Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 7 - 15 febbraio 1953

Domenica, 15 febbraio 1953 LA FIERA LETTERARIA LA SECONDA FORMA DELLO SPif-UTO TEORETICO '*· LA LOGICA '.ìf Soltanto colui che abbia rotto la dura scorza del sistema e sia riu– scito ad evitare l'idealismo dalle fo,i'damenta può essere dello crociano '.ìf Prima dl G!0rgto Hegel Il compito della filosofia è scm– br!l to essc:-e quello di dirci che i a è la realtà, rnfflguundo e.sta senza riguardo alla sto– , co1ulderntn QUnlcemp:r!a. Hegel cerca di dare Il concet– to di una verità che i ;lust.tr !– chl U dl\'enire, mn presentan– do n conceu.o di una idea che si dls\'olgerebbe nttr~werso la storia t1er modo che le cnte– gor!e della Idea sarebbero gll istituti storici cffeltuali e. vi– ceversa, Ja storia non sarebbe se non In art!colaz!one delln idea. Con In limitazione (S\'(\Il– tnggl e vant."\ggl della cosa a p:irt.e) che razionale sarebbe il re:ile che •- è ra7.lomile.per ~ssere ricompreso nello svllup– t>O etemo della Idea, e non sa– rebbe ,·lceversa ogni fat.t.ocon– tingente o emp!rlco. Hegel st.ablllsce cosi per esempio le categorie del bello presentan– do una Intensa d!alet.tlca del– l'arte che porterebbe da ulti– mo (logicamente e perciò !n– sleme storicamente) alla f!ne st.onca dell'arte In quanto su– perata dalla fllos<>lln. Croce st-ablllscc vlceversn un concet– t-0puro. Il Quale è Il concetto. filosonco. di ~ pos.s!blle opera d'arte. In.tesa nella suo. mdivlduaillà lrripetlbUe, ma. perciò sLes.so,non si ldent.111 ... ca. nel senso di esaurlrv!SI, m nessuna ooera d'arte parllco– .1re. Ciò dà luogo a parecchie conseguenze lmporumt.l. In or.mo luotto, ciò Importa che ;~~h~1 r;i°;f~ rl~li~)eiJo p~~ •.ema che si poneva dopo di .-1egel di una continuazione ...elio svllUPPo storico una vol– ,a che esso si era presentato per Hegel non soltanto come ..:onclusomn anche come chiu– .,,ocon la fllosofla della Idea. .1.nsecondo luogo, ciò importa cne al problema di Hegel e aella ntosofla tedesca. d1 una oeduzlone della st-0r1a dal lo– go o della creo.zlone del mon– ao da D10. si sia sostttult-0 Il ?•=~w.die ~~~ ~~b "f,u~~oir~: m:i di una consldera.zlone del– la umana storia degli uomini. .1nterzo luogo, ciò importa che il problema della fllo.sofla si ch!ari.1:.ca come queHo dells. deflnluone di un concet.to che cl abllltl a ricomprendere ed msleme a comprendere (se– condo la etim0IORla del ter– mine da cum-capio. prendo msleme. r,comprendo, ed in– sieme comprendo, concep!sco) gli tnfl.nlu fatti della storia, i.er una sintesi che perciò ap– punt-0 si none. di Quegli infl– nit.l fatti. come Il concetto. Ma con questo terzo punto andia– mo già molto oh.re la • logi– ca• di Croce, per auanti spun– ti o sui:::Kcrlmentl auesta ne J)OSSa fornire~ • • Una seconda • sugge.stl<me• per la IOK!CA( ed-.lo ritengo la magr.lore scoperti\ di Croce) sl pur. rlc'.nare dalla doi.trlna crcclana. benché essa non muova direu.nmente dal domi– nio della logica, bensl. p~r t1- losofla crociana. da Quellodel- • la estetica. Polem:7.zando con Vos.sler In relazione alle doLt.rlnedel _pro– te»Or Urober Croce scnveva sul orlnclplo del secolo che la universalità di un'opera d'ar– te non dipende da ciò che vi si adoperino alcuni concetti e parole generali, comuni a tut- ~u~~~rrf~!ò di1~::t;~ Jg; moneta per cosl dire dl. scam– b!o, od aKSet.tlvo.bensl consi– ste nel fatto che li poeta vi si esprima ne:! modo più vivo e perciò anche più lndMdualc, che è a.nche, a rigore, Irripe– tibile ,e che ciascuno per ln– <enderlo o per giudicarne JI meita per cosi dire nel suol .>anni, riproducendone per proprio conto Il processo crea– th•o. Questa proposizione Impor– ta, a considerarla bene. una rivoluzlo:-ie. Eh:sa Import.a in– tanto. con r!R:uardo alla l!n– i;: -ui.st! ca. li rigetto di tutte Je ,:usquisir.,!onlche si sono tcnu– Lesin dal tempo di Aristotele, che rlt.eneva che non si po~ dare a-enerazlone né di cosa né della sua pura essenza Riac– ché sempre •qualcosa• vle1,e da ..qualcosa•. giù 41:iù fino a H('8el, che nel principio della t·cnomenoloC"ia sosteneva la 1mpoo.slbllilà di concepire Il questo e l'ora perché Il Questo senslb!le che viene opinato sarebbe h:attlnglblle al lln– guagg,o che appartiene a ciò che è In sé universale, fino a Bera-son. che sulla pretesa lJJlposslbilltà di concepire co– me Il .. seme• diventi , albe– ro• fonda la sua critico. del pensiero lof{:!co. fino alla • mo– derna• critica della scienza. e a molta modern!.sslmjl • me– tologl:I.