Fiera Letteraria - Anno III - n. 11 - 19 marzo 1948

19 mar:o 1948 Gita al mare di MARCELLO GALLI AN Si andò ol mare nea primi di agosto, perchè rimanere in città sarebbe stato come bruciar da vi– vi : non era tanto il fuoco che com. muo,·e,•a o ardeva le persone a precipizio, quanto il ~ato che man. cava, le O!osa che ?,magavano in calcina, le orecchie che facevano posa, le narici che sentiv,100 odor ùi fiamma sognando il ghiaceio e il ~gno si risolveva in raHrcddo– re !.ubitamcnte. In di più c·er:l la casa da pagare, la luce eia pag:irc, il g3b da pagare e forse, «fate le prossime feste, i direttori gcncr:1. h di quegli impianti :wrebben, chiu~o un occhio. In quanto a te– lefoni, tutti ancbbero potuto chi:1. mare, comporre numeri, invocare, ricalt'ne, maledire, tanto nesc;uno avrebbe risposto. In fondo, proprio l'assillo della luce elett-rica e del gas, del teh:• fono, dei negozianti e. del padro– ne di e.a.sa , il quale d aveva anti. cipato trenta giorni di sonno, era che Ci !tpronava ad esiliarci al mare, a conquistare la natura dt:.i liquidi 1 delle navi, delle scialuppe e delle boe j a respirare altra aria ; a vedere d'improvviso un lastrico di città !.temperar-Si per magia in sabbia, leggera, friabile, mute\'O• le; ad abbandonare talune piane d'estate ad incubo sul cammino t• che smorzano il re.spiro, e obbli– gano a trO\'ar &ampo !,OllO mH• parete accesa senza gronda, cosi, schjena al muro, nel Sen!,O che quella po5izionc pOSsa far SO• !,pettai-e una fucilazione al petto pci- evasione dall' Equatme. E se in città piO\'e, è peggio assai : eM:i di furia senza ombrello, !,enzn lo spolverino sotterrato nelle Ca.!ise sotto cumuli di pezzi invernali, c quell'acqua dal cielo dona le tra. veggole e c'~ da credere agli OC· chi, mentre la pioggia fa il mare all'incontrario, calando dall'alto invece che diMender5j e dalla via allagare le piazze, e l'uragano tre– mendo d'estate infuriare, sicchè una massaia d'impi-ovviso, còlta da stupoi-e, ci getta dentro ~euc ,·asi di sale, e poco dopo ecco un uomo attempato e caloroso aprire la fin~tra del sC'COn<lopiano e butcar!ti a pesce disotto, senza pensai-e, ammaliato d'acqua, di pO· ter sentue ad un ceno punto con le p."'lme dei p1cd1 o la oano1erct– ta del eh o~co dei giornali o le estreme foglie d'albero o anche il soffitto di una macchina ferma che non abbia avuto il tempo di accen– dere il motore e filai- via di car– riera per trovar rirugio da quella inondazione cittadina. * Si pi-edispoiero dunque le prov. viste per tre giorni, si mi-se d.t parte qualche denaro, quando a. vesse dovuto !.Crvire per casi cece• rionali; denti-o due valigie si fic. cene tutta notlc per l,trada, fra i 6ospetti di un anacco di band:ti c un allarme di tombe ~coperte. * Fu age"ole entrare nrl tram che do,·e"a portai-ci alla cii-colare bru– na. lo misi !-.Ubi10... ut davanti le ~porli\ le ce<-te, le \':-tlig:e, j ~:tC• chi : poi. ubbidiente, s;1li i di dìe. tro, menti-e umi i mic:i a\'evano trO\'alo un pOMOoomunque accan- 10 all'uscita di serviLio. '.