Critica Sociale - anno XLI - n. 14 - 16 luglio 1949

CRITICA SOCIALE 315 -------------------------- rivolto soprattutto all'Occidente o all''Oriente? In que– st'ultimo caso esso potrebbe meritare un diverso giu– dizio e· apparire com~, una manovra di difesa della libertà e ind~pendenza della Chiesa, non un'arma per i1 suo predominio nella vita dei popoli. Ma è chiaro, qualunque sia stata llintenzione con cui il documen– to fu promosso e redatto, che esso, date le direttive attuali delta Chiesa, p,uò avere un'applicazione più larga (e perciò pericolosa) che non sia stata la sua primitiva ispirazione. Tanto più che la sua applica– zione in Oriente esige l'esiistenza di uno spi;ito di martirio, di cui in realtà si è avuto qualche signifi– cativo ed eroico esempio, ma che non si può preten– dere di veder largamente diffuso in modo da permet– tere un largo influsso della minaccia lanciata dal detto decreto; il quale d'altra parte ha dovuto mi– nacciar la scomunica a coloro che non solo cvn.,·ape: L'Italia e Pubblichù»mo il testo completo del discorso pronunciafo dal compagno on. Roberto TremeJJoni, a Mwano, per invito del- 1ISJ. il 14 luglio. LA C. s. La nostra generazione S:i· è assunta la responsabilità di un llSd)efimento senza precedenti nel campo economico interna– zionale : esiperimento che, a mio avviso, rappresenta una tappa_ non cancellabile della storia dei rapporti economici tra i· popoli non soltanto per ~I suo signHicat.o morale, ma an– che per fa sua importanza tecnica. ·Concertare tra una ventina di Stati una politica economi– ca mirante a,d un fine cormm,e - la ripresa e la ricostru– zione deP.'Europa, - e costruire il congegno per un'azfone comune, raPtPresentano obiettivi che qu~lche decenni-0 fa sa– rebbero apparsi manifestamente impossibili, oome appariva impossibile all'inizk> del S'ecolo una politica economica 111- ticiclica, che oggi gli Stati Uniti tentano non senza qualche risulteto_ Si tratta di uno sforzo gigantesco per trovare nuovi mete<li di discussione e di soluzione per -i problemi della ctmvenienza collettiva, per condliare nei fini e coor– dinare nell'azione le politiche economiche di differenti Paesi. Uno dei punti· che potre( chi.amare di partenza, poichè vo– gliamo acC'ellna,rea questo grande esperimento che è l'ERP, è l'osservazione che i ,popoli, come gli individui, sono sem– pre meno dis,p,osti a considerare reversibi1li i mu!Qmenti del propr-io livel,lo di esistenza. Si aS1Sisteormai a una sempre maggior resistenza a contrarre i livélli materiali di vi:a rag– giunti, e· a sempre ipiù inten,si tentativi per evitare che i .mutamenti e 'ciclici> alternino condizioni di miseria a con– dizioni di prosperilà. Di questa crescente somma di resistenze alla reversibilità, che un astratto meccanìsmo economico non prevede, ma che è fenomeno notissimo (sul quale è inutile mi soffermi qui per giudicarlo in un senso o nell'altro), coloro che si occu– pano di politica. economica devono tener conto. E mi pareva Interessante sottolineare l'importanza che assunse nell'a'a– borazione del :Programma di Ricostruzione Europea. AffllOfflz.i,are (economia europ-ea. Vi parlerò, appunto, in particolare dell'Europa_ Questa earola Europa ricorrerà molto spesso suNe mie labbra. Cre– do che dovrete abituarvi a sentire parlare i ministri· econo– mici con questo nome « Euro,pa > che finora r'icorreva so– lo nei discor.si dei ministri degli Esteri. E' una novità, ma non una novilà sgradevole, io spero. Quando si è pan!ato della « necessaria armonizzazione del– reoonom:.a europea nel quadro dell'ERP > si è voluto dun– que CSl)rirr.ere, con 1111'unica frase, vari concetti, e precìs:i- 1nente: o) che occorre, o almeno, così si ritiene, effettuare un certo nwnero di riadeguamenti de!ia struttura produttiva - BibliotecaGino Bianco volmente, ma anche liberamente compiono gli atti che il decreto intende condannare. Ed è chiaro che la «libertà» di quegli atti potrà essere difficilmente constatata in Paesi in cui vigono i sistemi di governo che tutti conosciamo. E dalla d fficoltà di dare larga applicazione al decreto di scomunica nei Paesi d'O– riente, dove essa sarebbe giustificata da una legitti– ma volontà di difesa, pllÒnascer.