Fiera Letteraria - Anno VII - n. 45 - 9 novembre 1952

• LAFIERALETTERARIA ANNO VII- N.45 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE-SCIENZE DOMENICA 9 NOVEMBRE 19tl SI PUBBLICA LA DOMENICA Direnore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACOELI n. 3 - Telefoni n. 684.097 e 684.098. Pubbl!cltà: Amministrazione e LA FIERA LETTERARIA> • via d'Aracoell, n. 3 a Roma - Tariffe: CommerclaJl lire 60 - Edltorlall lir e 40 a l mllllmetro -k ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700. Semestre 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Annuo L. 4.000 • Abbonamento speciale <insegnanti e studentll: rata mensile L. 225 Copia arretrata L. 100 - Spedizione ln c.c.p. tGruppa ai . Conto corrente pasto.le n. l131426 IIJPROBLEllA DELLE G ~ERAZIOXI ~ CHE COSA 7 FANNO GLI scRITToai !TALIANBUn compito sc lasti Gli • • 011%1001 • • e 9aovona Se manca ai giovani d'oggi il calore e la fiducia di un tempo, se ne avvantaggia però il loro seuso d'indagine, critica ed umana, ch'è difatti più tenace e profondo di FRANCESCO BIONDOULLO R.M.De Angelis di Renato Serra e I a Bo V a ry i t a I i ana B~ogna~a\~:~!~!? q11~?a~~~~~· cortesnt- di MASSIMO FRANCIOSA A françois Mauriac onora, m.olto aOe2ionata, mi facesse trovare a Rimini un nipote di Renato Serra, a,nico di suo Jlglio, per– chè vincendo la mia sconsolata pigrizia mi splngeue a por le mani tn un. m.ucchto di carte di cinquan ... t'an.n.i fa, desti11.ate al m.acero, e vi scoprtssi e mette.sst in. salvo questo compito scolastico del Serra, che pure a molti piacerà di leggete. V'é ht esso aria profumo luce voce della campagna romagnola e il fine senso poetico di hd che la amava ta1'to. Porta la data 8 marzo 1899, dl qua1"'1o egli aveva quattordici mmi ed era alunno di seconda cla3&e nel Liceo di Cesena dav'io insegnavo. Il desiderio che avevo allora d.i cono.•cere la &torta, i costumi, il dialetto del luogo, mi faceva ricorrere spesso alla collaborazione degli studenti, tra I quali prezioso aiuto mi veniva dal Serra. Qllllmlo ebbi loro assegnato per tema di scuola e Canti popalari cese• 11ati >, ventiquattro 11eriportò egli nel suo lavoro /due altri era11<> oscuri, ora Illeggibili) e nel trascrivere quelli dialettali, comi11ciò ad usare la gra/la scienti– /lca che gli avevo insegnato I e che qui sarà bene tra– lasciare). Nel 1903, per un'occallio11e 11uziaJe, pubb!icand<> u11a dout11a di canti di Cesena /Nozze Marchettt– Ségre, Padova, tip. Gallina), sette 11epre&i da lui e lo preoai di rivederne le bozze di stampa. Cl tenevo a presentare, co11 una co,npiuta bibliografta dei canti di Ro1nagna e u110 sguardo sul valore poetico, per qua11to modesto, di queste ingenue semplici compo– sizioni vive attraverso i secoli, una diligente trtucri– zione 'elle su11erasse,per analisi morfologica e deli– catezza di fonetica, og1'i sta,npa anteriore dl co,e romagnole. Una lettera a me diretta, ch'è nel suo e El)l8tola– rio > /Firenze 1934, pagg. 27-281, co11tiene un cenno di questa sua fatica; un'altra, trovata Insieme a tre suoi foglietti di ca11ti, cantUene e motti vari del PO· polo /elle darò tutti, com.e sempre feci delle co.,e &ue, alla Biblioteca Malatestiana), è U1' documento dtl– l'l1npegno e scrupolo che metteva ml r~ondere alle mie indagini a questo proposito. M erlta di usere riportata: e ID.mo Signor Professore, e ho lnt< !rrogat o varie persone di città e di cam– c pagna per Ja questione della trascrlzlone dell'u. Nelle e silJabe che segue la q è più schietto che mal /qua, e que: quanti, un po' meno di quelle che seguono 11 g e sguesi, guer-daJ, è pur sempre un u e non può esser e trascritto col v. e Ho rlvedu~ accuratamente le bozze non trovan– e dovi