La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 22 - 22 novembre

1 giornali mil,s.ITTesisi sono diffù5amente e ripetuta mente occupa.Li della sparizione di un a bambina di due anni e mezzo avve– nut..a. in quasti giorni in uno dei quarLieri pi ù popo lari e più popolat i di Yiilano. Fi– gliuola e nipota ·di due port.in3ie, la pove– m. cr~tura t ra uscita dalla portine ria affi– data -alla non :1a, p.;r recarsi i:n qu ella: a.ffi– dat 1 all a ma..rr,:ma. era uscita da un por– tone per , entr11.re nel seguenv e, e :non Yè en– tnta.. .::-enza che ::;i po~sa rintrac ciar ;:- dove h bamb ina .":'ia andata a finir a. ··1.ràcadu– t:i. nel n:11Yjglio, sarit rinnsta preda di qual– che m:tlY-ag;o de,5·enierato o porlal,a via a scopo mostruoso di lucro da zingari o da altri disgra z;ì;.1ti ~peculat.or i? È que~to il dubbio 3ngo;5cioso. il timore terrifi cante che hlJ1 inni.so tutti nell'apprende re la n{)ti– zja. 1'.,uterri ficante - non ~olo per la ma– dre, kt nomu:1_, il padre. il cui dolor e ed incu bo pos.sono essere soltanto approssima– tivam·en le intuiti ~non mai dipin ti - fu ter– rificante ainche per tutta la popolazione del quart.iere. I proletari. i pO\·eri hanno un modo di senti1,e e di n1anifestare i pl'opri sentime n– ti. dh·e rso da quello dei privil egiati, dei ricchi. qtundo un dolore li colp isce e su– seit.a la loro solid arietà: non rjcorrono alle usanze con venzionali dei Picchi per espr i– m?rle. nom mandano b·glieLti di condo– glianza . ma si r,001,nosul 1uoe: -o.ma vo2'lio– no vede re davvicino le vittime e i co.Jpiti, Yogliono dare l'unica cosa ohe po%ee:-orio; l, loro solidarietà spontanea e fattiva, il 1cro t.empo. la loro presenza. se necessario, la loro bracciia . per aiutare. scon"giurar e, lenire. E !e do"lne del popolo - mar tiri fra le ma r tiri - port-ano sll e colpi le com– pa"Il B di sesso - il racconto dell e proprie sofferenze. il ~olliev o dell'ul'1icQl balsamo eh-e pos;::eg-gono. l'umana, dura. fero ce fi– losofia della rasse,,,onazione. In questi eiorni di feb brili ricerche una fium ana di proletari h;:i. seguito con ansia , passo per pas~o, minuto per minuto. i ten– tat i,·i che si EO'no fatti per ri dare a!La de– solata madre sia l 1 ru sua creatu ra. sia la cerLezza che questa è morta vithim,a della fitta nebbia e de1le acque del . Taviglio ... anz i che .es.sere \ittima mar tir izzat!ate pr o– fanata. da mal\·a2i e deqen 2ra ti. Alle ricerche prese parte attiva il vicina– to, gli -addeitl al servizio del genere. i vi- Jli u_r_ba~_i. i-~~m~:z~~ i~o 'alll~~~~ ~i.c– paz ien te Lavoro di perlustrazion e del Na– vigli o. ment re altr i pompieri rischiarava– no il loro cammino con delle torcie. Di tanto in tanto una parol a, di d omamd a. di speranza o di scorag giamento, il rumo re dell' arnese destinato a ripesca re i cadaveri. ro'Tlpevano l'atr oce silenzio della notte e de lle prim e ore mattuti'n e. Ma il cadave re non si trovò e altro mi– gliaia di cuori si strugg eranno alla notizia , altre centiITTai di persone rivol g,e,r.a,'nno do– mande e parole di solli evo ali~ disgraz;iata mad re colpita da una così orrenda sciagu– ra .. E se ai comp0nenti di questa inn ume– re e anonima folla si fosse doman dato uno per uno il ma6Simo dei sagri fizi per ridare alla madre la felicità e la pa,:e