Fiera Letteraria - Anno V - n. 12 - 19 marzo 1950

Domenica 19 marzo 1950 Roberto l\lelll: Flr ur a a scacchi M I incontrai con l'arte di Roberto Melll, per ~osfr~m~r:g~~e ~g: rbbe luogo, nel 1936, presso la galleria romana de e La Co– meta •. tanto dca:na di ricordo per le 1ue ottime preacntnzlo– nJ. DI Mc.lU ml avem parlato De Pllb. c'1o lo ricordava vt– vamenc, e me lo additava come :~;int,uda ~C:,rtr~~~!~~ te moderna itallnnn. E n Ro– ma. Marni e Outtuso, con una consldera~lono aenr.a ambagl, lllumlnata di affetto. Non•tao pcrchè gli n,ppunU e le Impressioni di quella mo– stra, ,1:Chc avevo ac;:nato, non diventarono un saggio, E fu bene: perché· cl\plseo ndesso che non l'nvevo capito. Ml :;;:r~cr,.~~i° l~ rri a~:~rJ~~°nnt\ .,~~r·t~~ :1~j~nl~r~~ e::: re prtcl&l, I\Vcvo accostato 11 Mt-111,e lo a,·e,•o guatnto, plQ :e l~~~e se d~~:SC·es~~~':c: recenU od In atto, delln pili. attuuld e acuoltt''l'Omi\nn ,: che per molU , usi. e più di, quan– to cotnunemtnte 11 waaa, alla l\la pUtura erano eonaeautte. pure dlramandoal nnche nual lontaq9.. Questo neao certo ma deformante. e la mancata con06Cenza d'allom ·de.I per– COl'IO autentico delll\ aua arte, ~~e~!i° r::~~?c~!": c~ò ~: .Ignote e_ soltanto lndeclsamc.n– te preflUnlblll, falMva 11 glu– d1%1o. E nop c'erano molti. nem– meno allora, che a,·~ro ae- 1ulto dJ continuo e con crlU– ea osservntlone l'opcrn dJ Mel- 11, e potcs,gero documentarmi o avvl11.rmi a unn più retta oomprdnslone. Anche la vl– ct!nda dcl'artlstn era 1\ngolarc e prr (Junlche parte 11egret.a.e al presuwn a quei'lte lacune. E al sa ounnto al alteri subito e al mltolorlul la tradltione orate· di Qucgll artbtl, ad esempfb, che rlco'rd:wano Il Melll del tempo della e Seecs – s.lone ,, 1914, o delle mostre di e Valori plutlel >, e ne pnrla– \ '8.no come di un fenomeno Interessante, ma ormai appl'O&– atma.t1,·o. La prcscnua dJ MeW i: sto.la la più aaltuo.ria, forse , fra tut– ti eu atUSti Italiani del suo tempo. osatrviamo le tappe distanziate de!Je sue apparizio– ni pubbliche: 1914, Mostra Pf'l'– aonale dJ scultura e dl dise– gni alla e Secessione> romana: 1920, Mostra personale dl ,cul– tura e di pittura alla I &sposl– tlone d'arte ferrarese; 1921, partecipazione alla Mostra del e Valori plastici> In Germa– nia, e 1922 Mostra penonale di scultura e pittura alla e Prl• mavcrllc norentlna >; 1931, Mostra pcnonnle di pittura nlla Slndncnle Belle Ani del Ll\tlo; 1936, Mostra <Il pittura alla e Cometa > di Roma; poi blsosna n.spettn.re Il 1947 per rlveder'e una sua personale dt pittura o scultura alla e Onlle – rla del Secolo > di Roma. Nel frattempo, dal d938 sono passat.e le Jea:gi ram:\all, che hanno csehuo Il Melll dalla v:lta sociale e civile: e poi la a-uci:n, e U dOPoguerM nff$n• noao o oonfUIO, fntrlauo per lo• ,&I.esso cls:og]Jo o &e:0pplo delle comprt:SS!ont. per le cri• al di aasestamento o di adatta– men.to alle mutazioni, E Melll ha sempre la\'orato, .con Inni • tN'l\blle serenità, con uno api– rito che è suo, pacatamente Intrepido. che nell"avvenltà e nt-ll'lsolamento non hn turba– to la sua calma eertctZa, ed anzi gli ha provocato nel rnc– cogllmento il b!$0gno dl nuove Interiori affermn.z.loni di !ede. Non dubito di asaertre, per esperlenaa, che Melll rappre – lt'nta per moIU, ancor ogi:rl. poco plù che un nome. o la a))Oradlca esperienza, tn.-.um– elcntc. di un·opera, di qualche opera vista o Intravista In mo– stre collettive o di rappresen– tanza. E non è Il solo caso di un art!Jst,a Hallano moderno di notorietà del t.utto Impar i al valore artbtlco: altro .i't'IU:lde artista di conoscenza qua.si del tutto. per COlll dire, monas!lca è Scmeghlnl. E non dubito dJ nggluna;erc che l'Iniziati\'& de e La. Stroz– tlna I, 'di adunare e preaenta– re ftnalment.e almend un pro– ruo. ma netto e lndlvlduato nelll! sllc più pctullarl nrtlco– latlonJ., dell'opera urmal qua– rantennale dell'arUsta fc.rt 'llre– se, potrà coatltulrc per