Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948

550 CRITICA SOCIALE quel problema ,desta; anzi, se certe notizie della stampa sono esatte, l'intransigenza russa si è fat– ta più rigida e, se certe sue minacce di mettere in azione le sue batterre antiaeiree nel caso che i velivoli americani uscissero dagfli stretti limiti del corridoio, venissero poste in atto, noi corre– remmo veramente rischio di trovarci di fronte ad episodi che potrebibero inesorabilmente con– durci al limitare di un conflitto armato, che pu– re siamo convinti che nessuno voglia in questo momento. Anche per quanto ril,iarda l'Italia, nè l'una nè l'altra delle due questioni che la interessano hia avuto neppure' un embrione di soluzione. In– fatti, non crediamo che abbia alcufla efficacia fil voto espresso a grande maggioranza dall'assem– blea in favòre dcll'ammissione dell'Italra nell'O. N.U. Ifa questrone deve infatti andare poi al Con– siglio di Sicurezza ~. nonostante il parere espres– so dalla Corte dell'Aja, che per quanto riguarda Fammissione di nuovi membri :non possa. aver ef. ficàci~ il veto opposto da una delle Grandi Po– t.énze, è chiaro che, se alla prossima. riunione del Consiglio di sicurezza la Russia continueirà a por– .re come 1 condizione deHa ·sua adesione alla pro– postJa di ammettere. l'Italia ,che siano contempo– raneamente ,ammesse anche la Bu]garia e gli al-· tri Stati -satelliti, che non vi sono 1 ancora, e A– merica, Inghi1terra e Francia continueranno a rifiutare di por,re sullo stesso piano con l'Italia Stati il cui ordinamento è aperta negazione di quelle istituzioni democratiche che so:qo richieste come condizione. per la partecipazione aill'O.N.U., e per questo motivo la Russia continuerà, come è facibnente prevedibile, ad opporre. il suo veto con~ tro l'ammissione· dell'Itafl.ia, le altre Potenze non si assumeranno certo la responsabilità di far proprio e di applicare il parere della Corte del- 1.'Aja che, togliendo alla Russia il solo mezzo che essa ha per impedire provvedimenti eont;r:ari alle , sue esigenztl -e ai suoi fin\, [a indurre-bbe a riti– rairsi prima o poi dall'O.N,U., :con risultati, a .più o meno lunga scadenza, .non dissimili da quelli che ebbe uh decennio addietro il ritiro della Ger– mania dalla Società dellle Nazioni. Anche per quanto riguarda la questione deill_e f colonie, il rinvio ad aprile di- ogni discussione e deliberazione, se anche ha potµto. far piacere ne– gli ambienti di Palazzo Chigi, non indica però che si sia sulla strada. di una accettazfon:e delle rièhie– i,te 'dell'ltailia. La notiz~a. che nelle discussioni re– _èen~idi Washington, per la èostituzione del Patto Atlantico l'InghilteJ.'.ra abbia dichiarato ch:e sj op– porrà ad ogni propÒ;ta di includervi anche l'Italia, se prima non sia definit;i, la _questione delle colo– nie, è un chi·aro.segno che il govérno di Londra _nonintende recedere· dal -sùo atteggiamento, sem– èe ispiirato a._ ~uel1latradizione' che abbiam_oso,pra 'dichiarato di depJo.rare, 'e che_ deploriamo anche in ra.pporto a questo particolare problema, se- an– _che in materia di colonie siamo in uno st 1 ato d'ani– . mo ben diverso· da quello che ispira tanta parte della pubblica opinione del nostro Paese. Abbiamo- detto, pii! volte che noi ·vorremmo clÌ·e i ferri ton I ·colomaii'',cessassh'o di èssere «ba,ndite» di questo o quello Stato, per· d'ivenire .o terreiio •a.i c6illaborazfon~ fra i 1 po~oli civili'. che abbiano possibilità di 'promuovere r'incivililn~nto di paesi 'i- quali nòn abnian'o· ancora la possibi[ità' di"reg 1 g'er- . . BibliotecaGino