perduta , ciascuno il 53,..crifiziol'avrebbe fatto, e an– zitutto le madri , le donn e prova te anche esse da l dolore , compenetrate anch'esse dall'onnip otente amo re materno si ~areb– bero mostrate capaci del sagri fizio pu rchè non si chriedesse loro l'unico sagrifl zio che nessuna mad Te può comp .iere, quello di ri· nunzi are ad u11 suo figlio. Con la parlecipa-zion e profon da, fattiva ad un dolore per la perd ita d' un esse re um ano, anco ra una volta gli innumeri e gli ,anonimi hanno dimoot;ato quanto forte e spontanea sia in tutti il concetto della vi– i.a uman a, l'orr ore dell e sofferen ze altrui. Ma ciò che la n atura crea e i sentimen hl svi– luppano, le maledet te condi zioni sociali di– struggono. Le disuguaglia nze socia li, il bi– S<'gno, l'abitud ine della subor dina zione op– pongo~o alla giusta v,a,lutazione della vita e delle sofferenze uma ne. altre considera – zioni che , nei loro effett i: arrivano a con– trobilanciare i sentimenti e gli istinti i p iù fc rti, ; più pot-mti, i più spontanei. Un falr to solo ni crona ca cittadina s-uscih in nu– mt rosi compassione e raccap ricio e desi– d1:=rio intE:rL50 di venir in aiuto, di scctn– gi ura re , mentre sui campi di hattaglia mi– lioni di esse ri con sangue freddo e preme– d ita zione compiono un'opera di distru:r,io– ne, seminano lutti e streui indicihili. E il selvaggio , sani,uinoso trionfo dei sentimenti inculcali da secoli di oppres– sione sociale; nei forti, nei potenti esso ge– nera indifferenza cinica verso la vita degli um ili, negli umili essi genera supina ras– segnaziorre , cieca, obbedienm ad ogni or– din e emaru,.to. Questi sent im,mti arufic iali , p rodotti da disuguag lianze ed imp unità so– ciali altrettanto artificial i, arriv,a,no a soffo- oaTe gli istinti pi ù potenti della n.atura umana. a. b. LA DU'ESA DEl,LE LAVORATH ICI Piccole e grandiverità Un'istantanea : in un comune dì cam– pagna l\amrninisLra.zijone socialista non vuol inca11ica.rsi di far imp airtite l'inseg ·nam ento caLeehi.:::;tico agli sc, ola.ri. C'è una µ1·ote.:;Lad.i un gru ppo di donnet– te sobillate. Il Comune in\·it.a i paidri di .famiglia che voless ero Lstruz.ione religiosa p ei loro figli a far domandia, dei locali che il Com une , ·secondo la legge, è naturalment e disposto a conceder e. Comp.ue lira mo lte don n,e e poch i uom i– ni, il pr ete. Un franc o cam pione di proleLario sot– \·ersivo gli Ya iinc.ontro e gli chi,ede di bot– to. u Lei è fol'se un padr e di /a1nig li a? >). Im p1~sssicn •e gene r,ale ! Diso)·ien bamen to del l.interrog ato! zio.ne civile dell'iis.tiinito arinonico tra le leg– c,i universe ; è oolui che ha gi ur ato contro la legg,e natu,ra le, cont ro l'amore 1 contro la glo ria , cont ro l'e.voLuzione delbai specie Lascuola perglianormali la quale avvi,en,e solt.a.nLoper l"accumularsi A Mfilano si istituira, quesL'a1nno, la scu o- di per fezioni sucoess.ive. L'uomo ha biso- la sp ecial,e pe,r gl i ano rmali; e la nostra g-no, assolutam ente brisogno, per la di gn ità. c.itlà darà . così una nuova prova di sagg ia d'ognii fatica, d og'ni fede, d'ogni spe11a,nza previd!e.nza sociale, metten do in pra tica i ctJeLla s ua vita, di v1edersi conliiinuato nel fi- detUami che la sciienzia, dà per rimediare, per gl ia, nel figiio de l