molti una rivelazione, ma anche per gll avvertlU o gli Informati l'acqul:ltta conferma di una personalltA anlatlca che &1 pone fra le plù ori1lonll e rap– presento.Uve dell'arte ltallnno. del no.uro tempo. MelU il nato a Ferrara nel 1885. Studiava raalonerla, n diciassette Rnnl. <14nndo la mostra di un modc.'lto pittore ferrnre.s<', Nicola Laurcntl, al– lel!tlt.a In una snla del Castel– lo Estenst, gli dette 1,, prlm n consapevolezza latlntlvn della sua Indole e della natura del suo talento. Per (!Uniche mese segui, di nnacosto, gli Insegna– menti onestamente provincln- 11 del Laurentl: nella aun po– vern soffitta gli cm compaa:no di lavoro II pittore De Vlneen– zl. che vt\·e ancoro n Boloa;nn. Ma una nuova e pili. declalva occasione di confermua:11 la ~~~':{e ~: ~ehllar!!1.aft~Mi~e~ allo atudlo dello scultore Mt – nerbl, che modellava allora, nel gusto fra ma.ssleclo e ma– nieroso del tempo, Il busto del– la ftdansat.a. Chiese un pugno dJ creta, al fece preatare Il c.tTco di una mano, e si pose a CQplarla. A diciott'anni era n Oenova, e si alloga\'a come apprendista prea.so un Inta gliatore In le– goo: amava la materia plutl• ca. ma si ribellava all'appren– distato meccanico. Non dovet– lC limitare 11questo le sue rl– ct-rche, le lnqulctt c!lpcrten,:e. Nl'lla notltla che prceNl.e l'clenCCIdt'lle Ol)t're C5J)Oltealla e Primaverile fiorentina• del 1922, notizi a cht' hl\ tutta l'aria d'essere RUtoblostranca. è scrit– to che nel 1909-1910 e lavorò ron lena tutto In braccio nlle sue faoollt\ lstlnth•e e scusa– bili >: ma !!1sotto linea eh'i: un e nrtcnce >, capnce ~I praticare e ::z~r,~~:e:6" 11~ ~::~~"~~~ P;:t~~ pl.emontcst, della sua Tonno, l'Ae~me e Ital o Cremon a. Un libro che non andò nelle librerie, cht: altrimentl non a:uebbe sfui;glto :,, me, fre– quentatore accanito di scaffali 11vunque essi !!l trovino: ma che si mdtrtuavn, con quell'aria aehlva che tanto si addlCé\"ll alla llruru dell'ar• tu.UI , a un gruppo dJ amici, di acuu e di espertJ ammiratori. Io, allom, lo conre•.l'O, non ero drlla p.i,rtlta. c ome ho g1à dct.to , non avevo ancora nsto una sola opera del BonettL La fortuna, e la rl\'el11zlone, l'avrei a-.uta pii), tardi e In condlzton l p.-utloolarl, come appunto ,tavo per dirvi. rlno, 81 t Inaugurata ad Alt'UUltdrla 1Ut4 ,,ioura coinmmemoraUVG dd - pitto-re fnci• 1ort Cino BonttU, morto U ZS lu"Jlio 194!1 a Borgoratto Aleuandrfno, dote vtue mol– ti anr1t, In tta dt 73 anrif. La mo,tra, pro– mouc dall'tUIOCltuto11e Amtcl dell'Arte d1 Alu,andrla, comprende 60 tra acquc/orh e acquarelli. N ON vt ·dl~placcl a che, Iniziando a parlart dell'opera di Cino ~zeltl. di cui la presente eapoglzlone vuol tM.?o·ecelebra• zlone e, 10prat.tutto, ricordo, non v1 d1- &p!:ieela,dico, che ml riall acci a certe tnle espc• rJ1:nze pel'IOnall. Se il vero, come è \ ero, che l'arte è aem1,re un dialogo dtllo 5plrlto, non sarà alla fine un llrbltrlo, quello che IO farò. nè un'lnd16crezlol)e, For.c J)Otrebbc t..sere, an• zl, un modo dl cont CNB.rccerte relazioni tra la mia generazione e quella più anziana, relazlonl piene <U pudori, persino di Umldet:io:e; e co• munque una prom di come l'Incontro eat.etleo po.!IA arrl ceblrài, a ,·ohe, di motivi e di figure aplrltu aU plit çompleul , 11 che 11 g:odlmento di un 'opera d'arte è, ln un solo latante. aneht un'C6pcrlenu moral e. Vidi per la prima. volta un1nelslone dJ Cln,1 Bou.etU nella prlmucra del 1912, E non era nemmeno un'originale, ma una copia rlprodott.A ln un libro che, seppl dopo, pili tardi, alcuni am1cl a:11a\"evano dedicato 1n omaggio, amici Fu nell'aprile del 1!142, a Roma. VI ero an – dato prr Incontrare un amico che \'enlva do Domod0S60la e per recarmi all'ospedale mili– tare del Celio, dove un nitro carlMlmo amico 3!aceva ferito, reduce dal fronte di Monastir, In Orcel a. 1 Chi conosce la prlma,·cra romana af\ la bcl– lcuo. di quel sole, Il trionfo di quel pini mcdl• terra.nel sullo 111rondo