donne chiesa mondo - n. 50 - ottobre 2016

DONNE CHIESA MONDO 40 tore; egli prende le distanze da coloro che vo- gliono appiccare il fuoco della durezza e del giudizio, quello che avevano invocato Giacomo e Giovanni pochi capitoli prima, sdegnati per il rifiuto dell’ospitalità in un villaggio di samarita- ni (cfr. Luca , 9, 54). Il suo è un fuoco interiore, lo stesso che ardeva nel cuore dei profeti e che Geremia confessa di possedere, «un fuoco ar- dente chiuso nelle sue ossa, incontenibile» (cfr. Geremia , 20, 7-9): è il fuoco, la passione per la parola di Dio. È questo il fuoco che Gesù vor- rebbe accendere per trasformare i nostri cuori di pietra in cuori di carne: la passione per Dio e la passione per l’altro, per il volto di Dio e per il volto dell’altro, unico fuoco, unica passione; la passione per Dio, fuoco ardente, quello zelo per la sua casa che portò un giorno Gesù a scaccia- re i mercanti dal tempio. Questo sì è un fuoco che Gesù vuole: il fuoco che consuma le false immagini religiose di una fede ridotta a merca- to. Fuoco è anche lo Spirito effuso dalla croce dopo la sua morte, fuoco che abita in ciascuno di noi e che cerca di farsi spazio e luce per illu- minare e liberare le nostre vite. Ma proprio que- sto fuoco che lo divora diviene causa di divisio- ne, di incomprensione per molti. «Pensate che sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione». Gesù sa- rebbe venuto sulla terra per questo? Lui, il mi- te, l’umile di cuore, che si era presentato all’ini- zio del suo ministero come colui che era stato mandato a portare ai poveri il lieto annuncio? Gesù è venuto come uomo di pace, ma proprio il suo vivere l’amore incondizionato fino all’estremo ha provocato l’effetto opposto, fa- cendone per molti un segno di contraddizione, una pietra d’inciampo. Con le sue parole e le sue azioni Gesù diventa uno spartiacque che mette in crisi perfino i legami familiari, i legami più naturali di ogni vita umana. L’opposizione che ha toccato l’esistenza di Gesù toccherà an- che la vita dei suoi discepoli: i suoi familiari lo considerano pazzo e vanno a prenderlo perché stentano a capire (cfr. Marco , 3, 21), ma lui non scende a compromessi e con forza si oppone lo- ro dicendo che «sua madre e i suoi fratelli sono coloro che ascoltano e mettono in pratica la pa- rola di Dio» (cfr. Luca , 8, 20-21). La sequela è esigente, ci è chiesto di considerare, verificare e scegliere come un buon costruttore di torri o un ottimo stratega in guerra, se cominciare o meno il viaggio con lui; durante il viaggio, si tratta di lottare ogni giorno per morire a se stessi e vive- re solo in Dio e per Dio, facendo della rinuncia a ciò che non è essenziale, a ciò che ci è d’in- tralcio e ci distoglie dalla meta, la cifra della no- stra intera esistenza. La battaglia è quotidiana, però il fine di questa guerra è l’acquisizione di quella pace e di quella gioia che niente e nessu- no potrà toglierci, e l’imparare il dono di sé, il vero amore. L’obiettivo, il punto di arrivo è quella carità che sola può dare la forza di realiz- zare finalmente la morte a se stessi per vivere in Dio; il fine è l’autentica carità, che è allo stesso tempo e indissolubilmente amore di Dio e amo- re del prossimo.

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