Fiera Letteraria - Anno VIII - n.48 - 29 novembre 1953

:Con1enica 29 novembre 1953 LA FIERA LETTERARIA Pag. !> J NARRA TOR][ DELLA 6 f1FIERA LIETTERARIA99 GIDSEPP°E LONGp NUVo E C~~'ALLI - Non si potrebbe- dlise Plk - met- .. LE ··~· .~r ~.~~.:~::m. sorlMe J mb nome. . Plk po.c;ò la Leata ,una pietra. Era stanco. Aru.lmRva. NC'llA. pllmura non ,1 udiva che k> zlrlRre del grilli ootto I pioppi della ftu• mRm. 1: mnre era tenno, p!A.cato. La fiu• m11ra era asclut.lR come osso. Alla fiera d1 Capo d'Orlando andai a com, prare un cn\·allo. Al m!o p11.ue c'era una donna che ml attenden, e che ml aveva det• to prima ch'io parU~1: - non sarò tua se non quat>do ml n\'ral donato un cavallo. E lo rrunan, e ,;arei entrato nel fuoco per a\·erla. E lei avevR agglunlo, prima che lo ml le;,assi dalla sua presenza: - Se fra t.rc mesi e tre giorni non sarai tornato con un cavallo nero. partirò per Bronte. Tu 681 chi m·aspetl11. L'aspcuava un ricco che ha pi\l dl d!eci- ~~:ail~~~l: ~U!r1 ~ 1 ~! 1 : 1 c~~P~=l~~~at~~ !anno la ricotta. quella ricotta, sapete? etc si mi:t.nglaR Bronte. Al nostro paese non esistono cavalli. Un decreto del c!odlcl lo vieta. Perche pare che un tempo siR accRduto ad una donna ed ad un cavallo quel che ace{ldde a Pasilae e al toro. b~adl1:e~a ~ia~a voleva cavalcRre. che è Alla flers di Capo d'Orlando al vendono soltanto cavalll. Cc n·è d1 tutti i tlpl: d1 trotto ~r sella e per Uro leggero. di trot.to e di pl'SSO per tiro pt4antc, brettoni, pc cheron, oldemburghesl. hunter, UpizzRnl con la panc!R squadre.ta come quelll di cartape– sta e la «>da di piumn, shetlnnd poney con ~er~~11..dlc~~a11; 0 d~~n:?onèdo~ 1 l!~ 8 ~i~ lando è un paese plocolo, con le e&se vecchie e una gran puu.za In ml!'ZW.Nel giomt della fiera la piazzi:, si uastorma In mercato equi– no. Il sentore di Capo d'Orlando si a\•verte quasi dal por..te di Brunn che pure è lonta• no, dico lo, chilometri e chilometri. I mercanti di Capo d'Orlando eono ebrei e spaccano Il soldo, - Questo - taccio lo, e lo tocco sulll\ groppa. - Non toccate - ta quello - un colpo ilL un colpo un altro mc l'r.tnm11..zzate.Que– sto è SAm. figlio di Cam e ha vinto li der– by di Epsom. Ma non è vero. Il mercante mentisce. Que. sto cavolllno non è mal stato montato. - Qul\nto è vero Dio - riattacca - 11 derby di Epi;om. C'era quel giorno alle cor&e Il prcaldente della repubblica Inglese. Ment-lsce, mentisce. Perchè l'lnghllterra non è .llncora una repubblica. - Quanto? - faccio lo. - Tre lire. Cl rrmetto. Io cerco in fondo al tascapane. ma non trovo. - Eppure - dico - erano qua. - sempre cosi voi mendicanti - ra l'ebr~ - non a.vele mal trt lire da spendere per un cavallo. Ma siete capl\CI di spendere Il doppio In gou.ovlglle dt pane ed olive. . Ceroo. oerco, ma non trovo. Eppure ave- ~~e~~e ~~eLcmfave;~Ce~~~~~è ~~~v~e~~ verina, che dc,,·evo comprare un cavallo per Amlres, sapeva Il mio amore ~reto e le ave. va. na.scoste In un fazzoletto e cl aveva tatto un nodo. - Me le anA rubate Plk - pensai - lo picchierò. Rividi come In 60gl'IO I capelli ricci di A– mlres e riudii la ,ua voce: - Non sarò tua, se non quando ml avrai donato un e:wallo nero. Ed ero ormai partito da un pezzo, - Mercante - Implorai -, ricco ebreo, fammi credito di un CI\Vallo. Se tra un mese non t"•wrò pngato t,I prometto un·oncia del– la mia cnme. che tu ates...