Con tanti premi let• terarl In \'!gore. non dO\•rebb'essere dlfflclle destinarne uno ad un libro su Giosuè Carducci poeta e galantuo- ;:l~u:fed~fl~a~~n{~~me~:!~f~n{hsi' s~~gt: ~~ec~e ~~i\ 1 er~'!: se per Il rammemorato. Leopardi e noi nlm~i~d!1 ep~gi~~er11~;~ 0 :J~~neoPs~~: 1 ~:~ 'ri:1Y·iJ\~~: Eppure chi mal dopo aver letto un canto dl Leopardi si senti avvilito e depresso, vide Il mondo con occhi neri? Nessuno. Quando si è entrati nel mondo leopardiano. o di un qualunque altro poeta delno di star~ll a paro. si sente ~~r~~~~r: ~u:1i•~~\~ èe~:It~frt1a~t1~~i:. 11 P~:Sfm 1 t~ :~p~l~•e~!~i~ ~a;~eliln~é s~ltl~m,~~fP~éd;~~::~i~f!~· aTI6 stesso modo che la vita non è né bella né brutta. Essa e è>. Dove brilla la luce della poesia Cfldono le distin– zioni, si entra nel regno dell'assoluto. Quel dolore, quel– !" vanità. quella eternamente desiderata ed eterna– mente sfuggente felicità, contemplate dalla cima del– l'arte, diventano legna che arde nel fuoco della vita, Il sl e Il no si fondono In qualche cosa che non è più né l'uno né l'altro, ma qualche altra cosa: appunto la VI• ta, l'Arte. Deprimente. avvilente è Invece la mena arte. l'arte ~~d:11:e:e c~1::r\~~~~ 11 ~ul~1~~':'e. ~~u~~~~~ct 1 !ti~r~~~ trasfigurate: la mezza arte che sta alla vera Vita come l'Indignazione sta al pettegolezzo. Leopardi che conosceva tante cose, e che nella cam– pana pneumatica della sua solitudine vedeva e giudi– cava sempre al di fuori delle contingenze, conosceva anche questa virtù purificatrice dell'arte. E perciò niente cl sembra più alleno dalla pura aria ~~~:~d!~ltir~1:~ dt~lant~ g~:1e~~e? 1 nre~~=r~i ~~~6r~ più lontano dal suo spirito quanto il ~estare e rimestare ~=~~ j-(j\~\~\~~~e~:1 c~oenS:~1~n:~.n~I z.a51 ~:f 1 ~~~ :~(1 1 ~ quali bassure si Innalza candido e nudo li monte della sua Poesia. P1•e::olini e lo "Voce,, Domenica 14 mar7-0 195•! Moscarrlelli m guerra ·* di A. SILVERI Moscardelll parti fra 1 prl• ml, come utflciale di compie• mento, col fucilieri di Pinerolo di stanza In Chieti. ch~;iu~:,aa~~e:r~~lne&P,,:~!: vento, irlcune pagine di rara belleua. La guerra lo mise a contat– to con 111 umili, e gli dlé modo di conoscerne ed esaltarne la virtù del sacrlliclo. Gioverà scoprire Il suo stato d'animo attraverso alcune lettere prl• vate: (31-8-1915) e ... Molto ai 4 progredito .su qucato Jronte, t:~~rar::on~~~1~t1rheAG:;:: menti naturali e arti/icia.h, re• ticolati Jortwmu, bocche da lupi, lacci allo giapponeae, mi– ne diueminate dappertutto: tutto 9.uanto era umanamente po.,.sib1le preparare contro di noi era atato prepqrato. <19-10-1915). e Qui l'aria 4l buo11a. Col no,,tro 1an9ue - senza rt:itorica - laviamo le nostre e le colpe altrui. Arri• vederci. Saliiti a Titta (Titta Rosa). T'abbraccio. Tuo Nico– lino>. ve~~~h\nr~~nlu~~~;a ml~tfi{~ da Cremona, che merita di es– sere riprodotta (6-11-1915). e Totò cori.sai- ;i~• i;e:~:~t~i dgr:::i:. *~~ quj s'~;~~j/o 2 %AJ'!';};:b~/:io• ta u11a cosa tremenda; ed é atata .superiore alla no.stra im• mogina.i,one. Non c'{J mai ata– to 1m. tale in/er110Jra ,Koi e gli o.,curi eroi ml hanno acgulto, e ved8t>amo la Morte COK alt occhi coal vicina. e Se tu vede.sai come aon belli i no,ti soldati! Hanno certe · · nui, dare vuoi: . e Se li vedeui portare i tubi di gelatina ,otto i reticolati iK 1iieno giorno: qualunque eroi- cl:vper~~o~iro,r~at~n~n~~~~!!; gliene rimarrà la cicatrice e una paralisi locale. che gli di– sturberà la rnestlcazlone, e sa– rà non ultima causa della sua m~i\e fur~ce°c°r~tatauna meda- ~!'