Critica Sociale - anno XLI - n. 11 - 1 giugno 1949

242 CRITICA SOCIALE r gresso che delibererà quale via si !debba seguire, ma perchè tutti si adattino, come è necessario (chè altrimenti l'accordo non avrebbe alcun senso) ad accogliere le deliberazioni di qum Congresso, oc– corre che ognuno sia convinto che le deliberazioni prese rappresentino il pensiero della maggioranza espressa nelle più genuine forme democratiche. A tal fine è naturalmente necessario che si sappia con la massima precisione possibil~ qual'è l'ap– porto numerico di ciascuna parte aderente alfa u– nificazione. Ma se questa è cosa facile per il nostro Partito che ha una struttura organièa ben definì- - ta, con' aderenti regolarmente tesserati, che può pertanto tenere i suo1 Congressi provinciali e fare un computo preciso delle sue forze; se è meno fa– cile ma tuttavia non molto difficile, per i nostri co~pagni dell'Unione dei Socialisti indipendenti, i quali, se anche non hanno costituito una vera e propria organizzazione di partito, tuttavia cono~ . scono già i loro seguaci e possono facilmente far– ne l'elenco nominativo, con sufficiente precisione, è viceversa difficile per gli autonomisti usciti dal P.S.I. Quanti di coloro che prima nei congressi provirrciali e poi nel congresso nazionale hanno vo– tato la mozione presentata Ida Romita e dal grup– po dei suoi amici li seguiranno .nella secessione dal , vecchio Partito 1 E di costoro quanti saranno di– sposti ad aderire al nuovo partito unificato che si ·costituirà 1 ' Noi incliniamo a credere che l'apporto delle for– ze autonomistiche potrà essere molto notevole, _perchè ghmgerà a comprendere anche alcuni dei centristi •chesperaV'ano di vedere anche questa vol– ta prevalere la parte loro e non riusciranno ad a– dattarsi a rimanere in un partito dominato da un uomo il cui primo atto politico, dopo la vittoria conseguita, è stato il viaggio a Praga, cioè in un Paese in cui i socialisti che no,n hanno cercato nelJl.. l'esilio fa difesa della loro libertà, hanno do,vuto compiere atto di piena sottomissione alla volontà dei comunisti impadronitisi del governo con la violenza. E crediamo in pari tempo, che molti di coloro che sin dal tempo deUa secessione di Palaz– zo Barberini non vennero con noi, ma non si adat– tarono neppure a rimanere nel Partito che affi. dava a Lelio Basso la funzi,one di segretario, sen– tiranno òra iii.desiderio di uscire dalla inattività in cui sono rimasti per tanto tempo e di riprendere la loro milizia attiva nella lotta per l'avvento del– la democrazia so,cialista. Ma bisogna che la possi– bilità di afflusso di tutte queste forze sia 'dimostra– ta dai fatti" e non dalla sola previsione nostra, per quanto fondata su una legittima e 3:ogica presun– zione. Tutti i nostri compagni, anche quelli che più hanno fiducia nella efficacia benefica della no– stra partecipazione al governo, sono disposti ad accettare una diversa deliberazione presa dalla maggioranza: che si verrà eventualmente a costitui– re, ma vogliono che l'esistenza di questa maggio– ranza sia provata da elementi positivi, non da una. valutazione astratta e vaga. Noi stessi, che in que– sto momento rappresentiamo la maggioranza deil1a Djrezione del Partito. e che potremo pertanto tro– varèi concordi con coloro che intendono propu– gnare l'uscita nostra dal governo, non ci sentirem- -mp di assumerci 1a responsabilità di scatenare un .legittimo risentimento in seno al P.S.L.I. qualora ii?n potessimo dimostrare a quei compagni che se- BibliotecaGino Bianco guono un pensiero diverso dal nostro che la nuova maggioranza si· è costituita in base ad una esatta valutazione di forze ed è quindi fondata sopra u– na rigida osservanza di quel principio democratico per cui ogni voto, rappresenti una persona che lo abbia legittimamente ed effettivamente espresso. Per questa considerazione, e non per un meschi– no calcolo contabile, noi abbiamo chiesto ai compa– gni autonomisti di fornirci la prova, almeno con -una approssimazione sufficientemente vicina alla realtà, delle forze disposte a seguirli nella costi– tuzione rdel Partito unificato. Riconosciamo legit– tima la loro risposta che un calco.lo di questo ge– .nere non si può improvvisare, anche perchè lo spostamento delle forze· non avviene in forma im– mediata ad impetuosa, ma con un moto diluito nel tempo, che può tuttavia crescere con progressio– ne costante. :.M:a ci è parso in pari tempo che.non si possa puramente e semplicemente deliberare di ri– mandare di tre o quattro o più mesi la convocazio– ne del Congresso di unificazione, col pericolo ma– gari che si costituisca nel 'frattempo un terzo par– tito, la cui creazione accrescerebbe certo il diso– rientamento di tanti nostri compagni e darebbe l'impressione che nel processo, di unificazione non c'è nulla di fatto, generando quindi nell'animo di molti un senso di sconforto e di scetticismo, che sarebbe poi difficile dissipare. Perciò noi del P.S.L.I. abbiamo proposto che si ' tenga,, nella data già prima fissata, un Congresso separato di ciascuno dei tre aggruppamenti che do– vrebbero fontdersi, i quali deliberino immediata– mente di riunirsi in un unico Congresso. In questo, lasciando per ora impregiudicata· ogni soluzione dei problemi politici attuali e quindi delle diretti– ve che in materia do,vrebbe seguire il Partito unifi– cato,si dichiari soltanto eostituita rl'unità delle for- ze socialiste, si stabiliscano le modalità della sua organizzazione e del suo funzionamento, se ne fis– sino le direttive ideologiche, si nomini una Dire– zione nella quale, i gruppi minori potranno even– tualmente avere una rappresentanza anche mag– giore di quella che per la !loro forza: nurmerica po– trebbe essere data, e a questa direzione si conferi– sca il solo incarico di preparare un Congresso en: tro tre o quattro o cinque mesi o in quel termine minore entro ·cui i compagni •autonomisti ritenga– no idi avere raccolto attorno a sè tutte le forze di– sposte a seguirli. In quest'uiltimo Congresso, in_ base ad una valutazione. positiva e ben fondata delle forze, si potrà legittimamente procedere alla risO'l'uzione dei problemi attuali e alla determina– zione delle direttive politiche che il nuovo Partito dovrà seguire in materia di partecipazione al Go– verno, di politica estera, di politi,ca interna ed economica e così via:. Nel perioldo che intercorre tra i due Congressi, la trattazione dei problemi politici e la determina– zione degli atteggiamenti da tenere dovrebbero es– sere ·affidati ai Gruppi Parlamentari, con facoltà tuttavia ai pochi deputati e senatori che non ap– partengono al nostro Partito di considerarsi liberi da ogni vincolo di disciplina e di seguire soltanto il proprio personaJle convincimento. In questo pe– riodo gli uomini che sono attualmente al governo vi rimarrebbero, ,éon dichiarazione peraltro che ~i tratta di una permanenza soltanto provvisoria, in attesa delle decisioni che prenderà in materia ff futuro Congresso.

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