Fiera Letteraria - Anno V - n. 45 - 9 novembre 1950

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 12 Novembre 1950 stavano Il n ~t.ro paese. Quasi ria. Non potevo fare una mos• riuscii ad e.,primerm.l e compor. mente desiderato e previsto ciò nel vuoto, nell'lmp0&alb11ltà di sec:Odo 11cara tte re. Che ~ poi sfiorai dlltrattam ente, aenza gaiame nte Uluminata , a far e U la giudicavano tale. Renoo vo– ceasuno quell nnno andò In vll- sa che non su.scltas.seuno sehla- tarmt 1n manle:r& da convln- che t mlel OCChi scoprivano snltare In tstro.dn, per la troppa l'unico dato sicuro e perman cn- badare ad approfondhlo, e aple- chiasso , a 1uon3re e ba.Ilare !ra lentlerl omaaalo una corret – legglatura e I pochi torestlerl mazzo 1p. tutto quel galllnaJo. certa dl avero Incontrato e un adesso senza apparent e stupore. altezza. quan to di rlsallre, ranl . le In questo caos d1 comblna - aa molte cose che allotii m ap- di loro. Presto si ritU"avano e tcu.a di quella gente cht, rl- vaganti per In pcnl.sola pote- Durante 11 g1omo, mentre me poeta,. Coel veaUva anche II Fatto sta che seguitai a cam- tnnle III trovb 51110.rlto e si ne- zionl. parvero .lncompre.n1lblll. il solef'UI proprletarlo l"altret- spett.o&adelle convenienze. ahi- vano usufruire, negli alberghi ne atavo chiuso in camera, cer- atomo che un mio 1esto but.b a rnJnare col mio lento passo, a covacclb cheto cheto, quruil Io rut sempre sorpreso dal• Al contrlJ'lo della sua nobile tava a apea:nere I lumi. Soltant<, tuat.a a non lasciar conti aperti , semlvuot.l, di una comodità ec- cando dl spreme.re un po' di rar crollare 1l auo radioso ca- dlscorrere come se nulla rosse. avesse coscienza di easersl me- l'amore in momenti nel quaU amica la tlglla mag1lore del A.strld riman eva IU, qualche neppure nel campo delle paa– ceziono.le. Mentre le città. stra - ~--ugodal mio faticoso cervello, stello d'IUU31onl. Quel &1omo, tanto che la persona che ml ac- rltato quel piccolo cutl&o, or a ml propon evo di racroglterml e conaole era una comune bor- volta, per lunghe ore, ln sal1;.stoni, ml rlsparmlb almen~ bocchevoU di popolazione, pie- ml si ricordavano al planotor- alla solita oro, Il barcaiolo c1 com))agnava, non avendo mo- però sJ trnU,ava di ripr enderlo, di lavorar e. Tutte le volte che ghcsuccla aggressiva e pungcn- o in terrazza, lontana da ogni quel che poteva esservi ca ne di truppa smobtlltata, ma te, dalla sala da pranzo, a suon aveva la.osclaU in un giardino dJ tlvo di guardare aulla terrazza, cosa dJrrtclle a cui uon avevo ml prensst di ruggirlo. Quando te. Rammento le ari e di aupe- compagnia, a rwnlnare I suoi umilian te In una tale separa– non aveattta, dl red.uol dlsOC• di T1pperay {era quel tempo) magnolie, a cui sl poteva ac- non ebbe alcun sospetto dell'ac- pe.nsat.o: dltrl clle appunto pe.r meno me lo sarei a.spettato. Al. rtorità che si dava In ramlglla, sogni, le sue fantasie lmpossl- zlone. cupatl, che affollavano i comi- e valzer di Maskowak.1. La sera cedere dnl lago, quanto per via caduto, che lo tenni per me, 0 quella piccola distanza che in- Jora u.n'occaalone di pe.rderm.l, da brava ragaua appena ma- blll. Reduce dalle mte pas.seg- Era stabtllto che la loro par– ~ e si collutt.avano per le Vie poi, sul punto di coricarmi, due di terra. , In piedi, trn quelle meglio, elusi, allontanai fino tercorreva frn li cornicione e sulla mia strada, non man cò rltata, ~r la quale Il matri - glate solitarie, lo tornavo, cert.e tenza avvenlase d1 mattlna, al– in grigioverde, erano In preda di ea.se venivano ad una tlne- piante odorose e frondose , all'ultimo, rimanendo ancora a la mia mano. ComJnclavo a mal,. monlo non era atato forse altro .,ere, verso la mezzanotte, che l'alba . La ser11avanti, per la &1 peggiori disordini, le nostrt stra superiore alla mia e Il rl- A.strld ml mostrava la schlenB lungo, sulla piazzetta, con quel- rendermi conto delle conse- C'imbattemmo per nostra di- che un mezzo di emanciparsi maaarl aveva plovut.o, con la prima volta, ml vidi ammeuo stazioni climatiche più lussuo- manevaoo lu.ngamente a blabi- e teneva un braccio sospeso nl !Ilstraordinaria felicità che oc- guenzc della mia prodezza. Già sgraz.la In un'~tate plovOlia dalla tutela dome5tlca. Non !accia lavata dal vento. La tro- alla tavola dello ragazze . Cenai se, I 1J!0ntl, 1 laghi, le spll~l8e, 1Unre e rldacchlart!i ogni volta ramo d'un albero. A un tratto cupava U mio animo , n raglo~ Immaginavo t lagni del gatto Quasi ~ani giorno uscendo ci bionda, ma scura di capelll e di vavo anco ra In pledJ. Rimane- a fianco di Astr1d, in mczio a. offrivano al raro e aperduto VII• che vedcsser<> passar In mia ml avvlclnal e le poal una mano nare e perfino ad accalorarmi durant e la notte. le prote3te pigliavo. l'acqua m~ racevn ~l carnagione, com'elln sosteneva vamo un po' a chlacchleraré. un nugolo di donne che ml cot– leiralante uno spettacolo squat - ombra sul muro di faccla. Pro- sulla spallo.. SI volt.b di acat.to , di c011eche non m'interessava- del vicinato e 10 scandalo che caldo che la poivere delle stra - debba essere Il vero tipo della Ella ml metteva un dlto aul ma.vano di carezie, specie In Udlsstmo. PriQ s'era no messe ln testa di con una faccia avvampata e no minimamente. Pnssntl alcu- ne sarebbe seguito Il giorno dopo dc percossa dal goccioloni norveg ese (allusione diretta e mento : e Je ne vous al Jama1s moirllc del console e le aue due In qutll'albera:uc clo, uno del norf darmi po.ce . La mia resi- serlsslmn. e Vous étes fou, dla. nl lst.antl Astrld si alzò o scom- In albergo e per tutto n paese, m~ndava odore di cartucce ap~ poco benevola ad Aatrld, che vu nusal