La Difesa della Razza - anno I - n.1 - 5 agosto 1938

I NOZIONE DI RAZZA guemr. riproduzione di pitture rupeatri emtenti nella ccnema paleolitica di Minateda. nella ponncia di Albacete. . in Spavna. notevoli oscillazioni. Buffon, per esempio, riteneva che soltanto il clima avesse agito sulle differenze razziali, e affermava che e l'"uomo, bianco in Europa, nero in Africa, giallo in Asia e rosso in America, non è che lo stesso uomo tinto dal colore del clima>. L'altro grande naturalista, Linneo, non parla mai di razza, ma di specie. Il primo che usò il termine di razza in senso rigorosamente antropologico fu Kant, il quale definl la razza ·come una varietà costante, fis~ata dall'azione del clima, capace di perpetuarsi e di mescolare i propri caratteri con quelli di altre razze. Il trasformismo A questa relati va fissità razziale reagl il tedesoo Blumembach, dando origine alla teoria del trasformismo, che mette in partioolare rilievo la capacità che le razze hanno di acquiatare, ne) corso della loro storia, nuovi caratteri e di trasmetterli per via ereditaria. La scienza contemporanea considera la questione della razza sotto aspetti molto diversi, che dipendono, più che della diversità dei metodi scien.tllici sqguiti, dalla note- -.-ole distanza dei punti di vista. Gli scettici del razzismo Vi sono gli scettici della razza, come il Topinard. il quale afferma che la razza non è che un'astrazione della nostra mente. Sotto i nostri occhi vi è un'umanità in continua evoluzione, i cui caratteri fisici sono soggetti ad infiniti mutamenti: fissare questa evoluzione nel tempo e nello spazio, attribuendo alle diverse razze qualità distintive costanti, sarebbe - secondo il Topinard e i suoi seguaci - un vero e proprio arbitrio. Vi sono i mistici della razza, che dalle diUereilze fra una r<JZ%Cl e l'altra inferiscono la superiorità di una razza su tutte le altre. Si citano abituamente gll studiosi gerBiblioteca Gino Bianco manici come antesignani di una tale teoria. ma è inte ressante sapere che furono proprio due francesi (Il) - il Gobineau e Philorète Chasles a farsene apostoli fra i primissimi. L'intesa cordialesu basi razziste? Entrambi sostengono il primalo della razza ncrdica; il secondo ha una particolare predilezione per la Gran Bretagna, che egli definisce e Terra classica del coraggio morale>. (L'intesa cordiale su basi razziste? Chi }"avrebbe creduto?). . Ma i veri e propri teorici del· razzismo contemporaneo sono, come si sa, gli studiosi germanici, tra i quali è appena necessario citare Rosenberg. GrandEr scalpore ha fatto nel 1926, la traduzione francese del libro di un razzista americano: e l1 declino della grande razza > di Madison Grant La cgrande-razza>, per il Grant. è quella bianca, o più particolarmente quella anglo-sassone, in nome della quale egli lancia un grido d'allarme. Il Grant afferma che la Kl2:%a si trova alla base di tutte le manifestazioni della società umana e mette in rilievo l'importanza, per la determinazione dei vari tipi razziali, delle misurazioni cefaliche. ...con buona pace dei francesi Alcuni studiosi francesi tentano, per evidenti ragioni polemiche, 'di rovesciare il problema; e - come, ad esempio, il Le Fur - affermano che la nozione di razza è eUetto e no.n causa, cioè che un popolo si i:ioonosce unito da nnooli razziali solamente quando la storia e la cultura hanno creato le vere basi della sua unità. Il che, con buona pace della e scienza> francese, è smentito dai fatti, dei quali l'esposizione che precede può avere dato, pur nel suo schemallismo, qualche barlume. 7

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==