~ me la 6tt11ppl ~:ccii:. i~-~red~. fiid~t~: :JA.df~ 1òc 1·Pr!iùp1!~ r;ato di bnnca. sca,•erò la terra con le mani. - Non si può, non ~ pu~ Noi vendlr.mo &0!0 In contanti. Che ,•alore r,otrebbe avere una tua CRm• b!a'e. mendicante? Vanti\! le mie nmlclzle con ministri e capi d! Staio Fu 1rrt'n\Ov1blle.Certo Amlres par. tiri\ per Area e ncn sarà più 'D'Ila.Al massi• r.·o in potrò avere di seconda m11ro. 1+-. di GIUSEPPE· LONGO - Ora ti !acc!o ma~iare. La madre non chiede mat donde vien!. c01'hal fatto, racconta. La ma:lre dice e fi• ~llo• e pen.sn.111 da fan:!. Sa tutto. - Vuoi le uo\'a al prosciutto, certamen- te, tu. - Le uovn._.mRmmn. Ml 111, '0.ml rado. canto. - Sempre stonRto. però che bella voce! Poi ml dice che bltogneril che lO !in-ori. che ml de\·O fare una vita, che ha bisogno, prima di m<,rlre, di cuilare un nipote. - Ml sembra di riaverti bambino. - E Amlres? - azzardo. - E' partita per Bronte. - Tom,.rà. L'Indomani che era g!ovcdl andai a tro– ,•are lal'oro. Il commendatore ml rlcevette subito. - Ben tornato - disse -; 60n sicuro che hai me.sso la tes:a a partito. come l'avev., tuo padre. Ho bi.sognodi te. E ml dette un posto di fiducia. Abbiamo deciso dl rlpartlre. Plk vuolè tornare a Karl. - Se non altro - dice - ml rldartnno Il mio castello. Ma prima ,•errò con te a Bronte. 'E quando Amlres sarà t\,la lo me ne andrò. Puccl crescerà. Sarà forte. Farà la guerra: Tornando ml dirà: • Padre. ab• biamo volato e abbiamo ucciso•- E lo garò vecch;o. saggio 1tludlcc di pace. SI preparano le partcnz.,e, La vecchia ml dice: - Va figlio e che Dio sia con te. Aspet– terò. Il prlnclpaJe ml dlce: - Quel che hai fatto è ben fatto. E pensa che risparmierà uno stipendio. ce~hf:~g· ll s~~~ ~~~~\1 ~~i:ioes;:ro!'.tie lntennln1t.bll\ strade della campagna &enza meta. Il numi!;che è come la vena principale della nostra ei;lstenza. Si andrà In treno ti.– no dove si rnrrà. Po! quando si sarA ritrova. to Il ma:-e rlpreoderemo a piedi Il nostro r.timm.'lnc. Sianao hnborghes1tl, lngraMr.t, Pensl&tt10che tomef'!mo agm ti crudi, come :\llora. Le rotale cantano sotto Il vagone. Ogni giuntura d'e6Se è una nota e la fantasia la ~~ 1 :an~m~~e n~gfa~lltadlnl della nostra terra che vanno li. treb~lare il grano altrui La nostra terra è avara. Vl son più braccia che zolle da dissodare. più bocche che grML Migrano I contadln! della nostra terra sen. 2a pensieri. Portano gli strumenti lucidi. ~/fja ~u~n~~t~~~~ad·=~~f~l:r~~hfa ~~~: dia del vento sulle gleghevoll corde delle plaghe. Noi vedremo al ritorno le i;chlene curve lulle biche. Noi vedremo, più che si andrà. nyanti, l ca,·alll scalpitare In nuvole d'o1:0. Oll uomini sarnnno sempre senza pensie– ro E noi snremo cupi e triali. attaccati alle cose delln terra come son lleU questi legati alle cose del cielo. Migrano le formiche iiavle ma nel gregge che- cammino. vi sono due formiche