beau que ce solr ,. . figlie, non ao ae per un estremo più affollati dl tutto Il paese, stenza le esasperava. Combatte- se n, bassa voce, oome se temee• parve. La rivldrla mattina dopo ma pensavo soprattutto al due pena sparate. E queste acquate lntatU aveva sangue svedese E nel dir que3to c'era nel suo riguardo all'amica o considera– le sette persone ohe Clavevo In• vamo ormai una tacita guerra se che qualcuno, alt'lnfuorl di e,senza che lo le chiedessi nulla, Inglesi. Che stu pido scherzo I E cl coatrlngevano a lunghe soste, dal lato materno) la sua figura sorriso la crudele smemorateua. zlone di me o del mio stato centrato non ebbero ad aumen. da cui m'llludevo di usclr vin- me, potes.,e udirla. E questa sua cadendo quasi tra le mie brac• Astrld che me lo aveva lasciato In luoghi fuori mano dove al di falsa magra poteva dirsi ele- del cielo ra.s3erenato. oppure, molto più aempllce– tare, nè diminuirono, tlno a citare, senza pensare che, a poco femminile prudenza accrebbe eia, non ebbe difficoltà a con. compiere senza fiatare , quasi ad aspettava invano che' splovea- aante; sebbene avesse, nono• L'assurda avventura durava mente, per 11piacere di CMenela. t.anto che lo vi rlmasl. E si aveva a poco, cl avevo preso gusto ed enormemente la gravità del mio tessare che per tutta quella tre- lncorngglarmt col auo sllentlo, se con gran dispetto di lei che etante l'alteu.a, qualche cosa da un peuo ed lo non penaavo cavata a buon prezzo, senza l'impressione dl essere ln un ero quindi già debellato. Notai aesto. Né lo seppi cavarmelo con menda sernt.a non aveva ta~to Astrld che aveva uslatlto tran• no~ riusciva mal a trovarsi pun. di troppo minuto e compresso quasi più al brusco rtsvegllo che spal'fl mento di aan1ue. Porse rifugio alpestre, bloccatl dalla che la più impertinente di tut- uno scherzo. Quindi un lmba- che a.spettarmi e desider armi\ quUlamente a tuttl I miei vani tuale in alberao all'ora del tè che faceva peruiare ad upa ge- stava, ahimè , per sorprendermi, per tutte queste cose Insieme. tormenta. te, la più stacciata, In siffatte razzante sllenz.lo sl 1tabUl fra Le nOfltre passeggiate conti• tentativi d1 aalvata1glo, al de- e prealudlz.l.odel nostri rapporti. mella. Un intenditore nostrano, allorchè una mat.ttna Ja moglie Una separazione è sempre un Ognuno, al mio poeto, trovan~ Imprese, era anche la plù aorta , noi due. Uscimmo da quel par • nuarono. Ma ormai non c'era clde lnflne ad Intervenire per Tornavamo ad ore lmposalblll, affezionato al dlmlnutlvl, l'a• del console, spalmando al soli-, fatto commovonte, In cui si dosi prlgtonlero di quattro glo• cl~ la flaUa minore del conso- dina qua.osi subito, Varcando giomo che qualche nuovo accl- chiedermi con una punta di Inzuppati fradici accolti da un vrebbe detlnlta e un bel corpi- to, ln tcrruza, Usuo burro e la mescolano sentimenti vnrl e op– vani donne, si sarebbe affretta• le, che poi tlnl per accetta~ la strade e campi , Ciascuno tmmer- dente non Interveniss e a turbare malignità Infantile nella voce lllenzto ilaclale. 'se cl rlpenao, cino ,. E un uomo Wl po' più sua marmellata sul panlnl del posU, ed è probabile che le mie to ad uscire dal proprio riserbo, corte del medico del paese. Men• so nel propri perulerl, cl tro- la nostra amtclzln. Io ml com• nssonnat a, come avrei fatto ml pare che quella mia con accorto di quel che lo non fossi caffè e latte, mt annunciò, come rraztoce nemiche, dopo aver se non altro per obbll&o di ga- tre la più sorniona e costante, vammo, senz'accorgercene, a portavo, a dire li vero, con di· adesso a toallere la bestia da Aatrld ptClche una storia d'a- al sarebbe senza dubbio orlen- la C068più. naturale del mondo, tanto brigato per Uberarsl della lanterla o di solidarietà nella la più tradltora, col suol aruardl prendere li U In un paeslno di spernt.a leggerezza. In preda a quella singolare sltuarJone. Io more ~. atata una storia d'ac- tato veno di lei, per a1unta ma• che partivano tra u.na setU- mia. presenza, adesso che si ve- dlsgrazla. Eppure (cbt Jo crede. lunghi e tatall dl sotto le cl- pescatori alquanto lontano dal un continuo dellrlo, non rlu• ero declao a tutto, pur di evi• qua~! ritata, altuulone cltii$lca. In- ·mana. Partivano per uo mot.1- devano soddisfatte, provusero rebbe?) nonostante Il fatidico glia, era per l'appunto Astrld. nostro. Qui non si po~ più scendo a trovar riposo in quel- tare lo scanda lo che temevo, e · • • • vece lo, non soltanto avevo com- vo, sia pure apparente, lontanls- ur certo rimorso di avennJ glu. inltlo lo lasciai passare quindici Olmè, in questa forma Il gioco continuare a tacere e la parola l'avventura cosl lnevlt.abllmente non c'era che scendere aut cor- La famiglia del console preuo mee.so l'errore di non notula, simo da ·quello che ero ablt.uato dicato cc»I male e desiderassero giorni senza cercar di con01eere cominciò a Piacermi. E presto •amore, tu pronunciata per la fugaevole, avrei voluto convln• niclone, alto quanto basta per la quale Astrid tra.5COr~va le ma, per colmo d'lnopportunttà, a temere. Non si trattava del- lasciarmi un non t.roppo cat– le mie piacevoli ooinquUln1 e Il guardarci COllfissi e dl na- prlma volta. cere AJtrid che l'amore è un rompersi Il collo cadendo, ma aue vacanu ln vlanto upet• ml ero innamorato proprio del- t·arrtvo del passaporti, bensl tlYo ricordo . La funebre cma compagne di solttudlno, ponen• .scosto, da un tavolo all 'a.lt.ro , Ora Aatrld appariva del tutto gioco, una burln, una pazzia. risposi che ml sarei accinto al- tava di glomo 1n glom~ 1 pu• la aua amica più Intima. Niente d'un avveniment.o usolutamen- di oommtato pan:iva u.na cerl– ,;loani! ogni mia cura a tener- diventò una dolcissima con.sue- rasserenata. Quel tacito cam• Invece Jet aveva ben altre op!