hglio.. quan to è possibiLe, a questa triste condizio- C'è •nella società chi non compi e qu est'o- ne di tanti esserJ infe lici. pera : non è nella legg;e) ,na non e cont ro Come è doloroso peir u na mrudr.e ài con- Lcù legge. stat are la de ficienza itntellettuale, o la a- li prele è cont ro la legge deL1ben1Lament e : normaLità mora J.e di un propr io figlio! L'a - ha d unque perduto il diritto di ing erir si nella vita che cola Ualle sue rnatunfii sor- mor mat ern o 1 ar volte 1 ren de ci,eca ~ai ma - genti e cammin a ne' suoi alv€i naturali. clr,e, !,a qua le non vede la deficien za della f.l..gli è un inc,eUatore di spirit i pe r sott rar- pro pri a cre.a.LLfra, opp Uire, se an che essa con- li all'org-a,nicitù eLe,rn;a,della vita . stat a le es plic azioni anorma li del canruLte.re Noi pi otestia ,mo contro codesto comme r- del .fig Uolo, cerca di n.ascond er1B agli al tri eia fraudo lento! Non vÙgh.amo un 1 n,-useo e qua si a sè stessa, Lentwndo di trovar e sem- 1ìiorto di spiri ti beati, ,in wn par acLiso esi- pre e nuo ve giuSl:.ificazion,i. li.aio : vog liam o deL/e /orze evolute, ope- Se, da un hto, noi dobbiamo cihi1amar ranti elernam enLe, posilivmnen te nell'uni- pr ovvi-da la natu ra che hia dato alb ma - Quel prnletia r io non sa forse d'essere un verso armonico . ternitù tanta for za ida fare de l sac rificio u na filosofo! Pr otest iamo wnt ro la dupplic e u;urpa- gioita, dobbi,cm o r,erò lotta re con tro qu esto E di quale forza!. .. zion e : quella di sostit uir si, non padre, ,a,i. amo re che non lasci;a valuta r,e giu stamente Egli non ha inle rr ogato un pr ete: ha in- pad ri {ed alle madr ,i, s'intende !); qu ella di i fatti . terrog ata un'istiLu::,ione che rami fica in tutti port arci v,Ja con la prop iagainda cli negazio- Ho visto io µi ù di un a mad r:e, la quale , i clim i 1della t.erra ed ha, radici nei &ecolli ne, le en ergie de~tin.:1te all 'ievoluzio nie in- piutto sto che far tagliare i capelli alla pr o- e da secoli appunto, col consenso igruairo tellig ente della specie, mediante il lib ero pr ia figlia, h1aJ rifiutato di manda rl a al1a delrumanità, usurpa , scrocca, truffia,, una sforzo dell a lib era r:ag,ione , dlel lib ero espe~ cura balneare o climatica . E oerto avrà cre- /un;ione a cui ha perso ogr;i natu rale di- rim enLo. duto 1 sceg lùe.ndo la capigliatu ra in con fro nto ritto pe r definizione! Il dogma è il m,useo, il l,ibero pensie ro è di un a cura , cLl dare la pr,ef.erenza :al mag- Il bravo proleta rio l'ha dem olita con una il la boratorio. gior ben.e per la figUa ... doma nda! · Quello è ,il passato morto, qu esto è la vit a Ho s.entito io genitori lamenta rsi e pro - ( E' lei iorse un paG,re di farniglia? >1 che si ri nnova, che si pro duc e, che benefi ca, testa re contro la vio lazio ne di libertà, per- Oh, incorrotta logica, dei se mplici che chè, dalla scue>la erano stati dati in nota i fru.sta. a sang ue gli assu1di dopo d'averli cb.ie pc'l'f,ezioniai sè SLessa . lcro figU come ba1buz1ent i, o come radhi - de nud : :i.ti e most rat i nella loro ributta;nte La scelta per noi non deve ,essere dub - tir~i ; si noti ; solo per sottopo rli al giudiz io deformità ! bia ! medico. Nel mon do civile c'è uu1 diritto indiscu sso: Noi siamo glii ap oSLoli della vi bai, della E pot~ei