\la quan. clo .smontammo al capolinea dell.t rii-colare bruna, allora ci accor– '!emmo che non era facile drwve. ro salire con tnnti figli e tanti sac– c-hi s.ulle r-palle. Come Dio \'Olle. riuscimmo acl emrarc d'impro\'vi– (-,O, chè la circolare non si rei-mò alla fermata regolare, bensl aJcuni metri prima; sicchè noi ci trovam– mo dinanzi la porta s.palancata e· ci cacciammo dentro a fatica, ogni persona con un sacco o un;f spoi-ta, o una valigia addos!,O, mia moglie con la creatura sul c:1. PO. Viaggiammo sino alla !itazio– nc sospinti. re~pinti, sfrel?"iati, C'OOtorti, malmenati, strappati. La 1rente che entrava non usava com. 'llimenti di !,Orta: alcuni cnwwa. no all'incontrario e, a furi:1 di -.1r:ittoni, di rinculi e di ancate, r:u_scivano a prendei- f>O'-lO e a ,iazzarsi bene. Ma \'iolente erano le donne·: ,,io. /rntis!>ime le yccchie: ci Rispetto Voi. Qua c'è ta cani:tie bianca. r\J ')()sto. Fate largo. Scr-eanzati. Vi 'lOtrei e~ser nonna •· Soffocati ri• nancvano i più piccoli, aj margi– ,i dei piedi e dene 5C3i-pe dei l!Tandi. Bendati dalle ~ottane, ca– ·icati dalle borse e borsette che e vecchie, pal;olndo il bi~lietto, ih,ssavano, non prendevano pili ·ria, manca,·ano di luce, sottei-i-a– i vivi fra l?"ambe, ve!.ti, calzoni e rrembiali. Sicche un grido conti– "'Uo si leva\'a da quelle tombe di toffa con un 'in\'ocazione con1i- 1ua: • Pap.{mammfl. Tu Gianna. 1hè, soffoco. Chi mi :-iiuta? Sono OltO •• Il pili piccolo dell.t compagni-. si era auendato M>ttOla gonna da una matrona enorrne, in g1noc. chio, e procedC\'a ginocchioni ad ogni passo della donna verso il fondo: dove,•a respirar maJe, ave. va il na!,Ocai-ico di essenze anda– te a male se, ogni poco, facendo forza, alzava una parte della cor– tina e blaterava fortis.smo, a pie– na voce : « Dove vai tu? •· • lo alla stazione ». « Mi a,'..visi quan. do arrivi », e si rincappucciava. L'altra, il donnone, godeva vi5Ì• bilmente, fra tanta afa, di passe. dere un uomo, anche piccolo, fra le gambe, un uomo lecito insom– ma, compatibile con la legge cor– rente dinanzj a tutti, Ogni poco, quando la res~a si estenuava, e i posti di rincalzo erano occupati dai ritardatari, il donnone respi- rava meglio, le,·a, ;i in alto la bor• '-ella, rapri,·a, \"i dic;:;rnccavao una caramella o un cioecolauino, chiu– deva nuovamente la bor ..etta. e <li 4,:olpo nln,a I:\ vc-,rn, fra la coster. n~viono' dei prC",cnti Ut,-Calcati,gri– dando: 11 La bO<.'<':t, 3moi-c •· L'in– fante non si foct,·a pregare due: \'Olte: si al1.:l\01d,t 11::rrn con una ter:ta mano, afferrava a ,·olo 11 clc1Jciume.e la dt.mna 1-alt1\'a il -.i. 0:160, sorridendo :1gli altri come runica donna cui fos~e permesso :il.-nre la vc~rn in quc:lle tragiche (CONTINUA IN I\' PAGINA) a~ LETTERA dal Vittoriale GAIWU1\J;, mar:u. Hl C:vUll,lt-l'-1...:.U (;vii Hl 11wr1e (,, U .1n,11111.:1u u1tt 11 , 11iunu1e, <-11,USU fUIO U ,,ue, IIIUl!IC!llll:J al p11U'1,I· cu, c:vme la CClJoll a, 11uu,.wa,H (JJ.tru pr&• ..u,'-' ci.,uu,nv, upw~u , au1Ce.h u,lu ,..,uu. I:. nc,,u nulle uel IN'"''-' mar~u ,11.N la p,.,pu«u1v11e (.11 lruruu11e d1.: (ne• ,u ll''v "' pvcu p,u tt, tre 1u ..u, pru,,. 11cure J«l 1iucl.eu 1le,la ru~1,ca r:aw.i J, /...<,rs1wc;cu urcl11, 11wrag,1e, cvu.mne, mc<111e por11ca11 - tttlil :.f!la11te , ,,.,.. malow àw11.;aw arcl11teuo,1,ca ra , mla11w, della t.