- l'Impresa, come Intatti dealde- aaportl per ragglungere a Pa• di più naturale che la sposina di te tnatteao e imprevediblle, che monta di fidanzamento . A un mene lont.ano, quantunqu e le tudine. minare le aveva giovato evlden- nlonl in materia e si crucciava rava, non avendo nessuna vo- rl 111 ria ttlvo marito e padre una not~ potesse vedermi come soraeva a un tratto a acompl• certo punto Astrld, orgogliosa. lritraprtndentl fancluJle, che al Meravialla dell'amore con gU temente a riprenderai, a rtor- di tutto e di nulla, secondo glia di esibirmi In un esercizio N~n è d~que da credere eh~ Il fumo agli occhi, pur senza la- gllare la mia esistenza. Un'or• e lieta degli onori che ml 1I dovevano molto annoiare 1n occhl. Voluttà lnflnlta, privtle- dlnare le proprie Idee. L'occa- 11momento. eVous me tra ltez a cui ml sentivo cosl poco por• Aatrld e le aue amiche fO&Serosciarmelo trapelare In alcun dlnanza del municipio proibiva rendevano, volte anche lau– caueldeserto ritiro, ml faceBSero ll,o della Umida e ardente &10-slone di definire 1 nostri rap- comme u.ne cocotte ,, era 11,uo tata, quando lei al fosse ritirata. ln ltalla per rimanervi, nè mo!- modo, se non da qualche lnvo- I bagni lungo la passeggiata. rearmt, ponendomi aul capo, In l'onor e di manif estarm i orni ventù, piacere perfetto che apa- porti non poteva &1unaere per ritornello. Orni giorno doveva eFaltes • le malntenant ,, im• Lo nè poco La loro meta era lontarla Ironia, da qualche !ne• Ora proprio quello era li punto mancanza di alloro o di quer• sorta di curiosità. e di attenilo- ri&cenel momento in cui fra due lei più opportuna. Coq lncredl- were l"ulUmodelle nostre amo. plorò la crudele, con voce pian• w;'altra. 1n' tempi come quelli spllcablle tono di rimprovero, preferito delle raguze , per U eta, una ghirlandetta di erbe ni. Per circa due nttUnane, sssierl che 11 sono C03\natural- bile tranquillità e freddezza, con rose peregrinazioni, non et sa- gente addirittura. a cui ml riferisco soltanto II che le sfuggivano di tanto h\ solo ratto, torae, di essere in- rampicanti. Ed lo fui l'eroe del sordo a ogni invito, a ogni tu- mente, s~rutatl e comunicati la sicumera d"una bambina che remmo plit guardati. E og:nl Sfido chiunque a reslatere a caso, un dl.sgutdo, potevano tanto; anzi tacendomi II ml&llor consueto, e anc4e perché a aentlmentalo convito: un eroe 1tnga, lo 1art11lal col due in- non e è pll). quella magica e s'accinge a recitare una parte aera, prima di coricarci, venivo una simile preghiera. E In quel- averle condotte su quella riva, viso ·dol mondo, dllScorrendo, due passi dall'alberao. Ll u.sa • confu.so e mortalmente triste, glesl nel difendere Il mio tplen- l111ota di.stanza. Piacere felino, o a S03tenere un esame a cui dove stavano sempre sul piede passeggiando con me. E pres• vano tuffarsi ogni mattina, malgrado l turni dello spuman. dtdo Isolamento. N6 questo è li 1att.eaco. s'6. preparata da lungo tempo, di partenia in una specie di aappoco alla stes:1a man tera, sotto gli occhi di tutti, le su- te che ml salivano alla test.a. ,oJo particolare ridJcolo d'una Amai 1n tal gul.sa donne che ella ml dlchlarb che non ml quarantena ~he per essersi pro- Ipocritamente nmlchevole e lr- perbe nuotatrici, mettendo In TUtto ml sare:bbe stato con• storia che a più d'un lettore par- neppure con?bbl, seguendole da amava, che non m'avrebbe mal lungata oltre 11'previsto, si tra- reprenatbUe, solevano compor- moetra, con perfetta lnnocenn , Ct$SOquella sera, nè plO. nè rà forse troppo semplice. un paese all altro , camminando amato, l.nslatendo crudelmente sformò a poco a poco In un tarsi nel miei rl1uardl la madre le loro fiorenti nudJtà sportive. meno che s'lo tout un malato Quando al arriva tn un paese sulla loro traccia fugll,tlva su questo punto: che lo lascla.s. aogrtorno vero e proprio In e la sorella d1 lei, che erano, L'ordinanza del munlcJplo (pu- senza speranza o un condan• per la prima volta si é sempre come Apollo dietro Dafne, come si oant speranza. Ammetteva, una villeggiatura quasi itor• per chl non l'aveaae ancora ca- dorl del dopoJuerra) colpiva nato a morte. Sparecc.htnta la un po' astratti e dlaorlentatt. Teseo cutdato dal rtJo d'Arian- beninteso, che avremmo potuto male. Ma tutto poteva flnlr e plto, una famiglia di brutte . proprfo loro. mensa e alzat.ul da tavola. Soltanto i commeasl vtantator1 na, ma senza fare un puso di rimanere buoni amlcl Jo stesso. da un momento all'altro. Quel C01I Il mio amore procedeva Fare il bagno nel vecchio perflno la shiotta mammina, le non patlacono dl questo male. plti per raggiungerle . Esse li Ma quanto all'amore non vole- pau11portt erano la mia apada tempestoso, in mezzo ad oat~- porto abbandonato, come vo- altre rasaz:ze, con delicata at- Per me Il vlantare è sempre dileguarono e a me non rlmue va aentlme parlare, lo esclude- di Damocle. E chi s•~ trovato Utà d'ogni genen:i e, que\ eh è leva la consuetudine locale, sa• tenm.one, se ne andarono a pas- atato una eatutrote. JI! tutto lo che 11ricordo d'Una stra.da In- va nel modo pl<l a.uoluto, per qualche volta nella sala d'aspet- peggio, segrete ostllltà di donne. rebbe stato a.Mai scomodo, 01. sento per conto proprio. lo e incanto d'esaen:i tn un paese che cantata o di qualche ataalone li momento e per sempre, rtac• to d'una atulone, In compaanta eElica dlsent que vous me trech è poco Igienico. D'altro Aatrld, lasciati aoll, et avvlam - non cona.co dura quanto pub felice. ehè lei, oonclUS'edopo un at- di una penona amata, pronta