Fiera Letteraria - Anno V - n. 14 - 2 aprile 1950

Pagina 3 ____ _ RIT RATTO Ul LEL . li collo 1111 filo m11111scolu di rosario. 11ell'ampio ma11icollu ascondo le 111111• gl.1 occlti g11ard(ln<1r.mga fl e piiì. 11011 pia11go110 ormai E. parr pi,ì pallid o il volto per lo scia che tende ol lilla , fi,1 quasi alle sopracciglia disce11d, la ,ma fra11gl'ltc1 lisciata E a volo 11011 som,glìa questa a11datura te11ta, q11as11t110:rati era sotto i piedi ci foss, e 11011 i tasselli quadrali del Pavimc11to. E lo bocca pallida ~ appena disserrata. ineguale l'affa1111oso respiro, e s11lpetto mi trema110 i fiori dell'appu11lamc11to elle 11011c'j star, , 191:\ S O GN O Sapevo clte t'a'Vrc1 sognato, perciò 11011 potevo addorme11tan111 Un fanale velato i11a::311rrava mostra11domi il commi110. T11vedevi tl parco della regina, l'i11d11strioso Pola:.:::obia11co e 1 ca11ce/li,urr, arabescati ai so11a111i accessi di pietra. Tu camminavi iç11ora11do il. cammi1u., e pc11.10vi: e Piu presto, più presto Oli, solo potessi trovarla, 11011 svegliarmi prima d'foco,itrarlal • E il custode delle belle porte ti iridò dietro: e Dove!> Cricchiava e si fra111evo il ghiaccio sollo il piede am1er1va l'acqua e E: tl lago - pensavi - sul la!{_ov'è 1m'isoletta... > E all'1111provvisodallo tc11ebra occliicggiQ ima fiamma a::::11rrit1a. Risveglra11doh alla cruda foce del g1or110scarno, cacciasti 1m xemilt • e per fo prima volta forte chiamasti per 11ome ~iarzo 1915 • E' l'anniversario di Smole11sk q11esto. L'i11ce11so111rchi110s11U'erba si dipa11a e il ca11tof1mebre si scioglie l1m1illoso ora, 11011 mesto. E al camposamo !- rubesle vedovelle me11a110 i /a11ci11tli e le raça::::e percllè veda11a i tumuli dea padri; e il cimitero - boschetto d'11sig,wol1 - dal sole clre sfavilla è tramorti to. Abbiam portato alla Vergine Santissinta, ulla Protettrice di Smolensk abbiam portato, rnlle braccia it1 "" feretro d'argen to il nosl1'0 sole, spe11to fra i torme,1ti, Alessandro - puro cig110. t Q2 t • Porto,u spala11cati, spogli tigli come acca1'011i, è fosco la riarsa i11dorah,ra d,dla f'(1relcpiegata, rimasta i11taHo. Da ronll>1 so11/>1e111 gli altart e le cripte, al di ld del Dnjepr spada il s110110 vasto. Cosi la grave campana di Ma::eppa riml>ombarnlln fnazza di S Sofia. l11f11~iu se!"f're pf,ì umm~ciosa! _rnflcssibile quasi eretaci ve111sser qm pumh, mentre ttei boschi d'oltre fiume, pacificata, i vellos, volpaccliiott i allieta. 1Q2 I • C:lastrfosi le ma,u sotto la scura veletta ... • Percl,e cosi pallida, oggi! > - Cliè d'amara afflizio,re l'ovn10 sa::iato fi110ad illebbriarlo. Come scordaref Usci barco/la11te, co,1 11110 smorfia dt spasimo sul labbro, io Cflrs,, r,011tocca11dola balaustra, gli corsi dietro fi110al portone. Af/am,a ta gridai: • E' stato 11110 scl1er.110 tt1tto l'accaduto. Morrò se te 11e vai>, Sorris e tra11q11illo, sco1icerta11te, e mi disse: ~ Non restare al vc11to >. IL CANTO DELL 'ULTI MO IN.CONTR < Così ugghiacciava se11.11u scampo it petto. ma i passi. miei era110 lievi. Nello mano destra infilai ' il g,ca11todella sùiislra