Fiera Letteraria - Anno V - n. 16 - 16 aprile 1950

Domenica 16 Aprile 1950 LA FIERA LETTERARIA Pagina 7 JL A N\.. USJI.CA 1"..0S'Jl'RE RON\..A.NJE La Resurrezione diMahler * Bernstein ha riv1ssu,,. IL lavoro allo stesso modo in cui 1/ ve_ro attore s'assum e un per– sunagg10, dividendone i rischi e le peripezie LACURIOSA IDEA FISSA e leallucl ·nazioni diTchelitche 'W 'bi i ... tli EJJIILI ~ Zil.NET'l' A Guid,, Hontauti Guido !'tlonta utl : Lo ,posallzlo N ELLE torm e11Mte vice11de della pitturo co11tcm– pora11eo è roro trovaci i,i pres e11a di mani/e • stazio,u di l!repotente e11ergia espressiva: piiì fac ile, inv ece, .mb1re il richiamo di raffinatezze ce. rebrali e bieant111i.1nu pili o meno pre.:;iosi che, attra– verso la sfid1tcia nell'11omo, tendono verso i11elfabili accordi poetici sul pian o d'mi dec0rativismo astratto . Per q11esto, q11a11do mi furo110 mostrat e le grandi e coraggiose tele di Gu ido Mo11ta11ti, 11011 11uovo al p11b– blico degli amatori e dei critici, (se 11011 altro per la mostra te1111.ta Mil ano allo CaJa d'Artisti., nel 1946) p1,r r1co11oscendov i ancora un confuso agitorJi di. pro– ble,m, mi sentii co11quistato da quello qualità che pilÌ d'ogni altra dovrebbe presied ere alla crea::ione arti– stica, e cioè la e necessità> di tale esp ressione, l'ur• f :;~:ad: :~n!~:~'[!o~;i~~ 11 ~~'{,gt,:~::i~!~io che si ma11i- Clte poi, 11011osta11te le olferma ::ioni dello ste.1so pittore (clic rifi11ta e disprezza qualsi asi baf{a~lio c11l– lllral e) vis , dO'llessero notare atte~gia111e11h propri di alc11111 maestri della pitt11ra moder na, 11011 va asseg11alo a demerito dell'artista, che per me è artista autenti co, ma all'impossibil ità di. 11111ove rsi nei problemi dell'ar te c'o11tempora11ease,i:io avvedersi di quelle posi::io11i va– lide clte, i11 tanta incertezza, costitui scono le solide basi d'ima diall'ttica della forma . Mu ciò che distinK 1t subito la pittura di M 011tm1ti da quella pili ric ercata e tutta via meno solida , e/re siamo abi tuat i a vedere, è proprio la decisioni' con Clii sono affro ntate e rnp e– r~te ale1111edelle puì. tipiche posi::1oni dell'espres– swm.11110. Il 11umdo pittorico d1 ques to artista sù,~ofore è, 111fat t1, .1po11ta11eame11te ambienta to ili ima visione fa11- ta.1tica alla 911ule,7'erò, presie de umpre ima for te espe– rienza realist ica: e , suoi contadilli legn osi, le s11e teca Gino Bianco do1111e di campag11adai volti bruciat i e dai grandi oc– chi assorh, gli ,aasco110da 11110 profonda esper ·iimza ,m,a,w , elle poi si trasferis ce iii 1111 acceso tormen to fantastico. Egli stesso proclamo: e Ho fldllcia nello mia fan– tasia> prcm elle11do poclie fra si al catalogo dello sua mostr a a/tua/e alla Gallerto Sa11dri a Venezia, dove espo11_e 1:1e11iq11attro tel6, q11a.1i tutt e di grandi di– me11s1011. I nomi che ve11go110 ili me,tte per la sua pittura so110q1,clli di lames E11sore Chagall: q11est'11ltimo per il modo surreale delt'immaçinaz1011e, evidente 1m po' dov1mq1w, ma chiarissimo Ili quadri come: e Naufra. gio con due fone >, e Sciato re clte v ola>. Ma quando siamo s11l punto di pronunciare questi nonu , altri se ne affollano alfa mente , come quello, gr011diss11110, di GO)'lJ, e allora siamo cost retti a rico- 11oscere che 110,i n traila di richiami diretti; ma di riso11m1.u che sono, per cosi dire, e nell'aria> e si affaccia ,u, ogn i volta cl,e 1111 artista, insoddisf atto di 11110 visio11e p11rame11te 11ati1ralistica del mo 11do, dtl li– bero sfog o a quello che Goya stesso chiamava e S11e11o de la rasim > cioè libcrat io11edella logica e ra:1io11ale > ~:1;:o.VÉft~~;rf~u e~~; ;i;fi:a ~!t: 11~::ic:ua C:~,~~:e s:it dità, mra cl11ara e compatta corpoJittl di materia, m1 gus to compositivo ser rato e qua.si sempre infall ibile elle isolano M 011ta1di 11ella rna pittura cosi pie11adi dati perso11ali e tesa verso co11q11iste plas tiche di si11- golare valo.,.c, Quest'arte reca a11cora in sè il rude primiti vismo d'111forte temperamento; ma 1 elle sue ma11ifesta.sio11i migliori mostra già di ptasmarJi enlro squadra ture gra11d1oscdavvero assai rare ai nostri gion,i. VALEIU O ì\lARIANI LETTERA sull'Ungheria Dt talf generiche, ouanto 11r4- tufte aflern1aztont, non è nep– pure il caao dl occuparci. Ma a.s,at più gravi &ono le altr e dlchtaraz lonl di mediocri lette– ratt :,otrletlct (anche quelle di Illa Ehrenburg) che con aomma Ignoranza, parlano e S1 atteg – giano a gludlct della no.stra ct– vlltd. Non di rado al/ermano che la letterat ura sovlettca de– ve e.,.se,e conriderataed accet– tata quale Mae.,tra del mondo di oggi. E' divenuta una moda , ripetere tre volte e quattro que– ste sempllCUtlche aJTermcuionl, senza ave letto, molto 1peuo, neppure una riga delle opere tanto lodate e ,enza avere ne1- 1una cono ,cen.ia della .strada percor1a dai ru.ut nel campo culturale. E,amfntamo, dunque, breve– mente, che CO!a è quuto orgo– glio dell'o,curanU.,mo orientale che, per tramite della propa– ganda poltt ica, con temerarte aQerma.::tont, nega la 1uperlort– tà delle arU e della cultura oc– cidentale. La Riuda moderna nacque con Pietro H Grande, circa due ,ecoU or ,ono, quando ri in!.riò U nuovo periodo della ,torta rus,a, che doveva andare dalla fondazione di Pietroburgo a Lenin. Co,a fu la Ruula moderna? Eckhart e, p:fll tordi, Jacob Bohtme ad taplrarfi a Machla– wlli: la romanlutmone della Germania st attuò, dopo Il vlt– torlo.10a/fermarsi della Contro• riforma In Europa, In un lfbero e naturale processo df svUuppo aufmffatore . Quale t stato, invece il rlJu.l– tato della violenta opera di Pie– tro U Grande? La divulgazione di stampe df terz'ordfne ed uno spacentoso dilagare di orrtbiU oleografie olandesi, le .sole eh.e lo Zar Joue capace dt apprez • .zare e capire. Unico /rutto che, dalla cfvlltd occidentale, la Rus• sia .1eppe trovare, Ju la dlf/ u• sfone df manuali, Jfa pure fr& una ristretta cerchia df tnlnat i, net quali, i cortigiani e la cla,ue ::;;:r:n:rc~nft r::n:oe,fi ~Il~ tarsi lii un banchetto, cor& le oua che re.stano nei piatti, o sulla maniera di a/Jacciarri ad una finestra fn pruenza di sf• gnore distin te. Lo Zar fn per-,. na Il occupava di tagUare le barbe al suol cortigiani ed ordf• nava che tutti t suol .tuddftt, eccezion /atta per t 1acerdotf ed , contadini, dove.nero ractersi e vestire alla foggia occidentale. Il tentativo ardito e infleme anttatortco, compiuto da Pietro u Grancte, di introdurre lo 1pi– rito occidentale In Russia; il tentativo di costringere l'Orien– te nello 1chema ctellaciviltà oc– cidentale, con la violenza e la Jermuza di un:tn.starteabfle e 1pfetata. attfWt4. {S&COn4ogli ,torici ,i-im dello ,corso secolo, l'opera di Pietro il Grande fu, per H popolo russo, una cata- ,t7!e ~e;i:,.d:rec:O~~~~anone I :;Er:o: 1 c~ r~~u:s:::e~t!