Critica Sociale - anno XLII - n. 18 - 16 settembre 1950

260 Domenica si sono tenute le elezioni municipali in Svezia. I socialisti hanno ottenuto il 49,07 per cento dei voti. Que– sto ,successo senza precedenti sembra annunciare una maggioranza parlamen– tare socialista per i prossimi quattro anni. I 1.609 consiglieri municipali e dipar– timentali eletti dovranno designare la metà dei 150 membri dell(i Camera Alta del Parlamento svedese. Diamo i risultati non ufficiali. Cl O' CHE MARIO ALBERTO ROLLIER: e Stati Uniti d'Europa • - Editoriale Domus, pp. 162 - L. 400. Molto opportunamente il compagno Rollier ha ristampato in questo volume un opuscolo uscito clandestino nel 1944 e che most~a oggi di non aver perso, ma di aver acquistato attualità. Il mo– mento in cui esso è stato concepito e la speranza che allora forse meglio di oggi poteva animare i federalisti contribui– scono anzi a far si che, insieme all'ana– lisi delle ragioni storiche e politiche che pongono la federazione europea co– me una necessità per la sopravvivenza della civiltà del vecchio mondo e pe~ la sua ulteriore vitalità, analisi condotta con sicurezza di preparazione, da uno studioso che il problema ha esaminato in tutti i suoi aspetti e non ne ignora i vari lati, lo scritto abbia un suo carat– tere peculiare di appello, quasi si direb– be alla lotta, per il trionfo di quello che la logica ha dimostrato utile e necessa– rio. Tono che non nuoce, e che forse è ora di attualità anche più di quando il libro fu concepito e scritfo, se è vero come è vero che troppo spesso proprio un poco di entusiasmo manca, nell'azio– ne politica. Ad ogni modo, comunque voglia in– tendersi questo accento, resta il valore dello studio, e su di esso giova richia– mare l'attenzione di quanti hanno a cuore l'unità di questo vecchio conti– nente. Dopo aver esaminate le assurdità del nazionalismo, il Rollier analizza le e tre soluzioni possibili del sistema euro– peo •· Il superstato egemonico, che è • .lo sviluppo consequenziario e logico del nazionalismo •, come il tentativo di Hitler, oltre a costituire una aberra– zione, è nel mondo moderno inattua– bile. La seconda possibilità, la Lega fra Stati nazionali sovrani, è già stata ten– tata con la società delle Nazioni, ma CRITICA SOCIALE Socialisti: 1.816.502 (nel 1946: un mi– lione 478.818) 49,07%; Liberali: 799.723 (520.593) 21,6%; Agrari: 459.773 (452.793) 12,42%; Conservatori: 438.551 (494.949) 11,85%; Comunisti: 184.503 (372.424) 4,98%, Da notare la forte avanzata dei socialisti che hanno guadagnato 80 seg– gi e dei liberali, il regresso degli agrari e del conservatori e la schiacciante sconfitta dei comunisti che hanno perso 62 seggi su 91. p. ga. S1 STAMPA I praticamente, essa manca di una -auto– rità. La terza infine, la sola vitale, è la federazione, e questa particolarmente !'A. studia nei suoi precedenti e nelle sue possibilità attuali. E' aggiunto poi un capitolo sui pro– gressi dell'idea federale in Europa dal 1945 al 1950 e la dichiarazione univeFsa– le dei diritti dell'uomo, che, con un preambolo dello stesso Rollier, è stata pubblicata lo scorso anno dalla nostra rivista. P. G. KENNETH INGRAM: •Annidi crisi• - Ediz. Longanesi. Gli • anni di crisi • esaminati dallo storico inglese comprendono il funesto periodo tra Versailles e la resa giappo– nese (pell'ombra, taciuta ma ovvia co– me un principio remoto cui è conven– zione rifarsi, la data pregnante del 1914, alla quale s'infranse l'equilibrio del mondo). Il libro s'arresta al '45: eventi formidabili sono maturati da allora, che hanno mutato tutte le prospettive che la· vittoria sul fascismo offriva, portando in primo piano una nuova minaccia to– talitaria che ha impedito la risoluzione secondo giustizia di tutti quei problemi di organizzazione internazionale a cui accenna anche l'Ingram. Certo, egli non prevedeva una tale evoluzione della politica sovietica: come molti studiosi e politici dell'Occidente l'Ingram intende proporsi il gran tem~ del comunismo sovietico con mente sgombra da pregiudizi, e traccia un qua– dro positivo della politica russa dal 1917 al 1945, dedicando pagine chiaramente entusiastiche, pur nel rigore e nelia plastjcità dell'informazione storica, alla prodigiosa resistenza sovietica all'inva- sore nazista, culminata nell'urto supre– mo di Stalingrado, e alla serie delle gi– gantesche offensive, capolavoro d'arte militare, che hanno condotto l'armata rossa da Mosca al Semmering, dal Volga al Danubio, da Leningrado alla capitale del Reich. (E' di questi giorni la noti– zia dello stanziamento di contingenti mongoli dell'esercito sovietico nella Ger– mania orientale: pochi anni or sono la si sarebbe senz'altro .attribuita a una mente malata, in vena di lugubri profe– zie, oggi rientra nella normalità della situazione europea). I torti delle demo– crazie verso l'U.R.S.S. sono messi in lu– ce coraggiosamente, anzi l'Ingram v'in– siste per meglio giustificare le sporadi– che e marginali critiche volte all'U.R. S.S. nel corso del libro. ìnvero l'In– gram, per amore di giustizia, esagera talvolta nello scaricare i di 1 igenti del Cremlino delle loro pesanti responsabi– lità (epurazioni, patto germano-russo). Rispetto alla questione finlandese, l'in– _tera respol).sabilità del conflitto è rove sciata sul governo finnico, giudicato reazionario e filotedesco, e sulle demo– crazie, principalmente sull'Inghilterra di Neville Chamberlain. Il quale, sia detto fra parentesi, non se la passa li– scia in nessuna storia degli anni in cui fu alla testa della nazione britannica. Veramente, Chamberlain è Il simbolo del fallimento delle democrazie, quan– to Winston Churchill è l'incarnazione della loro riscossa. Le pagine dell'Ingram sulla resisten– za inglese sono molto belle. Egli dedica numerosi capitoli anche a problemi del– la vasta crisi non strettamente pertinen– ti alla lotta contro il fascismo, toccan– do cosi tutti i paesi del mondo (rivolu– zione turca, indipendenza irlandese, na– zionalismo asiatico, crisi economica mondiale) dimostrando sempre grande ricchezza d'Informazione e indipenden– za e chiarltà di giudizio. Soltanto certe valutazioni della politica sovietica, a cui ho già accennato, lasciano perplessi, e un po' tutta la visione politica dèll'k– gram, che è nettamente improntata a principi socialistici democratici, finisce col risentirne. Si comprende come Il li– bro sia ·stato scritto nel clima della grande e generosa illusione del '45,- l'an– no in cui una duratura e stabile pace non appariva impossibile a realizzarsi, e tanto più rattrista la sopravvenuta consapevolezza dei pericoli che ci mi– nacciano, quanto più vitali e splendide parvero quelle disperse speranze. Guido Ceronetti Autorizzazione Tribunale Milano 8/10/1948 n. 646 del Reglstr< Tipografia PinelJ; - Milano - Via Fal'net-1, 8 La macchina per 'sèrlvere da ufficio, di concezione Inedita e di esecuzione rigorosissima, studiata ·per tutte le lingue e per tutti gli alfabeti del mondo "Il piùcompiuto strumento della scrittura meccanica" Biblioteca Gino Bianco

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