Critica Sociale - anno XLI - n. 5 - 1 marzo 1949

Q8 CH.ITICA SOCIALE se io ho detto che la nostra adesione ·accrescerebbe il pericolo per noi, implicitamente dichiaravo, co– me è .evidente, che il pericolo esisterebbe anche senza !J nostra adesione. Il Nava mi attribuisce una fiducia nella lealtà della Russ·a e nella serietà del le sue promesse che io assolutamente non ho, e perciò non ha neppur cercato di capire quali sono le ragioni per cui io dichiaro che •per la nostra· neutralità noi dovremmo chiedere la garanz·a non solo dell'America e degli altri Stati occidentali, ma anche della Russia. E' chi.1ro che, agli effetti dei possibili ·avvenimenti interni, importa assai che dalla qu nta colonna in Italia della Russ'a non sia possibile muovere accusa al nostro Paese di aver aato un carattere unilaterale, e quindi parziale, alla nostra dichiarazione di neutralità. Se questo il Nava non comprE:nde. non ha davvero rJgione di attribuirci un'ingenuità che varcherebbe vera– mente i limiti del verosimile. Similmente egli non si è reso conto del significa– to del.la mia affermazione che la dichiarata neutra– lità noi dovremmo difendere. naturalmente in quei limiti che la pochezza dei nostri armamenti ci con– sentirebbe, in attesa che ·di fronte al]'aggressione che ·n0i potessimo patire da uno degli opposti blocchi, l'altro intervenga a rafforzare la nostra difesa, naturalmente mosso non da pura simpatia per noi, ma da'1 suo stesso interèsse. Non ha pen– sato il Nava che, salvo l'accrescersi del peric,olo di aggressione, le cose non andrebbero diversa– mente se noi aderissimo al Patto Atlantico1 Pensa forse che al confine orientale dell'Italia, già prima che la guerra scoppiasse e che la Russ:a potesse iniziare i suoi movimenti militari, potrebbe esser stanz'ata una forza miMare americana sufficien– te a tener fronte vittoriosamente a una possibile aggressione della Russia 1 E allora, che significato ha il suo ragionamento 1 Per quanto riguarda l'articolo del Segre, dehbo confessare che mi sono sforzato inutilmente di trarne una conclusione costruttiva. Egli mi attri– ·@-isce •qualC'heaffermazione ch'io non ho maj pen– sato a fave, come la constatazione (del resto esat- . ta) che il nostro P .,ese non confina Còiterritori de– gli Stati satelliti della Russia, essendoci di ,mezzo la Jugoslavia. Ma io non ho fatto quella constata– ziene, perchè non intendevo di tra['ne nessun ar– gomentò a sostegno della mia tesi; anzi, dicevo in fondo sostanzialmente il contrario, assomigl:ando Ia condizione dell'Italia a quella de)la Svezia. Inoltre il Segre divaga poi in una ser:e di os– servazioni che non portano ad una conclusione eoncreta. Anche il richiamo al fatto che· noi ab– biamo aderito all'E.R.P. e che perciò non potrem– mo pretendere di restar -fuori dal patto atlantico, include un'argomentazione che non mj pare possa ac.cettarsi. Basta osservare che, accettandola, noi verremmo a riconoscere fa piena legittimità dell'ac– .cusa,mossa da comunisti e fusionisti, nella stampa -e durante la discussione parlamentare, che l'ade– sione· dell'Italia al piano Marshall era diretta a preparare uu vincolo militare dell'Italia con l'A– merica e con le altre potenze occidentali. L'argo– mentazione, se avesse valore, lo avrebbe evidente– mente anche per la Svezia, se anche essa ha me– no bisogno degli aiuti americani che non abbiamo : :noi; e la Svezia non sembra invece che si senta ·in nessun modo impegnata ad aderire al patto atlan– _tico:per il.fatto che aderisce alla O.E.e.E. BibliotecaGino Bianco Posso ammettere invece che, avendo aderito al– l'E.R.P., l'Italia sia tenuta a combattere il pr:n– cip.o e la pratica della « non collaborazione». (be evidentemente ostacola quell'opera di ricostruzio– ne che è il fine essenziale dell'E.R.P. Ma da questo che cosa ne deriva 1 Forse che la nostra adesione al patto atlantico serv:rebbe a combattere più ef– ficacemente la « non collaboraz:one », o non è ve– ro invece che servirebbe a scatenare più impetuo– sJmente e più subdolamente quelle forze che mt>t– tono in pratica la «·non collaborazione» e a (•ui neppure gli interventi della Celere possono impe– dire di attuare l'opera loro così gravemente mi– nacciosa alla nostra economia nazionale· e alla 110- str.1 poss bilità di piena rinascita 1 Il Segre ha pie– namente ragione di prevedere che da up momento all'altro questa « non collaborazione» possa tra– sformarsi in vero e proprio sabotaggio; ma dav– vero pensa che la nostra adesione al patto atlan– tico possa salvarci da un pericolo di questo gene– re 1 E allora cosa c'ent['a tutto" il ragionamento che egli :fia a' questo proposito, con l'argomento essen~ ziale dell'adesione o non a,desione al patto atlan- .tico? ' • • • Le argomentazioni addotte contro le mie idee, come anche i nuovi sviluppi degli avvenimenti, nort mi illlduconò pertanto a smuovermi dalla mia opi– nione. Io rimango favorevole alla stipulazione dì un patto europeo, perchè ritengo che noi non pos– siamo trasaurare di cogliere l'occasione che la pre– sente situaz· one ci offre di creare que]le più am– pie un.ità politiche che sono· condizione necessaria di più adeguate soddisfazi0ni di tutte le !¼Sigenze della nostra vita civiTe e sono avviamento allo sta– lidirs[ di quella situazi,one la qu1Je po.rà veramen. te darci un infinitamente più graade garanzia di pace che non ci dia questa divisione' dell'Europa e del mondo in tanti egoismi nazionali, animati da appetiti e d.1 sospetti. Naturalmente questo patto europeo deve essere aperto a ·tutte le nazioni che intendono aderirvi, e• dev'esser fatta viva opera di 'Ji)ersuasi@neanche sugli Stàti orientali perchè v1 aderiscano. Questa dichiarazione potrà sembra– re infirmata d.1una inverosimile ingenuità agli "oc– chi di coloro che tengono soprattutto ad essere se– guaci della « Realpolitik »; ma è chiaro che entrò l'ambito di questa non possano ess7.11e contenute le nostre aspiraztoni, perchè, se non ci fosse una cer– ta dose ,di idealismo in tutte le nostre· aspirazioni, potremmo e dovremmo rinunziare anche ad essere socialisti. E soggiungo che se al patto europeo si dia il fine e il carattere che noi vogliamo, non mi spaventerebb~ che .. esso includesse impegni mili- tari. ·• Sono invece contrario alla stipulazione del pat– to atlantico, anzitutto perchè esso verrebbe a di- -struggeve quello che io penso debba essere lo sco– po immediato del pJtto europeo, cioè la costituc– zione di una forza autonoma che si interponga fra i due o.pposti blocchi per impedirne l'urto (uso la d'enominazione di blocco anche nei riguardi del- 1' America ,sebbene si tratti evidentemente di e– spressione inesatta, che però è ormai entrata nel, l'uso abituale) ; poi anche per una ragione di in– dole affatto diversa; che la stipul11;zionedel Patte Atlantico non rappresenterebbe una maggior -sicu– r~zza dell\Europa occidentale contro l'aggressione russa, soprattutto per il fatto che' l'America non farebbe, in virtù di quel patto niente di più di

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