paue. Due !onnlche che r1u:qua delle fonti non potrA saziare cht"cnon potrA saziare li l?ane del 60ldl\tl. che la \ 1 l!R non pot,rt\ 6RZ1Bre. Sono formiche che hanno tradito le leggi cl.ella tribù e sclupnoo, mentre le altre 5e– mlnnno e raccol~ono. e Cnnno scempio di sè, mentre le altre accumulano, e pem,mo mentre le altre vivono. - Il mare, Il mare - Ca Plk che ha la. tuta fuori dal finestrino. - L'aria che cl lnve.ste I! li baclo del nostro mare. nelle Rmple gonne TOMC. nel falpa\A neri ornnu di trine. levano Il \'IEO chhuo e &Or– ndono. Pare che sla scappata da una sono– ra didasr.a!ia l'arcaica pJastJcità delle per- ~n!~n~a~~fa s~~;u~:~srl~~ ~~~l~ur- I volti .sonodi una purezza che sola hanno I mfl.rml e 1 bron:r.lquRndo amorano sotto le rllta dello scr,vatore. Stanno le donne e Il pl\ese è come un presepe. E quelle che van– no alla rontnna reggono l'anfora sopra la testa, l'anfora che ha un ·an.sa e un·a1tra oon meno a.nnonlosa 11.n~ è il braccio che la tiene. St cRmmlna 1>er un sentiero arboreo. SI odono l oonrutl misteriosi delle fate. con• certi di acqua che cade, blandfl. come una mu.slea earcuevoJe I gorgheggi che scendo. no dalle chlom., di piante fronzute misti al ~~fm~r~ocfeàl:i1abrf::St~e~1~':S~:~:: :~ 1~1:i! tare di aghi di pini. CA\'O sonlto di campani ~:~~?! p~l~~a 8~leml~~1:~e:~111r1~:~r~~i~ soltanto ha diritto di padronanza. SI cr.mmlna muti e vlclnl Ln vltR lascia– ta dlet.r0 è come U suono nell11.valva df>lla conch!glla. La vita è dinnanzi a me. La vita· è a Bron• tt. Ora cerco d1 pensare come è fatta Am.J. res. e se son1lglla alla unmaglne che di lei ml sc.n dlsl!'gr,ato. camminiamo e non abblamo a\•venlure. Il sole sorge e tramonta S'Incontrano pae– si. ~i mangh1., si r1pos1t., si rlpàrte. s·tnooo• treno alt;! pr.es.L Il sole trnmonta. Il mare. Non si vede più. Presto si rivedrà Il nume. ~lg~~tel ~~i d~~t!llif:a:r.~~~g~~~ cresce. Cl si torna a specchJare neffacquR. Rinasoono dli.I suo Condo le domande antl• che: • Dlmml. di che colore sono I miei Ooehl •? - Penro - la Pik - che ancora 1\0D si ria Incontrata A.tangi.a. e che t-5$acl aspetta al sa1to delracqua. Ho una Et'arola tn t.erbo. - Pen!O - d.100IO - che sia J,repl)O tardi. rnin!l. se non quando è evidentemente dan• ~~~16~~ ~?J,al~o~~: ~~uy~~sl~:~~,i '~~ 1::, 1 ~ 1 1~ 8 vft 1 :r1d~-: i~:~':~tedj ~i:t"~~e st nci~ s·~ gOduto e non s•è donnto difficile cosa è rlcevere premio. E se gli obbiettavo che questo era un com– promesso. ribatte\'a che la morale è fatta •evo \'O(l:lladi con- ;;;:·,.;,;-""'j;b;,'•;:;;"';;a., ng{:e ~~ leggi di Krapp che po– nevuno nel re.pportl sessuRII la donna ln un lh'ello• plll basso deffuomo. come quella che potesse subin- onta e \•lolenza. e non è ve– ro pcrchè noi ehe slamo mRSChl i;app!Rmo ch·e è lmposslb!le prendere una donn11.senza che \'Oglla Amircs me l'ero trovata trn le braccia. Era stata franca t brutale. Ml nmnva. anche cosi. In cttttlvo arnese com'ero: però non ml avrebbe clonato un eolo bacio se non le a.vessi portato un cavallo nero, che avrt'b· ~sc~t"1tJ~o 1'Mu~~~t~~~hrd1c~~reJr Iio~ essere completamente terrena. ma di senti• re In 6è lontane sorgenti di non chiare or!