Fiera Letteraria - Anno IV - n. 30 - 24 luglio 1949

Domenica 24 Luglio U/49 LA FIERA LETTERARIA Pagina 5 * Secondo Henrv ~ Sei del CanbY. uno degli ·autori di e A Jllerarv History o!, lho Unlted Sti.ites• oubbllcata da :\lae MU!an. due sono le eor rentl eh,. hanno dato ori• glne alla letteratura di que- f.!°c~:e~~~1r1~~~}n~~e 11i re" ;~~W~ 10 / ~~y 1:t'1 ~e~l accori,e di st:ire sotto clC!l\ dive rsi. di respira re un'aUru aria, e che -un continente nuovo, un nUO\'O mondo era aperto Innanzi :1 lui. Ualtr a ~otY;~: ~~f111~1.~1~~~t od !~ la cultura ('Uropca, tanta m1:rtf' della quale era ~tato necessario ablJandonare •. ' ____ ..,, __ _ i"-,,, ,,· l = --- --~~-, ::L::.!,... J E~ULIO GRECO: Disegno Bellm all Classico, oraziano, è il g usto che egli ebbe della fo rm a po etica C ARL.M/CHAEL BELLMAN (1i40-1;9- ) è il pocla classico, 11ll.:io11<1/c e tradizio11a/c della ivc.:ia. Nella .:ita /11 alq11amo bohémicn, ama111c · del vino e della buona ta-,;o/a e delle belle donne, assid110 frcqucma torc e celebratore della 1111:erna. Ma conobbe belle i classici e impcccllbil11u:1~1c classico, ora:;ia,10, è il gusto che cl!,li ebbe tlclltz form a poetica. Ne i suoi versi, con ,,,, vcrismu dca11udei pe1111clli di ,mo l-lo.tarth, ritrasse gli aspett i 1ipicamc11tc e pitlorrscamcllle scllcccmcs chi della sua Stoc– colma, le all t'f!TC brif(atc dei suoi tempi e le loro baldorie:, mcllmtloli cf{li stesso in musica (con derivazioni da Pcr– gofcsi, Sc11rla11i, .\lo::ttrt) e c,,ma ndoli sul liuto. Afa se le sue can:;uni e le J11c composi::ioui sono elllrnlc a far p.1rle della poesia popolare svedese, la vcrsificazio11c,comtt tià t1vvcrtivo, 11011 fa 11110 .f.!rinza all'occl,io del lt:tlcrato e del– l'erudito. I due pc::.:.i che prcsc111iamoal lcllore fau p11rtct!cll'opcrn più popolnrc del Bcllnum: « Le epistole di Fredmtm "• così i111itola1aprobabilmcllte a imiia:.ione delle Epistole di Orn::io. E' ,ma sorlfl cli frammemario L..'l p~u·te di )J 6sfg li::,e PERSONAGGI ·'• E PAESAGGI ., di Proust poema cr~ic~111ico, 101,, epopea .e:.iocosa, i pcrsonaf{gi della s !AMO probabilme nte cerche, Qul il discorso si 11· <J_ualcosi e, vc.11,;0110, prcscutaJ1 d11/Bc!l111a11.: Frcdn.1:m.. - nonostante le spa- larga : siamo glà al proble· rmo,!wto or?log:1010 d1 St~co/~1111, spro~ •sto d, orolof{t, d, radlchP. malevolenic ma che Proust s'è posto con officmo e cli bottega; Ut,a \Vmblad, 1uufa e sacerdotessa di qualche impreparato - n tanto impegno, della « per– dt:l tempio di Bacco. Suo padre, cx caporale dr/la guardia; una seconda crlsi (1<1 ·prima sona lità ,: una creazione del Padre lkrg-, 1t1ppczzù·rc e virtuoso civico tli p11rcchi stru- è vec:chla cli plù di vcnt'an- pensiero altrui, un'immagine menti; Caporale ;\lollbcrg, possrdeva cttsa i 11 l-lormzn1an, nl) de!Ja fortuna d~ Proust alte rata ~ .t-ondo un proces- 1111 tempo fabl>ricm1tr, poi cmmlicrc, srt1::.a c,,sa, seuw ca-- In lt alia, ~!tre che Hl Euro- SO per cui ln_un ~rsonaggio unilo e se,~::.~ trutf'!rappa, occasionalmelllc .,,westro_ di !~~~:!~. 