.ac~~r~~nt:e;~e~~~or m°iiW!!: zlone: e Gi<l di,tinto,,i, per coray– Oio e per ardimento, in alo; ;:;.~~j:fii:~ii. e ~/~~~!~: aamentc allo testa dei auoi 101· dati, aotto violento Juoco dl ;~;r;ei~:i~;;r a 0 -rf~c:lz~ 9 ~ ::i~ plotone gid lanciato all'aual– to. Grauementc Jarlto alla /ac– cia, impo.saibilitato a muover• •i e a parlare, otten11e, con lo impulao e l'c.!cmpio gld: dato ,– col oc,to che lo ,erenitd pie-· 11ameKte con.!eroata olC con.-· setltl di rivolgere al auoi, che il rincalzo giu~use alla nuo- ~ftobx:.'oli;j~fff"..annigl{ano, 21 Frutto vermiglio della te- ;~!floec:?à I u~:t~~!f:a cl~~~: tante nella Ideazione e net mezzi di espre:sslone del fan– tasrne poetico. Pare che Il sangue abbia portato via tutte le scorie, e che l'organismo si sia allegge– ~:~x. d'ogni corpulenza e aspe• pr~a a~~es11:"a ?~l :~r~e~ella e Dl.sin~ttata la carne aquar• clata dai baci voluttuosi di Jer• ro rovente, puriJicata l'anlma che ,'in– aono1~va negli ,turpi e nei pruni, timo l'c,aore mio risale alla ~h'ig~rto CO/l altri occhi "'" con altro cuoro più /ermo>. m~~~S~Onf~~~~~iedlgrins~~r~t destinali ella Riuiora Ligure ~1! 0 ~l!ts~~ 10 ln L,~dfggA~;, ~~; Moscardelll fondò e diresse dalla cllnlca BasUanelll In Ro• ma, Insieme con Tilla Rosa. Diceva la Prcacnta:ione ~!~: 1~ 1 1;n~:lt! ~~~: dt Mo- 'L'Arto par noi non Il una avventura: Il la ra9io11e dcUa noatra 1Jita, la noatra ateua. uit~. Queata pena - o questa giom - che non aono 11ote og- ~0117.0n òti~~:;,.":m~norlie~ef~~ ma anche le immagiKi di ogni ora. e Per q1te.,to Cimiamo incon• trarci anche q11.a9giù, e rupl- ~~~~o.0é°g,::!~(l:t'cr~~~o 1:•,;; ~":rti::;r:u ide&;: 0 pofi~~~~ .fl~ acnza .schemi, GioieUeria notturna è un crepitar di gultzl fugaci. un Incalzar di note e cosi brevi che quolc1rna naace 11 muore ~~;::drir:ic: 0 :: 0 u n~ lo~{~~~~ q11elle elle settembre aciama e abanda >. Netla prefazione al e dolci amici> della Gioielleria è ri– portato Il versetto: e fa mia PQC(l non {J di qucato mondo>; nell'ultima, le laceranti, dlvi– ne parole: e Triatia e,t anima mea usque ad morte,,~>, L'accorata sentenza ricorre, qua.si come mendica muta. scr e pubblicata nel I Val- lecchl, con canti per ~~~~7.~~{n~.uldo Gozzano, Ma è una trlstena dolce quella di Nicola Moscardelll. nel quale l'ombra della morte attinge luce e conforto dalla presenza di Gesù, che sarà poi, sempre, II suo pensiero doml– ~H'i~:i/ la sua compagnia pre• e Tra fnli 1wmini che hanno r,;~~~o ~~ifia~!~ 14 co~ido~ rato 1'J 1111a .Jlgura sotto la ape– cie del Ji9l10 di Dio, ma neuu.- ~r~fe1:~iitfu 0 a~~feerdcfe~~ ta. Eppure 11ea.su11 uomo ha mat pronainziato parole che /o.saeroco.s1 luminoae e COif\ as– setate di cielo. Pcrcht Gca1i rtclla a,ro vita mortale ebbe tutti i se11ni del Poeta. soJJri l!'tlO quello che ,offrono i i>oc– h, e rinacque dalla aepoltura con una rcsurrc.iione che () ao– lo conccu" ai ,iocti >. A1'"TONIO SlLVERI Que1te paitlne sono state curate da Casimiro Fabbri e Antonio SU,·erL

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