- ri1ndi"~r:'1o 11 1e n~~.~~~b: !ns;~~:f:· li~ar/~1~ bere.. e padrona di sè. prima di dl\'entare mia. Diceva essere i;ua precisa detennlna– ,.,\one di voleT!I donare a mc. E r.nche 11:c non !o dtce\ 1 a me lo facevR capire. Forse ' mal temmlna sorrrl tanto di accostare le labbrR allr. bocca dell'amante, senza abban– donarle al bt.clo. Amlres rotrrl\•a ma non si lascla\'a baciRre r. diceva che se avesse oe– duto E.i 68rebbc chiuso un cerchio e di una cosa de. .slderr.ta non sarebbe rimasto che un rlmp\Rnto e lo non le avrei più condotto un cavallo nitrente. Non ~I può dire se mal uomo. prima di allora. a,·es.<seB\'Uto Ja !orza di sopportRre tale supplizio Ma IOche ero sicuro di me. rtslstevo. ?Oche sarei entrato nel fuooo pc: av('rla. Plk. che di ftmmine era esperto. e che sapeva tuttp di noi. oome colui 0he ml er& stato destinato per compagno, Invidiava la mia ~rte - DI tutt.t le femmine - diceva - che ti si sono dfl.te non serbl che vaga memoria. Questa che r.on si dà t'è nel sangue. For&e sarà Il premio della tua corsA. Amlru a\'eva fissato un termine. « Se en– tro tre mesl e tre giorni non avrò un ca- Plk guardò li clcio e disse: - Le stelle hanno trovato la porta di ca– sa.. Trnmrmtunm\O. Io parto. TI ricordi del Holce rcacse chiamato Knrl? Io vorrei il pa~ ~c'apc;a dodn\ ~~~~riazzo;f ,;'f"J~:. Leell~Lr~~: del cielo 60nc nperte. Ml sento le alL E. la prlom vo!tn che viaggio gratis. Non c·e ca– potreno. non c'i- controllore. Monto. Lo l!ipor• tello e glA chiuso SI parte. Ml sento li pet. to vuoto. ll rl!'spiro llc\'C. Nu\·ole , 1 Rnno. O nuvole !nte luogo. po.s.saPlk! Una pronta di vetro si è schiusa e &Ono entrl\to. C'erR un uomo seduto su un 6&SòO. Ha detto: - Voi? - Tessera. E sono pasu– to. Ha i,orri.,o. E' un veoclt!o ossuto COI piedi . di un bimbo. C'è nell'aria una muslca nuova. ~~~ i~:S~~fe; 1 p":t~rin vf:i~f~~-~ele ~- ogni fronda c'è una clca.Ia e ll frinire dell'u. na si fonde con quello dell'aU.rn, come nel– le noi(' di un J;rande strumento e l'aria e f~~:u~ 1 Q 1 i~~Ù0Slc~~~c~~&I~ I~~~ veramente uguali. Incontrn'.-'I gente Che a.ve . Vfl terrorl1.3'.ato J clttndlni 1mpe<lendogll,per !!'~empio.d1 trt\\'ersnre la i;trada dove vole– vnno, chiedere umllmente perdono a quelll che aveva bistrattato e questi Inveivano ma POI perdonavano. Nè si J)')te\'a non perdo– nare Polchè IR grande ruota della glwtlzia pa,:sava con le sue pnle di vento e Uvcllua le lre. C'ern una grande serenltà, come dopo morti. - Io - dlss(' Plk - preferirei morire per re~tarcl E come una grande lìera, con un rumore grandlS!lmo di stalli dentro cui 50. no esposte anime. E ognuno .se ne sceglle. - Io - dice - vorrei l'anima d1 mia zia Ate.nax che sapeva Impastare con le sue maru gra650Cce tanti bel pasticcini. Mn poi chiede: - E la mla chi se la prende? - ~ tua è glA stata chic.sta da una don· na chiamata Arangla. Veniva ogté giorno a chiedere: - E' ar• rlvato? - Ancora no, buona donna, ~•te do– mani Forse... - Grazie al cielo ha rlaoqu.l.st.ato la fa.