Fiera Letteraria - Anno II - n. 3 - 16 gennaio 1947

FIERA I F.:TTEKARIA 3 COME VISSE E COMESCRISSEJAMESJOYCE . Lo scrittore irlandese ccVannu malti per qualcoaa, ma non s,:umo che coi.a sia 11; q1:ell1, secondo un motlo na· turl\lmcnte 111gle1t.•, 50rebbero grlrlandcsi. Dal• Jc due nvc del Canolo di San Giorgio non si sono m1.,i veramt.nte capili; .onche perch(' due persone mal si capiscono finchè una st.a coi piedi nddono 011'nh1a. E dopo che quei piedi addosso sono stnll levati, si darebbe che 1 due si disintcrcurno l'uno dell'altro. Quando un problema cc.s., d1 cuerc insolubile, in \lC· ,1erale, non rntcrcua più. E accade che una certa forma dello spirito 1rlande1e sca/Jalchi, per modo d1 dire, I'lnijhilterr3 d"lin salto e \'Cnga a trovar nuove radici sul nostro Conti– nt:nte. (Così, in altri modi e per ahrc cauJ.e, e·~ un 1raprnnto irlandt'se iu America, che ,cavalca. nc,,1dico l"Oceano, m,1 tutta la Ira· dwone anglo1auone, puritana e 1tr.o)onìale 11 degli Stnti Uniti.'. Ma l'irlandese 1rap1anta!o sul Lonl1nente recn pc lo meno con sè. di inglese, la lrngua ! E non è dir poco, po1chè sappiamo (o suppongo}) che cosa vuol dire la lingua. Sar<bbe un grave colPo per la let• 1cratura i11glc1e il giorno che dovc,ir. perder,: l'enorme contributo che le hanno portato. nei secoli. gli K.r1tlori irlnnde,i: questi conii non è dirficile forli. perchè basta elencare dei dati anagrnlici. Mn più di(licile stucbbc s1abìlire che cosa debbono gli ,crillori irlandesi nit' In• ghihcrra. I due popoli non si ,0110 rusi, non ,i sono capiti, non si guardano con simpatia, ma il J1.1ccovitnle che entrambi hanno turno e ttaggono da queste nozze fora1te, da qu,.sta secolare e non relice simbiosi, è incredibil– mente ricco e fecondo. Se vi dimenticate che Joyce è irlandese, non capite più nulla. E che per tutta la vita ha scritto in inglese (anzi, ,a Trieste insegnava lingua e- letteratura inglese}. E che, dopo la sua giovineu.a. non viue mai più in Irlanda; come del resto non ha viSJuto mai in Inghil– terra. Bisogna capire che qui c'è stato un Ira.– pianto doppio: prim3, il trapianto 1CColarc. a.tinalamentc contrutalo e ostinatamente (er• tile, della cultura inglese in Irlanda e, di n· torno. del gt'lrlio irlandese in Inghilterra, con le in6nitct combinazioni e variazioni cui ha da– to luogo quesll'I lunga osmosi fra due lermini in sè irreducibili; e poi il 1rapit1nto netto del· la persona Joyce di qua dalla Manica, dove per quui quarant 0 11.nnipuò avere, cd ha, as• sorbito influui e suggerimenti d motivi fran ccii, tedcK.hi, italiani, svizzeri, slavi e che altro. Bitognn tenerne conto. Ma tutto questo, dicono, è sociologia I Bah, ognuno spende gli spiccioli che sì trova ad avere. E so bene che so rinasce Francesco De Sanctis. e 'è tutta una scuola di critici (più giovani di mc, che del resto non sono giova– ne, e non sono un cri1ico) pronta II mandarlo al