Fiera Letteraria - Anno VI - n. 1 - 7 gennaio 1951

_P_a~g._ 6__ __ .,._ ___________ ________ ___ _:L:_:A.:_.:_ F.:_I:. :E _:R.:..:_A :_ L: :E::_T..:_T.:_:E::_ · _:R:..:_:A ._:f:.:_t_:l:._:1:.:_\ _ __ __________ __ _________ _:D:::o.:_:m:_:: e: _:n.:_:ic•:.. _7_ G:_:e.:_: n.:_:nai:_:o~l:95::.1:__ 1 ANTlICO CANZON IER E DI NATAILE "Villantiro,,entaristfoo Il Bombin. Cuù ftl ne andò olla vi1na; che raccoglierò t coJO avrò raccolto? 1l Bom.bin Cuù andò alla collina; che raccoglierà? coMJ avrà rac,:olto? U" ,~mo trovo, è di ,angue vit10. Là .stava a faldare, roccoUa una • .1pi1a, Andò a No.urei. /,o incontrò Maria... - CM /cl n Amor e, A.mar di mio rito? - Co• non troCJGà: di. tomo valore. Porto il rino • U pone dellEucaruli.a, ANONii\lO Ab il pastorello Ah il pHtordlo t Ah com'è sruioto • bello! Come innamorato àiM::iende dal ciclo cvoondo rapello CMJ ,u. ri è ,marmo ! Ah il p,utorellol Ah come amoroso lo cerco, lo claloma, • 1ono richiamo POESIE Sfuss• all'auro ra U JoUe' p-ido delral.lodola lo ,bi4ncc,,i z.n.,o deU'ocqtUJ tra lo pim• del fiume if pa,o dell'uomo CM il panie traltiene nelki curw pigro dello barche Ho incatf!Mlo il ri<:ordo aU'orme ,s.io co"o,o dei pall i.n.,abbi.ati nel çeto fino alla pM!'na,, • U lepore della tu ra addorment<, la ,upe che il cardo pun 1e al moto cùl vento Prw o l'acqua conterà I.a ,ua fu1a nel ,olclal fruchi del campo per lambire la COMI • U •sno nero del fuoco (:lai xlo1lierà Z. ccteno - '" _,,,. ti in Ofpal01 '1C>S0) Siccità Arto di Pllftlo du«mo la tua l10COo Sipore dtall• bianche /rie la<, vùto trenw,r• la apiga "°" .. pw il cuc:ulo ro11,a pof'"no • nou. ti ,olo vento Sww:o di 4ol«• lacrime chiedo, porla k, donna mio figlio IWdo&o protetto noi ,anno dal trifoslJo • aera il delo dillan te m'aocompopa: {oll'ln,o ,snia 1n un pupo di piume ho rifrOl)QfO Il nido "Pl'ffl'J nuovo, ti vuoto prendi q~,to mio pane con la tua 1tanchuza nel vento uoglio il tuo valere Dammi la piossia, Padre, il /t111go. (1944) Nolft1rco della tua immafine si /laoe,o l'eco del tempo. Pu (incanto terrtlfre di una ,icpe acce,a di fuochi lunari è riappar,a lo fredda ,arsent e del ,enliero in cui pe,ante era l'erba L'lnlaraio di dormiend frutti ha lievitato il ,as no, ramarro agghindato tra ~ stoppie 3rigie del campo E iiunse il fuoco a ~rappar• Il de.,iderio di allro ,~mpo intatto tra le frond e "°"ore. (19'9) Ritorno f reddo ,orte dei 11iui lo ,tridore dei canee.lii Dalla chiara ,orgente del ao~n• '4 tua gioia riprende lo fusa nel fiume e ,ulk, ri~ tra le polverose canne svela OQ.fCOte d'opoles« nti ,till e Lungomenlo ,i/ente af/ioro tt n:a voce il canto ove la nebbia più pe,anti del .suo fischio amante il pianto, il .sin1hia: :o, lamento, 1Hpirol Ah H paslorellol c VIL.LANCI COS» (Cordoba 1731). Ah il bimbetto Ritornello Ah il bimb euo tbc è nato tra la p11li11 ! Ah il bimbe uo. bambo lina del cuoret Non FUJrdarmi adfra10, /igUetto mio; guardami con gli occhi con cui ti pard o. Su e siù ,oua l'albero del Parodi.lo pa1,1eg1iano Maria, Son CW#ep~ o il Bambin o, Guuino amato, dicon cke mangi cuori spe::atl di p«aJtorl. ANONIMO Pastorello di perle Pastorello di perle, figlio dell'anima, dove andate, fa freddo, coù al mattino? Poichè siete stella ,leU'anima miD, a portare