tuerez ,. Quando la cara tan- canto, non s1 J)OWl'Va pret.en - mo, che Cli cominciava a lm• durare li mJo sogno. Una YOlta Con Aatrld purtroppo le eo1e timo di esltadone, abbusando a spiccare li volo per u.n lungo etulla mi rlvelb questo umore dere che le ragazze rinunClu- brunire, veno Il piccolo porto che ml aono reso conto di dove andarono aRrlmentl. Con lei all occhi (e credo che dicesse viaggio, pub avere un'1du, ben- grottesco, probabilmente 1lmu- sero a quello esport•, che co- solltarto, dovo non so come, sto e delle persone che ml clr• fui condotto a.d allun5r&re il l1vero e che avesse ragioni da eh~ vaga delle clrcoetaru.e lato per spaventarla o lru.lnua- stltuiva la loro iJ'aDde occu- perdutamente avvlnshiatl so-- condano, addio, rtcomlnda la puso. Un bel atomo ml trovai vendere} lei non poteva amare estremame'nte angosciose e pre. toel In quelle deboli menu per pulone quottdJana, U loro di- pra un ponticello di legno senza noia di ealate:re, Olb ,pteaa la di là da quella soalla che ave- che uno e sport.man,. Per con- carte ln cui questa mia atorla li fatto dl vedermi dimagrito le.t.tomaggiore, la ragione pre- riparo e largo appena quanto mia dlfflooltà a far conoscenze vo tanto esitato a varcare. ~ vincermi che le aue parole era- s1 truclnb per circa due mesi come un gatto randaato, anne• clpua della loro permanenza. su era necemarlo per reggersi in di ferrovia o d'albergo, la mia eccoml in mezzo &1 guai. no sincere ocoorreva quest'ultl- e del mJo stato d'animo . rlto dal aole come un beduino, quella riva; dove 11caldo, fra equlllbrlo, non flnimmo a eadere neNuna tendenza a vlacglare In • • • mo ara-omento; e ml mlle un'al- La diplomatica famialla al 10 non ebbl neppure la tona l'altro, comlncian ad essere nell'acqua. C01l, net pensiero carovana, e val dla:correndo. Dal ae,ulto di questo raccon- te1ra dle:pera&lonenel cuore. Ah componeva come ho detto di di sorridere, t.anto ero ormai di· lnaoppofl&blle. Inaomma, per di Aatrid e di tutU, la nostra Sono un viaggiatore lnsocle• to al vedri. chi era Astrid. Io non dunque non ml amava! M'ero una mlnusc~la signora sarba 't.ta - venuto !naenitblle e sordo a una quantità di motlvl, U taa:o avventura potevn dirsi chiusa, vole. Intendo far pslcolO(la, n• acan• lnaannato. Tanto mea:llo. slma rurblsalma e come tutte tutto clb elle non rJ.auardasse non aveva più attrattive a1 Joro anz1 coronata degnamente, se- Ml rammento d'unll curiosa da11tare gU ablal del cuore Chiamai con lnat.:tenaa li ca- le persone t.enere dt corteccia, la mia fellclt& plit lmmediat.a. occhi. A sentire la mia infor- condo una tecnica amo;o&a che avventura capitatami In tre- temmlnUe. Narrerò 1 fatti come merlere, pagai, e propo,l dl tor- abbastanza dura di cuore, e del• Ma quelle nordiche donne, e so- matrice, nessuna di esse, nem- lo sperimenttwo, a dire 11vero, no. una notte, fra Milano e e rtalment.e 11avola:ero,, aenu. nare all'alber10. Non potevo :1- lo sue due !\glie.C'era.con loro, prattutt.o, lo credo: In pl(l ambi- meno Astrld, et atava di buona per la prima volta; e con que&to Roma. Vlanlavo In seconda, n curarmi di nucondere 1'1nce• manere un minuto di più con nella stessa condtZ!0ne di ABtrld, aua tra di esse, lamica predi• vogUa. Il mare inyeee le nttl- reclprooo r1Con01clmento,con la mio soompartlmento era pieno nultà e quul ridicola tneepe- una donna che ml aveva fatto un'altra ragazza anche lei di Jcttn, opera.vano lndefe.&Samento rava. E appunto per quuto ave- promeasa, dal canto mio, di non seppo e un bello spirito, dJ rlensa con cui furono da Dle 11mm dlchlarulonl. &ro pieno Norveila, bionda 'e piccola come per Indurre Aatrld ad nllonta- vnnQ deciso di trasferirsi In un mostrarmi all'atto della par• quelll che s'Incontrano appun- vtuutl 1-eotfertl. Dirò solo che, dl uno etra.no cruccio, col un- una bambola. Non parlava l'ltn- narsl da me; e le loro occulte paese della riviera ligure, molto tema, lo e lei, entrambi un po' to In ferrovia, pareva esseni a ,:ludlcarla dal di fuori, non iUe rimescolato, come se avaal nano, nè u rranc,se . Ella dun-' upposlztonl se non rlusdvano vicino alla frontiera francese, ebbri, cl eravamo detto addio, prop01to di pa.ssar Ja nottata si sarebbe potuto lmmaglnare patito chlaà quale affronto. Un • que per me era sordomuta . SI ad ottenere l'effetto desiderato, a OSpedalett.l. e ConnaLssez-voua addio lungamente. E certo In allear• veglla, approfittando nulla di plà pacificamente bor- furore paao ml aveva meuo le taceva sentire però al plano erano però sumclentl a tor- ce pan? ,. avrei ratto bene a tener fede largamente della presenza di gheH di que1ta np.aa, flllla all al piedi, alcch• la poverina, abbastanza. In, tut ta questa Ja- mentare la mia esl.stenUl. Ogni Cosi pressappoco si esprimeva alla mia promeaa, perché , dopo una alanon sola per dlme e d'un lepton. di libri di Ori- quantunque 1POrtlvae di aamba crimosa starla tu certo la più giorno trovavo Aatrld, senza un la melll!lua signora, con abbon• tutto, principalmente per me-- fame Intendere d'ogni colore. stlanla, lmplq-at.a nel nesoato lun1a, faceva fatica a seguirmi innocente, ad orn1 modo la plù motivo plauslbUe in apparenza, dama d'ar,omenU e impapblle rlto della valorosa fanciulla che In pochi minuti claaeun vtaii;- paterno e non certo aupertore, e, 1pavent.ata fone dalle oonse- dllcreta e la rtcordQ con arati. eroicamente decisa ad abban. bono~, ..,come ae volesse acu- bevve con me Il vino dell'addio &latoN atlmb doveroao ca.nre quanto a levaturti mentale, ad IUfflle del ,uo dl.scorao, t.lrava tudlne. Ma u mio racconto volge donarmi , a rientrare nell'ordine, sani 41 qllella tanto gtuat.lfl- flno all'ultimo aono, ti nostro dal portafoglio u proprio bi• una delle noatre ISll(Jlorlne di_a rallentare la marcia. Non le ormai rapidamente alla flne. salvo ad uscirne pocha ore dopo. cala pa.rÌlllH, la cui ra,kme amore non poteva avere un epl- glletto da vt.llta e rar combutta studio. Parlan l'lnglete come dlaal, lungo la 1trada, una sola Lascio di conseguenza. la pie- D1Sperat8,sempre ln lacrime, in vera e nascosta era natural- logo pt<l commovente. Pensate con quel faceto lnd1v1duo, la lo propria llnaU,I, cou non ran parola, n4i credo che la mia cola norvegese al suo tranquillo guerra con me e col piccolo mente ben-altra. che lo vidi la gloriosa tanctul• sl,nora compresa. 