•. che si affidano tutti su una antiquata LOOrladel linguaggio. secondo la quale semplicemente 11011si rlleva che ln co1creto noi non pen– tiamo Jtlà gli ast.rat.tl termini del a-ludlzlo quali parole ast.ratt.e del vocabolario, ben– sl pensiamo Il QUI ed orn. !I dlvenlre del seme che diven– ta albero, e cosl via dlcendo. Con rlJOJardo alla logica. ~a Importa però che non csLste un pensluo e comune• o • unico a, perché si J)OSSaIn– tender.:: come due lnterlo.:::.tl.9- rl comunlchlno fra di loro n.el discorso, bensl importa che 1 due Jnterlocutorl si Intendono solo in aunnto ciascuno riesce -3 riprodurre in sé Il pens!e~ dell 'alt.ro - ln termini plu semplici ed csat.tl, anche :::_a In apparen7..a tautologie!, lt1 quanto ciascuno s! porta a comprendere, naturalmente dal punt-0 di vista suo. il pen– siero dell'altro. P~r abbracciare questa eon– seguenza maggiore croce .1 vrebbe d()vuto oerò prendere :1comgglo che al giovane CheSi educav,, nello sph1to delle due Jottr!ne ssrcbbe stato sugge– rito dall'• attt.uallsmo • genti– liano (del Lutto sulla linea, si b.tdl, della proposizione di Croce Jn estetica oer cui si da– va un cnlc!o alle parole e si– gnificati oggettivi oer affidar– si ciascuna volta alla com– prensione della opera d'arte !r'J'.•,r\dua) nel senso di fon- ·,,~: ~ulla b'Jt.na rorn cr.fr :1. cli FRANCO T...,O~'l:BARDl vi è •atomo, di realtà sp!rl– tuale In cui le forme o I mPm– bri non siano in at.to . e per- del pensiero. In atto. che è, per ciascuno. Il pensiero suo. In forza del aunle ci;:-11 si Ca a comprendere t.ut.to. Dobbiamo nR:glunp;ere fra parentesi che lo stesso Gentile fondnva In ult!ma annllsl In validità del pensiero sulln n.ssun.zlonemc– t.aflslca che esso sin di fallo Il solo pensiero e J:i. realtà uni– ca che sussista nel mondo, di sulla petizione di princ/p o, ndombrnta nppena frn le ri– ghe. che soltanto un pensiero metar!.slcnmente unico si pos– sa nccct.w.re come un J>CMle– ro trascendentalmente nssolu– to. Anziché tare aucsto p9.SS0 ulteriore, che avrebbe lmpor– tat.o unll rivoluzione In n!o– sofla. Croce. ln contrast-O con lfl P0Slzlone da lui assunta nella estetica, ripiega sulla procoslzlone che se per In– tender:! nel linguaggio dob• biamo ciascuna. volta rifare no!. 11 processo dell'altro. che è lndlvldunllsslmo e a r!go,·e lrrlpet.lbllc. quanto o.I Pt:nSle– ro sl darebbe viceversa un s,.,– lo con.cer.to ,che si ritrovereb– be in ciascuno: questo con– cetto vivrebbe 11ella .paro!!\ ma non SI sposerebbe con es– sa. come a dire si ritrovereb– be nella condizione ddll'nmnn– t.e Infelice di cul cantava Ca– tullo, che non Poteva vivere seru:a la sua donna. ma non poteva ristare con essa. Una sorte lnfellce, di cui non è dal-Oin auesta occasione di ri– cercare l mo.ti~ l.più riposti. Croce rlprende nella logie!'! la proposizione di Aristotele di un pell6!ero che sarebbe vero non Potendo non es.sei vero, e sa1ebbe nprJorl. do\'t: l'errore S.'lrebbe dato dal gua– stafeste della. volontà (nella sua prima origine. dell'indivi– duo!) che 61 lnt.ruderebbe nel giudizio legando Insieme ciò che non sta Insieme .o s~pa– rando ciò che è unito. Ciò che non parla ln verità In rave– re della modernità di Arl.st()– tele bensl solo cl dice quanto a.nt !ca sia la 50luzlone che Croce cl fornisce di conser.,.a del resto con la tradtz!one fi– losonca. Nella prima edizione della Est~tica Croce presenta. va una PoSl.zloneruosonca J>,?r cui si faceva lat1ta parte a auel concetti della sensaz!one. rappresentazlone degH oggetti ecc.. che si dove\•ano dileggia– re nel SeR:Ultocome Ingenua– mente realistici. Ed lngt:r,ul erano. nel senso che non se ne forniva una gmstlf!cazione critica. Per fornire auesta glu– st.U!cazlone si sarebbe dovuto .procedere ad 'Ulla fonrlazlone critica del concetto della espe– rienza che Il soggetto. inteso come un Individuo ratto di carne ed'ossa, viene avanzando del mendo che lo circona:i. Net corso di una taie lnd&.• glne. Insieme con Il concetto dolla sen.stzlone e di c!ò che sia pensiero, si :-arebbc pro– ceduto a chiarire n concet.to e compit.o della flios,, >fln.ri – conducendolo da quello di una deduzione metafisica del– l'essere o di una deflnlzklne aprlorl della natura dell'esi– stente ad una anall.51del i:o– stro mondo di esperienza. per procedere quindi ad unn .ri– costruzione del nostro quadro dell'Wllverso sulla bMC della nostra espe,rle.nzn non soltan– to loglco-fll~oflca bensi an– che positivo-scientifica. Uno sviluppo di auesto ge– nere si sarebbe ritrovato a procedere sulla linea di Quel– la rlfornn che Feuerbach ave– va avanzata dello hegelismo, comunlcnz!one. o se. oer una riduzione nll'assurdo del slst..?– mn croclaro, . Poiché l'Indivi– duo non è per Croce se non uno p.seudoconcet.to . non !>l"– cui fuori di Italia si !atebbe g!à ratta ll'!ustlzla sin dal!'