il giorno nascete per pr Ìf110, pastore e asnello sen:a capanna nè lana; dovo anda te. fa freddo, coti al mattino? Perle negli occhi, ri.10 nella bocca, I• 4nime incita a gioia e a pena; ca~ Uuoei bioruii, bocoo di grana, dove andate. fo freddo, cotì al mattillo? Che aoete da fare, pastorello .santo, al:andoui pruto lo dote a capire; bcnchè visitiate tra1Jutito l'anima, dove andate, fa freddo , cosi al mattino? LOPE DE VEGA ZANNElUO VERSO LA POESIA MPECCABILE ALTORILIEVO DICRONO i\" !to~~ead~ ~:1~J~!;~ Infatti U dl&cor&O poetico di :~rr 0 a%vue:t~ ag,gsnJt~~~ L'altezza del tema non basta a giustiflcare l'estrema usura a cui la parola è stata sottopOata perch è deponeae oant memo– ria della sua funz.lone medJa– trice tra la tanta.sia e la co– noocenza. Dellapa~tora, 'l'omas BR,\S: D~lla pastora, Tonuu. che dici, eh• Dio ti aiwi? TOMAS: Che è cttrcm■ Ja 1ua belluu, ma il pattorcllo è di più. BRAS: Come clltz io credo che No11 ò nwi 11a1aaltra usual e. TOMI, $: Sì, mn il pa,1ore.llo ha in più 1111 gran van1as1io, e divino. BRA$: Bada bene a coMJ dici, chè nusuna U ,i uguailia. TOMAS: E' eflr~• la 1ua bellezza. ma il pastorello è di più. P~r la belle::.a ali.a nuuira non cede al/atto il pa,,tore, e a/l'a,~ tto egli del padre è un trodato Mturale. Non c'è melro nè misura al bri /1.or della .Jll(Z gra:ia. BRA$: Non ha pari la putora, ma . H p:utore llo è di più. JUAN LOPEZ DE UBEDA morto dopo il 1596 \'ergine,verà ronme - V erfint, ce"à oon me que.tto Bimb o? Dal• qua. - Prendi, pòrtatelo uia, piango per .rare con te. - De1.o prentlerU> davwro N .CO pi,a1ffldo per me. - DI continuo ,u, ,manio ndo par andar con quanti 1,~de. - Dunque, H uiene con me, onda• con altri 110"à? - Sì; ma portatelo ula, plani• per akue con te, - Ben prwo lo puda-e te ,e a tanti ,U,,i diJ retto. - Nors ai perderà, capi.ace com• una pcr,on,o r,onde. - IAueiale che wn,a con me, in braccio mi atcrrà buorso. - Prffld;.. portatelo uio, piani• per I/tare con te. ALONSO DE BONlL LA morto dopo il 1617 Se deltremare, mioDio Se del trema re. mio Dio, io Mio la CIUU ftaL, abJ Dio, che &ari di me. mio Dio, qua.ndo tremi io e non Vai? S. tremate ~rchè al. freddo patita peno e dolore, ILMARE N ASCE e ,ooppfa com.e un fuoco /trioO e d.uperata– menu t4ttfle l'amore per U man . S'lffnnua, lam.• bendo 1MfflOrla e ,ongue, a sapore del ,aie. Sopratutto n.eUe ampi.e mattine dt ,et– Ufflbre: quando le vele o le re:tl. n chinano IUUa rena. tv coni umo S,UO NrlO l'onda aseoltando nel gtro magtoo d.f un sortUegio a ,uono ddu concJuglte. Tocchl con la tua menti di. nghero . Poch.,e le mci G bordo ma e! m tutta l'aria tm brfwto d.f pe,d CM gui.u.a– "° Mlle cute . Un. maglloM dz un J)UCQtore i come una ban– diera: ,penta e ,tanca e! la lampara. Ora tu nuoti, fs:ola di mu.scoli tra Uqulde correnti e trinci, guardandola negli occhl , la dlnon.ia . ed essenziale: Crorn>. n tempo as.sunto nello sua mttlca e ori– ginarla denominazione; Alto– rUleoo, polchè come nell'alto– rlll evo scUltoreo solo una par– te delle flgurulonl è forma 1n luce mentre l'altra rimane buia, unita al plano marmoreo dal quale sorge, COISl nel miste– ro del tempo solo brevi mo– menti al fan.no .senaor1all o ln– telllgtbW; U fondo rimane ~ To':-el~~ 1>dl~t!