del ciclo di un azzurro terso come una lutra di vetro. E quella pie• neua d! \'lta, che la stagione rlrlorcnle comu• nlcava con I suol colori, I suol venti caldi, au– mentava. se &I può dire, di quel ~oso di unn, \'lta antica di cui a,·evamo dlnan,:i agli occhi gli esempi, le vestigia. Veramente n, cammlnaro per le strade di Roma. ci al 1ent.e ellt..dlnl del mondo e del secoli. Eppure cl mancava l'allerrta. Emno-1:ll annt dJ iUerra; e QUC:111 amici feriti o morii o dl– gpe:rsl Jn Albania o ID Africa, cl pc.avano sul Gino Bianco LA FIERA LETTERARIA Pagina 'f TUTTA L'OPliRA 1 UT1A LA V11A DI R()BER10 MJ,,LLL COERENZA D'UNtRTISTA Un'inter11a ispirazion e unifica ed ·esalta quella che M.elli chiam a la "ossatura del dipingere,, la costru– zione t onale e il ritmo dei_ profili le pili. diverse tecniche (un e nome che ora molti, che pr a– ticano l'art.e, disdegn erebbe – ro , l, e che coltiva, con egual sleureua, la scultura, la plttu– ?'3, la ceramica, lo sbalzo au metalli e la sllogrnfia. SI sente ln questo clima portato In Eu– ropa da Morrts, da Van de Velde. dalla Secessione ,•!enne– se. da o annstadt. Il ricordare queste esperie nze d1 probità e sotUlltà arUgtan~e. dJ rtnes– slone preziosa sulla rtsponden– ,.a del mezzo, non sarà !nume per capire ecru a.spetti, e tn– lorn certi Hmltl, dell'ane di Me.lii (quando la fantasia è meno alta resta una rafflnatct– ta, una sensuosltà di materia e d! condotta , una sontuosità de– corativa, che sono come una m!Jsura t«n leo. dello stile: al vedano per esempio alcune e nature morte > del periodo lnterno al '936). moli 5pazln.ll a Bocclonl, perfet– tamente Isolato; cd anch e per ciò algnlficunle. Mantenuta nn– chc di fronte n Bocclonl: che fra le Uniche /orme dl conUnultd ndlo spazio (191:J) e lo Sviluppo di uno boWgUa nello spazio 0913), espOste à Rbma tn qucl- 1'11.nno, a parte Il 10"1 eccesso prosnmma llco, Che le srntua e nrtttdd:1, e Il Ritratto di Co– atantlnl, e La Slvnora col tap– pe/lo nero, 11 rapporto t . auper– ftcla.lc , e non va oltr& la pre– senza comune di plcnt e d1 vuoti pla.stlcl, di cmcracnze e d1 Lntagll profondi, ~rò In dlvcraa., nnzl opJ>OSta!unzione. E del re$l0, non cr«Uamo che Mc.lit potC155Ccondividere l'acer– ba negazione del pusato, che fu propria del futuristl. Ch1 a Romn, nllorn, acrlue del ruturl– .15tlcon pnrtcclpn%1one, e fu Il Longhl. crn però frcaco dcl– l'espc:rle~ta del Rlcgel: e 11 On- • tempo, circa lo spazio plastico, In luce plruitlca. l'artista maturava la &uae.spressiorle dr1gtnnlc: e ,·o– luinl negath1 >, qullllcm3 cho sor– geva dall'hno della !onta.sia, e oho ,al'eva e còlW 1n sculture an– tichissime, e. cioè que~ ,rendere con un. ~uoto U ,colpre della pu– pilla, deU'occJvo, o wu.a l'orbita dcll'ooçhlo ~- ~I concentra in questa lmpressione.eillt.tlca: riM – sunta nello SJU3rdo dominante e suash·o dclle teste tardorvmane dritto e ancor ,1vp ncll'anlmo del,l;arust.a ansioso, .un ricordo Q.WW lnimemore stòcato nelle nebbie dell 0 lnfamla e della pri– ma gto\·entil, delle sculture ro– mant1ehe di Ferrara, di quelle ravennnU? n tcnnlne lmmag1n060, che !Issa un·orlginalltà evidente, rtsponde, nel senso che l'equl– ,·nlcnz:a di pieni e di vuot1, co– me ho scritto altra ~·olla, eselu- espressio ne trasparente e rag• giunta, sicure di sl!, lmponentJ. \'eramen te Ube.ntt.e e felici. Sempllel e, agglungo, monu– ment.aU. Non sono Impressioni labili, fuggitive. Ven1ono di lontano, aono composte In un maturo poasesso della !anta.sia, etl&'ono lungo e teso approfon – dimento. M~to addietro, ma In profonda slmpatJa. c'è Rosso: lwberto Mclii: La dorme.nle t.ura del tempo; in Italia). Non eompren.stvo della ateaa m.11\1- prlma del 1931 l'artista pubbll- ra e della ate.san lntf'nlltà di ca.va l'operol!lltà di circa un de- quello attuato nell'opera. Nella eeonlo di lavoro segregato: set- sintesi architettonica, nella 1e.m• te dipinti che ne furono see.Itl pllcltà SO&tnnzlaleche