Bianco si da sè, o Stati Testituiti ailla indipendente sovra– nità dei suoi abitatori, quando questi :abbiano la capacità di autogoverno. Ma abbiamo soggiunto che, fintan'.to che duri il sistema coloniàle tuttora in vigore, non vediamo perchè l'Italia debba essere esclusa dal parteciparvi, tanto più che essa è una dehle Nazioni che hanno più forte ,bisogno di cer– care uno sfogo alla esuberanza della popolazione e che, nonostante le aberraziop.i del periodo fasci– sta, ha dato prova evidente ·e,veramente mirabile della sua capacità colonizza!.rice. Tuttavia se, con una_ inversione (chiai;niamola così) che l'America potesse prop-0rre alla dich,iarazione inglese, si vo– lesse far dipendere la restituzione all'Italia delle sue colonie prefasciste (di tutte o della maggior parte) dalla sua 1 adesione al Patto atlantico o a qualunque intesa che includa impegni di carattere militare o Uimiti da sua indipendenza in fatto di politica estera, noi saremmo risolutamente d'opi– nione che una tale condizione non si de,bba accet– tare. Orediamo inu'tile di ripetere ·qui che noi voglia– mo che l'atteggiamento dell'Italia sia di una neu– tralità non mentita e, al tempo stesso, fattivia, diretta cioè· ad allontanare quanto è possibile i pericoli di una guerra, anche perchè pensiamo. che sia questo il sollo modo di sa[vare da questi pericoli l'Italia stessa, cui non sarebbe sufficiente garanzia di salvezza, qualora la guerra. scoppiasse, il fatto che essa avesse dichiarato la' propria neu– tralità. E tutti coloro che, non sui manifesti mu– rali o in articoli di giornwli e in discorsi di comizi, ma nell'i:ntimo dellla p.ropria coscie:nza sono vera– mente desiderosi di serbare ad.l'umanità il benefi– cio <lella pace dovrebbero seguire solo quelle vie che possono condurre a questo firie. Ni ei riguardi déll'Italia, per poter chiedere e spera.re che il Go– verno si astenga diall'assume,re con le potenze oc– cfud.eRta[iqualsiasi impegno che possa avere qual– che riflesso nel ca.mpo militare, ocçorre astenersi da quailsiasi atto e atteggiamento che faccia ti.I 'giuoco del blocco orientale. Non v'è dub bio, a.d , es., che è }a Russia che cerca di far fallì.re il Piano Ma,rshall e di impedire che Re ritraggano vantag– gio quegli Stati che vi hanno 'partecipato. Non , v'è dubbio ugualmente clhe giova potenteme:nte a questo fine lo stato, di agitaziome in cui si cerca di tenere l(;)'maestranze ita11iane, prendendo pre– testo da ogl'1i fatto pe,r far proclamare scioperi o forme larvate di saibòtag&'io.Non ~i dice che si debba rinunciare al alcun mezzo che possa vailidi;i– merite servire alla difesa -della vita e ò.egli inte– ressi dei lavoratori; ma nessun@ potrebbe soste– nete in buona fede che tutte le -agitJazioni pro– mosse servano a questo fine, nessuno può anzi disconoscere che il troppo reiterato uso di certe armi fa pèrdere 'loro èfficàcia, anclie ·perchè ·al– lontana d:àlQa càl!lsa dei lavoratori queH'aJorìe di simpatia di cui essa ha 'bisogno per otter:J.ereuno stabile successo. La « non collaborazione », procla– m~ta proprio in un momento in cui si ·sente biso– gno· della m~s'ima attività produttiva per ris11,nare le sorti del Paese, può g'i.ovare certo magnifica– mente al sabotaggio dell'E.R.P., ma èleterinina m1 isoliamento progPe·ssivò de1 proletariato e l'af– filuire di una _buona pii,J'!edel ceto medi~ ·verso_~e forze reazionarie, rinnov,ando quella situazione da cui è venuta nel 1922 la vittoria· del fascisino. _Non sappiamo se questo ·1rossa riuscire indifte-

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