~gt'/u.;w11e ,n1e111a u prvcurure alt'osp,1e un c1ucino d1 J11e11• :.w O$JÀuto ed una palf'rlle rue,1tita /ur• mubi.:1one J'b·1lw - s1 ru;ersi, v1 mas– i(! menu per 1m pellt'Br11111gg10 d, de.1:11· :w11e e r11cc<.1g1,111eruu cl1e ~r cur10S<lre 11d iutJgO reso proibito e legge,uJaruJ 14,lfu.:fone as..u.,.a del pettesul.e.i.:o. Mu si, ulo:i e i c,pr~,. laun, p,uw/on, uleandn inc:opSUia/1fra mur,, -'Calu e po a,lelli ev1/a.t.t1r&u oan, /orma di m1• tt'ru. Dow podu pa,t.51 la notte ru:u.Ju• men, ti &110 VOito cor1..sue1o e il .oJo arcm10 era ,,uetfo a1111ct1 e per 11u1fo .lrm.,,t,,,nJe della morte dell'uomo: d, im uom-0 nelle stJ111l11a11u ael quale la vlla rongedandos.1 mm 01.em J,men1ica- 10 trocc:edi spiri1u(Ù1tù /m i .est1i gro• mi clell"usuro e della c.eccl11a1a, e per ,I ,,1wle l'uueUHmlento delta morie appn· 1•.t.l fenomeno P4mtoale e pieno d, d1· 1crniane. Chi ricordavo il foogo uc111uc.oa ri· con ,scerlo, e ,iel/a artificiale lrw/ormo· zione trOt.•twa la cli1t1t.'4! neppure molto cOmp ica1adi umo q11antoera aut:enuto in quel recinto nella p,er11c1c,ua dello n.r&,llomagari le&1t,-mo, e ,1u1nd1ne.p• pure pre.swum»o, ùt!I " t.'it:ere in1m1ta• bile•·. E taluno ran:isau1 la /i11m1 1ingofare tlell'albero che dflll'altra p11rte del cortlte si t.'Olg~a con u,111 dis,nvol• ta piega al porttcu dorie la inlmn Je ne 11ai:a1,~glV11a da famtgl1 e. legio11ari alle •palle de.i quali ,; cusiepat.10no e .scom• b1at.\llno i t.i.3-,tntori. la medeii.ma luce l'l,e Mva un riliet.'O ,propor:ionato olle mani coniillnte (parei:ano mani di per• aona che Ut.'e$'e ad(J1H:rato per tu/la lu rito atrumenti e ordisni n.M.ai p iù gra• ooai per t.~11me e IH,10 delln liCl.-e. mn· twin tklla penna) giuniet:a alla ..scor.:n. LA FTtRA LE'M'ERARIA Ecco tre "sipa.rii " del 1en0t.-eJe Ema. 11ut!le l.11::nli: bclliuw11 d'estro i,u~n• ti1,o ~ di sinteti cliiaro~curnlc. pu/elli di "imp·1gina:ione ". CAtremamente ,apo. riti nefl'arabe.11CO del ling11a1lf\ogrn/ico. Non conosciamo l'autore, cl•e ci ha man. dato queste .1:ue prove sen:a uno parola. r1dfalbero e ne mtiMrac.-n le venature 1,1.1 ,gu,gr1e e teug(lte. A11ct1e al tauu 11 Kr<J <t.iu trOuco r1•1w11dcu1 Cuti un '"'I" es, Jwhe 11i m<;lnl/ourwo a ~rje11a pa/,. iuru e 11c/ qua,e /ti 1cm11era flt.e$~ fu• JtllO le dure iri<1e.scm.:e de.ll 'acci<uo mf!.MQ ti /uueo. ,1 e, c.. ntru le Jrt,11Ut:. 11 d1~.so11mawno alle e rade, .1:1u rum1 li. /Jer, tt \c.e,uaA: come , tcn1acol1 01 u,1 1,0,,po. cu11p1CcfJI'foglie sempre t.erd1 e mw111e .1:11111/i 11 ,,uelte. degli ulir:i e tlci f('cc1 $i dice che fulbero: •• Arbu• ;i,., Smid~11ca1111 .. /OJJe l'umco ~empia• ,e non to/o nel/« :una. ma ,n tulla f/. ml,a. Ne n.t.et -o 1mpor1a1r,il M!'me. dnl· , 'Or,e111e r"-'1,--e tra//icat:o uno dei primi 11rr1pr1e/ari della Co.Ml e macina d, C(lr• gnac:co f' il clima e l'lmmu$ garde.MJnl gli ru-et."<mO evidenJe.mc,ite cOn/ento. Nun 11 tret1a1110 le nrc/1\te1111re c/1(' i11. c"11tnmdolo Julfo loro Jtrada gli /11rono ft111eiirnre inforno CQII 1411 rispeuo wJ. ,m ;, formo/e, poicl1i amputato e pre• mmo l'apparato radicale con /onda, menli, porfidi e matmi, l'alb~o i mor• to un:a eredi ,,à da alcuni anni. E la pre.sen:o del tr()nco ,ierwiro, •arreno da un pmllello, cl,e 1·11 squa• mand<Jsia pvco a poco e marcendo .•ì mlf.'1(111'1 al .senso d1 J111rnllore che le Ca• ce emaMno sollo qualAwi Jo/e. Ni ,o-– no da 1ru<r.eurare il mau"<llt!Q che dumi• n'I con le orc/Je e 1111 bwnco,e che r,l,– bacina dot.~ un tempo l'occhio lrot.--at."1 la moc!estia de3li ulid. e il teatro gre• CCJ d,e incompiuto fa l'eOe110. per lu facilità con ciii il cemento armato insu. cliriu e it1t.