Fiera Letteraria - Anno V - n. 19 - 7 maggio 1950

Dom enica 7 maggio 1950 LA FIERA LETTERARIA - - -- - ------ - --------------------- ,I l"ICOl"O S l 'l'O Dl CA lU ,O COCC IO C,I Romanzo ecostume Dialo go a nuovo anno • Il teatro di Enrico Pea S CARSAMENTE noto I!: 111 vario argomento, uno del teatro di Enrico Peo.. quall rel!Jloso. Con queste Pure un '1,omo (torna• compagnie di nomadJ Pea alrò to ln patria dall'E;:ltto di paese In paese aUeatendo ncl 1914) Il qno dcUo 1erlt- recite sulle piazze e al e ma.a• tore ru quello di dl\'enta re cto > dedlcb, poi, pii) di una acclamato drammaturao. Au- paJl.na, 1n cuJ mostra la sua va aaaunt.o, per tirare avantl v1,,a esperienza di quel teatro la barca, l'lmprea del Poli • popolare le or1gl.nt del quale, t.tama di Vlareulo; e un \'CC• aenza alcun dubbio, aono da chlo amore lo Induceva al ricercarsi nella sacra rappre – teatro. Il nonno materno, ~ aentadone mcd!oenle. 81 \'e– mo estrol.illh:no, Il p!Ct oom• dano ,a proposito del e maa• Pff.:IO da Pea fra tut.U I aio > l"enlllese, l'articolo di conctu.nU, quMI oecuro lotCDO Pea: e n Manto di Verallla •· de.Ila aua 1tc:111.,1ta di poeta COa.a.etta del Popolo> dJ To- :-1!1~, e•;~~:; io·!. I~ ~~ICJdc.~n:;10 m:.~ 1:i 5 ' ~ ,·ocuione della ,cena: acrh·e- dea1mo Utolo nell 'annata un Ya e riduce,, commedie, le della rivista e Scenarlo > di Lr!.terpretava; ru lmprt.aarlo Roma. teat.rale fra 1 pani del mani• Allorch! Pea aaumett.e la comlO di JJnalonaJa, nel pres• Impresa de! Politeama vlarcc· ai d.l Lucca. Pca, anche ln (l'lno aveva già sc:r1tto due questo, ebbe modo di rtcono- dnmmt : e Rosa dJ Slon > sce.re I aqreU 1eaaml con (pubblicato pol a Napoli ne.I l'a,·o: mozr.o a bordo del 1920) e e Prime plogJle d'ot• e Clucclariello ~. un ,·ellero t.obre > (pubblicato pure a con un capitano atra mbo e Napoli nel 1919). DI quel prl– qunttro mar1na1 pe.r ciurma, ml t.empl del Politeama t In• lmprovvbò pantomime e com- vece Il e Oluda > che suacltb medie nelle quali certo donl• tanto chiuso e fu condannato ct~~gg~ra~I rerca:r;,~ff~DR~~l; gea~:~a'f!'~n q~fl:.S':v\\~~ e della nnth•a Ventllo, Anche Prima del tre drammi, rt1.r· Pe., tu del resto lmpr« arlo e giunto un certo assestamento regi.sta di ~ maa:a:I•· Dopo Il nella dimora egiziana, dopo ritorno In Italia con la faml- Wla vita nomade e di varia glia 11 adoperò per far rtvt- capertcnzo. (Pea teee 1 pili dl– Vt're nella iua ltrra questo 1paratl mestieri). ('rano nate ap •1acolo popolare. prr lo tre opere di Intenti pocUcl: pi· ·a~ur,,to e qua."1 dlmtn- e Fole. > (Pescara, 1910), U(' ,. Creò. nltora. btn tttte « Montlg:ooao> (Ancona, 1912) CC"" -ml,. di • m.aq lantl > e e Lo Spaventacchio > (Pl– neJ urt p:1t~l d~·ll .. Ulna ,·t-= · rcn:u, La voce, 1914). Modi 1Ulese e rleaum<J e man i> di popolari rlpetuU per echi at,- travcr ao le conqullte di unn lnveutlone acceu, che 11 esautlva in un tono di trnirlca nlluclnat lonc, partln lmentc at,. tcnuntc nello e Spaventa.e• Chio >. La critica ha creduto di rt • conoacere In quCJta prima produtl one lnnuul letterari. Giovanni Bolne citò Il Pascoli a propoatto dello e Spaventac. chto > e Il fra,mmentlsmo del vociani; ma a propoetto di Pucoll J)lt,rlb, per la verità, di e procedimenU esterni >, di e arte maqtnale > (O. Bolne: e Pn.ntum.1 >, F\rtnae , UHI). Coel, oltre venti anni pili tar• di, un tiovane criUco, um. berto Olobardl. (e Sa11t au Toul e Pea >. PIia, UMO), pur ONen·ando In Pca la atr11or• =. c1tf'i~n~!n~ 1 !ut!1;; dnmmaUco. ln parUcola.re quello de e La natia di Jorlo >, come U pl0 vicino alla prima arte di Pea. Ptr parte n011.n non ere• diamo che cl stano complica. doni, seppur minime. nella !onna&lonc di Pea, dal punto di vi.sta culturnlc. Le compii• culonl Mrnnno nate nel oor. ~tr:!illa n~i v~lr;~~ca, dir:~ eetremnmcntc moul e con ~:mr:o~ o p~: n~z:~ ~!~ cnzlone al aaccrtrJo, l'lnae• Jnamento del parroco del For– te del Mnrml. Don Raffaello Onllenl, poi Il ridursi, un po· euualc On mancata acco– P"llenm nel convento pi.sano ~~'l~':naT~/uzfun~~ afl:' .ri! dell'avventura che culminò con l'c.perten n eatzlana. Pca, 1n Ecttlo, conobbe le JAcre acrtt.ture, tn primo lu010 la Blbbla e altri te.ti ebraici. I rilenUmenU .oclall provocati dalle tormentate vl«nde e un po' lcpll ad una IOrta di ata• v1ca lnaofferena , ali fece.ro cavare dal ~I.art testi am,. maesc.ramenU che IOIICCltaro– no la !ebbre della polemica. CoeJ nacquero I primi dra.mml del \Htro di Pea allorchà In ]talla Il Lcatro dJ poeala, rl• ,•aiutato dal D'Annun&lO, a,•e– va rtaJlto al verismo del dnmml borahtsl dcll'Ottoccn• to e 1tava ormai declinando nelle ricerche dcgll eplsonl, o Plrand ello dal CIIIHO suo CO· mlnclava nd agitare sulla sce– na problemi ben plfi vnlldl e ~tal~ eaE (1'ò~1) ~j~ 1 :: f<'nt~~ dramm i cltat.l, e poco prlmn di e Moscardino >, nnchc unn commcdln poltmlca conU'o Il mondo borshese : e Parole di scimmie e di poeU>. Pea, In 1011tan1n.deve aver sentito, atnr:a rendersene ben conto, la 1uaatatlone di que– sto ritorno dannun1lnno a tonti noatranc , quel tanto di yrlmJaenio e di mlsterloao che rl imprim eva l'clt-mento fol– klorilUco; lui che, quu l In• teca Gino Bianco ,li FE~lCE DEL IIECCAJIO colto. 11 era nutrito del teatro popolnre per dJretta esperlcn– tn. Ma li teatro dJ Pea fu al• tro da qucllo dannunziano: la preoccul)QZ!one morale, che ~ COii evidente 1D tutta quanta l'opera del l"erslllese, a prin– clpla.re dallo e Spa.,·cntac• chto >, sptt.lalmente 1n quclla narrau,-a. e dJ cul at avvcrte In aordlna la p~nza anche nelle !nsl pili Urtch~ è la pri– ma raatone di questo teatro. Plctro Pancrul. (( scrtttorl d'oggi>. Bart, 1942) oaerva appunto che dallo cSpa.,•cn• tacchlo > e da e Moscardino> in poi e l'arte dJ Pea ha ac. colto pcrsuastonl sempre pili umane, e n ,·olle oon una ca• dc~P~~a.,~g1?1 iJ:f7''cula q~cst e,·oluz.lone del lliUO spirito, è dato di collocare la na.sctta del teatro di Pea, quando I moUvl polemici, soUecltaU dal casi dello. stessa vita cstcma, 1I mostrn\'a no ancorn aspri e Ingombranti. Questo per dire che Il tea• tro dl Pea rappresenta un tempo nell'organico svolgi• mento dello scrittore e non una specie di parente.si come lo vide Piero Gobe:1.1 (e I' ~~~fce di a~~lco Il Pc~~U.