1 c~· 1 Jl ~to~c~~ 1 ~ 1 ~~ l~teft! 1 ~~~~1ltdie c~l ff:t:~~ da11zn; Christian \Vmgmark, com1111c111cnt dello 11 'WK- sto str~icrrdinarlo inventore .sta com·~rrono a tal punto mark dc/~11. w,m ~arr11cct1, po~setltva 11 el .fla110 dolce la cd csemplifièatore di un tl· da fare di lui - oltre che sl_essa penz•a prcs~a poco_~cl v1rt1~osoCol/111s, a_lloraa11cor p0 cli intelligenza e d.i cul- un paesaggio, una vera « na· vrvo; Padre ).Jow1t.t., po/1::.tolto,r1110mlltoper 1/ suo co11- tura. Da noi contavamo già tura » - l'inevitabile ritrat• certo ai « Tre Secchi >i, autore ,/ella musica dello spartito l coraggiosi e preoccupant i t.o di chi lo osserva. A que– della Primula di S::rlach. Mamma ,ì\,laja Mira del f/icolo progr ammi di Sansoni e ili sto Pr<lPOSito,l'esemp io Li· del Sole. Einau di, di darci t.radouà piro, eh~ questa antologia « L'arrivo di Vita 1Vi11blad al Djurgardcn )I è la venti- tutta. la. nechtrche: adcss'? racroglie, è dato dall'incre· cinqucsima epistola di Frcdnum (Free/man vuol dire lei• Fu~ c1 offr~ - a cura dt dulità di ~larccl .~u~n~o, sco– lcralmcllle l'uomo d. "ncc ·1 ,.,,·r,) , t,' •, Renato i\1uca e col testo a prendo nella chiesa la vera t . . 1 1: , . 1 ,,. 1 ico e, come s '~f!a I fronte, secondo un giusto cri· duchessa di Gucrmantes , non so lot_llo/o.. (< 11 ! 1 lcllla~ivo d, pastorale nel gu,}to C! bac- terio che va prendendo pie- riconosce in lei la sua «proie– cauali, scritto 111 oc~as,?11': dc/In trm;e.rsata tl1 Ul_la W:nb_lad dc - due belle anto logie del zloue lumin osa» che per an– C/cttcraln~c11te. fof!.Jwd1 ~''~ · p1111pm10J per vemre al D1ur- pers onaggi e paesaggi che Ja ni s·era dipinta la sua emo· garden [1/ D111r{!ardc11 e 1/ grn11dcparco di Stocco/m<d. popoJano. tiva fantasia: le due Imma• ---- ------------ --- --- ------------ - ---- i< LJ,z tritone dall'ampio cappello 1, C 1111a dnma c/1e siede Diciamo subito che la tra · gini non coin'cidono, Marcel nella barca in cappello di P"f!lia. Il vial!gio è semplice- duzion~ rende. il francese ~n non _riesce a sovrappor] ~, a.d metlfe la traversata di uno sirctto braccio di mare. dove, urando I fili di una lm- llppUcai;-e al)a. uuova l idea SENTIMENTI PEH GIHAlJDOlJX Rendere oma.ggio à qualcuno, per ammirazione , amicizia, in un libro, è sempre cosa bella e quasi commovente Gino Bianco amore 1-laga è il sessantaquattresimo (( ca 1110)) di Fredman, gua fatta da Proust S?tt.Ue e dell'anqca e ptù vera: ca11topopolarissi,~10 i11 ~utta. la_Scm~di11avia. Il 10110 /ic- :mg~f 1 :t~o:led~~l=u~iI~~ 1 1 * v~meme '!dulalorm dr_rt:lr """" .' versi 110~1guasta ~eD_ctto possibile giungere: ma cer tO d1 armowa e compostez:a che ,I lettore ricc-.icda/1'111s1c111c a pcrfezioile del testo è (qtMsicome da 1111 quadro tic/ Wattcau o del Dome11iclii110) qualcosa di disperante e in· Ha/atto bene ~ena~o Mue– ma sc11111111( ci richian'.acpu~io,1~011.simi/i del Goethe quale to~cabile. Quanto alla scelta! ~,:,,c!