Critica Sociale - anno XLI - n. 21 - 1 novembre 1949

436 CRITICA SOGALE la richiesta· dei compagni francesi, e di possibile at- Jl d t d f tuazione senza. alcun sovvertimento dell'ordine de- ecre e S. Uffizio mocratico e dell'economia del paese (ciò è ta,nto vero che le richi:este di Daniel Mayer sono poi state accolte integralmente non solo nel programma- del socialista Moch, ma in quello del radicale Ren.é Mayer e i-n quello definitivamente accettato del de– mocristiano Bidault), a favar,e della classe lavora– trice appunto, l'accusa di mirare ad un fine elettora– listico è evidenteme,nte ridicola. Un partito sociali– sta chiede i voti dei lavoratori per realizzare una politica a vantaggio dei lavoratori stessi, ,e•ntro il più ampio ,interesse del paese. O che forse dovrebbe fare l'inte>resse della borghesia p,e·r non essere accu– sato di demagogia? La prima in.vestitura, quella a1 compagno Moch, fu silurata, come del resto non era difficile preve– del'e·, ad opera dei radicali e dei democristiani. Giù successe il. radicale René Mayer, che ebbe come Moch la fiducia del Parlamento ,prima di aver costituito il governo. Il suo programma, come abbiamo già -detto, no.n diffe'riva da qu-eUo di Moch. Aveva quindi -l'appoggio· dei socialisti oltre che de-i democristiani. 'Ma qui furono proprio i radicali ad operare il silu– ramento. René Mayer aveva designato al mli-nistero del Lavoro Daniel Mayer, cosa del resto logica, dal ·momento che le richieste di quest'ultimo che aveva– no p,rovocato la crisi erano state accolte. Ma i ra– dicali pose'ro un'esclusiva contro di lui facendo così 'naufragare il te•htativo. Abbiamo già detto che nOli credramo che questo atteggiamento non sia dovuto semplicemente al ripicco contro una persona, ma ·che faccia parte del dissenso più profondo che si è venuto mànif.e,stando tra i radicali ed •i sociialisti e ··che ha potuto, essere superato soltanto perchè altri– menti non ci sarebbe stato altro da fare che proce– dere allo scioglimento dell'Assemblea. Infatti, il vo– 'to sull'investitura Moch aveva provato, come ha no– ta'to ;il ·compagno Léon Blum, « a quale effettivo s.i riducevano nell'Assemblea le forze di de•stra una volta· separate dal blocco comuD1i·sta ». Non es1ste in– '.fatti n.ell'Assemblea francese una maggioranza di .destra, menti,e una maggiora·nza del centro-destra fOil l'esclusìone dei socialisti diverrebbe possibile solo con il concorso dell'M.R.P. Ed è da escludere ;che quest'ultimo vi possa accedere, ,perdendo prati– camente la sua funzione poliHca. Non restava qutlndi che un ·ritorno alla stessa mag– gioranza di ·Queuille, salva l'accettazione della pre– giudiziale socialista, e ciò rese relativamente facile il compito di Bidault. La « terza forza», così, continua a governare la Francia. Ma vù è stato un elemento nuovo che non ·può sfuggire agli osservatori politici. I socialisti han– no mostrato che, pur riconoscendo la necessità riel– l'attuale coalizione, non son.o disposti a rinunciare alla loro fisionomia. Hanno mostrato insommg che la partecipazione al governo non è fine a se stessa. Del resto, poichè la situazione potrebbe anche .avere nuovi sviluppi, ocrorre attendere il congresso straordinario del partito che si riunirà il 17 dicem– bre e che avrà come tema principale p·recisamente 'i• modi della partecipazione futura del partito al governo. PIERO GALLARDO Lei?"gete diffondete il quotidiano del P. S. L. I. l}UMANITA' BibliotecaGino Bianco Abl,iamo già da qualche tempo ricevuto l'articolo che se– gue del 1wstro amico Gatto Ro-issard, e abbiamo dovuto differirne I-apubl>Jicazirmeper difetto di spazio. Temevamo, riprendendolo in mano, di trovarlo ormai superato dagli av– veni>menti, e constatiamo -invece che, passata la pritma cla– morosa imipressione del decreto del S. _Uffizio, e preso atto che esso n,on ha