quasi nessun errore: ho segnato largo l'è di e vlen, che nelle poesie manoscritte troverà sempre e segnato vlem, perché ml sono accorto che nel corpo e della parola, mentre ,n diviene 11, e = e. Le reatltul- • sco anche. con mllle ringraziamenti, 11 catalollo lito- • grafato Momigllano UN LIBRO ALLA SE1TIMANA PRESENTA1O DA CARLO BO l,l P1•e11aio Nobel Suo dev .mo Serra Renattl •· Devo poi aggiuJtgere elle h, quel mio opu.,colo, vo– lendo accompagnare ai canti una versione in dialetto fjorenti1to che potesse riflettere alcuni caratteri. comu– ni ad entrambi i vtr1iacoli, che vengono bandUi quan .. do si vuol reJtderli nella llng!l(l nazionale, sintas&I, pleona.s11r.t ecc., mi aiutò anche un altro mio caro al– lievo pur esso defunto! Gian Franco Giachettl di famiglia Jlorenti11a, che poi acquistò si bella fam4 quale attore comico e direttore d'una c01npag11..ia ve• neziana. Non posso ricordare an.che questo senza gran– lioteca "TU NONSAICOHE ~i'UCCiDA LASOLITUDINE,, un amico in luogo di pena di BONA VENTURA TECCHI Di Ennio Contini ho un ricordo: un incontro a Sa:i Remo. verso Il 1938. Era, Contini, appoggiato a un mureLto, nel sole della riviera, e n ricordo di una sua poesia, che avevo letto e che mt era piaciuta, Magriolia - la stessa poesia che dà 11 titolo a un suo volumetto di quel tempo CE.degli Orfini, 193.9)-, mi pareva aleggiasse, con le. sue. ombra fiorita, sull'hnmsglne giovanile di lui, in quel sole, su quel muretto. Rapido, sbuffante, pieno di rumare, passò un treno sotto quel muro, fra il muro e il mare, e ml porto via l'Immagine di Contini. Travolta dalla guerra, da una vita irrequieta e a.vven– turosa, l'1mmagtnc mi ritornò poi in lettere sincere, da lontano, che Il giovane irrequieto, pieno d'ingegno, ma Incerto e sballottato fra concezioni diverse della vita, fra bene e male, fra desiderio di purezza e profondo, costante richiamo alla sensualità e forse alla violenza, volle seri• vere allo scrittore anziano, o almeno a quel tempo più anziano di lui, e che egli aveva visto solo una volta ... Quindi non seppi più nulla, negli annt fra il '43 e il '45, in cul tutti avevamo guai e t.ristezze. POI, un gion10, sepp. che Contini era in carcere, lravoltD da passioni poUtiche. Non credo che si possa leggere e capire il nuovo volwne d1 poesie L'Alleluia CSOc.Editrice Siciliana, 195~) che egli ha pubblicato insieme con alcuni poemetti di Ezra Pound, se non pensando alla vita Irrequieta e, oserei è.ire, tragica di contini, se non ricordando che queste poesie egli le ha scritte in carcere, Non !mporta ade~o pensare alle ragioni di quelle ncende, al pro e al contra. Siamo qui in sede d'arte e di poesia, non di politica; e. se mal, chi scrive queste note, che vogliono essere di un nmico, ebbe In quel tragico periodo plcooli guat (piccol!ss!ml in confronto al gunl di Contini) per ragioni opposte a quelle del poeta di cui parliamo. Sl vuol dire soltanto che lo stesso fatto di av~r abbinato versi di un poeta ancor giovane e quasi scono• bciuto a. quelll di un poeta famoso come Ezra Pound. non si potrebbe capire se non con le dl!llcoltà che certo Ennio contini avrà lnoontrato, nella solitudine in cui si trova, per pubblicare un libro. o Bianèo E si vuol soprattutto pensare al carattere di quute paesle. al tono di esse, a quel che dicono e più a quel che non dicono: e Come sarà il verde delle querele? Davanti a casa mia v'era un. filare di quercie, capelli verdi verde-cielo dopo che tramonta il sole ... Da cinque anni non vedo il verde delle quercie, da c:nque anni, Signore, ho gli occhi grigi da. cinque anni vedo solo pietre e ,w,i colgo - con un. battito d'ali nel cuore - ! primi b~bfgli dell'alba tra le foglie; non colgo