Fiera Letteraria - Anno V - n. 25 - 18 giugno 1950

Pag.6 Ij~ Terra promessa di Ungaretti attraverso le varianti * Biblioteca Gino Bianco LA F I E R A LETTERARIA Domenica 19 giugno 1950 Biblioteca un ambiente accatùmlco e chiuso, e In una Roma !amuta – re e tranqullla. SI può essere d'accordo o me– no con l'opinione critica del Della Mauéa, sulla quale batte molto, che l'opera migliore e più sincera del Fracas.,lnl sia stata proprio quella meno esal– tata finora. Il S!parlo del Tea – tro di Orvleto , piena certo d1 uno 11tuperacen te movimento malgrado Il limite contenutisti – co che la preclude. Ma qualunque possa essere la reazione del critico che legge alle prese di posizione dell'auto – re, re3t;a che li Della Muséa ha organizzato per Il lettore anche comune un libro che ha meriti di studio, vlvez~a e freschezza per la lettura, un notevole In– teresse scientifico per la pub– bllcazlone di quelle e Memorie :t, e per molte altre notizie. ANGELO DELL4 MASSEA: Cetare Fraccu1tnl • Fratelli Palombi editori - Roma. Gian Passeri Gian Pas.serl, giovane disce– polo di Zavattlnl - e lo dlmo– stra nel testo - ha scritto, con l'edltore Carabba di Lanciano, un piccolo volume di fiabe. Se non avessimo premesso Zavat – Unl, si potrebbe equivocar e. Pensare al libretti di cartonci – no, con le ftabe animate. SI tratta tnvece proprio di fiabe per grandi. Queste di Olan Puserl, essendo fiabe per gran – di, non hanno fine. Nel senso che. mentre I racconti per I più piccini, sanno rlllpondere a 1 qualsiasi e perchè >. con facili mllltlrlcazlonl, queste storie na– te da occasioni di aduli.I e che agli adulti si rivolgono, resta – no sospese in aria, e non pos– sono avere una conclusione suf– ficiente, polchè troppe e dolo– rose domande che gli uomini 111 rh·olgono a se stessl non posso– no aver risposta , e per la loro limitazione Intellettiva e sensi– tiva, coatltulscono un vero e proprio mistero. Questa è l'amara conclusione dell'autore, essa è sempre al pelo di tutti I suol racconti. Racconti slmpatlcl, aperti. di facile vena e lettura; d'una In– genuità civettuola, d'una ama– rezza calma e disincantata . I personaggi sono brevi, ed oscll– lano fra l 'apri.re o Il sigilla.re piccole lettere, e U meditare considera zioni freudiane. Perso– naggi di sogno, personaggi di un surrealismo medianico, Inno– cuo, non torbido ma trasparen– te. SI chiamano Cip, oppure con altri nomi strani, come un certo antico costume di Zavat– tlnt. SI chiedono determinate cose, e 1empre proprio quelle a cui non sanno , nè potrebbero In nessun caso rispondere. Que– sto è Il loro martirio. Una ca– tena di pretese senza risposta; una catena d'lncldenze, di seg– menti spenatt dell'univ erso, In una piccola parola. I titoli del– le ftabe valgano per sè, sono presi da piccole occasioni mar– ginali. Sono e Il gatto>, e altri oggetti. Tutti, oggetti, perso– naggi e azioni, sono Immersi nella mela&sa d'un'a tmosfera dolce, filata , caramelloso. Sono dtvlst da questa atmosfera , sen– za suono, d1 colore cllestrlno. Questo bagno ambientale è la lncomprerulvità steMa dell'uni– verso, nel suo attentamento più lezioso, è la scepsi "al technico– lor. Tali fiabe senza. fine ml piacciono forte, anche quando c'è un po' di rimasticatura di certi umorismi. Ml piacciono pcrchè corrono rapide. e ogni cosa detta è chiara, e ti si sta m– pa nel cervello, come un colpo con un metallo . Ml piacciono più per quello che non dicono che per quello che vorrebbero 11lgnlflcare. E anche questo che sJgnlflcano vuole e&aerc poco. GIAN PASSERI : L'uomo clan • destino. - Editore Carabba . Lanciano - 1949. La nonua Giulia (ConUnuaz. dalla 5. pagina) - Pasqualino - dWe mia nonna . - Lo volete più vicino? - - No. - - Perchè non lo vole~ più vicino ? - - Non lo rate morttneare - disse mia nonna . Poi mia madre disse: - c •è arlche Raffaele. La nonna, al nome di suo n– gllo, non si mosse. Pasaò più di un minuto. - Raffaelucclo - chiese. La sua voce era fievole e !mprecl • sa, anche perchè non aveva più denti da un pezzo. Ad ogni mo– do non aveva chiamato mio pa– dre, ne aveva solo ripetuto Il nome. - E' di Jà. - disse mia ma• dre - volete vederlo? - La nonna scosse la testa. Ormai Il gioco era ratto. Tut.– to era perfetto, prectso, come In una cerniera. Mio padre era su una Iastre lla della cerniera (sulla sedia. nel corridoio), la nonn a sull'altra (dentro Il suo letto di morte). Solo che la cerniera non era phi flssata al– le estremità. e non poteva chiudersi. Pasaò una settima.no . senza che 11 vedessero. Un'ora prima di morire, la nonna era ancora lucida . Volle parlare col marito della zia Giustina e gli dls.se che vole• va vedere I bambini. - Accendete la luce - disse. Una comare, allora. disse su– bito : - E' accesa, Donna Olu– lla, che dite? - (Mio padre era nella sua camera , e senti – va certam ente 1 dlscorst. per– chè erano aperte tutte e due le porte). La nonna Ingoiò un po' di saliva. - E' accesa la luce? - disse. - SI - rispose la comare. La nonna sembrò molto addo– lorata. - Ten eteli bene,( I bamb i– ni - dlsst. Ormai si taceva una gran fatica per sentire quanto andava dicendo. tanto ba.Ma era la sua voce. - Educa teli bene, e non \I viziate. - diceva - altrimen – ti crescono male. - Poi cercò Il viso del marito della figlia morta e lo str lrue e lo baciò, come cosa più cara , e molto a lungo. - Non li viziare - disse an– corn - altrimenti crescono male . - La sua voce st afl'l.evo– llva sempre di più. Chi non avesse afferrato le sue parole precise, avrebbe detto che sconnetteva . Pol chiese ancora: - Raf– faelucclo dov'è? - Nessuno aveva la forza di ri– spondere. - In camera sua - disse poi mia. madre . Passò qualche altro minuto . Poi ~lo Mario uscl. appoggian– dosi alle stampelle . Attraversò la porla di 0anco (erano trop– po piccole per lui quelle por– te) e andò da mio padre, che si era dis~ su un letto, con un braccio dietro la testa. - E' morta - dl&se zio Mario. Io guardai mio padre. Era stato Il più debole di tutti, op– pure Il plil torte, lo non lo so: ma aveva fatto quella gran cor– sa da Roma a. un piccolo paese del sud, e, tutto sommato, po– teva andare più plano. P. FESTA CAMPANII, . Incontri e scontri

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