-ecc/ii(I. ,li un n1dere precoce. A,I og11i modo, pur i,1 mu:o a quP...sto pt1norama di cose d.e/unle, non m1111ca• tV1nO a ~mn Bene/li, Cl)mnt011r»mndoil de.amo nnnit.~Mrio della mnrte dì D'An"lun:io. 'i mf"..:zi e i prf'telti rin– ,rnccillhiTi nella t."lria ed inlt >n.vi avi en• •11m n•rrena ciel poetn, p(!r /or nleg1iare 1•n /11nt11tm<t me11n 1/11/d(JtO e ovvio nel– lo Jp/t>"tloredella 1iorn,,1a prim,werile c.cinrin111n /ra cielo e lago nl ,lolre. cli• ma del mito mediterraneo, Fu un'occa• •ione ~1ta di riu.~.gfifl e riamnm· :i,,rie e Jen.:o prome(s,e, t'ora1oré oret:• rh,à ..srn:a com1inzio11e., nel dednfo ,li i11110crmbili incertez..:e. (Pare che $O{· /ri11,e ,li 1111 forte mal di denti). Giuseppe SISSA 8enede11a taciturnitù 4ri liguri. Pensfo. mo tlie. &iag,oi:1111e, d ttcoei be11lieti di preuniarne l'opera g11.1tof0. Qui la ,,re:iusità del serogli/1Co n<m scade mni in ,fecoratiri.tmo, ma si numticne sempre vit.'ente nei ritmi compo. .sitil.lt e nei t'O• lori d, pla.sJicità. L'i111Je11:ione del co- ~,~me. così suat.'OBante e pur quoJi do. cument,v1a, è mirabile. Quanta Com• media dell'Arte è /H"eJe,ue spOntanm• mente in <1ue.ste tavole/ Più c/ie in ceri, •eri .l:l /rallall tl, -~f>CCllllibll ... E jj am,m· ri il natfoo dono ,unopa/ico, in quei mimmi acce,in, di r;c,e, d1 porte, di bui- coni. di nappe e rendn««i. Contenprmo tuttn la pania ine/fab1l, dei fondali. '' pri11<ip,,li " e quinte, ndla /ar.:oladel· l'a11tico tentro cordialf'. li l1H::ali è una /or=a , 11101.VJ: non si! fo la&cinoJ/11ggire ('(li1ori di libri. teatrali e regi41ì. * Cinque poesie· ~i Costantino Cavafi e, c... a. (""-"U) • t. .--•11•• pN1ic• ,.ià 1a1.,,e .. a•1• " Il" mud ..,... 1 ..1 ,.,., elka.d, .. Il .... •"•"• •li ••butlll P•" ... , -•be.e •1 •• ..•'••'- eo• ace.•11 •l•1•l•n.-, I. " Il •11• cu10. hl•n pt•• ..... ,.. ....... ,11 .... , ...... ,.1 ... i., •• .,.... u. ,i.,oc ... o... c:11 •••• 1.,, .... •a.I••·· c:I• CUCI• 1u,li .. ln1rl" di luo•url,, uoo I■ "" Il rl•"'" c•111 ...,pl•1l•o•••outl•• le oue •lbn, alo"i plò e,.,,..., .. • I'•••• p•ò t•..,,.,..,.,, Nel!' •-"'P"t"••• ,.,.. u•• """ lcu .... "'1-ta ,._.1 .. "I pr,•• ..-,u ... 1.-.d-,11~ ••• ,.i,--•111• ... e;, ...,... u....... 111. cui ••• - ••bil.Orl lei llcl "•-• •&-11•"1" "• rl• ffrQ f"'UO•lll•1 "C.•e&, eu o....u•d•i– e 'l"•■dG l,e ••• ad Al•••••""" •• ..,.o alloro udici • .. lcluu\ .. oaal • •ro le1•1.. al ,,,,,,■ c:11 Gr••-ta .Orlo p, .. c1..... .,,. ••1orwo •1 C...ufio. •"• u ..u ••• lou. ,redo, "" pò plò <Ilucou' • ,■I, G•.,•· MOfa t• ..... ri•in• di 1.11., ... r.u. d• JIO• ... , ''"•· .,..1111 •• c:1 ... , .... a..... .. Cre,11•- e••...... , .. ,_,.,.., .. 11,i. ••I ,.-La-di l.tlcuri 4:l u.. .,oul •I• 4el 1■11• , ...... . 5ogi deU-""" dl C.uli, •o- •pp•••I la Il u... ..,.,, .. • • .._ del p,..,, •• 1, .. 1 oeee•do '1...,,1,..•• .. I p_.,... A.li' "'••• '• ltod"II" lo 1••• .,,..,..., di lh11oe I -111 ... rlff•do,n■no le lhld, .. ot•"'rt .. • 0110 10,.14 la» ..••• ..•'• I• c.,..,.,.,.., Giura Ad Ofni poco giura di cominciare una m.11:el,a 111a. Mn come vien I" 1101tecoi suoi co11•t'· sii arcani. e coi trioi compromeui. e co11le tue IUSlngh~, ma come 1-ien la noue con la Jtia /ar:11 arean11 .1'e lo rude il piacere. li JUO corpo. lo t.ince 1m'ero1ica illecita ebrietà: le membra gioi:an1 llllt' le si obbuntlunano. f:,I è co.. ì dm 1111 Jemplice r"gauo 11 i 1 /<1 ,1egno che lu miriamo. e nell'Ea:elso ~lo~do ,1 1 l'<Asia pur e,«li f"L'SO, un ommo. 11rn&"~u sen.11bile, con ~11rue nu.:>1,,0 e culdo. Lavetrina de] tabaccaio lccanto nlln t.'t'lrina /11//a chiara del tabocet1io. s1at.n110, tra molti. '1ncu111raronil, sgmvdi, ~ sorie: ,liuero la vie1a1abrnmoJia della carne. 