Critica Sociale - anno XLI - n. 7 - 1 aprile 1949

152 CRITICA SOCIALE La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la costituzione federale degli Stati Uniti d'Europa ( 1 ) Non è sicuro che la data del 10 dicembre 1948 debba diventare una data storica. Tuttavia una de– cisione che il futuro potrebbe dimostrare esser-e sta– ta di una certa importanza fu presa in quel giorno. , L'Ass-emblea generale deUe Nazioni Unite, sedente i,n Parigi, ha adottato la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo con la seguente votazione: 48 Stati membri delle Nazioni unite votarono in favore del– la dichiarazione, non vi fu alcun voto contrario ed o-tto Stati si astennero. Gli otto astenuti sono: la Re– pubblica Sovietica socialista dell'Ucraina, la Polo– nia, l'Arabia saudita; la RepubbUca So:vietka socia– lista dell'Ucraina, l'Unione dell'Africa del Sud, l'U– nione delle Repubbliche So-vietiche Socialiste (URSS) e la Jugoslavia. Con 48 sì ed .8 -astensioni, si può dire che, per la prima ,;olla nella sua storia, l'umanità i-ntera sia sta– ta dotata di una carta fondamentale ,de1 diritti del– l'uom~. In Italia questo avvenimento, sia per il radicale scetticismo, ereditato dal fascismo, per tutte le orga– nizzazioni inte•rnazionali che esiste nel nostro paese, sia perchè il nostro Paese è assente dall'organizzazio– ne delle Nazioni unite, l'evento è passato quasi del tutto inosservato. A questo proposito è ben·e notare che vi sono due posizioni critiche del tutto diverse verso l'organizzazione delle Nazioni Unite. Vi è la posizione critica negativa del nazionalismo e del fa– scismo: tutti i nostalgid di queste due ideologie con– si,derano che l'organizzazione delle Nazioni unite è già un legame eccessivo alla assoluta sovranità del– lo Stato nazionale e, rimpiangendo l'epoca dellà guer– ra etiopica in cui il fallimento pratico della vecchia Lega delle Nazioni aveva riconsacrato la legge della jungla come sola possibilità di organizzazione delle relazioni tra Stati nazionali sovra.nì, sperano in un mpido fallimento dell'organizzazione delfe ·N.U. at– tualmente es1stent,e, o comunque sperano che i-1. no– stro paese possa co,n.ti.n,uare ad essere oggetto del-: l'ostracismo che finora gli ha impedito di ·ent,rare a' far parte di questo organi.smo. E' chiaro che a qiue– sto ti,po di criti.ca nessun democratico onesto può dare il suo appoggio. La seconda posizione critica è la posizione dei fe– deralisti, e in modo particolare dei federalisti euro– pei: questi esercitano nei con.fronti deNe Nazioni U– nite una ,violenta critica per difetto. E.ssi dicono: co– me già la vecchia Società delle Nazioni, così anche l'Organizz;izione delle Nazioni _Unite è una struttura nella quale non è stato superato il dogma della so– vranità assoluta degl,i Stati nazionali; tutti gli Stati membri essendo rimasti illimitatamente padroni del– la loro sovranità nazionale,· l'organizzazione è sicu– ramente destinata a tutti gli insuccessi della defunta S0cietà delle Nazioni e per di più, essendosi in essa introdòtta la regola del veto, essa è incapace di rag– giungere anche quelle poche deliberazioni fruttuose - nel campo internazionale che, nei suoi verdi anni, la Società delle Nazioni era riuscita a porre in .effetto. E questa critica conclude nel disprezzo per l'O.N.U. e nel solo desiderio di rafforzare la predicazione del– l'ideale della Federazione europea la quale sola, defe'– rendo una parte delle sovranità nazionali al gover– no federale, sarà la consacrazione del superamento, pei: i popoli europei, del quadro dello Stato nazionale (1) Conferenza ~nuta al Movimento federalista europeo di Milano il 25 marzo e al Politecnico di M.iJ .a.no , per la gior:µ.ata di « Civitas Nova», iii 26-3-1949. BibliotecaGino Bianco. sovrano che ogni giorno più si verifica inadeguato, superato dagli eventi, malefico e nocivo. A questa seconda critka è chiaro che ogni vero europeo eò ogni onesto democratico non può che unirsi. La po·ssib<illità di equivoco fra le due crHiche è tut– tavia assai grantde e permette ai nazionalisti fana– tici o a -coloro che del. nazionali's,mo fanno oggi un'ar– ma pe•r tenere divisi i popoli europei nell'interesse della politica di potenza di un grande Stato, solo par– zi,almente europeo, di con.fondersi con i federalisti militaniti, arlmeno neMa comrune maledizione del– f'O.N.U. Per evitare questo malinteso ritengo che la po– sizio,ne dell'europeo democratico medio nei con– fronti dell'O.N.U. debba -essere meno negativa della posizione dell'anti-europeo dichiarato, perchè in ef– fetti ritengo che, pur neJ'1a sua totale inadeguatezza, l'O.N.U. può essere uno strumento che serve in qual– che mo,do a preparare l'avve,nto della Federazione europea. Un esempio tipico della efficacia propedeutica dell'O.N.U. alla FederaziÒne' europea lo si ha pre– cisamWI te nel settòre, che ci interessa, della dichia– razione universale· dei diritti dell'uomo. E' no-to che mio dei paesi d'Europa più :i;>re– pa,riito a diventare parte, e parte dirigentè, della Federazione europea è il Regno Unilo di Grah BPe– tagna e Irlanda ,del Nord. I Federalisti di tutta l'Eu– ropa sono in gra,n parte debitori ad alcuni f'ra i più ililustri sodologi e,d economisti inglesi iil.ei1laparte fondamen,taile delle loiro dottrine federaliste: basti cHa·re i nomi di Beve,ri,d,ge, di Robbinis, di B&rbara , Wootton, di Norman Bentwi,ch, di Carr, di HoyI&nd e di numerostssimi altri; ciò •malgrado il Regno Unito è oggi il più ri'lutta,nte ad impegnarsi defini– tivamente in favo•re della F,eder,azione europea, e darlla remora i,ngles,e semhra che il raggiungimento rapi<do degli Stati Uniti d'Europa s,Laadidi,:rittura se– riaìnente· messo in pericolo. Una delle rilruttanze inglesi va ricercata nella as– seRza in Inghilterra- di una costituzione scritta. Il le 0 nto processo storico di formazione della monar– chia costituzionale e parlamentare inglese e il mo– d-0 profondo in cui l'abito democratico è radicato nel popolo britannico, hanno resa superflua l'esi– stenza di una costituzione scritta, ma hanno anche diffusa nella psicologia britannica una radicata dif– fidenza verso qualsiasi forma di impegno europeo che prenda l'aspetto di una costituzione scritta, cioè di Ulil patto federale sulla cui santità ed. ina– lien.abilità sia basata la federazione stessa degli Sta– ti europei. Questa diffidenza è un ostacolo certo difficile da superare e che ~pure dÒvrà essere su– perato pe,rchè non è concepibile l'esistenza degli Sta;!i Uni,ti d'Europa senza, aUa loro radi.ce , l'esisten– za di un patto federale che rappresenti la garanzia della. soHdarietà che si. ·sono scambi-evolmente giu– rata i popoli all'atto di federarsi. L'Inghi<Lterra non cono-sce i fenomeni gravi e mi– nacciosi per la libertà Ghe l'Europa continentale conosce. All'Inghilterra sono state risparmiate, al-· meno nella loro forma cronica, sia le guerre di re– ligione, sia il secolare. conflitto fra Chiesa e Stato e le rivendicazioni, cbe sempre riaffiorano nell'Eu– ropa continentale, di dominio temporale diretto o indiretto da parte della Chiesa romana; l'Inghilter– ra moderna non conosce l'anti-clericalismo perchè non conosce rivendicazioni clericali ed il suo so– cialismo ha potuto essere permeato, sia pure indi– rettamente, di sp1rito cristiano appunto perchè la

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