– velia - dico - Qua parlano tutti, anche I muLI. no~ ~èd~~h~o~~nn!! :f'~~t~ ~~~ vOEllo tornare. E quello fa; - Provali, ie ,et buono. a t.rovan la via del ritorno. Non l'ha tro-ra– ta nessuno. Ora la vita è senza meta. Ora non c'è che da oonqulstar(' un ca,•allo nero e una ragione di vivere. S'è andati cosi per le strade della !erri\ e non s'è trovato un luogo su cui posare. Abbiamo fondato clt.tt \, abitato Cl\· stelll. posi:eduto l'arla della 5era. Sce!ldlamo Qui si rlprtnde la nD."!trastra. dR. Mentre le formlche savie vanno \'el'K) Il certo destino. MINO l\lACCARI: F:lrure 1n mO\'lmento (Callcrla Chlurazzl, Roma) Pre.nd!amo la strada di Kr&pp, che ~ il no!tro paese. dove le vie 10no ufaltate e ro\esclano tenenti di uomini e di macchine dall'alba al tre.monto. Giungemmo a Krapp dJ Eera. col treno. ~:1trPst~~~;a ,J'~~n~ll~e~~~I. d~ce~: g:a~u~ tomo!:IIU In attc~a del fore~t~rl. Uscia.mo. SI avvicina W10 chauffeur col camice bianco. Montiamo. A~~Ì: : ~~à:~~ se ne va all'albergo ~ Mia madre. non ml aspettava. Era Inten– ta al suol lavori. Cuciva. Busso. Viene ad aprlnnl. - Chi siete? Che volete? - Io sono tuo fl,gllo. - Flglkl - e ml ,t.rtnge tra le braccia. Ma ancora oon ml ha rloooosetuto se tos~e giunto un alt.ro e &ves.sedetto: cSOno tuo n. gUo », certo gll avrebbe aperto egualmente le braccia. - La bnrba - dice. - La barba! Ora trema t.utta ore. ml spinge, ml Case• rl~rt'. ml toglie 11 • tascapane. si siede sulle mie gmoccl,la, ml tiene la taccia. -· Tu hai pensato alle torm!chc savie - fa Plk. Mettiamo I pledl nel molliccio della tern umida. mri!"~a~~e~uÌia ~~ll:e di:ti~estpl~l!~fa~eaddor- Nu\'cle nere face\·ano da tondale alla cl– ma di un templo suJla n\Ontegna. ma dietro era I~ Junn SI cnph·a rhe non poteva du– rare. Che prlmA o dopo la luce anebbe do- :;~~0 c~fvuanre f~~ll~~ 00 c•::!t.s:g":r~e. 11Tia~~p~: 10: come buco ln pelle di tRmburo, orlato di luce :'IA!lcente. Camminiamo lungo Il mare. Il mare non si vedeva. Era però vicino. Plk dls.:<:e: - E" lo stesso mare dove andavano trire• mi e vele latine. Zatteroni erano andati éon gente nuda venutR a conqul5tare la terra. .... rrembavano la terra. Saltavano sulla ter– ra. Ur}a\'anO gr!dR di p:lota. E" lo StCMOma– re delle battagl!e. • •• Orn son [erme le montagne e camminano le sl1'8de. 8l"('nte è lontRna. Brontc è R sud. molto a sud di Karl. sulla strada di Arnau ~fio~~ ~~~!~1tlp1~r!o 8 ~,:~e dd'ru ~~~è. dopo Le donne dominano la campagna. Stanno curve sul campi, nel co,tuml antichi, chiuse :'1[11''0 :'llACCAnI: Figure che a Bronte non cl d'a più Amlres, che sia lnutlle passare per Capo d'Orlfl.ndo per com• prarc un cavallo. O anche se cl tosse. che 6C ne farebbe di un cuallo, Am.lres che ne ha mU\e? - Or non è più tempo di cavl\lll. Ora la donna nostra è nella terra estranea e si ha Il dir1lto di riprenderla. è ~~I c:~d~nciin~r~t! ~fà s::3~~~-1\~~~u;fan~~ In vista di Bronte. Bronte C la città t urrlta. Ha cento torri e cento rnura che le saldfUlo l'una alraltra. E' una fortcua che non sJ pren(\c. Non sol· dRt1 e non cu.stodl sor.o alle 5ue porte .scm- raretecrr~u~P~. e~~~· sÌh!p~ ~r~ !ti!n~~~ cittadini a turno stnnno di vedetta sulla più alta