!i anni sest:1.1itlmmedlatam!ute a Hegel. lo S1>!rlloa s:'lllre In, spirale E' fncile rloonO""cerea que– su se stesso oer m-Odoche b sto punt-0 le deboleu.c. del es- ln.tulzlone Individua sarebbe stema • crociano. . c;nscunn \'Olt:'1auella che lo Al temo\ delle f<>rtune del– Spirito del mondo hn di se l'idcal!smo si fece Rtap chlas– stesso nelln generale sltuaz10- so Intorno alla controver'<III ~~~ gr 1 ~·~1i 11 ~';1rsc~n~~l~~~t/1~~= !rr. 1 è" 1: ~ 1 ~l~t~~ifc/~\ 1 dfitir:: t.1, non nbb!!llno co<:clem.:1. U a, che era. ln~leme con l'tt!– ment-re delln coscienza che t.:-opunto della unità del mo– cln.scuno di noi ha del mon- menti nell'nt-to ~o!rltuale. Il do, non si d!l.rebbe glustif!- punto dcll:l differenziazione cnzlone). dcll'lèteal\smo croc !n.no d.1 Per Questo modo, con una auello 11:ent\l!ano (e oonev:'I direzione del tutto oopost:'I n cnno ln ou~t•uJtlmo. ln,;icmo.1 Quella onde II gJbvane Croce con Il rilievo della unità. fl.l aveva nvversnto, con Ant.on!o problerna di unn conce1.!one Labrioln, le filosofie della ~LO- dell'assoluto che rendesse ra– rln. 11 pemlero di Croce viene Rione delln molteplicità cd 111- rlsospinto di J)!\I In più verso slcmr dalla personalità dell'at– unn rlnnovnta filosolla cle!ln to onde ciascuna ,volta chi storia, per di più ldcallstlcn. pnrla dice: Io). Ma ernno. co• Bnsta parngonnre. per mlsu- sl ;>er•ciò·che rilnmrda l'unila rare il cammino percorso. la come per ciò ~he riguarda In 1>rima lnt(:rprcl.1\7.lonccroc!n- d!nlett!ca, baruffe chiozzotte. no del n aLcrlallsmo st-Or!co Per QU!l.ntoriguarda Il primo come di un • cnnone di lntcr- punto. J>OSOO quel concetto oret.nzionc storica • con le cri- ciel pensiero che C vero non t.lche tarde, e sempre più potendo non· essere verp, 11011 acerbe. verso il marxismo, chi! era PQSSlbllcd! giustificare li finiscono PCr rln!Hnear'>I In divenire della stol"!a se non tutto con In cril.lca heJ::elllano. Po~ndo per cosi dire In piedi me~!\J!Slcoche nel st1oi verdi auel oenslero secondo un tlla– annl avevn dettato Il prof~- Jct.Usmo Interno dc! concct.tl : sore Gentile. La Storia cl'Eu- li qua.le , o si sarebbe (con He– ropa finirà per parlare dcgll gel) nrrestnt-0 nll"\ fine In una svll\Jp:,i lntcrvenutl lllLraver- proposldone conehluslva. e co:t so Il secolo XIX sen1.,"\nean- Questo si sarebbe non, soltanto che fare menzione d'ella rivo- C"lncluso m!l :mct1e chiuso il 11'Zionelndust.rlale lntervcnu- cnmmtno storico. ,anzi si sa– t."\ in auegU anni. e nel cani- rebbe dimostrato a r!p;ore pnr– t-oll ln1rodut.tlvl alla stessn. vente, e non reale. lo svll\UJ– opel'a, oome nella Storia d'/1.a- PO lntcrvt-nuto sin aul delln 1/a si gludlchen\ che non pos- storl3. -o (con Gentile) si sa· sa avan:r..<1.rsl nessuna forma d! rebbe dovuto rln,nov:,.re sem– org!ln'!r.tnz.lone nolltlco-soclale pre, rlm:ing!nndo 'come il che sopph'mti Il libeulL~mo Cronos del mito Il concetto soltanto perché non si sareb· tlltlmo, e ctò In forza. di quel– be affaoclnl-0 nel mondo un lo stesso econcet.tb dell'aut-o– • concetto• <"he J)OSSa rlte-- concet.to • che per l'Appunto nersf superiore a quello. rap- si ssre~ dovuto n(!1:::are. li presentato, ds ultimo, dll.lla concet.to di unn dialettica del ..Filosofia dello Spirito>. An• • distinti • per Il anale- lo Spi– che l'att.egglamento etico- rito sarebbe procedut.o oltre urna.no di Croce si e.da1ter:\ senza n('gare o sup.emre lJ va.– sempre più su una vl.sloue Jore di ciò che la~clava dietro della vita che PoSSlamo def,- a ~é. ern però a sufi. voltn sol– n!re- q:enernlmente hegellnno- tanto tm ircocervo. E la vet1tà goethlana, con un rita·rdo 1>e- è che !'unti e n,ltrn dottrina raltro di 1>iì1 che cent.-0 arilll la\•orano ~ulln stessa bl\'ie di su Quel pensiero romnntlco. un!l dllet~lcltà concep!tn - SI intende di qui come gl! erroneame1.te - èOme un!l amici strnr.lerl, che pure non dlnlet.t!ca del •momenti> o avranll(>. J'orecch!o per 19. r~- delle forme dello sPlr!to: e cn- ~ol~=~id!ta;;{ufe:el?~r~O{:: l t'-~r~~o Jl}~i~. nell'uno o ~!- ~:~:~t:~11:S~°h':t ~:u:i1~~: 'tà ~r c~~~t~ r~~~a~~l~~u~~ leghi con un nttegs-lamr.nto nmmet.tere. nel corso della del penslero e dello splrllo di Polemica con Gentile. che uon ~'i~tf~~g~f ~I ~t crees~rc\~\~~ opera d'arte. o di filosofia o d! P:'at!Cij, rlduc:mdosl con ciò ad una distinzione merame11- te urat!ca o di comodo. non tropoo d!ver!amenc.e da ciò che avveniva per l'aborrito eatt.uallsmo a. la 0 a~~l~~~ 3~1n~;or 1f1?:~ ro -nella concretezie. del p;lu– dl:o:lostorico. oer Il ouale le cat.ell'Orle lnterver:ebbero a chln.rlre I problemi vt,avia for• nit! dalla slt.uaz!one stonca. Ma. P'!r ciò che concerne la questione a parte ·sublectl, la e cat.eRorla• di cui cl parla Croc~ Interviene a priori Pt)t modo da rendere ln!n,te!ll11,!– bfle come t)OSsano Intervenire via via le suggestioni fornite dalle situazioni storiche. E P<;!raunnt-0 ooncerne la que– s'.lone " p.1rte <>bJectl,la sw– rla di cui Croce cl parla è lo Svilupp0 di uno Spirito :\SS,.