Parcva110molti gli scalini, ma sapevo ch'era110 tre soli. Tra il s11..ss11rrare degli aceri d'autmmo implorò: e Muori co11"'e/ Sono mgan11ato - senti - da 11t1a sorte malvagia, 11111tevole e scorata >. Risposi: e Coro, caro mio, p11r io. Morrò con te... > E' q"esto it canto dell'11lti1110 incontro. Mi volsi a g11ardore lo casa b11ia. Solo 11ellasta11zoda letto ardcva110ceri d'una fiamma indiff ere11teme11tegiallo. NOTT E BIANCA Ah, non avevo chiuso lo porta, la ca11delanon avevo acceso, non sai come, stanca, non "" decidessi ancora a coricarmi. ~,,!IJi°~jtf~:l ?:e;,~/to"r~:,i~ramo11to 111ebbr1a11dom1 d'un s11011o di voce simigliante alla tuo I.! cousidcravo clt! llltto era perduto, clic la v ita è 101 111fer110maledetto! Oli, ero conv inta c/z, sa,:.esti tor11oto • A M. Lozinskij \', prot,mt:o se11::a fiue il gior110d'ambra, pesante! to me è impossibile J.., mesti:ia, come va11a l'attesa'! I: d, 1111ovo 11clln riserv(J.co11voce d'arxe11to 1 ,,rio ,t c,•rvn dell'aurora boreale l:d w cri'devu che c'è m!Vt' fresca , 1·,,~::11rro fo11tcper citi è misero ed infermu · .J, Jiitlt 1111111scole la corsa iucerta , "" xli a11ticlti squilli di remoti campanili. 1() 1.l LA FIERA LETTERAR I A UNA PO JE1rJE§§A 10) 9 AM OR E A. AHMATOVA è ~v~i~t~~· :!.\~~'!~~~~ l,o"s11irito dei 110 111111l a,,del. 11oeta Kuzmiu tl'0\ 1 ava ~i~1 ·;:,';1° tra gli otto e 1 der ne di corngglci,sposatn ad un E questa !u l'lmmagliie ~lm~.;~~"':i~t ~~m"~\~!~~: n lla. lll'Ìllla Ahmatovala lliÌI riuscitatraduzione ~~~:.es:·.~~~,;.~~ .~~.,,~~ giunto Jn Russia plù dalla rat t.ere - d'altro canto - f:P;ra':i~\::'~~i:,t~r~ 0 S f:Jo artistica, un'a1111lita zio11e nè simbolistica nè l'Olllilll- ~',;'. 0 ~~:p11!~p;· • :::zbfl~.d~~; clrca e il 1910 ave·umo condi- r I I ' • I I' k. ama e vuol essere amata, ch'è ~ 1 i~~~ ~/;:b\\~lc: :~~ . i :-i; ma, C te la SìlllOl'e r ilSSICO e ricona 118 lii ~~r;.~::.~ ,:. ::: ~ ~:~'te\~ r;e~l:t:rear:~:ra~e ~~ttte~::~ • ~~:t~~ Efr!~1f: 0 ~:e~~~~ e nelle arti figurative russe, una donna di mondo che ac- che pareva asso.i difficile PD· J!l•tl •• •• IM ,a a.! ,.B , •1, ,. cusa gusti sempllci, c!a popo- tesse continuare più a lungo • .,., .. l e • I• .,.., ~ LI i: .La lana; un temperamento rell• o rinnovarsi, tanto i dati del gloso, finanche superstizioso. sentimento e dell'Ispirazio ne e !orme neoclassiche meno stessa opera di cesello, la stes- mosse cont10 un agguerrito Circostanze tutte - specie le eran o soprafCattl dalla cuUu- distanti dalla realtà, rispetto sa chiarezza tmbatore di coscienze con- ultime - in cul mette una ra e dalle convenzioni di della regola, misura e costu- La novità grande della tro un sistema tcn~ce dl insistenza assidua, ch'è come scuola. matezza. L'nrte raffinata del• Ahmntova sta però, oltre che pensiero. li veu.o - ugualmente !em- Nel dominio della poesia, gll l'Ahmatovn si Inserisce in nella strnordlnarln llndurn e In alto e Ja ornvura 1n minlle - della menzogna : artisti appa rivano vittime di quest 'orbita, ove muove i prl- nel modi, nel coraggio del consumata maestria. Q~este una grazia