La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

Sardegna Museo di Cagliari: bronzo nuragico. J J n tempo la Sardegna coslltu1va la peda- ',i cli lancio per tutti i giovincelli imberbi chu avevano ricevuto il crisma dell'insegnamento universitario delle varie tribù ebraicom01eoniche_ Giungevano all'Isola dopo una notte insenne trascorsa trepidando ad ogni maschia or.data del nostro Tirreno. Se oggi l'Impero ha aperto mari molto più vash agli studiosi dell'Italia Fascista, in quei tempi oscuri 01 p1ofessorelli implumi partili per la prima volta dalle aule amiche le dieci ore notturne sopra un piroscafo leggero e piccoletto costituivano impresa ardita e poco grata. E. come poter amare questa terra che deh.:èeva sin dal primo approdo chi, fidando nel nome di Golfo degli Aranci, non si aspettava la scogliera opaca ed il lido deserto cvn le quattro casupole bianche dagli usci sil,nziosi? Vagavano per le cime lontane le ombre rosate del mattino, qua e là più vive di luce n1;ova, i colli ed i monti sorgevano all'orizzcnte fatti solo di azzurro; nel cielo non una vece. Terra di poesia ma per chi giungeva dalla città, per chi aveva l'orecchio abituato a!!'ulo delle chicchere del calfè, tutto que• sto era deserto, desolazione, problema da impostare e risolvere, al lume ed al metro dello propria, infallibile dottrina. I problemi c'erano, davvero, ma sorti e sviluppatisi nei secoli senza che mai una a:cno di ferro li troncasse alla radice, costituivano un viluppo cosi intricato da non lasciarsi facilmente discernere. Specialmen· to da chi vi giungeva nutrilo appena da un'affrettata preparazione libresca, senza 1· esercizio di U."taesperienza umana e senza l'ail;to di uno studio locale lungo e meditato. Eppure per questi giovinetti precoci non vi erano ostacoli di sorta. Un sopraluogo afhettato, magari attraverso I vetri del treno che portava a Cagliari, poi subito i r!- su!tati, i giudizi delinitivi, il rimedio infallibile consegnati alla stampa accogliente d<'llc Penisola o all'editore di famiglia ... Malaria, delinquenza, miseria erano il ritornello obbligato, l'aggettivo "sociale" 26 BiblotecaGino Bianco trionfava ora tronfio e pettoruto, ora agile, tagliente, facile come una moneta da cinque centesimi. Fu in quei tempi che vennero afhbbiati ~lla gente di Sardegna, sotto una etichetta pseudo-oc10ntifica, i più cocenti insulti che mai potessero venire in fantasia. Vi lu chi incontrandosi per la prima volta 1r:questi uomini del piano e della montagna li trovò al suo metro, troppo piccoli, minuh di membra e fragili d'ossa, gente male in carne. fornita di scarse risorse fisiche e psichiche. Perchè? Quale potava essere la causa di quoste condizioni? Ecco in soccorso dalla fervida immaginazione e da una più fervida temeranetà d1 giudizi nascere la teoria, il magico gluoco di parole destinato a spiegare tutto: la popolazione di Sardegna è andata incontro nei seooli ad un progre,:sivo processo di iremiserimento fisico che ha portato agli at• tuali esemplari decaduti. · Impostata la oosa su questo piano, vengon facili le altre illazioni. Nel volgere degli anni è diminuita la statura, si sono latti più meschini i corpi, non soltanto, ma per la stessa influenza debilitatrice, l'attività psichica è rimasta minorata: si spiega perciò il deiitto, l'analfabetismo, ecc. ecc. Rachitici e cretini, questo era il giudizio definitivo, tradotto in termini più semplicj. e più concisi, dalle risuonanti e guardinghe circonlocuzioni. Faciloneria, per non usare altre parole. Estrema labilità psichica di giovanotti ben nu:riti innanzi alle immagini di uomini ma• cerati da una dura fatica quotidiana al sole ed al vento, ingialliti dalla malaria cronica buttate nel sangue sino dai primi anni di vita. Uomini patiti, mal ridotti fin che si vuole, ma non ancora ombre, uomini durissimi nei muscoli e nei nervi che avrebbero ripreso il loro giusto aspetto quando fossero state migliorate le loro concliz.ioni di vita e cli lavoro. Erano semplicemente questi i termini del problema. E fu Mussolini che li comprese. Ma in quei tempi per molti settori della borghesia intellettualoide, allevati e cresciuti entro la ristretta cerchia cli circonvallazione, la Sardegna rappresentava la terra sensazionale, pepata d'ignoto, cli curioso, la terra interessante, imprevista su cui era lecito dire tutto, purchè fosse diverso e luor del comune. Questa storia della razza degenerata, ebbe quindi facile successo, fu accolta gioiosamente alle stampe come un e: pezzo> fortunato, non incontrò difficoltà a girare per le piazze, e insinuarsi nei salotti, nei circoli autorevoli e lini ben presto per divenire uno dei più accreditati luoghi comuni della Sardegna. E tanta è stata la forza di questo luogo comune che ancora oggi vegeta, con altre muffe dei genere, tra le circonvoluzioni cerebrali di qualche vecchia cariatide irriducibile alla forza dei tempi nuovi. Degenerazione della razza· non fu soltanto questa la constatazione dei neo-pro- • ariana fessori. Vi furono altri che con criterio meno sbrigliato riconobbero nella popolazione di Sardegna una varietà della razza pigmea! Proprio cosi: i Sardi vennero accomunati ai Boscimani del Kalahar1, al Bo-B1nga delle rive del Sangha, ai Bo-Tua del Congo e - perchè no? - ai tapiro della Nuova Guinea. Questa fu la sostanza delle cose anche se attenuata dalle consuete circonlocuzioni (spostamenti in epoche preistoriche, variazioni intervenute, ecc. ecc.). Era facilmente intuibile che si trattava di enormità. Non potevano appartenere a opachi aggruppamenti razziali africani quegll uomini I cui antenati avevano dato origine alla luminosa civiltà dei Nuraghi, cosi fervida di opere artistiche e di manifestazioni civili e che pur in un isolamento secolare avevano sviluppale forme originali cli arte popolaresca. Eppure fu necessario portare alla luce vari quintali di ossa dai sepolcreti nuragici per sfcrtare definitivamente sul più rigido terreno scientifico queste leggende infamanti. Gli studi compiuti su questo materiale ricchissimo permisero di definire in primo luogo l'aspetto fisico dell'uomo sardo nuragico e la perfetta identità di questo con I primitivi mediterranei, socondariamente si constatò che tra i protosardi e la popolazione attuale vi era una singolare continuità di caratteri che attestava una mirabile con• S9rvazione del sangue attraverso i millenni. Ogg, quindi i Sardi vanno considerati come un gruppo purissimo di quegli ariani mediterranei che trovano la migliore espressione entro la razza italiana. LINO BUSINCO Mu.aeo dj Cagliari: bronzo nuragico.

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