Critica Sociale - anno XLII - n. 14 - 16 luglio 1950

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO ' /' ~ "S _· . Fondata da FILIPPO TURATI 0. - -~~ Anno Xlii - N. 14 SOMMARIO Politica e allualit~ L'ora dei giusti (ANTONIO 611EP– PI) Riesame (ANTONIO LABRIOLA) : L·e pubbliche amministrazioni (ROBERTO TftEMBLLONI) Dopo il del'iberato di Cope– naghen (UGO GUIDO !\{ONDOLFO) Problemi economici e ,sociali Riforma o... regresso agrario? (Il) (NINO MAZZONI) Il rapporto dell'O.N.U. 6U-!la piena· occupazione (-Ci.ne) (SILVIO BACCHI·. ANDREOLI) La scuola media nel progetto d•i riforma (MARIO GLIOZZI) Una nuova generazione soc-iali- sta (LA c. s. e 'GINO GIUGNI) Storie, filosofie, varietà Una polemica in es·i!io (Il) (A– . LESSANDRO ScHIAVI) L'errore intellettuale del comu-, nismo "(•BBRTRAND RUSSBL) Rassegne La quindidna politica (ant. v.) Rassegna economica .(D. C.) Vita internw:fonale C,p. ga.) Ciò che si stàmpa: Cart-eggio' M'àrx-Evzgels (G. P.) ' .111111111111111111111111n1111111111111111111111111in· Comitato di Redazione Antonio Greppi - Roberto TemeUoni , condirettori · Ugo Guido ,Mondollo -fausto Pà~liari Andrea T cchinardi ·. Antonio Valeri Respons. Antonio Greppi Capo Redattore Piero Gallardo Direzione e Amministrazione MILANO Via Dell' o;so, 13,• Telefono 16,319 In Italia: Anno L. 1.500 Sostenitore L. 3000 Semestre • • 800 Trimestre • » 425 Estero: Anno L. 2S00 Sostenitore L. 4000 Semestre • > 1 3 00 Un fascicolo separato Lire 70 Milano,' 16 Luglio 1950 L'.ora dei • • g1ust1 Non vuol essere-,questo un saggio di analisi delle cause del con– flitto o di previsione di ci0 che potrà accadere- sul piano _militare o diplomatico. Sono aspetti dei quali si è già acutamente occupato Piero Gallardo nell'ultimo rn1mero. Ci preme qui, piuttosto, di ricercare il" senso politieo e morale di questo minaccioso dramma perchè anche la nostra riflessione con.corra a fare più precisQ e consapevole J?orienta- _ menfo della pubblica opinione. E. :rion c'è niente-' di pi,ù importante in quest'ora, se è v'ero che la psicologia influenza spesso la storia ben più delle stesse armi. . , · D'altro canto ci sembra che gli elementi del giudizio siano ormai sufficientemente concreti e· univoci. • C'è stata uri'agg.ressione. da parte 'delle forze della Corea del Nord? . , . · Soltanto un preconcetto non meno ingenuo che fazioso potrebbe ostin.arsi a negarlo:. Non solo, ii;tfatti, era lontano, dai coreani del sud ogni spirito offensivo ma persino ·ogni sospettò dell'imminenza dell'attacco. E ne fanno persuasivamente fedk la 1-0rosbigottita sor- presa e la, fragilità· .della loro resistenza. · · Aggrèssori dunque gli uni, •aggrediti gli altri.: nessuno zelo po- lemico potrà mistificare, questa volta, là -verit~. , ' ~ .quale appare il carattere di' questa non discutibile aggres– sione1 C'è chi immagina secondi fini e falsi scopi, e forse non del tutto, fantasticando. Com1mque si· tratta, nella meno estensiva delle ipotesi, del tentativo dì un paesè di conquistarne un altro con le armi. Nè l'unità geografica e etniea della penisola potrebbe mai giustificare l'alibi della pretesa unificazione nazipnale, visto che gli Stati 'erano Qrganicamente e. giuridicamente due e la ·loro separazione trovava un· riflesso ben significativo nella scelta dei rispettivi paladini. Ciò premesso, è chiaro. che l'iniziativa del Nord deve essere considerata come una flagrante violazione del diritto delle genti e una, lesione inammissibile dell'ordine democratico internazionale, 1 che trova la sua effetttiva e "Vivente espressione nel Consiglio delle Na- zioni Unite. , · Sorge allora UE.alegitti:r;na,domanda: quale dev'essere la reazio- ne della democrazia offesa 1 L'invito, naturalmente, •a desistere da-ll'en-ore. , E se i respon.sa.liili, ostinatamente sordi, vi pe,rseverano 1 . . .In. questo caso non vediamo che cosa si possa fare se- non assu- · mere la difesa dell'aggredito, che- anche personifica l'offesai <ilella stessa democrazia. Ma difesa, nient'altro che difesa, per una neces– sità di coerenza ideologica e morale che ha in .se stessa il proprio senso e il proprio limite: Infatti la democrazia è• certamente libertà e ragione e non potrebbe mai ammette-re l'uso dé'lla forza che contro la forza, in un rapporto di proporzione- sorvegliato dallo scrupolo ;più coscienzioso. Anche perchè ·sul suo bilancio, improntato da un carattere universale e umano, le vite dell'aggressore non pesano me– no di qu,elle dell'aggredito. Ma queste- E.On sono che riflessioni sul fatto compiuto e, per. quanto amare e preoccupanti, non riguardano che un episodio della storia del. nostro tempo. Un episodio che potrebbe essere superato senza pòstumi rovinosi, anche .se non ci stancheremo mai di ripetere che le stragi non includono una morte più grande, ma soltanto una somma di morti e che, moralmente, il sacrificio di una sola creatura equivale al sacrifieio di tutte. ·E poi 1 Ecco quéll.o che più ci impegna e affanna. Una cosa è certa: 'che, con le armi o con la diplomazia si potrà anche risolvere ii conflitto aperto coreano; ma -l'altro, latente e ben più angoscfoso, aspetterà ancora di essere risolto e continuerà a tur-

RkJQdWJsaXNoZXIy