In più certamente. strutture , perduti In foreste ml passi e trova conforto. documenti. Ché qui si cele- scarne poesie d'amo:-c, pinne Lo e spirito del nonnulla> di simboli, chiusi ln abitudl - Scoperta da Ivanov, venne brano emozioni quotidiane, nella lingua e nel disegno, di del poeta Kuzmin trovava nl intellettive. La mistica e Incoraggiata da N. GumiUov sentimenti consueti, accadi- un moto del sentimento o di nella prima Ahmatova la più la teurg ia avevano Invaso I ma Jl primo volume dell'art! - menti in genere poco eroici un groviglio d'Impressioni so- riuscita traduzione artistica, legittimi con!inl della llrlca , sta p0rtn una prefazione di che ogni donna subisce e pro- gltono fissare più spesso un un'appllcazlone nè simbolisti– avulsa ormai da ogni appiglio Kuzmln, che.!u un ardito Jn va ma poche osano tradurre solo moment o, divagante in ca nè romantica, che ha sa– vero e reale . La cultura da letteratura e cantò con !ran - in letternturn, tanto appaiono apparenza e secondario: ma pore cla&lco e ricorda Puskin. un lato e mistiche eSlgcnze chezzn e atteggiamenti greci generici a prima vista e suetl. In una luce tale che tutta Il diario senti mentale , il dall'altro, complicati processi un suo vizio umano. E non già che la cura del- una situazione psicologica, carnet d'amore dl dolori e dl di angellzz.azlone e dtvlntzzn- A Kuzmln la prima Ahmn- l'artista sia di sofisticare ma~ anche la più Intricata e com- speranze, non muta carattere zione, offuscavano I limiti tova è legata dal medesimo gnlloquentemente o In qual- plessa, viene fuori chiara e con lo scoppio della prima classici degli Interessi poetici. gusto del detta glio v~slvoben che modo di mitlz1..arc.por- netta mente illuminata nei guerra mondiale . SOlo l'as- Dal Jerofantlco Solovjòv, sunto st amplia e Cl'esce in che rimane alla base degli egual misura, registrando la aggruppa menti poetici di condizione umana di tutti. questo periodo - In una linea Pure I metri si .11largano e Ideale e provvisoria che com• si ampll!icano, seppur di poco. prende ancora 1nomi del mes- Poi la rJvoluzlone. Ono stl- slan lco D. Merezhkovskij e di le da condanna , un tono alto Balmont, di BclyJ e di Blok • e tra gico, nuovo a queste fra - - 1 concetti di 11atura, amo- glll attrezzature: un pro!e- re e morte, affermati dalla tlzzare continuo su sfondi di trad izione nella lirica, aveva- chJese, di superstizioni e di no mutato I loro consueti rovine. Un trascorrere di rappor ti, ernn dlvenutl astrat- morti, di gru rota nti e di U e nebulosi, si esaurivan o ln corvi, un muovere di sclan- modl ripetit ori accademici e catl, un brillare di fuclli. Un alessandrini. insistere della memorJa. E E già lo stesso Blok aveva amore, amore, questo gtuoco tentato a più riprese di rl- vago che dura sempre. condurre la poesia a condi- E' scomparsa però la cifra, zlonl di mlgllore verità, dopo l'aforlsmo finale oppure lnl- l'lnsuccesso della «piccola rl- zlale, la considerazione gene- voluzione > del 1905 e dopo rJca che aprJva. o chiudeva sopratt utto il suo dista cco dal 1'1llumJnazlone del caratteri - gruppo della e torre :s. di Vja- .,: : . stico dettaglio -luce: Il detta.