donne chiesa mondo - n. 54 - febbraio 2017

DONNE CHIESA MONDO 40 «Avete capito ciò che vi ho detto?». Cosa vuole farci comprendere Gesù? Cosa dobbiamo capire dalle parabole che lui ha narrato? Gesù non narra semplicemente, non solo parla, egli è la Parola, ed è qui, tra noi, per questo: è la «co- sa nuova» tra gli uomini per rivelare i misteri del regno dei cieli. E lo fa non solo con le paro- le ma soprattutto rivela essendo ciò che è: l’uo- mo Gesù. Egli è l’inviato che svela la volontà del Padre, che non si impone ma invita, mostra una via perché ciascuno possa trovare il proprio tesoro da cui trarre una novità di vita. Gesù sa che riconoscere la «cosa nuova» non è semplice. Agli occhi degli uomini è nascosta, non appariscente, insignificante: è il granellino di senape, è poco lievito nascosto nella farina, è una perla che nasce nell’ostrica, è un tesoro na- scosto in un campo. Gesù ci dice però che, an- che se piccola e nascosta, ha una potenza incre- dibile, ha la forza di far lievitare la farina, di «impadronirsi» del cuore dell’essere umano e di metterlo in moto, di fargli compiere azioni. Do- ve è il tesoro dell’uomo, là è il suo cuore. Il te- soro è ciò che si reputa senza prezzo, è ciò che supera ogni altro bene. Il tesoro è scoprire ciò che dà senso alla nostra vita, ciò che la orienta e indirizza. Possedere questa perla preziosa signi- fica vivere ed essere in pienezza, è vivere la vo- cazione alla quale siamo chiamati. Gesù ci invita allora a conoscere il nostro cuore, a capire ciò che per noi è così prezioso da farci lasciare tutto il resto. Nelle parabole raccontate da Gesù c’è un tesoro, c’è una perla, ma quello che Gesù pone al centro è l’azione che questi provocano nel contadino o nel mer- cante. Essi fanno una scelta. Quello che conta è la nostra risposta, l’azione provocata in noi. Al discepolo è lasciato lo spazio di libertà di sce- gliere ciò che vale di più e di conseguenza la- sciare ciò che vale meno. Incontrato Gesù, rico- nosciutolo come novità e tesoro per le loro vite, i primi discepoli si liberano di tutto per seguir- lo, cosa che non riesce a fare il giovane ricco che interroga Gesù nel vangelo. Il contadino, il mercante delle parabole vendono tutto ciò che possiedono per lasciare che una ricchezza mag- giore li colmi, si impossessi di loro. Il guadagno vero è nel liberarsi del superfluo per fare spazio a ciò che ci dà la gioia profonda, la pienezza di vita. L’incontro con Ge- sù, con il suo Vange- lo, ci rivela una buo- na notizia. E questa buona notizia ha il po- tere di orientare in mo- do nuovo le nostre vite, di cam- biare totalmen- te la nostra esi- stenza, di dare nuovo senso a ciò che sembra antico e cono- sciuto. La pre- ziosità è relati- va alla gioia che è suscitata in noi: la gioia ci è procurata dal non fallire la nostra vocazione, perché — come scrive Simone Weil — «quel che conta è non mancare la pro- pria vita». A noi la libertà della scelta che, rin- novata nel quotidiano, diventa perseveranza nel- la sequela, faticosa fedeltà, che incontra l’acco- glienza di Dio, il quale attende con pazienza e non giudica, apre la rete per tutti. Egli conosce i segreti del cuore e invita chiunque a percorrere la strada per uscire dal suo male, con la pro- messa che il frutto di questa scelta è una gioia duratura, sempre nuova. È la «cosa nuova» del- lo scoprire ogni giorno l’amore e di credere a questo amore. Così possiamo cantare assieme al salmista: «Nella tua promessa trovo la mia gioia come chi scopre un grande tesoro» ( Salmo 119, 162).

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