>– luto, di cui la ICriP:e è prd1s– sata nel circolo delle forni~ eterne. mentre si sa. p:'lrl– mcml apr:orl, che la morale, per csemp!o, non ouò non \'lr,– cerc sulla ccon<im!ca. da:.o e non concesso che Questa PoS· sa mal present.arsi In atto. In ogm caso, è IOSp1rlt:>, Il qua– le spira ubl vult. a susclture, Quando occorra. la memorla della nnttca Nmlve. e non è ll ritrovamento delle rovine, Il caso. e l'opera dell'lndMduo a promuo\'ere e susc1tnre I problemi. La • contemporancl– t.'\• della sLorla di cul i-1 è fatto gran parlare da parte di stoncl e pohticl non slgni!I• ca. In s.sitc.macroclnno. se non che lo S.>irito stL.--clta e crea la memor.n del Faraoni. o di Nl– nlve. per Il giudizio della si· tunz!one presente Clasola ,"t:he abbia reallàl) in funzione acl· l'Azione che ocr ciascuna i-1- tuaZ!one lo snirlto generereb– be da sé. Croce ha vnnt.,to lfl.sua fl.– losol1s. non senza ricordo di Hegel. come Jn ..filosotln dC'l– ln Liberti\•: ed 11a J>arlato {il amato che sl ))arlnsse, delln sun dottrina, come di uno e storicismo assoluto>. Ma l)('r quanto 'riguarda li primo pun– to, non si sa come possa chla. m:'lrsl dl'llln libertà unn dou.rl – nfl 1>er la· qun\e non si rende ragione nlcuna dell'lndivlduc, e J>CrIn quale In storl;i. come 01>erl'Idi uno Spirito l'ISSOlut.-0, sarebbe unn cn,t.ena tutta Ml– da e necessaria di azioni posi. Uve rl..pctt.Oalle quali Il m:i.– lc, l'errore, o. n peccato. no11 avrebbero senso. Per quanto " CLAUDIO TETI - e Croce <t 0946) riguarda lo storlc!smo. vero è bene che la dott.r111acrociana present.a di questo tutti I di– fetti di uno st.orlclsmo lntesu nel senso deteriore, giacche dove non vi é realtà nel cui apprendlment.o si possu Inten– dere che l'uomo avanzi. non vi è discriminazione dr! pen• siero dell'uomo e Il ratto del rut=e ds~ll~av~~~tc~1~S~~= te non v! è discriminazione nella valutazione pratica e morale della azione dell'Indi– viduo. Alt.rcttanto vero è pe– rò che essa non presenta Il vant:ui:glo dello stor!c!~mo In– teso nel suo senso positivo, di una giustlftcazlonc della sto– ricità del pensiero dell'uomo ed Insieme della molt.eollclL'L del pensieri del molti uomini. ilacchè 11essunapr(tesa a rrn– dcre una rai:Jone della stori– cità del pensiero e tanto me– no della libertà} può avaro.ne una dottrina per la qunle nnn vi ~arebbe Sf' non un solo prn– sler<i. Il cosiddetto concetto puro. Il quale è Il concetto del– In ..Filosofia dello Spirito • di lui B~nedelto Croce, oo:-r,t ni– tro diverso pen5lcro e concet– to che non si ritrovi a colnc1- dcre con quella fl.lo~ ofl.a Croce ra i:ran conto della sun nssen.lonc di nott voler preStnnre un • slstemn •· ben- 1>1sollnnto unn • slstrmn?.lò– nr a delle go!uzlonl chf' si sn– rr.bhero \•in vin 1>11'Sprllntonel corso del nrocesso storico. e di lasciare daltrn p! \rt.el :i.strn– on aperta per le !JOluzlonlche si J)otrnnno ancora proporre nel futuro. Ma le •verità• di cui Croce avrebbe fornlLa In sistemazione accogliendole dnl pn.ssnto hnnno tutto l'aspetto <st."\ntequclln sua dottrina di un conceltu puro) di rappre– ecntare le pnrtl o I monconi In cui si sia speu.ata la dottrlnn del mosoro e che siano stt1t! gettati ora dietro alle spalle soltanto per raccattarli e. qumdl, riuniti, ricomporne !a -..enerata etrigie della • Flloso– fla dello Spirito. SI Intende di qui come questo • ftlosofo del– la Ubertà•• simile per tanti aspctLI al suo conterraneo Tommaso e dissimile se In al– tro mfl.l per la afnlatezza del– la polemica, c.ombat.tlvo e • partlt.a.nLe• fino > all'ultimo nel difendete la propria dot– trina come non fu forse mal un ministro de propaganda ftde, usasse di ridurre Il pen– siero di chiunaue si trovava a polemizzare con lui sulle quattro stanghe In croce del– la sua fl.losofl.a.di cui si r!tro– vava nat.uralmente che a\•esse fornito la soluUone di Quel qunlunque problema che altri, lnc.,;perto o dlsat.tento, si !llu– deue adesso di proporre. E sl Intende con1e auesta eminen– za grigia del liberalismo (oh Il cdommatlco• D?scartes del– le rl.spoiste alle Obiezlon! che cominciava con Il preoccuparsi di comprendere dapprima che cosa volCMCdire l'avversarlo!) potesse finanche ritrovare Il merito e Il slgnlncato del crl– stian~lmo In ciò, che avrebbe prospettMo. benchè non ser;a .,contraddizioni•!, quel • con– cetto dello ~plrlto • che nel seguito s:i.rebbe stal-0 compito delln e mosona moderna. • di chlnrlfl.cnzlone p:i.s.-:nndo l:\l",0- rlo'inmente dn mlt.l ph) cor– J)Ulentl ad nllrl nlÌI fini e t-ra.– sparentl di vcrlt:\. Per Qu:i.nto riguarda Infine Il cnmmlno da compiere nel fut.uro e le solu– zioni e sistemazioni nuove che al pensatori venturi si J1arebbe conce.ssn In libertà di avnn1.1t– re, esso si present.a nncJ:ie troppo come una via crncu. che risulti !?iii. benedetta e conencrata da scmore. e di c~i sin pcrm~o 1101tnntodi sta– bilire. a mR'ldore nnnre e glo– ria, le ~ta,:lonl ulteriori. ntANCO LOì\lBARDl L'UOMO CUMPENO.O DtLLfl STORIA UNIVERSALE * Seie11:1J n1·01•alitò e reli9!