è Il cllnia Il espose alla e Sindacale> del lirico domlonnte, densilA. com– Lo.zio. • . plesaltA, rlccheaaa di movenze, Le prime espressioni non provvtsorle di Mclii risalgono al 1909: la Testa di /ancfullc ben chiusa e segnata nel pln– nl, ritmata nel contrasto In• crociato delle ellissi, dlgradat.n e sempllflcata In un arcalsmci fra lstlnUvo e colto {fu Il Ri– tratto, più Urico-realistico, ,del– In famosa attrice qulndlcenné Giulietta De Riso); Il Rltratto– ma.schera dell'attore Ferruccio Garavoglfa. potentemente spar• tlto e già calcolato nel plani 3CCOndo l'ombra. Queste opere furono espose In prima volta In una mo.,tm organtttata da e L'Eroica • a Levanto nel 1910 e nuovamente nel 1914 alla e Secessione > romana. C'è QUAICOSA che le accom11nd, pur nella loro originalità. al tenta– UVI contcmparanei di MarUnl. Melll non ne è affatto un con– Unuatore. crepuscolare e som– me115amente noatata:lco, ma c'è un valore espressivo, un radica– le che, pnr diversamente rtaol · to, lo aps-,rent.a a lui: la luce anlmatrtce e !ormatrlee. Che si coet.rulsce e si lndMdua ar– tisticamente In modo affatto diverso dalla vlbrazlone lumi• ntstlea panica di Roe.,o, int\nl – tamente contlnuant.e e quasi in– tesa a tornare e a rt.aolversl nel– la Juee universale. La scultura dJ MelU è, lnvcee che e&panalva, aecentrnnt.c, determina Il pro– i>rio spntlo e Io apaz!o-amblen • te che a lei !!I sottopone e di– sciplina, Impone allo 1pett,alo– re, aneh'esM, una vlaul\le uni– taria e obbligata, od una suc– cessione arUeolnta e chiusa di \ i~i,pr~tsope~~è~ q=~ A rivedere oga;I quei dlp1nt1, di fless:lonl, di notail:lonl; nel• colpisco la coerenza. la conti- 11nvestltura atrofica, mOdulare, nult.à del dl&eorsonrt!Stlco. Che che è Il suo SCfrllO,un'russottl • ru. certamente, non immune da gllamento della t.rama pittori • crlsli da tcntat1vt, anche da de- ca, una .l'lenslblllzzazlone, e qua • vtaztont: e Qualche traccia di sl direi una lntlmluadonc vi– minor tenui.a di dlverslone o brante e sottesa dJ ogni plano eurlo.,itA (in un animo certo, e dJ ogni tono rl.scaldato. vivo, ma complesso ed lnQuletamen- limpido e Insieme trepidante di te senstbtle come quello del Mcl- contenuta emotlone. Una plt• li), si trova, In certe brevi se- tura, dunQue, e dlrtleUe >, tal· duzlonl decoraU.Ve, ln eertt ,'Olta anche aspra, non per er– scartl '"no la sensualità, fa- metlamo, che è un sottinteso , cllllatl da una facoltà dJ rendJ- ma. per concentraz!On•. Inda – mento tecnico, di supe.rcapacltà gart. obbedlenU, o restare alla louUoa, Quegli stessi che ad superficie, che vale t-sscrc e.solu– un certi> punto - un punto di si da Questo mondo 11 soape30 e spulo della fantaala - gli han- sereno, ma e\'OCato da una no consenUto, qualche anno do- grande profondità e rtccheua po, alcune delle pitture più son- di esper1enU, e di tanta.ala. woeamente elaborate che PCII- Non è compito nè opportuna uno \'edersl. e dove la perfe - occasione di Questo assaJgio zlone sensibile può sopraffare dell'art.e di Melll un ·anall.sl, che la commoz.lone. ogn1 Intenditore vero di pittura , mc.rt In tutta la :oro spiegata erncncla la rttmazlone del pia– ni di luce, oscillati sens1u,,– mcnte o digradati o SfllCCett .o.tl secondo una emoUva e Insieme contenuta alternanza tonale. Nel 1911 Melll si stabili a Roma, che doveva divenire sua dlmora abituale: a\'eva \'l.nto 11 conco?'$0 naalonalc della mc– daglfa, allora Istituito . Non p;\re rosse discepalo nè dili– gente, nè aequieseenle; anzi lnsoff'erent.lssimo e Indocile. Olà padrone delle sue espe– rienze, cm attento al movimen – ti del gusto ~ nlle polemiche d'allora; impressionismo, eub!– i::mo. futurismo. nntlaecademl– smo e antlreallsmo. Frn Il 1912 e Il 1914. specialmente nell'a.n– no Intermedio, se non Il più fecondo Quello di cui è rimasto Il mnaglor numero di opere, si pone la sua più larga ed esclu– siva at.Uvlt.