- ceslav Ivanov, che tu. al cen• ·., •~ gllo che nell'aneddotica su- tro delle magnlflcenze slm• -~~~~ ..... bllme dell'Ahmato,•a sembra ::ai: ir~itr ~ ~ :f1~~~e ~~ ~ •;~. · J~ ~a ~!:fi: ~ ~J~~~l ~;ii~~~ crostazlonl di quella. rara poe- , - mito, che faceva capolino nel- tlca tentat a. dl !rJ.pporre - /:.·~· la presenza. dl personaggi er- in un celebre artico lo apparso i.",:.,".:.~.: raticl e zingareschi, in figur e su Apollon nel 1910 e tntlto- marine, in quadretti della Iato e Della belllsslma chla • ~ maternità angosclatn, 1n at- rezza, - proprietà di meto• , ~~:::I~~ teggJamentl d'una religione ~ozz: :i 1 11~°uC::!~~eé :: 1 :!i \ fuc:ie~~:ie :1::~!rrt~r: : en~ tecnlcl. E tra gli e akmel - l.:3Iilllla'!r- che servivano a meraviglia a sti > 11poeta Gorodeckij af- riempire l& pagina, a. darle fermava che e l'arte è soltdl- saJ)Ore.Il poemetto e Propri o tà >, mentre N. Oumilj ov - sul mare> aduna queste va- n vero capo della scuola rle movenze e le !onde con e akmelsta > - in un'lmpo r- qualcosa che ha lucl e can- tante saggio, pubblicato nn- glnnze, particolari alle !labe corn da Apollon tre anni pusklnJane. dopo, sottoponev& a severa e Anno Domlni XXI >, n 11- crJtlca Il moviment o stmbo- bro della rivoluzione e della Usta affer mando che, in Rus- guerra civile, tnJzla una am- sla, aveva !atto lega e con la ~ pia parentesi nell'attJvltà poe- mlstlca, la teo!lslca e l'oc- tica. dell'Ahmatova. La rJpre- cultlsmo >. I difetti d'ast ra- sa dell'artista, con 1l volu- z.lone del glorioso movimento metto apparso dopo vari annJ erano dunque avvertiti, e al dt silenzio nel 1940 e con le gusto germanico le scuole del poesie pubblicate su zvezdà e e chlarlsmo > e dell'c akmel- tO,A.-,.Utt:.o.C Lenfngrad, trova la singolare smo > opponevan o un gusto 1111. scrittrice rivolta alle memo- medlterraneo, al culto di No- , rJe e dolente, chiusa Jn un suo valls e di Nietzsche il culto monologo. ~~s!~~~~ : ~~b~:~sÙe~~ i~i. isolato nella pagina, dal mc- tando gli assuttti dell'Inveo- suoi precedenti . Una. sugge- 0 :~ 1 r: ~:ioJ\~~~~/~:Of:: Invece della Scand inavia e deslmo affetto per le: piccole zlone a. toni maestosi, bensl stlone dell'animo, o una rea - kent e nuo~e storie di morti delle nevi diafa ne, 1 nuovi gioie della vita, dallo stesso opposta e affatto scevra di zlone, verrà cosl presentata che 'ar!ollano 11 ricordo Viva poeti cantarono l'Egitto e il Inclinare snobistico verso la imbrogli letterari e parola! o alla luce d'un dettaglio, unico è rimasta. la parti colar.e ne– sole, la Francia e la Grecia, mondanità e la conversazlo- di stucchevoli espansioni. e diverso In aggiunta per ogni cessità profetica derivata r!nnovando ancora Il vecchio ne, dalla stessa Intenzione ga- Le poesie dell'Ahmatova singola poesia; un se;itlmento torse dagU stessi' slmbollstl mito d'Italia. tante . Peccatore 11pi·imo, ma sono c vogliono essel'e blo- è ben dl!flclle sia precisato Affiorano motivi dell'ln!an ~ La rosa - tu osservato