confino di polizia. Ma a forza di insoipet– tirsi del dato cosiddetto 11sociolog~o 11, e ana • logamente di quello e,psicologico 11. m1 sem– bra che costoro si sian ridotti a non ctipiret più nemmeno se sleSJi, qualche volta: ma nel caso di Joyce, il t,apianlalo due 1Jolte, ,on<., andati a noue, e in tulto quel materiale vo lutamente incomprensibile hanno capito anche quello che non c'era. I massimi JCriuori del tempo Ili.), e segnn• tamentc quelli anglo1a110ni. gener.ilmentc han· no apprezzato a dovere il (( primo 11 Joyct'. quello, per intenderci, di Genie a Dublino. ma sempre meno il Joyce di Dedafo. di Ulis– se e di Work in progreu. I nostri si sono en• tusiasmati per lui lanto più, quanto più eRli dava nel confuso. Uomini per nitro verso non sospetti, parlano dell'U/iue come della vna e propria Odiuea de, tempi nostri. Si tratla di quella malallia fiancesc che io chiam,.re.i con tcrmrne eh,. vuol essere ~eneraliuimo: il 11 secessionismo n. Il Joyce che ha fatto più rumore fra le rli– quCJ dei nostri letterati continentali è uno 1trillore, nel senso vivo della parola, uhril· scceSJ1oni1ta. Po 1uccer.sivc 11 ,ece»ioni u ;. arrivato a distaccaui dalla logica, dalla grnm– ma1ica, d.ilro,togralia. In ahu scrillori. qui del Ccntrneulc, un processo analogo è stato, o avrebbe potuto essere, del tutto forzoso e arbitrario, in definitiva, sterile - Se que· sto non è del tullo il caso di Joyce (C nc,n lo è, di(aui), cr«lo che la 1picgazionc sia da ri– cacarsi per la via di quel che ho già dello. La cultura inglese (anglo-irlandese). la lingua (inglese}, la tradizione, che egli aveva assOr• bile fin dalla nascita, non gli bastavano a esprimere un qualcosa che in lui era origina· rio, atavico, ant,-riore, per dir così, a quella lingua, cultura, tradizione. Quel 11 non 5apere che cosa si vuole ma volerlo pa1.zamenle u non trova espressione in termini letterari in· glesi. La lingua inglese conosce forse meglio d·ogni aba <. 11fantastico e il pratico. e co• nosce l".arte di giuocare fra I due con un· in– finita ricchezza di effcllt, ma il ,, (urore fan– tastico 11, che non è 111veceraro fra grlrlan· dcsi, non 11 trova a casa ma in quella li11gua, tradizione, cultura. Questa verità nou vale solo per Joyce: vale, in qualche modo, per tutto il suo popolo. Nd caso suo, ha trovalo una speciale maniera di manifestarsi; e i 1( secessionismi I continentali l'hanno forse dapprima aiutato a trovarla, poi l'hanno certo aiutato a raggiungere una fama che non c,cdo sia destinata a resislcrc al tun• Po, in quelle propor1.ioni che certi am~iratori le hanno fallo raggiunger«;. Insomma, io sospetto che ci si-a qui sotto un cquiv000. Non ne faccio carico all'Autore. Lui ha giuoc.ato $0pra una cifra. come (anno tutti gli arllsli, come hanno fatto sempre, tut– ti. tranne forse i cinque o sei massimi e su- o premi nella storia dell'uomo. L'artista ha un compito tale, così enorme, clle, per realiuar– !o, deve anche servirn di qualc.l,e lrappolt.