••••e 11ello\storieisn10 assoluto La rivelvzione del dramma del pensiero nel vichiano mondo della storia è gloria * kantiano, la ·sua risoluzione massima di Benedetto Ct·oce ~~~:~;:rt~~d~rf.~~~~~~i Qual'è II concet.to vero ""'" ».. ~ LJCO e [ ""'RDO propri!\ essentR o ldea: c. In- suol piedi. ripeteva. con Fe~er- di renlt.à nut-Ogcnettca? Quest-0: J> i: ..,_~,~ ~ ...i.....-.;::s ~ tme. dnll_a Ragion.e n!~ ~~ ~c:ò/1! 1 ;~uf:i1~~~ 0 ~era'ii: ~1 1 ~ ~l~s~~J~ove;~~en~v~~t~e~~ dentmca. clasrlfìcn e Incasella è Insieme pratlcn e teoretica. vltà. C061come ebbe a ~tare ~lu~1u"J'1~~~•~:~~:0 1 aun C:uro sica. Una lezione che Il glO\'G· sè Il doz,crc di tnrsl cslst.eme. l'essere dentro I concetti lPo• stcchè Il prnLlco ser.,.e rnltan- 10 Hegel, si nf 1 ,erma. mve- fnteruse d~lll\ moralità. Se– ne Marx non aveva interd- E polchè II do,·erc di farsi e~ tetici o Jmti delle se.eme e.m- to da mo conduttore per ti• ce. realtà. ctlUcn o concn;tez• nonchè. oom è not-0. avendo li· mente appresa ma che ap- slst.cnte implica. la se.lenza del• pirico. nmtemnUche. obbedisce spo11dcre alla domanda teoreti• zn mctnt1slcn , solo quando è mltatn la scl~nzn al solo glu• r~~!:rt~ i!~ x ~~e:a~i':c1fJ ~~,t~~~: ~~~1 1 ::i. ds~r~: 1 sJ~~~~ ~t~nU~\c~~~n,c:el~O~~!~r!~!~: ~~·la~·l\•~e >.qu~;~~-nn;l~ònS::~ ~fc~~~t,() ~:1~~ 1 ~ cl~od~~~ :~~c~. 1 i~~en:f ;;,~~CO~~~~~ né Feuerbac. e tant-0 meno ce che In rlvclnzlone di ciò che• stlCI\ o tecnicistica di sè. e che mento critico della rl~tn nl- ldentUìcnntesl col mondo urna• della qunnt1tà meccnmcn, tnn• En1te!S,o Marx, fornissero di esiste è dntn solo dal circolo 1 1 è appunto realtà come meu,o la prlmn domanda Kantiana: nlst.lco della storia. Avendo t.o al g!udlzio estetico quanto q11ella posizione umana una medlfito O diialct.tlco di teoresi O strumento. non come nnc. «che cosa posro sapere• è dn• rntto del sapere un esistente al .giud.zlo della ragione teo· r~uf!~~~a:e~raern~~~c;Pt!~::'; ~I ~~f:~.n delc::~4:%~r!1/~~\ ~ c~~,n~~.e v~st~l~Pl?nt~a~~~~ à~: d~l~t/s::nU\ d:gbo d~~r~nll~~i~,.~n~~d~\~;~•~n~nfo~~.co~ ~~~e:,, .:~cgn~o c:~t.:C~~Oe p\~: da Feurrbach, e ron p!u d! un questo circolo\ è r,oltnnto 1olmero mntcrin. è equlvnlenzn cosl come. ruguule fo1Jdnmen- quindi Iantrnomta di una lore di sc!cnzn. r;;~:a d~ ~~t~j~l~a s~:lnM~~~-.~~~ 1 ~~ocl~e.n~l'::es~~1~e~~ 1 ~!~!:~~nJ:sà~\i~m~r~ 1 q~ 1 !~~tlft. ~l ~~.u~~~~C: ddo~~:n~i!~~ 6 nt~ ~~i~ ~lg~~o.c~: èin~~n~~ .t.cp ~~-4,r dlp:~s,i\!1;i'~~ni 1nd !'.fc:~~~- sl ritrova Antonio Labriola. E vero essere quel,lo che nppunto I mondo _ st.rumcnto O mondo la risposta nlln prima. E pal~ versnlltA e necessità. e~ dal- e di cui nessuno de!. due ha lR !~~lt;;a ~~~cW~: e1f 01 ~!~v~~; !~~~~~:!~~!n\~:':~g i:!~! fis1~~~~!~1~1 ll::~n~::ntT:n~ :~ ~ir~~t~j~l~tA 8 ~lq~~ ~~e,~~~ :e~nl~~eclie~~~~~ ~~~~r:~e~bb~~ter~a 1 r~i~1s~u:! fi[1~~· rJ~~~I!, :;wa ~~~~ !~~ 0 c~ls~~~:~~ ,,~;~rele(e l~ I i"!ci~n:a~g:r:i~i 1~~~df!~1 ~~: !~,~;;es!~:~~! 1 ~Sp~~:1a ~rlÙ~: ~r:i./ ~:s:r~~t~~~~:ladln~~ ;~g if~iièe~~~~ad~I ~ffcl~~a~~ !~~,~~~~rae~a 0~~~~~ 1 dac°Cr~~ ~f~~~r~;~ivndccA~~t « ~.~~t~t !~~ri1:l ~: ec;~:te~t~ 01 ~!~"eva~ ~~t·~~i:s~f r~':.e~ 1 ~ c,~: :n~~d 1 ~ ~~lnsc!~~f-:!ò 1~n èdiqu~~d~I~~ :~~ ~f;~n~!n~!~ n~~Ì~n~~ ~oe1~j 1 1 s;r ~;:td?· ~o~ÌÌ~ ~ ~~:e co~iest~~o « :i~{; •~ 10 :~ l~or:~ii!i~i81~~ 1 ~. c~1eJ 0 sc~~~I~~ ~~:lc~~Ì!~~~ c;~~t~fisi':lt~ ~~ ?~1;~ ~::; 1e :~ « ~~~t'~~~:: ~!!~~nt~~o;~a.~ 1 !n ~~~~onni ~~~ • momcntane!tà dcli as~lu- rcaltd. come lndef\nlt.czzn O Jn• che è 11 circolo del sapere 00. sclenzn mctnllsl~n come real• dersl che ciò che è eslsteru".n, non è scienza: e. Intanto. nes– to•. la rlform~ oP;rata da distinzione di una I te"htlclt.:\ me mediato dovere. e del do\·e. til. è funi/,ca::ione dialettica lo è solo perchè è 11nohe es- sun es!Stente può ~lrsl che- non Feuerbach. SI t..J\tt:l\n di for- 1 l! lmmed'ntn J)!l'a~cltà e re oome mediato sapere «O· di snpcre e dovere. Questa unl- se.,,za o valore, vale a dire, sia scienza di sé. la ragione nlre una glustl,flcazlonc crltl· ~I~~ e poi 10 ·splrHol COmc'in- gnl Interesse della rag! o.ne _ lìca1.lonc dlalct.licn. questo clr• In sostam..a, Identità dia- pratica è bcnsl essenza o \'a :rov~~:lahe~~-~1 11 ~ve~!~oq~,;~ ~~~;~~- dl1fi~cl~~e1c~\:1~i~f;i i ~~!~~~.~ ~~~;e !1 (~tt'~t~i f 1 t.::e J)::s:~pfut~zi~:~a c~i~ ~c~:~d~zi~ 0 ~!1 ~~~/~~ro;cRe. ~~ :~re;ailo~u~tt~1 ~r~~:~h~ 1 ~~!: t~U~u .. 11 ~~ ft~L~Ca gi1tii"~1s1e~~~questn anonimia o ntutrn:~n. ~nt~~~rn nelle t.re domande :~:;~~ pc~~~'i~~rn~l~ll,dSru~~ fa 0 !