Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

110 DISCUSSIONI della collettività nei suoi più multiformi aspetti e ad essa 1mpnme un retto ordinamento metafisico e morale (si veda, ad esempio, ia teona tomi– stica della giustizia). Uno Stato che sappia realizzare pienamente lo forma politica nelle con– dizioni storiche del suo tempo e imprimere quindi alla vita collettin un orientamento in armonia con la legge naturale ha un'affinità essenziale con la Chiesa del suo tempo che va al di là e al di sopra di qualunque pur– necessaria sistemazione giuridica dei rapporti tra Chiesa e Stato. Non par difficile poter concordare con questo criterio razionale del No– vacco: esso è in fondo un corollario del principio dell'armonia generale di tutto l'ordine creato, del vero rivelato con quello metafisico e quello empi– rico, del bene naturale e del bene soprannaturale. Un simile criterio razio– nale esclude certo qualunque forma di ritorno ideologico a concezioni 1sp1- rate a quella particolare esperienza storica che è stata la Cristianità: ipo– tesi storica che si fondava su un ambiente sociale culturalmente omogeneo e cercava di esprimere la solidarietà misteriosa tra natura e grazia :r-. una comunità di istituzioni, concependo la « societas » umana come una unità organica fondata su due gerard.ie : una ecclesiastica e una politica. Sopravvivenze concettuali di questa esperienza storica si hanno certo ancora nel pensiero cattolico: ma una tale solidarietà istituzionale non è· affatto implicita nel concetto cattolico di Chiesa. « Tendere all'espansione universale del Cristianesimo, - ha scritto un autore revisionista del concetto e della stessa terminologia di Cristianità, il canonico Jacques Leclercq - è rendere impossibile la Cristianità ... L'espan– sione della Chiesa è una cosa, molto differente della formazione di nazioni cattoliche. La Chiesa potrebbe avere due volte più di fedeli che oggi - cento milioni in Cina e cento milioni in India - e molto più di influenza spirituale senza che ci fosse una sola Nazione o un -solo Stato cattolico. Si avrebbe allora una Cristianità tutta spirituale e religiosa, che giocherebbe il ruolo di fermento e di luce che Gesù le ha assegnato, molto diversa e molto più pura della Cristianità politico-religiosa del Medio Evo» (1). Un simile ordine di cose, che si realizza con la crescita progressiva del fermento divino nel mondo e quindi in un grado di maturità storica supe– ri.ore, pare più conforme sia alla natura dello Stato che a quella della Chie– sa: e quindi più aperto all'attuazione di quella armonia essenziale presta– bilita dal Dio unico, Creatore e Redentore. Bisogna riporre una fiducia 1 JAcQUEs LEcLERCQ, La vie du Christ dans son Église, p. 216. BibliotecaGino Bianco

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