~nd;ft; e Rosa di Slon >, Torino. 1923 e pol In e Opera critica >, p. n. Torino, 1927), u quale appunto scrtsse che e Dal Giuda a Parole dJ ~dmmle e rfJ Poeti at svolge un ept.sodlo di llplrulone e di poesia che al potrcbbe ...coruitderare com• pluto >. Soltanto che nel primi dnamml, abbiamo detto, l'esl- 1enta monl e si traduce In tZri:: c~:~:!C:· 1•~r:!:~~; delle proprie ldtt battagliere non è per nuna auorblta dal– lo 5\'0lgersl della Vicenda: Giuda, compeUtore del Cri.sto. cade per a, 1 er troppo osato. Quand'ecco, apparentemente all'hnprovvl&o, le contrarietà che ostacolarono lo scritto• re nella rapprescntntlone de.I e Giuda > e I faclll successi e =~~ef' 0 t~:m:h: l~I o::: colò come un manife sto di parte. Tutto ciò condusse Pca, come narra nella e confessio– ne > posta a gu!Jn di premes– sa ol suo volume: e La. Pn.ulo• ne di Cristo• L'anello del pa. rentc !olle> cm cdlz:, Bre• 6Cla, Morcelllana, 1950), a rl• tto\ 1 1ire la sua cosclenia . a racs:Jungere quella zona, an• che se tuttavia tormen tata, dl lntlmo ordine con l'accclerar• 1! di una e\·oluzlOne che non è tant o semplice come 5embra e che è però poulblle acgulre abba.,tnnr:a naevolmentc. Dopo la ribellione, l'umiltà con la ac«ttas.lone della regola cosl rliOroaa al punto da tendere dJ bel nuo,'O all'esLremo. Ma qualC061\ dtl alovane ribelle J)t'rmanc e an·occorrenu rtaf– ftora: qualche acatto, qualche aesto di cui Pea si compia« adornand01Cne come di un ,-euo. B' che li aesto piace a Pea: U cesto I!: l'espressione dltema e \'Orrcmtno dire tea• tnllle del rito e e U rito - come ha rilevato Sllvlo Ouar• nlcrt nel suo buon 18.811.0 5U Pea (Silvio Ouarnlcrt: e En• rico Pea >. Tlml.!Joara, IH3) - è scnllto Pda Pea. come ele– mento fondamentale della no– stra cail!tenu. >. e La Passione di Crlato >, nata dn un atto di contritlc nc, vuole eMtre Il bene che can– cclln Il male, In rlpnrnslone prorondnmcnte scnUta e ma• tcrlato nelle opere. Questa volta la dlsfattn di Oluda rnpprcACntn la gl11tn punltlo ne di chi 11eeul ostina– tamente la vin dell'errore, pur rimanendo da l)(lrte del tradi– tore Il fallo di esseni! IMClato lngannam da un dubbio di equivoca n11,tura nnalonnll.sUcn. M'a nel procedimento lnverao al precedente non 11 avverte l'effetto di un atto volontari• ,uco, ala pure mouvnto . Qui tutto apJ)lt,re plO: natumle, In un'aria di perauaM accett.a– slonc della icsae, tanto da ac• cendere frequentemente qucl llrlsmo di cui OobctU 1tcao, nel aaa:alo citato, aveva capito li valore e IA PaulOne > (\t'Umeaa per radio dalle atulonl della re.te roua la sera del nncrdl santo '1 aprile ICOrlO) ~ UM 1pecle di mistero In cinque giornate . FU rapprestntata la prima volta a Napoll, al Tea• tro Mercadnnte, nel 1923, La preparatlone mlnutA e pa.