Critica Sociale - anno XLI - n. 24 - 16 dicembre 1949

478 CRITICA SOCIALE TRA DUE Il lavoro per l'unificazione delle fo~ze d~l socia– lismo democratico condotto per tanti mesi con la viva speranza che' potesse giung_ere a dicembre al– la sua naturale logica conclusione, ha condotto invece, per il momento, alla formazione del « terz~ partito », alla quale hanno partecipat_o a~che molti di coloro che più si eran<;> sforzati di evitare que– sto pericolo. Occorre però subito dire che il terzo partito si sarebbe costituito ugualmente anche sen– za quella loro partecipazione, e in forma anzi an– che più pericolosa, perchè sarebbe sorto come con– corrente e avversario del P.S.L.I., senza che esi– stesse alcuna forza capace di avvicinarli. Infatti, come abbiamo già avvertito altra volta, non era possibile che chi aveva, in nome dell'autonomia socialista, contribuito a distaccare decine di mi– gliaia di compagni dal P.S.I., po.tesse poi abbando– narle a s.e stesse, col pericolo che esse, per la de– lusione, o tornassero nelle file del partito da cui erano uscite, o cerca·ssero rifugio in altra forma spuria di organizzazione, o andassero ad aggiun– gersi alle molte altre decine di migliaia di vecchi combattenti che, perduta ogni fiducia, si erano ritirati dalla lotta politica. facendo mancare il loro contribùto al movimento socialista. La formazione del terzo partito era già pertanto inesorabilmente determinata dalla deliberazione presa il 31 ottobre dalla Direzione del P.S.L.I. I fatti prossimi ci diranno se al male innegabilmente prodotto da questa inattesa deliberazione sia pos– sibile porre rimedio. Il congresso di Napoli dovrà darci la risposta a questo interrogativo. * * • E' stata :fatta osservazione, da alcuni, che il Co– misco ha con molta :facilità, e senza attendere il collaudo dei fatti, proceduto al riconoscimento di questo terzo partito uscito dal congresso di Fi– renze;· ed è stata notata la differenza di tratta– mento .:fatta ora al P.S.U. rispetto a quello :fatto, due o tre anni addietro, al P.S.L.I. dal Comisco stesso, nelle conferenze di Zurigo e di Anversa. Sulla verità materiale dei fatti non ci può essere nessuna discrepanza; ma la discrepanza nasce quando si voglia rendersi conto dei motivi che li hanno determinati. Più d'uno ha :fatto cenno a mo,tivi reconditi, i più benigni alludendo all'influsso di un risenti– mento dei compagni inglesi, a causa delle accuse così legg,ermente lanciate contro di loro in quel– l'infelice· documento che . è la ben nota « lettera aperta a Léon Blum », i più maligni mostrando di credere all'esistenza effettiva. d'incon:fessabili rap– porti :fra i compagni inglesi e i gruppi confluiti nel P.S.U., rapporti a cui si :faceva a,bbastanza chiara allusione nell'accennata lettera aperta, poco lealmente profittando dello stato di legittima ir– ritazione che è nell'opinione pubblica italiana, per certi aspetti non encomiabili della politica del Fo– reign Office. Crediamo opportuno di prender su– bito questo toro per le corna, richiamandoci a quanto noi abbiamo, con molta chiarezza detto ripetutamente su queste colonne intorno ;lla po– litica estera dell'Inghilterra. I compagni inglesi non potevano neppur lontanamente pensare che una simpatia dimostrata da loro verso il P.S,U. BibliotecaGinoBianco CONGRESSl avrebbe indotto i gruppi che ne :fanno parte a mutare il proprio giudizio e· atteggiamento e a :farsi paladini in Italia della p·olitica seguita dal loro Ministero degli Affari Esteri. Noi possiamo anche sforzarci di spiegare i motivi che inducono gli Inglesi a certi atti e posizioni, ma non possia– mo non dolerci che essi non abbiano il coraggio di vincere certe difficoltà e preoccupazioni, in modo da porre apertamente la loro forza al servi– gio della causa europea e dell'Internazionale so– cialista. Ad ogni modo va subito aggiunto che proprio dalla rappresentanza inglese· alla recente conferen– za parigina del Comisco ·:fu avanzata la proposta meno :favorevole al P.S.U. e, per ciò stesso, più favorevole a quelle che potevano essere le aspi– razioni del P.S.L.I. Morgan Phillips propose in– fatti che ogni deliberazione in _merito al movimen-· to socialista italiano fosse sospesa e rimandata ad altra conferenza, nella quale si potesse tener conto dei risultati che avrebbe dato il prossimo congres– so di Napoli. L'accoglimento di questa proposta apparve subito difficile non appena ebbe fatto la sua dichiarazione Van der Goes, l'autorevole com– pagno olandese che aveva :fatto parte della de– legazione del Coinisco venuta nel giugno scorso in Italia. Egli ricordò la buona impressione prodotta– gli al10Jrada.ll'atteggiamento del P.S.L.I., il quale, fra tutti i gruppi che dovevano partecipare alla opera di unificazione, era sembrato il più volonte– roso e il più pronto. Ma, concluse seccamente Van der Goes, esso ha ora malamente tradito le speran– ze che allora aveva fatto nascere in no~. E' questa. imputazione del mancato adempi– mento deg·li impegni assunti il punto sul quale occorre p ortare la propria attenzione per spiegare l 'attua.le atteggia.mento del Comisco. Questo, che non può naturalmente pretendere· di :farsi giudice dei motivi sostanzia,li che tengono divise Je corren– ti socialiste italiane, anche perchè (come rude– mente gli ha detto a Parigi il compagno D'Ara– gona) i socialisti italiani non lo permetterebbero, non può avere aJtra norma della sua condotta a nostro riguardo che quella di :favorire in tutti i modi l'unità .delle forze socialiste anche in Italia. E qui è appunto la causa della differenza di quel che avvenne all'indomani. della costituzi.one del P.S.L.I. e di quello che avviene oggi.. Il P. S.L.I. nasceva infatti per effetto di una scissione che aveva pertanto spezzato l'unità delle· forze socia– liste. Il Comisco, se anche non poteva chiuder gli ,o,cchi sul :fatto che Nenni e i suoi compa– gni avevano ridotto il P.S.I.U.P. ad essere suc– cube strumento della politica del partito co– munista, non intendeva senz'altro assidersi giu– dice tra gli scissionisti e quelli che erano rima– sti, ~n notevole maggioranza, a costituire il voo– chio partito, allora ribattezzato, col nome di P. S. I. In ogni caso esso probabilmente pensò che, se gli scissionisti fossero rimasti nel vec– chio partito, nel quale restavano moltissimi che pur combattevano contro l'M.servim.ento alla po– liti.ca comunista, si sarebbe potuti riuscire nello stesso P.S.I. a :far prevalere un indirizzo autonomo del socialismo italiano. E' un'illusione ·ché ebbèro•

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