che pietre da cinque ami.f. Ho gli occhi grigi dal troppo fissare le pietre ... E' la prima poesia di di questo volwnetto, la più signlftcntlva, la plù e chiara>, la meno ingombra di lette– ratura. E io son sicuro che - specie ricordando la since– rità dl quelle lettere a cul accennammo, delle lettere prima dei guai, e delle altre, dal ca::-cere - su questa strada Ennio Contini tornerà. Ma. vi sono anche altri versi, d.?ve la luce della poesia non m:tnca: e Il fiume corre alla sua pace lo dice il falco remigante e. alto nel sole lontanante, lo dice il cielo, vela protesa alle partenze ... > ciecq, E ancor più, e meglio. nella lunga poesia intitolata Un dono troppo caro questi versi: e O giorno, effimera coscienza di noL! Non sappiamo altro. Solo questo cielo senza gridi, eterno>. BONA~NTURA TECCHI (Continua a pagina 2) ELIO VITTUIUNI sultaU com.pasti con precisione e qu.!ndi cl si potrebbe fare os– .!ervare che qualche volta il Vit– torinl non ha saputo rispoude– rc a questa regola. E qu.i cade a proposito una notazione. va– le a dire: l'Intelligenza critica in Vittortnt ha un comptto ben p;cciso ma nello stesso tempa limitato, serve come sollecita– zione: nella lettura che egli Ja del mondo la m..!sura critica gli serve per scegliere dei motivi particolarmente suscettibili di amplificazione e di svUuppo ma una volta fissati glt argomenti, i temi. i motiri, In.somma la musica del pezzo il procedimen– to si r,solve i11 a.tpirazione Poe· tfca e di qui le insistenze, g/f sJor~. i tenta.tir.i accettati con umiltà te non per spavalderia come Potrebbe sembrare alla prima lettura J. Tale C'lratterc dt scelta iniziale r evidentissi– mo in quP.ste pagfnc di viaggio fchiamamole co.,i per comodi– ttiJ e si cerchi di t:ederc come la pronunzia pratica rispo,ida 1mntuafmentc alla prima pro– nunzia intellettuale dello scrit– tore. Oggi a capitolo chiuso. op- CARLO no (Continua a pagina 2) -.... \ Il conferimento del P1'cmlo Nobel per la lettera.tura a. Prançol.3 Mauria.c C per la pc· netraztone p&/cologica e per l'lnten.!lta. arti.stica con la quale, attTaver30 l'e&pre.uione letteraria del romanzo, ha in– terpretato Il dramma della vita umana •• come dice la motivazione ulflclale dell'A.c• cadem.Ja Sve dese,n cn rappre– senta. solo Il giu.st- 0rfcono.!cl– mento 'a d u n.'artla ta, a una ,apicn.za. tttlistica, a una cul– tura aute ntica. e profonda. ma soprattutto a una dirittura morale. A una tcstimo,iianza. dt!cl· sa, a una difesa rigorosa e rntegrale df certi valori In.· sostituibili. co.,l 3ulla paolna. come nella vita. Ed è proprio que!ta cocrc11zaelle ci se,n• bra opportuno sottolineare e segnalare ai no3trt lettori. A.i quali vorren, mo brcvemc,ite •ricordare la chla.rcua con la. quale st è se1nprc presen tato ln sedepolWca. A.l tcrn.po del• la g1terra 3pagnola, cmii.e nel· la lotta di re3f.!te11za, come nel dopogrt.erra, come adesso, che lo vediamo impegnato in una violenta pole-mica glor– nalfstica a pro,x»tto def De· putati per i quali è atat.a chiuta. la revoca dell'immu· nltà parlamentare. D'altronde per dare una idea esatta dell'uomo, del ca– rattere, nien te cl 3embra più a.pproprtu.to dcli.e parole cou. te quali ha accolto la noti· 2fa: e Sono profondamente grato all'Accademia Reale di Stoccolma per l'onore elle 111! è stato concesso. il -phl gran– de ch'io abbia 11iat ricevuto . Non 1)0$30 fare a numo df pensare, però, ad alcu.n1scrit• tort della 11t1à gc,ierazionc come A11dré Maurof!, Julcs Rom ains e Georgcs Duhamel r.he meritano que3tO ricono– scim ento più di mc,. Sono parole che JJCr la loro modeitta e sem.plf.cltà, &f com· me11tano da sole, e ba&tano a fugare ogni tentazione di ag– giunte, di po.!!tilla. Di un