~r~::t/el!a :~rn~:·· /~gc:i: ~l~e~is:~te~ 0 ~. ~~~a~~o~ ;r~:. e facendosi uomini nel mon- non l~C presc,iza n . s<'-di\a~r l~ ·egl) Cl;e cosn posso sapere? mo pcrchè è li mondo proprio t11,a e co11creta mora liti\. cc .• mal si dii. un giudizio che è do. &:I Insieme si trattava di pere l non genesi i m 2 ) Cl e d , r ? · e 50 10 dello spirito· questo mste. Un gludb.lo che è tale di essenza o \!alore che non ~~rn~:iit\~~~r 0~ 1a:Joc7iee;~:: ~~! cc~~en~fle~s~~~~zl~:1t/ft~i': 3) Cl;: :!! ~ s';:eer'are?mondo è dunque In $roria. Il ldent.it.à è un giudicare eh~ ho. sia anche di esistenza.· perchè zlnndo n\•eva 'assunta. 'croce t.re dl sè nena fomm e~trlnsc- La prima domanda è mera- knntlnno ccRep:nodel Fini• che. Il proprio oggetto O fnt.io er- ciò che è li\ razlon ~lit.il . del 111 mOSOua • • co-nntu,rnl!stlcn della nunllsl mente EJ)CCulntlvn ... u,, sccon-1 In QURnto trascendente il re• tro sv merle.!:mJt ~fo~~ l~l\lr douer essere. \!l','eproprio come In Juogo· d! ciò nep:Jl a.nni constntntricc e quindi non ve- dn domanda e meramente prn- g110della storia terrena. si rl- ~ropr.o ool glu cn °, q • un esistere che è un fnrsl C;'>I• che corrono fra 'n 1904 e Il rnmente gludicntr!cc, m~solo tlcn... LR terza domandn. cio~: \'Cli\ per necessit.R fo.rnmllst.lc~ ~~~1~~1~ ~~I cld~ii1 1 1r:1~I ~~,r~~~ ~t:nJf' u~ \u~~~l"~~~n~h~C~Zlfr; 1907 Croce si dava una • si- c/as.,ljlcatrlcc o catolog rlcc. « se lo ora fo quel t;he debbo. e nstratto. e. quln · pur • 1 ludizio di va se è stema?.!one f!losofh.:a• a buon LI\ grncsl dell'ntLl\•IUì cl t, I· che ca.sa nllon po~s:>sperare?.. vuoto arbitrio delln sublet.t!• f:!~ J~?i~ 1~ ioflcl O di valor; i.r11.:n~M~~· J~a~~I~ t t.a~~o mercatp, di sulla pn.'iserelln \ ..., ~ •· sono quelli {"()ncerncntl una un giudizio di eslstenu che che il giovane amico e • va- \ :V~~ renltà che non ha blrogno di non sla di csscn1..a o valore ~~~~,vr:'r~!~or~~l~rnGJr~:~ h~l! rimandare sempre I\ qualcosa quanto un giudizio di esscnZR ~~!i1m:n~lr~l~~a~n~~udaat~~o'7 _, __ Il,, ?~ ~~a1~:n s~~ ell~~e~l~f~~f!: it.c~~~!O~~in~~e;z~n OS!!1~: ;~~ t 1n~ft~td!\'{~~~fo dc\1~m:Crn~; ~ ;ir/ 1!a1f\ \i~d 1 1i";1t~,n\~ 1 :C ~~~ 1, ~!~ :!n~~1 1 ci~:a~7:é~~ sua. pr!mn Ispirazione risale, ~ concernono. pert.nnto., una rel\l• o ''AIO~). se ne conclude che come abhlnmo già detto, a tà come circolo dcli llutosuffi• il giudizio che è sclcnw del Croce. La rai)J)rescntnzlone di atcnw e rhc è rlvelat.rlce ~e!la ras.soluto. i'. come sopra s•è cui st pfl.rla\·n nena· pr!mn nnt.urn del vero e solo h1/1111fo \'!Sto. l'unificazione dlnlef.t.lca Est.elica diventa con la 3. ed\- 7>01sihilc e spcrlmcntnbile. quel• di entrambi. « La- \·ern solutlo zlone delln stessa opcrll aua\e lo che P atto del /arsi fn/ifllto. ne d-elle antinomie - nlfennn primo volume del sistema del- e quindi. in effet.to , che ò fl.U•Hcgel - ·può cmi.~lstcre solo In In • Filosofia dello Splr!to • lll tostorlcl!A. Kant s'è lmbat.t.11•ciò che due detennlnazionl. In lnLulz!onr che lo Spirito fa- to nel giudizi di vnlorc. o glu: quflnto sJano opposte e ncces rcbbe, non più clegll oggeUI. i.llzl In cui U logico è l\nchc sarle a un solo e medesimo che non, su~slsterebbero orn se teologico, o logicità lntrlnsecf\ concetto. non po.~ono valere non 1>eruno pseudo concetto, nl i;olo mondo ctlco-metl\flslco nella loro unllnternllti\. eia- beasi di se stesso quale mo- della storia: n tal uopo, lm di~ scuna per sè. ma hanno ln lo- mento del fare In 0110.ntosor- sunto l'Int.elletto ohe è la !I\- ro verità soltanto nel loro es- monll su se st.esso e si rlflet~ coltA del giudizio meramente sere tolte, nell'unità del loro su di sé per sussumere Qulnd, logico o giudizio dcll'esperlen- co·lceuo •· Appunto Il J?lu- la lnt.ulzlo1:c e~t.et.lcanel g1u- zll fenomcnlcn. dal « Gludlzlo dlzlo storico è quello che. un\. <117.lO. (DO\'e In verità non s! rlflcuente • che è In rncoltA ficnmlo dlalctt!cawcnte lo spi caplo;ce se lo Spirito sormonti di giudicare. secondo ln finn• rito che i' Il quesito teoretico su se ste"-Sogirando In tondo ll1à o liberti\ estetica. o p:lu- cli clo che si 1iuò sapere con IO In c!a.seun Individuo, quasi dlz!o In cut l'esistente IHLllbc- i\lA~LIO CL\UOO re~u~7r 1e~e gi ~iùco~16~: ::1~~ 1 .e:~tc.niov~n ~~fg"1 1 !a1ft 1 a.u~: c:,mprendere come a,•venga Ja Croce cinquantenne, co,, Dc Secly, Jaclnl e Latcn.a (Continua a pag. 5) i ibl1oteca 10 Pag. 3 ALLA RICERCADELL'ASSOLUTA IMMANENZA ìf Benedetto Croce e la metafisica di GUSTAVO BONTADJNJ Non é certo la metafls!ca ll campo In cui la fama, o, :~a'to ~u~;·g~Ìorf1~i!r1~ 1 P:!~r1~e1~to q~e"s~ e!~~- ~~1.~ dal-O riscontrare uno del Umili più gravi ed insieme plu evklcntl della sua s;>eculazlone, e, a.t.traverso la J1pccula.