e !uor di regola e ambiguo~pec- grafiche, in sostan za, Più che col nome vero, bensl sarà de- zia E su tutto molto pudore deplorato da Guml!jòv - cntrice la seconda, ma nella soggettlv~ in senso vago: un nunclato o annunci ato da.'un un~ certa indl!!erenza d~ aveva perd uto la san essenza regola naturale. diario d amore, precisato - gesto, da.un moto dello sguar ~ saggio una . riserva intima ftslca preclsa, per diventare Però, a dl!terenza di -!'uz- e sempre - nelle località, do, da. elementi del paesaggio non Composta. Rispetto af– un concetto. Blsognnva. in ul- mln che non dispregiò l ora- nel tempo e nelle persone. Da e di altro genere. Tut ti, però, !ettuoso per l'amicizia. in una tlma istanza, che la rosa tor- torta e Jl canto spiegato, la qui l'importan m somma delle in una. luce allarman te, esat - poesJa dedicata. alla memoria ~~S: ;e~c~5:er,e 5 ~~l~n J:n: ~~!t~v~or:~r~ei~Jch ~ ~~~ ?uao~ hi ~e~T sf~:i1~~: 10 ;~; u~e~ ti e fisici. senza trapassi _nel- di Innokentlj Annenskij e In, bellezza mistica o perchè vJ. a lingua adatta ed essen- più completa lntclllgenzn di 1 aSt rnzlone O nel vago, ln una seconda, più lunga, per avesse slmlgllanze cnn l'amo- zlnle. E furono componimenti questi testi. una lingua PoCO O nulla esor- il Poeta Boris Pasternak, un re mistico >. che ricordano nella. filigrana un programma mlnlmo ha nativa, autentlça in tutti I altro e apolltlco > della lette - Pur riconoscendo gli ap- e 1n certo chlal'o colorito aro- dato allo.Russia una delle sue componenti, essenzialmente ratura russa contemporanea . porti _ grandissimi indub- ristlco, un gusto di poesia voci poetiche più Importanti qualifica tiva e priva di ora- E parecchie volte, molte blamente _ del simbolismo, vivo nell'Estremo Oriente: Ja e megllo centrate, la più ama- torla. Veri e propri grumi di volte «_vsjò rovnò >: e !a 1~ l nuovi gruppi nel primi lu- particolare e accurntn. fattu• bile e vera di certo. La grave racconto - raccolti In nucleo: stesso>, oppure e nJè nàdo >, stri del secolo tentavano In ra di quel modi d'arte, la macchina del Comitato Cen- con Intelaiature complete e e: non è necessario>. varJ modi di Introdurre Ideali breve !orma del disegno. la t-rale, nell'agosto 1946. non vaste, In poesie che stanno D. o. DI SABBA. Q,;i tutto j lo stesso, lo stesso di prima, 1;:i c::; 1 ,as,~n:asf::: a s;,f;~cr~:1a110, occorre al mallillo le imposte serrare. Silente casa mia, deserta e 11011cordial, che guarda sul bosco dall'1111ica fi11estri1 Uno da u11 cappio {11 i,1 essa liberato e in seguito, morto, biasimato. Forse segretamente lieto o afflitto, solo la morte è uu grande accadimento. S11lvelluto cremisi delle poltro11e lise passa di rado l'ombra s11a. E l'orologio a cuculo è lieto della notte, sempre piri distinto il s110esatto discorrer, G11ardo da rma fessura: ladri di cavalli sotto 1m poggio acce11do110 1m falò. E, presaga di vicino maltempo, bassa bassa si stende la fumata . No11ho paura. Porto per buo11asorte 1m laccetto di seta gr1gio-a::z11rra. Maggio H)tz • I.a vera te11crez::a 11011 puoi co11fo11dert