Fiera Letteraria - Anno II - n. 40 - 2 ottobre 1947

~ IEKA Ll,.'M'ERAR . 1 Pagina • • t1c1nese Ragno. di sera ER~ tardi_ quando Gia~inlo Bc;::i capitO a San Mu•l1e'e. Le ·1m111c gocce. del tetn• J>Ora!c gli brillo\'ano ,,ulla $(·hiena mcnlre ,11t1endevar ,11.l 1>-eri~tilio. Sult~e fo :-cale. ruomo vivo e f,1uallido ,·cni\Ta in1rodo110 in una ~ala dalle 1mreti tup1>cz7.ate di ro:-· .io. scura per il maltempo che ruori si ro– ve~"itl\•a sui fogliami. torceva le magnolie e creava po-✓ozc nella ghiaja clella cttncelJa· la d1e talora 1or11:1va a rivedere ti.ii , ctri, lucidn di piog~ia. delincar.:i fonlaslic·a :i ogni lampo oonlro i bas$i c•a,alloni Jd– l'orizzonte. [I duino nero entrò annunti~to Ja uno ,rerjcchiolio nel pavimc?n!o. Si ~cleuc di fronte a lui. - Quegli ocohi lo ~fiorarono apJ>t:na poi si ,·hiuscro in attp cl'ascollo. o di so,;no. « II pail:iO che mi locca cli fore, signore. è di <tuelli che volenlicri bi affi· tlcrebbero a un :1hro ». il notaio prende,•a ai dire. ccVoi connscete Orazio Omhr:i: O– razio Omhra , orrcbbc ro110 ... ccrc t1ualco.:..1. di voi e cli (fUC~l.a \'OSlrn ICOUIII. E questo 11en:r.a la minima inlcnzionc &"offendervi. anzi p1:r mcllen,i c,•cntualmcnlc. e c:on tut– ta la 6llO s,oUec•i1u,linc. a \'Ottru tli~1>0:-izio• ne. Da buon co111p111•sano »... [I povero .Amonio aveva ragione. peus:1- va la vC<:chia. E Don M.auco ancor di 1>iù. Quéi:i10 O un mondo tl'uomini in t!Or::-u. nt::i· .,.uno JHIÒ rcf"t:1re intl!ctro . .A un ba~lo pub· ~llit'o una donnu che rifima un c:ivaliere 01rìti·hia d.i vf"dcr_..i mancar di rispcl\o; no, ballare hi.::nµ:rrn. Nc~suno ì: :1l $it·uro da C(tH!.stoballo: non io: tanto meno S.an i\11- vhclc. Non vedo l'ora eho c~tui si ne va• da. 1>cr tornare a (,·~gcre c1ucl diario. JH!ll· suvn. Ed è quc~to il mule. lo non lo rom· prendo 11iù. Non \'l'.t!o che le righe,,.,crittc. J>iù nul'a ohro le rig.l;c, E' dolore <1ues10 .,: '' ilfo errurc tra le ;:;lunze di San l\·Ji· d1ele t·on 11'.lnto fasi idio in seno da augu•• ranni c.Jj st:011vWre insieme .i tuHa la le· nula? Eh. non è do!orc perd1C non fCcma: ho scmp,rc imm::i,.:innto un dolore non cli– ~giun10 da un ,·cr!o J>iucerc. 1:onte h 1113• linconia che quando si ltwtt 1': co111f"la lu· o" che dà un lume lristc mu dù lum• 1), riel.La :i,:110 l1>io,'l:va a111·ora un po·. 111.1P:1111, pio p:morama ,·hc rlilagi.1,·a oltre i ve1ri si era giù rischiarato). Ade~o con i cot•ci di alaba51ro e i pelali ◄U una ,-.:ct·hi.i ro,.,:1 vo· glio tirar,.! 11-~iC'me materia 1wr le mie U\'• venture d:1 tlomani in poi. in cui merito 1>ure quali hc dolore o purc.:z:ì: 1·:1d111 i i ,·alori dclln ra~ione. 11011 "arit dato ch'io muoia s.:117.a pa~re a,lruvcr~o quc~li del cuore. che ~o,·cnle mi ilOIIO avvcr1it:1, dc1r tro . .scmpru fohan:o allo :::ta10 di J!Crmor– gli. Ad oe:ni mo<lo un terribile IC~limonc esce da <1ueilla ca;;.a 1>er hauero una via maggiore. che potrebbe torgli1:rli un po' di i;angue Jngli orli. Ecco. rischiura: Le mu.ff. ) del 1,ur1•0 formo l"uria adulata e fre– sca co1ne una 1•11rcz.:11. E ora lorni•rcmo a 1,ortare a11ornu per la tenu.la ,111cs10c:orpo minulò e duro: al• tenderemo lii ,.,vcgliard doma1ti1n1. finalnwn– k r11ppacifirn1c e amiche: faremo come -se non e.i 11t:'.c111lc~e la morie, oramai us:tta e !lpcsa una \'ila comim.:ia1a .in rne?.zo a in• 1.-.rni brh·i«,h come ques1i rnei a!hcri do1,o fa 1,iova: ci a,vieremo in:iommu verso i giorni futuri alitando ~ulle fibre ilel no– $lro cuore quasi 1>er tenerle vjvc e suranno ancora ahi i_ vi~ito. t·avalli. e nw:z.:i di fio· ri C'he si rovcsc·crunno dentro 11er le .stan• ze: una colbn:1 di pi111·crj minuti. esatti. al renlro dei 11uul.i !