donne chiesa mondo - n. 66 - marzo 2018

DONNE CHIESA MONDO 38 DONNE CHIESA MONDO 39 masto con la speranza in un futuro privo d’odio. Il canto di Nelly Sachs si fa profezia: Se i profeti irrompessero per le porte della notte, incidendo ferite di parole nei campi della consuetudine … Se i profeti irrompessero per le porte della notte e cercassero un orecchio come patria Orecchio degli uomini ostruito d’ortica sapresti ascoltare? Il superstite vive nella posizione mediana di tramite tra i morti, a cui vuole rendere giustizia, e i vivi, che ignorano o intendono ignorare, la sorte dei loro fratelli. Le parole non sono un balsamo, ma procurano ferite, perché mostrano, sussurrano, come flauti intagliati dalla morte, lo sterminio di milioni di innocenti e di questi scomparsi, intendono farsi voce («Leggeri scivo- liamo giù per questa ripida roccia dell’orrore»). L’apolide Sachs, la donna sradicata, «l’ebrea er- rante», ricolloca la sua ragion d’essere nel verso poetico dotato di valenza profetica, facendo dell’«orecchio» la propria patria, l’approdo nell’altro della propria voce scampata al massa- cro («Invece della patria stringo le metamorfosi del mondo»). «Ma tu capisci, viviamo entrambi nella patria invisibile» scriveva la poetessa al grande poeta rumeno di madrelingua tedesca e francese d’adozione Paul Celan, con il quale nel 1954 ini- ziò un’intensa e lunga corrispondenza epistola- re. Con Celan, ebreo anch’egli, Sachs condivise la condizione di esule, la sofferenza psichica e una creatività poetica intesa come ancora di sal- vezza dall’orrore del passato. Scriveva Celan: «Penso a te, Nelly, sempre, pensiamo sempre a te e a ciò che vive grazie a te! Ricordi ancora quando abbiamo parlato di Dio per la seconda volta, a casa nostra, del tuo Dio, il Dio che ti attende, ricordi che c’era il riflesso dorato sulla tua parete? Sei tu, è la tua vicinanza, che per- mette di vedere il riflesso, c’è bisogno di te, an- che in nome di coloro ai quali tu sei e ti pensi tanto vicina, c’è bisogno della tua presenza qui e tra gli uomini, c’è bisogno di te ancora a lun- go, c’è chi cerca il tuo sguardo; mandalo, quello sguardo, mandalo ancora all’aperto, consegnagli le tue parole vere, le tue parole liberatrici, affi- dati a lui, affida a noi, tuoi compagni di vita, della tua vita, questo sguardo, fai in modo che noi, già liberi, diventiamo i più liberi in assolu- to, facci stare ritti, con te, nella luce!». L’amicizia con Celan fu un balsamo nella tra- vagliata vita di Nelly Sachs: nel 1950 la scrittrice iniziò a soffrire di gravi disturbi psichici che le comportarono lunghi ricoveri in cliniche psi- chiatriche, con spaventose sedute di elettro- shock. La scrittura, anche in questo frangente fu il suo unico appiglio: al 1959 risale Fuga e tra- sformazione e al 1961 Al di là della polvere . Nel 1960, seppur allo stremo delle forze, Nelly Sa- chs poté intraprendere un viaggio che la portò per la prima volta nuovamente in Germania (dove non era più voluta tornare), e infine a Pa- rigi, dove ebbe finalmente modo di incontrare Paul Celan di persona. Nel 1966 venne insignita del premio Nobel per la letteratura, riconoscimento che Nelly Sa- chs ricevette con la modestia di un sorriso smar- rito e incredulo. Nonostante la celebrità arreca- tale dal Nobel, Nelly continuò la vita di sem- pre, nel suo modesto appartamento di Stoccol- ma, tra crolli fisici e psichici, a contatto con il suo dolente mondo interiore e con la creatività liberatoria dei suoi versi: morì il 12 maggio 1970, lo stesso giorno in cui a Parigi si stava tenendo il funerale di Paul Celan, suicidatosi pochi gior- ni prima gettandosi nella Senna. M ATTEO 7, 21-29 L a buona notizia che ci è consegnata in que- sta pagina del vange- lo secondo Matteo è l’annuncio che il Si- gnore costruisce la ca- sa (cfr. Salmi 127, 1), l’annuncio che la sua potenza e l’efficacia della sua parola edifi- cano la comunità e la vita di coloro che la ac- colgono, poiché hanno il potere di contrastare le energie di morte che a volte abitano sia i sin- goli cristiani che le comunità del Signore. Sì, chi accoglie le parole del Signore Gesù e le mette in pratica, chi in esse ha fede e le accoglie in una vita di conversione vedrà sprigionarsi nella propria esistenza energie di amore e di vi- ta, capaci di vincere quelle che egli sperimenta come forze mortifere che lo abitano e che sono più forti di lui. Ma il Signore è il più forte del M EDITAZIONE Prudenti astuti e semplici a cura delle sorelle di Bose Jean-Francois Millet «La roccia di Castel Vendon» (particolare, 1848) Nella pagina successiva: Nicholas Roerich, «Rond rocks» (particolare, 1911)

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