Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

DA « L':ÈTRE ET L'ESSENCE » di ÉTIENNE G1LSON Le pagine che seguono sono tratte dalla conclusione di una delle opere più matur_e e profonde del grande storico della filosofia medioevale: L'etre et l'essence (V rin, Paris 1948). Essa è, non meno delle altre, opera storico critica e non teoretica, ma a differenza delle altre i temi della ricerca sono questa volta i concetti cardine di ogni filosofare e non i sistemi filosofici nella loro distesa esplicitazione. Ne risulta una sintesi drammatica di tutt'intera la storia della filosofia: nella quale i concetti di essenza e di esistenza rappresentano quasi i perso– naggi principali del dramma. Non apparirà pertanto arbitrario che la filoso– fia antica e quella moderna rimangano sullo .rfondo mentre in primo piano compaiono la filosofia medievale ed i suoi epigoni. È infatti in tale pensiero, indubitabilmente, che i concetti di essenza ed esistenza sono più esplicita– mente discussi e teorizzati. Ed è certo in tale pensiero che vanno 1·intrac– czate le radici sto1·icoteoretiche della attuale dissoluzione della filosofia. Que– sta invero è stata la via che ha permesso ad uno storiografo della filosofia cosciente - come lo è il Gilson - sia delle possibilità sia dei limiti del lavoro storiografico, di portare il suo diretto e specifico contributo alla so– luzione del/'« impasse » attuale della filosofia teoretica. Il lettore potrà rilevare da sé la portata delle conclusioni etti giunge il Gilson e la loro significativa e precisa coincidenza di fondo con quelle cui giungono alcuni scritti di questo numero della nostra rivista. Filosofia senza esistenza, esistenza senza filosofia, tali appaiono infine le opzioni alle quali -ci troviamo oggi condannati. C'è tuttavia stato, nel corso della storia, un tentativo almeno di conservare l'esistenza senza ri– nunciare alla filosofia. Vero è ch'esso si è prodotto nel sec. XIII, ma le c.on – clusioru filooofiche alle quali si giunge dipendono dai principi da cui si parte, non dall'epoca nella quale si parte d'ai quei principi. I principi infatti non hanno età; dacché sono concepiti si trovano posti fuori del tempo. Potrebbe anche sembrare sorprendente che la soluzione di questo problema, fondamentale, se è stata scoperta da tanto tempo, non si sia imposta im– mediatamente all'attenzione di tutti. Si<curamenteil fatto ha di che sorpren– dere e, più lo si scruta, più solleva esso stesso dei problemi. Per non impe– gnarci qui più di quanto non sia necessario, osserviamo anzitutto che la BibliotecaGino Bianco

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