Critica Sociale - anno XLII - n. 14 - 16 luglio 1950

200 apertura di conversazioJ!.i poiché_ non ci sono paesi neutrali che possano por– si nella posizione, del resto inaccet– tabile per entrambe le parti, di me– diatore nel senso tradizionale del ter– mine, dell'Inghilterra e dell'Industan. I due tentativi,. dei quali ben poco si sa fiiJ1ora, si possono giudicare soltanto per induzione. Quello dell'In– ghilterra, che è consistito finora iii conversazioni dell'ambasciatore inglese a Mosca con il vie.e ministro degli Este– ri russo Gromyko, è senz~ dubbio il più interessante, sia -per la posizione dell'Inghilterra nel mondo occidentale e per i suoi stretti legami con gli Stati Uniti, sia per la posizione. della stes– sa Inghilterra nell'Asia orientale (è no- , to che essa ha riconosciuto il governo di ,Mao in Cina). Naturalmente, tutto ciò obbliga anche l'Inghilterra ad es– sere -estremamente prudente e riserva– ta anche nei suoi sondaggi. Tuttavia è probabile che se un'intenzione di sal– vare la pace anima ancora la ij.ussia, qni è la possibilità che essa si mani– festi. Al tempo stesso, il fatto che una sim'ile iniziativa sia stata presa dagli Inglesi e non per esempio dagli stessi amerlèani, ha anche il valore di salva– guardia di quel che resta delle Nazioni Unite, conservando ad ogni trattativa eventuale il carattere di trattatl:..a in seno aUe , Nazioni Unite e quindi, si può dii;e, la Russia d.a una parte e la comunità dei· paesi occidentali demo– cratici, contro quello che ha sempre co– stituito un tentativo da parte russa di conversazioni dirette con la sola Ame– rica. Quanto al tentativo di Nehru, es~ so è cer~o ispirato ad un nobile 'pro– posito, ed è da collocarsi nella linea della politica di· pace e di progresso che il nuovo governo indiano per~egue nel suo paese ed auspica per tutta l'Asia ( e di cui abbiamo già avuto occasione di far cenno su queste co– lonne). Ma allo stato attuale delle cose pare difficile che esso possa essere accettato dalle parti in lotta. Il Belgio verso la crisi L'intenzione ormai tan\e volte riaf– fermata dai socialcristiani belgi di ri– mettere sul trono Leopoldo, ciò che or– mai è definitivamente divenuto l'espres– sione tlel desiderio di spingere il pae– se risolutamente a destra verso il re– gime corporativo caro àlla Chiesa, ha provocato nel paese la decisa'. reazione dei socialisti. Scioperi e manifestazioni _grandiose hanno avuto lp.ogo. E si ag– giunge che i socialisti non hanno al– cuna intenzione di cedere e di accet• .tare il fatto compiuto,' pur rifuggen– do dalla violenza pericolosa. Come scri– ve Paul Henry Spaak, coloro che han– no creduto che i sodalistl avrebbero fatto una manifestazione violenta do– po di che tutto sarebbe rientrato· nel- 1!ordine,. si sono ingannati. « In meno -di una settimana, - scrive l'ex presiden– te del Consiglio belga - abbiamo fat– to .Ja prova che alla Camera i.J no– stro gruppo era ·abbastanza forte -per far rispettare i suoi diritti e per con– durre una battaglia parlamentare in cui quattro voti di maggioranza non danno necessariamente la vittoria; che nella strada, al nostro appello, decine di mi– gliaia di Belgi erano pronti ·a mani– festare le loro _opinioni. Noi abbiamo voluto che tutto questo avvenisse nel– l'ordine più perfetto perché nel nostro CRITICA SOCIALE spirito non era che un avve.rtlmento, un solenne avvertimento. Noi avrem– mo già potuto fare ben altro, più spet– tacolare e più grave. Non abbiamo vo– luto. Noi siamo padroni delle nostre· forze e dei nostri nervi e completa– mente liberi di scegliere la .nostra tat– tica. Tutto questo, che è fin d'ora pro– fondamente doloroso, non diventerà tut– tavia veramente pericoloso che se si persiste ad imporci un re che non vo– gliamo,- un re che non può assolvere le sue fu11zioni; che se si persiste ad abusare di una forza. del resto mi– nima per ferire i J)Ostri sentimenti più. profondi e la nostra concezion,e dél– l'onore ». p. ua. La votazione al Comuni La votazione al Comuni in Inghll– ~erra sull,/l relazione governativa a proposito dell'atteggiamento tenuto dal governo laburista nei confronti della ·proposta di Schuman, e conclusosi con Cl O' CHE CARTEGGIO MAnx-ENGELS - Voi. I. - I classici del marxismo - Roma, Edi– zioni Rinascita, 19.50, paggl 362, L. 60p. Cl vedremo. accusati di « opportuni-•, smo socialdemocratico » ,; ci vedremo affibbiare qualcuna delle ormai stereo– tipate contumelie, se ci permettiamo di salutare cordialmente e calorosamente l'Inizio della completa traduzione ita– liana dell'epistolario Marx-Engels? Ep– pure, piaccia o non piaccia agli edi– tori comunisti, proprio dalle pagine di questa rivista il nostro Pagllari se– gnalava sin· dall'apparire della pnma edizione tedesca, nel 1913, l'Importanza di questa documentazione. ·Iniziatasi nel 1844 per durare limpi– da ed indefettibile, l'amicizi'a tra Marx ed ·Engels fu cosi intima e çonsentà– nea da potersi considerare come una mutua collaborazione ad una comune costruzione di pensiero. Questo eplsto– lar-lo ne è la conferma. 