La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

E RAZZA Oltre la forma, bisogna ricordare che- l'odore, e l'halitus sanguinis > (detcrnunato forse da differenti acidi grassi), era considerato dagli antichi come caratteristica eh ciascuna specie e razza vivente. ~1a non ci dilungheremo, almeno per il momento, a considerare le differenze diciamo c.Jsl grossolane nella forma, nella struttura. nelle dimensioni degli clementi figurati, ne le meno appariscenti differenze, quale costituzione chimica degli elementi stessi, o del plasma, ma dimostreremo con l'evidenza di fatti e di dati, che è possibile, anzi scienti• ficamcnte dimostrato, che esista una ripartizione razziale dei popoli della terra in rapporto a fattori sierologici, ripartizione che spess.J l'antropologia fisica è impotente a mettere in evidenza. E' questo un problema scientifico, e come tale complesso, che cercheremo, per quanto è possibile, di esporre oggi ed in seguito, chiaramente e pianamente . .\ tale scopv occorre tener presente che, nell'interno dei capillari, e nei preparati di sangue a fresco (cioè prele,·ando sangue da un organismo cd osservandolo al micro• scopio) gli eritrociti hanno tendenza a disporsi a pila di monete, aderendo gli uni a gh altri, come appare dalla figura N 2. Se in\'ecc uniamo, al sangue in esame, siero di sangue di animale di specie diversa da quello in esame (ad es. unendo sangue di scimmia con siero di sangue di cavallo) ptr modificazioni fisico-chimiche della parte liquida in cui sono sospesi gli eritrociti, tal< icnomcno si esagera. gli eritrociti si riuniscono in ammassi più voluminosi. A tak fcn.Jmcno si dà il nome di agglutinazione, il quale è ben presto seguito dalla sedimcn• tazione degli ammassi stessi. (vedi fig. N. 3) Però è stato osservato, che gli eritrociti sono agglutinati non solo da sieri eterogcnti. ma che il siero di individui della stessa specie pote,•a determinare lo stesso fenomeno. cioè il siero di un uomo poteva agglutinare gli eritrociti di altro uomo, cd a tale fcno. meno è stato dato il nome di iso-agglutinazione. Questo di\'erso comportamento del sangue degli indi,·idui di una stessa specie, è dovuto alla presenza negli eritrociti di una sostanza, contenuta nello stroma delle emazie detta agglutin.Jgeno (che distin• guiamo in A e B), ed alla presenza nel siero sanguigno di un'altra sostanza legata alla frazione euglobinica, detta agglutinina ( che distinguiamo in a e /J). Le agglutinine sono sostanze che agglutinano i glohuli rossi omol.Jghi (cioè l'agglu• tinina a agglutina i globuli rossi contenenti l'agglutinogeno A, come l'emolisina /J aggJu. tina i globuli rossi contenenti l'agglutinogen.J B). In base a tali caratteristiche sostanze, il sangue umano è stato diviso in quattro gruppi fondamentali, caratterizzati dalla presenza dei rispetti,•, agglutinogeni : GRl'PPO SA;--.;cucc;--.;o AGGI.UTr;-.;QGE;--[.; AGGLUTJi\lNE o - a+/J .\ \ /3 B H " .\B •\B - La fig. '.\. 4, se osservata con attenzione, chiarisce l'idea della ripartizione degli agglu. unogeni e delle agglutinine, nei globuli rossi e nel siero. Circa l'ont.Jgcnesi dei gruppi sanguigni, è stato dimostrato da \'arie ricerche, che ;:h agglutinogeni appaiono durante la vita intrauterina. La differenziazione esiste presso il feto già dal III mese. Esporremo in Sl'guito, la ripartizione dei vari gruppi nei di,·crsi popoli, e nelle varie razze. Si osscr\'i come sono presenti nei genitori e nei figli nelle quasi identiche prop.Jrzioni GRUPPO sA;--.;GL'JG;--.;o ;\IADRE-. FIGLI o .19,.li 39,23 .\ 42,St 43,20 K 1..i,93 13,-t3 5.0j 4,09 li gruppo cm appartiene un indi,·iduo, costituisce un carattere costante p~r tutta la durata della Yita. :--è le condizioni di alimentazione, nè l'età, nè lo stato di salute possono farlo variare. Ricerche di numerosi autori hanno dimostrato che la maggioranza delle cellule del· l'organismo possiede sostanze agglutinabili, caratteristiche, identiche a quelle che contengono siero e globuli rossi. Perchè il sangue mutasse di grupJ>o hisogncrebbc, dunque, che lullr le cellule ddl'nr- ;:anismo camhiassero totn/mcntc. Il che è impossibile. GIUSEPPELUCIDI BiblotecaGino Bianco Fig. 3 • Ag9lutinadone dei globuli roHL C.- aervm• nella proYeUa 3 \I.Da ■ospe111ion• wuJorme. indice di agv-lulinmion• nevati•a· i.. pl'o••lt• l • 2 moalrcmo il fenomeno del• l'a9glutincuiou, che appcue 9rouolana nel• la pro•etta 2, • durante la Hdim•ntcuione nella pro•elta 1. In alto quattro cmnpl mo~ atrcmU l'a99lutinaalone dei globuli roai d1 lama, di cui a). e), d) con riaultato J)OIÌtiYo • b) con risultalo ne19aH•o (da Dujcuric de la Ri•iàre). ,.\~ ~A ~,. ~'• -8~~, c:Jo ~,ro ?6t --- ~8Fj,g. 4 - RipcutWone deUe a99luWU.Oe e devh d:r~':.~O:,~~pt::m: 1 :r;D_t nc~Ji;i;,wi ~: &Ml (9ricJie) G99lutia09eno A Siero (frecce nere) a99lutinma. - GRUPPO B Emaxie (aere) a99lutinogeno B Si.ro (hecc.e griqie) a99lutialna . GRUPPO O Emazie (blm,cho) priYO di a.99lutin09eni Siero (frecce nere • 9,iqie) a99lutin09eni A + I. Siero (Hua trecce) pri•o di 099hat.ia.1Ae. [Da Dujarric de la Bi•iàre) 23

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