à scultoria: quelle opere che sempre plù chiara– mente si \'Cde essere state rl– sultatl rrn I pili. ortglnall e -sln– aolart, accnnto a quelli di Boeclonl. Rob erto Meli!: Autoritratto Quattro sculture, che oggi revochiamo pienamente all'at – t.entlone: Ma.Jchera, La rigno – ra col cappello neo, Mfo · -mo– glle, Ritratto IUl pittore Pietro Coltanttnl. E:!Pollte la prima volta alla cSecesslonc• romana del 11H4, e poi alla e Primave – rile> norenUna del 1922. Nel 1914-15, Melll fece parte del consiglio dlrdtlvo della e Se – CC551one •: e ciò atabUlac:e, come dato esterno. la sua dl– stanta dal movimento futuri– sta. Senza t.uttavta, come egli stesso ammette, essersi strania – to da quell'agitato mn salutare bando di cultura e di problemi, ma conservando - come !ece del resto anche Il Martin! - la sua Indipende nza. Mantenuta anche di front e a Rosso. che allora rtmnsto, ruor che negli subitanea e qmut abbagliante, anche se la plnstlea e pc.r vin di porre> di Ma.Jcherlna e dJ Mia moglie, e lo stesso loro taglio, ne. rl\'ellno li gusto, del reato allora rlmMto. fuor che negli acrlttl di Soffici ed In alcuni stl- lrlssl _propagava nello stesao solco ~i cuUura, ansi di rtacopcrta , l'art.e qlrJa e tardo-roman111. Esl)('rlcnze che erano, nel tempo, d'eecctlone, ICl\ta dubbio: ma che non a1 conclllavano col bru– ciamenti futuristi, anzt erano tntlmp.mente oppogte ad essi. E non è un cnao che, poco più tardi, Mclii si trovaast', come confondatore, lnaJeme con Bro– glio, Martin!. Carri.. Dc Chlrteo, M'orandl nel raggruppamento del e Valori p!Mtlel >: a riaffermare la valldllA della storia, sia pure una storia Individuata e perso– nale nella scelta e nelle rormc. secondo che è proprio degli ar– tisti. dc ognl dinamica plastica, per rlaol\'ersl In un ritmo di ombra e d1 luce, dl spatlo-\'olume, e perciò di colore e non di !parJo• moto. cioè plaatloo. Anche 0061 Impoverita in una traduslone grammaticale, la forma dl Mel- 11 S\'ela ll suo ,·alore dJ soopcr– ta: tanto più slgnl!ie..i.nte, se sl badi al rigore e:5aurtcnte con cui si attuò. ed al t..empo. Unn misura può essere data anche dal pie.no distacco, segno di compiutezza d'cspres.slone. da O(rt\iresiduo di naturalismo oe– ,etU\'O Cc quanto poco ne sono esenU I prodotti eublstl). Ma è anche ehl11.roche non si tratta di manlfe l!tazlonl discorsive. rt– flesslve e tanto meno ))Olemiche; nè dcll"c.stenuata ra.rtlnate.tza di un elaborato culturale. Ba– sterd;>be l'Impianto, la prcnslo• ne visuale quasi fulminea di queste sculture a convincere non solo della loro spontaneità vi– brante, se mal di qua.Iehe pur rcpres.s.'\ violenza. Immagini semplici. della semplicità della Sempre In quelln prernzlone del '22, che R me pare autoblO• grafica, Melll scrive che Il perlodo 1912 - 14 !u regnato da una ricerca. matura di e vitlort di volume e di colore In un tutto plastico cl'lpress1vo ,. Melll è artista di consapevolezza coltivata, e sa preci&nre Il carat– tere della propria ricerca. Fra. le aspirazioni e le lntultlonl del RJ CO RDO O l Cl.NOBOZZl!;T1:1 Artista olitario eprof udo E' lamentevo le che gli uomm , si dimostrino sc hivi alle voci de lla pura poe sia cuore. Inoltr e uscivamo dall'oepeda1e del Ce– lio, turbati alla vista di un amico di gluochl e di studi, ritrovato amputato negli an i. E perciò si camminava allenztosl. L'amico che era con mc doveva recar.si n compiere una. vislt.a di omaggio a un suo vec– chio Insegnante di !lloeo!la, Il padre BouetU. Io lo conoscevo solo di rama e quale a:cnerllle di ordin e rellgl0&0, I r03ffllnlanl. Ml l.iscl'l l tra• selnare fino alla ca.sa !uorl porta LatlnR, vicino agli orti di Scipione e mentre l'amico sali a salutare l'amato Insegnante, lo resta.I nel par• latorlo. a pianterreno. Fu li. ,opra una tavola, che v:ldt posato quel ltbl'O di cui vi dissi. grande, a fogli bianchi e apnzlosl. VI trovai dleel o dodici rlprodutlonl di acQuerortl di Cino Bouettl e !u tale la. mia meravlglia e l'incanto che non nwertll Il pas• 1are del tcmpa. D1 conlro alla mia angoscia, al miei ~iert trisU, si ergeva quella 5t'renltà. quella pa,ce v:lrgiUana delle pagine di Bozr.ettl. Acque e terre, fiumi e canali, e piante, e rami nudi e boschi e ruart di pioppi e alti e!ell. Tutta una vialone che non cscludew. la fatica, Il do– lore umano: ma trasformato, come dlre? In ~~taocc~'::~~~;n ~r~~l!!:\ ~::!