• dente sulle 50crc 1erltture . sul qunuro evnngcll acaultl fcdel– mcntc e mt11I a confronto (nel e Oluda > t"rnno 1tnte no– tate confusioni e ,tortur e). hanno fornito In materia del drnmmn conft'r cndo nlla 1cc– ntR8lnl11rn dcll'nriromcnto unn solcnnllt\ qunsl contlnun pur ncll'nmhlto delle esperienze del teatro J>OJ>Olnre, che aono vL,lbli!Mlme. La aorte degli ebrei, la schlnvltì1 aotto Roma. aono t.empre pre-M!ntl, ma alla .IO• lutlon e 1'11 prima, rivoluziona• rin negli atti , 11 aoetltulace quclJa caemplare e pe_raua.slvn del Crilto, la parola del quale domina aerena e mllu ra.ta gul tumulto della !olla lnformt . All'anUco contrasto fra due religioni, tema caro al primi drammi di Pea, sl oppone una umile accettazio ne della verità. Marta di Ma.gelala dirà tnfatU al CenRlrlone: e La nuova !csge non è diss1mUe dalla \e.echi& ... La verità non ha d!.le leggi >, Non In modo di· verso parlerà il Cristo al sa• ccrdote gludalco ne:IJ 'epbod.lo dell'adultera. n venerabile Be• da, nell'esegesi del aacrt testi, oa.servO che CrLsto fa dlJfenn• ia fra legge ve.ccbJa e tene nuova, ma l'apparente con• t.raddidone. è risolta da un altro autorevole padre della Chiesa, Agostino. laddo\"e af• renna che per la nuova ltgge è nppunto necessaria molta ,•trtO:. La parola evangellea ha per Pca un peso Incalcolabile: In trndltlone è per lo scrlttorc vcralllesc !orta arcana c pos. &ente, si traduc e In tede. Il testo del dramma ha tal\'olla I'nspetto di una parntrasl evangelica tutta volta a rl- 10lverc e sviluppare quel tnn• to di Ingenua poesia con cui Il 11acro libro adorna ln scn• tenta. Lo stes.so llnguaa:a:lo del dramma mostra vLslblle In ricerca del ritmo con frequenti a capo chc cl auggerl.scono In artlcolazklne del verset ti. E neppure le dlcascalle rtman– irono escluse da questa 1ug– aeat1one. Scrittore d'lnven&lone per eccclle.nza, Pea 11 è dunque lmpoeto 1n que.st .'opera una du.ra dlsctpllna. Se ne avnne taJ,-oJta U tormento. non U pe10, Anche le parentesi 11.rl · che hanno una loro organica atusUftcaz.1one pur sembrando a prima vista candide eva• aloni. Nella seconda giornata, Oe:· ili chiede al dlsccpoll: e Come riconoscete la prtmncra dalle Rltre stagioni? >. E conUnua pianamente: e Le pl011re si fanno Ucpldc e non scroscia• no pcrchè Il ,·ento tace, e la campairnn plll che percosaa dalla piova, è benedetta dalln rugiada ... E l'erba ,,crzlca. Le piante verdeggiano; Scopplnno le gemme In norc; Ecco I stgnl della nuova stagio ne •· Tornate alla primitiva poc. sia d1 Pea. toglietele ciò che aveva di allucinante, datele la gu!dn. di un nnUco testo sacro e la ritro verete qui non meno fr~ e cantante nella aua nu~ a, .'i':~ en:::1Jllc~ 1 ,·c::~e~ ~~:'f1 10 po';:,)o ~~ i:;;:gu 1 ra~ 1 'W1t! aponderà, mettiamo, Il Cristo alle domnndc lncal1antl deall nccu1mtor1: e Io son deuo1 >, Nulla dt p!O. o ncssunn stona . tura J11 nito o In bnSIO: un Jlngunq: lo medio, da e mng• glo> riveduto con curn, con quella nnturnlc dlsclpllna che è prerogativa di ogni buon t03Cnno. E anche gli nccorg-lmentl