– zlone ,dcUa sua stessa pe:-sonalltà. Un limite, o, addlrlt• tura, Il Umlt.e. La oonstatazlone vale tanto In 'riferimento alla met.a!l.slca che Croce ha, esplicitamente ,nea:ato, come a quella ch'egli ha, iJnpllcltamcnte. affermato. E' noto che la parola non gll era slmpatlca, e che. quando la nomlnava, Intendeva aempre o quasi sempre di usarla a designare uno del bersaglr favoriti dalla sua critica. Molli furono I ~agli croclanl. disseminati e r1C01Tent1 In una vlt::. lntes!ut.a. di polemiche più o meno ,coperte: ma, In aede di tllosofia prima, due, es&enzlalmente: ~ c!OO l'emp!.r!Smoo pos.!tlvlsmo. da cui la sua filosof!a ~l staccò a.Ile origini, e, staccandosene, contribui nella ml.sura, che t.ut.Usanno, e. stai:carne la cultura italiana del t.emp(l; e la metaftslca a::,punto, cui la sua filc,,;ofla non volle tor– na.re . Ma c'he co.s'efa codesta metafisica, che, per lui, era poi. senz'altro, la met.a.n.sica? Una generica tradizione d! trascendenza: un ab!to mentale, per CUl si 1,rasporta la sostanza ed Il valore del mondo, del mondo degli uomfnl, fuori del mondo stes.so , quasi per met.t.erll al sicuro. e, cioè, per la paura, che, a Ja.sclarll nel mondo, SOt!itanza !t valore vadano perduti. Il Croce, come de.I T~to la p\u p,ute degli ant!metaHslcl contemporanei, non ha mal pre– so di front.e e ~nel.rato a tondo una det.ennlnata meta– fisica. neppure quella stessa di Hegel, e, forse. neppure quella ste!Sa di Vico, cloè del suo! due granrll maestri. In tutù I grandi fU050M, che flr.ono anche metaflslcl. 11 Cro– ce. com"è noto, ap;, ,reu.a.va sopra.t.tutto le loro Cott.rllll! particolari, nelle quali aves.sero se,gnato qualche a\'anzn.• ment.0: ma che sia entrato In un esame !mpeg:1.1.atlvo, In ~t~ 0 :a~~ta!llf1 s~~~~al~e1e~~~[~1:rc:~lar~~~~~;; Platone, aveva scacsa slmpe.tia. Per simpatia inclinava più ad Ar~totele. int.esa. come l'Intendono I manuali, qua!e un campione o almeno un ant.e.s!gnano dell'lmma• nenUsmo, net confronti della trascendenza platon!ca. E se era st.ato lul. Il Croce, a conservarci mEmorla di quel prot~re na.polct.a.no, che invitava gli alHcvl a raf– figurarsi le !dee lpernranlche come • tante caciocavalle appLse•· b'..oogna poi riconoscere che ·Ja sua lnt.erp:~a• zlone del platonismo non andava, in fondo, t.ant.Oplu. In là. Come non cl va In effetto, sia. detto a 1>uodtseartco, la filosofie. dont\nant.e da qualche secolo a questa parte, per 1n quale Il platonl.!mo resta, da ultimo. una btlla fantasia• C06icchè I caciocavalli del professore napoletano ci· 6 :a.plt'erebbero soltanto dal punw dl vista estetico. Ad una ranta.sla, comunque. si riduce, pel Croce, tutta la metafisica in generale, ad una scr.ta di fant~la Intellet– tuale - cul son negati. perciò. I pregt del! arte - per cui si crede di poter pensare !I concet.t.o .!;Cis..'"O da ogni ra.pporto con l 'int.uh :!one. La cr!t.!ca del Croce sl com– pendio. In qu~to punto; e cosi compendiandosi la!cla, f~· c!lmente scoprire La sua dcl>oleiza. G !acc.hè non solo I an- ~~~:~~it~~~à 1~ 0 i~~u~~~~~~m~J•1::i:~td~1~;!: ~:~t· J:~ i~~tu~e~~~~t~t~~t:.a~r;::nn~n ~~o~~:u; di cui dtspone e di cui solt.:1nt-0Intende servirsi II Croce. ~ ~i 10:~è1:: ~~:~rft~~/~~~,~::e a~'ì1~tos~~; i~k>~e d~e~!1~~- /Jf.~~~:::· dntniu1z16~: !~i c ~ncet.to . non c'è, almeno nei sl.'lteml di me~a!1stca eia~ sica; anche se ln alcuni dl essi. Cd anzi, dehnlt!vament., in tut.tl , si concluda alla seJY.l,razlonedel mondo intelll· glbile d!l.l senslb'le. L:i. dlscurs!one di quelle categorie avrebbe lmport.;tÒ un Inoltrarsi nel problemi deU·es.sere ~c~ie ~~ce;«;;ud~~le~rr:, c~i;;;:c~atfo~c:~:u1~:e1t; QU:\11, o sJ resta ln generalità, o si ricomincia. sem?re da capo. Ora. che l'ontolos:la è. dietro ad essa, la jOOSCO– lo:rln, siano dottrine relat!vo.ment.e Po\'ere, e P0C!) mon• dane, e perciò sprovv!Stc degli a-t.trlbut.l che plu a!-let- ~~!0 d~ ~~e,/ J>1ti~\e~:oiSz~t:, d~~n: ~:1~~ f!ca mosor~. qllesto è alt.ra cosa. Tnnt'è ~e Il Croce, che ha sdegnato 1s storia del p:-oblema del!e:sere, ne ha pol dato a suo modo, una solu7Jone. La quale sembra, :u:;l~~~tt~~ s~1::~ ~rscti°i. ~m~fe~i. 1 t~~;!: 1:~: flcoltà che pure si rJscont.rano n.nche In quella sobria di• selpllna ohe è appunto, l'ontolog!a Co metnfislca o teo• logia), ma a'nche porchè era In MSOnanza con l'andazzo di 1 iu~r~n~escntava Il suo pensiero come 'immanen- ;~~~1ònee 1 itr~~~~~L:~~tf=~~ ~~di;f~~: ~o~ uJ1J rnOSOfar~) L'tmmnncn7A'lera !nfat.U concepita., lc!ealisU- g~~~Ì:,tedl~~;sa~Jl.n~~ u:!c:J1:~~· d:uiu::ia,~Ì: ~ll'~· c?{il~~o!f~e mde;rt~~~ie,_~~Jl~• ~~g~~~t;- r~~~as~f~ ~~!~! ! !~~~~~ ~=?~·. ~~~ \~:~~~ :~ ~:11 tesse conto dtscuterc più. E truismo ern cert.'Ulle1,t.e;ma ap;>unto per questo, lungi dal presentare quel valore di rlsolvenz.a ohe Il Croce. e con lui li suo tempo. gll attrl– butrono lasciava !mccc aperte o lndetennlnat.e troppe cose E.' in particola.re - ma non si tro.t.ta di un partl– cola're! _ proprio ln questione della metafisica; come ha ~aurtentemente d!mostra.t-O In speculazione successiva. Polchè se )'immnncntlsmo viene lnt.eso a quel modo, al– lora t~ttl cl affrettiamo a proclamarti lmmnnent.lstl. tu,ttl cioè p: -etendl:i.moe .