torre B guatare la strada. Se giunge QUI\ICUIIO gli parlano di lassù. MR è tempo di dire chi fos.se questa fa– mosa donna di Bronte della quA.le umto si è fr.tta parola . E' tempo di dire chi tosse questa CemmlnR, per la quale com·enlva andRre nd oste. Noi s1amt>conv,ntl che sempre valga la pena combattere per una donna, essendo es• :;~ ):C:~~·1/'i~c~l~~~l~lliJl~o~~~uiu~:. tfl.re de.stlno. E noi. io e Pik, attaccati alle cose dellR vita. con l'ansln umana di chi te. me di perderle, avremmo calzato celate e CO· razze. lmbraccll'lto gcudl, Impugnato brandi, montato destricrl focosi per una donna. Ché la \"lta è pane lnslpldo senza li s11ledi una donna. Ora questa Amircs che lo m'ebbi In sorte. fu una donnR glo\·ane natn di Krapp. di an– ni \'Cntl nell'epoca, bruna e nsclutta. di torte boccn, di dcclstonl Jmmutnblll, di occhi dol• cisslml. DI lei m·11\'evaptt80 la belln persona. Plk che non amavn l veli dlce\'A che l'omore non è un sentimento. ma un !lusso che dal- 1·encefn-.:,. aurnve~o Impercettibili strade del parulmpatloo conduce le sue vlbraztonl l'.I musoolo cardiaco. pro\'ocandone l'accele• razione con conse$1;ucnt,.turbamfnto del ci– clo sanguigno Il che è come dire che le 6Cn• 61\l.lonlgiunte 11ttr1werrorocchio all'encefalo sono di natura purnmente scssu11.le. E non è da escludere . se è vero che determinante dell'attrazione del due sessi è l'Istinto EO· \'rumano della riproduzione. Tutte 006e. si :~~~~~:S~~tlio ~bbTh~a, 11 ~6':if~~~i~~ cnrle nd Amlres. Qu~srn Amlrcs era una donna che andave.. per Ja sua ~trAda e lo non avevo diritto di dl.!itrnr!a: ne voglia di legarla. come sarebbe . piaciuto a mlii. madre e alla consuetu1tne, nl mio destino. Anche pcrchè ero connnto che a Krapp, la lCi11,l!?.Zazlone, ool suo puzzo di Carta bollata. avrebl)('. ucciso l'amore. Questa Amlres. cnpricclosa e subdola, che lo pottavo otmRI come una <sensazionea fior di pelle formicolante n~ sangue, non era una donna da tenere legata n un vincolo RIietti• •x,, ma a un dominio. Sentivo afflorare dal profondo della vitR e!.! quellr. vergine adole• Ecente un prepotente Istinto. un desiderio di do:\RZlone. che i' proprio delle donne dl KrRpp, le ouall hanno chlomR brunfl, seni eretti. procMI !inuositA di forme. Era una str.g!one m cui ero dominato dRI bl!'-Ognodella solit.udlnc. Onde ml r.Ma.llva per oontradc!lzlone la necusitR prepotente rU legarmi alle COFe della terra con tutte le ,~~~- ~eWe 1 rr~~~: df' u~~ 1 fe~n1~a~ flore. Qucll'nndtlre per le strRde della terra. dl– \enUI'> costume. era nato da una ,,istone Jet. ·ere.ria del!!\ \'ila. Amlres a\-e\•a tl\VOrito la ·>arcen,-,a. La donna non è che un Rlìl)Ctto etter11.rlodella vlta, A vent'anni. e tale te· -la anche dopo, Anche quRndo la si adora :'Ome madre. e cl acCOrl:1amoche se è ma• rlre non può essere llmante, non potendo più camminare col nostro piw:o spedilo nel– .e reAzloni dello 11:plrlt.o E Plk che n veva molto buon ~en60, come ha dlm051rato. diceva spe.