~r~"!!~~~ cosi come si Potrebbe guarda re a un volto fra– terno. Fu un·emozton e che eompr.:?nderà chi ha avuto nella sun vita, almeno uno. '{Olta, la rivelazione Improvvisa della verità. Prima di allora lo non conoscevo Cino Boz– zetti; dopo.di allora non seppi molto di più, di :ut come persona. Anzt. do,'ttl dire che non pensai nemmeno che avrei potuto lncontmrlo. ;\li bastò quell'Improvviso tpl ragllo di bontà e di belletti\ nel grtglo di quella giornata. Un anno dopc, nel 1943, !UI dJ nuo\'O a Roma e allora per ragioni profea,slonall, di critico d'nrtc. SI Inaugurava la Quadri ennale d'arte nn:io:lonalce ogni tanto dovevamo -«:cndcre nel rltug l J>er vla degli allarmi aerei che si sucec• deva.no con una certa frequent a. Decine e de– cine di sale e sale tte In cui si nHustellnva una pittura e una seulturn mut a. senza alcuna rl– aonanzn. Non so se era !I pensiero dclln gmve minacci !\ che pili. da presso cl strlng-evo e lm– pcdh•a un lavoro ripo,sato: rnuo sta che !'Oc• ehlo scorreva Indifferente dn quest.'\ n quel– l'opera , senza attrattone alcuna. QUAndo, In un corridoio semlbuto, dl.&ert.ato dii t.uttl. Jn mezzo a un eentJnalo di disegni e acQuerclll, rtvtdl, rlvtdl ancorn una ,·olta Quelle acquefort i di un anno prima, quel llt'&;nl neri pieni di decisione, quella ferma m11no, quel calmo respiro, quegli alberi, que!Je pianure, Fu lo atCMOsobbalzo, la stessa piace.vole sorprt:..sa. E tanto pili lieta quanto più il cielo sulla no– stra vita si chiudeva, pieno di pericoli e di 01eure nubi. Chiesi subito n dC5tra e a sinistra di Cino ::~~t! tu srr~n~~eto 1 ft 1 ;Mc:~:I~,e~!n \1~~= do bene. Ma seppi cosi che Il caro artista, or– mal per me più che un amico, vlvevn a Torino. che era vecchio, che ll suo studio era aperto a tutU, che per tutU n.veva una parol n di com– pren sione anche quando doveva essere severa e che dn lui. aoprattutlO, emanava una vena di bontà, quella bontà che è aolo del saggi, di e.hl ha getta.lo dietro le spa.lle Il rumore, la va– nità della vita e gua rda all'eternità. DozzetU anche que.lla volta, però, non era U&Clto dalla sollt.udlnc che da molti anni ama – VI\, coet come un monaco ama la sua cella e quindi dovetti rimandare ancora l'occasione di incontrarlo. AVC\'O bcnsl dinanzi. flnalmen– ~. 5C1 lncblo nl orlg1nall e quelle ml dicevano n sufflclcnm Intorno alla natura e allo spl:1.to dell'artlst.a, Quello stacco dccl.so tra U bianco e li nt-ro, quel taallo forte dc.Ua linea e In sgra– n.ttura sonora del suo puntinismo richlama– ,-ano ancora a una tecnica del secolo scorso; ma senaa più ormai quel puntJgll sclentJflcl, quegli ingorghi panteisUcl tanto cart itl dlvlslo– n!JstJ di rtnc secolo, da cui Il Bozzetti a\'eva preso le mosse. Essi erano dlventatJ 11mmaglne d1ret.ta, senza pause e freni, di un'emo;i!one poetica che In lunga o,,sserrnzlone staccava dal conrusl st.atl d'anJmo per maturarla a precisa e tncffabllc espcrlenzn spirituale. Una cieazlo – ne estetica come una lunga e paziente prepc,.