1imidamt111e,dubito1111mente . ';111marciapiede, pocl1i JNU1i d'an.sia .. ~in d1e $0rriuro. liet.•e aooennarono... E,i ttco. ormai, nello carroz:a chi11sa .. cor11i1A(11e labbm. sWl11tema11i. e tutti le/In t.•ictalubrama la bf!ltà. Di sera l>11mr~11011 potf't.'Oa /unto. Assai l'e,.•IH"ienza de1li anni i maestra. M11 brusco. (11 corpo smania e brama). m/1'~,,Mte trCJ11po brus.co l'orTastO cW duliao. fatale gi.oi' (, ancora perso, cade. Passaggio Ciò che /anta1ticò timidamente ® sco– larCJ, è uper~u. Si reclina. si perde n ,,ig1/ie, trm•ollo. E com'è gi1LS10 (JJ('r l'arte nostra), 11 sangue nuovo e l.ti l,('//t, i;.itaera .,; curta! E pure, come /orti gli aromi, e l}!'odi1iosi i letti Ot.·e 1iacemlfrn, e a qual piacere. /uruno i nnuri corpi abfxllldo11mi. Un 'e.co di giornate di piaccre, un'eco rii ,iornale. m'ha ro11iun10 con un barbaslio di ~iouenile Juaco. Ilo ripreso una lctt~ra tra mano. Ilo le110. a11cura, e t1ncora. Sin c/u mori la luci. caldo Ed uscii uJ bolcon~. mal,nco11iosomente. l"Y oangiar di pensieri, al rimirare "n p0' della cillà dileua, un poco del mo,Q della I/rada e dei nt'aozi. ~I' anfai St.it1c<Jlmo <./11 ceppi. m'nvr.:ioi. t JO(l1menti, ora renli ed ora entro il cuor#! Jul,/u11tri, m'nvrttli nella 11011e illuminala. ll'ubber.:erai d~ piU sngliordi vini, •11mlibevono i pròa, del pince.re . {trnduz. dol ncogi-cco di F. M. PONTA.Nlj. Libertà per la cultura Un gruppo di etudior.i di diverae ten– denze politiche ~lo pi-omuvvendo uo eoh,e1no, e Eu.rol)'3. cultura. libertà •• al quale vanno aderendo num rose per, ruili1à. Al tc,.10 dell'appello per il con,egno hlllnno già opJ>o•10 la firma Bencdttto Croce, Cact11no Jc S:11ndi1,, l.. uiai Einaudi, Ignazio Silonc. L'3ppel· o dice: • E' dvv ro in c1ueieto mo• mento di luni. tn5 tpa:ialmenlo degli uomini c'olia cuhun:i. non in1annare, più che ali al1ti, te •1tai. .... • Sembr:1 per altro cho una eol.3 ma· nir"slozion«-- o aff"ennnzionc polilica &li in101le11uali possano e abbiano il do,·C· ro di fore; ma è !alo offenn:11:ione che a gu:11i-darla bene ti tt:or10 che appo.r- 1icne 3IJ'{'fa(?nr.o •'""'-1 dell'in1ellc1tuali• iii: l'aferrrm:ione delb liberti, perchè •enu la libertà alla in1ellet1uali1i. o.. come •i dit'e, alla cultura, vien meno l'uta rrtpirabile, f'd e•1:11 dcc:ade e •i tpcgne; e, peggio anc-oru. ne occup:1 il 1>0•to una folta e me111:111nera in1elle1- tuali1à, qu.:ile abbinmo vi•to cnmpeitgin. re in uno 1ci3gurato ,en1cn11io della vi• ta italian:t ». carono alcune coperte per otto!~============-==================================================-========== persone, per la notte, coperte pic– cole, come pulisciscarpe fuor, Ja poi-ta; otto cos.tumi da bagno dc. gli anni passali, tarlati, guard3 ca~, sempre nei punti innomina. bili; otto scarpine da bagno che la madre dtrovò, pei- avventura, fra un pre!oepio in,·ernale e alcuni quadri di diplomi ; otto fazzoletti coi fili distrutti I e otto infine ve– staglie da bagno, rifilate, com– promesse, stantie; e cj avviammo finalmente vtr!