te• cnlcl, ala pure quelli susae• riti dal teatro moderno, non ,·anno mal al di là dell'esse:n• rJa!e. Pluttoato una eco della famoaa lauda di Jacopone al avverte nel colloquio dccli an • reu Illustrante Il Calvuto ntlla quarta Jlomata: prott~ ~1:i~:ito tee~ igpu~ ~ llchc. E quale~ f1.anc1a eco di Jacopone ritorna nelle aucces• ~h·e parole della Madonna .enza, pe.rà . l '1nclal\·a l>UIIO· ne del laudese umbro. Tutto è tenuto nel limiti del tcaltO popolare che ben •I presta a dare rille,·o al aa. ero IOf8etto. Il mln1co10 vi compare come qualcoea di ciuotldtano, 11 mctaflslco che prende corpo nella vita ftalca: tipico c&cmplo ali anaell che convcnumo con Marta di Magdaln nell'ultimo. irlornntn. In quanto al drnmma di Oluda 111rlsoh•c, In seoondo plano, con pochi Lrn.ttl nelln bclln. scena. della Fede, dello Spernnzn e della Carità, che conferisce Ili drommn stesso nlcunchè di dolente. di clc1r1a. co, qua.si un sentimento di plett\ verso colui che, travolto Mll'errore, hn peccato. Coste• chè li aucensl\'o, bre,·e ePLlo· dio dcll'lmplccnglonc. rappre• scntato Indirettamente, par qua.al superfluo. un Inutile aggetto. L'altro dramma, In tre atti, e L ·anello del J)lt,rente folle >, 1eritto. come annota l'Autore. dal .w:tttmbrc 1924 al prtm.1di mano 1925 e rapprcacntato la prima ,·olt.a a Par1a1 al prtn• clpto del Hl39 daall alunni drlle ecuole Italiane, ~ opera prcaaoch6 din,·ent!one . Pea combatte, In queato ta,-oro, la vana preaundone del dottori e la superbia del potenti per esaltar e I acmpllcl, 811 umtu, secondo 11 prl"CellO crl!Uano del dlscorao della Montaana: ma lo spirito polemico csp~•– so nel tcmn, rt'lll(IOIOe IOCIR• le lnslr.me , è rarnmente tco– rlttato, Nel primo atto Il gusto, Il eomplnclmcnto del gesto è più vlslbllc che nella e Pn111lone >; ti lnalc.mc unn. maiiglorc e glusuncnta effusione llrlcn. •1~'. ,~e~~~~ f~n ~~~·:1~ grgru: seppe, e la battuta nnnle con la mazr:a che florllce Im– provvisa. 14' rlcrrca del ritmo , anche qui evfdrntc, atUnae U vert0 nf'I &ecando atto. E cresce l'abbandono lirico: 11 lcaaano I-e parole dta ll e analoll della ereatlone > e al ,·cda la guc• Pagina 5 Rime come una volta * APRILE T'om11111::ir1 mur::o ma li 111c11a o/>ri'le, o primavera; april lavigalortr che iit aria e in terra i11m111clla11do amor, d'og11i cosa fa rima e fa mo111/e. Tempo 111110 miracoli, fiorile i11vc11tor dei ve11t'a1111i, trovatore dal 110111e in11omorato: Biaucofior, o bdtà {1,ggitivo e /tmmillile. Albe t1idi d'allodole. Ed il vc11to rie<i11to clre bla11dlsce ,o,. bcll'arle og,u gemma cl,e fo U/c, trii/ud. Torna, aprile, il tì,uurnte awc11imet1to; e io .,o da q11alidava11:ali parte la primavera per la mio cillà. ..MAGGIO .