~la conseguenza che essa finisca soprattutto per applicarsi nei Paesi oc– cidentali dove il suo carattere sarebbe totalmente di– verso e rappresenterebbe non una difesa della libertà di coscienza, ma una seria minaccia a questa libertà. E questo esige naturalmente una vigile attenzfone da parte nostra ed è un èlemento che anche il nostro: partito dovrà seriamente considerare nella determi– nazione della sua linea di condotta. U. G. 1L europea " ,:?uindi del commercio internazionale -:- dei paesi parteci– panti all'ERP ; o) che non sempre è opportuno, o è periçoloso, o è in– tempestivo, lasci.are che questi riadeguamenti vengano effe., tuati dal gioco delle forze naturali del mercato; e) che, di conseguenza, è neces511r\o predisporre con– cordemente un ,p,ianoo pr,ograinma, accettato da tutti i pae– si pa,rteci,panti aèl'intem, s,ulla bru;e del quale dov-rebbero -,tfettuarsi i riadeguamenti stru~turali ·ritenuti indispensabili. 1'utto c\ò sienibra oggi, a molti, pacifico, anche se ncn e tutti. Dove, invece, anche questo più o meno amij)io con– senso vien meno è, da un lato slllila struttura definitiva che -tovreobe asisumere l'economia europea (l'agge'.tivo definiti– vo dovendo natura1rnente intendersi fimitato alle condizioni preved\bili nei prossimi anni); dall'altro, sui mezzi con cui :.ttivare gli ad,eg-uamenti strutturali ritenuti necessari. •-Jon è il caso di soffermarsi qci su'la struttura definitiva ùell'econornia europea, ll"a per ora occorre dimoslrare che la scelta dell'ura o dell'altra struttura ncn vieta di atten– nere alla neoessità Immediata di rapida armonizzazione delle ,,conomie statuali del" conLinente. Questa ul ima viene cggi r,oncordemente ritenuta urgente e necessaria quale che sia ,a struttura definitiva sperata. Quanto a,'la sceha dei mezzi, tale è il corrpito che !;l)etta ai politici dei 19 Paesi che han– no ronvienuto di svolgere una azione comune attraverso l'O ECE (Organizzazione economica di cooperazione europea); ., le discussioni recenti a Parigi si sono .incentrate appunto nelùa ricerca dei mezzi. Le dimensioni dello squ~brio /J:Uropeo. Perchè sono divenuti così urgenti certi riadeguamenti aDa struttura produttiva dellle economie europee? Trattasi di una mò~ne storica, ed io tri servirò per questa dei dati del ,aot>Ort'O provvimrio sul prcgraJT'tra deLla ripresa econo– nnca europea, pr€tl>arato dall'0ECE e pubblkato alita fin, ael I()d.8. Questo accenno stor-ico varrà a chiarire come il vroi:ilema economko europeo nc.n consiste. tanto nei riade– guament1 strulturali necessari, poichè in una economia· di– rw.m1cala necessità di tali· riadeguamenti si presenta giorno p~r giorno, quanto nell'ampiezza e nell'urgenza dei r:ade– guamentt stessi S;; una supe;ficie minore dellla metà dì que'la degli Stati Uniti. vive nell'Europa -occidentale una popolazione che è circa ,il dowio di quella americana. Questa enorme massa di pop~azione si è cosLituita negli ultimi 150 anni, durante i <JUali l'Europa occidentale si trasformò, per usare una no,a .i-rase, nell'officina del ir.ondo. Verro la fine dei se– co,o soorso. mentre la PC\POlazicnedell'Europa occidentale nou era che un decimo di quella mondiale, quasi i noyi de– cimi delle es,portazioni di prodotti industriali nei paesi 11011

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