donne chiesa mondo - n. 72 - ottobre 2018

DONNE CHIESA MONDO 38 DONNE CHIESA MONDO 39 L UCA 12, 13-21 D opo aver esortato in molti modi i suoi a non temere neppure quelli che li vogliono uccidere, perché non possono togliere loro la vita, Gesù, rispon- dendo a una domanda, li esorta invece a fare attenzione e a guardarsi bene dalla cupidigia, perché la vita non dipende dai beni. Un uomo della folla gli dice: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Gesù risponde: «Chi mi ha costituito giudice o me- diatore sopra di voi?». Gesù non è venuto per far valere i diritti di chi ha già un’eredità, l’uni- ca eredità che gli sta a cuore è quella che an- nuncia ai miti della terra: «Beati voi perché ere- diterete la terra» (cfr. Matteo 5, 5). Gesù risponde dicendo che non è venuto per stare sopra di noi ma in mezzo a noi, dando un M EDITAZIONE Un umano mancare a cura delle sorelle di Bose Chiharu Shiota, «The Key in the Hand» (2015, particolare) Nella pagina successiva Marti Lund, «Humble Hands» (2016) diacono ( gynaikòn diakonòn )». Qui le diaconesse vengono definite ag- giungendo al termine “donne” la forma maschile diàkonoi . Ma anche Teodoro di Mopsuestia o Teodoreto di Cirro nei loro commenti par- tono da un riferimento a diaconesse in 1 Timoteo 3, 11, quale che sia il modo in cui viene interpretato il loro “servizio” dal punto di vista del contenuto. Anche nella Didascalia — un testo ecclesiastico diffuso risalente al- la prima metà del III secolo (l’originale greco è andato perso; sono conservati, oltre a un versione siriaca, numerosi frammenti latini della fine del IV secolo) — è documentata l’esistenza di diaconesse. Laddo- ve per esempio il vescovo deve scegliere un uomo e una donna (que- sto in particolare riguardo alle donne) e ordinarli diacono (3, 12, 2), non si fanno distinzioni terminologiche, altrimenti, oltre alle circo- nlocuzioni analoghe trovate finora nei testi, c’è anche la variante femminile diakònissa . La necessità del «servizio di una “donna diaco- nessa”» ( ministerium mulieris diaconissae ) è legittimato biblicamente fa- cendo riferimento alle discepole che seguono Gesù, delle quali è te- stimoniato un “servire” ( diakonèo ) (i nomi citati in 3, 12, 4 corrispon- dono a Matteo 27, 56). Attraverso una tipologia trinitaria, con un’im- magine audace, all’ufficio viene conferito un fondamento teologico paragonando il vescovo con Dio, il diacono con Cristo (vedi per esempio Marco 10, 45) e la diaconessa con lo Spirito Santo (femmini- le nelle lingue semitiche; 2, 26). Tra gli ambiti delle attività delle dia- conesse, che ora sulla scia della progressiva evoluzione vengono de- scritti meglio (in particolare quello dell’assistenza battesimale e delle visite domiciliari caritative) non è elencato l’insegnamento: «non è giusto» che le donne insegnino, secondo Didascalia 3, 6, 1 (come in 1 Timoteo 2, 12). La Didascalia , o Insegnamento degli apostoli , è stata ac- colta in forma rivisitata anche nelle Costituzioni apostoliche , una raccol- ta di ordinamenti ecclesiastici più antichi (i primi sei dei complessivi otto libri delle Constitutiones apostolorum greche coincidono largamen- te con la Didascalia ). Oltre alla forma greca diakònissa (3, 11, 3; 8, 19, 2; 8, 28, 6.8) si trova ancora la forma maschile diàkonos con l’aggiun- ta qualificativa “donna” (3, 16, 1-2; in 3, 19, 1 di nuovo senza essere seguita da diàkonos ) o con l’articolo femminile (3, 16, 2.4; anche nel plurale: 2, 26, 3; 8, 13, 14), per indicare una diaconessa. Sulla base di questi accoglimenti, che testimoniano da un lato l’uso linguistico del- la circonlocuzione diaconi donna, con nomi maschili e aggiunte fem- minizzanti, e dall’altro una corrispondente prassi della comunità, per 1 Timoteo 3, 11 l’interpretazione “diaconesse” è quella più plausibile, sebbene l’ambito della loro attività nel periodo neotestamentario non sia chiaramente delineato e pertanto lasci diverse questioni aperte.

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