0011 yenne I tra au aeandlnavl, e un poco faccia rosse tale da tncora g• destino, per occuparmi un poco mondo che la clrcondavn, chiese Corsi da Astrld. Ebbi conter- la barcollare Uevi&llmame.nte formarsi Ja pii\ chiassosa com- anche 11tnnoese , ma con una ,tarla ad affrontare Il mio al- della figlia maggiore del con- conslallo, per lettera, a sua ma della fatale notl&ia, contro mentre si amava a1 gabinetto. briccola di buontemponi che al pronuncia tedeaca, che mi rl- tenilo. Sulla qlla dell'alber- sole, personaggio assai meno madre, non so poi a quale SCC;lpo. la quale non c'era nulla da ob- Ah perché non mi limitai a sta mal vista In uno seompar. ocrda\l"a 1peuo Il banchlete al- 10 la salutai 1eccament.e, deciso innocente; Ja quale, eta parte ll responso materno fu, com era biet.tare: ll,accl\4 la libertà di conservare di lei quell'erotcQ rl• tlMento !errovlarlo. Non e'ero sadano di e ffre Ooriot. ,. Non a non guardarla mal plQ. sua, non aveva nulla • che po- da prevedersi, negativo, Ah tut.- Astrld non pote·;a intluire su cordai çhe lo che ml oattnusl a rima- conOICIVauna parola della no- Come lo puauel la aerata II l-esse lnterea.sare la mio. rant.a- to ml veniva contro! quella delle sue amiche, sma- Senonchè, la mattina dopo, nere taciturno In un ancolo , stra llnrua. IBt1orava Iblen. La lettore se lo può tmmaa:lnare . sta, se non torse n fatto di •· Tornando la sera dalle noatre nlose di misurarsi, dopo tanto U terrore che bo cercato di de- col naao al finestrino, mostran- sua voce atruclcata e nuale C'era da quelle part.l, ospite ano- sere maritata con un utflclalc passeggiate lo leggevo qualche sguazzare nell'aCQua. dolce, col scrivere tu più forte della parola do chiaramente di non voler poteva euere quella d"una vec- rarlo di un alberao di gran lus- della marina Inglese, sbalzato ln cosa di oetlle perfino negli oc- cavaUonl marini. E alla noatra data e di ogni altro sentimento. 911ere della part.lta. Una cosi chla o d'Una bambina lunatica. so, un mio amico pittore (plt- India all'Indomani del matri~ chi degll abitanti del luogo, che separazione al doveva pur glun- Non aolo volll assistere alla par. rtrepltosa allerrla, una tal! DI -..petto rrande e ronnoeo, tore di genere e alla moda) c~e monto: maritata per una notte . aon gente dura e cruda; e par - gere, per quanto allorl ml ap- t.enza di Aatrld, ma. saltai aulla proerammatlca Ilarità, ml ave- con la rronte alta, l capelll blon- In quel tempi dl Inflazione, a Questo particolare veniva rlfe- tlcolnrmente di quelll che sta• . parlsse incredibile, ae non rrn corriera che la conduceva a vano mesao dl malumore, A di e actoltt, la pelle flntsalma, MIiano, 1uadaanava fior di rito da Iel, dalla sorella e dalla vano ad oescrvarcl BUilasoglia una settimana, fra due. Oomo; e a Oomo saltai sul di- lungo andare Il mio poco aoll- rosea, aotto la quale st vedeva quattrini e, per di plti., appro- GEOBOES SEURAT - e uaru• • • madre, con goffa complacenzn, delle botteghe. DI clb che avvenne dn quel retto di Milano. Poco m'lmpor- dale conterno tln \ per eaaeu scorrere li sangue, le spalle am• mtando elegantemente delle sue come qualche cosa di roman- A metà lug:llo sl reaplrava In momento non ho che una me• tava. ade150 dl quel che gU alt ri notato e per Imbarazzare al• pie, sostenute e ben arcuat.c, I relnzlonl col mondo milanese, alla finestra ~ au.uurrarml che l'occasione specialmente. Nè lo zeaco, che rialzava le sorti del- quel paese, In quell'albergo, moria confusa. Ml aembra che potessero pensare di me. Non :~n~~:-=:!:d:~~i:'t~f1 1 a~~ :~1;;.,°:a~b:!i!~a ~~:!."r:~~~ ~~~~ n,rif=~~~;e d~:t::: . :\ta~=t::~·pr~u:lc:e~a,a~~~ ~~~:~c 1 ~o~~~~!:ra ~ro~~ ~l~~~a.::n~~~~\~f~~rad~~: ~~~~:~:a dea~l 1 ~!~~ r~!1•~~ ~~::a~e;ar:~::e d!u:1°,: ::1:~~ ~ c~ri: ~~r:~/~~~ auldlva. In quel penosi Inter• te perfetta se alla tlorlta opu• Non cl vedevamo quasi mal. cadeva a lei di lasclarsl andare Astrld per non sapere a qua.ll sue plO.giovani amiche , un ra- daffarato e ap0plettlco alberga - partenu. come ae si trattaas e reato, non parvero aoverchla– valll ml al gettavano dl traverso lensa del finnchl e delle braccia Quella sera però dovetti rlcono- a manlfutaalonl di tenerezza conseauenze aarel andai.o in- sclno Indiscutibile. Bi preparava ton , che Irrompeva 1Iorloso in della mia morte. Io me la fi- mente meravigliate che lo le certe occhiatacce, plene di Ilvo- divinamente 'tomlt.e, degne di scennl trop1>0solo e tnreuce per un po' soverchie, dandone lo. contro esltando. Ml calai fuori adesso a rautungere li legtttl - sala da pranzo tenendo alto guravo già. partita. Un minuto accompagnassi per un certo re, dl odio, che avrebbero dl· Nausleaa, avesse tatto rl.soontro poter dlspre,.ure quel piccolo colpa -li• luna. dalla finestra , posi I piedi aul mo consorte. passando per Pa• sulle due mani 11 piatto delle dopo ella non era più. che un tratto. n mio bene ml la.sciava ,arma to chiunque. Nono,tant.e un seno un po' più