~u~eg;:~~e ~~ll~~r; poeta 11/fic1a/c della c;orle d1 lf cwwr. . è sempre un fatto persona le, pdrsonaggt rltra ttì ln Hgura AUGUSTO GUIDI e scegliere da Prou st , se è intera , ,una serie di slluette Haga Là farfalletta alata vedi in Haga T1'a il fresco e la pelurie dcl:a brina Acconciat'6i il ~uo verde riparo E in un fiore ;'alco\·a; Aochc il .rni1:Umo insetto del pantano, A·ppcna desto noi tiq, ido $ole D ·un festante fcr,·ore r\ ]o 11pirar del zefiro s'accende. H:lga, dentro il u,10grembo li ri"ela Del:'crba il :icmc e la ful"a pfanura ; s·cr~c superbo uci tuoi caòali 6aJ:d :~1~!c b!:;i:e cri 0 bosco dirad ttto Odi un rpicchiar frequente Sul -sonante grnnito, E l'ascia 6ullc bètul c e sui pini. Vedi, di Brunnsviken le naiadinc Lc\·;mo il corno d'oro; Le ~,pumanti caka te SpW.aano contro Ja gug1ia di Soln.i; Al riparo elci 1ronchi lnarcati S11:~a forbirn ,·ia li puledro si pia.cc, fa ruota fumig.1, Jl vtllano sorr:de benignamente ad Haga . Che ~ioia celeste si prO\'a' Nell 'amabile parco, Ove ci arride fa bella E un m ite monarca ci ,·ode! ~iqua: ,·o:ta ci guarda Ci suscita d-agr ime gra1e; Commosso e 11rcsoda quc.e:li sguard i, . Il ,malincon ico ira,•,·iva il passo. L'a rrivo di Ulla Winb lad al Djurgarden Soffiate nei com.i! Udile, le onde S'agirnno, Bromola il ruono. Venere \'UO!c imperare O,·c Nettuno dom ina. Nuotat e o tritoni, Cantate a miHoni Le g:oric di Venere. Replicate, o posti~:.:oni, Nella eone di Nett uno! Vedi Vcilcre nel suo fulgore. T ut•t'intorno la ,·egliano • Angoli, delfini e zefiri E rntte 4c &hicrc di Pafo; Le ondine :e guazzano intorno In 11n seno . Gli ,,ccelli ass!s1ono, f pesci balzano , Fuor delle loro stanze; I mosLti :.'adagiano Sulle :!1pumc ,mar ine, I venti fremono Le onde s'anfociano, S'inchinano; Le nm ·olc schiariscono E arrllva ii 60:c. Venere ~ccnde in campo; La ,·a:Ya che la porta, Ornata d: nastci e d i fiori, Fend e le canne bionde. Un tritone dall'ampio cappeUo E' ora ai remi. s·oc1c•un frastuon o dall'aia: J chicchi mamri SfaYi]a no; l i oucu1o emette dai tri, 1 v h1 un fioco cucù- Cracchic e vanolli S'arrotano il becco, S,·olano ,rapidi; Pan imbraccia il piffero E suona alacremente. l cc1wt 6\man o, lottano, Come razzi gli dei fìuggono.; Fu :gcntc, oatame, Venere Smonta da'l cocchio, Varca stasera la soglia Di Palemone. Corno Corno Corno Como Corno Como C, M, ~~~'I' a!Jch? facile, è _soprattutto che un gesto essenziale sai· d1ffic1le. Ma possiamo conta· va dalla maschera senza che re alcune delle paglue_rfpre · siano per questo ctr.l ptrrn• se tra quelle classl~he. il ba- naggi. Voglio dire la schiera clo della m_adre a ~1ar<;el, 1n di camerieri e invl!.lt.i, cc.;m• quell_a. « prima abdlcaZ1one• parse di uno spe·.tat.:olare che rn1~ia l~ cate~a di solte- salone che è po\ tutta 1•o~ r ~hzc di cm quest opera pes- ra di Proust, e nei quali coli ~lJlllsta è sostanzi almente più libertà forse che nei i,ro– mtessuta; la passeggiata al tagonlstf, si manifes tano la Bols cle BO!Jlogue, <-'?I!- la te· Ironia e la disistima con cui nera e magica appanztone rll questo secondo e plù irnpie– Ode~t~ nella ~vittoria» ; 1~ toso Balzac osserva gli decr11.10ne dell « ~cchla~a, d1 uomini; vorrei citare alme– Charlus, e 1 suoi aJiucmanLI no ùn esempio di gesti ~e– emcarl<:<>latt ravestimenti ~•u· latori dl una psicolog'.Ta: o e,. il s.onno di .Albe.runa, «... ma la durezza del suo qucll a~ls59 in apparenza sguardo d'acciaio era rom· dolce da cui Pro~~t trae al• pensata dalla dolcezza dei cune ~ra ie su_e Plll belle di?