-lo che ta~la co– EII. hann:i fallo le leFgl umane non punen• do la cong!untJone delruomo con la fttn· vallo nero partirò ptr Bronte •· A Bronte diceva. l'aspettava un ricco. E polchè a KrllPP non .c'erano cavalli, ero par. tltu. Pik a'accor&e che qualche Rio delle mie tempie era gll bianco. - La vita preelplta - dis.se - \'erso una FOluzlon?. ne? 1 ~i'~foei: R~~aPfa~~g~:1r~u,~f:B~ ren: dell'acqua. grido: Plk - E un uomo piccole, venne a pariamentl\re. - NOIvogl!Amo Il tuo signore, &amo gen– te d'i.mport&Jll\8.Questi e dei dOdleidi Kt' !I.PP - mente Pik. Quello ·cl guida, come a Knrl ventosa cl guidarono. - Noi non ricordiamo più Il nome del tuo signore - !e P!k, - non abblfl.mo me– moria. - Egli è Plioebus, Il giusto. e>snJ pietra e ogni anima gli appartengono. Dentro le mura re;nRvano l'ordine e J'ab. bond11ru..a. Camminammo lungo un \'!aie fiancheggiato di aiole fiorite. ~ siepi erano ta.gllate oc,me nel giardini ehe facemmo I\ Karl. p~d~;:ns ~~~:aieq:~~- Dovdt~o~\~; ~! 5l perfetto I fiori non hanno profumo. La guida .sorride. Arrh·Ammo dnvantl a un palazzo marmo– «c. Phocbus non cm In casa. Era andato " èac.cla nel pa.roo. Attendemmo. Poi arrlvò l'uomo. Uart. maturo, 6RDguigno, plantntt> sufJ~ns~~'t}l•!~lc:J!z~n"i· di e6Sere davanti a un rivale. Non sentii il sangue rlmc.cM– IArsl dentro. Phoebus cl colmò di gentlleu.e. Poi. quan– do iCdemmo. lo dissi: - Slamo venuti da Krapp per chiedere notlzJe di uno del no– stri. di una donnl\ chlamat.a Amires che se ne \'enne qui. - La mAdre - disse Plk -. la madre chiede notlt.lf' . L'wmo· i,atve scrutare nel fondo della memoria, tr11secolato. Poi so~plrò: - Ami• , .. Ma rise gros.._"O. - Amlre.,, e morta dn un pezzo: t inorta quasi subito. S°cra tr.nto Ingrassata! Non pru..cn,•aplu per le porte. La colse uno stra– no male. uni\ pinguedine che la det'ormò. e l'ammauò Il cerusico d.liiseche Il grasro le cece grorrx1 al cuore. SudA\'O freddo. - La morte - continuò l'uomo - non è il peggiore del mail, quando si lngrasi;a ''°l~. Io sentivo I! vuoto nel pelto e JJ cuore col– ph•a dentro duro come un sa6SC' Tanto eh,. ,e~ttl di morire. Plk taceva asi;ort.o - LA 1norte - poi disse. r1n~r: 0 !bi'tir!i1 ;j J~f:~:.e ~x~~ 1J dii~~ non si sa che co.~asia. Il dolore e del J')o\'ert Qua la terrR è opuna Amlres t morta. CO· me :Rnte nitre che rono venute e ora.tipo Sftl\Onel parco. Tullo crollava. Quello che era stato Il EO· gno dellR mrn gio,•mcua crollft.va al piedi di un uomo lnscn~Jbllc, Quello che m?Pt~•en– tava per mc una catnstrole non lntaooa\n Il rlso aspro di un uomo maturo che mo– stra\·a nl mio dolore due file di bianchi ctentl - SI potrebbe - dl&EcPlk - vedere 111. tomba? Anclam:no. Io seguh-o ruuto I due. L'uo– mo ci guldRva rumor060: - Per di qua. r,er di qua - strillando. come 5e C'! condo.1c:t...se n uno sptllacolo lieto. La tomba era semplice. Una IRSIJ'a 11 m;.r. m<" bianco e una lapld!: • Amhes \enne e.a Knpp - Non partirà a. E una data. Orn Plk s'è \·oltato su un fianco e i.eme. - l,a lotta fu sempre - dtce - tra 11 ,·erltà e la menwgnll. Oli uomini anoora non stmno quale sia meglio. Certo se l!IlO gridas...o:e in un consesso di uomlm 11..rtunatl a discutere tmportnntl problemi: • Zitto, voi, &!et.eun ladro, state dlcen. do un sacco di l:Klloechczze •• sarebbe una cosa 5flcrosanta. invece unb st alza, quando quello ha finito di pRrlare e fa: • Compagnl, quello che ha detto U cava. Jlere Zlmo.