>O il ti-am. ~on ap. pena al mai-e, ci &ai-emmo aHam. pica.ti su una camionetta qualun. que, avremmo pei-cor-so i) ti-agit– to dalla stuione sino alla pj-neta spencolati in qualunque modo e, una volta toccati mare e. !labbia, eccoci djfilato fra gli alberi a ,sce. gliere il luogo pili con\'eniente pei– la sosta di tre giorni di otto per– sone stanche, tra\'iate, sole, inca– paci di attaccar bdga con chiun– que. La mal:tttia della città ci ~i– vorava tutti e la permanenza 1n città. nei mc!li atroci ci a,•e,·a ri• dotti a mostri. L'uno si cre:de\'a pieno di petecchie, )"altro di Jn tumoi-e, maligno ma grosso _come pigna; la terza soffriva di d1srun– zioni; la quarta aveva preso il vi• zio di urlare a qualunque costo, come per la mania di un'attrice provinciale destinata a scr,;.tencre pani di lupa o di jena; co~l sino all'ultima, piccola, diruta, ~pe– i-3 .sempre dietro le lenti degli OC· chiali, che ,•oleva intingersi nella: acqua pci- poter fai- provvista d1 sale. Ma tutti era\'amo rapiti dal pensiero di poter sistemarci, in quanto bagnati, nello ~tabilimento più dcco e più confortevole d1 tutta la spiaggia, anche avessimo do\'uto 6pendere il pos~ibile e tor– nare :\ ca-.a sparuti, scnia un '>01- do, costretti a far Ja 6trada :t pie– di dalla !llazione sino a cac:a, 11 che vole,·a dire in fondo rimaner- DIARIO - DI UNA GIORNATA INCERTA ,. Ieri, t#la giornata qualsia.si. 110 faJ.to male a ,,on scriverne ieri, man mano che usa nasc..?va. GiA oggi, cii, che ne torna alla ~nna, non è p,ù soltanto la s: ra.na ruvida dei piccoli a-.rvenim~nti che la com• posero cosi s-imile _ eppur-t. non mai del tutto - a tante altre gior– nate; già 1m ;m.palpabile t1agheggiam-ento di essi, un colore dt lon– tana11:za., ne smussa i contorni, li assorbe e addolcisce 1m panorama di cose perdute. Melanconia: q1iesto è stato il primo modo per cu~ mi sono sentito di nuovo vivo, ieri maUirta. Ero sveglio, la. tuta sul guancial.e, e triste. E' spesso cosi 11 mattino, credo sia ,l rammaric" del sonno finito, caro sonno, di cui sono diventato cosi avido ccm gli orini, man m0110 c'hc egli diventava con me più avaro. (0 forse la modesta radice di quel malumor'e era soltanto in questa leggera dolio fisica che mi dura da qualche g-iorrro, ,1 sonno 11~ la fa dimenticare, il risveglio me rie riporta prima lo st1411>ore di sentirla e poi, 1m atti. mo d<>po, la memoria: mi ricordo cl1e sto poco bene, penso ch't dn– vrà fare una cura ecc., ,e cii, intona , miei pensieri a 1m che d1 an. mn1olato, di f11tilmente funereo). (Come. i difficile e forse ;n,..nuJno tentare di c.uere a.sstJl1d,amc11- te "sinceri"! Drco quando si sc,.ive, per gli altri. Gli anni ace-re. scon.o il d&.Jitkrio di di-vcntOrlo e insieme la ripulsione di riuscir. vi veramente. Forse e; vuole, per riusci'rvi, non tanto ima certa im. p1,dicizia, q11anto 11n bel po' di burbanca, eh.e dà peso a cose nostre che ne hanno ben poco, e recita con esse il melodram,ma - magari con k apparenze meno ~Iodrammatiche e più dimesse -. Penso spesso che la più consolante delle condicioni i,ma11e s-ia quella di star dentro di noi come si sta, d4estate, soli, nell'appartamtnto sbarralo e ombroso da cui gli nitri so,io partiti in -:Jilleggiotura: quel segreto, q11el senso di nascondiglio, q1~lla soliludiJi.e. tetra e pure allegra, q1,el fischiettare ,o,umesso e buffo, per no, soli, q11cUa strana t 