- suol guanti di filo, cosl che, luslom e yer1tà: due nomi avvicinandosi a swann, sem• c~e per l~~tcosl spesso coln· brava dimost rare sprezzo c1clono. . S tntende che man• per 13 sua persona e riguar– cano mille a)tre che avrcm- dl per il suo cappello». SI n~o.voluto nvedere: le pro- pensa a Stendhal che mano– ?~g1~se dlvagaz lonl e lntut· vra i suol personaggi secon· Z)ODI sll.l sonno e la memo- do rego!C non preventive ma n ~, con cui oominci~ l'ope- parte osservate parte rlco– i-a, la 'J?Ctlte madele,'!e con struite; Proust è più natu • .utto r~ò che ne deriva , le rallsta e meccanico, ma dal• tntemu_uences du cc.,eur, l l'esterno cli un gesto rJinven· fc,uvemrs de p~esse'!~lmems, ta il movimento Interiore pro_gr~s de l o~b~. gli In· che l'ha provocato, (Peccato gann J ~ Albe~una. Swann che· nella sfilata dei gesti ma~t?, mdebohto dalla mor: scelti da M\lccl, manchi la te l 1c1ra, una figura per 1101 sbalorditiva mimica. ctcl « S3• ~~!ta~oet~i!,;;hlmr S~l~t ~ ;m luto • di Ro~ert Saint·Lo'.lp). amici, resi fnserislbill dal ti· I paesagg1 sono quelli che more di ritardare, commo- dovevano essere : .Méséglisei vendosl aua sua pena, la re- Gue.i:mantes, 11 mar~, anz sta cui sono diretti : la sco· g~I 1_rripetlblli mati 1mpres– pérta delle Jeunes fille s en s1on1sti e a~trauamante mu: jleur, e con esse AJbertina sleali di Proust; e i pa-:?S'i~Ql in un mattt no di vento sull~ dlpint♦ di Elstlr , q_ucsto 1:.1• ri"a del mare; le tra sforma• sLir che è, come s1 è dello, 1.ionl e 1 colpi cti scena di 1~ quintessenz a dell'impre,;-, Charlus am.c,ureux; ancora s1omsm~ e forse Whl::1tler, Swann, innamorato e po\ vlt- rome Vmteuil è forse lJe– t ima della nostalgia nen•a• b_usy: paesaggi met,.3,morfo· scollare il septuc,r di Vin· s1zzatt, metafor ici, , allusi » teuil; Infine Il primo e ulti· secondo un processo che mo perSonaggio, H Tempo P;ous t dei:Iva da .Mallarmé. ritrovate, nella festa in co- C_è Ja pagma del blancospl• stume dove la vocazione si m: Mal.li j'avnl s beau, 1-ester rivela a l\farcel sgomento · deva11t les attbépincs, 1unga• quel tempo astrat to di cui mente preparata dall'autore Proust dice: un peu de nelle. J?asscggiate solitarie o tcm.ps d l'étal pttr, quella vi - cond1v1se da un I am1ro che ta ricreata di cui dice: des lo guarda~ f~rmars i e r:.· fragme11ts d'e.xiste,1ce sous· manerc mmuu e mezie ore traits au Ternps. a contemplare nell~ c"'rolh.: l\la allora bisognerebbe ri· odorose J'esse,1za di quel pr~· leggc_re tutto Proust , sen 7 ,a fumo.. Cl sono soprau•! tlo l scegllere: metil.re t personag• « n_om1•: quel « nomi eh luo- 1'1 che Muccl ci presenta _ ght • che. accompagnat i da ~~~~ ·dlaGU 1 !r~~~~!~: :f d~~: ~l~r. a~f~~l~~!' di\~t . pa;~ 1 : tor Cottard, Odette, Charlus, rappresentar~ cost~tU1scono, Albertina - son quelli che nella figurazione della m~ volevamo rive dere, anche se moria, una zona della vita; non è stato possibile r iaver- che permet tono la « rr.altà Il in• tutt e le loro espressio · indipende nte » delle hnma• ~:~l 1 1 1':~ 1 t:;~Ìo a~n!scN;~I:~ 81n1~.~elle quali i1arcc1 sd~~ dormiente , rion quella viven- ~a uzza, _sempUfica~doll, l a• te fantasmagoria di menzo· 1~1 ma deL paesagg i e rJcll'-1 gne che riempi e t-ol suo no- città che ama da 1on:aa o. me tante pagine della Re- FRAN CESCO 'l'EN'l'ORC

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