rilevato e, conforto che la sua cost,mte Bulla via delle tante piccole comtclone e, a1&rappandoml rlgl. Ma pare che una volta là sue trote fumanti, pescate da ricordo: 11trl.ste, lncenerito rl- e non ero phì In condizione dl ctb lo penlstel nel mio attee• per meallo dire, meno avaro. amabilità ml ualcura va. Andai concessioni a cui s'era lasciata con una mano al davanzale, rac_ trovasse di arn,n lunga più d1- lui, come se portasse In tavola corda che l'amore laacJa dovun- ragionare. Quel due uJtlml passi gtamento per quanto tu lun go· 0011 eUa incamava una rtrura dunque a trovarlo e ru con condurre avevo trovato un pun- colsi con l'altra Il micio, aotto vertenti le e boltes • di Mont- U ciborio, per moatrare po! , que pa31a e ci sorprende Oiill strappati alla aorte furono tutto n viaggio, plit lrrlfil.dlto del dl Vestale o di atleta femmina, queeto provvldenllale compa1110 to Interdetto, una proibizione ili occhi della mia bella che, mnrtre e Montpamasae che all'ora del conto, la sua vera volta che una penona amata al un delirio. s1acobtno nella carroa.a di ma aenaa nulla di acerbo, nè di che mt recai a cena li pii\ lon- aasoluta: quella di baciarla In forte del suo buon diritto, non tutte le vagheggiate meraviglie faccia di autentico di.scendente aaaenta, ala pure per poche ore, L'ora del distacco suonò pur– eBoule de sulr ,, ma aenu fl. aa:arealvo nel modi, anzi plirra tana poulblle dalla mia pen• bocca. Il giorno in cui accadde aveva rinunciato ad Impormi dell'India lontanlasl.ma , di cui da qualche atlrpe di contrab • dai tuorbl in cui slamo abituati troppo a Milano quando le sehlettare la eMarsigliese,. La sedentaria e taciturna per na• slone e dal paeae rteuo, In una li gran ratto, ella non si ribellò. quell'atto di coraggio dllperato aveva tanto vanamente dlscor- bandlert o briganti del luogo. a incontrarla. Quale t~endo IOlerU vlanlatrict ' IOltato che mia prottst.a era tremendamen- tura, benchè allenata ad orni taverna del lago di Lecco, dove E fu lungo. Ma poi sbottò a e buttl.sslmo. SI trattava di una so, In prevt.slone del suo viaa:- n contegno di Angelina si fa- 5nenzto subentrava 1n quel tetro ebbero per un p;lo d'ore nel te allen&losa. genere di esporti,, a comincia- manr,l&lllmodel pesce fritto , In• piangere, ml scagllb tra le la- altezza non tnveroelmlle, per di alo da essersene stancata prima ceva sempre plit Isterico. La albergo, dove lo rimanevo ao!o, pressi della stulone si rlmisero venne n mattino ehe tutU re dal e flirt,. Viaggiando aola nerrtato da alcune bottiglie di crlme uno q;uardo d'1ra lnfan- più Il comtolone era abbe.stanu dl 'vederle. Per la qual oosa Il cameri era 1ual a domandarle col due melancontcl tnaleal, cir- di nuovo 1n cammh:lo verso la. apparivano disfatti per n aon• tn la Norverta e l'Itali a ne buon vino bianco. La mia Urica tlle, e ae ne usci 1n quest'apo- sporgente e comodo. Ma lo sof- marito, esattamente informato un servizio. In quetito venale condato da fantum.1 e d& ao- loro meta. Soltanto allora tro– no peno e abbrutiti dal ridere aveva fllato uno in ferrovia, con esaltar.Ione era para1onablle a strofe: e Volli n'av~ rlen de !ro di capogiro, sono 11contra- sul guatl eccentrici della poco aon:lomo, privo di ogni umana pravvluutl , sempre con la aua vai finalmente la forza che Allora qualcuno, a pochi chilo- un lllllore attempato, e un al. quella che pub 1uecltare una aacri ,. OapU allora, ma tropt>Orio assoluto d'ùno eaport man ,, delibata moglie, rd affrettò a consolazione, dove tut.to ade.ISO, larva davanti a me. Oome so- avrebbe sradicato una q~erela metri da Roma tirò fuori una tro In Inghilterra, presso la fa• gro.ua perdita al atooo. Olò che tardi, ch'ella aveva sacrlflcato e al dovrà convenire che una chiedere Il divorzio e l'ottenne . a cominciare datla camice plt - &tenere le ore che plit vlvamen- e non rluacl a far sgorgare una bottiglietta di n0n 10 che ltquo- miglia che 1'01pltava, con un lo provavo In tale clrcostanaa la sua bocca, la aua bocca che tale prova d'amore, data ln E 11curioso ~ che l'epilogo di toresca, ml appariva ordlnat.o te me J'avrtbbero ovocata, le lacrima dal miei occhi di stac re e se'rve.ndoel di un btcchte- r,tovlnetto di aediei anni. Per era Il piacere di sentirmi puro sapeva di rou, allo csport.sman> presenza d'una apettatrtce co- questo mat.rlmonlo durato ven- allo scopo di persuadere al aut- gaie ore della colazlone, della .carmi dall'amata , ma• per tor: rino d'alluminio (uno di quel conto suo non PQteva eaaere più e a posto nella dlsgrnzln, la vo- che doveva sposarla . Ebbi an- sl esigente, non è poi del tutto ttquattr 'ore lo venni a con08C8r- cldlo! Aatrld era un angelo cat- eena e deg:Uspassi ,crall, dlve- nare indietro a prendere le va. bicchierini che al svitano dalla che ventenne ed era tanto avi- luttà del suppllz.lo. Lontano dal• che quella sera bisogno del suo ordlnnrla. lo, alcuni mesi dopo, da una tlvo, che la.sciava passare le nute ormai coal funebri? Non llge, non per altro. E non certo bottlalla ateasa, cui ranno da Juppata nelle membra quanto la donna amata e che non ml perdono. Me lo rece aosplrare Quanta perlcolosu. fe11cltà, di quelle tncrediblll notlzlole giornate lnt.ere senza 1uard.arml avrei potuto gettare gll occhi aolo (come l'avrei potuto?) ben• tappo ) ne of!rl un aono ad oent splrltualml'lnte Immatura. amava, orgogllosamente e vo- un po' più del solito, poi me lo quuntl atra nnl, quante rowe , del eCorriere della Sera>, che e ml faceva sor!rlre per del non- su quella finest.ra, guardare quel si in compn;nla di (\ue amici persona presente, quul a aug- • • • lontarlamente lont ano, lo an- concesse. Ed ecco ln che modo In meno d'un mese. Addio la- 61stimano generolmente tnven- nulla pene lndeacrlvlblll. Peri.