$ è sublime. La i.ua llm11;da \"lta privato e In sua provata onestà corn,hora– no le sue dl~hlarazlonl. Prnpongo che quel che ha det.to sia approvato per acelam~ zlone •. E tutti se ne va1mo contenti. Poi si rtu– nlsr.ono I\ gruppi e ognuno gparla per con• to proprio l.a verltA è Indubbiamente bella. ma la menzogn& è commQventc. Una volta el'O malato. Sprofondato In un letto pieno d: cuselnl guardavo Il sole le· \'arsi o(lnl rnnttlna. Nelle ore antelucRne ml senth'o triste. ptn· i;avo nlla morte vicina, pcns&\·o alle medl• clne, alla 11gll8.Poi lii levav11 il 601e. Ml– gllala di pe&~erl la&clavRno gli alberi. ,o:a. vano I\ frott-0 In tutte le dlre?.lonl. pl;:liavano la strada del \'ento Incontro alle fucilate. Rltll\'<'mta,o sicuro di me. Venh•a 11rr..edlco.dlce\•a: - Nulla di i.ra – ve. pns.serà. r;uarlrA. ma cl \'Uol u~mpo. Poi lo ,·edevo parlottare oon mia. mQGi!e e mlfl.moglie aveva gll oochJ pieni di I11.1rlme. SI avvlclnavR nl letto: - Caro - diceva, mJ. prende\'a le man,. se le portava alla bocca - caro - e planp:e,•a. - Perche p,ungl? - Sono felice, Il medico ml ha detto eh~ presto guarlrnl. lo diventa\o triste. pensa\'O un funerale con iiette pereone dietro e una bandiera.. 011 Amici ml avevano abbandonalo. Non venh•A pili nes,c;uno. Forte prepara.\·ano ae– crologi. - Asooltam: - dloe\'o - se lo mortul. lnaelaml cos\, In pigiama. Non dire niente a.Ila bambina. Portala \•la. Dille che plpà è 11.nd !\tO a Karl. F11I Il piacere, scrivi. - No. mm ,-ogllo, non \'Ogllo - planaeva ~lf' ~re,:~~ - sta zitto. P!k, taci. non far- - Scrivi. signora - dicevo - 50110 le mie CS;treme \·olontA, domani PQtrcbbe es– sere tard!. Mia 1nogllc scriveva. d1fro~~ 11 ~1 e~~;':,_ se;:: 11 !H~ei1~ ~n ~r~ mentl Una pletrR con sopra scritto • Plk • e basta, Un11pietra di bal"alto. Gll innamora– ti ci scrh·ernnno roprn I loro nomi lntrec– clatl FRte che cl sia una fontana vicino: l'unica mu.,ica che ml piacque. Fate che tutti J giornali pubblichino la notizia cosl: • Ieri C morto Plk. Fu un uomo che ebbe Il cora~lo di dirn In \'Crltà Credette nella amicizia, sperò ntlla vita, non ebbe lìduei., se non nelle proprie forze. E' morto povero. Era un uomo comune. E per questo rappre– sentò un·rc~1Jone ». Mia mo~llc plan~va. E la piccola g1oen– ,n di lA ::ol miei llbrl e con un gNN;O c,m~ ol ptZZft. TI ricordi dt'lle tonnlche? Ora ml ;iare rhc ml abbir.no preso tutto. Si vendicano. Pono staio cattivo. Oh. che• cos'è questa must.::a che 11:.cnto? E' il mio Puccl c-m la sua fisarmonlca. Lo rh-edo li mio Pucci'.' Plk moriva. s·era Cl\tto screr.o. Nella natura non un segno che denotas!e 1 1 trap11Ri0dCll"IIOmo.Alberi e faglie lennJ, Ccme se nuilu accade11:.~e. Eppure un'anima ptcnde\•a la ,·Ja del cielo. ~~~ ,i 1 :~h~lno. GIUSEPPE LONGO (Questi brani cpparttngono ul volume e Nucole s 001.1aUi •• di prossima. pubblWado11e pre!• ao l'editore C:appaUiJ. ca G1noBia

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