~e siano tenute per pensate elfettha– mente - cr!tlen.mentc! - si dice - le cose che pen· slamo. Senonchè si t.ratta poi. nulla meno. di decidere Jntomo al determlnat.-0 contenuto del pensare, e, nella fattispecie. se In tale contenuto rlent.rl o n?n II patri– monio della metafisica (come dotl;rlna dell es.sere). La qual met.nf !slca sarà. allora, Immanentistica nel senso ge– r;erlco ed anodino nnzldett-0; ma potrà esse-:e di trascen– denza In un altro senso. ln quanto clot si fissi, non nel pensiero. ma In qualcos'altro - Il mondo. la st«?!la, per es. - Il termine. r:spetto cui si dlcn che la t.otl!ulà del– l'essere è trnscendente. Ma dl codesto svuotamento della. tesi lmmanent.!st!co. Il Croce ncn si avvide; come nep– pure .s'è avveduto. per gran paTt-C, Il pensiero che tu con– tcrnponneo a lui e quello ancora che- è contemporaneo a noi. Onde, sotto questo riguardo, so..reobc lnt.uessante proporre, al molli che furono seguaci dell'i~eall~mo l'fl.l– ternatlva che poneva Il Croce: essere Idealisti, o rinun– ciare a pensare. Sarebbe interes.5ant.e.dico. ascoltare come SC la ca\·erebbero; perchè, In generale, costoro hanno preferito cambiare discorso. e compo:-tarsl come se l'ldea.– llsmo ncn cl f~se mal stato. Il gene.!co lmmanent.lsmo ldeallst!co li Croce. per parte sua. traduceva poi e det.ermlnava nel sua storici• .smo. L'Identità dl !Uosofla e storia appare fondata sullo stesso motivo della critica antlmetafl.51.ca : la complemcn– tarlti\. di Intuizione e concet.w. N'aturalmente le. rnosona sporge sulla storia con la stesse. affermazione. In cui si compendia., che le. realtà è .storia. Questa atrerrr.aZicne non è essa stessa stol"!c!stlca: esprime la condlz.onnlltà storica d'c; >gninit.ca a.ffumazione. ma eccettua necc.c:sa– Tlamente se stessa dn tale condizione. E' la metah.slca di Croce. Noi non grideremo nUa contraddizione. perchè ab– biamo visto che cosa !I Croce intendeva per met.afls!ca. E' del resto. Il suo an1.tco amico Gentile gli nve,•a lnse– gnfl.to che senza met.al !Sica non si può fare; cosi come gli aveva hts~nto la ste..."$aIdentità di fl!0$0fla e storia. Sl sa. però che 11 Croce, dopo aver la{l;amente proflt.tato d~ co:1esLO Insegnamento, volle dlsUngur.e Il proprio sto– r!clsmo da quello dell'amico. e t.rovò il mollvo de:! dl– st.acco nd.ln sua dottrina delle categorie o del concetti puri. Dl fronte, cioè, an·a~soluto formal~mo proprio della posiz.!.onenttual!stlca - assoluto termalismo per cui la storlcità dell 'at.to equivale alla storlclzz."\zlone di quals!asl determinazione dell'atto st.e!So, il quale si rivela pe":'Ciò come l'unica cnt.egorl.a - ll Croce rivendica la soprastt– rlclt.à di un compleMo di categorie. necessaria, sc:ondo lui. a fondare Il giudizio storico e ad Illuminare l'a~one morale. E' Il tent.at! vo, che caratterizza st<r.!camente la figura del Croce, di salvare I cosiddetti ve.lori, che l'im• manestlsmo scmbra,•n compromettere Valori mondani lalci, borghesi, Ln f!losofln posteriore· ha fatto giustlzlà ~~i5'g~~ 1: 11 !i~ 0 ·~crif:1~en ~!ti~ ~e~1~;:~~~ 1 :fi~ singole categorie (basti ricordare l'it!nenirlo della sun estetica) compromet.tendone cosi la pretesa soprastorl– cltil.. resta. sempre che 1-1 quadrilatero dello Spirito cro– ciano potrà essere magnrl un'utile Indicazione de1 binari su cui scorre l'ntt.!vltà umana. ma non certo della finalità ultima di tale attività. Preziosa, indubbiamente. la di– stinzione dell'economico dall'etico; ma In rllcsofia con– tcmpornnea ha ricordato al Croce che se l'uomo ..si llbern. clevan:losl dall'interesse egoistico a forme universali ,1 è poi un altro ~en.sodella libertà. per cui l'uomo - il sin– golo. la pcns0119. ! - si svincola anche da queste forme. non appena sJ pretenda di Imporgliele come tnsuperab!U. Il discorso su questo secondo grado di llbertà pa.re che Il Croce non l'nbb!n mal capito o voluto cnplre, e Che. perciò, egli non abbia capila la cosldetta crisi del secondo quarto di secolo, A cnplrll. In effetto. di.scorso e crtsl, o:corre un orizzonte più nmp!o di quello croc\ano. Occorre quella sens!b!lltà metafisico-religiosa che al Croce man– cava affatto. Non per nulla Il pensiero contemporaneo si è valso. per designare Il più ampio orizzonte, della t!plca. esperienza rellt;iosa di Klerkegaard: se ne è \'ftlso. anche Quando le Intenzioni del sm1;tollautori reslnno laiciste. Il difetto di quella senslb!litil. Tisulta pertanto essere Il llntlte p!ù scop2rto, oltre che più radicale della filosofia. crociana. GUSTAVO BO~T:\DL'ì'l

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