d ir.e, <li pa recchi colloqui te n- qt1ello della difesa delle ge,nerazionri fan- vita gius-t.a e buona , della vita ohe è armo- tati da una di rettri ce e da unia insegm1arnte, ciulle . Ques ta difesa è afficL~ta prima all' i- nia, chil no:n sopp ri me ma rid ealizza la legge coadiuvale dalla parola e d all'o pera persu a- stinto che genera, che perpet ua la vita in niruturale. s,iva d el medico, per con-Vincere i genit ori un gesto di solidlairietà uma na ohe l'evolu r- AvPemm.o bisogno che alla sett ari:a, inge- e ottener .e il lo,ro conseinJSo a •f;a.r visit are , zione psichrica ha su 6l i.rnato di aff,ettività e renza de i negatori non un solo proletario prima e, isc ri vere poi alla scuola speciale di gloria. opp onesBe J,a, sferz amte tdomamda che ci ha la figlia che, po'éera disgraziata, er a pri- 11 di ritto a ed uca,r.e il fanciu llo, cioè a f.atte me<liLare, ma tutti gli uomimi del mon- v·a del braccio destro. salrn rlo e ·ac1 acldes tra,rlo per La vita è una do che si cLioono liberi, ma tu t ui i proletari lo non metto in dubbio il sentimento conseguenza dir et~ll dell 'aver lo generato e che han.no ,n.el cuore un sog,no di Libertà e buono che anrima quest i geniit.ora: ess i ere- tale diritto s i ,eleva civ ilment e in proporzio - sopr atutto gh ela oppon esse ro le don ne, le dono certo dii operane per ,il bene dei loro m,aJcLri lavorat rici ch e pi ù d'ogrui -altro han- ne della cosci,enz,a,che l'uomo pone nel ®m- no sconta ta la tiran nia secolare che le ha figli. piere ques ta glc,nìosa funz..ione per l'armo- Ia tte sc hiav e doloranti , che ha ln.sultata Credono for ~1eiche l'iarrnmetter e 1-a d efi- nia della v,iLa. la cien za e la ano rmaLltà della propr ia prole ùra, chi è il preLe ,i,n conf ronto di I.aie la maggid,re &runtità della loro esiSt enza : · d ebba qua si aumentare quesb ru defici,enza driritto e di tale 1funvion,e? maternDtà voluLa per anw re u?nano! e questa a:norma lità? È per un falso amor Eccolo: è l'anim al e masc hi-o delùai specie - Le-i è rfor-se un padJre dii famigli a? prop rio? Forse , più ·d'ogni al tra cos1, è il che ha bestemmiato con tro l'istinto senz.a No?. E allora J,n<l,ie\r,o! 1 figli son o noSlri , non vol,er,e la sa,nzione ufficiale della scien- pcrchè siano di se sLessi e della viLa! d a· · d J h · L.soom.:imerlq__con n-cu• .n. fai $Pj, §.tftS§o· è. ~1----- ------- - - ~-s----s-,,=;---i-'c- 7~1-ii .µI?-§. con_ 1z1ol'!'e_ Q or..9~ _Q_e_ s1_spera ..... ,;. .......... 1 (L1uuu! u ua.no cl'ie e4a. suò1rrn a- Vt:u.A. sem,pre 1110n esis ta? LOTTEE DIFESADEL LAVORO IL CONVEGNO NAZIONALE perloStato giuridico delle levatrici Indetto dal Grupp o Lombardo dell'Associa• zione per le levat rici, ebbe luogo in Milan o il primo conv egno nazionale del.le levatrici. E' ,noto come questa classe che ha pure una nobile e delicatissi ma funzione nella Società sia stata finora neglett a dalla legislazione. Queste. professio niste dipendono esclusiva – mente dai Comu ni, senza che la tut ela di Stato possa inter veni re come già inte rv iene pei me– dici, oei farmaci sti, e persi no (ed è gius to) pei veterina ri. Ma perchè, si domandano le levatri ci, noi che pure abb iamo forse la più grave respon– sabilità, dobb iamo esse re trascu ra te? Si deve chi edere dunque al Governo una legge e