- tavolo, ripassare per quella due del plit ram osi lronl.stt dcll~ gello dell'Indimenticabile not- Usclvnmo ogni giorno soU davo centellinando la mio tor- tlnl l'avventurosa glornntn. voro, addio nmlcl, oddio a tutto . tate e aono Invece, a giudicare colosa ragazza, In cui naturale stra da, senza che le molte coee nostra letteratura, col quaU ve– te. Io fui escluso, beninteso , dopo colazione, cioè nelle ore tura minuto per minut o, me ne Ml aveva sUS8urratoIl suo e Je Nella nua mono si legaono 1se• da questo caso, verissime. 11 lnollnazlono a tormentarsi e a accad ute fra me e le! sl mu- gllat, nella camera di Astrld ostentatamente eaclu.so . E que. più roveI\tl del pomeriggio, in- ero ubbrlacato, e per protun- voua pardonne , e Indugiava- gnl dl tre o <;uattro tempeste mondo è piccolo e l'Europa è torm entare non aveva certo bi. taaaero in altrettante sensazioni come attomo a un cadavere' sta punir.Ione me la tenni com, curanti della canicola, per lun- anrln oltre ti limit e, at,lo 8COP0mo n chiacchierare sommessa- amorose che avrebbero devasta- pettegola. sogno di essere lncoragll,ata di morte e l'lmmaatne li1;1a In tutta una notto atraordlnarta' ben meritata. ghe passeggiate a piedi 0 In dl non rimetter piede ln alber- mente, nel sllenz.lo della notte, to la mia esistenza. Sono tra cce Costei era l'amica migliore di Nordica fino al capelli, piena di uno spettro fluttuante. Lavrel facendo diacorsl da mentecatto' Nel caso particolare, oltre al. barca, giovandoci tacltamentt 10 prlma che Astrld fos.,e an- da una finestra all'altra. La di nntlchl rivolgimenti e diluvi, Aatrld. Natura ama I contrasti. u.na preconcetta. sfiducia veno vlata anche aul monti e aulle uscendo di tanto In tanto 5 ~ la naturale plgrllla e ttmtdei- Il pretesto delle lezioni d'tta• datn a dormire , la volgevo In sua. era al plano di aopra, ma non meno remote, rlapetto, al Avanti ch'io capltas.sl In quel• l'oggetto del auol aognl, sentiva acque. Tutto Il paese 1arebbe un terrazzino annesso alla stan– za 10 avevo le mie buone ra• nano e d'inglese che avremmo rt.so, Intrattenendo h mio sag- di fllmeo alla mia, e poiché le breve corso della vita d un l'albergo stava no aem.pre 1.nsle- l'amore come una specie di stato posseduto e stregato dalla za per guardare le stelle che gl~nl per condurmi come hc dovuto scamblarcl ma di cui re- glo amico, presunto uomo di n01tre due camere davano sul uomo, dl quelle che Il geologo me, tnseparablll. Fu con lei ch'io eboxe>, una colluttazione, un aua usenza. Qu~to era clb che lo ml flgurnvo ella dovtsse con. detto Il lettore ml ha llà capi- aolarmmte cl dlmenttcavamo . mondo, con ta descrizione delle lago non si pub immaginare un discopre nelle pleahc della terra. vidi Aatrld, la prima sera, tor - gast.lgo, una perpetua punltlone dl Jel sarebbe rima.sto, Il retag- templar e ogni sera da quel m to. C~ntavo di lavorare, tn quel• Le prime volte, camminando a mie pene d'amore che lo aollu- paesaggio più Incantato e so- Uno di questi cataollsml fu cer. nare da Como. Erano toro che da lnfllggere all'Indegno . Il che glo espiatori o di poche setti- dealmo luogo; e ~rcan do 1~: l'eatlvo ritiro e non ml sorride- nanco di Jet che ml sorpassava iavano anche troppo. Tomam- mante dl quello che avevamo to Il mio Incontro con Astrld. venivano a clngUettare aopra la non le Impediva di essere fon- mane d'amore. vano dovunque nel plO. 1 tl va troppo i•ldea di perdermi In alteu.a di quasi t.utta la te• mo verso le nOitre abitazioni davanti agli occhi. IO ero re- Quando accadde lo avevo trcn- mia finestra, ricordandomJ, scu- da.mentalmente una creatura Inorridito , ~ la par ola, da ripostigli qualclle rellquiea:r; 1 In avventure aentlmentall. In - sta, ml partva di camminare a notte Inoltrata. Tutto U pae- Uclulmo, fuori di me dalla talrè anni ed ero In un punto sate Il paragone, li cinguettio tenerissima. E forse mal era una vlslone cosl lugubre, io non suo pass~rialo Non trova': c:e fine poteva anche darai che sul vento. Ero cos\ felice, ml se dormiva. a flneat.re chiuse o ll,ola che anche quella sera foose usai delicato della mia oara- dl Soni& e Natacha la sera che tanto occupata ad amarm!, a dormivo plù., non pe111avopiù una spilla, eh~ raccobl con re– quelle abrlgllat l.Ulme ra1aue sentivo soffocare dalla grutn spente. Nel grande stlenllo la• ecesa sul mio capo Ja aua bene- bola di scrittor e. Tutte le altre Il principe Andrea viene rlco- volermi bene, come quando ml ad altro, e ogni sera, chiuso llglone d volea.seroprender ll,oco di me di quelle prime confldenu a cui custre non si udivo. che la ao. dir.Ione. Se no, come avrei po- storie o matta ne d'amore che verato nella loro casa. E Aatrid negava tutto di lei, perfino lo nella mia stanza, cercavo di Tre ·giorni d S And era ptO.che probabile . Io temevo di non poter corrtspon- lita ninn a nanna de~ campa• tuta donnlre? Ecco adesso che ))OSSO aver avuto prtma e in &e· che net propri confronti non sauardo. Per tutte queste ra- esprimere alla parttnte 1 miei Remo a ~ :;0 a an ne ero certo senz"altro. Qlun.sl dere In maniera abba.stanza de- nelll delle reti che I pescatori, Il galto dell'albergo, visitatore gulto non furonr che un'inezia ammetteva gelosia, 50Stenendo glonl, purt roppo, lo avrei com- luaubrl &entlmentl , con certe metro'da ~d:iettl :n ~~;~ cosl al unto che Incontrandole IJll&. Io ero trascinato , vicino di sera, lasciano andare sul a.s1lduo della mia camera , talla In confronto a questa. Contro Il principio ben noto e remml• messo qualunque pazzia pur di lettere, 'Mlrltte