• ria: a meno che non abbia lei cnergi,- di un gigante. Può rimprovcrargl1elo solo chi non capisce che CO$a significhi. di ,fono umano, scrivere A Siloio o anche uno cav~,tina del Barbiere. Mn il critico. sen1a condannare (i~ vero critico afferra o Knrta. ma non condanna mai: non è il suo mesllerè, deve bene accor· gersi dove sono le tr.appolerie, e trovare il sodo e il genuino che quesie hanno ~rvito. qualche volta. a portare nel mondo. Uno c 1 e, primi nami di matuntà del cr1tieo deve cO"l.• sistere nel non farsi prendere nella t,appola Ora la trappola, in queslo caso, mi sembra chiara cd ha una storia: una storia civile, 50· ciale, culturale; di co.iume e: d1 affetti. E'.la ,torìa ormai antica e sempre nuova dcll'eva• sionci dell'anima irlandese da quel forte ed illustre guscio inglese. o anglo-ulandese, che una millenaria vicenda le ha sovraimposto. Di• rà altri, con quella competenza che io non ho, quali valori di poesia sinno venuti al mondo, nc:I cno nostro, atlraverso questa eva– sione o esp 1 osiono. Ma guardatevi dallo auri• buire n Quella evasione, di per se &tessa. e ai modi C'hc tale evasione ha seguiti nel caso specifico, un valor d'arte o, comunque, un valore di creazione espressiva, o d·invcnz1011e culturale! lo credo che tre irlandesi su qual• tro, se " lasciassero andare, parlerebbero a quella maniera. Non dico però che scrivereb– bero quello ch<J ha scritto Joyce, anche là do– ve è più disarticolato e sibillino. Di ciò, ri• peto, sta ad altri giudicare. lo vi ho meui in guardla contro ui. possibile cquivQCo, chr. con· siste nello attribuir valore di acopcrta o 111vc,1• zionc, spintualc o anche solo tecnica, a quel– la che forse è ,tata solo una fuga e un 111orno, o un'evasione: l'eterna evasione dell'lrlan<lesc dal 60lo metzo di e,preu1one letterari11 che egli, ormai, veramente possegga. Con questo, ,e mi consentile. la queslionc è trasportata dal piano puramente cri1ico-lct– terario a quello storico, o del c<>!tumc. E qui, laK.iando al Joyce tutti quei meriti di po'1si.i cht.1 Altri vorrà precisargli, mi resta una <.'1'3 da dire di quei suoi ammiratori che nella sua ultima maniera di scrivere hanno v1st:, una rivelazione dei 1w1tri tempi, una n11ova tappa sulla via della liberazione del\'onmu mislra. o che altro simile. Costoro sono sott.rnlo dei malati. di una mnlnttia collettiva , ome oua~1 tutte In malattie spiritunli. Se una cultu1i. è logora al punto clic non può più trovare esprcs· sionc genuina senza ridurre il po,iodo alla hase, la lrase alla piuola. quesla alla sillabu, o la sillaba al cip-cip dtl canarino, queste fallo non è nè una scoperta nè una conqui– sta: è semplir.emcnle un (allo. Che un parali• tico rifiuti d1 alzarsi dal seggiolone è cosa pru· dente e lodevole; ma se la gente attorno si melle a plaudire gridando: 11 Guarda la