1111 po' stupefatta libertli, quella distanza). Mi pare elle la ,nattinata sia t,asctJrSa cosi, dominata da code~ sta Leggera nota dr trtraggine. /)appr,ma essa ebbr la VtJCe drlla dori. ria che -viene in casa a venderci a cnsi caro pr:,,;=zolegmmi, carbo,~ e aUro; ,i.e, 1ul1vo, di lt), l'accentt> insieme a/ano c:.ppure alto, aggres. sivo,· non mi arrivava la voce di mia mo,rlie r ciò 1111 impietosiva leggem~nte per Lei. (Mia m,0glie teme sempre che si dcbbu finire nella più rtera miuria, dov'è più il lieto coragg;o dei giorni t1ei qual.i decidem,110 di sposarci a quei prtffi.i anni, in questa stessa casa.::>). Poi fu 11nostro fornello eL:.ttr,'c. unitamente ol fil d 1 ferro, /or. bici e caccill1Jite coi quali jo mi adoprraj dt agg,tuta,to, S('mbra elle il nostro fornello ekltnCo, che pure è un arnese at•ai semplice di fil di ferro o spirai.e, non abhia altrn vera frrn:itme che r111ellad1 g11astarsi. lo 10110 adibito a ripor11rlo, ma sia lo ,ma rmpcricia, lia d; UGO BETTI la ma11ca,iza di ..\trnment1 adatL1·, sia l'impQt:,icnza fisica clic invade le dita q1uvrdo esse sono alle. pr'tse con la11ori troppo mhmli e diff col– tosi, finisce sempre clic esco da tali upera=ioni sudato dt stauchez:a e c11po. Un tempo rite11<:vo cl,e a11cl1c c16, e ogni altru d; que/le um..li incombeu::e di cui è canea la 11ita familiare, pure g,ovD-lsero o manten~re non so eh.e a/fdtwosa intesa jra '!OÌ e ciò che, in fondo, è lo riostra realtil. Da q11cJche tempo 1nwce, mi t·urba la voracità con la quale queste e altre cose di dubbia 1mportani:a rodono, q11aJj fra le inie stesse mani, le giornate della mia vita. Esse sono state im– mense, quando ero ragaz~o: sembra che queste di ora, 1"'l!CCC, volin1J -via con una rapidità attonita, crcsce,1te, orrenda, ho l','mpressione che ess-e mj vengano addirittura strappate via, cosi, dall, ma11i, se1i. ~ frutto, m 1 batte il cuore pcnsw1d.o che il m.<.rm~mtodella mortd possa sopravvenire, cosi, senoo. che io abbia compiuto ,rulla d1 c16 clic Ilo tanto desiderato. Lo stra110 è clic da qr.icsti pcusirr; sono uscito, d,,po ,m po', soll.e·::ato; e quasi allegro, poi, sono stato per quasi tulto il porne– r;ggio. Questo m,st,4;rioso rasseret1ame,i1.o a-uviene sempre m noi, a "n certo momento, dopo og,ii ma.tumore e forse recato proprio da esso; mi ha fatto spesso wnire in me11te "ttn rialzarsj d'erba p-ie. gota dopo la pioggia". Ce lo anmmciano i più fultli pretesti, per esempio ieri, complice la pig-ricia, mi ero ir1cw1t1Uo a guardare dallo scr'ttoio m prnomb,-a ima sottilissima ve:rticale riga di forelli114ft di luce filtrant: da ima commesswra d,ella perJiana chiuso e buia. Alcuni di q11e.;forellini brilta11ano d'un gradevole gi"llo, quasi c1ml 1 ra, atri, non so percl1è, e bench~ vlci11issi1111a1 prrmi, ertmo kggeNnente a.D.:mni, facc.JOJIO ve,drc '1~ 11unte delle goccie, ,l mare. Forse sono sl'111 quc; bei calori, a rallegrttrmi: io 1, m,e-i10 d;me,iticati, ma certo il filo di ragno dei pensieri vonfrtJ tla essi quaiu:lo, cli colpo, sentii ,ma g,oia in tutto m... •, come 1m teporr: avevo pensato a "tutto qtM– sto" (l'rm,~•rrJo, ,l c·o,tiii'. sutto, cmi gl, tJlca11dri t' i p11moduri nei -:.•as; J, latta, i mari, lt for"stc, ecc.) l'crJ :>•o -:.