in 11ess1111 modo: è calmu. I11va110 ravvolgi prem11rosame11le le spalle e il mio petto 11ellaprlliccio E i11va110 parole m11ili dici- s11l primo amore. Come co11oscoquesti insistenti, insa::iali tuoi sguardi! Dicembre 1916 Ho appreso a vive re semplice mente, saggiament#, a guardar" il cielo, a frega re lddio, e a m1tovcrm1 a lllngo 11111a11::i sera per fi(J.ccarel'inu tile inq11iet1tdù1e. Q11a11do storm1sco110li' lappe 11el b11r· o11e e il grappolo del sorbo declina rosso-giallo, fcslosi versi compougo sulla vita c<>rruflibile~ corruttibile e mag11ifica. Rientro. Mi la,,1,,isce il palmo della ma110 il g:itlt1 ·vcttoso che fa.J.c f11sa pùi te11eramc11te. e corn ,.~,o s'a.:ceiidc sulla torretta il f11CC(I drl/a segheria giii al lago. S<ilo di rado /orn, il sile11::io il grido d'11:1acicog110, volata s11t tetto. - E s,· alle porta mia tu busserai, ho i'i111prr.Hio1;c elle 11cpp11r se11lirò. 1()1:2 • 'Ah, daccapo ti:/ Nc11come sc/zillvo 11111amorato, ma come 1101110 n,dr, sfronta to, i11/lessibile in questa caso sei ,•11tratoe mi ~uardi. Terribile silc11:;io,per ranimo 11110, avanti la tempesta. Tu mi chiedi cos'ho fotto tli to, a mc affidato J,cr sempre dall'amore e dalla sorte, lo l'ho tradita. E ripclr.r lutto questo... Oh, se t11potrssi 11m1 t•oltcrstancart i! Cosl /iM'la il morto, l11rbt111do il so11110 all'ossassi110, co.tt I' A11grfo la '_'I0rleattende sul giaciglio fatale. Pr,·,lona,111ora: 111scgnòa perdonare il SiKnore. Ncl mio dalrule malc.uen• è la11guidala carne, ma lo spirito libero già posa sc11:1ascosse. Ricordo Jofo 1111 ginrdiuc, d'a11tmmo,tenero, trasparculc, e gridi di gr11r cumpi foschi ... Oli, com'rra deli=iosa 1,•011 tr la terrai Sicpr.C \'O, estate 1916 oteca Gino Bianco Domenica 2 Aprile 1950 RISPOSTA Al ,:onte V. A. Komarsk iI Quali slra11e p_arofr m'ha portalo 1l giorno calmo d'aprile. I.o soprvi, a11corviva era in mc la terribile scttima11a di Possio11e. Io 11011 udivo i suom clu1 ,1111ove· ano 11ell'a:s::11rro puro. Scttr gior111s11011ù il riso dei bro,1::i, che talora i11 pia11toscorreva ar1:e11ti110. Ma, copre11do111 il volto, come im1011:si a 11110 upara::io11eeter11a giacevo a letto asprttar1do queUa cosa ,1011 a11coracl11amatatormento. Zar,skojc Sciò, prim.&\'Cra 1914 • Damm, atrni omari d'infermità, di s°J/oca::ione, febbre e inso,rnia, tt/'d~t~/; :;;: t: 1 /ef';: ,1~/'a mato Così invoco 11elleforme della Tua liturxia, dopo ta,1ti giorm di la11g11ore, ~::;~!:: .. ;!1::":~~v~:: ,5ro::g;·;u;,!i'::~~ fosca IQ15 • Non riusciamo a separarci, - co11ti11uiamo a va~are spalla a sPalln Già comincia ad 111br1111ire, tt, se, pe11sosoed io taccio Entriamo in chiesa, vediamo 1111 f ,rnerale, 1m battesimo, ,rn matrimonio; sen::a g11ardarcitoruiomo f,1,ori ... Percliè 11011 è lo stesso per t1oi! Opp"re ca sediamo s11lfoueve sci11pata del camposa11to,sospiriamo flebilmente, e 111 col basto11edisegiii pala.11::i ove i11 due saremo sempre. 1917 IN MEMORI A DEL 19 LUGLIO 1914 / 11veccllia1111110 d, cent'a,ini., e questo avve1111e a quel tempo in 1m'ora sola: f,:t,:;i~v'tt ~!:~~e d![t: ~ia1111re arate. Sfavill ò all'improvvuo. la strada silente, volò UIJ pianto di suono arçentino. ~t:t:::t1~ :,~o!