gran– de idea ! Costui ci ha ri-,elalo la maniera nui.. va, rispondente oi tempi nostri, di v111cercla Maratona ! n - ebbene, costoro sono soltanto degl'imbccilli. Ora, io so bene che le forme storicamente dctermin.a.te della cultura, e dell'arte si logo• rano e ,i svuotano fino o morire; mn no, muo– re la potenza espressiva degli uomini. Questa elabora le sue nuo"c !orme, scm,Prc serven· dosi, con novità di modi e di spiriti, anche di quelle vecchie o che si dicono u morte u. Ma la forma dell'informe non è che la potenza <Upressiva degl'impotenti: dcgl'impotenti ad esprimersi·. Costoro fonno torto a un artista. come fu il Joyce senza dubbio, quando al– zano a bandiera le sue particolari 1dios111cra– sie e fumisterie, e dietro quelle marciano in· colonn.ati, con tutte le loro debolezze <d equi· voci, verso un·equivoca lortuoo. CAMILLO PELLLZll E' uscita: LA RASSEGNA MUSICALE dircua da Guido M. GAT11 Jl }o ,wmcro contien~: L, RO,VCA - Cri•I d•orl•nt1n1•1110 C. PAiViVAIN • Alto di nudi• Jdl'11r1e 1,f, JIILA • A..coll••• I• mu•iu F. D'AMICO. Verdi lo ulono C. CRAZJOSI • La 1eeniu dell'int••111et•• ~ooe muoleale A. JfA.,VTELLf • La po•laloo• di Su•• w,n1k7 oella muiea modero• C. CAVAZZE,VI • Tre rt1ecn1i p•g•o• co– nii di l'u&eni \'ITA. MUSICALE • r-.onz1t: lit 11'FOR– ~1,1.Z IO:oi I. RECt,NSION'I FHA Lt HIVJ!TE U" """'•'o U.ola10 L, ISO AbhonanMnll L. S00 Dhedone: VI• l'a lò CO Vita privata di un nomade D , rnf!O'ltO, il fu111r 0 au1ore dcli\, UI)~• ~('-. 11. l•rn di carutlere così s11\'io e l!C• re.no , di umore eo-.i uguale che i éUOt fa– miliari i 11 p11dre la nmdre ed il fratello ~1ani~l11u-.. dello Srn11. dal quale nbbiamo u,uto (llll'~lc conficlenzel lo 11,c:,11110t-O· prn1mo11111rnt0 "!-1111111)Jim 11. a ,111elmodo d1e 1\ict·ofo \cda11i.Jli a,1•,a da1u ~e,cen• ,~anni pr11na ull'nm,co G10,anni Boccaccio il "0JJtJ1111ome d1 Johanne.!I franqui litn- 111111, Gio, 11111h delle Tranquilh1à, « Sunny Jim ». J111111 :.--Olatio.il Solare. Era un .. o. i,rnunome d1 origine pro-.aica. derhando e---.,, Julla h:-1Cll1t 11~1 l'.ar1dlonc 1>ubbl1t·ita, rio di un pro,10110 a'imcntnre, nel quale •ru rnffi~ur,tH• 1111 uo111,• in auo di eca,al• l'Jri• i-Orrulendo uno -.tcr("Ulo; ma eru tm wprnnuome p111orccco e rappresenta1i, 1 0. Quel ,·:m:allcn:, d1c 1,iì1 lardi gli anni. 1 di• ..inganni, le lolle tenaci co111ro lo t~igen• ze e i capncci degli editori, con1ro l'odio l' i , it111)&i dei con11,1zionali, e, 111fine, n,ntro rulccrn ga.!'trica d1e dovc,·a porlar– lo 1►rcnrntura111c111e nlln tomba, 11Hcbbero nole\olmente a.t('rrllo e i11n ..pri10, era dun– fJIII!, ai lt.'llll)t dt'll"adole-ccnza. ,ernmente tm i<l.ubilc. ;\ tici unni, il 1>iccolo Jumes, un rui,;az• ~o Liondo, dui grandi oc:chi cerulei, entrò nel Clongowti \Vood CoUcdgc, malgrado il ,mite 11111111110 di cti1 per e~en i amm~o ro-~e di 110\t'' (Utll i: IIHI la precocità del cUO 11111eg110 e la tcnal'ia del ..uo cara11cre eru- 110 partii, ai gctiuiti c-.uminatori, garanzia 1;11fficicnte Jll"r 111111 Luona riu.i,cita dell"as1,1- ran1c. Ja111e1:1 non delu"'e le a~pcttati,e. ~tu– diò con profitto e, per quunto 1no,•P"S0 UL SSE dli una 11roro11da :1,,er-ione alle matematiche I I ~"' e U\e,.i,e fotto t'at1h11 pr0\a in un Ct,ame di ' llll mono ogo,-.