•istn ""'"C 11110 st1rpc11. do g-iro di deliciosi colori. e senth•o piace.re dr tSH:rcj III me:;:o. Su questa strada tlt, c(J/ori <11wlc11no 1111 viene didro. Ilo 1mtllll• gi,iatu t1l!glj u!limi lempi uri lavoro di h'atro, ma """ ceffi p.; e <1ut:lbatticu<>re elle fa temere gl, 01i:.i, mi tra/lt'11J:1111u dul ,·m11111. ciarlo, Allora, tlisoccupat,'. i peru,,11,gg1, n1m1, diusomcutc o:ins,, nelle mi.o fantast,clu-rie, com4' spiriti l'l'OCati in 1111a casa t1uota, do11de non tro-vano pU, la t,orta per 11.scire. E' inte. ressante 11otare. cha sono sot,ratutto i personaggi mfoori, glj altri sono troppo assorb1ti dai lo,.o guai. Specie qruutdo vo a. spaSso, nel. l'ora che precede la cena, un certo mol!essere eGcitato e stanco me li spi,1ge mio malgrado tra i pensieri, seguito torme11to-samente a ~– t11ra,mi cilJ che essi farebbero o drrebber,o in. quaesta o ,)1 quella cor. costanza. Mi accorgo che essi mi imitano terribilmente, ., cerco in. vano di esercilare sii di essi una st,ecie di cnrrecione.. V j ~ fra essi sopratutto ima assai vecchia e sorda e solitaria sig11ora, stata gili molto gra:;iosa e amata,cu-t i oolori delle cose rlescono particola,. nt(!ltlle consolatori. Anche della. sua lunga vita quel eh.: ella sopratutto ricorda, affievolitesi. molte m.em.oric, t qrrel funiare o scorrere e bril. lare e stormire e frusciare di a11tic}u' rosa e OJ;c11rrj e -:.tc?rdi. come di belle ~licate sete. ltt q11est, pensieri e quasi -:,cdctuto t111to ciò al. ,n(O fim1co, cam. mi,iai iMi sua: e com.e sempre, mara mano cl1e la pei1,ombra calava, 11,ia leggerissima pena riombrava q11cj pcnsiu-i. So di che si tratta, b,mchè non sempre q11ella pena si form,tli in un rammarico predso. ,E· 1 1 senso della giornata fin ta e forse ,1011 abbartan~a uti/icr;ataJ cosi i,icerta, cosi timida, povera di veri contatli umani, cosi diversa da tf14eleh.e vorrei. Lo stesso gridio di bambini cho giocano prima di cena, era nel mio cortile, me lo portarono le fin-estr, aperte al pone.11tino. Questi bambini del cortile io posso dire di conosc.:rli, ormai. tante -volte ne ho scrrtito le 1.•oci e -:.•isti di quassi, 1 g ochi. Parl·amo di loro, con miti moglie, /eri sera, con gli ocelli sul giornaJ.-t. ma diltratto, udivo ti; essi, a tratti, parole affa11.11atc,falle risa, dalle cor.tc , oppi,re i pianti frequenti, i richiami dcllè mamme, o ciò mi bastat·a per capi. re, 1•cdere i p;ccolj drammi di ciascuno. E di capirli cosi bene, pu., no,i guardando, provavo ima certa dolcccca e anche mtstic a. Vcn,va dalla nostra c11crua 1111 odore metallico, di cattivo carbone compresso. Poi fu; con la testa S1'f guanciale. E s1, po.Jera, divorata dagli attriti, molto di~icrsa da qu,cl cl1e io speravo, m, sembri, la g-'ornala di ieri: e ancl1e tutte le altre che cou t•docfM co.sl minacciosa il teni. po, come un 11c11to, mi strappa dava.nt.i e butta alla mie spalle. Ne ebl,i per 11n momento, come talvolta mi accade, i,n'a,1gosc•a acuta, q1_1asj un s11dore. Ero stanco. M j durcn•a in bocca 1m buon sapore dt pesca. D'un tratto tutto s'allontani, da me. lln il smmr, tliffic·l.: t. benchA stanch·ss,mo, se non rr'esco ad ad– dorml'nlarmi subito, il sonno mi sfugge e non torna più clie dopo l1mglu penose ore. Allora. nnn appena spento, ;o, c1t:1ufo }!li oul1i c,m una specie di i:elo timoroso, e quasi lo supplico, confusament•, arde11temcnt.i, il caro delizioso som10. Mi addorme,ita.i. Ugo BETTI

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