– razlone morale: e sorprendeva quel nllore, QUel• lo -&lancio, (JUella tensione mante nuta durante tuttn In preparazione della lastra, che ben snpplomo qunnto sin lunga e minu ta e piena di ostacoli e dl sflbrnture . Sicchè l'Immagine v!enc dinanzi ngll occhi nelln casta nudità di quc.l nitore, senza uno sgnrro ni: un'Inflessio ne nct\'04.'I. tanto carn a ecrlO gll5to tcmpcramen– l060 e lmJ)rovvlsatore gabbato per immcdla tcz– i:a lsUnUva, rapimento lirico. Bozzetti. dicevo, anche quella vollo. non si fece vedere. Arrh•arono I mt-sl crudeli del 1944 e del 1045 che tutll abb!Jmo \'lssuto, tutti in fuga, br11ccatl come lepri o ra!ISCgnatl al peggio. Flnnlmcnto l'anno scorso, ancora a Roma, prcsao la Calcografia dello Stato, vengo n sa– pere di una mostra di CC'ntoe ,·cntuua aeQue– !ortl, pre.soehè l'opera Intera dJ Cino Boz:– zctU. (Nel '47, a Torino, lmero ~I Carluccio a,·eva, quasi a foria, :ilie&tltouna mostra-omag - L'ambiente Ideale e slmpn – tioo dJ queste sculture di Melll sarebbe una basilica t.a.rdoro– mana. o ra,•cnnate. Col auol puMnl. COI suoi musalcl, con la ritmica. continuante delle na • vate e delle areate camplte net– te sull'ombra delle navat.elle, con la sua. stueometrta In suc– cessione, con la sua luce for– mante toni e colori. Che è il rk:onoscere la sostanza Intima– mente arehlteltonlro anche del– le .eeulture. e delle pitture, di Melll: che Intend e, l'ha detto tlmldllm6nte una. volta. l'Inte– riore rlapondcnzn di questo suo stile d1 plani tonali concreto nel rapporto di spot! pieni e spazi \'UOtl, di e voluml positivi> e e volumi nega,Uvl,, con quella che chiama e la struttura del– l'essere ,. Cosi la visione, l'e– sprcsslonl i,orgono dal senti – mento più prorondo del .suo In– dividuo. Ancora una ,•oli.a, questo pro- ceMO artistico non fu seor.a consnpe,•olezza: la rttles,sione pacai.a, la mcdltulone ehJam sonl> una eamttmstlea dell'ar• ti.sta (come tu di Scurat, o di ectaune). c. Um )'Oli.a 1n pos– sesso>, cali ha scritto, e della intuizione colore-luce, che t.ra – sfertl'a nella pittura le mie espe– rienze pluUche, m'è s-,rao di Intendere che l'espressione del nostro tempo particolare nelle :trU figurative era la pittura, la nuova rivelatlone pittorica; e ripresi Il mio dJ.scQrso sulla ta– volozza,. E tnfatU ehi ruardl le poche pitture supenUU del Melll, qui per la prima volt.a ceposte, che risalgono al primi Inizi sorgivi e quasi l.st1nllvl della sua arte , noterà che la partenza è In modo veramen~ esclusivo ero– matloo; con aggreu!Vltà, Qua– si, della (lllale è Indice ll modo con cui è dbpeno o negato ogni residuo grafico. pia.stico dell'Im– magine, e Il colore luminoso al aeeamoo. dlla1a (un Quesito ln– teressnntc verrà dal raa:auogllare quesU dipinti auromll alla. plt- do~a cqu~i::;~b~~~i ~~O:~~ d~:~~!1'~~e dldarn:~ = d:~h1ac!J 1 {1. fi1:gJ1n:U~ t!~~o ei 1 e 1 ~:r'1a~~os'fnto~:C! to. di srrondamento, che Mclii sicura earattertnntlone: un'ln – posalede; e che è facoltà di rl- tema coerenza d'.isplrar.lone. cho coooscere. nel dramma diverso unifico. ed esalta, Insieme que.lla che è condizione della vita di che Melll chiama la e ossatura ogni uomo e di ogni artista, la del dipingere>, la eoetrutlone !edeltA a ciò che di se stessi è tonBle, e li ritmo del prorul, la. universale, In questo c&M> l'at - qualità lntonata del colori, lo tlngimento della torma espros• lmplimto del volumi e degli spa• slva. ,:I aecorlle.ntl. La riduzione, o Non snrà Mclll n. ptcsentare meglio In. trnsflg um~\one In for– nllo storico futuro un catalogo ma di una genslbillb\ che, per dell'opera vnsto come quello, esse.re eoal vigorosamente aog.. poolamo, di un De Plsls O di un gettlvata, lrMpnre l\ll'ev:ld(mza, Matl.sse. A scanso di equivoci, come a.\•vlcnc lri ogni vero ar– Oe Pbls resta uno dei grandi Ustn, un movimento ampio e m.'\estri pittorici dcll'Europa commosao del sentimento: C08l moderna, anche nella qua.si In- che l'opera del• Melll. ln una. finita molUpllcaz.1one del suoi retro.,pcLUvn come Questa che Istanti mD. dJ Qual sonda· co- ne coruentc un aporeunmento : 0 n~~1:~: ·i;r~~tàsu~:~: ~:i \s11: ea:~,:~~ ::::rtàn~~: minùl.ont. L'opera di MellJ, pur ha: traccta di ntonolonl«, o dl crescendo su quel fondo di vlb- mortificazione nt-lh\ maniera, o lenza espansi,~, dl urgente rt- di dl.stacCAto lnu.- llett.ul\ l.lsmo. e ~Ilo che documento.no Je opc- al potranno tro'VILrt', come sem• re pili. gtovan.111.acqul.sta una pre avviene. SOpt'a\'vh·ente, lm• ~:!re:'P~I 1:~o~~~~ =:.e=ne:~:P:~~el~ ~lo~~":~ :~ =~e 1mJ~: ~\!1: :la1~_1:i!k~~ vole. che escluderebbe da orni to e vibrante, un :1.w,lut.a. lin • :i~~~':1~1:;:1 ~cod~.en~~ ~11:to ~e~e1!