· mie dii:ocip1inu, TÌU.!-C-Ì a roggiungere nell"e- .... i"amc t1UCcC6t,1,•0 1 un huou J)0.!-I0 in gradua• 1oriu e ciò esclu ..h11111cnte grnzie a'h1 1:1ua Il sosgio J: 4ucslo Molo usci pula p11ma in reahà che « the dark h1ddcn fathcr •1 (l'o- \0~:~ 1 \~;;~~:: Ji rCl~:.~ow 6 Wood. Joyce volla sul numero del scltcmb,c 1932 della scuro padre occuhO: dei suoi oggelli. " lo so· pas,ò LI <iuello univcris,rnrio di Stephen's u Europaeische RetJue II e Ju poi occol,'O nel no il sacu6calore e la vittima u, o, nel lin• Grccn. retto l'IC.tnpre dai ge.i.uiti, o,e rima– volume II Wuluichkcit dcr Sede 11 (Realtà guaggio del mondo sotler.anco: e( I am thc ,e fino :dia laurea 1 n · ct1rrc. (.'On.i,egui1a dell'anima). Riassun:erlo, nonoS/anfe la lun- linht of the homestead. I am the d,eame,y I R I U · · f I I P · ghczui non eccessiva, è cosa molto ilijfici/c & prc11:.o a 0):t IH\er~lly o re an<. o1 pe,chè lo psicologo sVi:.:e,o sollopone f opero crearne? butler )) (lo sono fa luce della di- ;·il~~o::i!,r~rz:~~e/!in~~;~h:"" a~;1r~!,:::1~;1i u:~:; ::,:'t~1,:~t:::: ::cl:"'v '..~ 0t:0~1t1~;;: o;;; E ;~·,i : 0 ;: 0 .i' 1 m~~·c1: ;:~": abb~;;:r:· d::~ :;~.'. 0 ·:~,: .. ~~'.'.' gt.,:.~:,t":"",u~: ;,~!~! :o,~ buon psicoterapeuta, egli si domanda onzilul/o more, fioriscono tullì i giardini: 11 O and the t~uwrono lii indurlo ad ,-.ntrnrt• nella Cllm– perchè il libro lo attiri e respingo od un tem- ~ea the sca crimson $0metime• likc fire and pugnio d, Gc;,ì, 11111 .-.cn;,,a r;ucCC.!-t0. Gli ;, po, malgrado quel u vuoto disperato 11 che l't.• thc glorious suns<ts and the figtrees in 1hc clic il gio,ime JO)Ce .'entiva urgete in ,;è costituisce il fono Jondomcnlale: pone sè slct Alamcda gnrdcns yes and alt the qucr little 111111 1,a ....ione. 1 s1inti,a ù 1,rc 1,otentc come so in islolo d'accusa pc, la ti noia" mollo so• ,1.tccls and pink and blue and yellow housc, 1u11c Jc 1>-1~sio11i, fluella JJcr il cunlo: cun• spello che quel 11 roman::o II esercita su di lui, and the rosegardeM and the jcssa.mine and rnrc cm per lui uua nec~sità fi~icu e un ~j:,~iu::i~~ ~=~~~~;° ci:c:~~~i t::'n:;~;f 01 e'j~p! gcraniums and cactuses ... ,1 (Oh il m.1re il appagamento dclln mente, mtendendo egli pc,tulto: ;nsomma. nessuno sa ,cslorc indi1lc!