~i a penetrare, venne dall'Italia, nel XVI secolo e, nel XVII, dalla Francia. La Germania, al– le 1oglle dell'epoca moderna, oppone11dosl a questa seconda romanfu:a:lone, ha sferrato una contro/fenstva nordica: tale con– tro/fenstva è la Riforma. Avvenne tuttat:fa che dopo la morte df Dilrer e di Lutero, la letteratura e l'arte tedesca Juro– no colpite da grave paraltaf. La cri.si spirituale ebbe u.n!lncalco– lablle portata; la cultura ger– manica rischiò dl naufragare e di perderri irreparabilmente nell'implacabile lotta del due mondi, lotta che si risolse solo nel periodo che Ju quello di Goethe. All'aQennarri dello splrtto oc– cidentale, rappresentato dalla seconda romanlua.ttone del– l'Europa, cioé Il Rinascimento, rispose In Ruula una crtsf. an– che maggiore, una cr1,1 che non si ri1olse, come In Germania, dove i motftn e le Influenze sto– riche ebbero modo dl penetra – re e di , vtlupparsi in una, sfa pur relativa, llbertd. Neuu no lmpo,e a Dtlrer dt seguire i maestri Italiani, nu - 1uno fmpo.1e ad Opftz di scri– vere versi alla maniera france– ,e. In Ruuta, Invece, Pietro U Grande voleva Introdurre la cl– viltd occidentale col /erro e col Juoco, oon decrett e col Ju.rorc di un neo/ita. In Gennanfa, non è stato un decreto Imperlale ad Imporre a GrUnewald d'lspirar– st a Tiziano, nt /u. un decreto imperlale che condiuse Metster Guido Monta uU: Crocefissio ne BéJa Horvàth Gen, i.solati, come Pusckfn e Tolstol non hanno potuto cam• blare le condi.zlonldel Paese, cosi come non lo ha potuto la pic– cola éllte /ormatasf sotto Elf.sa– betta e Caterina; e non lo han– no Potuto perché la durata dt una cultura dipenCUprincfpal* men~. dalla posslblUtà che il patrimonio $plrituale venga ere– ditato, varimenU, dalla classe dirigente e e.talpopolo. Questo era escu.10che poteue avvenire In Rusila. Ba,tava ricordare, a tal propo,ito, che ancor non sono vent'anni, fu scoperto un grande villaggio in Siberia, nelle Joreste del Nord, nel quale glt abltantt vivevano· nella stessa /orma, con glf steuf cwtu.mi e tradizioni che gl4 Jurono dei loro antenati al tempo di Pietro il Grande. La rivoluzione del violento neo– Jito, che diede al pae,e un'i llte di pochi Jalll; ma la seconda rivoluzione, la rivoluzione bol– scevica, ha soppresso anche que– .tta piccola tUte, che aveva im– prontato la su.a letteratura, da una parte al romantlcfSmo te• desco e da"altra, all'lmpresslo• nl.rnw Jrance.fe e poi al reall.rnw. La cultura ruua non copobbe quell'unitd europea soprana:lo– nale che Ju det primi secolt cr1- 1tiant; non visse ti mondo dt S. Ambrogio e df S. Agostino, non l'ordine della socfct4 me– dioevale, né le disserta:ionf e 11eppurela comple.uitd barocca, E quando Il volle portare a col– pi dt /rima Il russo, nella co– munit4 del popoli europei, quan• do ,1 tagliarono barbe con Jor– blcf tmperfalf non si rluscl a nulla. Venne poi il bolscevismo a 10//ocare ogni aspirazione occi– dentale, dichiarando borghese, la splrttua/itd del mondo occi– dentale moderno, che é /rutto di una cultura due volte mille– naria. Nel campo della lettera– tura, Il 1ulclda Maiakovski {di– scepolo di Marlnettt), Il su.fckfa E11enln, ti fucilato Gomflov, w l– lero, col resti del Juturl.smo e del ,urreall.smo, tnstau.ro: 'e tl nuovo spirito ,otnetlco. Con che ttlrltto, dunque, que– sta letteratura mancata, questi 1crlttorl l11completl,questJ poe – tastri propagandistici, possono dichiarare :retvaggt {come ha /atto Illa Ehrenburg) gli eredi spirttuaU di Dante e di Slla– ke1peare, di Rimbaud e df Ver• lalne, di Racine e di M0116re, di Leopardi e di Pet0/11 Troppo nuova arrivata, questa letteratura, per arrogarsi U di– ritto di dar constg/1; ti popolo rui.10 non ha ancora neppur inlzlato Il viaggio verso t paesi ancora per lu11gf1i .1ecoll, come noi Il livello spirituale del po– poll europei. E questi secoli non li pouono abbreviare, né il mol– to vlOlento Pietro Il Grande , nè tl molto e Ignorante> llia Ehrenburg. Bt LA HORVATH

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