~,'i~~:,a~r'::'tf~ 11 ; t~a ilbft~!;rr:. D~lla memoria, ~11as1 peso mutile fino a q11el x ior110, d,sparvero le ombre dei canti e delle passioni. A lt?i - abba11do11ata - ordi11òl'Altissimo di farsi pauroso va11gelo di Omm,ici tempestosi. IQl6 ' • Im,anri a primavera cdpita110giornate cosl: sotto la 11ev, compatta riposa il prato, :"ft::;,~,'~o ,f :ti-~! fo/:~:~::eli~~~l,e, E della leggere::::a il corpo si slHpisce e, a casa, i 11,oi no11riconosci~ e la ca11:sone clic dia11:si ti attediava come nuova ca11ticmorio,1ata. [Ql5 • Il primo raggio - bt'lredi::ionedel Signori - s1,l volto amato scivolò, e il dormiente inipallidl un tantino mo piiì placido ancora s'addorml. rirr:;::;e le''t:~:;..;s~ei:S,!~~io Da ta11to le care labbra sfioravo co11le mie e la spalla brmra... Ed ora, nel mio vagare sco11solato, solo col ca11toa lHi vengo, dei morti più i11cbrporea, o lui stri11ge11domi.con 1111 raggio del maltillo . 1916 • Nou è per questo clte, sfugge11do alla da1111ata levitd, guardo commossa i pala::::i osc11rif Avvesza gid a St,oni puri, eccelsi, gi1,dicato già da legg, 110nterrtme, come peccatrice m'aggiro a11corq11i, sul lllogo della l1mga Re11ae dell'o,ita. E vedo la città 111irabile e odo la caro voce, ~:s~i:::a a;~~::,e~ictil::fo, 11 at{ ;~~:o t=i~u: 10 ::i'uro, il Gmdi::io Finale dovrò aspettare. 1917 • Lo cittd era scomparsa, dell'ultima caso la finestra si voltò a g11ardare covc vi.va ... Questo luogo è affa tto sconòsciuto, p,11::za di bruciato e nei campi è buio. Ma q11a11do il velo tempestoso l'i11certo lu11a sq11arciò, sulla mo11tag11a vedemmo uno sciancato arrancare verso il bosco. Fu spaventoso come ,ma trojka sorpassò di ping_ui cavalli festa11ti, come si soffermo e di 1111ovo a t1oppicare riprese sotto il grave. fardello proprio. Per poco 11011 rirlscimmo ad accorgerci. come sp,mt ò a fio11coal 11omadecarro. Pari a stelle rna:::mrrava110gli ocelli iltruni11a11do l'aspetto affaticato. ' Tesi a lHi il pargoletto, lf!VÒ la ma,10accompag11a11dola con lo sguardo, e parlò alto e be,ug110: V1110 " sa1101110 figlio sard. · Slepne,•o, J 916 • Ali, tu pensavi e/te pur io son tale clie mi si possa diment icare :o~:~ .:~~~ g:::~oft"5f 't:f: '~~:aili~nplorando, O che starò a chiedere alle maliarde radicus:Je in 1111 liquido a/fatturato e e/te addosso ti e;11cirò 1111 terribile do110 il segreto fa1:::oletto mio imbevuto d'essc;1u . Sii maledetto. No11 co11 1111 gesto 11è co11 1010 sguardo l'onimo dmurata sfiorerò, però ti giuro Stdl'ico11amiracolosa, sul giardi110degli angeli li giuro e sull'ebbre::.:o di fiamma delle Miti nostre, che mai pi,ì da te farò ritorno. IQ2 1 • Ri11tro11i110 p11r di 11,,uovo le voci dell'orga,10, come prima tempesta di primavera: dietro le spalle della tua sposa ti g11ardera11110 i miei occhi socchiusi. Sette gior11id'amore, selle a1 11i terribil-i di separa11i0Nc, la guerra, l'11s11rre=io11e, lo casa devastata, .

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