ln france se, che 11 via 10 ln ' pe dl aera pa Pa.uetfil0, tunio riva, a Jet, come In una nuvola odo- 1, 10 alla deriva. otuntl che aut davanzale e ml si va strofi- le rive di quel lago, proplr.lo al nlllsslmo che quando un uomo prolungare all'Infinito quella la tenera Astrld non teneva dell'J~t~ aff:ucl gran ma~ e sentendole ridere da lontano , rosa, e quando la vedevo sdraia- rummo sulla deserta plazr.etta, nando al panni irrequieto . Più dolci riposi, quanto alle più ama una donna deve fargl! pia. sciagurata eslatenza. Ml sarei mal senza. piangere. strino no~ o.veccl;~ albfine senza dubbio al mio lndirtuo , ta In barca non m1 saziavo di In v!Jt.a. del mio albergo, lJI Jo scacciavo, più lui tornava a fun este perdizioni, la navicella cere tutto quel che la rende arrampi cato sul tetti, avrei ratto e Voua me ratte.a pleurer ,. calcar~ con la vf°an: 1f c e ri• ru glvo a nascondermi tra gU contemplare .quel auo corpo glo. guardo automaticamente cftri far le fusn addosso a me. Col del mlo•lngoa-no non dirò che felice, ml aveva formalmente l'uomo moaca, per quel rari Allorchè, dl n a poco, tutto orme e dlrm 85 a le su~ ali!erl. Non parlo dl clb che ml vane e ricco di leonessa. Avrei quella part e. E che vedo? Che dorso 1narcato, la coda rltt.a, facesse naufragio, ma certo al vietato d'interessarmi di qùesta I.stanti di felicità che la volu- flnl fra noi, li dlsp1acere pl<l ueato 0 h I ad ogni momento. accadeva In albergo, all'ora del voluto baciarla mentre dormiva , c015n vedo, mio Dio? Astrld era ronfava e brontolava, struselan. nrenò per un tempo lncaloola• aua amica e soltanto di lei. bile e 1unatlca Aatrld ml conce- aros.so ·che le diedi tu di pre- ~ut è 1 : '15~ 0 nnche lei, dl asti bersagliato com'ero da prenderl a di soppiatto e di fur- Jà nel buio della terrazz a, con- domlsl al gomito, come una PI· bile. E trovo fra le mie paalne Certo un'amicizia usai atret- deva. tendere la restituzione di quelle Bt pas.sa a dc il' P a Quantità di commenti chla- to Portava per solito un abito tr~ ogni aua consuetudine, se- In bollente. Quel antto sentiva 11 più Ingiallite un pensiero di ta legava le due giovani donne , Veniva spesso, dopo cena , barbare lettere che m'affrettai te rane:z e Ji. amore! Nel ~ lml sebbene espressi In una di.seta celeste a fiori, entro cui dutn e avvolta In uno tclalle. temporale ohe sarebbe scoppia- quel giorn i, cl\e ml sembra op- cosl profondamente diverse. aotto la nostra terrazza, un con- a bruciare Avrebbe voluto te- rnm~uns ~ ero In via dl lingua ' Incomprensibile da oc• le aue form e 'giocavano libera• nero In atte11tamento fermls• to la notte stessa. Quel gatto port uno trascrivere; e La vita Glacchè non era li caso d'lllu - certlno di mand olini, e lei, sem- nersele co~e un ricordo se non l'n~gel 8 t \ pensavo a ~el e biate Impertinenti da' rlaatln ft mente e uno sclnlle mezzo spa- simo' qua.si statuario, da far ,e ntlv a l'amore di cui vibrava d'un uomo non è fatt a, In ao- dersl aul significato di quella pre ,amorosa a quell'ora, col ftddirlttura un trofeo del auo mo ~ f an nlt:o 1 me se os.se e tlnue cui non sl perita.va di ;nolo 'bianco avorio sulle spai- pens~ro alla morile d'un pesca. li mJo essere. A un certo punt o, stanza, cho d'una serie Inter- proibizione, con la quale Astrld , capo appoggla.to ad un 'antenna viaggio tn Italia M~ era tn fer~\ n reo O avevo sof– con tani quella donnina mar- le E;a l'abito che Ptù. le dona- tare che stia scrutando In unn per liberarmene, ml viene In mlnablle d'accldent, · L'avvcntu- anche a voler supporre In lei della tenda mormorava guar• gioco la mia repuia zlone lette- ff a a~a. partenza come si :~:\ anzlnnotta, sedut.-:. a capo v~. l'abito della nostra prime notte burr ascosa 11ritorno d'una mente di collocarlo sul corni - rn, l'imprev isto, sono, più spesso un"ombrà di 8elosla, un po' di danctoml la~guldament e: e C'eat raria e non potevo transigere. ~i°tr~e a:s: dla~nta In anticipo ta··ola che avrebbe dovuto dare puaeHlata di ser a quando Jet, barca che forse ha fatto nau- clone che passava sott.o In mia che non al creda, I veri flll con- ruzzo amicale e te.mmtnlle, non romantlqu el ,. Poi le ragazz e v enne nnalmente u giorno Con P 11 t a pe~s~na c~f · 11 buo~ esemrlo e che, al con- blstleclataal con te sue compa• fraglo. La mia sorpresa non fu finestr a, non proprio n por- dutt orl della nostra quotidi ana mirava ad altro che a non gua- uscivano a passeggio ed lo le del distacco. E qui devo rfcono- mo que ? s rap po O oro., • trarlo pareva approfittare del- me che già r.omlnclavano a tor- cosl viva come sl potrebbe ere- tata di mano , ma quasi. Conce- esistenz a. Guidati In gran par- stan i con la cara compagna e seguivo a distanza . Ln gero.era scere che mal si cercb di con• un• quell 1 ~f ,P~~ato cs~l~e d:L la dlsÌruione delle racnue per menta rla, eone da me, ed lo, dere. Era troppo profonda pe.r pire una slmJle balord aggine ed te dal ca.so , noi Intreccia mo a conciliar la al suo amore . Im- calda e piena di fumi. Tornate eludere con tanta civiltà e buo. pae.~e a. a ro, qua e ç,cosa abbandonarsi lno,servata atla lnn,morato pano , Inebriato da ventre subito alla superficie . esecu lrla tu cosa d'una attimo . amori, amicizie, tacciamo I no- presa difficile, come vedremo. all'albergo al tratteneva.no al~ na grazia una storta. cast rastl- VINCENZO CAROARELLI •• ,oloaa Jent«:la :ntindncato- quella piccola fuga nottu rna, Forsanch e lo avevo Inconscia• Una volta gettato li, sospeso strl affari o Il nostro danno, Piccolo dramma segreto, che lo quanto nella saln da pran zo, cUosa, dalle persone stesse che (Continua a i,ag. IJ

RkJQdWJsaXNoZXIy