· maro a volte purpureo come il (uoeo e gli stu• ~::: 1 ~:e J>~~r: 18 ~~~{~ 1 ~~:l!: ;t~~j~~aav:n:I~~ ren/e di Jronlc al procedere d'uno stile tonfo pendi tramonti cd i fichi nei giardini dell'Ala• pa.si :oionalamente a coltharc lo sua Jaogp.i• nuovo. }ung ,i/evo anche l'estremo jluidilò del meda sì e luttc le strane viuzze e case color ,fo \e,m icnorile incominci0 um·he a fOl'i– libro, jl mo coroll<"te di disc"''" 1Jiscf'ralc ,, di rosa e azzurre e: gialle e i roseti e il gelso- \Cre IJOc ..ie nello -..iile Ji llerrick, ,li Blu– e parie foducioso olio ricerco di molioi e s,m mino e i gerani cd i cacti ... ). Ma se Egli voi- '-• e di B) ron. boli: m:, non li t,ova. Indi. conjula con mollo ge al mondo le spalle. il desolato giorno qua-, L\lalgrudo le reali disposizioni che ave• acume di esame psicologico faccusa scco nd o lunquc dell'intero creato continua la sua cors, \8, e i \'i.ncoli affettuo'l'i .che lo lega,ano a lo quale l'« Ulisse II non sarebbe che il pro- - labi1u1 et labctur in omne volubilis alvum. John ~be Cornnck, c-011 1 1 c1uale can1a,a fo dolio di un ceroello schizo},cnico; al pa,i dc' Nella sua vanità, il demiurgo ere:} prima 1!0111enic:1 nella. C~uedrale di Dublino. ~ cubismo ~ di tulio l'o,te mcderna, esso non ;. . d che doH:,u poi dl\cn1:1n: uno 'dei prmu un'opera dcgenc,e e ir.olalo bensì un dato ,/t'i u.n mondo. che g~i parve l;>Cdetto: coi. <1t1an ° ca11111111i d'Euro1>n, Joyce si daneò preato tempi e anzi consimili csolla:ioni mc/islofe/1• rivolse gl, occhi veno 1.aho, vide una luce del ranlo. Anche J)Orchè gli ...:i foce,a ~em– chc del 11 btutlo 11 e dell'insen~alo hanno che non 4,•eva crealo lui. Allora tornò nella I pr~ 1,il1 ,i\u nel cuore 1111a nuova pa~'-iO· sempre preceduto il sorgere di nuooc epoche, suo patria. Ma ciò facendo. la sua virile forza I nt.: t1udln J}Cr lu le11eratura. &8t1 ebbe il di nuovi modi di espressione e di civiltà. creatrice si mutò in docilità (emminilc cd culi :.110 fJrimo tifogo pa~~ionulc nella 1>ole111i. u Sono C'0me dei pu,r;onli d,aslici, fo <.ui dovette confessare: ea ~orla in S('gui10 aJ uua contra~lata fltJJ· efficacia completa rad,cbbc nel nufla se non prcacntaz,one del dramma in ver~i Ji inconl,assero uno corrispondente ,csisfcnzo, le L'insufficiente divenla evento Yt::tt~, (( Lu Co111<,-..;;:n Cathk'tn )>; Jo)ce si noce cd ostinala. Sono come elci drastici nel- L'indescrivibile qui accade lonciò nella 1em1>cs1n verbale ;.catcnata dai l'<,rdi:ie psicologico, oucnli senso solo ove... 3i Il (cminino elerno ci attira. rri1ici, 6cri\tnd 0 un arlieolo dal titolo ~i- /ralli d; un ma 1 eriolc lcnocissimo o du,issimo. ttnificatÌ\'O « Il giorno della teppa». 1\d Hanno questo in con:unc co, la teoria di Sotto la lastrn di vetro. sulla terra giact.nle t1u:1le difrndeva lo Yeats, accueaudo il t":'.l· Freud: che scauono con Janotico unilale,ofilà nelle profondità, nell'Irlanda, a Dublino, nel- •ro 1rla11dc~e Ji \'igl1nccheria. il /c,reno sollo valori che ormai slanno pc, In. via delrEcdes numero 7. nel suo leuo. Tun:1\iA, Joyce U\'C\'a già preso ultri crollare 11. Prose!Jucndo nel suo esame, Juns mentre si ,ente affenarc dal sonno, il 17 giu- ronta11i ,·ol mondo dell'« intellighenz.ia 1); rileva che 1'11 U/iJse 11 è un documento umano gno 1904. olle due di matltr,a. alrmcuca la J.ue ,11111i inn:mt.i infaui egli si era mç__r,. sfrcttamen/e adc,cnle al nostro tempo e, ciò voce della liccmziou signora Bloom dice 11111! una lc11cra. elogia1irn di lbs~n per un che è assai più, un temisle10 11. che supera . . 