a tale scopo fu in.detto il Conve gno, da un g-ruppo di agita zione di cui fa parte Cesa– rina Rossi che fu per tant o tempo l'an ima del– l'o rg ani zzazione delle leva trici milane si con le segreta rie Duffade\ li, i~ azzi e Tacchi. TI convegno risnose invero allo scopo sia per il ni1mrro delle interve nute . sia per le pen;o– nalità del mondo medico e oolitico che vi adPriMno Citiamo fr:i, i nost ri l'on. Bus~i il qua le norto parole di encomio per il corag . ?i oso rtUf'rt'liam Pnto de lle levat rici che sa dt apno cudato dal g-ruppo medico parlamenta re. "fJ nrogPtto rli legge compilato dal rJott. To– gnoli romnr endf' di sposizioni in mer ito alle nomine ai lirr nziarnenti. ai conge di, agli sti• prndi e alle nen sioni. Per Jp nom.inP e lir,Pnziam.Pn ti si ch ie,;e r ari– tà. di tr att:-imrn to r.oi mediri condotti. P ei cn,;i di conqPdrJ pPr istruzioni', e per oli ullirni yior – ni di mfLternità. venne aflldato alla pre,;i denza. dPI Convegno, l'impegno di fhsarne le moda– lità. Sullo stipPnrlio venne fissato che i Comu ni corri sponder anno uno ,stipendio pel solo ser– vizio dei poveri, applicando il principio degli aumenti se,;senna.Ji. Tn merito alle pen sioni venne approvata J:t propo sta dell'unifi cazione del monte pensione degli impiegati comunali. La discussion e si fece accalorata quando le lev atr ici stes ~e proposero di eleva re il tito lo per l'ammi ssione alla Scuola d'Osiet ri cia. alla licenza tecnica o ginn as iale. La propo sta fu dallo stesso prof. Mangiag al– !i, direttore della scuola dì Milano, ritenut a ta.le da non potersi includere nella legg~ e fu accettat o invece come voto per una maggi ore coltura delle levatrici. È certo che e.sse, chiedendo questa coltura tendono a dare maggio r dignità alla loro pro– fessione; ed è ver amente degno d'encomio que– sto caso unico e raro di una cla sse. che chiede non solo il proprio miglioramento ma– tefrial e ma arnche quello int ellett uale. La profess ione della levatrice dovrebbe. aver e la st essa importanza di quella del medico, di cui ha la stessa responsab ilità sen za ave rn e il ricon oscimento e il compenso. Noi ci augu riamo che il risvegli o della classe delle levat rici non rimanga senza frutt o. II Parl amen to ha il dovere di prendere tosto in consid 'erazione il progetto di legge che a ri• gu ard a. La pa tr ia non è la mè la, non il fi,ne supre– mo. Essa è un semplice mezzo per garantir e la libertà e la yiust-izia. Lo scopo finale è il r isca tt o di lu tti (Ili indivi dui umani. Lo sco– po final e e l'in dividuo. _Quando yli esalt ali e i ciarla tani yridano: u La patria al disopra di tulto n noi siamo d 1 accordo con tor o se intendono dire che essa deve stare al diso71ra dei nostri inter essi par– ticolari, delle nostre viltà, dei nostri is tinti e(Joislici. Ma se costoro vor1liono dir e che la vntria è al d'isopra del di-ritto umano, no, es– sa non C superiou all'u111.rmità. Essa 11011. è superio re all'uomo. Tl gi orno in cui vola erà co11tr o i diritti, con tr o la lib ertà e la di(Jni tri flcll'essere umano, essa v erderà i s11oi lit o/i Coloro l'it P tentano fa.rne non so quale ido lo mo struo so, che ha diri tt o an che al sacri {!.cio dell'innocente, cospirano alla sva rovina. Se avessero a trionfare, la coscienza uma – na si .