~: Quest'ult ima prova segna un t punto d'1ncontro fra una tee– nJca consumatLs:slma e uo'lm– maglnaz:lone eomroQUa: la leg– gerezza levigata del vocabolo , la misura. nesll accostamenti c~ulo Zanne.rio :=;: t~U ~ ro::n: dell'Oceano CM tf cerca. E' come ,e fUCChiauf U pecccto. E' dolce pe:ccoro d.f ,ettenwr, la.fciando dietro le IJ)4lle f Poi. ti stenu , /dice , u lflen– do del mare:. Poru 1olo ti alza U rombo del tuo cuore come una vel4 ,carlatt4. Set trioo e gfoch.l con a rupiro di una trita e//f.mca ma quf i a mare CM ti guida e ti giudica. Se ti DOltf oedf la IJ)loggia dooe qualc/t.e ombrellone tinge di fruco l'aria dl ,e:ttembre:. Rf– poaorn, le barche ed Il tTeno, fanta,ma feroce, taglia In dut fl paue. Non aentf nemmeno te al testo; e ne interroga le strofe, 1vent, nel momenti più chlua:1 e d.lfflcill anche l 'lm.ma– gtne , 11 vocabolo. La dlfflcoltà di questo cnuto avanzare nella scoperta consi– ste nel pericolo di oltrepas– sare U senso. di lasciarsi an– dare dletro la su~estlone di ~=~di %P~ewtàf: ~~r:,<>erC:t r,:JJ:roJri:S~~; a una prudente para.tram. ap– l)OU1atada continui, persu.asl– vt ~rlcoral al testo. d~b~~m~a so~~tf!!~pljf= emOZl.one non arido., ma solo frenata da una maturn. co– scienza d'artlstn . n freno trop– po rlgldo però e l'esigenza di ~~~A l~~ag~f~l~,o~ male divorano I vivi, fecondi umori della fantasia, ne tm– povertscono U potere d'imma– gine ; perdb questa J)OtS!a è sempre sul fllo d'un troppo arduo equilibrio, risulta da un costante compromesao tra la perspicuità d'una aollecltazione intellettualo e JR tentazione ~~ t;LC::::;::,:::i::::, =bli ~,i,n ~~tt~Or~el~~~1~fu~:: braccfa e le: co,cle un /auo- tl, di cui Il dl.8corso poetico letto di alghe: e wdl, o occhi è ~~~ p:'!\~ ~ 18~~:~ de- ~i i:t::rr~~~J:v::n ~: cifrare; a cui corrisponde schfacdano porcM tutto e! He– un'esegcsl rigorosa e precisa. f ve: legato al /Ilo d.f un aogno. anzi lmpqnata strettamente al Qua.ai tu ,corvt U t)()lto dd – testo: con una !unzione più rautunno CM ti porta. nelZ'si– dUucldatrice che critica nel gola rut1e1. Alzi U capo dol Jtm-– scnso tradizionale di com.men- do e ti ro.ggtunge lo aoatto rit– to e variazione a uno spunto fflko d.f re:mf. Tornano i pe,eo,– d.l sensi largamente umani. tcri. La barco fflOW'a da. poppo OLGA IA>MBABDI a prua ltdle dt ma re • /Tem- t":~uode;l~~ot!.":e:J:°c~ abbandoni o quut.o bianco aa– aedfo e non ti accorgi che ogni giorno gli scogli ii ,pellan.o ,otto l'singhtato del mare:. e: ~®rrr::r~: nln.nolo raggomitolato di cau e d.f U'n'aUo. Immagfnt garofa.– nl e limoni ln.wntl. •M ve– randa nù golfo. Rftornl o ter– ra e: JJGZP' con tutto a corpo la rena Jre,m d.f aettembre:. Innocente e! ,tota. lo tva va• ccnza ed U tvo pecccto tf e! rl– ma,to , ormai, nel Jl'Glmo della mano. L'onda blu e bianca ti rfncorTe con baci di IJ)Vma e tv, godl, ,upfno, U ,emo di qu,to incontro. Si apre: Intanto una /I.nutra 11d mare . Tl faf.lce qud. Ueoe di.oablo di voef vmane. n n– lemfo, t /f.nito; li ,pegu la tua OG(:Cn.ta <X>1M l'ultima ee– n.ere di una iigaretta. Porae non ,et J)fù lo ,teno . Il mare ii i portato lontano vn. J)ffl,ff.e:ro, un oncia d.f gfola. Ruta IUlla terra U tarlo della trl.lteua e quando rientri nella aua ,t anza af.fldi allo pietll della memoria