1 ( ,11·11colo, pubbl1cnto ..ul fc. Fortn1ghtly !l.c:. anche l'ultimo io, ossio quell'io di James Joy• 11 ~h ti ma~e a volta. pur~ureo ~om~ . uoco 1 ,iew" _(a i1_uel te1.111>0 .lu maggiore ri,•.i~ta ce che polrebbe ancora conseniarc l)a/or~; le e gl,1stupendi tramon11 ed I fichi .nei g1a,d1111 lettcrarra d1 lngl11lterra) u propo6ito del innumerevoli J,.gu,e si sciolgono in uno milica dcli Alameda sì e ~utte le s~rane v. 1 uzz~ e case I ,lrummu dello scrittore norvegeEe e<Quan– inconsislen:.o che non è mollo distonie dalfo rosa e auurre e gialle, ed I roseli e 11gelso- do noi morti ci J~tiamo ». completa /ibera:.ionc dall'io, dallo ,, sot-chit- mino e i gerani cd i cacti e Gibilterra una rnte11tle11do dcdu·ar,i al Juro calvJrio ononda "• concello dell'essere•non essere del ragazza dov·ero un fiore di montagna sì quan• de.l!n lellcraturn Jo~l'e app.rofondi ed am• Yoghin, oll'opprossimo,si cioè Llcrso una co· do misi una rosa nei miei capelli come usa· 1 1 plio la .!-Ua.Cl~hura: t·~me 1 11 ))Ot::-iu B)rOn scienza diuino (e con ciò inlimamcnlc an le ra az.ze andaluse oppure ne porterò e. Shc-~lcr •~p1r:I\a1!0 t ..uoi componirn~n- 11 cattolico II come è cattolico e /,landesc (otJ• \- 0 g • · · I 11 , l'0'- 1 111 JJrol)a ~'ìewman e Dlake ~uec,ta– to,c}. Ulisse è il dio creatore, oe,q demiuryo una rossa e co~o m1 baciava lui sol~o e mu- \11110 i suoi cn1u.!'iai:o111i. Ti11ta\'1a i! genio che ho saputo libc,orsi doll'inlrico del mondo ra moresche cd IO ~ns~vo ~b~enc 1~1v~ .bene dit• pro,orò in lui unu c1i:.i 1•aragonabile, spirituale e fisico e che può ormai considerare c~e .un ~ltro e. po1 gli c~1cs1 con_ I ~tct .oc· toni pianq dcll'inielhgenza, o <iueila ,-ho sè stesso con uno coscicn:o ,lislaccalo. /n ,io chi d1 ch1ederm1 ancora s, ed egli m1 chiese :111111 adclie1ro 11\c,a ..convoho la sua t0· consisterebbe fa p,ofondo 1 i ones/à ,1 del ro• se vol!\.'o .sì di dire sì mio fiore di. montagna .!icicmrn, ru Dante \Jighieri. Conosci1ore manzo: t( Ulisse è i/ senso, la vi/a, la ,ealtti 1 ·f! >prima lo cinsi con le mie braccia sì e lo !liani profond1>, giì1 in quel tcm1>0, dcl'a in cui si conchiude e chiude la ,cole Jon/a:f•na- tirai giù verso di mc pcrchè potesse sentire ::::~:~di~ia\ 1 1~~~~1 le e\•.1'~::ci:::•i~~i· fi!