donne chiesa mondo - n. 58 - giugno 2017

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 lo spirito sia incarnato nel corpo. Dopodiché ho cominciato a guida- re dei ritiri spirituali praticando lo yoga. Lo yoga occidentalizzato è considerato più che altro un esercizio di rilassamento, ma non lo è affatto: è invece una pratica sistematica di unità con il divino». Il corpo, con il suo linguaggio, si manifesta ancora una volta come strumento di conoscenza e percezione di Dio, facendosi protagonista di una nuova svolta nella vita di Lucinda: «A un certo punto il mio corpo non volle compiere più alcun movimento e capii immediata- mente che si trattava della cosiddetta malattia del misticismo, i cui sintomi ho ritrovato descritti in molte vite di santi. Percepivo una tra- sformazione interna, diretta da Gesù Cristo. Mi sono ritrovata a tra- scorrere circa un anno e mezzo a letto senza poter fare molto, come se mi fosse data l’opportunità di non fare niente altro che pregare. Ho imparato così a pregare più profondamente, a praticare una pre- ghiera di ascolto, di silenzio di ricapitolazione». Ancora una volta Dio prende in mano le redini della vita della teologa e la indirizza con modi inizialmente poco chiari e sorprendenti; Lucinda non op- pone resistenza alla chiamata e cerca il più possibile di sintonizzarsi sulla frequenza d’onda della trascendenza, per discernere i segnali e individuare la strada da percorrere: «Ebbi molti problemi di cuore — continua — ma quando andai dal cardiologo, non risultò alcuna ma- lattia; allora capii intuitivamente che il mio cuore era fatto per qual- cosa e dovevo solo credere a questo, nonostante fosse molto difficile. Guardando indietro, potrei dire che questa malattia è stata una gran- de avventura, una grande opportunità, perché mi sembrava di essere stata mandata a scuola, alla scuola del Signore, che mi voleva per sé senza distrazioni. Anche mio marito, teologo, capì che era in corso una profonda trasformazione, e mi ha aiutato e sostenuta molto. Co- me donna sposata sono stata molto privilegiata sia dal punto di vista materiale, sia per il fatto di poter condividere con mio marito quello che stava accadendo». Inizia dunque un lungo periodo di silenzio, ascolto, contemplazio- ne: in Toscana, nei luoghi cari a san Francesco, Lucinda inizia a gui- dare ritiri di preghiera: «In questi ritiri ripercorrevamo la vita delle sante, come Caterina da Siena, Chiara d’Assisi, Margherita di Città di Castello e Veronica Giuliani badessa delle clarisse del monastero di Città di Castello». Proprio il giorno della festa di santa Veronica, il 9 luglio, quando si aprivano le grate e le suore di clausura usciva- no per la messa, è accaduto qualcosa che ha nuovamente modellato il percorso di vita di Lucinda: «Quel giorno, infatti, dovevo andare anch’io a messa, ma faceva caldo e non ne avevo voglia; sapevo però come Dio ci desse sempre la libertà di scelta e stesse a noi capire la sua chiamata». Affidandosi nuovamente alla sua intuizione, che pre- Sano di Pietro «Santa Caterina da Siena» (1442 circa)

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