lo cele:,te: ,tort a delle onde eh.o rotola no aulla rena. Vorrutl. aprire: porte e vetrf e v~e ancora fl mare muooern. oloo e: /ori.e, tTa fl muro e: lo /I.nutra ma ti ver– r,ognf df nuotare ,u di una memogna . Quando parti con– •a-ot avglt occhi U colore: di uttembre che ti accompagna nel triagr,io. Porse in quella galleria non dfral df e no ~ cd una lacrima . Sapr4, pub dant , di ,aie. TtJLLIO CJCCL\R ELLI LIBRI come. pcl tostro rigore, tremerò, Bombino mio? Se odeuo Yoi. euendo Dio, al 1elo c.o,I /remot e, ab Dio. che Mril di me. mio Dio. quando lreml io o non Voi? • VILLANCICO S • (Granada, 1671) Tacete, che miferite Tacelf!, cbtl mi ferile; iu, mio bene. non pian1ete; però come tuerete ie 1iete Pu ob e amale? Mi avete un ctmOr• ,i fino che qmuulo più ui dò ~no con lacrime nei 1,oatri o«hi. meglio mi ,tote parlando, Bosq già che ai.at • umano con gli occhi: non mi parlale: pero come 11cercte te 1iete Parola e ■mate? Quwe fucrime ai beli• lwuzno tale i;irlù in N che "411 parlmido pn m• quando in uu ml porlott. Il cuore Voi mi bruciate; u,, mio bene, non piangete ; però come tace.rete 6e siete P•ro la e amale? • VILLANC JCOS • (Uvilla, 1638) (Tradu:ioni di Francuco Tento ri) POESIE * Anni lrre1olarment o ho l!OpuJo e ignorato . l"ego~to ho di.Mrullo e creato. E ili anni miei non ,ono m4i po.uod, Lo ateua acqua canta la aeuru can:one, e mai ,'i sp,uua la lampada rouo sulraltara biarico della mia /onciulleua. Ah l'avo sapore d'in&ompiUlo rimasto in tuu e U cose! E sii occhi. umani tkUo natura clernomerue in alle,a! * Vado a stancare Ilmio corpo Sulle •palJ• mio /i1lio e un /o::olc1to bianco dtorno oU. lempie. J/ odo a Manccre il mio corpo che /re.me d'attuo di ccru:e. m queste mie oua che trucinano con1radiz.io11J e i.ncoc-mti dWda-i. SormonJiamo la coWn. doi:e la ,;rondine della -'CONCI noae ba incutL"GtO ,. ac/aiena. del ,-.a . e dove .on lanli popaveri. PW in là troe,eremo i tigli lungo la strada, siepi di avnhuco le amne • fabbevero toio; e, doVfJ la terra diuento quoal oen.,.._, saliremo saliremo ancoro finchè i nudi piedi ,ent iranno 8CTicchiolare gli aghi dei pinl. Saremo co,i in olio, alloro, che /or,e potrò benedire la .santa uanch.t::.a del commino. Saremo cosi ,oli tra i pini da M:Ordare opi colto umano i piare la noJlra 1iodn e:.:a. Potrò perfin o 11COr3ere /ro i tronchi alilare ,en=.a corpo la mia i.-ita. E H tu conterai, figlio mio, concepirò albui e ~nomb re di /arutuia e abbandono. * Genetliaco Se coruidero troppo le ambascie du tinalc ai miei giorn.l non ho ra,ione di merav~Uarmi. Poi che vidi la prima vallo il mondo nel pieno delfautunno quando oramai le foglie non hanno pi,i volarti. Le tomb o O11cora vive di crùant t!mi; e le allodole al sole lcsse.ndario di. .an Martino. no,•embre 1918. * l\lARUSSJ A Il fosso Il fouo piega ompio sinuoso come una grande t~na. Di molle 10ng11isughe an11u-,ano l'in,idin gruppi di bei etmJ/li maremm ani /er mi lungo la cun'O ,li gioi:ani piopp i che fiu ano in un punto de.l cielo la I.oro mèln, Qm' 11oll'ombt11 incerta e gaia vorrl!i fermar e la mio vita riparlare l'elemento mio all'origino ~r cutr nulla ne.mme.no 11n atomo di que.~o ma«hino,o un1·cv,o. BRUNO 111.&U

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