~~R':ict;.:~1~ smo ripresentatesi 1n vesti al- aperta e donante, che al trova grbro -programmat.tt :he fin mo- e si legge con commozione, per- ::.~ha~~o l~~v~m:::1~ : eh~: R~~ enL~riA'66· uIANTI quentatort di mOBtre ad esau- ~~e aJkon~ d~~ r:;n~ ~~~ * occhiata complessiva. che radu- ~1\a:n~~f9':!iv~~u~U~~pr:~ Per auoluta 111qnca11za dl spa. mtture di Unta, e uno schem a zio rimandiamo al pro.ulmo nu – di comPoSlrJone spesso di ele- mero le coniucte rubrleli e d'arte mentnre esercir.lo acendemlco. e cklla radi o, e le corrl.!ponden- Melll esige lo steso appro!on- re teatraH dc Bologna e dc P«· dlmento, un tempo erttloo o dova. glo alla Bussola, con aeque!orU e lnclslonl; ma non lo seppi e cosi qucll'ooculonc ml sfuggi). Io, che ero rimuto con quel ricordi che vi ho detto, prendo li treno e vado giù. e per due giorni, Quant'era Il tempo che ave\'o dil5ponl– blle, ~to 1n mezzo a quel fOill, a studiarmeli, a guardarmeli con amorosa pazienza, a la.sciar– mene l)OISCdere, Mal artbt.a contemporaneo. solo Morandl e Bartollnl !ra gli lncLsort. seppero darm1 l'emotlone di quclla bella esJ>O$b:lone. Purtroppo Il pubblico è a&Sllldistratto da mille e mlllc alt.re cllre e voci e clamori; e quelle sale romane furono poco frequ entate: cl rtlro– ,•nvamo aemprc itll &teSSi,sllenzlas,I, curvi con le no.,tre lenU a dlaU1care ogni pili. piccolo se• fnO la5elato dall'acido sul rame. EgolsUcamente potre i dlre ehe 'ne fui lieto. Ma certo è lamen – tofole che di fronte al rumore per ct:rtl avve– nimenti passeggeri e di mera cronaca, gli uo• mlHI si dhn 06t.rlno schivi alle voci della pura pocjln. •tra I sabbioni. le aagrlne, l rovi, t pioppi; e quell'alterno ruotare del cielo, dall'alba alla notte In un nusso perenne; e quel tornare flduel060 delle st.aglonl sul pocsanlo amato, limpido alla memoria come Il palmo della mano. A,·eva ormai tutto preuo di ~. risolto 1n bre\'e spatlo: o.nehe la sua vita trucor5a, dla– kmlnata in una lunga collana di a;lornl dopo gfornl, era ormai condensata In poche cartelle, nate pe.rò da un amore profondo quanto ru lunga la paz.ienz.'\. Olunst alla sua ca.,,a, QUl a Bora:oratto , un pomeriggio dl giugno. Non scendeva. dalle sue stanze da dlvt-rao tempo e quel g!orno volle scendere, uscire dn.1 auo rlf\Wio. Lo vldl en– ttare alto e diritto , lleppure appoa:glato a un bastone. Aveva uno sguardo cMaro e. una bnrbo.. blnnca, da na\1gntore di oceani, che gli am.agri– va ll viso. Ml p.'\rlò a lungo, con Jn freschezza di un tnnelu llo e mal , In quel suol occhi chtnt1 colsi sia pur l'ombra di uno s;uar do ao.,1,cttoo0, ln– lcrrognnte. Bouc tt.l era cosi fntto che si con– eedew. Interamente e lgnorav11<>enifinzione. Quella volln seriasi n Boz.zeUl; poche rlahe, ricordo, mll piene di rlconosccnaa. Boi.zettl ml rispose. Al mio desiderio di lneontrorlo, ml disse che anda ssi, ml avrebbe aspett ato. Aveva una calligrafia trema nte , chiar a ma tremante. Seppi dlfatu che da qualche tempo Bozzetti Sla\'R poeo bene, In sua salute cedeva alla vec– chiaia , pio.no plano, Ormai si.ava chlu10 giorni e giorn i nella sua atanzn, fra i libri, I telai del dtplnU da fare, vicino al ferri e agli acidi delle ,uc lnelslont. Guard ava dalla finestra I campi e la Bormldll, la familiare Bormida 11UC06ta dagli ar1tnl. ma d1 cui lntuh·a U chiaro nutr e ~ol accondiscese a moat.rnrml ll 1uo stud io. M1 fece scdero, chlnmò li fratello e a uno a uno sm o I suol quadri. Do\'eva. es.sere un 'operazione che l'affllneva particolarmente, pcrcM si gi– rava a lungo il dipinto tra le m•nl prima di metterlo In luce a che lo lo vcdeut bt'ne. E dl– fatU entra \'o nel ~uo mondo più aeloso, nel suo amore più delicato, quello che reue e assorbi tut.ta la sua ,1ta. l\IARCO VALSECCW

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