1 Riconosciamo tuttavia che non è di facile lettura (ed anzi si presta spesso agll equivoci) a chi' non conosca mol– to bene gl! elementi biografici d~I due autori, a chi non si renda conto del · loro ambiente e' dei loro Intenti, e a chi non tenga presente che si tratta di un epistolario intimo, non destina– ·'to alla pubblicazione, in cui quindi giudizi ed opinioni, sugli uomini pri– ma ancora che sulle idee altrui,. sono consentiti con un mordente ed una sbrigatività molto spesso eccessivi. Questo primo volume raggruppa tre parti. Anzitutto le lettere, quasi esclu– sivamente dell'Engels, qàl 1844 al 1848·: alcune dopo il ritorno dell'E. in Ger– mania, nell'autunno· · 1844, la maggior parte, dopo il 1846, quando a Marx, esule nel Belgio, ·l'amico riferiva da Parigi gli sviluppi della sua missione tra i « comunisti » tedeschi, insidiati dal deviazionismo dei. cosidetti « veri socialisti,». Una, seconda parte, più sal– tuaria, dato che i due amici furono quasi sempre vicini, appartiene al pe- la vittoria netta (relativamente alla maggioranza di fronte alla coalizione :del conservatori· con i liberali) del laburisti, ha una impòrtanza notevole per un esame della politica estera in– glese. Nonostante il brillante attacco portato con notevole abilità da Eden, infatti, è risultato che sostanzialmen– te la posizione di tutti I partiti ingle– si è affine. Le critiche non erano che d,I procedura, e tendevano evidente– mente a sfruttare la scarsa popolari– tà dell'atteggiamento laburista, ma non toccavano Il fondo. Come· hanno iro– nicamente rilevato gli stessi laburisti nel famoso opuscolo European Unity, i conservatori ha,;_no bensl espresso vagamente la· loro simpatia per nuove forme costituzionali europee, ma al mo– mento delle elezioni si sono ben guar– dati dal presentare le loro proposte al giudizio elettorale. Tale osservazione è tuttora valida. , E in questo senso bisogna interpre– tare la politica estera dell'Inghil– terra, contro chi . troppo facilmente parla di socialls!Ilo nazionale inglese. SI STAMPA rlodo della. rivoluzione e controrivo– luzione in Germania. Assai più Inte– ressante la terza, e cioè le lettere scam– biate durante Il primo periodo dell'esi– lio In Inghilterra, tra· Marx a Londra, nella miseria, e l'Engels, il provvido Engels, nella ditta paterna a Manche– ster, sino a tutto il 1851. E' il "perio– do in cui, fallite le ·speranze di una ripresa rivoluzionaria sul continente, ,esplodè subito ~ ed il carteggio ne è un documento anche troppo evidente - la « psicosi dell'esilio ». Gli esuli, e tra essi non mancano figure dubbie o addirittura agenti provocatori, si di• ·laniano. E c'è la vanlloquenza del ri– voluzionarismo democratico. E c'è, du– rante la lunga crisi della « Lega <!-el comunisti », i contrasti interni, di fron– te , aWala purament~ insurrezlonista e sognante colpi di mano a carattere mi– litare, dei Willich, che precipiteranno poi nel proc.esso dei comunisti di Co– lonia.. La chiarezza e la ·concordia de– gli esordi è spezzata sia dal dissenso, sia da un'atmosfera 'di sospetto -e di maldicenza. Ad un certo punto Marx ed Engels s'accorgono che gli intenti iniziali della « Lega » sono franati di fronte alla pochezza e al confusiona– rismo, s'accorgOno di essere pressochè degli Isolati. Ed è l'Engels in una bel– lissima lettera (p. 17-7) a proclamare: « non abbiamo bisogno di nessuna po• pol.arità, di nessun suppor! di qualsia– si partito di qualsiasi paese e la no– stra posizione è totalmente indipenden• te , da .miserie, del genere. Da questo momento noi siamo responsabili sol• tanto di noi stessi.;. Mantenersi indi– pendenti essendo in realtà più rlvo– luzlpµari degli' altri... Possiamo · nella realtà essere sempre più rivoluzionari di . tutti i frasaioli, perchè noi abbia– mo imparato qualche cosa e loro nq, perchè _noi sappiamo che cosa voglia– mo e loro no ». A questo primo volume ne seguiran- no altri cinque. G. P. Autorlz,;azlone Tribunale llllano 8/10/1948 n. 646 del Reglati;o Tl,pograf-ia Plnelli - Milano - Via Farneli, 8

RkJQdWJsaXNoZXIy