<;epaurebhe dalla 7Jatria per non aver nulla di com.une con loro. e la patr ia r este– r Phbe 'nella memori.a come una fune sta su– per stizione. Essa non è e non r imane ler1it ti– ma sr, non in quanto (Jaran tisce il diri ll o in– rlividuale. Il aiorno in cui un solo indivi duo umano tr overà al di fuori dell' i dea di patria, dPllr {laranzie su1Jeriori pr,l suo diritt o, per la sua li/Jerlà, il sno svi lupp o. quel giorno mede– simo l'irlPa adta patria sard morta. Essa non sarà piU che una I orma di reazione. E f anno opera salu tar e per la patr ia coloro che la vo– aliono subordinata alla yiustizia. GlOVAN Nf ]A UltÉS. Qualunqu e si-a il movente di questa av- v.er.sione cerchi.amo di -combatterla: pen- . sia•mo al danno ohe ar.rechiamo ari nostl"i , figlio1i : una istruzione speciale, data da persone ch" hanno fatto appu 'nto stud!i ap– positi. imp artita con i mezzi più adatti, con la guùda del medico, apporterà certo del vantaggio al bambino; e, se anche non potrà rend ere alla società un essere nor– ma1ùe, lo corr ,e.gg ,erà però in gran par,te, rend endo a lui , e a chi dovrà stare vioiino a lui , la vita meno triste. Se gli alu,rnn.i-anormali saranno iscritti ed i.str uiti in una scuola speciJade, non sarà per – chè gli ins egnanti non J vogliono avBr-e il sopralavoro che danno in urna classe quest i sco~ruri com.e si dic e d!ai alclllfli; ,ma sarà non solo pe,r ,il bene del mal-ato che , oome ripe– to, ritrarrà oorto vantaggio -da una ,istru– zione speciale , ma anche di tutti i sani , i qu,ali potranno esplica,re la loro attività in un ambi,ente completam ent e normale. Se per nostra disgr,a-via, avessimo un no– stro figlio , che dopo un esame delrinsegnan– te, una visita accu rata del medico , venisse ìscr.itto alla scuola special e per gli a,nonn ali , rattri stiamoci, chè ne av,rerno ben ragion-e , ma non ribelli'amo ci : il fatto trjs\e esisteva prima e,d esisterà dopo la visita, solo ora la scQen21a, e la pr evidenza sociale tenteranno d i renderlo meno doloro so. Una compagn a. una t~mmini~la enm ali~ m~ mene La veterana del movim ento femmini sta in Germania , tì\finna Caue r, rivolge n ell' ultimo fascico lo del « Movim ento femminile n un mo– nito mol.to sintoma tico alle donne de lla bor– ghesia del suo paese: (( Il o sempr e sostenuto che le donne, per il fallo stesso d' essere procr eat rici della vita unuwa, son.o necessari amente con trari e alla guerra, mci l'a tt uale gu erra m'ha dis(Jraziala – mentr- inse onalo che non semp re è cosi. E con immenso dolore che constatiamo scoppi di odio nell.e donne. Ogni accenno alla coopera – :;i.one interna:ionale che sar à necessaria ap– pena conclu sa la pace, ogni app ello all 'a lto co?npito drllo riconcilia zione dei popoli che spr,ttcrà allp donne venne stiama ti;;zato dall e do11n(' stesse com e I( sentimento antipatrio tti – co 1,. Cosi non deve essere. ciò non è confo r – me alla dianitd e al com.pilo del nos tro sesso. La guerra è consi derata per la più cru dele dis truttrice della civiltà, ma le si attribuisce pur e una potente forza creatrice. Se così è, è dover e d elle donne di servi r e la civi ltà op- 7Jonendo all 'orrenda distruzion e l'i ndispensa– bile contr appeso di forze civilizzatrici

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