autentico cri.diano. .4.ccermare anche per som· ml capi alla .sua produzione, alle sue opere, riteniamo 3U· per/luo, dato che su dt lui già a p1U riprese abbiamo parlato. e ,wovamentc, co11 piU. calma ed ampiezza, ri· prr.ndcremo il df.,cor3o In 11110 del prossimi numeri. Agg1u11- ucremo soltanto che per la Fiera .,, tratta della Jcata di uno di ca3a, d'un collabora– tore. Al quale cl lcga,io Identità di intere33f. cmouna11za di ideali. e Il calore pi una de• fere11 te ma 11011 per quasto meno a/fcttuosa amicizia. de rimpianto. EMILIO LOVARINI Nella campagna sterminata ern una pace grande; e su dal campi verdi salivano mille e mille suoni tenui misteriosi, che si fondevano ln un'armonia vaga e Indefinibile; e salivano larghe ondate di profumi fre– schi e soavi di !\ori, di prnti, di messl mat,ul'e. A un tratto nella notte luminosa d'estate s'alzò un canto argentino e squillante, che si diffondeva lontano lon– tano destando echi e risonanze, chrnro r distinto su, nell'aria fresca, verso 11 cielo stellat,o. Era una comi– tiva di giovani, che saliva l'erta della strad>< bian– cheggiante alla luce scialba della luna, mentre 11 ritmo delle canzoni li aiutava nella marcia. Da un lato della strada app~rve una casetta bian– ca, mezzo nascosta tra gli alberi: allora rallentarono 11 passo, mutarono 11 canto e fermi sotto la finestra, ornata di due vasi di g!ll'ofanl, intonarono a lungo btornelll e canti rtlla bella che riposava là dentro. Cant:lvano: Bellina, che sei nata cosi bella, il tuo padri!, faceva il giardiniere, la tllll madrina la spiccava i /lor!, e tu belli11a facevi l'a11tore. Bellina che set nata in wi palazzo sera e mattina vie1ti alla ringhiera. Ge7'te che passa, gente che ti nitra. Un a11gelo del cielo tu ml pari. Bellina che sei 11ata di gennaio, quando la neve ai monti la pondeva, la tua madrina la ti pettinava per farti più bellina elle poteva. Bella non. andar a lett"o co11. la hma; chè l'altra seru t'ho vista in caur.tcta. Avevi il petto che tl riluceva. Beato chi sarà vostro marito. In questa casa ci sta una moretta, e;t il suo padre 1ton 11te la vol dare. Dio dal ciel, cascasse U1'a saetta. Brucia la casa, e fuori la 11toretta. Guarda qua11te stelle, qua11te stelle/ Tanti sospir d'amore tu 11tt fai fare; e se U mio cuore fosse u1ta,. candela, si stmggerebbe co,ne fa la 11eva. Al steli ca gli è int é zii c as foss scriventi e l'acqua ch'è inté 11i.er c' la foss in.ciò.star e inond ché dva1'te ss tot un foi, olta't scrivarebb e be11che 11te at voi. Vut mmì qua cu,i 11Le, Vitoria. bela, che ,ne 't farò patrona dla tera, che me 't farò patrona. de mer, se te 't vu vnl cun 11te, Vitoria bela. Viva la Jaz2a d'una dona bela: l'è lumineda da tot i pals, l'è lumineda de zil, da la tera. Viva la /azza d'una dona bela. Q!lllnt ca passet da que, passet ca1'tan.d.. La tu cag11,olala'm vi11 sa li ga,nb, Sta tu zeta, cagna rab,eda: la t11 patrona la è namureda. Sta tu zeta, cagJ1.arabiosa: la tu patrona. l'é la mi morosa. Poi ripresero la strada e s'allontanarono e scom– parvero in breve nella notte, mentre giungeva ancora distinto e armon.loso, benchè at'tlevollto dalla distanza, Il loro canto che si sentiva. Poi echeggiare sonoro nelle valli e perdersi e svanire nell'a1mon!a soave e Indi– stinta della notte: No1' ti vantar di dir che m'ltai lasciato, eh.è io 1ni vanterò di un'altra cosa: messa una ma110 al petto, l' t'ho abbracciata, nel tuo giard1n colt'ho la prima rosa. lo, bella, non 1,e1iso di morirB. Le tue bellezze a chi le vuoi tu dare? - Le 111 :e bellezze le tengo per dote e te le -.tono a te quando son morta. RENATO SERRA (C-on-t,.,in_u_a._a_p_ag-,-11-,a-2)

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