prodotto, almeno di qua dalla cortina di ferro, n,eppure m mini>maparte quell'effetto che la Chiesa se ne riprometteva, le conside-razioni che il rwslro collabo– ratore svolge, ml di sopra della cronaca, conservano anche oggi tutt-o il loro iinte-resse. LA c. s. Il deoreto del S. Uffizio merita un esame accurato e o– biettivo, sopraNutto sotto l'aspetto delle possibili consegu:nze future. · Anzitutto è esa-tta. la distinziéne, messa a punto dall'Os– servatore Romamo, che il decreto non contkne solame111te una sco-mu.rvica, ma anche un interdetto, e che quest'ultimo è naturalmente molto più esteso nelJa sua applicazione pra– tica, specialmente nei paesi occidentali; anche perchè (ag– giungo), all'infuori della -loro situazione politica, essi suno i.n pr,:.va,lenza cattolici. L'interòetto, cioè, colpisce tutti co– loro che, con atti di diretto 0 ind·iretto rappor•to con una dotbrina od azione antireligiosa, la favoriscano, pur non !)rofessandola; mentre J'a scomunica condanna sola-mente i !)rofessanti, i dife.nsori e i propagandisti. della dottrina con- dannata. · Fatto ques•to rilievo, una prima domanda si pone, e cicè p.'.,r qua-li ragioni, prop•rio in questo particolare momento po.litico, si. è sentita Ia necessità, da pa-r,te del S. Uffizio, di intervenire in difesa della religione cattolica conbro i-1 marxismo in genere e i'! comunismo in particolare. L'arma spirituale d:1,Ie sanz10ni di carattere religioso è sta,ta assai spesso adoperata nella storia· ed ha suscitato rea– zioni varie e molteplici, da quella spregiudicata di messer Bernabò Visconti sul ponte del Lambro fino alle estreme conseguenze delle guerre qualificate religiose, ma che, o– gnun sa, erano, come tutte le guerre, combattute esclusiva– mente, o quasi, per interessi economici e po!:itici e, quindi, molto terreni. In generale l'effetto non è mai stato quale si asp.dtavano coloro che hanno lanciato l'anatema spiri-tuale. Quando esso è sta•to ·individuale, ha tocca>to&ovente spiriti capaci di sen– tire la Divinità entro se stessi con tal~ profondità di co– soienza da essere praticamente i-rragiungibili da qualsivo– glia forma o specie di sanzione, perchè lo spirito ha una sua· essenziale carat>teristica, eh-e è quella della liber,tà. Co– storo, si chiamino Buonaiuti o Tyrrel, Savonarola o Bruno, sono a-1di fuori, perchè al di sopra, delqe sanzioni ufficiali. Quando -l'anatema ha colpito dottrine scientifiche, come, per esempio, è accaduto per Cop.~rn:co e per il meno cauto Ga1ileo, la Chiesa ha dovuto ritornare sui suoi passi, perchè vi è una realtà, oserei dire, ma:teriale, ma che porta impres– sa in se stessa iJ s,gno Divino, e perciò non può essere ignorata da nessuno e finisce, presto o tardi, per imporsi a tutti; anche a coloro che si possono proclamare (e dai credenti essere ritenuti) infallibili. Nè si dica, come ha ac– C'.·nnato in un suo discorso il Presidente del Consiglio (evi– dentemente -riferendosi al decreto del S. Uffizio), che queste rievocazioni storiche sono erronee ed inopportune e dimo– strano la miopia, per non dire la cecità, di chi osa sfogliare i libri d~ storia dei ragazzi delle scuole medie, scoprendovi, per ,esempio, anche la esis,tenza della Santa Inquisizione ! Dio non voglia -che noi, che osiamo ricordare non siamo miopi ma piuttosto presbiti. -- ' La f.ilosof!a di Marx e di Engels, che diirettamente, come ognun sa, discende da quella di Hegel ha oltre un s~colo di vita, e propri.o lo scorso anno 1948 si è celebrato il cente– nario del Manifesto dei comunisti, scritto dai due grandi maestri del socialismo. Se perciò effettivamente le dottrine filosofico-storico-economiche cli Marx e di Engels fossero mticri_stiane ·e antireligiose, nella loro essenza costitutiva, non s1 comprende come mai il S. Uffizio, v,igik custode

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