>fu1tgiranno la nausea dc.I ,·ivérc. Potc.ssimo somigliare ;i quei p1.11•;ca11i - quello del Cristone ch!O ::ta•.o Carrozze di qui il 1,ri1110 nwggio! Quello che ci l1a clisillu ... ~. potrei dire a1rofizzu1e. è t1uu1110 la ,·ila, con In sua inesaustn JJropos:a. rc11dc nccessurio_ Ci sia– mo sl:ull'ia1i a vivere c·on un ritmo di gon– ne o d'uria come per 1um grun dauZ:11 su Un 1m110. lc,•undoci un ,,do ogni giorno. No, non sfamo C'a1ti,•e: nrn il 1emJ)O ci vuole nude :t lungo :iml:1re. e non ave..,amo da op1,orgli i·hc licvi~ime s1offc, elitre, /:thuo~ere ... .Aq• res1>ihamo <1u~t 1 ari.a in l:1q;lm bocculc, Iuffi:truoci nel furore leg· gero dei fiorj di cui i, piena quest'aria, como ~e fossimo nude e giovani. con una. ctolco 1•;1r11e die non conosce un, l.ro1>po lungo c<1uilibrio ! Che importa se dietro <1uell.3 J.Orta i• i-ui>lo t, coperto di cocci di nluba.stro misti ui ,,e;aN di una vecchia rosa? Puliremo ogni COi:ill e finalmeme sa– remo li. sole t.-ol• nostro sorriso incompre– so nella notte. pensava. e stellr fredde ap– ,,~rivnno; i rami più ah.i oscillav:m 0 scuri contro il cielo uhratcnero e chiaro. uccelli cal,:vano da <ruel ciclo e infilavano lo ~pa• zio tra i rami con un volo eenz'angoli, oo– ruggioi:umcnte: 1111 uccello picclijò in un ramo e fu una cascata di gocce luminose. .Acque e freni tro,·cr€uv:tno la piana. FELICE FILIPPfNI (Primo J>remio del t'Oucorso l>dr un ro– manzo indetto daUa ~t·ietì1 degli Autori ddb S\'izzeru Italiana). . quasi tutti TRE PO ET I Carnevale a Prato E' quc!"ta la Domenicu Oisfotla, senza un grido né un ,·olo dagli lllrn,1i squ:m·i del rielo. Ma le lepri sui prati nevicali sono corso invisibili. restano del.l'orgia r.ilenziosa i discreti disegni. Ant·he i ragazzi nnscosti nei ,·ecchl d1e hanno lesto l)CS:lnti e lievi gobbe entrano taci111rnj nelle case dopocena: salut.1111>con gesti rassegnati. Li seguo di lon1ano. mentro affondano dolci nella neve. GIORGIO ORELLJ Sequenza Gialla e rossa citlà della mi.t fam:iulll'ZU come .sei Jonta1w oh 'come sei Jontana: come la mia fanciullezza. Lucciole e gelsomini delle tue sere estive nei fossi delle mun sono stati. unu voha. Qua.111ì allarmi ulularono poi; quanti incen(lj_ Non sei più e-ho rovine: come la mia fanciuUezza. Nè più risorgerai. Come Ja mia ranciuJ len.a. ADOLrn JENNJ :~ ·_:J ,l (1----.__ ', Eva scura Diede l'autunno nevi prem:uurc poi solo :iuU'uJtime rose - 1 8 donn.t conobbe dolcissime mm:.tIB. PerchO si sentì oon l'inverno vergognosa dd figlio ha spoi:1? Coneva nella penombra. col ventre 1>iDKUe e tremava d'e86Cre 'scorta .•. Maggio il grido santo maturava. PERICLE PATOCCHI @M (secondo premio dd concorso 1,cr un ro– manzo deUUJ Società dt:f{li Amori della Svizzera llalianu). UX (iRt\;-[1)'10S0 i-"11.M rlir fn,à rivivere lo Mi/0110 delle Ci11(J11e tior,wte, 11clla rfr;orrc11sacn1• lcna,h1, li st11,or,:,ud:za,ulo ,1rfla. capiia/, 11mbro• siano. Il fifi11 sa,à fo1up,r1ato dal popolo mifo,. "e.se , e vi a/fio,c,a1wQ ì pr,so,iacg'· pi1i cu.,nttr,i• stici drll't.poca. Prc11tlrrà ispi,ariona dal ,0111011:0 "E11t1..sfo.r11h~' 1/i Roberto Sa.ccht.tti, clitJ Ila preci, sa111t.11le pc, :s,:;ri1ario le Cinque Cionillle, Il Sac• ehclti, che fu redall(HC capo dal 11173 al 18i9 11t:/ ''/'1111gblo" ,li /.t.()11(, Fortis, ebbe tkll'C'/l(Jca UIIII eco ;,i;•11 e /rtlcle: e allo. scco11da rclirion& del ,o. ma11:;o Bcncdl'tto C,oer dcttaua 101(1. pr,:Ja:io11c di itlco11di~io11ato elogio. /.,a si:;t:11qrKinlura l ojfidola, i,a gli altri, a Rctru, Sai:;clrelli, fiRlio ,Jrl. ,0111011- dere. * LA CO~l.\ltSSIO~E DELLI:. 1\KTI Fl(:UKATI– VE DI VtXl~ZI:\, ,ompcwa. di ci1u1,1r c,itic( e di d11(/IH' a,t,'sti ,i Ì' r1'u,iita ed Ila co.rilulto il programma gc11c,alt della XXLV E.sPosir:W,i, lit. 1rr,1ado1111fr 1r A ,tr ,u 1·cnr,ri11 chi" v1·e11rt,ri11cli111 pe, il majgio 194~.

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