~~~~ins~•h; go,io. dcli? spirito e del mondo, ,/egli u lo > 1 i miei seni tanto profumati. sì ~ ~I s~o .cuore lo auteponc, u ~cnza esitazioni n Suuke~IH!U• e dc, (I Se)>. batteva come pazzo e sì 10 dissi di SI che re. Du (IUCSIA venernz.ione per l'autore del- J/ saggio del Jung termino col brano che r;vrc1 fatto sì 11. la «Commedia» discende l'aspirazione ~- traduciamo qui di seguilo: . Oh Ulisse! tu sei un vero libro di de\'O· ircta e fol c111cnte 1,re;.,,untuos:i neli'irlan- Chi è ~un~ue Uliss~} ~gli è cer!am.ente 1 ~ zione per l"u~mo dalla pelle bianca che ere• dcee n di\t'Jtlare, con le opere t.itun,che o stmbo!o d1 ciò .eh~ è ti r_ias~unto, I umlà dei dc nell'~ggctto cd è dannato ad cuo! Tu complesse e \'A'-t11111en1e urchi1e11onichr-, ~o• singoli (eonomem d1 tulio I Ulusc: Mr. Bloom. . • • , · · I pr:11u110 con l'(( UlySEes », il Dante del Se– Stephen. la signora Bloom, compreso il signor sci un escrc1z10,. un ascesi,. un nl~~ e tormen- colo XX. Jamcs Joyce. Si rifletta bene, un essere che non 1~ 10 • .un. proc_cd: 1 m~nto magico, ~•ciott~ a.la~ - Laureat 0 .. j, Joyce ebbe l'offerta di unn è s0hanto una incolore anima collettiva e che b1cch1 d alch1m1a III catena. cd m essi S1 d1• f"!l!ledra nd ,·ollegio uni,,crsilnrio di Stc• non consiste soltanto in un numero imprecisato stilla con acidi, con vapori velenosi, col fred- J>hen·s Green. ma la rilìt11ò per non rlo– d, anime individuali collegate Ilo di sè. bensì do e col oaldo l'omuncolo di una nuova co- ver dii>endere nUO\Unientc dai ge:,u,ti, a.t'– anche di case. di tramvie, di chiese, Jel Li(- &eicnza del mondQ ! l'Cllando imece un J)O~to di insegnante m fey. di alcuni bordelli e d.i un biglielto s;>ie_- Tu non dici nè tradirai nulla, Ulìssc; ma una 1,icco 1 u "cuolit 1>rivuta ,•icino a Du– gauato che scende verso 1_1mare, e c.he c10 tu agisci. Non c'è più bisogno che Penelope blino. Venlunenne, tii i6Crisse alla racohà n:ialgrado possl<'de una .cosc1e.lZ~ .rerc1p1~nt~ e tes1a un drappo senza fine: ora essa si diletta di medieina; e nel frat1empo, oltre a molte rtproducente. Questa 1mpcnsab1lità_ eccita la . . d' . J I d chè . . poe:.1c. 1>urtò a termine un dramma che speculai.ione, specie pcrchè non s1 può mo1 nei g,ar 1~ 1 e mon °·. per ~uo ma.rito e inviò 111a1106cri110al critico 6eozzer;e Wil. procedere per dimostrazioni e ci SI dt've co~- torn 3 to da.i vag.abo nd aggi e dagli crrort. Un li:1111 Archcr. Co.!-IUi ris1>0se consigliando tentare di supposizioni. lo debbo con(ess.arc 1\ mondo è trascorso, un altro mondo è nato. l'autore di non scrivere drammi fincbè non sospctt'> che. quale Sè più ampio. Ulisse sia Poscritto: Ecco che ora procedo discreta• U\'esse una maggiore esperic1,zll del teatro il soggetto da mettere sotto vetro di fronte ~ menlc con' la lettura di t< Ulisse 11. tua aggiungendo che il la\'0ro « rivelavA tutti gli oggetti; che egli sia l'essete che ~1 CA.HL GUSTAV ]UNC uno 6}>iccn10 talento, e forse più che ta· comporta come se fosse Mr. Bloom o una 11- lcn10, i:.er In ~rJ!na ». pograha O un biglic11o gualcito, menlre nou è (Commenlo e t,oduz. di Paolo Sanlarcangeli~ Recn1o~i II P11rigi per conlinuare i ll.uoi

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