\loggia, le cose .1ta11110 ora 11d colmo della belle::::a.Sgorgauo le Yose di se stesse godendo, ùwcm c esplose cclcstiol mc11tc come esplode 1m salmo U11a pace distesa, 1111 ffoir calmo di matl i11iiiwe11tati, tra gioiose promesse. Jddio visita le cose ed il be11ed'esistere i picì sald s. Al tuo odore li11tim1a110 le fou ti e gli alberi, felici.; ardono i giili nel ve11to 1·llumi11ato cui lramo111i. Vibra lo spa:io come imme ,i.so J:iJ!a, grotuita beUe::a e/re traboc co uella for::a del giug"o che fa spig a. GIUGNO e Se il fico i11tenerisce il ramo, 'dite e/te l'esta te è vicino>, e giug110 arrivo . Deitsi colombi ombra,io la riva del Lambro, ebbri del fiore dello uitt. Se biaude bioudtt 011dcggia110 Kra11ite tal clic og11icampo oro circoscri vo, cresce il g1ulo del vivere , s'avvivo la fiducia allo silo PreseH::a mite. Gi11g110,mese virile, ciel perfetto .. dell'a11110,cl,e recessi. ombrosi ocçampJ tra J.'e11tusiasmo d'1i tuoi. lu11glli soli; plaÌ,do,io balena11do i primi lamJ,i e la 11itida ,i.uovo cicalctta limo il sile,i;io ai piedi dei quercioli. CESABE ANGELINI cesslv~ scena dcll'alba Il cui chllcc di una. notevole aerlf Intento lirico è chiaro fln nel• di Incisioni dJ Emilio Tolaln l, In dldn.scalln. Ln. maggior 11· che ben 11 adcUcono al t.eato bertà Inventiva consente una tah'Olla avUuppondone In tor• mnK3lor libertà dl Ungunnto , ti cadenae l'allw.lone dramma. rara mente prez.10$0 come al• Uca come nella nppreaenta • ~ 0 ::r~i1ar:o~io~ui{cb 1a·n!iJ :!~~~ della 1tra1e dclii Inno- - ambrati, orlati dJ poco Per completare , ala pure ~~ 1 ;- ~n1 ~u:1met~; ==r~:C~:~a~:.~:~ !lnc.stre del templo? •· a Utolo lnformaU\'O, la ooU• Mentre, per conveno, t dJ da di a.Itri due la,ul, tuttora :i:="ia se~: ltà au~c:!~~; !:.c::u, mtU et:° !ua'f: dell'entrata delle due dDDDe ebrn > e e Tre alberi>. Del mentre Maria sta te:saendo: RCODdo, che ~ de.I 1930, delt.e una scena ordinarla, colta per qualche ranua1Uo l'Olobardl oonsuetudlne ne.I paesi della nel uQio citato &V\'ert.tndone Vc.rallla. E ,•aghe. cadente po. la e naturale eticità:.: del polaresche rivela pure la nln- prlmo, che 6 un rifacimento na~nanna di Marta al prtnc l• della e Roaa di Slon >, parlò, pio del teno atto. ooal come. parlb di e Tr-e al- Il miracolo quoUdlano, dJ bcrt >, Sllvlo Ouarnlcrl atusU• cui si dlcc\ 1 a a propo.s.tto della flcandone la. continuità rlspct. ~:ia:~nc~: · u~ ~j~~~~n~~ à'.:-,u~~Jc~~cedente produilone lorlto : sempre ncll'atto te.no FELICE DEL BECCAR.O 11 veda la scena degli angeli BmLIOORA J"IA mlschlatl al bambini presso la DEL TEATRO DI Pl!:A ~frnl}nn~n:1~ Bd~:e'~o~I 1 ~.~~ rl~ cOfuda >, Naf)Oll, l 918. ~::~:"~ml;l~n ~if!o~~et': d~I e P,,'c!;~e 1 fJ~~go d'ottobre>, Na- Soldatl di Erode. e Rosa di Slon •• Napoli, l 920, Opera tc.ndenzlalmcnte Uri- e Parole di tcfmmle e di poe• ca n.asnl più della precedente, e J.! •• t,r~!;,~~•c "i· Crùlo •• dove Il dramma 6 più dlchla- 1 cdl: ,, Viareggio, l9 ZJ, ~~cdf~:ntris~':~e& N(~~ 1 g e L'anello rfd paronle /olle>, ~f::gcra~iJa 10 ~t~ ln~~,i e l, e:~i1n:":;r4;-a ! 93 /inedllo). della dnammallca popolare e e Tre alberi > (lnedtto). dal teat ro di poeala del perto• te t:, d:~~~:1 :r'Ji~~oi,!"'~C dOL~r~~z~:~lone li arriC• :i~:. Tololnf per U rcarro

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